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  Pensieri sull’ordinazione delle donne

di padre John Morris

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Padre John Morris è prete nell’Arcidiocesi ortodossa antiochena d’America, e dirige la missione dei Quaranta Martiri di Sebaste a Stafford, Texas. Nell’anno 1999 è stato attivamente coinvolto nello sviluppo missionario della Chiesa ortodossa nelle Filippine. Questo suo articolo, apparso nel gennaio 2004 sul “Word Magazine” della Arcidiocesi ortodossa antiochena, è stato ripreso dal sito Orthodoxytoday.org.

Pensieri sull’ordinazione delle donne

Durante l’ultima parte del ventesimo secolo, il femminismo ha imperversato nella società come un furioso incendio boschivo ed è divenuto uno degli sviluppi più significativi della storia moderna. Non è esagerato affermare che il femminismo ha ridefinito quasi ogni aspetto della cultura contemporanea americana.  

Le femministe e i loro sostenitori hanno chiesto e ottenuto cambiamenti nella lingua inglese, che, come la “neolingua” di Orwell, esprimono più correttamente i pregiudizi del loro movimento. 

Oggi non è più accettabile dire “mankind”. Invece si deve dire “humankind”. Un postino (postman) è ora un portalettere (letter carrier). Un vigile del fuoco (fireman) è ora un firefighter e anche i sacerdoti (clergymen) sono ora clergypersons. Nelle scuole, le ragazze imparano a essere assertive e a respingere le tradizionali qualità femminili mentre i ragazzi sono invitati a “mettersi in contatto con il loro lato femminile.” In ogni luogo in cui le femministe radicali hanno guadagnato una posizione, le loro idee hanno travolto le credenze tradizionali in diversi campi, inclusa la religione. Non solo le femministe hanno chiesto e ottenuto l’ammissione delle donne al ministero ordinato, sono anche riuscite a persuadere molti cristiani a ridefinire la loro comprensione di Dio per conformarsi alla ideologia femminista. 

Così, alcuni hanno respinto come “patriarcale”, e quindi sospetta, l’antica comprensione biblica di Dio come “Padre, Figlio e Spirito Santo.” Alcuni hanno ormai sostituito l’antica lingua trinitaria e ora chiamano Dio «Creatore, Redentore e Santificatore». Dato che l’adozione del femminismo è la resa alle forze della correttezza politica, è solo naturale che i cristiani che l’hanno adottato dovrebbero cambiare adottando una posizione “pro-choice” sull’aborto e anche affermando la moralità delle relazioni omosessuali. 

Se è necessario ridefinire Dio per conformarsi a un’ideologia secolare, come il femminismo, è necessario ridefinire tutto il resto, inventando così una nuova religione femminilizzata, politically correct, che ha solo una somiglianza superficiale con il cristianesimo tradizionale. In quasi tutti i casi, uno dei primi passi della femminilizzazione della religione è l’ordinazione delle donne. Nel corso degli ultimi decenni praticamente ogni gruppo cristiano, con l’eccezione di alcuni dei protestanti più conservatori, la Chiesa cattolica romana e, naturalmente, la Chiesa ortodossa, ha ceduto alle pressioni da parte delle femministe e ha ammesso le donne al ministero ordinato. Significativamente, i media laici si sono avvicinati all’ideologia femminista e parlano con scherno di quei gruppi cristiani che ancora aderiscono all’antico divieto di ordinare le donne. Tuttavia, è importante capire che l’ordinazione delle donne è solo una parte di un processo che alla fine porta a un rifiuto del cristianesimo biblico e tradizionale in favore di una nuova religione femminilizzata e, in ultima analisi, eretica. 

È solo naturale che questo fermento che si sta diffondendo attraverso ogni aspetto della società prima o poi inizi a far sentire la sua influenza all’interno della Chiesa ortodossa. Anche se ben pochi, se mai ve ne siano, seri teologi ortodossi sostengono l’ordinazione delle donne, alcuni ortodossi mettono in discussione altre credenze che non riescono a soddisfare il test della correttezza politica. L’ordinazione delle donne non era un problema fino a poco tempo fa, i santi Padri e i Concili ecumenici forniscono pochi motivi per cui la Chiesa ordina solo gli uomini. Invece, essi danno per scontato che solo alcuni uomini possono diventare sacerdoti. 

