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  "Le sorelle vogliono che lei scacci da me lo spirito dell'Ortodossia"

Come una badessa cattolica è diventata una monaca ortodossa

di Anna Berseneva-Shankevich

Orthochristian.com, 2 novembre 2022

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Durante la Grande Quaresima di quest'anno sorella Melania, ex badessa cattolica e assistente della badessa di un convento carmelitano, ha pronunciato i voti monastici in uno dei conventi ortodossi della Polonia orientale. Il suo percorso verso l'Ortodossia non è stato facile ed è stato pieno di svolte inaspettate. Ha accettato di condividere con i nostri lettori la sua storia complessa e sorprendente.

I miei antenati paterni provenivano dalla Polonia occidentale ed erano cattolici. I genitori di mia madre, membri della nobiltà polacca, possedevano terreni sul fiume Neman; oggi è sul territorio della Bielorussia. Tutti i miei parenti che ora vivono a Minsk sono ortodossi e sono molto contenta che non ci siano solo cristiani cattolici, ma anche cristiani ortodossi nella mia famiglia!

Ogni volta che i nostri nonni volevano nascondere l'argomento di una conversazione ai loro nipoti, passavano al russo. La nostra era una buona famiglia. Eravamo cattolici praticanti e andavamo in chiesa, ma non avrei mai pensato che sarei diventata una suora. Amavo moltissimo il Signore, ma non potevo immaginare che avrebbe voluto portare una peccatrice come me in un convento! Avevo vent'anni quando un prete che conoscevamo, un biblista, che stava andando a una conferenza accademica, mi invitò ad andare con lui. Avrei avuto l'opportunità di trascorrere due o tre giorni in un convento, pregare e poi tornare a casa. Ho acconsentito. Questa è stata la mia prima visita in un convento. Le suore mi hanno fatto domande molto serie, ma ho pensato che fosse lo stesso per tutte. Il terzo giorno avevo un appuntamento con la badessa. Mi ha fatto la domanda: "Quando ti trasferirai da noi?" Non mi ha chiesto se volevo unirmi a loro, mi ha chiesto quando! E ho deciso che il Signore mi aveva mostrato la sua volontà in questo modo. Tuttavia dissi che stavo studiando lingue e letteratura all'università e che i miei studi non erano ancora finiti, ma mi dissero che avrei dovuto lasciare l'università e che se necessario mi avrebbero mandato a studiare altrove. Tutto questo suonava molto serio, e quindi ho risposto: "Verrò tra un mese".

A casa, i miei genitori erano sgomenti per la notizia che avevo portato. Tuttavia, un mese dopo andai in convento e vi trascorsi due anni. Le suore erano profondamente coinvolte nell'opera di beneficenza: aiutavano negli ospedali, nelle scuole, viaggiavano in Africa per sfamare le persone affamate... Alla fine del mio secondo anno, il padre spirituale del convento mi benedisse per trasferirmi in un altro convento con una comunità di clausura. Secondo lui, mi sarebbe stato utile vivere in isolamento. Quando l'ho detto alla badessa, ha sospirato: "Avevo paura di questa conversazione... sentivo che saresti stata mandata via". Così, per obbedienza, sono finita in una comunità di suore carmelitane dove ho preso i voti monastici. Col tempo fui elevata al grado di badessa. Al convento divenni assistente della badessa, e istruivo le giovani suore.

Una volta un ecclesiastico polacco di alto rango venne nel nostro convento e suggerì di fondare una comunità di monache carmelitane a Usolje [molto probabilmente la città di Usol'e-Sibirskoe, ndt] nella regione di Irkutsk. Un tempo viveva lì una grande diaspora polacca: sia i polacchi defunti che quelli viventi avevano bisogno delle preghiere dei loro correligionari. Nessuno voleva andarci perché le monache di questo ordine trascorrono tutta la vita (salvo rare eccezioni) tra le mura del loro convento, non escono nemmeno. Andare in Siberia significava non tornare mai più in Polonia. Non c'è da stupirsi che nessuna delle sorelle volesse così tanto per se stessa. E ho pensato che, a quanto pareva, dovevo andarci io. Si deve conoscere la terra in cui si vivrà, quindi, dopo aver ricevuto una benedizione, ho iniziato a studiare la storia russa e a leggere dell'Ortodossia. La Russia ha molti santi propri; così ho deciso che potevo pregarli e chiedere il loro aiuto.

