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  Sull'Ortodossia di Iona: un'intervista all'arcivescovo George di Londra

dal blog del sito Orthodox England

12 maggio 2016

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12 maggio 2041

Domanda: Qual è il territorio della vostra arcidiocesi?

Arcivescovo George: Come sapete, la nostra arcidiocesi è parte della metropolia ortodossa russa in Europa sotto il metropolita Giovanni; la metropolia si estende dall'Irlanda all'Austria e dall'Islanda alla Sicilia e comprende i popoli latini, germanici, celtici e baschi dell'Europa occidentale. La nostra arcidiocesi comprende le quattro nazioni ora sovrane di Inghilterra, Irlanda (che è stata finalmente riunita cinque anni fa, se ricordate), Scozia e Galles. Al momento abbiamo quattro vescovi, me stesso, il vescovo Patrick a Dublino, il vescovo Andrew a Edimburgo e il vescovo David a Cardiff. Per i nostri Sinodi locali usiamo sempre la nostra sede sull'isola di Man, l'unico luogo da cui sono visibili tutte le nostre quattro nazioni.

Perché avete preso il nome di Iona per la vostra arcidiocesi?

In origine è stato suggerito per l'arcidiocesi il nome 'diocesi delle isole', ma questo è stato considerato troppo vago, dato che ci sono isole di tutto il mondo. Poi è stato suggerito il nome 'isole del Nord Atlantico', in modo da formare l'acronimo 'Isles of the North Atlantic', o I.O.N.A. Questo è un conveniente riferimento al monachesimo ortodosso di san Colombano sull'isola di Iona, un monachesimo che ha avuto origine in Egitto ed è giunto in Irlanda attraverso la Gallia. Dal monastero di san Colombano a Iona si è diffuso in Inghilterra attraverso Lindisfarne e da lì l'Ortodossia è andata a sud, convertendo gran parte dell'Inghilterra, e poiché il monachesimo autentico è sempre stato l'unica cosa che mancava qui, abbiamo sentito che questo era un buon nome.

Come ha fatto a nascere 'l'Ortodossia di Iona'?

Come sapete, fino agli inizi del XXI secolo vi erano due forme di Ortodossia nei paesi occidentali. La prima era quella che guardava a una terra d'origine etnica, il che significa che in ogni paese dell'Europa occidentale vi era un gran numero di diocesi, chiamate giurisdizioni, ognuna delle quali viveva in una sorta di ghetto etnico divisivo e utilizzava principalmente una lingua diversa dall'inglese. Questo andava bene per gli immigrati di prima generazione, ma non ha funzionato per la seconda generazione e le successive, che sono state semplicemente assimilate in un ambiente non ortodosso. E dopo tre generazioni, 75 anni, all'estero, la prima generazione si estingueva sempre e con essa la Chiesa. È successo ai russi in Inghilterra (arrivati ​​negli anni '20) che si sono estinti entro il 1995, e ai greco-ciprioti in Inghilterra (arrivati ​​negli anni '60) che si sono estinti entro il 2035.

Qual è stata la seconda forma di Ortodossia in Occidente?

Vedendo l'evidente miopia e il fallimento del modello precedente, ci sono state la seconda e la terza generazione di intellettuali russi che per reazione hanno preso la posizione opposta. La loro seconda forma di ortodossia consisteva nel fondere tutti gli ortodossi, qualunque fosse la loro origine, in un melting pot. Il loro punto in comune era il minimo comune denominatore, ovvero, l'identità etnica del paese ospitante (non ortodosso). La loro politica è stata poi vendere questo come la nuova e sostituta identità etnica di una nuova Chiesa locale. Questa seconda forma si è sviluppata in pieno solo nel Nord America, dove gli immigrati avevano iniziato ad arrivare molto prima che in Europa occidentale, alla fine del XIX secolo, e dove le persone erano molto più tagliata fuori dalle radici dell'Ortodossia che in Europa. In Europa non abbiamo voluto ripetere quell'errore.

Qual è stato l'errore?

È stato il tentativo di creare una 'Ortodossia americana'. È stato un errore perché metteva una cultura, e pure una cultura non ortodossa, al di sopra della Chiesa. Questo non era un movimento teologico, ma semplicemente un movimento sociologico di adattamento e di conformismo. Per esempio, attraverso il complesso di inferiorità degli immigrati, la maggior parte delle chiese ortodosse negli Stati Uniti ha adottato i banchi e molte di loro gli organi, un'istituzione ha cercato di produrre un accompagnamento di chitarra per la Divina Liturgia e di adattarle la colonna sonora del film di cowboy 'Shenandoah'. In altri luoghi la Divina Liturgia del Natale si fermava per cantare canti natalizi protestanti!