Anche se può non soddisfare chi cerca una spiegazione razionale, la pratica storica della Chiesa può benissimo essere il miglior argomento contro l’ordinazione delle donne. Ci si può chiedere, se è sbagliato negare l’ordinazione delle donne, perché la Chiesa, che è guidata dallo Spirito Santo a manifestare la volontà di Dio nella società, dovrebbe essere colpevole di oppressione contro le donne, negando loro il giusto posto nei ranghi del clero? Cristo non ha scelto donne tra gli Apostoli. La Chiesa non ha mai permesso alle donne di diventare sacerdoti o vescovi. Infatti, quei pochi gruppi “cristiani” dell’antichità che hanno permesso una qualche forma di ordinazione delle donne erano di gran lunga al di fuori della corrente principale del cristianesimo ed erano associati con lo gnosticismo e/o con qualche altra principale eresia. Questo dovrebbe essere sufficiente a convincere ogni fedele cristiano ortodosso che sarebbe il colmo dell’arroganza, per poche persone del ventunesimo secolo, sostenere di essere abilitati a dichiarare che la Chiesa si è sbagliata per quasi 2.000 anni. 

Infatti, se negare l’ordinazione delle donne è un’ingiustizia, perché Cristo stesso non ha dato l’esempio, scegliendo apostoli donne? Né Cristo né i suoi seguaci avevano la minima inibizione a parlare contro le ingiustizie del loro tempo. Se la negazione dell’ordinazione è un’ingiustizia, ci si aspetterebbe che Cristo, che ha criticato così tante pratiche dell’istituzione religiosa del suo tempo, avrebbe dato l’esempio per i suoi seguaci nominando almeno un apostolo donna. San Giovanni Crisostomo, che morì in esilio perché aveva parlato contro gli eccessi dell’imperatrice, non avrebbe esitato a esigere che la Chiesa terminasse ogni oppressione delle donne. 

I tentativi di usare la ragione umana per spiegare il sacerdozio strappano la teologia ortodossa dalle sue radici storiche e la innestano su un sistema estraneo di pensiero. Il risultato non è una nuova e pertinente Ortodossia, ma una distorsione fondamentale dell’Ortodossia che rifiuta la natura mistica e apofatica della teologia ortodossa in una vana ricerca di rispondere agli argomenti che vengono in gran parte dal mondo secolare, secondo gli standard del mondo secolare. Se la teologia ortodossa si riduce a quello che può essere compreso o spiegato razionalmente, la Chiesa ortodossa cadrà presto nella stessa trappola che ha quasi distrutto il cristianesimo nel mondo occidentale. Dall’Illuminismo del XVIII secolo, i teologi occidentali hanno rifiutato o declassato il soprannaturale a causa della credenza che il soprannaturale non abbia posto in un mondo scientifico orientato sulla ragione. Questo ha prodotto la demitizzazione di Bultmann e dei suoi seguaci, che considerano la Risurrezione di Cristo e i suoi miracoli idee irrilevanti, inaccettabili per l’uomo moderno. Così, essi rifiutano ogni aspetto della Bibbia che non rientri nel loro mondo razionalista. Questo processo ha portato infine agli eccessi del Jesus Seminar, che elimina gran parte del testo dei Vangeli, perché non rientra nei propri presupposti piuttosto limitati. 

Altri sono andati agli estremi e hanno ridefinito il cristianesimo secondo propri presupposti altamente soggettivi. Quindi, vi sono ora la teologia femminista, la teologia della liberazione e perfino la teologia gay, ognuna delle quali ricrea la fede cristiana ad immagine dei pregiudizi politici e personali, economici e sociali di qualunque ideologia secolare sia preferita dal teologo individuale. Di conseguenza, una soddisfacente risposta ortodossa alle richieste di ordinazione delle donne può essere che la Chiesa Ortodossa ordina solo gli uomini al sacerdozio, perché questo è ciò che la Chiesa ha sempre fatto. Infatti, i motivi precisi per cui la Chiesa crede che Dio abbia decretato che solo gli uomini possono diventare sacerdoti sono motivi che possono risiedere nella categoria del mistero. 