Mi è stata consigliata la casa editrice ortodossa polacca Bratczyk. Abbiamo iniziato a corrispondere e mi hanno aiutato molto: ho ricevuto molta letteratura e icone ortodosse. Qualunque domanda avessi, mi hanno sempre inviato un libro o un opuscolo sull'argomento. Ciò che mi ha stupito è che tutto in questi libri era scritto in modo semplice e non sofisticato. All'inizio questo mi ha confuso. E quando mi alzavo per pregare, tutte le delizie intellettuali scomparivano dalla mia mente: rimanevano solo questi semplici testi. Amavo la lettura filosofica: leggevo sia Dostoevskij che Florenskij in traduzione e la letteratura complessa mi dava piacere. Ma i libri semplici ti rendono diverso: soffia in loro il vento dello Spirito Santo.

L'editore di Bratczyk, Marek Yakimyuk, ha portato dei russi nel nostro convento. Una volta l'archimandrita Amvrosij (Jurasov) venne con lui dalla città russa di Ivanovo con le sorelle di un convento ortodosso. Abbiamo parlato attraverso le sbarre. Padre Amvrosij ci ha chiesto: "Sorelle, vi arrabbiate mai l'una con l'altra?" E per molto tempo abbiamo discusso della passione della rabbia. Utilizzando semplici esempi, l'anziano ci ha spiegato come affrontare le tentazioni e come amare il prossimo. Le sue parole sono arrivate dritte nei nostri cuori. Le nostre sorelle erano sedute in lacrime: lo Spirito Santo era così forte nei suoi discorsi. Erano di una bellezza ultraterrena! Fui felice di vedere le lacrime negli occhi delle sorelle.

Mentre leggevo la letteratura ortodossa, mi sono posta una domanda a cui volevo davvero trovare una risposta. Ho scritto una lettera a Marek: "Sto leggendo anziani antichi e allo stesso tempo l'anziano nostro contemporaneo, Paisios l'Agiorita. Sono separati da secoli di storia, ma non sento alcuna differenza tra loro! Perché?" La risposta di Marek è stata per me il primo passo verso l'Ortodossia. Ha scritto: "La Chiesa ortodossa è la continuazione delle tradizioni patristiche. Tutti sono vivi nella Chiesa ortodossa!" Poi ho chiesto al mio padre confessore cattolico: "Cosa ci succede? Perché per noi gli antichi anziani sono la storia e non la realtà?" Rispose che noi vivevamo in un mondo nuovo. "Ma ascolti! Il Vangelo è stato scritto 2000 anni fa, significa forse che non è aggiornato?" Ho chiesto. Nessuno sapeva come rispondermi. Allora molte persone che mi erano vicine si sono allontanate da me e ho perso molti amici. È stato doloroso.

In quel periodo, padre Amvrosij sorella Maria di Gerusalemme mi hanno sostenuto. Una volta la cantante folk ortodossa russa Zhanna Bichevskaja venne in Polonia per dei concerti; il suo tour era stato organizzato da Marek Yakimyuk. Conoscevo e amavo le sue canzoni, quindi ho chiesto a Marek di salutarla. Per qualche ragione, mi ha frainteso e ha pensato che stessi invitando Zhanna da noi; dopo un po' ho ricevuto una chiamata dal suo manager. Non potevo immaginare che una tale cantante sarebbe venuta nel nostro convento! Per noi polacchi, Bichevskaya, Vladimir Vysotskij e Bulat Okudzhava sono la Russia incarnata nelle canzoni. Si è scoperto che il manager di Zhanna andava a scuola con mia madre e mia madre lo aiutava con il suo fratello malato. Ho detto che mia madre era morta, e il manager ne è rimasto molto turbato. "Verremo al vostro convento", decise.

Zhanna e io siamo diventate subito buone amiche e lo siamo state fino a oggi. I russi sono così gentili! Li sento intensamente, come una famiglia. Le canzoni di Zhanna sono piene di un tale sentimento, un tale amore per la Russia! Zhanna non è una cantante secolarizzata, è una persona molto religiosa: per me le sue canzoni brillavano di Ortodossia. Gli incontri con diversi russi mi hanno influenzato molto: mi sono stati dati questi doni di Dio.

L'ultimo anno al convento carmelitano è stato molto duro per me. Potevo capire le sorelle: non volevano vedermi distrutta. Naturalmente, sembrava loro strano che una badessa polacca volesse convertirsi all'Ortodossia e partire per la Russia (nella nostra mente, l'Ortodossia è uguale alla Russia). Nel luglio 2010 c'era una situazione difficile in convento tra la badessa e le suore, e sono arrivate anche le autorità ecclesiastiche. Li ho aiutati a risolvere il problema, tutto è finito bene e la madre superiora ha voluto che mi concedessi una tregua. Nonostante il fatto che le suore carmelitane non possano mai uscire dai loro conventi, mi è stato permesso di andare per un giorno in un altro convento e venerarne le reliquie. Ho deciso che sarei andata in un convento ortodosso: volevo davvero partecipare a una liturgia ortodossa per la prima volta nella mia vita! Non l'ho rivelato alla badessa: avevo paura che me lo vietasse e io non avrei potuto disobbedire. "Le dirò dove sono stata quando torno," dissi evasivamente. Lei capì dove stavo andando, ma rimase in silenzio.

