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  Passi da recenti corrispondenze e conversazioni - marzo 2013

arciprete Andrew Phillips

Dal blog del sito Orthodox England

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Quali pericoli dovrebbe cercare di evitare in primo luogo chi è nuovo alla Chiesa?

Ci sono molti pericoli, proprio come ce ne sono molti come per quelli di noi che non sono nuovi alla Chiesa, ma sono pericoli diversi. La psicologia dei neofiti, per quanto particolare, è comune ai neofiti di tutte le nazionalità e in tutte le religioni.

Per esempio, mi ricordo di aver incontrato circa 30 anni una giovane irlandese che si era convertita al giudaismo per sposare un ebreo. Aveva preso la sua nuova religione con tutto lo zelo che alcuni sono soliti associare al cattolicesimo irlandese. Era del tutto massimalista, non utilizzava il controllo delle nascite, indossava abiti piuttosto strani, mangiava cibo kosher, era incredibilmente pro-israeliana, leggeva molto, ecc. A suo marito, che era un vero ebreo, tutto questo non poteva interessare di meno e probabilmente non aveva mai letto un libro sul giudaismo in vita sua. Era lei a imporgli di osservare lo Shabbat. In altre parole, lì non c'era teologia, solo la psicologia ossessiva dell'insicurezza - lei sentiva di doversi mettere alla prova per essere più ebrea degli ebrei. Ho il sospetto che tutto avesse a che fare con la concorrenza con la suocera, invece che con il marito.

 

A che cosa può portare questo tipo di insicurezza da neofita?

A estremismi - e credo che, in sostanza, il neofita, come tutti noi, dovrebbe evitare gli estremi. Vorrei prendere come esempio il defunto convertito francese, Olivier Clement. Nella sua gioventù, ha cercato di essere più russo dei russi, si preoccupava di indossare vestiti "russi" e altre cose esteriori e di leggere molto, cose che, pensava, lo avrebbero fatto ortodosso. Resosi conto che questo era assurdo, passò poi all'altro estremo e cominciò a scrivere contro la Chiesa russa, ad adottare punti di vista semi-cattolici e perfino a ricevere la comunione nella Chiesa cattolica. Questi stessi estremi dei convertiti si possono vedere in altri personaggi che in gioventù erano eccessivamente zelanti, poi sono diventati eccessivamente lassisti. In Inghilterra, per esempio, mi vengono in mente casi di persone che passano da essere più greche dei greci fino a essere più anglicane degli anglicani.

 

Come si può lottare contro tentazioni del genere?

Mantenendo un senso della realtà. Per esempio, questa tendenza a una mancanza di equilibrio si rafforza molto tra gli intellettuali che non hanno i piedi per terra nella vita parrocchiale, tanto da non avere esempi viventi di fronte a loro. La Chiesa non è una questione di letture, ma di esperienza di vita reale. Questo è il motivo per cui le parrocchie miste con lingue miste sono così vitali. Le piccole 'serre' di convertiti borghesi, che si fanno passare per 'ortodossi', o anche per 'più ortodossi degli ortodossi', e che spesso cercano di imporre alla Chiesa i loro programmi strani o eccentrici, sono sempre destinate al collasso.

In questi gruppi gli 'stranieri' e le 'lingue straniere' di solito sono disprezzati o fatti sentire non a casa. Queste comunità ripiegate su se stesse sono ghetti altrettanto etnici, 'filetisti' quanto i gruppi di immigrati o di esuli nelle grandi città - ma con una differenza. Questi ultimi gruppi sono almeno autentici, ma i gruppi dei neofiti vivono nelle pretese o nella finzione, a partire dai 'concorsi per chi ha la barba più lunga', così amati dagli ex-anglicani, per esempio. Questo perché non hanno radici nella realtà ortodossa, e spesso, purtroppo, sono in fuga dalla realtà. Si deve davvero salire sul treno dell'Ortodossia, oppure allontanarsi dai binari. Se non lo fate, sarete investiti - e sarà colpa vostra.

