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  L'Ortodossia e le vie a Dio

Scienza e fede nella prospettiva cristiana ortodossa e nelle teologie occidentali

dell'arciprete Gregorio Cognetti

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"In principio era il Verbo

e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.

Questi era in principio presso Dio.

Tutto fu fatto per mezzo di Lui, e senza di Lui

assolutamente nulla fu fatto di ciò che è stato fatto.

E il Verbo si fece carne ed abitò tra noi."

Giov. 1: 1.3; 14

1 LA CADUTA

Se osservata superficialmente, l'icona della Natività di Cristo assomiglia ai presepi occidentali. Ma ad un osservatore più attento appaiono delle differenze. Come nel presepio c'è il Bambino, la Santa Vergine, i pastori.., ma: dov'è S. Giuseppe? Non è al centro della scena, con la Vergine e il Bambino, ma piuttosto in un angolo. E l'espressione del Santo non è radiosa, come nelle rappresentazioni occidentali, ma mostra piuttosto una profonda preoccupazione. Vicino a lui c'è un'altra persona, china su di un bastone. La scritta su quest'ultimo dice il pastore, ma questo pastore non ha l'espressione di meraviglia e di adorazione degli altri pastori dell'icona. Appare piuttosto astuto e malvagio. Cosa vuoi dire tutto ciò? La risposta è nei Vangeli apocrifi. In alcuni di essi è scritto che il Demonio prese le sembianze di un pastore per tentare S. Giuseppe con le seguenti parole: Come questo bastone non può produrre foglie e fiori, così un vecchio non può procreare e una vergine non può partorire. S. Giuseppe è profondamente turbato.

Questa icona è di grande attualità. S. Giuseppe simboleggia l'uomo moderno tentato dal pastore che gli dice che non esiste altro che ciò che è naturale; tutto il resto è fantasia1. Siamo sempre a confronto con questa posizione. Il Principe di questo mondo può prendere le sembianze di un pastore, di un annunciatore televisivo, di un giornalista o di uno scrittore. Tutto ciò che ci circonda tende a dimostrarci che l'unica realtà è quella materiale, e che questa è l'unica cosa che in realtà conta. Ma noi conosciamo la risposta di S. Giuseppe. Si trova nell'Inno Acatisto: Sconvolto interiormente da una tempesta di dubbi, il prudente Giuseppe rimase turbato. Ma quando apprese che il tuo concepimento era opera del Santo Spirito, gioiosamente cantò: Alleluia!

Il Cristianesimo occidentale a un. certo punto della sua storia cedette alla tentazione del pastore. Il risultato è stato una diminuzione d'interesse in ciò che è divino nell'uomo, e un incremento d'interesse per ciò che è umano, come le necessità fisiche. In molte chiese Anglicane ho visto in questi giorni un agghiacciante manifesto: la frase "Noi crediamo nella vita prima della morte..." invitava i fedeli ad aiutare il terzo mondo. E' ovvio che aiutare i bisognosi è uno dei doveri basilari del Cristiano, ma comunque è un dovere derivato dal dovere principale, che resta sempre l'amore per Dio. Così, nella moderna antropologia occidentale si può vedere uno sbilanciamento a favore dell'umanità. Poiché l'uomo è immagine di Dio, questo sbilanciamento nasce dalla perdita nella pratica religiosa del perfetto equilibrio tra la Divinità e l'Umanità del Cristo. L'aver cessato di applicare il pensiero dei Padri di Calcedonia ha portato ad una forma di neo-nestorianesimo2 che ora pervade tutto l'Occidente.

Alcuni esempi per mostrare quanto nei fatti è nestoriano l'Occidente. Se avete amici Romano-cattolici o Protestanti, provate a chieder loro se sia più corretto chiamare la Vergine Maria Madre di Dio o Madre di Cristo. Nove persone su dieci vi risponderanno che Ella è la Madre di Cristo perché Dio non ha madre. Questo è nestorianesimo puro, e, non è un caso che due recenti papi, Paolo VI e Giovanni Paolo II, in encicliche sulla Beata Vergine, hanno spesso usato il termine Madre di Cristo3. Proprio la formula così severamente condannata dai Padri ad Efeso.