Infatti, ogni altra grande verità del cristianesimo ortodosso è, in ultima analisi, saldamente radicata nel concetto che le vie di Dio sono spesso un mistero per la mente umana. La Chiesa ortodossa respinge qualsiasi sforzo di spiegare il mistero della Santissima Trinità o si rifiuta di cercare di spiegare con precisione che cosa accade al pane e al vino nell’Eucaristia secondo le categorie della scienza fisica. Così, la Chiesa può fare meglio ad applicare gli stessi principi all’ordinazione e rifiutarsi di ricorrere alla ragione umana per spiegare perché solo gli uomini possono essere ordinati. Invece, la Chiesa dovrebbe ribadire la sua convinzione che la Chiesa è guidata dallo Spirito Santo per annunciare e preservare la verità insegnata da Cristo ai suoi Apostoli. Cristo ha istituito il sacerdozio e, per motivi che possono benissimo rimanere un mistero, ha scelto solo uomini. 

Pertanto, il fatto che Dio ha guidato la sua Chiesa a limitare l’ordinazione sacerdotale esclusivamente agli uomini per quasi 2.000 anni dovrebbe essere una ragione sufficiente per continuare la prassi della Chiesa e per respingere le richieste di chi è influenzato dal femminismo a iniziare a ordinare le donne al sacerdozio. Anche se è rischioso cercare di spiegare il sacerdozio o qualsiasi altro mistero della fede attraverso la ragione umana, si possono trovare molti difetti nell’argomentazione a favore dell’ordinazione delle donne al sacerdozio. Il primo difetto è che Cristo abbia scelto solo gli uomini ad essere apostoli perché è stato limitato ai pregiudizi sociali del tempo in cui visse. Il nostro Signore non ha esitato a violare le norme sociali della propria società nel suo trattamento delle donne. Ad esempio, nella storia di Maria e Marta Cristo favorisce Maria, che rifiuta di essere limitata dal pregiudizio tradizionale contro le donne come indegne o incapaci di attività intellettuale. 

Così, invece di servire gli uomini come Marta, che rappresenta il ruolo tradizionale della donna nella società ebraica del primo secolo, Maria si unisce agli uomini mentre ascoltano l’insegnamento di Cristo. Ancora una volta, al pozzo, Cristo rompe con la tradizione ebraica e discute di serie questioni teologiche non solo con una donna, ma con una donna samaritana. Infine, contrariamente a tutti gli standard dell’antica società ebraica, i primi testimoni della risurrezione non sono uomini, ma donne. Così, dal momento che Cristo ha rotto radicalmente con la cultura in cui viveva elevando le donne a un livello sconosciuto nell’antica società ebraica, non sarebbe stato alcun grande scandalo per lui scegliere Apostoli donne. Tuttavia, egli non ha scelto Apostoli donne, e solo per questo motivo, la Chiesa che considera il suo sacerdozio uno sviluppo dell’officio apostolico, non dovrebbe contraddire il Signore ordinando donne all’episcopato e al sacerdozio. 

Alcuni teologi femministi sostengono che la Chiesa ha cominciato a opprimere le donne, perché ha pervertito gli insegnamenti originali di Cristo, adottando il punto di vista della società laica del tempo nei confronti delle donne. Di fatto, alcune femministe hanno creato una visione mitologica della storia della Chiesa primitiva, che riflette le loro idee politicamente corrette, piuttosto che una seria ricerca storica. Secondo questa tesi, l’avvento dell’episcopato e della dottrina ortodossa sono stati i mezzi per imporre l’autorità degli uomini sulle donne. Tuttavia, non vi è praticamente alcuna prova storica a sostegno di tali argomentazioni, a parte alcune citazioni provenienti da gruppi ereticali come gli gnostici o i montanisti.

