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  Una prospettiva psicologica su omeopatia e terapia alternativa

Di padre Antonios Stylianakis (psicologo infantile e psicoterapeuta per bambini e ragazzi)

dal blog Mystagogy, giovedì 27 giugno 2013

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Questa presentazione tenterà di rispondere alle seguenti domande:

1. Che cosa nel mondo di oggi fa rivolgere sempre di più le persone alle terapie alternative?

2. È possibile dare una spiegazione psicologica di queste terapie, e in quali condizioni?

3. Può un cristiano (ortodosso) provare queste terapie senza pericolo?

Circa un anno fa, alcuni genitori sono venuti alla mia clinica con la loro figlia di otto anni che soffriva di paralisi spastica e profondo ritardo mentale / ritardo dello sviluppo. Non aveva praticamente nessuna comunicazione significativa con l'ambiente oltre il contatto visivo. Erano appena tornati dalla Germania, dove avevano visitato un centro per le terapie alternative e avevano fatto una visita da un chiropratico. Mi hanno detto che questi ha esaminato la loro bambina e ha detto loro che c'era un accumulo di fluido sul fianco destro, e così ha compiuto alcune manipolazioni terapeutiche. Ho chiesto ai genitori come il chiropratico aveva scoperto questo accumulo di liquidi, e mi hanno detto che lo aveva fatto afferrando la sua testa! Mi sono chiesto come ha fatto, semplicemente toccando la superficie della testa della bambina, a trovare questo fluido, cosa che i medici trovano solo con test specifici. E così ho detto chiaramente ai genitori, che non accettavo questi metodi magici! I genitori mi guardavano in modo perplesso e se ne sono andati piuttosto insoddisfatti. Non sono mai tornati! Essi avevano riposto tutte le loro speranze per il miglioramento della loro bambina nella cura chiropratica e non erano in grado di capire quello che stavo cercando di dire loro: che per osservare un miglioramento nella bambina, era necessaria una grande quantità di duro e continuo lavoro e di fatica, insieme con una terapia intensiva fisica e occupazionale, e poi, forse, la logopedia. Ma loro stavano solo aspettando un miracolo!

Ed ecco una categoria di persone che cercano i terapisti alternativi. Coloro che si sono scoraggiati dello stato della loro malattia e credono che l'aiuto dato dalla medicina (tradizionale) sia troppo ristretto. Non è un caso che molti malati di cancro e quelli con diagnosi di AIDS cercano rifugio in una vasta gamma di terapie alternative, nella speranza di essere guariti / aiutati.

Se studiamo queste teorie e le promesse fatte da queste terapie fanno, appuriamo due cose: secondo le loro affermazioni, si rivolgono a tutta la persona (l'approccio olistico), il suo corpo, la mente e la psiche! Si può apprezzare l’impatto che può aver nel mondo una simile nozione, che una pillola può guarire l'anima, in quanto il trattamento è olistico. In altre parole, stiamo parlando di un artificio demoniaco di prim’ordine! Costoro parlano di forze che essenzialmente compiono miracoli, siano essi di origine universale (potere del mondo) o provenienti dall'essere umano (forza vitale).

Recentemente, ho avuto una conversazione con un medico omeopatico e ho espresso critiche sui metodi utilizzati. Quando ha avuto difficoltà a spiegare la metodologia, ha risposto che ciò che lo lo interessa più di tutto è il risultato finale, e di conseguenza, è felice di vedere che le cure e l'alleviamento del dolore con l'uso di rimedi omeopatici hanno luogo su base regolare.

È necessario, ora, commentare su questo tema, e offrire alcune risposte sul nostro argomento. È già stato stabilito che l’omeopatia pone particolare enfasi sulla sua base scientifica, ma spesso mi chiedo perché l'acqua di un ruscello o di una cascata, che fluisce naturalmente, e contiene alcuni elementi necessari per la sopravvivenza, come lo iodio, non è considerata intrisa di potere!

Tuttavia, non voglio essere coinvolto nell’occultismo che è così apertamente espresso in molti casi, ma piuttosto vorrei guardare a quelle (terapie), che sostengono di stare alla larga di queste commistioni e modi di pensare (di tipo occultista). È possibile?