 

Ci sono altre conseguenze di tale insicurezza?

Sì, l’attitudine di giudizio. Le conversazioni di accusa dei convertiti, del genere 'questo vescovo si comporta così', o 'quel prete fuma', o 'là c'è stato uno scandalo, quindi non posso appartenere a quella Chiesa locale', dimostrano sempre la stessa negatività. Per esempio, io conosco un sacerdote della giurisdizione antiochena che dà la comunione a tutti, ortodossi o meno. Vuol dire che non sono in comunione con il Patriarca e tutti i numerosi e seri vescovi e sacerdoti della sua Chiesa? Certo che lo sono.

Tali conversazioni sono molto deprimenti, perché non si concentrano sulla realtà, ma solo sul negativo. Gli apostoli si erano concentrati su Giuda? No. Allora anche noi dovremmo concentrarci sulle 100 parrocchie dove la vita è normale o addirittura fiorente e dimenticare quelle in cui vi è qualche scandalo. Questo non è nemmeno il caso in cui un bicchiere mezzo pieno è visto come mezzo vuoto, questo è un caso in cui un bicchiere pieno al 99% è visto come vuoto al 99%. Il demonio gioca con il nostro senso della realtà e, seminando illusioni nella nostra mente, crea depressioni, scismi ed errori. Noi non cadiamo a causa di qualche scandalo, uno scandalo ci dovrebbe ispirare zelo. 'Se non fosse per la grazia di Dio ci sarei caduto pure io', è ciò che dovremmo dire. Questo è ciò che hanno fatto gli apostoli dopo il caso di Giuda. Non si facevano illusioni, ma erano felici nella fede.

 

Che cosa possiamo fare per contrastare questi pensieri?

La depressione nasce dall'orgoglio. Siate umili. La vita è bella - Dio ha creato la vita, non la morte. Non dobbiamo aspettarci che gli altri siano santi, quando noi stessi non siamo santi. Dobbiamo condannare solo noi stessi, per gli altri dobbiamo sempre trovare delle scuse. Noi siamo responsabili solo della salvezza della nostra anima. Smettete di interferire, guardando il vicino di casa. Fino a quando non abbiamo imparato questo, non siamo cristiani, siamo solo fonti di orgoglio, per le quali niente è mai buono abbastanza. Qui l’idealismo del neofita è pericoloso. Come si usa dire: 'Se l'erba del vicino è più verde, inizia a innaffiare il tuo giardino'. Dobbiamo rimanere all’interno della corrente principale e tenerci lontano dalle frange e dai margini intorno alla Chiesa. Naturalmente, se ci viene imposto un compromesso, è una questione diversa. Ma questo è raro.

 

Come si fa a non comprometterci in tali casi?

Mi ricordo di un prete in una conferenza pastorale diocesana a Francoforte qualche anno fa, che chiedeva che cosa sarebbe successo quando la ROCOR e il Patriarcato di Mosca sarebbero stati di nuovo in comunione, perché sapeva che un certo prete patriarcale faceva cose totalmente non canoniche e il sacerdote che ha posto la domanda non voleva concelebrare con lui. L’arcivescovo Mark rispose molto semplicemente e penso con grande sorpresa alla strana domanda: 'Allora non lo invitare alla tua parrocchia. Così non dovrai concelebrare con lui'. E lo stesso si può dire di quelli che utilizzano il calendario cattolico. Non abbiamo alcun obbligo di andare alle loro parrocchie e concelebrare con loro. Ma sono invitati a concelebrare con noi e noi li invitiamo. In questo modo sono loro che tornano al calendario della Chiesa, almeno per un giorno.

Un esempio viene dalla contemporanea Chiesa Ortodossa in America (O.C.A.), dove alcuni ortodossi ordinari si stanno finalmente rivoltando contro alcuni convertiti che hanno cercato di imporre su di loro una selettività ispirata alla destra evangelica. Gli ortodossi fedeli alle loro radici non vogliono una politica da serra e una pseudo-ortodossia, vogliono la tolleranza del mondo reale. Ma non vogliono neppure pratiche lassiste, che sono l'altra faccia della medaglia estremista. Hanno sofferto di queste cose per più di quaranta anni, e ciò ha portato alla crisi attuale nella O.C.A., l’ha isolata dal mondo dell’Ortodossia e in pochi concelebrano con loro, come abbiamo visto al recente insediamento del patriarca Giovanni di Antiochia.