Questo è il vero problema dell'Occidente e della sua secolarizzazione, perché la frattura tra l'Umanità e la Divinità nel Cristo ci dà un'antropologia totalmente sbagliata. Le origini di questo errore stanno nel Filioque4. Quest'aggiunta al Credo è il frutto di una teologia che genera confusione tra il Padre e il Figlio. Come risultato, se non in teoria, ma senz'altro nella pietà quotidiana, il Cristo risulta spaccato in due: il Logos5, privato dell'umanità, viene risucchiato nei cieli e diventa sempre meno distinguibile dal Padre; l'Uomo, privato della Divinità, rimane sulla terra. Tutto ciò non è altro che nestorianesimo. E il Santo Spirito, invece di essere Colui che vive ed opera nella Chiesa, diventa un oscuro meccanismo nelle relazioni tra il Padre e il Figlio nella Trinità. Difatti oggi in Occidente il Santo Spirito viene ridiscoperto, anche se in modo erroneo. In questa maniera l'unità di Dio viene sovraccentuata, mentre la triade diventa più evanescente: un paio di secoli dopo l'ingresso ufficiale del Filioque nella Chiesa Romana, Tomaso d'Aquino sostituirà il dio di Aristotele, il cosiddetto Motore Immobile, al Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, cioè alla vivifica Triade. E' il trionfo dell'elucubrazione filosofica sopra la rivelazione.

In altri termini, questa teologia fornisce un'idea sbagliata dell'Incarnazione. Come risultato, in Occidente, il termine Dio oggi il più delle volte indica un'entità astratta, più o meno identificata col Padre, mentre il Figlio non è più sentito come il Dio Creatore (Tutto fu fatto per mezzo di Lui, e senza di Lui assolutamente nulla fu fatto di ciò che è stato fatto - Giov. 1: 3), ma solo come un Uomo speciale. Tutta la spiritualità Romano-cattolica fin dal medioevo è basata su ciò. E oggi diversi pensatori anche cristiani ritengono più corretto e moderno riferirsi al personaggio storico Yowshua ben-Yowseph6 anziché al Logos Incarnato, dimenticando o ignorando l'inscindibilità calcedonese dell'Uomo dal Dio.

Così nasce la spiritualità francescana, tutta volta a presentare agli uomini l' uomo Gesù Cristo. Di qua la spiritualità dell'uomo che soffre, il fatto che il Venerdì Santo è sentito più della Pasqua, perché tutto il sentimento è concentrato sull'umanità di Gesù, e non sulla sua divinità. Centinaia di martiri hanno sofferto anche più di Gesù Cristo nel corpo, così che Egli senz'altro non è l'essere umano che abbia provato in assoluto i dolori più terribili. Il vero significato della passione deve essere visto nella kenosis, lo svuotamento della Divinità di Cristo (Filipp. 2:7). Ed è proprio questo svuotamento che ha causato in Gesù Cristo un dolore infinito, un dolore cosmico che incorpora e trascende ogni dolore dell'umanità. In questo senso, e non nel senso dei dolori fisici di Yowshua ben-Yowseph, il Logos di Dio Incarnato ha sofferto più di ogni altro essere umano.

Da qui l'origine degli enormi problemi della società contemporanea:la crisi morale dell'Occidente, la scomparsa dei valori, la secolarizzazione, e tutti i problemi collegati nella società civile. Questi fenomeni procedono in parallelo, nella società religiosa, dal processo in atto della trasformazione del Cristianesimo da una religione rivelata a una filosofia sociale. Noi, gli Ortodossi, abbiamo la risposta. Oggi dobbiamo dire all'Occidente: "Ascoltate! Avete perduto qualcosa. Ricominciamo da capo. Fatevi mostrare da noi dov'è il problema". Questa è la vera carità cristiana, questo è il vero ecumenismo. Richiamo una profezia di S. Serafino di Sarov. Egli aveva predetto quanto sarebbe accaduto in Russia, nonchè il fatto che le sue reliquie sarebbero scomparse per un po'; aggiunse però che quando queste sarebbero state ritrovate, la Russia sarebbe divenuta il faro dell'Ortodossia in Occidente. Io spero e credo che questo è il momento. Qual'è la risposta che gli Ortodossi possono dare ai problemi del mondo Occidentale? E': abbandonate il vostro cripto-nestorianesimo. Tornate a Calcedonia, al Concilio che ha detto l'ultima parola su ciò che bisogna credere sull'incarnazione: Gesù Cristo, l' Unigenito Figlio di Dio deve essere confessato in due nature, senza confusione, senza cambiamento, senza divisione, senza separazione... Unito in un unica Persona e un unico individuo, non separato o diviso in due persone, ma uno e lo stesso Figlio, Unigenito, Dio il Logos, nostro Signore Gesù Cristo7. Tutto il problema dell'Occidente è sull'incarnazione, e sull'incarnazione tutto è focalizzato. Nella prima lettera di S. Giovanni è scritto: Carissimi, non vogliate credere a ogni spirito, ma esaminate gli spiriti per conoscere se sono da Dio, poiché molti falsi profeti sono venuti nel mondo. Da questo voi conoscete lo spirito di Dio: ogni spirito che confessa Gesù Cristo venuto nella carne è da Dio. (I Giov. 4: 1-2).

