Rubrica

 

Informazioni sulla chiesa in altre lingue

Mirrors.php?cat_id=32&id=205  Mirrors.php?cat_id=32&id=602  Mirrors.php?cat_id=32&id=646  Mirrors.php?cat_id=32&id=647  Mirrors.php?cat_id=32&id=4898 
Mirrors.php?cat_id=32&id=2779  Mirrors.php?cat_id=32&id=204  Mirrors.php?cat_id=32&id=206  Mirrors.php?cat_id=32&id=207  Mirrors.php?cat_id=32&id=208 
Mirrors.php?cat_id=32&id=3944  Mirrors.php?cat_id=32&id=7999  Mirrors.php?cat_id=32&id=8801  Mirrors.php?cat_id=32&id=9731  Mirrors.php?cat_id=32&id=9782 
Mirrors.php?cat_id=32&id=11631         
 

Calendario ortodosso

   

Scuola domenicale della parrocchia

   

Ricerca

 

In evidenza

04/10/2023  Scoperte, innovazioni e invenzioni russe  
14/03/2020  I consigli di un monaco per chi è bloccato in casa  
11/11/2018  Cronologia della crisi ucraina (aggiornamento: 3 febbraio 2021)  
30/01/2016  I vescovi ortodossi con giurisdizione sull'Italia (aggiornamento: 21 dicembre 2022)  
02/07/2015  Come imparare a distinguere le icone eterodosse  
19/04/2015  Viaggio tra le iconostasi ortodosse in Italia  
17/03/2013  UNA GUIDA ALL'USO DEL SITO (aggiornamento: aprile 2015)  
21/02/2013  Funerali e commemorazioni dei defunti  
10/11/2012  I padrini di battesimo e il loro ruolo nella vita del figlioccio  
31/08/2012  I nostri iconografi: Iurie Braşoveanu  
31/08/2012  I nostri iconografi: Ovidiu Boc  
07/06/2012  I nomi di battesimo nella Chiesa ortodossa  
01/06/2012  Indicazioni per una Veglia di Tutta la Notte  
31/05/2012  La Veglia di Tutta la Notte  
28/05/2012  La preparazione al Matrimonio nella Chiesa ortodossa  
08/05/2012  La Divina Liturgia con note di servizio  
29/04/2012  La preparazione al Battesimo nella Chiesa ortodossa  
11/04/2012  CHIESE ORTODOSSE E ORIENTALI A TORINO  
 



Inizio  >  Documenti  >  Sezione 8
  Le conseguenze della Chiesa Una – il non-ecumenismo

di padre Stephen Freeman

Pravoslavie.ru, 3 ottobre 2015

Clicca per SCARICARE il documento come PDF file  
Condividi:

Quando medito su una questione teologica, mi impegno spesso in esperimenti di pensiero. I Padri potrebbero chiamarla una forma di theoria, ma io non pretendo questo termine per i miei pensieri. Quel che faccio è di fare uno sforzo concertato per lasciar andare i presupposti non esaminati. Guardo un diverso insieme di presupposti e mi chiedo: "E se fosse vero?" Il risultato molte volte è un vicolo cieco. Ma la conoscenza dei vicoli ciechi può essere a volte tanto utile quanto le altre informazioni. Tuttavia, a volte, il risultato è una visione reale, o anche una realizzazione che i presupposti che hanno gravato un problema sono, di fatto, falsi e inutili. Riconsiderare la modernità richiede molti di questi esperimenti. La modernità infatti non è un periodo di tempo (anche se finge di esserlo). È una serie di ipotesi sul mondo, sugli esseri umani, sulla storia, su quasi tutto. E in quasi ogni caso, è sbagliata. È un attacco contro gli insegnamenti fondamentali del cristianesimo classico. Ho scritto in precedenza che non ci può davvero essere una cosa come un "cristianesimo moderno". E tanto contraddittorio quanto un cristianesimo buddista o un cristianesimo indù. La modernità è la religione di se stessa.