Alcune hanno proclamato che antiche tombe contrassegnate “presbitera” dimostrano che le donne sono state ordinate al sacerdozio nella Chiesa antica. Ovviamente questi “studiosi” non sono riusciti a capire che “presbitera” è un antico titolo dato alla moglie di un prete, non un titolo dato ad una donna ordinata. Eppure, cercando di rivedere la religione cristiana per conformarsi a un movimento laico come la liberazione delle donne, si sono resi colpevoli di cedere alle mode della cultura laica. Così, invece della Chiesa che esercita il suo ruolo profetico annunciando la volontà di Dio ad una società peccaminosa, invertono il ruolo chiedendo che la Chiesa cambi le sue convinzioni per conformarsi alla società laica. 

In realtà, l’argomento spesso portato dalle femministe che la Chiesa cristiana ha tradizionalmente oppresso le donne non è del tutto valido. Il ruolo delle donne nella Chiesa è molto più sfumato di quanto le femministe vorrebbero farci credere. Anche se doveva funzionare in una società che considerava le donne inferiori, la Chiesa ha fatto più di qualsiasi altro movimento nella storia per migliorare la posizione delle donne. La Chiesa ha fermamente respinto l’antica pratica di lasciar morire le bambine, e ha insistito sul valore di tutti gli esseri umani, comprese le donne. Infatti, almeno uno studioso recente ha sostenuto che una delle ragioni principali per la crescita della Chiesa nel mondo antico era che ha attirato molte donne a causa della sua visione positiva delle donne. [1] Nel corso della sua storia la Chiesa ha onorato e rispettato le donne. Molto prima della nascita del femminismo, la Chiesa ortodossa ha riconosciuto santa Maria Maddalena e le altre donne al sepolcro come “apostole degli Apostoli.” Di fatto, secoli prima che la devozione a santa Maria Maddalena divenne di moda tra le femministe, la Chiesa ortodossa considerava lei e le sue compagne così importanti da mettere da parte una Domenica della stagione pasquale dedicandola alla loro memoria. 

La Chiesa ha onorato donne come le sante Tecla, Elena, Nina e Olga come “pari agli Apostoli”. Secoli prima della liberazione delle donne, la Chiesa ortodossa cantava l’inno della monaca Cassiana al martedì della Settimana Santa. Infine, la Chiesa ortodossa, che considera una donna, la Beata Vergine Maria, come il più grande essere umano che sia mai esistito e pone in preminenza la sua icona, difficilmente può essere accusata di pregiudizio contro le donne. 

Significativamente, i popoli dei paesi ortodossi hanno riconosciuto le capacità di leadership delle donne in un modo di gran lunga superiore a quelli del mondo protestante e cattolico. In un’epoca in cui in Occidente la salita di donne al trono poteva causare una guerra civile o era di fatto proibita dalla legge, le donne governavano sia l’impero bizantino che quello russo. In effetti, una ragione per cui Carlo Magno pretendeva il titolo imperiale, un evento che ha svolto un ruolo significativo nella estraniazione fra Oriente e Occidente fino al Grande Scisma, è che il ruolo imperiale era tenuto da una donna in Oriente. Più di recente, le pretese di Maria Teresa di governare il Sacro Romano Impero e i domini asburgici hanno portato alla guerra di successione austriaca, che si è conclusa consentendo a Maria Teresa di governare solo perché il marito, Francesco di Lorena, aveva assunto il titolo imperiale. Allo stesso tempo, Caterina la Grande governava il vasto impero russo di diritto, essendo stata scelta come persona più degna del marito mentalmente instabile, Pietro III, il vero erede al trono dei Romanov. 