La corretta fede nell'incarnazione proviene da Dio. Ogni errore in essa allontana da Lui. Così la base di un'antropologia cristiana deve essere vista alla luce di Calcedonia, e non con la schizofrenica distinzione che l'Occidente di solito opera tra il corpo e lo spirito. L'uomo va visto come integrazione di corpo e di spirito, e non come una semplice somma dei due. Come in Gesù Cristo, in cui l'umanità e la divinità non sono confuse, e tuttavia non sono separate.

2 LA PASSIONE

Il problema della secolarizzazione è strettamente collegato con quello dello scienziato a confronto con la religione. Oggi la gente è sempre più influenzata dalle scoperte della scienza, e la tendenza volge al credere che una mentalità scientifica debba essere secolare. Tutt'al più molti, inconsapevoli seguaci del Marchese de Laplace, concedono la vaga esistenza di un Creatore, che tuttavia non interviene nelle faccende della sua creazione. Perfino coloro che non posseggono una cultura scientifica pensano che sia molto scientifico seguire questo indirizzo (anche se seguire una teoria senza averla prima studiata a fondo non è per nulla scientifico).

Prima di discutere il problema della scienza e della religione, è importante richiamare alcuni punti della dottrina di S. Gregorio Palamas.

Uno dei suoi insegnamenti, basato sulla tradizione dei Padri, riguarda quella che molti secoli dopo è stata chiamata "la teologia dei fatti"8. Secondo S. Gregorio, in Dio vi sono aspetti che sono tutti veri, anche se all'apparenza sembrano contraddittori. Il motivo è che quando ci avviciniamo alla Divinità, arrivati a un certo punto non possiamo più spiegare in termini razionalistici quanto ci è stato rivelato. Così, spesso possiamo osservare due aspetti della stessa realtà che noi sappiamo per rivelazione essere entrambi veri, ma di cui non vediamo la correlazione, perché questa sta al di là della nostra comprensione. L'unità di Dio e la Sua trinità, è un esempio; i termini del dogma di Calcedonia, sul problema di come nella persona di Gesù Cristo l'umanità e la divinità sono unite ma non confuse, è un'altro. Questa maniera di ragionare, che è stata disprezzata per secoli dai pensatori occidentali9, è stata sorprendentemente adottata dalla scienza negli ultimi anni, ed è parte essenziale del ragionamento della fisica teorica. Se noi chiediamo a un fisico di parlarci del fotone10, ci dirà che questa particella è allo stesso tempo un corpuscolo e un'onda. Questo forse vuol dire che un fotone si trasforma di continuo da corpuscolo ad onda e viceversa? Neanche per sogno. E' allora un corpuscolo che si muove ondeggiando? Neanche.

La risposta è che se noi esaminiamo alcune delle sue caratteristiche fisiche con certi strumenti, il fotone si comporta come un corpuscolo, e invece se si misurano altre caratteristiche, con altri strumenti, si comporta come un'onda. Lo stesso avviene con l'elettrone11. Ma come possono queste particelle essere due cose (apparentemente) inconciliabili allo stesso tempo? Questo è contrario alle leggi del pensiero occidentale fin dai tempi di Aristotele12! Ma noi sappiamo che è vero perché tutte le evidenze sperimentali e tutte le equazioni matematiche ci dicono che è così. Ma anche se è così, tuttavia non possiamo immaginarci come, perché questa realtà è al di là della nostra comprensione. Così, accettando che il campo della nostra conoscenza è limitato, come provato dall'evidenza, immaginiamocelo come l'interno di un cerchio; la circonferenza lo limita, e niente che stia al di fuori può essere capito. Ora immaginiamo che qualcuno prenda un oggetto a forma di C, come la lama di una falce, e la ponga ai limiti della nostra conoscenza, in modo che solo le estremità attraversino la circonferenza, e la parte rimanente resti fuori. In questo caso vedremo le due estremità della stessa falce come due oggetti distinti, e non potremo immaginare che sono parte dello stesso oggetto, perché la parte che li unisce è fuori del campo della nostra conoscenza. In questa maniera la struttura di onda e quella di corpuscolo del fotone appaiono distinte, ma tuttavia sono due aspetti della stessa realtà; l'intero non viene colto dal nostro comprendonio perché è al di fuori di esso. Ora, se realtà fisiche, come fotoni ed elettroni, che appartengono interamente al mondo materiale non possono essere comprese in modo estensivo, cosa ci aspettiamo dalla realtà di Dio che è ben più lungi da noi di un fotone o di un elettrone? Possiamo procedere allo stesso modo, e affermare che l'unità e la trinità di Dio sono due aspetti della stessa realtà, che non possiamo afferrare nella sua interezza, ma solo in ciò che raggiunge la nostra conoscenza.