Qualcuno in quei tempi ha disegnato una vignetta di un 'patriarca di tutta l'America', un uomo ben rasato in colletto da prete con un sorriso stupido sul volto e un bicchiere di coca-cola in mano, simile a una pubblicità di un dentifricio. Naturalmente, era solo una vignetta, ma riassumeva bene la situazione. A quel tempo, in cui gli Stati Uniti ancora governavano il mondo, c'erano in realtà individui negli Stati Uniti che con arroganza e cecità immaginavano che questa seconda forma di Ortodossia fosse l'unica vera forma dell'Ortodossia, che fosse al centro del mondo e che il loro dovere era colonizzare con essa il resto del mondo! In realtà, naturalmente, è stato un mero esperimento di ristagno provinciale, a cui doveva essere consentito di morire in silenzio, perché questo esperimento assecondatova semplicemente le debolezze del paese ospitante. Collocava la Chiesa di Dio al di sotto della cultura eretica. Era qualcosa di blasfemo, ed è il motivo per cui era piena di scandali.

Ma la stessa tentazione non si è verificata in Europa, anche se non ha avuto il tempo di svilupparsi nella stessa misura che ha avuto negli Stati Uniti?

Sì, naturalmente, si è verificata; la natura umana è la stessa in tutto il mondo, si è solo verificata in forme diverse a seconda della cultura eterodossa locale. La stessa cosa è accaduta tra i non praticanti semi-ortodossi in Grecia, Romania e Russia. È semplicemente l'eresia del filetismo. E non confondiamoci, è un'eresia perché in essa si può perdere l'anima – in questo consiste un'eresia.

Per esempio, in Francia un'intera giurisdizione promuoveva a una sorta di 'Ortodossia filosofica ed estetica', 'l'Orthodoxie a la francaise', come si potrebbe definire. Questa teoria dell'Ortodossia, o teorizzazione sull'Ortodossia, non presentava la Chiesa come il modo di vivere cristiano, ma come una filosofia complessa e altamente intellettuale, piena di lunghe parole e di 'ismi', che nessuno capiva veramente. Certo, avrebbe potuto essere espressa in un linguaggio molto semplice, che tutti conoscevano già. Ma finché sembrava teoricamente e filosoficamente fine, 'cosmique', come dicevano, è andato tutto bene; ma ovviamente non andava bene, e quella giurisdizione si è estinta, poiché era costruita sulla sabbia, non sulla roccia della fede. Questa teorizzazione parlava del dio dei filosofi nel linguaggio dei filosofi, non del Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe nel linguaggio dei pescatori di Galilea. Semplicemente non si può costruire una Chiesa locale basata su una cultura non ortodossa! Questo non è che buon senso, ma non lo si poteva dire ad alta voce a quelli che erano infatuati da tali illusioni.

Che dire degli altri paesi in Europa?

È successo in tutto il mondo, non solo in Francia. Per esempio, in Germania il primo libro liturgico tradotto è stato il Tipico. In altre parole, l'Ortodossia si è confusa con la mentalità tedesca non ortodossa e ha prodotto un'Ortodossia fatta di regole, un sistema ostinato, in bianco e nero, senza alcuna flessibilità, senza comprensione della componente umana, che è essenziale. Hanno perso la strada confondendo i mezzi (i servizi) con il fine (la salvezza dell'anima). Per esempio, mi ricordo di un sacerdote tedesco che si era rifiutato di dare a una donna la comunione, perché era vestita in pantaloni. Beh, ovviamente era un abbigliamento sbagliato, ma fino a pochi decenni fa c'era una moda che le donne si vestissero in pantaloni (per fortuna, è una moda da tempo finita). Non andava bene, ma che diritto aveva il prete tedesco di scomunicare quella donna? E se fosse morta la notte dopo che le era stata rifiutata la comunione? Il peccato sarebbe stato sulla coscienza di quel prete.

E in Inghilterra?

Ancora una volta, la stessa cosa. La debolezza nazionale qui non era di teorizzare o di creare un libro di regole, ma era di adattare l'Ortodossia all'Establishment britannico, per creare un compromesso di 'Ortodossia istituzionale', una 'Ortodossia britannica'. Quest'Ortodossia controllata dallo Stato e devota allo Stato, quella dei convertiti dall'anglicanesimo, era naturalmente solo una ripetizione dell'anglicanesimo già da lungo tempo inventato da Enrico VIII ed Elisabetta I. C'erano anche due intere ma piccole giurisdizioni dedicate a questo pietismo approvato dallo Stato. Era tutto sale che aveva perso il suo sapore. Alcune di queste persone usavano il traditore mezzo normanno Edoardo il Confessore come mascotte della loro 'Ortodossia istituzionale'. Naturalmente, tutto si è rivelato una bolla di sapone e si è ora estinto: era in gran parte una fantasia della fine del XX secolo e delle curiose personalità che regnava sovrana nei cattivi vecchi tempi di allora. Era molto opprimente, perché, essendo composta da imperatori nei loro vestiti nuovi, non avevi il permesso di contraddirli!