Nonostante le affermazioni di alcune femministe radicali, il Cristianesimo ortodosso ha molti simboli positivi per le femministe. Come già accennato, la Chiesa onora una donna, la Beata Vergine Maria, come prima tra i santi, e tributa onore speciale ad alcune altre donne, dando loro il titolo di “pari agli Apostoli”. Sant’Efrem e altri santi siro-orientali si riferiscono allo Spirito Santo in termini femminili. Le Sacre Scritture e le altre espressioni della Tradizione della Chiesa descrivono anche la Chiesa come femminile. Di fatto, immagini come la Chiesa sposa di Cristo e la Chiesa madre dei fedeli sono comuni nell’Ortodossia. La Bibbia è piena di immagini di Cristo come sposo e del suo popolo, la Chiesa, come sua sposa. 

Così, l’ordinazione delle donne distrugge una delle immagini più importanti del rapporto tra Cristo e la sua Chiesa, perché una donna non può essere uno sposo, e quindi non può rappresentare Cristo, lo sposo, ai fedeli. [2] Un altro difetto grave nell’argomento per l’ordinazione delle donne è la sua visione fortemente distorta del sacerdozio. I sostenitori dell’ordinazione delle donne trattano il sacerdozio come un qualsiasi altro lavoro, per il quale ci dovrebbe essere pari opportunità. Il sacerdozio non è solo un lavoro. Il sacerdozio è una chiamata da Dio. Ogni volta che un individuo si sente chiamato da Dio al sacerdozio, egli deve sottomettersi alla Chiesa per la ratifica di tale chiamata. 

Così, non importa quanto sinceramente un uomo si senta chiamato, non può dichiarare se stesso degno del sacerdozio di propria autorità. Al contrario, deve prima soddisfare i requisiti della Chiesa, requisiti che hanno resistito alla prova del tempo e che sono coerenti con i requisiti che Cristo stesso chiedeva ai suoi apostoli. Anche quando un uomo che risponde a questi requisiti riceve l’ordinazione di un vescovo nella successione apostolica, non è in realtà un prete fino a quando i fedeli hanno ratificato la sua ordinazione mediante l’annuncio che “Egli è degno.” Per duemila anni, uno dei requisiti della Chiesa per l’ordinazione al sacerdozio è stato la mascolinità. 

Così coloro che si accostano al sacerdozio lo devono fare nei termini di Dio e della sua Chiesa, non nei termini propri o in quelli di un’ideologia laica come il femminismo. Le femministe distorcono il sacerdozio anche trasformando quello che dovrebbe essere un ministero di servizio e di sacrificio in una posizione di potere e prestigio. Un prete è un servitore, non un maestro. Di fatto, se un uomo tratta il suo sacerdozio come una posizione di potere e di autorità, ha pervertito la sua vocazione e ha ceduto alla tentazione del più grande di tutti i peccati, il peccato di orgoglio. Infatti, se il sacerdozio fosse una posizione di potere, sarebbe un’ingiustizia negarlo alle donne. Tuttavia, il sacerdozio è solo uno dei molti ministeri e posizioni di leadership all’interno della Chiesa. Qui le parole di San Paolo sono rilevanti: 

“In realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito. Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di molte membra. Se il piede dicesse: «Poiché io non sono mano, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe più parte del corpo. E se l'orecchio dicesse: «Poiché io non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe più parte del corpo. Se il corpo fosse tutto occhio, dove sarebbe l'udito? Se fosse tutto udito, dove l'odorato? Ora, invece, Dio ha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo”. [3] 

Il prete non è superiore ai laici, ma serve Cristo servendo il suo popolo, i laici. Quelli non ordinati non sono cristiani inferiori, ma sono uguali davanti a Dio in ogni aspetto. Alcune teologhe femministe sostengono che la Chiesa ha cominciato a opprimere le donne, perché ha pervertito gli insegnamenti originali di Cristo, adottando il punto di vista della società laica di quel tempo nei confronti delle donne. 