S. Gregorio Palamas dalla scoperta del doppio aspetto della stessa realtà procede ulteriormente nel suo pensiero. Un punto che è di estrema importanza per uno scienziato è la distinzione in Dio tra essenza ed energie. Un problema che imbarazza da secoli i teologi occidentali è che se Dio è ovunque e ogni cosa ricolma, questo significa che anche la creazione fa parte di Dio. Di contro, se la creazione non è parte di Dio, bisogna ammettere che Dio è limitato. Nel primo caso si parla di un Dio immanente, nel secondo di un Dio trascendente. La tradizione cristiana ci insegna che Dio è trascendente, e che noi, creature, non facciamo parte di Lui. Allora Dio è limitato? Assolutamente no. Egli è illimitato. L'Occidente non è mai stato capace di trovare una risposta soddisfacente a questo problema, assume che Dio è totalmente trascendente, ma non risolve il problema delle conseguenze. Questo stesso problema, sotto una diversa formulazione, sull'Onniscienza di Dio e il libero arbitrio umano è stato alla base della Riforma Protestante. Non sarà mai risolto nei termini in cui è posto, perché i Protestanti e i Romano-cattolici partono dalle due opposte premesse, usano le stesse categorie, e le due opposte conclusioni non potranno mai conciliarsi.

S. Gregorio Palamas opera la distinzione tra l'essenza di Dio e le Sue energie. L'essenza di Dio è trascendente e nessuno è in grado di percepirla. Solo ciò che è stato rivelato può raggiungerci. Ma Dio parla agli uomini; il Logos di Dio si è fatto uomo e il Santo Spirito dimora nella Sua Chiesa. Noi partecipiamo di Lui nell'Eucaristia e negli altri Misteri. Tutto ciò può avvenire mediante le Energie di Dio. L'intera creazione è stata fatta mediante le energie di Dio. Le energie divine possono essere partecipate dal pensiero umano, anche se fino a un certo punto. Dio è pertanto sia trascendente che immanente. E' trascendente nella sua essenza, ed è immanente nelle sue energie. Questa realtà suprema risolve tutti i dilemmi dei pensatori.

Come dicevo prima, dall'Illuminismo in poi il progresso della scienza è andato di pari passo con la diminuzione della fede in Dio, al punto che molti pensano che scienza e cristianesimo siano incompatibili.

In realtà, scienza e cristianesimo SONO incompatibili, se per cristianesimo si intende "cristianesimo occidentale".

La teologia occidentale, come pure la pietà, è basata sull'approccio razionale a Dio sviluppato nel medioevo dai teologi della Scolastica13. L'approccio razionale ai misteri di Dio è un'altra disastrosa conseguenza del cripto-nestorianesimo occidentale, perché l'accento sull'umanità di Cristo giustifica l'umano ragionamento per accostarsi a Lui.

E' vero che in tempi recenti (dopo il Vaticano Il nella Chiesa Cattolico-romana, e un po' prima in alcune denominazioni Protestanti) sono state portate avanti alcune idee prese in prestito dalla teologia Ortodossa, se non addirittura da ambienti non cristiani. in ogni caso, quest'operazione di "make-up" è stata solo superficiale, e non ha influenzato il nucleo profondo che rimane ancora fermamente ancorato alla scolastica14.

