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  Le decisioni del Sinodo d'Alessandria: una nuova fase nello scisma dell'Ortodossia mondiale

Unione dei giornalisti ortodossi, 23 novembre 2022

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l'Ortodossia riconosce la deposizione del metropolita Leonid da parte della Chiesa d'Alessandria? Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Il Sinodo della Chiesa d'Alessandria ha deciso di interrompere la commemorazione del patriarca Kirill e di deporre il metropolita Leonid. Cosa implica questo per la Chiesa ortodossa?

Il 22 novembre 2022, il Santo Sinodo del Patriarcato d'Alessandria ha deciso di sospendere la commemorazione del nome del patriarca Kirill ai servizi divini, nonché di deporre dal sacerdozio il capo dell'Esarcato della Chiesa ortodossa russa in Africa, il metropolita Leonid di Klin. Queste decisioni sono state dettate dal desiderio di "resistere all'intrusione illegale della Chiesa ortodossa russa" nella giurisdizione della Chiesa ortodossa d'Alessandria. Al momento possiamo dire che hanno inasprito la persistente crisi tra le due Chiese locali. Ma influenzano anche l'Ortodossia mondiale?

Contesto del problema

Nel 2018 il Patriarcato di Costantinopoli, senza accordo con altre Chiese locali, ha legittimato gli scismatici ucraini creando la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Questo passo del Fanar è stato percepito dalla gerarchia della Chiesa ortodossa russa come un atto di intrusione nel territorio canonico della Chiesa russa. A questo proposito, il Sinodo della Chiesa ortodossa russa ha annunciato la rottura della comunione eucaristica con il Patriarcato di Costantinopoli. È diventato ovvio che il Tomos della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha portato a una grave crisi nell'Ortodossia mondiale, e la decisione del Fanar è stata criticata da quasi tutti i primati delle altre Chiese ortodosse.

Nel contesto del nostro articolo, va ricordato che il patriarca Theodoros d'Alessandria in un primo momento aveva espresso sostegno alla Chiesa ortodossa ucraina e al suo primate canonico, sua Beatitudine il metropolita Onufrij.

Tuttavia, dopo un po', il capo della Chiesa alessandrina ha fatto una menzione liturgica di Epifanij Dumenko durante il servizio, che è stato visto come un tradimento, sia dai credenti che dalla gerarchia della Chiesa ortodossa ucraina, così come dalla Chiesa ortodossa russa. Il Sinodo della Chiesa russa ha annunciato la rottura della comunione eucaristica con il patriarca Theodoros e ha deciso una "risposta simmetrica" creando l'Esarcato della Chiesa ortodossa russa in Africa.

Questa struttura è stata guidata dal metropolita Leonid (Gorbachev) di Klin, e i sacerdoti Georgij Maksimov e Andrej Novikov ne sono divenuti i principali rappresentanti nel continente africano.

In un periodo abbastanza breve, un gran numero di sacerdoti del Patriarcato d'Alessandria si è trasferito nell'Esarcato, il che ha costretto il Sinodo di questa Chiesa a prima deporre Maksimov e Novikov dal sacerdozio, e ora a rompere la comunione eucaristica con la Chiesa ortodossa russa, contemporaneamente "spretando" il metropolita Leonid. In generale, dal riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", la Chiesa d'Alessandria è diventata la prima Chiesa che, in risposta alla rottura della comunione eucaristica da parte della Chiesa ortodossa russa, ha fatto lo stesso. Cosa significa questo?

"Autorizzazione" divisa

È già stato detto molte volte che la creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha provocato almeno una grave crisi nell'ortodossia mondiale. Inoltre, molti vescovi e primati delle Chiese credevano e continuano a credere che la concessione della "autocefalia ucraina" e la successiva reazione della Chiesa ortodossa russa portassero a un effettivo scisma dell'Ortodossia. Sono state anche espresse opinioni secondo cui, a causa della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", la Chiesa era divisa in due campi convenzionali: "greco" e "slavo". Allo stesso tempo, anche nelle Chiese di lingua greca, non tutti hanno sostenuto la decisione del Fanar (per esempio, la Chiesa albanese, i Patriarcati di Gerusalemme e Antiochia). A sua volta, il patriarca Bartolomeo nega ostinatamente l'esistenza dello scisma nell'Ortodossia mondiale, riferendosi al fatto che la Chiesa russa ha unilateralmente interrotto la comunione con le altre Chiese. Ovvero, "Anche se il patriarca Kirill non ci commemora, noi lo commemoriamo, il che significa che non c'è scisma".

Tuttavia, la decisione della Chiesa d'Alessandria di sospendere la commemorazione del primate della Chiesa ortodossa russa nei dittici durante i servizi divini dice chiaramente e inequivocabilmente che lo scisma è ormai diventato una realtà da non ignorare. Come minimo, lo scisma tra la Chiesa russa e quella d'Alessandria è stato formalizzato e documentato. Un'altra domanda è come ciò influenzerà l'Ortodossia mondiale?

Qui non c'è dubbio che la decisione del Sinodo d'Alessandria sarà sostenuta dal Fanar. Inoltre, è del tutto possibile che saranno espresse parole di sostegno da parte delle Chiese greca e cipriota, che hanno già riconosciuto la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Tuttavia, si limiterà tutto a sole parole o prenderanno una decisione simile, interrompendo la loro comunione con la Chiesa ortodossa russa? È difficile che sia così. Ma potrebbero benissimo accettare di discutere le azioni del patriarca Kirill.

