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  George Demacopoulos e il "fondamentalismo ortodosso"

dal blog di padre John Whiteford

2 febbraio 2015

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Il dottor George Demacopoulos della Fordham University ha recentemente pubblicato un articolo intitolato "Il fondamentalismo ortodosso", sul sito web dell'arcidiocesi greca d'America. L'articolo presenta un certo numero di problemi, che ritengo necessario rilevare.

Per cominciare, in realtà non spiega cosa intende con il termine "fondamentalista". Il termine, quando era stato originariamente coniato, si riferiva ai protestanti conservatori che, in risposta alle tendenze moderniste, soprattutto tra le denominazioni protestanti maggioritarie, avevano postulato cinque punti di fede fondamentali (si potrebbe anche dire "minimali") a cui i cristiani dovevano aderire:

1. L'ispirazione e l'infallibilità della Scrittura;

2. La divinità di Gesù Cristo;

3. La nascita verginale di Cristo;

4. L'opera sostitutiva, espiatoria di Cristo sulla croce;

5. La risurrezione fisica e il ritorno personale di Cristo sulla terra.

Il termine "fondamentalista" fu poi (per la prima volta nel 1979, nel periodo della crisi degli ostaggi in Iran) applicato ai musulmani radicali, e poi a quasi ogni espressione conservatrice di ogni religione. Non credo che questo ampliamento del significato del termine sia stato una mossa accidentale. Fu un tentativo di associare i cristiani conservatori, come Jerry Falwell e il suo gruppo "The Moral Majority", a personaggi del calibro di Khomeini e Osama bin Laden, e questo fu fatto a fini di politica interna. Il termine quindi ha davvero cessato di avere molto senso, a parte coloro che desiderano utilizzare "fondamentalista" come sinonimo di "stupido", e questo sembra essere il livello primario di significato con cui il dottor Demacopoulos usa il termine.

Il dottor Demacopoulos fa un collegamento deficitario con il significato originario del termine, quando dice: "Come altri movimenti fondamentalisti, il fondamentalismo ortodosso riduce tutto l'insegnamento teologico a un sottoinsieme di assiomi teologici e poi misura la dignità degli altri secondo tali assiomi". L'unico problema con questa affermazione è che egli non fornisce alcun esempio, e la dichiarazione, semplicemente, non è vera. Se prendiamo, per esempio, i vecchi calendaristi greci, che sarebbero tra i candidati più probabili che possono rientrare nella categoria di cui il dottor Demacopoulos sta parlando di, si potrebbe dire che la questione del calendario viene utilizzata da loro come una di cartina di tornasole, ma non è certo vero che essi sostengano che si deve essere solo di vecchio calendario per soddisfare la loro definizione di fedeltà all'Ortodossia. In realtà, la colpa dei vecchi calendaristi greci non è che essi hanno una comprensione minimalista dell'Ortodossia, ma che sono massimalisti e insistono troppo su alcune questioni che non dovrebbero essere tanto importanti da essere disposti a rompere la comunione. Anche tra gli stessi vecchi calendaristi ci sono ulteriori divisioni su molte questioni. Quindi, in realtà, la loro tendenza è esattamente l'opposto di quella dei fondamentalisti protestanti, che in realtà si focalizzavano sul minimo a cui si doveva credere. E sono di fatto i modernisti ortodossi che in genere cercano di ridurre i punti "essenziali" della fede ortodossa al minimo comune denominatore, e quindi sono loro molto più vicini a essere fondamentalisti, nel senso originale del termine.

Il dottor Demacopoulos poi afferma: "Il principale errore intellettuale del fondamentalismo ortodosso sta nel presupposto che i Padri della Chiesa hanno concordato su tutte le questioni teologiche ed etiche". Questa pigra caricatura, uno specchietto per le allodole, non è quello che ci si aspetterebbe da un rispettato professore universitario di teologia. Se questo è il principale errore intellettuale, vorrei trovare un esempio di una persona che in realtà si adatta a questa descrizione. Dubito che anche il più svitato vecchio calendarista che possiamo trovare, sosterrebbe che "i Padri della Chiesa hanno concordato su tutte le questioni teologiche ed etiche".