Recentemente, ho richiamato l'attenzione alla questione della Chiesa nella modernità. Infatti il mondo moderno ha completamente ripensato alla questione della Chiesa cristiana, e lo stato odierno delle cose ne è il risultato. In particolare, i cristiani moderni hanno in gran parte perso la capacità di pensare alla Chiesa come "Una", se non per una vaga, nebulosa unità astratta. Questo è in assoluto contrasto con l'unità molto concreta dei primi Padri che annunciavano la Chiesa come "una, santa, cattolica e apostolica".

Quindi, facciamo un esperimento mentale.

Immaginate di essere nel IV secolo. C'è una sola Chiesa e quella Chiesa è una. È unita nella fede, nell'insegnamento, nelle pratiche, nella comunione, ecc. Non è perfetta (non è mai esistita una cosa del genere), ma è una. Se qualcosa o qualcuno sfida quell'unione nella fede, nell'insegnamento, nelle pratiche, nella comunione, ecc, sono essi stessi esclusi dalla comunione. Questo succede non solo ai grandi Concili ecumenici, ma è privilegio di ogni vescovo e di ogni sinodo di vescovi. I grandi Concili sono necessari solo perché la Chiesa è una.

Tuttavia, cominciate a pensare. Considerate il verso, "la Chiesa è la pienezza di colui che è il compimento di tutto in tutti" (Ef. 1,23), e che cosa significa. In questa esperienza del IV secolo, potete non solo riflettere su questo significato in astratto, ma vi potete includere lo stesso calice da cui bevete, e tutto quello che conoscete tangibilmente come Chiesa. Le "cose" della Chiesa non sono più intercambiabili con altre cose. Tutto ciò che riguarda la vita della Chiesa porta con sé questa stessa pienezza. Mangiate la pienezza e respirate la pienezza. Quando pensate alla Chiesa la vostra coscienza non è turbata e il vostro senso di appartenenza è incrollabile.

Continuiamo con l'esperimento. Considerate la parola unione e le sue affini: comunione, partecipazione (in greco questo ha un senso), ecc. Quest'unione significa condivisione e partecipazione, ma porta anche il significato dell'essere uno. Quando pensate all'unione con Dio (e questo è il significato di ogni atto sacramentale della Chiesa), pensate e capite anche l'unione con la Chiesa. Il Dio Uno si fa conoscere nella Chiesa Una.

E ora torniamo al presente.

La pluralità delle Chiese (sic) rende impossibile alla maggior parte della gente di pensare il concetto di Chiesa una in un senso diverso da quello astratto. "Noi siamo un solo corpo," non può essere detto o pensato senza un senso di ironia. E così la stessa parola "Uno" comincia a subire cambiamenti. La comunione (l'eucaristia) non è una vera comunione. Essa può essere pensata come una sorta di speciale relazione o esperienza di Dio, ma se vi pensiamo come a una vera comunione con il suo Corpo, la Chiesa, torna quel senso di ironia e la vera comunione scompare necessariamente.

Molti, naturalmente, insistono fortemente su una sorta di realtà invisibile chiamata "la Chiesa". Ma la Chiesa è costituita esclusivamente da persone, nessuna delle quali è in alcun modo astratta. Non potete essere in comunione con quelli che non vi considerano in comunione con loro, o altrimenti la comunione diventa una forma di stupro spirituale. "Noi siamo Uno" diventa una minaccia o un'asserzione coercitiva. Certo, è facile essere in comunione con persone invisibili, immaginarie. Ma qualunque cosa sia, non è la Chiesa.

E così, unione e comunione sono in gran parte esclusi dal vocabolario dei cristiani moderni, che sono spesso offesi dal rifiuto della "ospitalità" eucaristica. Visitare una chiesa ortodossa durante l'Eucaristia significa anche sentirsi dire che non si è in comunione e che qualcosa si frappone tra voi e la comunione con la Chiesa. La gentilezza della maggior parte dei gruppi cristiani contemporanei crea una falsa comunione, la partecipazione a qualche versione minimalista della fede, segnata da asterischi, avvertimenti, e... ironia.

Vi è pure un aspetto cosmico in tutto questo, e conseguenze per il nostro modo di pensare su molte cose di grande importanza. La Chiesa una è anche la primizia della creazione una. È l'opera di Dio che "raduna tutte le cose in uno" (Ef. 1,10). Lo stesso lavoro di unione che è il "mistero nascosto da secoli" è oscurato nelle astrazioni verbali di un'unità ironica modernizzata.