Mi occuperò dell’omeopatia, soprattutto perché sembra essere la più innocua / innocente ed è stata ampiamente diffusa, e perché è praticata da medici che non hanno bisogno di altre credenziali per poter praticare senza disturbi / interferenze.

Chi è che di solito si rivolge all’omeopatia

Credo che sia evidente dalle presentazioni dei casi precedenti che l’omeopatia non è altro che ciarlataneria con alcune caratteristiche mediche, psichiatriche o intellettuali.

In ogni caso, basti pensare al fatto che G. Vithoulkas, fondatore della medicina omeopatica in Grecia, non aveva alcuna esperienza in medicina, ma era un assistente di ingegneria civile (e si è verificato che non ha mai coseguito una laurea neppure in questa disciplina!).

In linea di principio, gli individui più propensi a rivolgersi all'omeopatia hanno una certa conformazione psicologica o sono soggetti a certe pressioni nella vita; non intendo, però, affermare che non appartengono alla normalità della società. Il più delle volte, hanno testato diversi tipi di terapie a base medica senza provare risultati significativi, di solito perché la loro condizione presenta molti parametri psicologici che, ovviamente, non sono eliminati attraverso l'assunzione di farmaci! In effetti, si presenta spesso il caso di sindromi da dolore cronico (cefalee, lombalgie, dolori al petto, ecc.) Costoro si rifiutano però di accettare, oppure ignorano, l'esistenza di problemi psicologici, e trovano "comodo" credere che una pillola farà loro bene. Per questo motivo, si rivolgono a un medico omeopatico e non a uno psichiatra!

Inoltre, ci possono essere individui che amano impegnarsi nell'aspetto della prevenzione delle condizioni di salute spiacevoli. Essi ritengono necessario essere coinvolti in qualche tipo di trattamento, come ad esempio quello dell’omeopatia, sia pure in via preventiva! È la persona insicura che, per una serie di ragioni, può andare anche dal proprio medico di medicina generale, per chiedere di essere trattato con vitamine o tonici, in via preventiva. Se l'internista dice a questa persona che sta bene, e non presta particolare attenzione a lei o alla sua richiesta, questo stesso individuo può benissimo continuare la propria ricerca sanitaria nella direzione delle terapie alternative. È ovvio che in questo ci sono problemi psicologici più profondi.

La soluzione magica a un problema, ovvero, la repressione del problema

A volte i clienti vengono a chiedere farmaci, e anche se io spiego loro che la guarigione psicologica avviene tramite variazioni di modo di pensare e di comportarsi, variazioni che risultano da un lavoro comune di psicoterapia, rifiutano questa diagnosi e chiedono un farmaco, che li curi in qualche modo magico. E, infatti, a volte, un terapeuta può cedere alla tentazione della richiesta del cliente, e prescrivere un farmaco: in questo caso vediamo risultati sorprendenti, almeno all'inizio, per un fenomeno noto come effetto placebo!

Io, personalmente, non lo faccio mai, e lo considero del tutto inutile (se non del tutto immorale, perché il paziente non è esattamente a conoscenza di che tipo di trattamento sta subendo, anche se ci sono pazienti che sono, in realtà, indifferente a queste cose!).

Mi ricordo che alcuni anni fa parlavo con uno psichiatra veterano, quando la psichiatria era ancora nelle sue fasi iniziali, e lui stava commentando una particolare situazione che si era verificata nella sua clinica, in cui aveva somministrato un’iniezione di acqua naturale (vale a dire, acqua distillata, come quella usata in omeopatia) ad alcuni clienti e aveva osservato risultati davvero sorprendenti ogni volta. Sia il medico sia i pazienti erano rimasti soddisfatti dei risultati di questo trattamento che aveva luogo più o meno con cadenza mensile!

Questo è esattamente ciò che accade nell’omeopatia. Stai meglio, e ti dicono: "Torna tra due o tre mesi per le misure di prevenzione o per mantenimento!"