Nonostante il sacerdozio riservato agli uomini, le donne occupano posizioni di leadership all’interno della Chiesa. Le donne servono nei consigli parrocchiali, assistono alle riunioni della propria diocesi, e fanno anche parte del consiglio dei fiduciari della propria diocesi. Hanno anche ruoli di ministri nella Chiesa, perché il sacerdozio ordinato è solo uno dei molti ministeri nella Chiesa. La donna che dirige un coro o insegna nella scuola domenicale è tanto un ministro quanto un sacerdote o un vescovo. Un sacerdote deve prima di tutto essere umile davanti a Dio e a coloro che è chiamato a servire. Una femminista radicale che esige l’ordinazione come un “diritto” è tutt’altro che umile e pertanto non riesce a soddisfare uno dei requisiti più importanti del sacerdozio. 

Il femminismo radicale non solo distorce il sacerdozio, ma anche la natura stessa dell’umanità, non riconoscendo che ci sono differenze reali tra uomini e donne. Un uomo non può essere una madre, né una madre, un padre. Con il tentativo di offuscare la distinzione tra i sessi, le femministe stanno distorcendo l’essenza stessa della natura umana. Inoltre non riescono a capire che i ruoli dei sessi sono complementari e a seguire il piano della creazione progettata da Dio. Agire come se gli uomini e le donne fossero uguali in ogni ambito significa negare uno dei fatti più elementari dell’esistenza umana. Poiché uomini e donne sono diversi, Dio ha decretato come sappiamo attraverso la pratica della Chiesa, che gli uomini e le donne abbiano ruoli diversi ma complementari nella Chiesa. Che le donne e gli uomini siano diversi e occupino posizioni diverse all’interno della Chiesa non significa che uno è superiore all’altro. Questo è uno dei difetti fondamentali del discorso femminista radicale. Non riescono a riconoscere che l’uguaglianza non richiede identità. Uomini e donne possono giocare ruoli diversi nella leadership della Chiesa e rimanere comunque uguali tra loro in ogni modo. 

Tuttavia, forse l’argomento più importante contro l’ordinazione delle donne è il risultato dell’ordinazione delle donne in quei gruppi cristiani che si sono arresi alla pressione della società secolare di ordinare le donne. Un sacerdote non è semplicemente un esecutore o un leader, un sacerdote è un immagine di Cristo che a sua volta è un’immagine di Dio. Così, un sacerdote è un’icona o un simbolo di Cristo, specialmente durante la Divina Liturgia. Dato che i simboli hanno un significato reale, se il simbolo è cambiato, anche ciò che è simbolizzato è cambiato. Dal momento che un sacerdote rappresenta Cristo, che è Dio, se il sacerdote diventa una sacerdotessa, cambia anche l’immagine di Dio. Questo porterà inevitabilmente a una ridefinizione, o per usare il loro termine, “re-immaginazione” di Dio. Oltre cinquanta anni fa, molto prima della nascita del femminismo radicale e dell’inizio del movimento per ordinare le donne, il teologo inglese C.S. Lewis ha scritto: 

Per noi un sacerdote è in primo luogo un rappresentante, un duplice rappresentante, che rappresenta noi a Dio e Dio a noi. I nostri occhi ci insegnano questo in chiesa. A volte, il sacerdote volge le spalle a noi e si affaccia a Oriente - parla a Dio per noi: a volte ci si mette di fronte e ci parla di Dio. Non abbiamo alcuna obiezione che una donna faccia la prima di queste cose; tutta la difficoltà riguarda la seconda. 

Ma perché? Perché una donna non dovrebbe in questo senso rappresentare Dio? Non certo perché è necessariamente, o anche probabilmente, meno santa o meno caritatevole o più stupida di un uomo. In questo senso può essere tanto ‘simile a Dio’ quanto un uomo; e una certa donna può esserlo molto di più di un certo uomo. Il senso in cui essa non può rappresentare Dio sarà forse più chiaro se guardiamo la cosa al contrario. 

