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  La condanna degli insegnanti ortodossi non autorizzati nella Grecia del XIX secolo

di Matthew Namee

Orthodox History, 10 maggio 2023

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La storia dell'Ortodossia nella Grecia del XIX secolo è straordinariamente complicata. A partire dalla rivoluzione greca nel 1821, la Chiesa di Grecia iniziò a distaccarsi dal Patriarcato ecumenico, dichiarandosi autocefala nel 1833, uno status che non fu riconosciuto dal Patriarcato ecumenico fino al 1850. Questa Chiesa appena indipendente affrontò molte sfide, tra le quali l'emergere di insegnanti non autorizzati. Alcuni di questi erano missionari protestanti che aprirono bottega e cercarono di convertire i fedeli ortodossi del paese (di questi parlerò in futuro). Ma altre minacce provenivano dall'interno. I due più importanti di questi insegnanti furono Theophilos Kairis e Apostolos Makrakis, entrambi alla fine condannati dal Santo Sinodo della Grecia. Oggi passerò brevemente in rassegna le loro storie.

Theophilos Kairis

Theophilos Kairis era stato un leader nella guerra d'indipendenza greca e in seguito aveva fondato una rinomata scuola sull'isola di Andros, attirando studenti da tutta la Grecia e oltre, inclusi futuri vescovi, leader politici e professori. Kairis, che era stato educato in Occidente, aveva assorbito gli insegnamenti dell'illuminismo e considerava la dottrina ortodossa arretrata. Rifiutò apertamente le dottrine della santa Trinità e dell'Incarnazione di Cristo, insegnando invece che Cristo era "un semplice maestro di etica tra gli ebrei". Kairis abbracciò l'ellenismo ma rifiutò l'Ortodossia, arrivando al punto di dare ai suoi studenti nuovi nomi greci pagani per sostituire i loro nomi cristiani. Accettava l'esistenza di un Dio trascendente e l'immortalità dell'anima umana, e costruì un intero sistema filosofico-religioso: fondamentalmente, una nuova religione costruita attorno alle sue opinioni, e soprannominata "teosebismo" ("rispetto per Dio").

Kairis era un uomo ambiguo; quando uno studente gli chiese perché fosse diventato prete nonostante chiaramente non credesse negli insegnamenti della Chiesa, spiegò che voleva la credibilità del sacerdozio tra i suoi connazionali greci: "Ritenevo che altri avessero avuto simili dubbi riguardo al cristianesimo e che non osassero aprire il proprio cuore a un chierico di rango inferiore”.

L'aperta eresia di Kairis portò alla sua condanna da parte del Santo Sinodo greco nel 1839 come "negazionista della nostra irreprensibile fede e ribelle contro la santa Chiesa di Cristo". Fu esiliato in un monastero e successivamente in Europa occidentale. Lo stesso anno, il patriarca ecumenico Gregorio VI pubblicò una sua enciclica contro Kairis e i suoi insegnamenti. Alla fine, l'impenitente Kairis fu scomunicato. A causa del suo sostegno a Kairis, padre Theoklitos Pharmakides, segretario del Santo Sinodo di Grecia, fu estromesso dal suo incarico.

Apostolos Makrakis

Quattro decenni dopo, il 18 dicembre 1878, il Santo Sinodo di Grecia condannò come eretico il popolare intellettuale religioso Apostolos Makrakis. Makrakis era un po' l'opposto di Kairis: era il leader di un "movimento di risveglio" in Grecia, che predicava contro l'illuminismo e le strutture ecclesiastiche e statali radicate nel paese. È stato descritto come un "poliedrico onnivoro" che aveva imparato da solo molte lingue e aveva scritto lunghi commentari biblici. Più che parlare apertamente, Makrakis aveva formato vere e proprie organizzazioni per spingere per la riforma, inclusa una scuola privata istituita per competere con l'Università di Atene e, infine, una sua congregazione in stile protestante. La condanna di Makrakis da parte del Santo Sinodo si è basata sui suoi insegnamenti antropologici: sposava l'idea che gli esseri umani sono composti da corpi "carnali", "psichici" e "spirituali", e che l'obiettivo della vita umana è quello di evolvere dal corpo fisico al corpo spirituale. Il Santo Sinodo vedeva questo come un modo di pensare fondamentalmente gnostico, un richiamo ad antiche idee platoniche e manichee, incompatibili con la comprensione ortodossa della persona umana.

Dopo che Makrakis fu condannato dal Santo Sinodo, il governo greco chiuse la sua organizzazione e la sua scuola ed lo condannò a due anni di prigione per eresia. Makrakis aveva solo 47 anni quando fu dichiarato eretico, e visse fino a oltre i settant'anni, morendo nell'oscurità nel 1905.

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