È un peccato, però, che la professione medica sia ridotta a un tale livello da alcuni dei suoi professionisti, in quanto questi ultimi non fanno lo sforzo di esaminare i bisogni più profondi e le preoccupazioni di una persona, e quindi di amministrare un trattamento che affronti il problema alla radice. Purtroppo, la psichiatria come professione qui in Grecia è stata trascinata, come Ettore, nell'arena della neurologia per così tanti anni e ora molto timidamente sta affermando la propria identità, cioè la sua guarigione da questa crisi di identità.

La medicina omeopatica agisce normalmente in modo simile. Forse, i medici anziani ricordano l’acqua "curativa" Kamaterou che molti anni fa sosteneva di curare anche il cancro! (I pazienti guariti andavano a dare interviste pubbliche!). Inizialmente, i pazienti erano entusiasti e sostenevano di avere ottenuto risultati anche prima che il farmaco avesse la possibilità di raggiungere lo stomaco. Dopo un certo periodo di tempo, però, giorni o anni, ritornavano allo stato precedente.

In fondo, alcune persone sono consapevoli di queste cose. Ma hanno ancora voglia di credere nel "magico" rimedio toccasana, mettendo da parte i loro altri problemi, psicologici o di altro tipo. È molto più facile inghiottire una pillola piuttosto che parlare di esperienze traumatiche presenti o dell’infanzia. La prima soluzione ti renderà un cliente soddisfatto dei trattamenti alternativi, la seconda (soluzione) può, forse, aiutarti a capire perché tendi a evitare certe cose nella tua vita e perché continui a vivere miseramente in un circolo vizioso.

Quindi, questo è il modo in cui il medico omeopatico assume il ruolo di uno psichiatra, trattando senza volerlo e presumibilmente "tutte le malattie" (fobie, depressione, nevrosi, e persino la schizofrenia), anche se non è specializzato in alcun settore della scienza medica! E questo è davvero paradossale, se ci si ferma a pensarci!

Come funziona la medicina (convenzionale)

Molto spesso, le persone che ricorrono a un intervento medico sono quelle con dolori cronici, come mal di testa, disturbi cardiaci, dolori e spasmi muscolari, lombaggine. Purtroppo, quello che molti internisti si limitano a fare è prescrivere ogni volta una particolare terapia analgesica a seconda della condizione.

A volte, se non trovano il problema con l'esame clinico, possono dire: "Non c'è niente di sbagliato in te", o "non pensarci più", oppure "È tutto nella tua testa."

Non c'è niente di peggio, per chi attende aiuto, che incontrare questo tipo di risposta. Gli viene detto, più o meno, che sta immaginando la sua malattia! Così si rivolgerà a un agopuntore o a un medico chiropratico o a un omeopata che sicuramente lo guarirà. In questo modo dimostrerà indiscutibilmente che aveva ragione a provare dolore, ma tu, signor internista / medico generale, non sei stato in grado di curarlo.

E se non hai il tempo o l'energia di mettere da parte un'ora per discutere con il cliente i suoi problemi emotivi, la cosa migliore che puoi fare, per lo meno, è quello di mandarlo da uno psichiatra o psicologo competente, senza paura e ossessioni.

Ho ricevuto da un internista un cliente del genere, un giovane, alcuni anni fa.

Il suo problema era che soffriva di mal di testa inquietanti per il quale si era rivolto all'agopuntura, ma solo con un sollievo temporaneo. Più tardi, ha provato dolori al petto che lo hanno portato a far visita a sette diversi medici specialisti in quanto la sua assicurazione privata copriva le visite e non doveva pagare di tasca sua. Aveva fatto del suo problema di salute il centro della sua vita.

Aveva subito tutti gli esami e le analisi più costose senza che gli fosse diagnosticato nulla di patologico. Ciò che restava erano le cure psichiatriche (che in realtà non erano coperte dalla sua assicurazione privata), e così finì nel mio ufficio. Si chiese come avrebbe potuto essere trattato, senza farmaci per alleviare i suoi dolori, e gli ho chiesto di affidarsi a me per un periodo di trattamento di almeno tre mesi.

