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  Sola Scriptura contro santa Tradizione: c'è una differenza?

di Gabe Martini

On Behalf of All, 6 ottobre 2014

pravoslavie.ru, 7 ottobre 2014

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In alcune occasioni ho scritto sulle differenze tra l'approccio protestante e quello ortodosso all'autorità.

Per i protestanti, l'autorità o regola finale è la Bibbia, un principio noto come Sola Scriptura. E mentre alcuni protestanti hanno scritto catechismi e altri materiali di accompagnamento alle Scritture stesse, anche questi materiali sono tenuti sotto controllo da una corretta interpretazione della Bibbia.

Per quanto riguarda tale interpretazione, ho scritto in precedenza:

Anche quando al principio della Sola Scriptura è data una sfumatura per fare spazio a credi, confessioni, e concili, l'arbitro finale è ancora l'interpretazione personale della Bibbia. Mentre qualcuno potrebbe attenersi a un documento come la Confessione di fede di Westminster, se ci sono disaccordi dottrinali, il coerente sostenitore del biblicismo sarà a favore di un'interpretazione personale della Bibbia al di sopra e al contrario di una Confessione documentale. Ciò ha portato ad alcune difficoltà nel corso degli anni per alcune chiese protestanti, ma credo che questa sfumatura sia – in ultima analisi – inutile.

Per esempio, una persona potrebbe confessare un credo che sostiene che Gesù è un coniglietto. Mentre questa convinzione potrebbe teoricamente essere condivisa da molti, chiunque può negarla in quanto contraria alla Bibbia (e ovviamente lo è), rendendo un credo basato su di essa sia errato sia inutile. Non importa davvero quello che i credi o le confessioni dicono, fintanto che la Bibbia è ritenuta l'autorità finale.

A differenza di questo punto di vista, ho spiegato che l'approccio ortodosso all'autorità si basa sulla Sacra Tradizione, la continuazione apostolica di Cristo, che vive e respira attraverso il Corpo di Cristo. Per preservare e tramandare questa tradizione da una generazione all'altra (paradosis – il significato di "tradizione"), la Chiesa vive come sposa immacolata e apostolica di Cristo, "colonna e sostegno della verità" (1 Tim. 3,15). Le porte degli inferi – le porte della morte, dello scisma e della divisione – non possono mai prevalere contro di lei (Mt. 16,18). La cosiddetta "fonte" dell'autorità nella Chiesa ortodossa è Dio stesso, non il clero, le istituzioni, i documenti, o le reliquie, ma la vita stessa di Dio per mezzo del suo Spirito. Questa è la santa Tradizione.

E mentre noi potremmo mostrare la frammentazione della chiesa occidentale dal XVI secolo come prova del frutto marcio della Sola Scriptura, un fedele protestante potrebbe altrettanto facilmente riversare tale giudizio indietro sulla Chiesa ortodossa: Che dire dei vecchi credenti, dei vecchi calendaristi, di armeni, copti ed etiopi? Che dire dei cinque diversi patriarchi di Antiochia, tutti che affermano di essere eredi del trono apostolico di Pietro e Paolo? Che dire dei nestoriani e degli altri non-calcedoniani? E in realtà, che dire dei cattolici (romani e di altro rito), le numerose chiese in comunione con il Vaticano e il papa di Roma? Come si può affermare davvero che l'adesione alla santa Tradizione protegge la Chiesa contro lo scisma meglio dei quella alla Sola Scriptura?

Ma c'è una importante differenza, una distinzione così significativa da sottolineare o addirittura da definire la totalità di questo problema. Questo problema dell'autorità non è epistemologico o teorico, prima di tutto, ma è piuttosto ontologico. È una questione della stessa natura o essenza della Chiesa, e non di un particolare insieme di credenze dottrinali, credi, o confessioni.

La Chiesa è la Chiesa, perché è la Chiesa. Vi sembra un argomento circolare? Beh, certo che lo è, perché non è un argomento, è una questione di vita.

Essere un membro del Corpo di Cristo non è un impegno dottrinale o addirittura una scelta, ma è piuttosto un atto personale – un atto di essere e divenire la vera immagine e somiglianza di Cristo. Si tratta di una partecipazione trasfigurante – se ne facciamo correttamente uso – alla vita deificante e alla grazia del regno di Dio. Le Scritture sono senza dubbio una parte centrale della vita e del'autorità della Chiesa, ma noi, come Chiesa, siamo la scrittura più significativa di tutte (2 Cor 3:2), scritta dallo Spirito di Dio (2 Cor. 3: 3) .

Alla domanda se l'adesione alla santa Tradizione è superiore alla Sola Scriptura, dobbiamo rispondere con forza in senso affermativo. Gli scismi sopra menzionati non sono vere divisioni della Chiesa (1 Giovanni 2:19), ma sono piuttosto la prova che la fedeltà della Chiesa alla Santa Tradizione agisce come dovrebbe.

Uno scopo della Tradizione è quello di manifestare questa continuazione da Cristo e dai suoi apostoli definendo la differenza tra ortodossia ed eterodossia. Quando appare un "membro corrotto" (usando la terminologia di san Vincenzo) del corpo, la Tradizione opera attraverso la vita della Chiesa per svolgere un "intervento chirurgico" sul suo corpo, conservandola santa e immacolata. Quando lo stesso patriarca di Costantinopoli si manifestava come eretico, era condannato e rimosso dal suo incarico dalla corretta vita conciliare del corpo. Quando un intero patriarcato cadeva in errore, la Chiesa agiva con rettitudine e discernimento per rimuovere questo contagio e soppiantare le "cellule infette."

La differenza tra questi atti conciliari e la frammentazione all'interno del protestantesimo è profonda. Nel primo, si tratta di un processo guidato dallo Spirito che impiega decenni, anche secoli per operare, essendo un'azione di tutta la Chiesa canonica e conciliare di Cristo. Nel secondo caso, si tratta di individui (o gruppi di individui) che agiscono in modo indipendente. È democrazia o anarchia, piuttosto che conciliarità.

Le stime sul numero di corpi protestanti nel mondo di oggi sono spesso grossolanamente esagerate, ma la realtà è che a un certo punto e per alcuni fedeli protestanti, anche problemi minori hanno non solo provocato divisioni durature, ma hanno anche impedito le riunificazoni. E tutto senza il beneficio della lunga e stabilita tradizione conciliare, e del processo tradizionale evidenziato nelle pagine del Nuovo Testamento (Atti 15 e il consiglio del I secolo d. C. a Gerusalemme).

Senza conciliarismo, santa Tradizione, e Concili ecumenici, le opzioni rimanenti sono solo o l'individualismo o il papismo.

La conservazione della santa Tradizione e del corpo di Cristo è ontologica, non epistemologica. Si tratta di un atto divino di sinergia che non fallisce mai, nonostante la nostra debole partecipazione umana.

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