Ci viene quindi detto che "In genere, questo si manifesta nelle accuse che individui, istituzioni, o interi rami della Chiesa ortodossa non riescono a soddisfare lo standard auto-prescritto d'insegnamento ortodosso". Sarei curioso di sapere perché non dovremmo considerare san Marco di Efeso un "ortodosso fondamentalista", perché ha rotto la comunione con coloro che non sono riusciti a soddisfare ciò che san Marco considerava lo standard d'insegnamento ortodosso. Probabilmente, la risposta che otterremmo è che san Marco non era un troglodita intellettuale, ma nondimeno, ci sono ovviamente limiti che si possono travalicare e che giustificano una tale azione, e quindi il problema non è se qualcuno è un fondamentalista perché crede che esistano tali confini, ma piuttosto le questioni specifiche in gioco... che questo articolo non ci fornisce.

L'autore passa poi a fornire esempi che rompono gli specchietti per le allodole da lui creati:

"Infatti, una lettura attenta della storia e della teologia cristiana chiarisce che alcuni dei santi più influenti della Chiesa non furono d'accordo tra loro, a volte piuttosto amaramente. San Pietro e san Paolo erano in disaccordo sulla circoncisione. San Basilio e san Gregorio il Teologo si scontrarono sul modo migliore per riconoscere la divinità dello Spirito Santo. E san Giovanni Damasceno, che viveva in un monastero nel califfato islamico, abbandonò la tradizione innografica che lo aveva preceduto, al fine di svilupparne una nuova che parlava alle esigenze della sua comunità".

Anche in questo caso, troviamo esagerazioni negligenti. Dove troviamo san Pietro e san Paolo in disaccordo sulla circoncisione? Li troviamo molto chiaramente in accordo su tale questione in Atti 15. Molto probabilmente, l'autore ha in mente Galati al capitolo 2, ma il disaccordo non era sulla circoncisione... era sull'ipocrisia di san Pietro circa quelli "della circoncisione" – non vi è alcuna indicazione che avessero un disaccordo sostanziale sulla questione. Avevano un disaccordo sul comportamento sull'incoerenza di san Pietro e, e san Paul lo chiamò a confronto su questo, a viso aperto e in presenza di tutti (Galati 2:11,14). Non vi è inoltre alcuna indicazione nel testo, né nella Tradizione della Chiesa che tratti di una questione di continuo disaccordo o divisione tra questi due santi. Questo era piuttosto un esempio che anche un grande santo poteva cadere in un errore temporaneo.

È anche chiaramente eccessivo affermare che San Giovanni di Damasco "abbandonò la tradizione innografica che lo aveva preceduto". Qual era la tradizione innografica che lo aveva preceduto? Il modo con cui le parti più antiche dei servizi hanno generalmente finito per essere messe da parte, non è stato in genere la loro sostituzione con nuovi inni, ma piuttosto la loro integrazione con nuovi inni, e poi col passare del tempo, alcuni dei testi più antichi sono stati generalmente omessi. Se si prende l'introduzione dei testi che usiamo oggi per i canoni del Mattutino, questi inni erano originariamente cantati con le Odi bibliche, che erano i testi più antichi che avevano preceduto la composizione di tali inni. Solo col passare del tempo si è sviluppata la pratica generale di omettere le odi, mantenendo i tropari che erano stati composti per cantarli assieme alle odi (anche se la pratica più antica è ancora seguita in qualche misura nei giorni feriali della Quaresima). Quindi, suggerire che san Giovanni abbia buttato fuori tutto ciò che lo aveva preceduto è semplicemente contrario ai fatti.

Inoltre, vi è una minuscola differenza tra un uomo santo, come san Giovanni Damasceno, che introduce qualche nuova pratica liturgica, e un comitato di "teologi" fumatori di sigari che fa altrettanto. Per esempio, la pratica greca di dire "Con timor di Dio, con fede e amore, avvicinatevi", è chiaramente un cambiamento dalla forma originale di "Con timor di Dio e con fede, avvicinatevi". Ma era un cambiamento, credo, introdotto dai padri Kollyvades. Mi è stato detto da qualcuno che è una buona fonte in materia che anche san Giovanni di Shanghai seguiva questa pratica. Sono propenso a inchinarmi alla saggezza di questi santi, ma penso che sia giusto essere scettici verso modifiche introdotte da qualcuno che può essere molto intelligente, ma che non è allo stesso livello di questi santi.