Abbiamo iniziato insieme con un esame di tipo psicoanalitico, discutendo tutti i problemi partendo dal presente e tornando ai suoi anni d'infanzia. Tutti i suoi dolori sono scomparsi durante il primo mese, ma il nostro lavoro insieme si è esteso per sei mesi, senza che si lamentasse di altri sintomi. La cosa più significativa è stata questa: c’erano problemi nelle sue relazioni, che non erano stati citati all’inizio, e che ora venivano risolti, e ci si potrebbe chiedere come sia successo. Scavando profondamente e analiticamente nelle sue relazioni interpersonali, soprattutto le prime esperienze infantili, ci è stato rivelato un bel po', per esempio la sua crescita essenzialmente con la nonna e senza sua madre, che aveva dovuto lavorare giorno e notte. La nostra discussione ha portato alla luce le zone d'ombra della sua personalità, cosa che lo ha aiutato ad avviare un processo di maturazione che aveva negato fino a questo punto per sue ragioni emotive.

Un'altra cosa che mi ha impressionato, è che questo giovane era letteralmente andato da ogni terapeuta a disposizione in cerca di consigli. E anche se non era un frequentatore della chiesa, era andato anche sul Monte Santo a incontrare l'anziano Paisios, il cui incontro, però, non gli ha impedito di rifugiarsi nella stregoneria e nei medium, e di mettere in pratica quel che gli dicevano!

Forse vi sarete chiesti quale fosse il senso, simbolicamente parlando, di tutto l’intrattabile dolore sperimentato da questo ventenne. Dalla mia "analisi" del suo caso, credo che il dolore fosse significativo per il seguente motivo: era stato privato di un "abbraccio materno", quando ne aveva un disperato bisogno, e così ora stava cercando di sostituirlo con la continua cura e attenzione per il suo corpo, che perseguiva andando dai medici, che non erano in grado di guarirlo, proprio perché non è possibile sostituire la carezza di una madre di cui era stato privato.

Non so se vi ricordate qualche scena nella vostra infanzia, quando siete caduti facendovi male, e vostra madre vi ha detto: "Vieni qui, così ti do un bacio e ti faccio passare il male." E, miracolo dei miracoli, quel bacio della madre, che potere curativo senza rivali!

Ecco come funziona oggi la terapia "alternativa". E non solo! Anche ogni farmaco che una persona riceve dal medico.

E finché i medici non sapranno come parlare con il malato e come discutere con lui il suo problema, così anche i farmaci non potranno fare il loro lavoro, nonostante il fatto che farmaci nuovi e meglio sperimentati siano immessi sul mercato giorno dopo giorno.

Siete consapevoli del fatto che i medici scrivono prescrizioni per la maggior parte dei farmaci psicotropi: Io, personalmente, ho raggiunto il punto in cui, molte volte, non mi ricordo nemmeno i nomi dei farmaci, perché li prescrivo così raramente. Il motivo è che mi prendo un sacco di tempo per parlare con i miei "clienti" delle loro difficoltà e delle loro esigenze emotive, e la soluzione si incontra alla sorgente, a livello psicologico, e così i sintomi scompaiono da soli, senza dover chiedere ai pazienti di tornare per una terapia di "mantenimento"!

Qualche tempo fa una giovane madre è venuta nel mio ufficio, dopo aver perso il marito in un incidente d'auto. Mi ha chiesto consigli su come dare al suo bambino la notizia della morte di suo padre, e, inoltre, mi ha pregato di dire al bambino la notizia. La donna era in uno stato di depressione per la perdita inaspettata di suo marito con il quale aveva un rapporto molto affettuoso. Improvvisamente, però, aveva perso ogni speranza per lui (non credeva nella vita dopo la morte) e così si era sbarazzata di tutti i ritratti del marito in casa. Naturalmente, ho discusso con lei in dettaglio tutti gli eventi e le sue reazioni emotive, cosa che le ha causato, più volte, di scoppiare in lacrime, ma che l'ha anche costretta a prendere coscienza, alla fine di quanto aveva gestito erroneamente la situazione.