Per uno scienziato moderno, questi approcci razionali a Dio sono un nonsenso. Il primo argomento di Tomaso d'Aquino, l'esponente più eminente della Scolastica, era che se tutto è in moto, è necessario ipotizzare un motore immobile (Dio) che in origine ha creato il moto e che continua a mantenerlo. Newton distrusse questo argomento dimostrando (primo principio della dinamica) che la necessità di una forza per mantenere il moto è una situazione particolare dovuta all'attrito. In assenza di attrito, come nel caso dei corpi celesti, non c'è bisogno di alcun motore per mantenere il movimento. Uno stato iniziale di movimento, poi, ha le stesse probabilità di esistere di uno stato inizialmente fermo.

La meccanica quantistica ha distruttò il secondo e più importante caposaldo della scolastica: il principio di causalità. Secondo questo principio ogni effetto deve avere una causa, e pertanto una causa incausata (Dio) deve essere stata all'origine di tutto. Il principio di incertezza di Heisenberg, su cui è stata sviluppata la meccanica quantistica, dimostra che è possibile l'esistenza di effetti senza una causa. E' interessante notare che questi due argomenti sono stati largamente sfruttati dagli scomparsi regimi marxisti-leninisti per mettere in imbarazzo i credenti.

In realtà è impossibile trovare una dimostrazione razionale dell'esistenza (o della non esistenza) di Dio. infatti provare l'esistenza (o la non esistenza) di Dio vuol dire porre sullo stesso piano le dùe tesi Dio-si' e Dio-no, e dimostrarne una. Ma per dimostrare qualcosa è necessario porre un ragionamento al di sopra delle tesi. Nel caso di Dio questo è impossibile, perchè nessun pensiero si può porre al di sopra di Lui. Pertanto l'approccio razionale a Dio è l'errore principale della teologia Occidentale. Al contrario, un enorme sacrificio viene richiesto alla mente umana che vuole discutere di Dio: la kenosis, cioè lo svuotamento. Lasciare da parte tutte le categorie dell'intelligenza, addirittura la logica stessa è l'umiliazione suprema della mente, prerequisito per accostarsi a Dio (Ti ringrazio, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e ai saggi, e le hai rivelate ai semplici. Mt. 11: 25).

Scienza e Cristianesimo non sono inconciliabili nell'ottica Ortodossa. L'inaccessibilità dell'essenza di Dio e il doppio aspetto della verità divina comportano che non si può sviluppare una teologia in contrasto con l'evidenza scientifica. D'altro canto, quando uno scienziato ricerca, non fa altro (anche se spesso non se ne rende conto) che adorare le energie divine. Le energie di Dio sono la partecipazione di Dio nella materia, e pertanto quando si studia la materia e ci si accosta alla verità, si rende gloria alle energie di Dio. A questo punto si vede che la contrapposizione tra materialismo e spiritualismo non ha più motivo di esistere.

Una delle teorie più attuali sull'origine dell'universo è il ben conosciuto "big bang". Questa teoria è stata accolta con entusiasmo da molti teologi, soprattutto Romano-cattolici, poichè essa può implicare un Creatore. D'altronde teorie più recenti sostengono che lo spazio e il tempo possano costituire una superficie chiusa senza confini. Nelle parole di una delle migliori menti scientifiche di questo tempo, Stephen W. Hawking15:

L'idea che lo spazio e il tempo possano formare una superficie chiusa senza confini ha profonde implicazioni anche per il ruolo di Dio nelle faccende dell'universo. Col successo delle teorie scientifiche nella descrizione degli eventi, la maggior parte delle persone sono giunte a convincersi che Dio permetta all'universo di evolversi secondo un insieme di leggi e che non intervenga nell'universo per sospendere tali leggi. Le leggi non ci dicono però come debba essere stato l'universo nel primissimo periodo della sua vita: solo a Dio competeva caricare il meccanismo a orologerià e decidere come metterlo in movimento. Finchè l'universo ha avuto un inizio, noi possiamo sempre supporre che abbia avuto un creatore. Ma se l'universo è davvero autosufficiente e tutto racchiuso in se stesso, senza un confine o un margine, non dovrebbe avere nè un principio nè una fine: esso, semplicemente, sarebbe. Ci sarebbe ancora posto, in tal caso, per un creatore?