Con tutti i suoi scandali finanziari e morali la O.C.A. soffre del tipo di problemi da cui sono affetti i cattolici - e per la stessa ragione - la perdita di fede. Ma questo non vuol dire che vi sono coinvolti tutti. Questo è il motivo per cui dobbiamo pregare per questa Chiesa soprattutto ora. È sempre una minoranza rumorosa che compromette la vita esteriore della Chiesa. Ma gli angeli sono ancora qui, a dispetto di noi. Non dimentichiamolo mai. Noi serviamo Dio, non l'uomo. La Chiesa è di Dio, non la nostra. Quanto a noi, oggi siamo qui, domani non ci saremo più, ma le porte degli inferi non prevarranno. La Chiesa non ha bisogno di noi, noi abbiamo bisogno della Chiesa.

 

Dove possono andare gli ortodossi russi in Occidente andare per la formazione in seminario? Raccomanderebbe il nuovo seminario a Parigi?

Sicuramente non Parigi. Il nuovo seminario non è riuscito a soddisfare le nostre speranze su tutti i fronti ed è notoriamente ecumenista, come tutti sanno e come abbiamo detto faccia a faccia alle autorità a Mosca. È incredibile per noi che a Mosca pensino ancora ingenuamente in categorie pre-rivoluzionarie, che la Chiesa cattolica sia del tutto seria e non soggetta alla massoneria in stile protestante, all'omosessualità e alla pedofilia, entrate in maniera massiccia dopo l'americanizzazione del Concilio Vaticano II.

In Russia non sono mai passati attraverso gli anni ‘60, quindi in questo senso conservano ancora in gran parte la freschezza e anche l'ingenuità degli anni ‘50. Tuttavia, compromettendosi per fraternizzare con i cattolici, come fanno a Parigi, fanno anche loro compromessi con i pedofili. Non lo hanno preso in considerazione. È un vero peccato che a Mosca ancora non ascoltino noi della ROCOR su tali questioni. Noi siamo la Chiesa fuori dalla Russia, siamo nati qui, viviamo qui, ne siamo consapevoli, parliamo ai cattolici ogni giorno come vicini di casa e sappiamo cosa succede tra loro. Ci sono moltissimi cattolici comuni, decenti che guardano alla Chiesa ortodossa perché li liberi da tali tirannie e deformazioni. Ma abbiate pazienza, date tempo a Mosca e impareranno.

Per rispondere alla domanda sulla formazione dei seminaristi di oggi: cercate una benedizione per andare a Jordanville oppure, in alcuni casi, al seminario del Monastero Sretenskij a Mosca. Un giorno Parigi sarà guarita. È un processo appena iniziato.

 

Qual’è oggi il nostro punto di vista sul metropolita / patriarca Sergio (Stragorodskij)? Nel 1930 oltre 30 vescovi respinsero la sottomissione amministrativa al metropolita Sergio, mettendo in discussione il suo compromesso con le autorità atee. Il metropolita Sergio si è trovato in isolamento, faccia a faccia con un'orgia di ateismo, che cresceva in scala sempre più grande. Siamo ancora d'accordo con quello che padre Seraphim Rose ha scritto nel suo libro ‘The Catacomb Saints’?

Penso che il nostro punto di vista sul metropolita Sergio oggi sia piuttosto quello che è sempre stato. Non siamo d'accordo con lui, eppure non lo condanniamo - non siamo mai passati attraverso quello che ha dovuto passare lui e non siamo mai stati di fronte alla scelta tra il martirio e il compromesso. Detto questo, è vero, per esempio, che il libro di padre Seraphim Rose, ‘The Catacomb Saints’, riprende in parte le polemiche inutilmente negative della Guerra Fredda degli anni ‘70, ma questo libro è ancora sostanzialmente nel giusto, nonostante il linguaggio forte che vi è utilizzato a volte e il suo strano titolo.