Quando ha lasciato il mio ufficio, non le era necessario per lei avere un farmaco, né per me vedere il suo bambino, perché si era convinta che la società avrebbe potuto dirgli tutto quello che lei stessa era giunta ad accettare abbastanza bene in sé.

Perché mi riferisco a questo caso? Perché, questa era una persona che avrebbe potuto facilmente andare da un medico omeopatico (come nei casi che sono venuti alla mia attenzione). Avrebbe preso alcune "pillole miracolose" che l'avrebbero aiutata a superare il suo dolore, ma solo dopo pochi mesi, ovvero una cosa che sarebbe accaduta da sola con il passare del tempo. Tuttavia, questo non l'avrebbe aiutata, a meno di venire a conoscenza del fatto che aveva percepito la morte di suo marito in modo erroneo, e questo a sua volta non sarebbe stato affatto di beneficio per il suo bambino, che quindi avrebbe potuto sviluppare diverse fobie e disturbi.

Quindi, rispetto alle cure mediche, il problema qui non è solo il fatto di evitare di fare del danno a un paziente, ma anche il fatto che la professione medica deve aiutare quando e dove possibile, e utilizzare il più possibile tutte le conoscenze scientifiche che ha. Anche il minimo ritardo nel trattamento di qualcuno, può avere conseguenze sconvolgenti nella vita di un individuo.

La medicina olistica a confronto con la medicina convenzionale

I praticanti delle terapie alternative proclamano di vedere la persona totalmente e non solo i suoi sintomi. Tuttavia, a un esame più attento del trattamento di certe situazioni, che cosa si mostra? Che la persona è vista come la somma totale dei suoi sintomi, che sono quindi trattati con la somministrazione di una pillola abbastanza individualizzata (una panacea). In breve, il rimedio (termine usato dai medici omeopatici per i medicinali da loro utilizzati) diventa uno scopo di tutto, in possesso di poteri divini.

Qualunque problema o bisogno emotivo che la persona può avere non sono così significativi per loro quanto trovare il rimedio, la medicina una e sola "che si adatta al paziente", come dicono con compiacimento. "Dal momento in cui l’abbiamo trovato, l’abbiamo guarito! E siamo quindi in debito con questo potere mistico".

Ditemi ora, se non c’è da meravigliarsi che a poco a poco e involontariamente una persona entri in un percorso di tipo occulto, anche se il suo medico è un cristiano ortodosso!

E in questo modo le fobie sono trattate anche a distanza e con una ricetta fatta per telefono! Ma non è un fatto noto, anche tra i meno informati, che una fobia è per eccellenza un fenomeno psicologico e non può essere trattata senza almeno coinvolgere la persona che ne soffre in un dialogo per vedere qual è il problema? E questo è il compito primario dello psichiatra. Così, i terapeuti alternativi stanno usurpando, e in modo dannoso, la pratica della psichiatria, che non hanno studiato e di cui non hanno conoscenza.

Naturalmente, si può dire che, come risultato di una esperienza personale, qualcuno sia in grado di curare la sua stessa fobia. Non dubito che questo possa accadere a volte! Ma ciò che si deve sottolineare qui è l'obiettivo dello psichiatra, che è quello di trattare il disturbo individuale, e non solo di curare i sintomi.

Ciò che spesso accade è che, proprio quando un sintomo è guarito, se ne apre un altro, come nel caso di un paziente che è stato curato dalla sua paura delle altezze solo per acquisire una fobia delle correnti elettriche. E da lì continua a sperimentare una fobia degli oggetti taglienti, e così via.

Una turba individuale è il risultato di un conflitto interno che può essere attribuito a un dilemma su una decisione molto seria, che deve essere esaminata dallo psichiatra, e quando la persona, attraverso l’analisi, lo ha visto per quello che è, poi i sintomi scompaiono immediatamente.

