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  Non un buon segno

di George Michalopulos

Monomakhos

24 marzo 2017

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Bisogna concederlo, al Fanar. Hanno servito loro carte povere fin dal 1453, ma sono sempre riusciti a trovare il modo di non giocarle, se possibile. D'altra parte, in quelle occasioni in cui le giocano, questo tende a peggiorare le cose per Costantinopoli.

Secondo Pravoslavie.ru, sua Santità il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli sta alimentando le braci anti-moscovite in Ucraina, ampiamente alludendo al fatto che "li aiuterà a trovare ... una Chiesa unita".

L'occasione per questo annuncio è stata il 15 marzo, quando il primo ministro dell'Ucraina Volodymyr Groysman ha fatto visita al Fanar. Groysman ha presentato a sua Santità la notizia che c'è tra gli ucraini un'ondata di desiderio di risolvere la situazione di scisma che esiste da lungo tempo tra i cristiani ortodossi del paese.

Secondo Pravoslavie.ru, "Politici ucraini e chierici 'ortodossi' non canonici scismatici hanno fatto appello molte volte al Patriarcato ecumenico affinché quest'ultimo si ingerisca nel territorio canonico del Patriarcato di Mosca e dichiari autocefala la Chiesa ucraina, cosa che ha finora rifiutato di fare".

Bartolomeo ha risposto a Groysman, "possiamo essere ottimisti per il futuro". Anche se si è mostrato  solidale con la richiesta ucraina, notate quale parola non è affiorata sulle labbra di Bartolomeo: autocefalia. Quando si tratta del Fanar, le dichiarazioni e, soprattutto le assenze di dichiarazioni, sono fondamentali.

Chiaramente, sua Santità capisce tutto questo. Così come il fatto che procedere su questa strada potrebbe fargli esplodere il problema in faccia, visto che la situazione in Ucraina è tutt'altro che stabile.

Peggio ancora, i riverberi che ricadrebbero sul Fanar non sarebbero piacevoli. Gli ucraini, da una parte, sarebbero furiosi se fosse concesso loro qualcosa di meno dell'autocefalia. Per prima cosa, li farebbe apparire deboli di fronte alla Russia di Putin. Finirebbe di fatto per solidificare la narrazione moscovita che l'Ucraina (o "Piccola Russia") è parte integrante della civiltà della Rus' e, quindi, della Chiesa ortodossa russa. Questo è il modo (per esempio) in cui Costantinopoli vede la Chiesa Ortodossa in America – come un'arcidiocesi semi-autonoma di Mosca.

Questo non è ciò che vogliono gli ucraini. Se non altro, quelli fedeli a Kiev non vogliono avere niente a che fare con la Russia, ora o per sempre. Sono anche disposti ad amputarsi il loro arto orientale russofilo, se è questo che ci vuole per creare una nazione più omogenea. Una Chiesa autocefala, che fosse almeno riconosciuta da Costantinopoli e dalle sue dipendenze, farebbe molto per solidificare la loro narrazione etnogenica. Anche se questo farebbe infuriare Mosca, se non con un'invasione vera e propria non ci sarebbe niente da fare. In questo senso, gli ucraini dovrebbero preoccuparsi solo di se stessi e non si curerebbero affatto della ricaduta internazionale.

Bartolomeo, tuttavia, non può permettersi tale lusso. Il Fanar dovrebbe prendere in considerazione la risposta russa. Per prima cosa Mosca farebbe il suo gioco a Damasco, e se diventa evidente che Costantinopoli continua a seguire il percorso globalista – che alla fine la porterebbe a Roma – Mosca potrebbe allora forzare la questione e Antiochia diventerebbe la prima nei dittici. Tutte le altre Chiese locali che il Fanar si è inimicate nel corso degli anni darebbero una seria considerazione a questa mossa, che le muoverebbe tutte di due posizioni verso l'alto della gerarchia.

Solo perché al Fanar sono relativamente deboli, non significa che siano stupidi. Sicuramente lì ci sono alcune teste più fredde che capiscono che la narrazione globalista che li ha appoggiati nel corso degli ultimi decenni è in guai seri. Grazie alla Brexit e alla recente elezione presidenziale negli Stati Uniti, il precedente modo transnazionale di fare le cose non è più operativo. Il presidente Erdogan della Turchia ha imparato questa lezione nel modo più duro all'inizio del mese scorso, quando ha cercato di persuadere il presidente Trump nel vedere cose a modo suo in Siria, piuttosto che al modo di Putin. Come abbiamo riportato in precedenza, le suppliche di Erdogan sono cadute nel vuoto.

Molto semplicemente, le azioni del Fanar come risorsa del Dipartimento di Stato americano si sono svalutate in modo significativo.

A dire il vero, la carta dell'autocefalia ucraina ha una posta alta. Purtroppo per il Fanar, quando è l'unica carta, la rende difficile da giocare. Inoltre, il continuo antagonismo di Costantinopoli per gli elementi più tradizionali in tutto il resto del mondo ortodosso non ha lasciato loro molti amici. Secondo alcune fonti, la totalità del Monte Athos ha smesso di commemorare il patriarca ecumenico già da alcuni anni. Molte di queste persone già guardano a Mosca per una guida.

Come è noto, uno dei punti controversi tra Costantinopoli e Mosca (tra gli altri) è il potere di concedere l'autocefalia. Mosca ritiene che qualsiasi Chiesa madre possa concedere l'autocefalia. Istanbul d'altro canto ritiene che solo un Concilio ecumenico possa farlo, e che in assenza di un siffatto comitato, solo il Patriarcato ecumenico possieda tale diritto. Una terza via, che era più conciliare e avrebbe trovato una misura intermedia, doveva essere discussa a Creta durante il "concilio" dello scorso anno, ma non se n'è fatto nulla.

Detto questo, il Fanar è stato estremamente avaro quando si è trattato di concedere l'autocefalia. Nel corso della sua storia, le Chiese nazionali sono sorte solo quando i popoli locali hanno preso le redini del potere e hanno dichiarato la loro autocefalia da soli, spesso con grande disappunto della Chiesa madre di Costantinopoli. L'unica volta nella recente memoria in cui Costantinopoli ha fatto un simile passo (in Estonia), questo ha fatto solo arrabbiare Mosca e le ferite tra le due Chiese non sono guarite. (Ha inoltre concesso l'autocefalia all'Albania, ma questo paese non è mai stato oggetto di conflitto). In ogni caso, l'autocefalia della piccola Chiesa estone ha dimostrato di essere un bell'imbarazzo.

A causa di questa storia, è dubbio che l'attuale Patriarca ecumenico o il suo successore putativo (Elpidophoros Lambrianides, le cui pretese papali sono ancor più sorprendenti di quelle di Bartolomeo) faranno i dissoluti con la creazione di Chiese locali disancorate dal Fanar. Al contrario, il Fanar sta gettando le basi per il recesso dall'autocefalia della Chiesa di Grecia, e per riprendere di nuovo l'intera nazione greca nel suo ovile. Non è troppo inverosimile credere che vorrebbero fare altrettanto con la Bulgaria, la Serbia e pure con le altre Chiese dei Balcani. (Furono in grado di farlo diversi secoli fa grazie agli eserciti ottomani che hanno conquistato quegli stati).

Eccoci a sperare che prevalgano teste più fredde e che al Fanar tengano conto delle rotture che avverrebbero nell'Ortodossia se dovessero forzare la questione ucraina.

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