Nella Russia di oggi ci si sta ancora riprendendo dagli effetti del periodo sovietico e la de-sovietizzazione non ha fatto completamente il suo corso. Ci vorrà un'altra generazione perché la de-sovietizzazione sia completa. Per questo motivo ci sono ancora quelli che lodano il metropolita Sergio. Tuttavia, non dovremmo sentirci superiori, anche in Occidente abbiamo avuto attitudini di censura e condanna, giudizi farisei frutto della guerra fredda. Ma credo che la maggior parte sia stata in grado di liberarsi da tale influenza aliena più velocemente di quanto abbiano fatto in Russia. Quelli che non si sono liberati da tali atteggiamenti ci hanno lasciati.

 

Che cosa dovremmo pensare del ruolo del metropolita Sergio nel raduno delle forze dei russi durante la seconda guerra mondiale?

Per quanto riguarda il raduno dei russi nella seconda guerra mondiale, si potrebbe facilmente sostenere che la Chiesa è sopravvissuta nonostante il metropolita Sergio. Stalin si rese conto che non sarebbe riuscito a vincere la guerra senza la Chiesa. L'attacco nazista sulle terre russe, nel giorno della festa di tutti i santi della Rus’, il 22 giugno 1941, è stato, paradossalmente, l’evento che ha liberato la Chiesa, non i compromessi del metropolita Sergio. E da quel momento in poi, fino alla morte di Stalin e anche oltre, la Chiesa non è stata decimata come prima del 1941. Vero, Stalin e Kruscev dopo di lui hanno di fatto chiuso, naturalmente, molte, molte chiese che Stalin aveva permesso di riaprire e comunque hanno inviato molti in campi e prigioni, ma non ci sono più state fucilazioni di massa, ecc.

Noi, che non abbiamo mai dovuto passare attraverso la sovietizzazione, dovremmo concentrarci sui nuovi martiri stessi, su quelli canonizzati, per esempio, sul santo metropolita Kirill di Kazan’, e non su figure divisive e controverse come il metropolita Sergio. So che in Russia si stanno già muovendo in tal senso e il metropolita Sergio è dimenticato dai fedeli, per lo meno come una figura imbarazzante di leader prono ai compromessi. Lasciatelo ai tomi polverosi degli storici. Cerchiamo di tenere gli occhi sui santi, non sui non-santi.

 

Perché la Chiesa di Costantinopoli usa così tanti titoli clericali? So di diversi vescovi e persino un metropolita che di fatto sono solo ieromonaci glorificati. E i titoli di protopresbitero e archimandrita stanno perdendo significato, essendo diventati così comuni.

Penso che sia piuttosto ingiusto dire che è solo il Patriarcato di Costantinopoli a dare questi titoli così liberamente. È vero che lì il titolo di protopresbitero ora sembra essere dato a qualunque sacerdote che abbia un dottorato, e il titolo di archimandrita è utilizzato piuttosto come 'ieromonaco' è usato nella Chiesa russa. D'altra parte, nella Chiesa russa 'Metropolita' è talvolta usato in modo titolare, come 'cardinale' nella Chiesa cattolica, e nella Chiesa russa vi è un sistema di onorificenze che è spesso abusato. Quindi non posso ritenere che questo sia migliore rispetto al Patriarcato di Costantinopoli. Alcune persone sono un po' vanagloriose e amano i titoli e possono essere acquistate per mezzo di onorificenze. Purtroppo, le persone hanno il loro prezzo e in un mondo in cui molti sacerdoti non vengono pagati in denaro, possono essere pagati in onorificenze.

 

Come ortodossi cosa dobbiamo pensare dell'eurasianismo?

