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  Lo schiarchimandrita Iov si è rivolto alla Chiesa sorella georgiana

di Alla Alekseeva

Unione dei giornalisti ortodossi, 25 gennaio 2019

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lo schiarchimandrita Iov (Grishchenko)

Il monaco del monastero di Zverinets chiede alla Chiesa ortodossa georgiana di sostenere la Chiesa ortodossa ucraina durante le persecuzioni e di non riconoscere la Chiesa ortodossa dell'Ucraina scismatica.

Il monaco del monastero dell'Arcangelo Michele di Zverinets a Kiev, lo schiarchimandrita Iov (Grishchenko), a nome della Chiesa ortodossa ucraina, si è rivolto alla Chiesa ortodossa georgiana. Il testo dell'appello è stato pubblicato sulla sua pagina Facebook:

"Oggi l'Ucraina sta vivendo momenti difficili. Voi lo sapete in Georgia e vi preoccupate per l'Ucraina, ci sostenete in ogni modo, e noi sentiamo questo sostegno e vi ringraziamo per questo. Ma ora vi chiediamo, come nostri fratelli in Cristo, comunicanti allo stesso calice, di non lasciarci".

Lo schiarchimandrita ricorda che presto la Chiesa ortodossa georgiana deciderà se riconoscere o meno il Tomos ucraino.

"Stanno cercando di costringerci a ciò che non abbiamo richiesto - il cavallo di Troia dello scisma e della schiavitù, falsamente chiamato autocefalia", spiega il monaco. - Nella Chiesa ortodossa ucraina ci sono oltre 12.000 sacerdoti e 97 vescovi. E ci sono diverse opinioni riguardo all'autocefalia: alcuni di noi vogliono ottenerla, ma non vogliono che sia un progetto politico organizzato con lo scopo di promuovere la campagna elettorale di qualcuno. I politici vanno e vengono - e la Chiesa rimane nei secoli".

Lo schiarchimandrita Iov concorda sul fatto che tutti vogliono guarire lo scisma tra gli ortodossi ucraini, ma, secondo lui, questo è impossibile senza il pentimento degli scismatici. Si sofferma anche sulle dirette violazioni delle regole e dei canoni apostolici dei Concili ecumenici, causati dalla consegna del Tomos da parte del patriarca di Costantinopoli.

Il monaco parla anche delle calunnie e delle pressioni a cui il clero e i laici della Chiesa ortodossa ucraina sono stati sottoposti per diversi anni: "Le nostre chiese sono sequestrate, incendiate, dissacrate. I laici e il clero sono accusati calunniosamente di "lavorare per i nemici", proprio come hanno fatto i bolscevichi durante le loro persecuzioni. Il principio della Costituzione dell'Ucraina sulla non ingerenza dello stato negli affari della Chiesa è gravemente violato".

Lo schiarchimandrita chiede ai padri e ai fratelli preghiere e sostegno durante le persecuzioni: "Nella nostra amata Ucraina, come 100 anni fa, è giunto il momento di incarnare le parole del nostro Salvatore, il Signore Gesù Cristo: "Beati siete quando vi oltraggeranno e vi perseguiteranno, e diranno ogni malvagia parola contro di voi, mentendo, a causa mia. Gioite ed esultate, poiché grande è la vostra ricompensa nei cieli; così hanno perseguitato i profeti prima di voi".

Come ha riferito l'Unione dei giornalisti ortodossi, il metropolita Ioane di Rustavi della Chiesa ortodossa georgiana ha dichiarato: il Tomos, concesso dal Fanar alla Chiesa ortodossa dell'Ucraina, si ignora che la maggioranza degli ucraini ortodossi rimane sotto la giurisdizione della Chiesa ortodossa ucraina. E il Patriarcato di Georgia ha dichiarato l'inammissibilità delle pressioni da parte di politici e organizzazioni non governative per riconoscere la nuova chiesa.

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