Il fatto è che il patriarca Theodoros aveva precedentemente parlato di avviare una "riunione della pentarchia" per il processo al capo della Chiesa ortodossa russa a causa dell'istituzione di un esarcato in Africa da parte di Mosca. Tuttavia, un anno fa questa "riunione" è stata addirittura boicottata dai patriarchi di Antiochia e di Gerusalemme. Ora, dopo l'invasione russa dell'Ucraina, la situazione è diversa. Presumibilmente, il patriarca Theodoros si rivolgerà al patriarca Bartolomeo con la richiesta di convocare un Concilio per valutare le attività della Chiesa russa in generale e del patriarca Kirill in particolare. Inoltre, i presupposti per un tale Concilio sono incorporati nella decisione del Sinodo della Chiesa d'Alessandria, che parla di condannare le teorie politiche ed ecclesiologiche del "mondo russo" su "motivi etnofiletisti".

Se ci saranno "processi" contro il patriarca Kirill, questa è una questione aperta, ma che la rottura dell'unità ortodossa sia stata formalizzata sembra un fatto compiuto. Una delle manifestazioni di tale rottura è la decisione degli alessandrini di deporre il metropolita Leonid.

La deposizione e le sue implicazioni

La Risoluzione del Sinodo afferma che la Chiesa d'Alessandria "καθαίρεση από του υψηλού υπουργήματος της Αρχιερωσύνης του τέτος της Αρχιερωσύνης του τέως", il che può essere tradotto come "ha deciso di privare l'ex metropolita Leonid della più alta dignità episcopale". In altre parole, il metropolita Leonid non è più vescovo per la Chiesa d'Alessandria.

L'esarca per l'Africa ha commentato personalmente questa decisione nel suo caratteristico stile poco diplomatico, definendo uno "scismatico" il patriarca Theodoros, che, "dopo aver letto il fascicolo delle sue malefatte, gentilmente fornito dalla liaison SBU-CIA, ha improvvisamente dichiarato il suo sostegno all'ufficiale turco Bartolomeo, giustificando così il genocidio della popolazione del Donbass, decine di migliaia di vittime, donne, bambini, anziani e mordendo la mano di Mosca".

Da questo discorso emotivo possiamo concludere che il metropolita Leonid non riconosce la privazione della sua dignità episcopale. Ma in che modo l'Ortodossia mondiale si accosterà a questa decisione e, in generale, una Chiesa locale ha il diritto di deporre un vescovo di un'altra Chiesa locale?

La storia conosce casi simili. Il più indicativo è l'esempio di san Giovanni Crisostomo, che Teofilo, primo ierarca d'Alessandria, dichiarò deposto, fissando questa decisione nel "concilio dei briganti sotto la quercia". Inoltre, possiamo ricordare che il patriarca Nestorio fu deposto e anatemizzato su iniziativa di san Cirillo d'Alessandria. Quindi, l'attuale Sinodo della Chiesa d'Alessandria non ha escogitato nulla di nuovo, soprattutto considerando che il patriarca d'Alessandria porta ancora il titolo di "giudice dell'ecumene".

Un'altra domanda è come reagiranno le Chiese locali alla decisione riguardante il metropolita Leonid di Klin? Dopotutto, il Canone apostolico 11 dice che "Se qualcuno pregherà, anche in una casa privata, con una persona scomunicata, sia anch'egli scomunicato". Ciò significa che i rappresentanti di alcune Chiese locali possono rifiutarsi di concelebrare con il metropolita Leonid. Non stiamo parlando delle Chiese greca, cipriota o di Costantinopoli (vladyka Leonid comunque non concelebra con loro), ma delle altre Chiese "greche" – Gerusalemme, Antiochia, Albania. Inoltre, con un alto grado di probabilità, romeni e georgiani difficilmente concelebreranno con il metropolita Leonid.

D'altra parte, commemorando il laico Sergej Dumenko, lo stesso patriarca Theodoros rientra pienamente in questo canone, per non parlare della concelebrazione del capo del Fanar e del primate ellenico con il leader degli scismatici ucraini. Pertanto, l'attuale situazione canonica nella Chiesa è estremamente confusa.

* * *

Cosa avverrà ora? Le decisioni del Sinodo della Chiesa d'Alessandria hanno consolidato lo scisma nell'Ortodossia mondiale e creato ulteriori problemi per soluzioni di compromesso per risolvere l'attuale crisi. Quest'ultima è stata innescata e aggravata principalmente dal tomos della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" fornito dal Fanar, e tutto il resto è solo una conseguenza. Non è difficile intuire che la situazione peggiorerà e si radicalizzerà ogni giorno, il che potrebbe portare alla divisione definitiva e irrevocabile della Chiesa ortodossa in due campi, ognuno dei quali si considererà canonico e vero, mentre i suoi oppositori saranno scismatici privi di grazia. Da questa situazione può esserci una sola via d'uscita: sedersi al tavolo delle trattative e cercare di risolvere il problema non in campo geopolitico, ma ecclesiologico e canonico. Tuttavia, dobbiamo affermare che, purtroppo, non ci sono finora le premesse per tali negoziati.

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