Questo brano è molto importante perchè rivela la tragedia dello scienziato confrontato con una formazione di base di cristianesimo occidentale. Se lo si legge attentamente, si delinea ben chiaro il solito profilo della teologia occidentale: il principio di causalità e la totale trascendenza di Dio. Se si abbandonano queste categorie e si ragiona in termini della teologia palamita, si concluderà che la teoria della superficie chiusa senza confmi è perfettamente in accordo con un universo in cui le energie di Dio siano immanenti. Oserei addirittura pensare che come azione operativa delle energie creatrici di Dio io mi aspetto più qualche cosa come la superficie chiusa senza confini piuttosto che il più "semplice" big bang. In principio Dio creò il cielo e la terra. Ed Egli creerà nuovi cieli e una nuova terra (Is. 65:17; Apoc. 21:1). L'immanenza delle energie di Dio nella materia implicano la continuità della creazione.

La scomparsa della contrapposizione tra materialismo e spiritualismo è rivelata anche da un altro aspetto della fede Ortodossa: l'atteggiamento verso il miracolo.

Un pensiero religioso che vede soltanto il Dio trascendente e ignora la realtà delle Sue energie comporta o che i miracoli non esistono del tutto, o che, se esistono, sono eventi talmente stupefacenti da meritare la prima pagina dei giornali. Per gli Ortodossi gli eventi miracolosi sono invece parte della vita. Pigliamo, per esempio i miracoli (se pure miracoli sono) di Lourdes o di Fatima. Mi piacerebbe sapere se c'è un solo Romano-cattolico che ignori che cosa sono Lourdes e Fatima. Di contro, prendiamo il miracolo pasquale del fuoco santo a Gerusalemme16 un enorme numero di Ortodossi non ne ha mai sentito parlare! L'atteggiamento occidentale verso il miracolo in realtà è incredulità. I miracoli sono normali per una natura che ha ricevuto la deificazione.

3 LA RESURREZIONE

Tutti questi esempi li ho dati per mostrare quanto lungi portano le conseguenze di una visione erronea dell'Incarnazione. In Occidente il processo di secolarizzazione ha totalmente capovolto i termini. L'eccessiva importanza data a Gesù Cristo in quanto uomo, e la contemporanea diminuzione dell'enfasi sulla sua divinità hanno prodotto una società dove l'uomo ha troppa importanza. Mentre un tempo anche la società Occidentale adorava il Dio diventato uomo, oggi adora il mito dell'essere umano: l'Umanità, un'astrazione che rimpiazza Dio. Questa mostruosità è apertamente riconosciuta e apprezzata da molti pensatori moderni (come Nietszche, Sartre, Camus, etc.). L'uomo si è fatto Dio. Duemila anni dopo la Redenzione l'uomo la vanifica tornando al peccato di Adamo, quando il serpente disse sarete come dei, conoscendo il bene e il male (Gen. 3:5).

Non è rimuovendo Dio che l'uomo può diventare Dio! C'è una tragica ironia in tutto ciò, perchè la dottrina occidentale della salvezza ha perso del tutto il concetto di teosi.

La teosi (o deificazione) è la salvezza. In particolare significa che l'individuo salvato diventa Dio in Lui, senza tuttavia perdere la sua personale identità. Il mantenimento dell'identità personale è un'importante realtà, concettualmente possibile solo se vista alla luce della teologia palamita. Senza dubbio l'idea della deificazione sembra spaventosa, come troppo audace. Eppure è stata promessa da nostro Signore, quando disse in preghiera come Tu, Padre, sei in me ed io in Te, che anche essi possano essere uno in Noi (Giov. 17:21), e testimoniata da S. Pietro: ci è stato fatto il dono di eccezionalmente grandi e preziose promesse che attraverso di esse voi possiate diventare partecipi della natura divina (2 Pietro 1:4) e da S. Giovanni: Carissimi, fin da ora siamo figli di Dio e non si è ancora manifestato quel che saremo. Sappiamo che quando Egli si sarà manifestato saremo simili a Lui (1 Giov. 3:2). Deificazione è pertanto la definitiva adozione da parte di Dio come Suoi figli (A quanti però lo accolsero diede il potere di diventare figli di Dio - Giov. 1:12) al momento della sua Seconda Venuta.

Bisogna meditare molto a fondo per accettare il terribile significato di questi passi scritturali. E la salvezza come deificazione è un costante punto di riferimento nei Padri. S. Basilio, per esempio, definisce l'uomo come una creatura che ha ricevuto l'ordine di diventare un Dio. Il Grande Giovedì, al Mattutino, nel Canone cantiamo: Cristo ha detto: nel mio regno sarò Dio con voi come Dei (IV Ode, III Tropario).