Supponiamo che il riformatore smetta di dire che una brava donna può essere come Dio e inizi a dire che Dio è come una brava donna. Supponiamo che dica che potremmo benissimo pregare la ‘nostra Madre che è nei cieli’ così come il ‘Padre nostro’. Supponiamo che suggerisca che l’Incarnazione potrebbe aver preso una forma femminile altrettanto bene come una forma maschile e la seconda persona della Trinità avrebbe potuto essere chiamata la Figlia altrettanto bene che il Figlio. Supponiamo, infine, che il matrimonio mistico sia invertito, che la Chiesa sia lo Sposo e Cristo la Sposa. Tutto questo, mi sembra, è necessario per la rivendicazione che una donna possa rappresentare Dio come prete. [4] 

Le parole di Lewis furono profetiche. Praticamente ogni gruppo protestante che ha deciso di ordinare le donne ha in un modo o nell’altro iniziato a rifiutare il linguaggio biblico e le immagini di Dio in favore di immagini più accettabili alla teologia femminista. 

Così, Dio non è più Padre, Figlio e Spirito Santo, ma diventa “Creatore, Redentore e Santificatore.” In apparenza può sembrare soltanto un cambiamento di termini, ma in realtà è molto di più. Rappresenta un modo radicalmente diverso di guardare a Dio. La nuova Trinità politically correct è un rifiuto del linguaggio divinamente rivelato su Dio e, quindi, un rifiuto dell’ispirazione divina delle Sacre Scritture. È anche eretica, perché offusca l’importante distinzione tra il Padre, Figlio e lo Spirito Santo. Il Padre crea, redime e santifica, ma lo fanno pure il Figlio e lo Spirito Santo. In realtà, la Trinità femminilizzata è una forma dell’antica eresia del Sabellianismo, che ritrae Padre, Figlio e Spirito Santo semplicemente come diverse fasi di Dio piuttosto che persone diverse, ma unite. 

Non solo le femministe hanno ridefinito Dio per accomodare la loro ideologia, ma hanno cominciato a ridefinire l’intera religione cristiana alla luce del femminismo. Così, hanno messo la loro ideologia secolare al di sopra della rivelazione divina di Dio nella Sacra Scrittura e delle altre manifestazioni della Santa Tradizione. Questa è la secolarizzazione definitiva del Vangelo, perché hanno subordinato le Scritture divinamente ispirate e le altre manifestazioni della Sacra Tradizione ad una ideologia secolare. 

Di fatto, chiunque abbia osservato gli sforzi dei seguaci del femminismo e delle sue ideologie alleate nel ridefinire il protestantesimo americano può vedere, non una contemplazione orante nel tentativo di discernere la volontà di Dio, ma gli aspetti peggiori di una campagna politica organizzata da un gruppo per conquistare il potere su un altro. Così, le femministe finalmente abbattono i loro avversari, perché sono organizzatori politici più persistenti ed efficaci rispetto degli avversari. 

Prendendo in prestito i metodi del Movimento dei Diritti Civili, queste campagne includono raduni, manifestazioni, intimidazioni e disobbedienza civile. Alla fine, anche se erano in origine una minoranza, sono in grado di prevalere in quanto la leadership della maggior parte dei gruppi protestanti americani non ha il coraggio di licenziare o rimuovere chiunque rifiuta le credenze e pratiche tradizionali. Oggi, infatti, è inaccettabile accusare qualcuno di eresia, tanto meno sottoporlo a disciplina o rimuoverlo dal proprio ufficio nella Chiesa. Questo atteggiamento ha portato a una rottura completa di tutto ciò che ricorda il cristianesimo tradizionale, tra molti protestanti americani e persino tra alcuni cattolici. 

Così, l’ordinazione delle donne non è semplicemente una questione di fare una donna prete. È molto di più, è la definitiva distruzione della fede cristiana. Questo perché l’ordinazione delle donne richiede il rifiuto della pratica chiara della Chiesa e, quindi, delle Sacre Scritture e delle altre manifestazioni della Santa Tradizione. È anche perché il movimento per ordinare le donne non viene dall’interno della comunità cristiana, ma in realtà è la subordinazione della fede all’ideologia laica del femminismo. Una volta che si razionalizza il rifiuto di qualcosa di tanto centrale per la fede come la natura del sacerdozio, allora diventa più facile respingere qualsiasi altra cosa nella Tradizione della Chiesa che i seguaci di quella ideologia possono trovare offensivo. Se uno prende su di sé il diritto di decidere quali credenze e pratiche della Chiesa sono accettabili per la società moderna, il risultato è il caos che ha travolto il protestantesimo americano e ha anche fatto sentire la sua influenza in circoli cattolici romani. 