La somministrazione di farmaci, a questo punto, è come prescrivere l'aspirina a un malato di cancro. Ed è un fatto che molti malati di cancro si sono rifugiati, inizialmente, in trattamenti alternativi che promettevano miracoli, perdendo così tempo prezioso. E dopo essersi stancati di provare varie pozioni, trattamenti e altri rimedi, sono andati da un medico e hanno cominciato il trattamento delle cellule tumorali e altre terapie, ma poi era troppo tardi. Se fossero andati prima, avrebbero potuto essere curati.

Così vedete come la pratica di nuovi trattamenti medici (dovrei dire qui, di cure anti-mediche!) non può essere considerata innocua, come insegnano orgogliosamente. Se non altro per il tempo prezioso perso, la spesa sostenuta e la perdita fiducia in un medico, e perché con la scomparsa di un sintomo, che è il modo con cui il corpo emette un segnale di avvertimento, si dà invece un segnale sbagliato, vale a dire, il meccanismo di sicurezza è neutralizzato senza che vi sia una protezione dal pericolo.

Non è sufficiente dire che la persona è vista in modo olistico, bisogna sapere cosa si sta facendo e la terapia alternativa non è in grado di farlo, semplicemente perché non ne ha la conoscenza.

Il ruolo del terapeuta

Il problema qui non è che la professione medica stia perdendo la sua clientela! E forse è bene a questo punto di fare riferimento al fatto che la medicina, come viene praticata oggi in Grecia, tende sempre di più, in questi ultimi anni, a perdere il suo volto umano e sta diventando una carriera per scrittori di ricette. E qui è sicuramente il punto delicato, di maggiore responsabilità, vale a dire, la ragione per cui l'omeopatia e le terapie alternative stanno guadagnando terreno.

Se gettiamo uno sguardo alla professione medica, spesso osserviamo che "non possiamo vedere la foresta a causa degli alberi." Credo che l’iper-specializzazione in campo medico sia la colpa di questo fenomeno. C’è anche da rimproverare la formazione inadeguata, a livello di base, dei medici, che imparano molto sulle malattie, ma poco o nulla sul malato come entità psicosomatica!

Ho sentito parlare di casi in cui i clienti che intraprendono un trattamento omeopatico sono stati curati in un solo colloquio, che hanno descritto come meraviglioso. Ma in realtà, ciò che sta accadendo qui è che, poiché il colloquio dura due ore e il praticante fa molte domande dettagliate sulla vita personale del cliente, i clienti sentono che il medico si preoccupa davvero di loro; e questo fatto da solo produce potenti risultati terapeutici, sia pure temporanei. E quali domande si fanno? "Da che parte del letto dormi?" "Ti piacciono i cibi grassi, il caffè?" "Che tipo di sogni fai?", e così via!

In psichiatria, dove esistono circa 400 metodi di psicoterapie nella sola America, un oggetto ripetuto di discussione è se il risultato terapeutico non dipenda, molte volte, tanto dalla personalità del terapeuta, quanto dal metodo di terapia praticata. Non è un caso che Ippocrate sia divenuto il padre della medicina. Lo stesso si può dire per Hanneman, un uomo di talento, i cui scritti, se li leggete, sono sia estasianti che impressionanti per i suoi tempi, con la sua gamma di conoscenze e il suo modo sistematico di trasmettere ciò che aveva da dire.

Se si legge la letteratura omeopatica, si troveranno più teorie e dogmi che non ricerca scientifica.

Ramificazioni spirituali

Il fenomeno, ovviamente, ha ramificazioni principalmente psicologiche, ma diventa anche spirituale, dal momento che un cristiano viene a conoscenza o semplicemente sospetta, o magari immagina inconsciamente, che sta bevendo un sorso d'acqua (con effetti potenti per il fatto che è stato mescolato!) piuttosto che farmaci, e che è in attesa di essere curato da qualche misteriosa e potente pozione.

Tuttavia, è abbastanza naturale, anche se uno non ci pensa in questo modo, aspettarsi inconsciamente aiuto da qualche fonte sconosciuta, che non è né collegata alla medicina tradizionale né alla fede in Dio (e quindi lascia aperte finestre di opportunità per l’ingresso dell’ingannatore), ed ecco che arriva la grande trappola, che, credo, alcuni padri spirituali non hanno avvertito, e così hanno finito per incoraggiare i loro figli spirituali nella direzione dell’omeopatia, essendo stati fuorviati da una maschera umanistica.

