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  Il libro preferito dei neo-pentecostali

del diacono Pavel Serzhantov

pravoslavie.ru, 21 luglio 2015

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Il libro è piccolo: solo tre capitoli dell'Antico Testamento. Dal punto di vista dei neo-pentecostali, il libro di Gioele conferma il loro stile di vita.

Il santo profeta Gioele

il santo profeta Gioele

Il più delle volte dal libro di Gioele è citato il versetto sullo Spirito di Dio: Io effonderò il mio spirito sopra ogni carne; i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni: e anche sugli schiavi e sulle schiave, in quei giorni io effonderò il mio spirito. (Gioele 2:28-29). L'apostolo Pietro ha ricordato queste parole nel giorno glorioso della Pentecoste, quando discese lo Spirito Santo e gli apostoli cominciarono a parlare in molte lingue diverse. Gli apostoli predicarono alle persone che erano venute da diversi paesi a Gerusalemme per la festa.

Cento anni fa, i pentecostali hanno parlato in molte "lingue straniere", [1] e dopo mezzo secolo sono venuti i neo-pentecostali. [2] Parlando in tal modo, credevano che lo Spirito Santo fosse sceso su di loro. In principio, i pentecostali cercarono pure di predicare in "lingue straniere" nel corso di viaggi missionari lontani. Gli sfortunati missionari rimanevano sconcertati quando scoprivano che questi popoli stranieri non capivano una parola di quello che stavano dicendo. Poi hanno deciso che questo dono dall'alto era stato dato loro, non per predicare alla gente, ma per pregare Dio: era Dio che aveva affidato loro queste "lingue straniere", e ne conseguiva che egli stesso li capiva. I pentecostali erano più o meno soddisfatti di questa spiegazione.

Invece, gli apostoli avevano il dono di parlare in lingue – a persone straniere. E il giorno di Pentecoste le persone che erano venute da lontano riconoscevano con stupore le lingue dei loro paesi. Avevano capito a poco a poco che stava avvenendo un miracolo: da uomini non istruiti, gli apostoli, attraverso un dono dall'alto, divennero "poliglotti", "traduttori", predicatori e profeti.

Ai nostri giorni ci sono molti neo-pentecostali che con assoluta immodestia si definiscono profeti. Alcuni di loro prendono allegramente il libro di Gioele e leggono i versi che parlano della benedizione di Dio, che moltiplica la vendemmia nei vigneti, le pecore e bovini nei pascoli, e protegge dai popoli vicini aggressivi. I "profeti" neo-pentecostali amano questi versetti del Libro di Gioele con tutto il cuore. Predicano una teologia della prosperità: Dio buono e onnipotente benedice i suoi prescelti con tutti i beni materiali. Questo è un modo di interpretare le Sacre Scritture che è interamente nello spirito di una società dei consumi.

* * *

Affresco del santo profeta Gioele nel monastero di Gracanica, Kosovo, Serbia, c. 1321

Ma di cosa ha scritto davvero il santo profeta Gioele?

Prima di tutto, dei disastri che hanno colpito il popolo di Dio: Poiché è venuta contro il mio paese una nazione potente, senza numero, che ha denti di leone, mascelle di leonessa. Ha fatto delle mie viti una desolazione e tronconi delle piante di fico; li ha tutti scortecciati e abbandonati, i loro rami appaiono bianchi. Piangi, come una vergine che si è cinta di sacco per il fidanzato della sua giovinezza. Sono scomparse offerta e libazione dalla casa del Signore; fanno lutto i sacerdoti, ministri del Signore. (Gioele 1: 6-9). Non è forse scomparso il cibo davanti ai nostri occhi e la letizia e la gioia dalla casa del nostro Dio? (Gioele 1:16). Or dunque - parola del Signore - ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore vostro Dio, perchè egli è misericordioso e benigno, tardo all'ira e ricco di benevolenza e si impietosisce riguardo alla sventura. (Gioele 2: 12-13).

È facile strapparsi le vesti. È molto più difficile, molto più tortuoso umiliare un cuore che è indurito nel peccato. È indossare indumenti astemi e funerei. Ma come si può rendere il proprio cuore astemio e pentito? Dobbiamo arrivare in qualche modo al cuore. Dopo tutto, le nostre più corrette azioni esterne senza sforzo interiore non ci aiutano a ritornare a Dio.