Ma come può un essere umano, che è finito diventare Dio infinito? Ciò è stato reso possibile dall'incarnazione del Logos di Dio. La carne che Gesù ha preso riempie il baratro tra l'uomo e Dio. S.Atanasio scrive: Dio è diventato uomo affinchè l'uomo possa diventare Dio. Gesù Cristo come Dio è coessenziale col Padre, ma come Uomo è coessenziale con noi17. Ecco il motivo per cui i Padri a Calcedonia furono così attenti a sottolineare che le due nature di Cristo sono unite ma non confuse. Gesù Cristo, il solo mediatore tra Dio e gli uomini (1 Tim. 2:5) è il ponte. Dopo l'incarnazione la via tra Dio e l'uomo è percorribile in entrambi i sensi. E la grazia del Santo Spirito, cooperando con l'umana volontà rende il finito infinito'18.

A questo punto è importante sottolineare la differenza tra la teosi cristiana e il destino ultimo in altre religioni. Il Nirvana buddista è lo stato trascendente di libertà ottenuto, attraverso molte reincarnazioni, dall'estinzione dei desideri e della coscienza individuale. L'identità personale si perde anche nel Sufismo di al-Hallaj. La deificazione cristiana invece rispetta ed esalta l'individualità di ciascuno, ed è ottenuta non da un'ascesi generica, ma da un'attiva vita in Cristo di tutto il proprio essere.

La partecipazione alla natura divina, secondo S. Gregorio Palamas è resa possibile dalle energie divine. In parole sue: Il Padre attraverso il Figlio nello Spirito deifica coloro che sono deificati19. L'uomo che ha raggiunto questo livello di santità risplende della stessa luce increata che risplendette in Gesù Cristo quando si trasfigurò sul monte Tabor20, preludio della sua seconda venuta e rivelazione di ciò che un tempo eravamo e che saremo21 alla deificazione.

Bisogna rendersi ben conto che l'umanità che abbiamo in comune con Cristo Dio è la chiave per accostarsi a Dio. Si comprende facilmente, a questo punto, perchè la resurrezione finale dei corpi è una condizione necessaria della teosi. In Occidente, invece, l'accento della salvezza èposto sull'anima, e la resurrezione dei morti è spesso vista come un extra non strettamente necessario22.

Ma la deificazione non coinvolge solo l'individuo. Se così fosse l'obbiettivo cristiano sarebbe veramente individualista ed egoista. S. Serafino di Sarov disse a Motovilov, prima di trasfigurarsi davanti a lui, che lo scopo dell'uomo è acquistare il Santo Spirito. E questa acquisizione, il completamento della salvezza, è il mistero della Pentecoste.

Le energie di Dio pervadono l'intera creazione, ma a causa della caduta la natura è corrotta. Il Logos di Dio si è incarnato per salvare l'uomo, ma anche per salvare attraverso l'uomo tutto l'universo. Possiamo vederLo nell'icona della Natività, nella grotta, buio pertugio della terra (la luce splende nelle tenebre - Giov. 1:5). Se ora guardiamo l'icona di Pentecoste, vediamo nuovamente un pertugio buio, dove è tenuto prigioniero un uomo vecchio di anni. Sopra di lui la scritta ho Kosmos (l'Universo). Egli rappresenta l'intera creazione che aspetta la salvezza - la deificazione, secondo le parole dell'Apostolo Paolo:

L'attesa spasmodica del creato aspetta infatti la manifestazione dei figli di Dio. Il creato infatti fu sottoposto alla caducità non di propria volontà, ma a causa di colui che ve le sottopose nella speranza. Perchè la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per ottenere la gloriosa libertà dei figli di Dio. Infatti sappiamo che tutta la creazione assieme geme e soffre le doglie del parto fino al momento presente. Non solo essa, ma anche noi che abbiamo i primi frutti dello Spirito, a nostra volta gemiamo in noi stessi, in attesa dell'adozione a figli, del riscatto del nostro corpo.

La gloriosa libertà dei figli di Dio.

 

NOTE AL TESTO

1 P. Evdokimov. L'art de L'icone, théologie de la beauté. Desclée de Brouwer, Paris, 1985.

2 Nestorio, Patriarca di Costantinopoli (427-43 1) insegnava che nella persona di Gesù Cristo l'umanità e la divinità erano ben separate. In altre parole, Gesù Cristo sarebbe stato, in senso buono, una sorta di posseduto, non dal Demonio, ma da Dio. Ma l'uomo restava l'uomo e Dio agiva in lui senza alcun stretto legame con lui. Per questo motivo Nestorio sostituì la parola Christotokos (Madre di Cristo) alla preesistente Theotokos (Madre di Dio). La dottrina di Nestorio fu condannata ai concili di Efeso (431) e di Calcedonia (451), e l'uso del termine "Madre di Cristo" severamente proibito.