Tutti questi esempi mostrano il pericolo di compromettere la fede con la cultura locale. E tutti quelli che lo hanno fatto sono ormai estinti, come rami secchi. E questa è la risposta alla vostra domanda, come ha fatto a nascere 'l'Ortodossia di Iona'. È nata come l'unica alternativa viva alle due false alternative – il ghetto o il compromesso mondano.

Quindi su cosa basate 'l'Ortodossia di Iona'?

Semplicemente, mettiamo al primo posto la Chiesa e la fede. Se mettiamo il Regno di Dio, l'Ortodossia, al primo posto, poi tutto il resto troverà il suo posto, compreso il linguaggio che usiamo nelle funzioni, che oggi è circa il 90% l'inglese, a prescindere dall'origine etnica dei parrocchiani, a prescindere da quanto bene o quanto male parlano un'altra lingua. Siamo uniti dal cristianesimo ortodosso, non da origini etniche, e siamo motivati dalla fedeltà alla Chiesa e alla sua Tradizione delle generazioni più giovani, che sono tutte principalmente di lingua inglese.

Avete ora più di 350 parrocchie nelle isole britanniche e in Irlanda, tutte stabilite abbastanza solidamente e con il loro clero e i loro locali. Ogni città oltre i 50.000 abitanti e l'area circostante è coperta. Questo è molto diverso, anche da 25 anni fa, quando la Chiesa russa, una piccola minoranza in quel momento, aveva comunità per lo più piccole con funzioni una volta al mese, in locali presi in prestito, e soffriva di una grave carenza di preti per fare un lavoro missionario di vitale importanza nella zona attorno alle loro chiese. Che dire delle altre giurisdizioni, che insieme hanno ancora più di 50 parrocchie al di fuori dell'arcidiocesi?

Viviamo con loro come buoni vicini. Le persone sono libere di unirsi a noi e libere di rimanere al di fuori di noi. Come sapete, le parrocchie al di fuori della nostra giurisdizione sono composte principalmente da persone anziane che si sono stabilite qui da diversi paesi 50 anni fa o più e usano molto poco l'inglese nelle loro funzioni. Praticamente tutti i giovani si rivolgono a noi. Il tempo mostrerà in che modo andranno le cose. Vivi e lascia vivere.

Che dire del futuro? Pensate all'autocefalia?

La metropolia dell'Europa occidentale, che ora ha poco più di 2.000 parrocchie, è composta da sei arcidiocesi, Iona, Scandinavia, Germania, Gallia, Italia e Hispania. È vero, la metropolia ha l'autonomia, ma al momento attuale non c'è alcun desiderio di autocefalia. È vero, 2.000 parrocchie sono più che in altre Chiese locali, come le 700 parrocchie della Chiesa ortodossa ungherese, che recentemente è diventata autocefala, ma molto meno che in altre. Prendete la Cina, per esempio: è ancora una parte autonoma della Chiesa russa, anche se ora ha oltre 25.000 parrocchie. E la Chiesa russa stessa non è diventata autonoma per secoli, solo dopo che l'Impero era caduto nella Nuova Roma. Allo stato attuale, non vedo alcun motivo per diventare autocefali. Tale situazione può naturalmente cambiare, soprattutto in Cina, ma non ancora. Tutto richiede tempo.

Sta dicendo che l'autocefalia concessa prematuramente può essere pericolosa?

Certamente. E soprattutto in Europa occidentale.

Perché?

Perché l'Europa occidentale per oltre un millennio ha oscillato tra due estremi, che non vogliamo ripetere.

Quali estremi?

Il primo è il centralismo dispotico. Questo era l'estremo dell'Impero Romano pagano, che Carlo Magno ha stupidamente cercato di far rivivere e per fortuna non c'è riuscito, ma che è stato effettivamente ripreso dopo il 1050, causando lo scisma dell'Europa occidentale dalla Chiesa, durato fino all'esplosione nazionalista anti-latina della riforma germanica. Dopo di che, il centralismo dispotico è stato nuovamente tentato da guerrafondai come Napoleone, il Kaiser e Hitler, e poi dal Quarto Reich dell'Unione Europea – e sappiamo tutti com'è andata a finire.

