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  Il sentiero verso la luce: i santi maestri dell’Ortodossia e gli insegnanti di altre religioni

dal Blog Mystagogy, 8 luglio 2013

di Theodoros Riginiotes

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In un certo villaggio di Messaras vive un’anziana signora di nome G***, e per chi la conosce, è ben noto che Dio le ha concesso doni carismatici eccezionali. Una volta, per esempio, l'arcangelo Michele apparve a un malato di Atene, che non la conosceva affatto, e gli annunciò: "Sono venuto a guarirti, perché G*** mi ha mandato a te nella sua preghiera."

L’anziana G *** mi ha detto: "Non sono una santa; solo una vecchia signora che implora Dio per la sua salvezza. Se vuoi un santo, dovresti andare dall'asceta che vive a***, o dall'altro, ***, che vive in quella zona", dandomi i nomi di quattro o cinque asceti contemporanei - per lo più sconosciuti - che vivono in varie regioni di Creta.

Caratteristiche simili a quelle dall'anziana G *** - da sole - non significano nulla. Possono essere facilmente imitate da un artista della truffa, anche se persone come quest'anziana signora non sono imbroglioni: per esempio lei non ha mai tratto profitto in alcun modo da questi doni carismatici; infatti, tutto ciò che la preoccupava era la paura di perdere quel mistico rapporto con Cristo nel suo cuore. Invece, siamo in grado di trovare tali abilità in insegnanti di altre religioni: buddisti, induisti, e perfino stregoni o sciamani. Tuttavia, dobbiamo ricordare che nella nostra tradizione spirituale, ci sono un certo numero di persone che hanno raggiunto il "livello" dell'anziana signora anziana. Ad esempio, gli inconcepibili, miracolosi doni carismatici dei santi ortodossi contemporanei come gli anziani Porphyrios, Paisios, Iakovos e altri, che avevano non solo il dono della comprensione e della guarigione, ma hanno avuto anche esperienze di "deformazione" di spazio e tempo, moltiplicazione della materia, teletrasporto, comunicazione con gli animali e molti altri segni. La cosa ancor più strana però, è che fenomeni simili, nonché le apparizioni di questi anziani, continuano anche dopo la loro morte - o, per usare il termine ortodosso - dopo che si sono addormentati nel Signore. Anche a Creta ci sono tali anziani, come, ad esempio, padre Evmenios dal Monastero Roustikoi di Rethymnon, e altri.

Questi santi taumaturghi sono i discendenti di una precedente generazione di operatori di miracoli, a cui apparteneva gente come san Giorgio Karslidis († 1948), la santa non vedente Matrona di Mosca († 1952), san Giovanni Maksimovich († 1966), e molti altri nel mondo, i quali a loro volta erano discendenti di un'altra generazione, che comprendeva san Giovanni di Kronstadt († 1908), san Nettario di Optina († 1937), santa Matrona di Anemniasevo († 1932), sant’Arsenio di Cappadocia († 1924) e molti altri.

Procedendo in questo modo a ritroso nella storia, possiamo vedere santi operatori di miracoli in ogni generazione cristiana, fino a risalire ai discepoli di Cristo, i cui miracoli sono stati descritti nel Nuovo Testamento (nel libro degli Atti degli Apostoli).

***

Questi insegnanti santi e carismatici del cristianesimo si differenziano enormemente dai rispettive lama, swami, sciamani, ecc. Tuttavia, vorrei soffermarmi su tre punti, che forse rivelano quegli elementi che desidero farvi notare.

Prima di tutto, non c'è un "metodo" che questi cristiani hanno seguito nella loro vita per raggiungere tali caratteristiche, né era iniziata in qualsiasi tipo di insegnamento mistico. L'unica cosa che hanno fatto è stato di spalancare il cuore a Cristo, come Dio, e al prossimo. Il loro modo di vita non comprende la pratica di un determinato metodo (per esempio: lo yoga, la meditazione o le arti marziali), ma piuttosto, si direbbe che il loro è un percorso che prevede una discesa in due regni intelligibili - che il santo contemporaneo, l'anziano Sofronio Sacharov, caratterizza come "ade": "l'ade del pentimento" e "l'ade dell'amore". Il primo "ade" è il rifiuto completo del mio vecchio sé e dei suoi atti e desideri (che sono caratterizzati da egoismo), e il secondo "ade" contiene un amore incondizionato, fino al punto dell'auto-sacrificio per ciascuno e per ogni singolo essere umano, anche il mio nemico (che ho perdonato del tutto). Questo amore culmina nell'amore per Cristo (o comincia da esso), con il quale si mantiene una comunicazione attraverso la preghiera, così come la partecipazione alla Divina Liturgia e al sacramento della santa Comunione, una comunicazione che può raggiungere anche una visione della Luce divina, non solo durante la preghiera, ma anche durante l'ordinaria vita quotidiana. Questa visione può talvolta durare per giorni interi, e si può continuare con le proprie attività quotidiane e contemporaneamente trovarsi dentro la Luce Divina - che ci si rivela come un essere personale, come Cristo.