Pochi mesi fa, quando ero sul Monte Santo, ho apprendso con gratitudine, da un monaco affidabile e dotto, che anche l’anziano Paisios caratterizzava i rimedi omeopatici come sostituti demoniaci dell'acqua santa, e che era contrario a questi tipi di terapie. Sono stato impressionato dall'adeguatezza di questo confronto, perché questo è esattamente il modo in cui in generale questa medicina impressiona psicologicamente le persone. È anche degno di nota e caratteristico di lui, che il santo anziano Porphyrios accettava solo la medicina tradizionale e non le cosiddette terapie alternative. (A proposito dell’omeopatia ha detto che alcuni dei rimedi importati dall'estero erano un’esposizione alla stregoneria). Dico questo perché spesso si argomenta che sul Monte Santo accettano di omeopatia. Quelli che l’accettano lo fanno per ignoranza e ritenendola innocua, e fanno uso di preparati naturali, proprio come molti dei nostri nonni e nonne nei villaggi usavano prodotti della natura.

Oggi ci viene presentato il mito del nuovo campo medico. Tuttavia, la scienza della medicina è sempre giovane come scienza, perché elimina ogni tipo di anacronismo e di risultato finale, e accetta ciò che è considerato migliore, basandosi sulla ricerca scientifica. E di conseguenza, non ci sono molti campi medici; non c'è che una scienza della medicina.

In sintesi

Dovrebbe essere assolutamente evidente che in ogni particolare rapporto di trattamento, vi è come punto focale il paziente, ma anche il terapeuta e la sua personalità, e inoltre vi è il metodo terapeutico imparziale (la medicina, l’intervento). Non è un caso che un particolare paziente viene sottoposto a un particolare trattamento medico, dal momento che è il paziente che sceglie il terapeuta. So di medici che sono diventati oggetti di culto, più a causa della loro personalità che della loro abilità scientifica. E succede spesso che vi sia una tendenza del paziente di idealizzare il proprio terapeuta, perché, dopo tutto, si aspetta di ricevere da lui più aiuto.

A questo punto, vi sono due sfide:

Una si riferisce al medico e al potere inequivocabile che ha nelle sue mani. Riuscirà a farne uso in combinazione con le regole del galateo medico e senza trasmettere un senso di orgoglio personale e di onnipotenza? Se sì, allora egli offrirà il suo meglio per il paziente, e, contemporaneamente, lascerà aperta la strada per l’intervento Dio, la fonte di ogni cosa, che il paziente può sempre avere come fonte di riferimento e di aiuto.

La seconda sfida riguarda il paziente. Riuscirà a trasmettere al medico i dati che si adattano alla sua situazione, in modo da beneficiare del trattamento, in modo psicosomatico, o cercherà altre cose che possono essere correlate al proprio bisogno di un padre o di una madre affettuosi, ma anche al tentativo di riempire il vuoto metafisico che ha dentro di sé? Vi è anche la possibilità che resti coinvolto in circostanze e conseguenze impreviste e difficili.

Il problema più grande, però, è evitare il rischio di ritornare ai tempi degli stregoni, che, naturalmente, ancora esistono tra le tribù primitive dell'Africa e che stanno facendo apertamente la loro comparsa in Europa e in America, con il pretesto ufficiale della medicina della New Age. Questa è la mia grande preoccupazione, che si fonde con la lotta e la vigilanza della Chiesa.

 

Bibliografia (consigliata)

Vithoulka, G. L’omeopatia, Editore: Centro medico omeopatico, 1985.

Tamtakos, Z. L’omeopatia oggi, Salonicco 1990.

Diamantidis, S. L’omeopatia, Libreria Estias, Atene.

Stylianakis, padre Antonios, "L’omeopatia da un punto di vista psicologico e spirituale", 1995

David Sneed, Una critica sulle cure mediche nella New Age, Stereoma, Salonicco.

Samuel Pfeifer, La pratica omeopatica, Ed. Pergamos 1992.

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