Quello che dobbiamo fermarci e vedere è che le chiese del mondo moderno sono state derubate della loro eredità divina. I cristiani nel mondo contemporaneo sono semplicemente sopraffatti dalle divisioni e dalle diversità dei gruppi ecclesiali. È del tutto comprensibile che appaiano teorie alternative che cercano di dare un senso alle cose. Prima fra queste è il concetto di Chiesa "invisibile". Questa idea, nelle sue varie forme, non fa che guardare il caos attuale e dice che la verità è un'altra cosa, oscurata dal peccato umano. "Noi siamo uno!" diventa un'affermazione che nega le nostre molteplici divisioni. Ma a negarle, le relativizza anche, e rende le realtà concrete della nostra esistenza ecclesiale cose di poco conto – perché, dopo tutto, se siamo davvero uno, allora cosa significano o cosa importano veramente tutte queste divisioni?

Più sottile di questo, è l'effetto che questa astrazione fa al significato di unità e di unione. La nostra cultura ha ora avuto quasi due secoli in cui l'unità dei cristiani è stata trattata come una nozione astratta, manifesta, tutt'al più, come amicizia. E questo ha avuto un effetto concomitante sul significato di unione e di unità altrove. Il fatto che la nostra cultura può descrivere una relazione tra persone dello stesso sesso come una "unione" né è un esempio particolarmente egregio. Una tale unione non può infatti avere una vera espressione concreta. Ma la nostra cultura, guidata da una falsa ideologia di unità, non può capire perché un tale rapporto non è un'unione. "Si amano l'un l'altro," ci viene detto. Il sentimento affossa la realtà.

Io mostro questo esempio, in parte, per dimostrare quanto può essere devastante la malformazione delle parole e del significato. L'unione non è qualcosa che si ottiene generalizzando sempre di più – viene con una sempre maggiore particolarità e specificità. Incontrando Cristo, alla fine non ci viene chiesto di fare qualcosa di genrico. Ci viene chiesto di fare qualcosa di molto specifico, con tutto il nostro cuore e la nostra anima: di morire. E noi non moriamo "in generale." L'amore o è molto specifico e concreto o non è proprio niente.

E così, arrivo al punto. Ho scritto con dolore del senso di unione e della "Chiesa Una", ma non per discutere sullo stato delle varie Chiese cristiane. Non ho alcuna accusa né calunnia da fare. Piuttosto,vorrei far ritornare il significato di "Chiesa Una" al proprio posto, con tutto il relativo dolore e scandalo. L'unica Chiesa si trova in ultima analisi nell'unico Calice, e là, solo attraverso il vero pentimento e l'accettazione della pienezza della fede. E se non siamo a quel punto, allora bisogna almeno dirlo, e gridare a Dio. Egli dà grazia agli umili e resiste ai superbi. È al di là dell'arroganza dire che siamo uno quando non lo siamo. Non ci può essere la comunione in una bugia, oppure può esservi solo una comunione di morte.

Cristo ha pregato che "tutti siano uno", così come egli e il Padre sono uno. Non può essere una nozione vaga, effimera. Deve essere reale, vera, concreta e senza ironia. Ma Cristo non ha pregato "perché tutti siano una sola cosa un giorno ..." La sua preghiera non era espressione di una realtà sperata. È la sua grande preghiera eucaristica in cui la Chiesa diventa una. E quello che egli chiede, il Padre lo accorda. Così come è certo che noi preghiamo che lo Spirito Santo "faccia di questo pane il prezioso Corpo del Signore, e Dio, e Salvatore Gesù Cristo", e così avviene – così la Chiesa è diventata una in quella preghiera eucaristica di Cristo stesso.

È una preghiera che avrà davvero un compimento escatologico: "Tutte le cose saranno riunite in uno..." Ma in Cristo, l'eschaton è già venuto. Noi possiamo mangiare e bere di quell'Uno e diventare la vita dell'Uno compiuto in questo mondo. Ma non sarà vero se scegliamo di distorcere il significato stesso della parola.

Non ignorate il dolore.

Condividi:
Inizio  >  Documenti  >  Sezione 8