Chi si rivolge a Dio riceve da lui il perdono dei peccati, la gioia spirituale, e un forte sostegno. Per loro, per i veramente pentiti, il Signore dice per mezzo del profeta: Dopo questo, io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie... Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato... in Gerusalemme vi sarà la salvezza, come ha detto il Signore, anche per i superstiti che il Signore avrà chiamati (in greco: che il Signore avrà evangelizzato – evangelizomini), (Gioele 2:28, 32 [3]).

E così è successo. È venuto san Giovanni Battista, un rigoroso digiunatore, e ha invitato tutto il popolo al pentimento. Non tutti, di gran lunga, hanno risposto. Tuttavia, molti hanno udito la sua voce profetica e hanno umiliato i loro cuori. Il Battista ha diretto le persone al Signore Gesù Cristo. Alcuni si sono legati a Cristo, e sono divenuti suoi discepoli. Sono stati tormentati a vedere il Cristo sofferente, si sono affranti per la sua morte, e si sono rallegrati con tutto il loro cuore alla sua risurrezione. Sono stati loro, i discepoli più vicini, a ricevere lo Spirito Santo e a predicare il Vangelo a Gerusalemme in lingue straniere. La gente li ha capiti, ha invocato il nome del Signore nel pentimento, e ha trovato la salvezza... ma ha vissuto in modo diverso. Sapevano come vivere sia nella ristrettezza sia nell'abbondanza; e hanno dato grazie a Dio per ogni cosa.

Sì, gli apostoli avevano il dono delle lingue straniere. Che cos'è questo dono? È semplicemente la capacità di parlare in una lingua straniera senza aver prima studiato questa lingua. Gli apostoli predicavano in lingue straniere così come facevano nella loro lingua madre, del tutto composti e in controllo di se stessi, senza una serie di espressioni estatiche. Il dono delle lingue per i (neo) pentecostali è per qualche motivo pieno di estasi. Anche il loro pentimento è praticato con particolare estasi. In un primo momento la persona esaltata si pente dei peccati commessi nella sua vita passata, e poi riceve il dono estatico della profezia. Poi al raduno neo-pentecostale arriva il momento in cui si rimuove la tensione emotiva dell'estasi con una musica dolce, rilassante. Dopo essersi "cullati" nella musica passano al sermone. Il pastore inizia il suo travolgente sermone con una voce rafforzata. Alla fine del sermone grida i versetti del libro di Gioele e, rallentando con grande enfasi, scandendo fortemente ogni parola, pronuncia, "Oggi... il nostro fratello... è stato battezzato... nello Spirito Santo..." Improvvisamente l'intera congregazione scoppia: "Alleluia !!!" Poi i fedeli riuniti ritornano alle loro case sorridendo dolcemente: "Una grande funzione religiosa ha avuto luogo tra noi oggi. Eccola – la potente unzione dello Spirito Santo ".

Potete condurre anche voi riunioni simili, potete anche passare il resto della vostra vita seguendo questo schema: una fase di eccitazione estatica, una fase di rallentamento, una fase di mobilitazione, quindi una di sollievo. Potete fare tutto questo. Solo, che ha a che fare tutto questo con il libro di Gioele? San Gioele non stava in alcun modo profetizzando su queste estasi. Non c'è mai stato un deficit di estasi – in tutti i popoli e in tutte le epoche.

Note

[1] Nel 1901, nella congregazione del pastore Charles Parhem, i fedeli cominciarono a parlare in "lingue straniere", e questo parlare estatico è stato trasmesso a molte altre persone. Così ha avuto inizio il movimento pentecostale.

[2] Nel 1960, il pastore episcopaliano Dennis Bennett a Van Nuys, in California, ha reso partecipi della sua esperienza pentecostale i suoi parrocchiani, e l'attenzione sollevata da questo evento ha iniziato un nuovo movimento pentecostale conosciuto anche come movimento carismatico. Questo parlare estatico in lingue è ora praticato in molte denominazioni.

[3] In ebraico: vekireu levavekhem.

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