Dato che non esiste un metodo con cui si può sforzare di raggiungere un certo risultato, tali grandi esperienze spirituali possono essere vissute non solo da monaci o sacerdoti, ma anche da gente comune, uomini e donne di famiglia, o anche da bambini (che possono anche non essere consapevoli di ciò che hanno sperimentato). Le esperienze spirituali cristiane - miracoli, o visioni di Cristo, della Panaghia o di certi santi - possono essere sperimentate da non cristiani, che potrebbero anche restare fedeli alle loro religioni, ma alcuni trovano il coraggio di convertirsi all'Ortodossia, mettendosi al punto di partenza di tale nuovo corso. Ciò che tutti hanno in comune, tuttavia, è "l'ade del pentimento", che dà vita ad un cuore umile, e "l'ade dell'amore", il cui presupposto è un cuore umile.

Una seconda caratteristica dei santi taumaturghi ortodossi è che non hanno il minimo desiderio di raggiungere doni spirituali eccezionali, o di avere esperienze spirituali particolari. Essi non desiderano alcun aumento di conoscenza, o l'acquisizione di "saggezza", o una "coscienza superiore", o di diventare "uno con l'universo", di essere "in sintonia" con esso, o qualcosa di simile. Vogliono solo Cristo. Il loro desiderio li dirige fuori del proprio sé, verso un'altra persona - che amano e con cui essi vogliono essere uniti, seguendo il suo sentiero, il sentiero dell'amore umile e disinteressato per Dio (il Dio santo e triuno, non una certa nozione soggettiva "di un Dio", o una fantasia che "dio" sia un simbolo di bellezza o di amore, o una scintilla che esiste dentro di noi o dentro ogni essere, ecc.) e verso il nostro prossimo. Questa è la ragione per cui essi non si immergono nel proprio sé - come fanno gli yogi - ma invece guardano a Cristo come Dio, e chiedono la sua misericordia e il suo prezioso aiuto nella purificazione del loro cuore delle passioni e nella trasformazione nel tipo di essere che egli vuole che siano.

Inoltre, essi non cercano di ritagliarsi "il proprio percorso verso la perfezione", ma piuttosto, si dedicano al sentiero che Cristo ha insegnato e cercano di essere incorporati nel corpo che egli ha fondato: la Chiesa. I cristiani non perseguono mai alcuna lotta personale per la perfezione, ma dedicano se stessi e la loro lotta spirituale e morale all'interno della Chiesa: si riuniscono con i loro fratelli e partecipano al corpo e al sangue di Cristo, dallo stesso santo calice. Anche Cristo è un membro di questa comunità - il suo capo, per la precisione - ed è all'interno di quella comunità che io posso incontrarlo. Anche un eremita è sempre un membro della comunità, anche lui diventa unito ad essa, attraverso la sua preghiera a Cristo (una preghiera per tutte le persone, e di fatto per tutti gli esseri), e partecipa della santa Comunione, che rende possibile quest'unione.

Dato che Cristo è colui che amo, perché è colui a cui desidero essere unito, e perché so che questa unione è fattibile (come noto a tutti i santi dell'Ortodossia, che già sperimentano in questa vita che è quest'unione ciò che li rende operatori di miracoli con i doni spirituali che il Dio triuno dona e ritrae in modo appropriato, senza dell'uomo possa egoisticamente "appropriarsene" con i suoi metodi), questo è il motivo per cui non mi interessa la possibile esistenza di "altri percorsi" per l'acquisizione di saggezza, conoscenza, o poteri soprannaturali. Anche se qualcuno mi insegna a risvegliare o manipolare questi poteri, io non li desidero. Io desidero solo Cristo.

Nel profondo io desidero tali poteri, ed ecco perché non sono nella condizione di vedere Cristo; e se vedo qualcosa, è probabile che non sia lui, ma "qualcun altro" che vuole intrappolarmi. I santi, che hanno raggiunto la perfezione, hanno effettivamente liberato il loro sé interiore dall'egoismo e non desiderano alcun potere, ma solo Cristo.