Quindi, se si decide che la Chiesa ha sbagliato a negare il sacerdozio alle donne, si potrebbe anche decidere che la Chiesa ha sbagliato in altre credenze e pratiche. In effetti, questo è esattamente quanto è successo. Nonostante secoli di opposizione all’aborto da parte dei cristiani, quasi tutti i principali gruppi protestanti americani che hanno ordinato le donne hanno anche adottato una posizione “pro-choice” sull’aborto. Recentemente, la Chiesa episcopale ha eletto come vescovo un uomo che ha lasciato moglie e figli per andare a vivere in una relazione omosessuale con un altro uomo. Non ci può essere alcun dubbio che non solo le Sacre Scritture, ma anche i Padri e i Concili ecumenici considerano gli atti omosessuali immorali. Di fatto, non vi è neppure dubbio che fino a pochi anni fa ogni gruppo cristiano, protestante, ortodosso o cattolico romano, ha insegnato che gli atti omosessuali sono una violazione fondamentale della legge morale di Dio. 

Tuttavia, è anche vero che fino a poco tempo fa, tutti i gruppi cristiani erano d’accordo che solo gli uomini potevano essere ordinati. Se i cristiani possono decidere che l’opinione unanime dei cristiani nel corso dei secoli è sbagliata su una questione, l’ordinazione delle donne, è logico supporre che i cristiani possono anche essersi sbagliati su altre questioni come l’aborto e l’omosessualità, soprattutto perché le stesse femministe che esigono l’ordinazione delle donne sono anche spesso in sintonia con la cosiddetta liberazione gay. Così, vedendo tutto alla luce del femminismo, non accettano più le immagini tradizionali di Dio. Essi ridefiniscono la Santissima Trinità in una lingua completamente non biblica a causa dei dettami della loro ideologia. 

Essi inoltre ridefiniscono la morale cristiana per conformarsi alle richieste del femminismo radicale, che ha una forte affinità con il movimento di liberazione gay. Questo conduce infine a una perversione completa del Vangelo. Il vangelo del femminismo e della correttezza politica non chiama più esseri umani al pentimento e al retto vivere, ma esige l’accettazione del diritto di ogni persona di essere libera di vivere secondo i propri standard, anche se tali norme sono chiaramente in contrasto con quelle della Sacra Scrittura. Di fatto, secondo questo criterio, ogni richiesta di qualsiasi altro valore personale che non sia la realizzazione di sé secondo le proprie esigenze, è bigotta e deve essere respinta a favore dell’inclusività.

Questa è una delle ragioni principali per cui ogni gruppo protestante americano che ha iniziato a ordinare le donne ha pure cominciato a sentire la pressione, da parte di molte delle stesse persone che hanno fatto campagne di successo per l’ordinazione delle donne, perché riconoscesse le relazioni omosessuali e lesbiche come uguali al matrimonio eterosessuale. 

Così, l’ordinazione delle donne al sacerdozio non è semplicemente l’accettazione di sacerdoti donne. Porta ad una distorsione completa della fede cristiana e alla creazione di una nuova religione che ha solo una somiglianza molto superficiale a qualsiasi forma di cristianesimo tradizionale. 

Note: 

1 Stark, Roony. The Rise of Christianity: A Sociologist Reconsiders History. Princeton: The Princeton University Press, 1996.

2 Matteo 9:15; 25:1-13, Luca 12:35-36, Efesini 5:24; Apocalisse 21:9.

3 1 Corinzi 12:13-20

4 Lewis, C.S. “Priestesses in the Church?” in God in the Dock: Essays on Theology and Ethics. Grand Rapids: William B. Eerdmans Publishing Company, 1970, pp. 236-237.

 

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