Troviamo ancora un'altra iperbole quando il dottor Demacopoulos afferma: "È importante capire che i fondamentalisti ortodossi rafforzano la loro lettura riduzionista dei Padri della Chiesa con falsità supplementari. Una delle più frequentemente sostenute è l'affermazione che la comunità monastica è sempre stata il custode dell'insegnamento ortodosso. Un'altra insiste sul fatto che i Padri erano anti-intellettuali. E una terza chiede che l'adesione agli insegnamenti dei Padri necessita che si resista a tutto ciò che è occidentale".

Se è vero che le comunità monastiche sono state generalmente baluardi dell'Ortodossia, non so di nessuno che abbia detto che è stato sempre e invariabilmente così. Dubito che si possa fare un singolo esempio di qualcuno che sostenga seriamente che i Padri erano anti-intellettuali. E il più vicino esempio di uno che sostiene che gli insegnamenti dei Padri rendono necessario "resistere a tutto ciò che è occidentale" sarebbe padre John Romanides, con i suoi ammiratori... ma nemmeno loro farebbero una dichiarazione tanto radicale come quella espressa qui, e non credo che padre John Romanides fosse un anti-intellettuale.

E quando il dottor Demacopoulos fa l'affermazione che "riproponendo la tradizione come arma politica, l'ideologo inganna coloro che non sono inclini a mettere in discussione la credibilità dei loro capi religiosi", sarebbe utile se volesse fornire alcuni esempi e citare alcuni nomi in modo che avessimo qualche idea a chi e che cosa si riferisce.

Inoltre, io non sono così sicuro che "Il significato dei Padri risiede nel loro serio e straziante tentativo di cercare Dio e di condividerlo con il mondo." Se così fosse, io non sono sicuro di come sarebbero diversi da Lao Tzu, Gautama Buddha, Socrate o Muhammad. Il loro significato risiede nel modo in cui hanno spiegato, articolato, tramandato e sinceramente sostenuto "la fede una volta trasmessa ai santi" (Giuda 1:3). Non erano solo uomini intelligenti e seri, ma uomini santi che avevano ricevuto la fede degli Apostoli, e l'avevano passata senza alterazione – e in tal modo, di fronte a nuove sfide a quella fede, avevano arricchito la Chiesa con le loro parole, le loro vite fedeli e il loro esempio. Comprendiamo meglio la Fede grazie a loro, ma ora non abbiamo una nuova fede o una fede diversa.

L'autore conclude con questo invito all'azione: "È tempo per i vescovi ortodossi e i leader dei laici di proclamare ampiamente che l'accattivante rilevanza dei Padri della Chiesa non sta nella pedissequa adesione a una serie di proposizioni fossili utilizzate per auto-promozione". Ma io non vedo come i vescovi ortodossi e i leader dei laici siano in grado di rispondere alla sua chiamata, anche se sono inclini a farlo, perché il dottor Demacopoulos non ci dà alcuna indicazione esatta di chi o di che cosa sta parlando.

Se si potesse indicare qualcuno che sia onestamente descritto dalle indicazioni di quest'articolo, riterrei certamente che una tale persona sia degna di critica. Ma parliamo di persone specifiche, piuttosto che lanciare accuse senza senso che vorrebbero farci credere che ci sia un vero accordo filosofico tra il conservatore evangelico medio, qualche gruppo imprecisato di cristiani ortodossi, e i terroristi jihadisti che decapitano e lapidano coloro che non sono d'accordo con loro.

Aggionamento: Qualcuno mi ha riferito che il dottor Demacopoulos apparentemente riferiva al convegno (dal titolo "Teologia patristica ed eresia post-patristica") tenutosi al Pireo, in Grecia, il 15 febbraio 2012, che era almeno in gran parte una risposta alla conferenza a Volos da lui menzionata. Tra i relatori erano il protopresbitero George Metallinos, professore emerito dell'Università di Atene, e il metropolita Ieroteo (Vlachos). Sono davvero questi i "fondamentalisti ortodossi" che sostengono che i Padri erano anti-intellettuali, e che concordavano su tutti i punti della teologia e dell'etica? Potete leggere i loro documenti, tra l'altro, in formato pdf, cliccando qui e qui.

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