Un esempio preferito nell'Ortodossia che rivela il modo di avvicinarsi a Cristo è la parabola del figliol prodigo, che, dopo essersi lasciato schiacciare totalmente, si getta poi ai piedi del padre e lo prega di annoverarlo tra i servi. Questo è proprio come si sente un umile cristiano, nel realizzare l'abisso che lo separa dalla purezza assoluta di Cristo, vale a dire, egli è pienamente consapevole del fatto di non essere senza peccato, ma vediamo che il padre del figliol prodigo (simbolo di Cristo) restaura il prodigo allo status di figlio e lo onora con un anello e vesti risplendenti, respingendo non solo la richiesta del figlio di diventare un servo, ma anche la sua precedente vita di dissolutezza dove aveva sperperato l'eredità che egli aveva preteso (e ottenuto) dal Padre senza aver faticato per essa.

Potremmo qui ricordare che la maggior parte di noi è piena di peccati; le nostre intenzioni di fondo non sono affatto pure e, se possibile, il nostro ego ci porterebbe su sentieri molto tenebrosi, sia che abbiamo fatto del male alla gente, sia che l’abbiamo "beneficiata". E tuttavia, noi non ammettiamo nulla di simile (spesso nemmeno a noi stessi), ma invece presentiamo il nostro sé come "degno" di ricevere doni spirituali da Cristo - sia pure senza neppure ammettere che Cristo è Dio, o che comunica con l'uomo - e invece sosteniamo che vi è solo una impersonale "essenza divina" o '"anima universale", voltando così le spalle al vero Dio, apparso a innumerevoli santi.

Due esempi di percorsi diversi per avvicinarsi a Dio sono quelli dei santi anziani Porphyrios e Sofronio. Il primo aveva visitato il Monte Santo dai suoi primi anni dell'adolescenza e non aveva mai preso le distanze da Cristo, quindi molto probabilmente non dovette sperimentare l'angoscia del pentimento in larga misura. Padre Sofronio, all'opposto, aveva rinnegato Cristo, diventando ateo, indulgendo nella meditazione trascendentale, e aveva anche intrattenuto pensieri quasi morbosi di essere egli stesso un dio (pensieri influenzati dalla filosofia orientale): così, quando ha sperimentato la visione della Luce Divina, l'amore assolutamente umile di Dio lo fece sentire come un traditore indegno, non avendo mai immaginato che Dio potesse essere così umile e condiscendente. L'anziano Sofronio ha sperimentato "l'ade del pentimento" con estrema angoscia, che, tuttavia, "rigenera, e non provoca la disperazione né stermina l'uomo".

La maggior parte di noi è più simile all'anziano Sofronio - relativamente parlando - piuttosto che all'anziano Porphyrios; a proposito, questo è il motivo per cui è di valore incalcolabile crescere i nostri figli come cristiani: in modo che possano trovare Cristo nel modo facile, non in quello più doloroso - né raggiungere la fine della loro vita senza averlo trovato.

La terza caratteristica dei santi, che vorrei menzionare, è la conoscenza (attraverso l'esperienza) di tutte le situazioni spirituali, che permette loro di discernere tra quelle positive e quelle negative, anche se esternamente possono presentare le stesse caratteristiche. Questa scienza spirituale è chiamata il "discernimento degli spiriti" e permette ai santi di distinguere tra una vera e propria esperienza o dono spirituale che proviene da Dio, e una "replica esatta" che proviene dal diavolo, e che è data alle persone come esca, con l'intenzione di lusingare il loro ego e trascinarle ancora più lontano dal loro scopo - che è la loro unione con Dio"in Cristo".

Il discernimento degli spiriti è particolarmente evidente nei santi che hanno anche "assaggiato" esperienze al di fuori del cristianesimo, dopo essere stato iniziati ad altre tradizioni spirituali, prima di scoprire l'Ortodossia. Uno di questi personaggi è l'anziano Sofronio a cui abbiamo accennato in precedenza, ma ci sono altri casi simili registrati nella storia dell'Ortodossia - anche casi di asceti che non hanno mai cessato di essere fedeli a Cristo, ma sono stati catturati in un momento di debolezza egoista e hanno acquisito "doni spirituali" che li hanno portati a numerosi tormenti.