Ogni volta che c'è stata una reazione a questo dispotismo, ovvero il nazionalismo, questa reazione ha portato a terribili guerre fratricide in Europa, come le cosiddette "guerre di religione" nel XVI secolo, così come il centralismo ha creato le guerre mondiali. Non vogliamo questi due estremi, dobbiamo seguire il giusto mezzo dell'unità nella diversità, che è quello che abbiamo nell'Ortodossia di Iona e in generale nella metropolia ortodossa russa in Europa. L'Europa deve essere una confederazione di nazioni, non un'Unione, una serie di Stati Uniti d'Europa, ma non una serie di stati bellicosi e nazionalisti.

Allo stesso modo, l'Impero della Rus', come viene ora chiamato, ha superato con successo il nazionalismo provinciale ucraino di una generazione fa e ha riunito territori enormi, un sesto del mondo. Tuttavia, lo ha fatto solo rifiutando il vecchio centralismo dell'Unione Sovietica, che aveva fatto tanto danno alla sua credibilità. Una volta che lo ha fatto, ancora una volta, sulla base dell'unità nella diversità, tutta l'Europa orientale si è unita ad esso in una confederazione economica libera e reciprocamente vantaggiosa, gettando via le catene della vecchia Unione Europea, che in realtà era solo una ripetizione dell'Unione Sovietica.

Eliminerete la parola 'russa' dal nome della Metropolia ortodossa russa in Europa? La maggior parte dei vostri fedeli non è russa o non parla il russo.

Nei cattivi vecchi tempi del nazionalismo occidentale, per esempio in Nord America nella guerra fredda, detestavano la parola 'russa' e l'hanno eliminata. Ora siamo più illuminati e capiamo tutti che 'russa' non significa nazionalismo, significa un'Ortodossia senza compromessi, non secolarizzata. Noi esistiamo perché siamo stati aiutati a esistere da parte della Chiesa ortodossa russa, l'unica Chiesa ortodossa multinazionale, imperiale. Penso che dovremmo mantenere il temine. Vi ricordate la vecchia Chiesa cattolica romana, come era solita essere chiamata? Beh, in essa c'erano pochissimi romani!

Perché la metropolia dell'Europa occidentale ha avuto così tanto successo?

Senza dubbio a causa dei sacrifici fatti per sostenerla fin dal ventesimo secolo. La Chiesa è costruita su sangue, sudore e lacrime. Dobbiamo ricordare con gratitudine le preghiere e il lavoro di coloro che ci hanno preceduti. Per esempio, mi ricordo che decenni fa, la gente voleva più inglese nelle funzioni. Quindi, un vescovo ha detto, va bene, fate le funzioni in inglese. Che è successo? Le persone che chiedevano a gran voce più inglese non riuscivano nemmeno a mettere insieme un coro decente per cantare solo la Liturgia! Alcuni di loro dicevano che il canto era così brutto che preferivano una Liturgia cantata correttamente in una lingua straniera. In altre parole, bisogna fare sacrifici per ottenere qualcosa. Dobbiamo molto a chi ha cantato correttamente in inglese, mostrando agli altri che la Liturgia in inglese può essere tanto bella quanto quella in slavonico. Le azioni parlano più forte delle parole.

Sì, sono stati fatti errori in passato, ma abbiamo imparato da questi errori. Prendiamo per esempio le nostre traduzioni in inglese che risalgono a quelle fatte agli inizi del XX secolo, circa 150 anni fa, fatte negli USA con la benedizione del santo patriarca Tikhon dall'episcopaliana Isabel Hapgood e da Orlov in Inghilterra. Quelle sono state le fondamenta. Sì, quelle traduzioni sono state migliorate e sul percorso abbiamo visto traduzioni arcaiche in stile latineggiante, vittoriano, simili a quelle di Hapgood o anche con ortografia del XVI secolo, ne abbiamo viste altre fatte in un inglese da strada, così come in un inglese accademico stridente, senz'anima, ne abbiamo viste di tutti i tipi, ma oggi abbiamo traduzioni definitive, che evitano tutti quegli estremi. È facile criticare, ma il fatto è che senza questi sforzi instancabili del passato, per sbagliati che fossero, non saremmo dove siamo ora.

Ringraziamo prima di tutto i nostri recenti padri e madri, fratelli e sorelle in Cristo che ci hanno preceduto, che hanno costruito la nostra Chiesa, le nostre parrocchie e le nostre anime. La nostra metropolia, in effetti, la Chiesa della Vecchia e della Nuova Europa, non esisterebbe senza di loro. Ma ringraziamo anche i santi del primo millennio. Attraverso la loro venerazione, abbiamo guadagnato le loro preghiere e per le loro preghiere noi siamo qui oggi. Noi siamo costruiti non su anime morte, ma su anime spiritualmente vive, sia del passato lontano sia del passato recente. Sempre su anime spiritualmente vive: ricordatelo.

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