C'è qualcosa che si chiama movimento internazionale eurasiatico, basato in Russia e sviluppato dopo la caduta del comunismo nel 1991, anche se sulla base di un movimento pre-rivoluzionario. Alla superficie, l’eurasianismo ha legami con l'Ortodossia, il cui emblema è l'aquila a due teste, che guardano a est e a ovest. La Chiesa di Dio, il cristianesimo ortodosso, ha il compito e la missione di unire il mondo, oriente e occidente, Europa e Asia, in un'unità nella diversità. (Questo è molto diverso dal senso di unità del Vaticano - ereditato anche dai protestanti - che permette poca diversità e impone un modello totalitario unitario su tutti. Questo si può vedere nel modello dell’Unione Europea, che è una forma secolare del modello del Vaticano, e nel modello degli Stati Uniti, che è una forma secolare del modello protestante. Queste persone guardano la diversità dell'Ortodossia e la chiamano disunione! Questo è solo perché sono abituati a tali stili eterodossi monolitici e totalitari).

In generale, l’eurasianismo vede il moderno Occidente (non il vecchio Occidente storico), come se avesse preso una strada distruttiva, soprattutto dalla riforma protestante e ancor di più dopo il cosiddetto 'illuminismo'. La cultura occidentale oggi è stata spiritualmente svuotata, ha perso la sua anima, abbandonando le sue radici nel primo millennio cristiano ortodosso, ritornando in modo decadente alla barbarie. In altre parole, dietro l’incredibile raffinatezza economica e tecnologica occidentale, c'è la barbarie spirituale, come si può vedere nella promozione occidentale della sodomia e altri punti di vista politicamente corretti ma spiritualmente perniciosi.

L’eurasianismo vede il futuro in Russia, non in Occidente, che nella sua decadenza è sempre più simile all'Impero Romano d'Occidente poco prima della sua caduta più di quindici secoli fa. In tutto ciò che è evidente in queste cose, noi come ortodossi siamo d’accordo con l’eurasianismo. Tuttavia, il problema è che l’eurasianismo è essenzialmente politico, un altro 'ismo' o ideologia, non la Chiesa.

 

Chi ha fondato questo movimento eurasiatico?

Il fondatore dell’eurasianismo moderno è il filosofo russo ortodosso Aleksandr Dugin, nato nel 1962. Tipico della generazione post-comunista, in un primo momento, negli anni ‘90, ha cercato di conciliare il bolscevismo o lo stalinismo con l'Ortodossia. In questo modo anche lui è stato coinvolto con i movimenti nazionalisti post-sovietici di destra come 'Pamjat'. Il suo eurasianismo si è sviluppato su questa impurità spirituale. Da allora se ne è un po' distaccato e ha cominciato a liberarsene, esprimendo opinioni ortodosse più tradizionali, pur restando un nazionalista. Tuttavia, ciò che è scritto su di lui su Wikipedia è probabilmente opera di un’operazione di discredito della CIA. C'è poco di vero.

Ho incontrato Aleksandr Dugin a una conferenza a Londra, circa otto anni fa, e ne ho avuto una chiara impressione. È intellettualmente brillante, ma soffre ancora di confusione spirituale. È per questo che mescola l’Ortodossia con la politica di tutti i tipi, ma in particolare con le sue visioni di destra. La sua discepola più vicina è una giovane intellettuale chiamata Natella Speranskaja, responsabile del Movimento Giovanile Eurasiatico, ma che soffre della stessa confusione di Dugin. Dugin è collegato all’intellettuale greco ortodosso Dimitrios Kitsikis, un anziano geopolitico della generazione precedente. Sebbene sia un amico della Tradizione ortodossa - Kitsikis vuole che la Chiesa greca ritorni al calendario ortodosso - anche lui soffre di confusione spirituale e nazionalista ed è stato strettamente collegato al maoismo!

Ciò che è interessante di questi due pensatori ortodossi è che entrambi sono stati ispirati dal padre della geopolitica, il geografo inglese non ortodosso Sir Halford John Mackinder. Mackinder chiamava Eurasia (in pratica la Russia e l’ortosfera, o il mondo della civiltà ortodossa), quello che noi chiamiamo 'il centro', 'la zona centrale'. Questo è ciò che Kitsikis chiama la zona intermedia e, suppongo, se usiamo la terminologia di Tolkien, si potrebbe anche chiamare 'Terra di Mezzo'.