Il discernimento degli spiriti è un contributo cristiano necessario per una vera e propria valutazione delle esperienze spirituali, così come dei "poteri", "doni spirituali", "contatti con altri esseri", "rivelazioni", "saggezza" e tutti gli altri elementi che le diverse tradizioni spirituali salvaguardano e conferiscono, come se fossero tesori inestimabili. Se mi è consentito fare un'osservazione qui, dato che questo dono spirituale è assente, anche nelle versioni non ortodosse del cristianesimo (che è il motivo per cui osserviamo "esperienze spirituali" e "sfoggio di carismi" in varie eresie come il papismo e il protestantesimo - fenomeni che in base a criteri ortodossi sono visti come sospetti, e perfino puramente demoniaci), i santi ortodossi hanno sperimentato situazioni simili a quelle sperimentate dagli insegnanti e dai sapienti delle varie religioni. Al contrario, tuttavia, gli insegnanti di altre religioni che possono aver "ampliato la loro coscienza" o "comunicato con entità", ecc., non hanno assaporato l'esperienza di un'unione con Cristo. Questo è il motivo per cui un santo ortodosso (che può percepire immediatamente la presenza o l'assenza della grazia divina) è di gran lunga meglio "attrezzato" per valutare un fenomeno spirituale ... e, francamente, questa valutazione non è favorevole per quanto riguarda la qualità dei "poteri", dei "doni spirituali", delle "rivelazioni", ecc, anche all'interno del cristianesimo e all'interno dell'Ortodossia, e ancora di più all'interno delle varie religioni in cui le persone venerano spiriti di una identità indeterminabile (molto probabilmente maligni o minacciosi, o divinità che fondono "bene e male" insieme, come se questi fossero presumibilmente i diversi aspetti di una stessa cosa, o si completassero l'un l'altro) e si aprono verso queste entità , cercando unirsi a loro o di essere posseduti da loro, mentre Dio, gli angeli e le anime beate dei santi - ossia gli spiriti benigni - non possiedono mai una persona.

Le religioni dell'Estremo Oriente - come l'induismo o il buddismo - considerano come stato perfetto e redenzione l'eliminazione della personalità umana e il suo annientamento o assimilazione nella "psiche universale", perché considerano il mondo presente come un auto-inganno. Il cristianesimo d'altra parte sa, dalla personale esperienza dei santi, che la personalità di un individuo non è mai persa, che rimane in vita dopo la morte del corpo e che il corpo anticipa anche la sua risurrezione, come preannunciato da Cristo in molte parti del Nuovo Testamento.

Allora, dove porta questa "eliminazione" verso la quale tendono le religioni orientali? Oppure, che cosa sono esattamente gli spiriti e le entità che entrano in contatto con le persone, sia come "dèi" o come "antenati" o come esseri "di altri mondi" (per esempio i folletti e le fate), o anche nell'Occidente moderno (che è attualmente in uno stato di confusione spirituale), come "saggi extraterrestri" con qualità divine?

Quanto sopra è solo un piccolo capitolo nel grande tema delle differenze tra le religioni. Le religioni non sono percorsi che "portano tutti allo stesso punto finale"; non dicono tutte "le stesse cose con parole diverse", né possono tutte portare l'uomo alla verità e alla perfezione. Noi cristiani ne siamo pienamente consapevoli, perché l'esperienza ci ha rassicurato che Cristo è la verità, e che la perfezione è l'unione con Lui - che prevede la partecipazione in Cristo dell'uomo imperfetto alla perfezione e alla purezza di Dio. Senza Cristo, non c'è perfezione e nessuna verità; solo la solitudine (come nel buddhismo), o sentieri che portano verso l'ignoto. Un "ignoto" che è molto ben noto - grazie all'esperienza e la saggezza dei veri guerrieri pacifici e maestri dell'umanità, che hanno raggiunto il punto più alto di progresso spirituale che è possibile per le persone umane: quello dei santi.

Tutto questo, fratelli miei, non avete bisogno di accettarlo ciecamente come un dogma. Esaminate queste cose in profondità, e scoprirete da soli quale sia la verità. Fate attenzione, però, a non illudervi che "la verità" sia tutto ciò che fa piacere al vostro ego (dicendovi che troverete Dio "dentro di voi", o che voi e Dio "siete uno", o che diventerete virtuosi, luminosi, preveggenti e onnipotenti per mezzo di esercizi rigorosi), solo perché vi sembra sgradevole ciò che vi invita alla cosa più odiata dall'uomo caduto, cioè, il pentimento e l'umiltà.

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