3 Paolo VI, Enciclica "Christi Matri" (15 Settembre 1966). Giovanni Paolo 11, Enciclica "Redemptoris Mater" (25 Marzo 1987).

4 Filioque = e dal Figlio. Questa parola fu aggiunta al Credo dopo la frase "E nello Spirito Santo...che procede dal Padre" per ordine di Carlo Magno, nonostante l'opposizione di Papa Leone III (809) ma entrò in vigore ufficialmente nella Chiesa Romano-cattolica solo sotto Benedetto VIII (attorno al 1000). E' la causa principale dello scisma dell'Occidente.

5 Logos viene di solito tradotto dal greco con Verbo o con Parola. Preferisco però lasciare il termine Logos perché più ricco di significati che non i termini Verbo e Parola.

6 Yoshua  ben Yoseph = Gesù figlio di Giuseppe, in ebraico.

7 Denzinger - Schönmetzer (1965) Enchiridion Symbolorum definitionum et declarationum de rebus fidei et morum, Herder, Friburgo; 36a Ed., Barcellona 1976.

8 J. Pelikan. The Christian Tradition. 2. The Spirit Of Eastern Christendom, The University of Chicago Press, Chicago and London, 1974.

9 Quattro secoli dopo S. Gregorio Palamas, Kant e seguaci parlarono di antinomie in una maniera piuttosto simile, ma in questo non hanno avuto effetto sul pensiero scientifico che è rimasto aristotelico fino quasi ad oggi.

10 Il fotone è l'unità indivisibile da cui è costituita la luce.

11 L'elettrone è una particella dotata di carica elettrica negativa che sta in un orbita attorno al nucleo di un atomo.

12 Il principio di non contraddizione afferma: data una proposizione p è impossibile che entrambe p e non-p siano vere.

13 Come esempio dell'importanza della Scolastica per il pensiero occidentale contamporaneo, riporto un passo da Il Millennio Bizantino di Hans Georg Beck (Salerno Editrice, Roma, 1981). In generale però Bisanzio ha rifiutato la scolastica... Se si vede nella scolastica qualcosa di più di una questione di metodologia teologica, riconoscendo in essa una delle grandi rivoluzioni dell'umanità sulla via della ratio regolata, Bisanzio ha pagato il suo rifiuto con la rinuncia a partecipare alla conformazione dello spirito moderno.

14 So perfettamente che nella Chiesa Romano-cattolica oggi esiste una varietà di gruppi e di parrocchie che adottano teologie e pratiche peculiari, certe volte addirittura contraddittorie tra di loro. Poichè non posso scrivere un articolo diverso per ciascun gruppo, mi riferisco soltanto alla teologia ufficiale della Chiesa Romano-cattolica, come riportata nell'Enchiridion di Denzinger-Schönmetzer, nelle bolle e nelle encicliche papali, e nelle dichiarazioni delle Conferenze Episcopali. In ogni caso, l'attuale coesistenza nelle Chiese Romano-cattolica e Protestanti di una varietà di opinioni non è altro che un effetto tardivo della teologia occidentale medioevale, e pertanto non influenza il ragionamento.

15 S. W. Hawking. Dal Big Bang ai buchi neri. Breve storia del tempo, Rizzoli, Milano, 1990.

16 Ogni anno, durante la Veglia Pasquale nella chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme, il fuoco scaturisce spontaneamente dalla pietra tombale di Cristo. Il Patriarca lo raccoglie con le mani senza bruciarsi e accende le candele dei fedeli. Solo a questo punto il fuoco diventa caldo. Il miracolo è testimoniato fin dai tempi più antichi e si interruppe soltanto durante il periodo del Regno Latino di Gerusalemme (1099-1187) che seguì alla prima crociata.

17 Definizione di fede del Concilio di Calcedonia.

18 Questo è il significato paolino della grazia, così stravolto dalla Riforma.

19 PG 150:953

20 La dottrina di S. Gregorio Palamas è stata condannata come eretica dalla Chiesa Romano-cattolica!

21 PG 151:920

22 La Chiesa Romano-cattolica spesso spiega la resurrezione finale con l'argomento che è giusto che il corpo, essendo stato compagno (o complice) dell'anima, ne condivida il destino.

 

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