In altre parole, non vi è dubbio che tutti e tre i geopolitici, l’inglese, il greco e il russo, sono completamente d'accordo sul fatto che chi controlla la Russia / l’Eurasia controlla il mondo. Questo è il motivo per cui il territorio dell'Impero russo, o Unione Sovietica, o Russia, qualunque sia il nome, è stato tanto attaccato lungo i secoli - a causa della sua importanza geostrategica.

 

Che cosa sta accadendo in Siria?

Io sono solo un osservatore. È difficile per me dire qualcosa. Tuttavia, non posso fare a meno di osservare alcune tendenze comuni nella politica degli Stati Uniti da quando Obama è stato rieletto lo scorso anno. Fino ad allora la sua politica sembrava repubblicana e bushista.

Prima di tutto, il falco della destra statunitense, il generale Petraeus, che voleva invadere la Siria e forse bombardare l'Iran, è stato rimosso, dopo essere stato compromesso, e forse incastrato, in una relazione amorosa. Ne è seguito un cambiamento alla radice del personale estero degli Stati Uniti. In particolare Hillary Clinton, nota come falco russofobo, è stata sostituita come segretario di Stato da John Kerry, ex amico personale del presidente Assad di Siria. Hillary Clinton era stata accusata della morte dell'ambasciatore statunitense a Bengasi in Libia, ucciso da terroristi islamici, armati fino ai denti con armi date loro dagli Stati Uniti. Credo che l'amministrazione statunitense si sia resa conto di avere armato i suoi nemici. Si è visto questo anche nel Mali, che gli islamisti hanno conquistato con le armi rubate a causa dei bombardamenti della NATO in Libia. Mi ricordo il vecchio detto: 'Non sputare in cielo, ti ricadrà sul viso'.

Poi c’è stata la nomina del nuovo segretario alla Difesa Usa, Chuck Hagel, un veterano ed eroe del Vietnam, che ha definito la bancarotta dell'invasione dell'Iraq uno dei più colossali errori nella storia degli Stati Uniti. Ha completamente destabilizzato l'intera regione, creando una catena di responsabilità per gli Stati Uniti. Questa catena ha coinvolto l'Iraq, l'Iran, la Siria, la Turchia (dove hanno avuto luogo attacchi anti-USA), i curdi, la Giordania, il Libano e il sifone di denaro di Israele - gli Stati Uniti hanno acceso una miccia su una polveriera e stanno ora cercando di spegnerla prima che sia troppo tardi.

Così, la consapevolezza che molti dei mercenari stranieri che combattono il governo del presidente Assad in Siria sono terroristi sembra essere finalmente arrivata negli Stati Uniti. Da quanto capisco, ho l'impressione, ed è solo un'impressione, che gli Stati Uniti possono aver capito che il vero pericolo dal loro punto di vista è la Cina, e che forse sarebbe meglio lasciare il Medio Oriente alla Russia. Non può combattere entrambi allo stesso tempo. Anche le piccole ma incredibilmente ricche dittature dell’Arabia Saudita e del Qatar, che hanno finanziato e armato le decine di migliaia di mercenari islamici sunniti in Siria, ora sono preoccupate. Il genio è stato fatto uscire dalla bottiglia, e dev’essere rimesso dentro. Penso che solo la Russia, con oltre un milione di abitanti di lingua russa in Israele e l'influenza che ha in Siria, possa farlo. Qualcuno deve riparare il pasticcio che ha fatto l'Occidente.

 

Che cosa dobbiamo pensare di Colombo?

Penso che sia stato un navigatore italiano che si è perso in mare, ha pensato di aver trovato l'India, ma in realtà ha trovato alcune isole dei Caraibi. Così è sbarcato nel paese di qualcun altro e ha deciso di impadronirsene massacrando e schiavizzando gli abitanti.

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