Marek Yakimyuk accettò di incontrarmi alla stazione e di portarmi alla chiesa di san Nicola a Bialystok. Una volta entrata in chiesa, iniziarono a sgorgare lacrime dai miei occhi. In quel momento, è diventato completamente chiaro che l'Ortodossia era la mia strada. Dopo Bialystok, ci siamo recati al Convento della Natività della Madre di Dio a Zwierki. Era il 12 luglio, festa dei santi Pietro e Paolo. Molti anni dopo ho appreso che san Paisios l'Agiorita, il mio santo ortodosso preferito, viene commemorato lo stesso giorno! Ho letto tutti i suoi libri che sono riuscita a trovare, e in fondo lo consideravo come un mio padre confessore. Abbiamo parlato con la badessa e prima che me ne andassi lei mi ha chiesto: "Quando verrà di nuovo da noi?" Era come fosse risuonata se la voce di Dio. Una volta nella mia giovinezza in un convento cattolico mi avevano chiesto allo stesso modo: "Quando verrai da noi?" Così ora il Signore aveva rivelato la sua volontà. Sapevo che non avevo bisogno di cercare un convento, il Signore me lo aveva già dato.

Dopo il mio ritorno al convento carmelitano, le suore mi trattarono con antagonismo: la madre superiora non poté fare a meno di dire loro dove ero andata. Sono stata rinchiusa in una cella per diversi mesi... Solo alcune giovani sorelle, che avevo precedentemente istruito, sono state la mia consolazione. A dicembre sono stata mandata nella clinica psichiatrica della comunità cattolica: le suore carmelitane si aspettavano che là avrebbero testimoniato la mia incapacità mentale. Gli esami durarono quattro mesi, e fui condotta da un prete autorevole che eseguiva esorcismi e liberava gli indemoniati. Quando fummo soli nel suo ufficio, il prete mi chiese:

"Perché è venuta da me, sorella mia?"

"Sono stata portata da lei in modo che possa liberarmi dalla possessione demoniaca."

"Sorella, io sto pregando per lei, ma lei non è posseduta da uno spirito malvagio. Cos'altro vuole, sorella?"

Sono scoppiata in lacrime e ho confessato:

"Vogliono che lei scacci da me lo spirito dell'Ortodossia".

Il sacerdote taceva, recitava solo il rosario. Dopo qualche tempo disse:

"Sorella, lei è arrivata nel posto sbagliato. Io ho completato la mia tesi di dottorato sulla preghiera di Gesù; nella mia cella sto finendo di dipingere un'icona del Salvatore 'non manufatta'; e andrò alla Lavra di Pochaev per studiare l'esperienza dei monaci ortodossi nell'esorcismo".

La nostra conversazione si è conclusa con la benedizione di quel sacerdote per abbracciare l'Ortodossia. Ho preso questo evento come un miracolo di Dio.

Sono diventata amica del personale dell'ospedale cattolico e abbiamo imparato a volerci bene. Hanno informato le suore carmelitane che ero sana di mente e che non c'era motivo di trattenermi nella clinica psichiatrica; che avevo passato tutti gli esami possibili e che dichiararmi pazza sarebbe stata una bugia, e che non si sarebbero caricati di un tale peccato sulle loro anime. Sia le suore carmelitane che dei sacerdoti sono venuti in ospedale e hanno cercato di persuadermi a cambiare idea e a non convertirmi all'Ortodossia. Ogni giorno c'erano incontri e conversazioni, ma ripetevo che non sarei tornata in convento. È stata molto dura, ma ho chiesto al Signore di darmi forza per un'ora, per un minuto... E il Signore mi ha aiutato a tener duro. Alla fine, mio padre e mio fratello vennero a portarmi a casa.

Dopo una settimana di riposo a casa, il 4 maggio sono partita per il convento di Zwierki. Sapevo che Zhanna Bichevskaja, a cui volevo bene, venerava molto lo tsar-martire Nicola II. All'inizio ho avuto un atteggiamento complesso nei suoi confronti e ho pregato lo tsar di aiutarmi. Il 16 luglio ho abbracciato l'Ortodossia e la mia prima comunione è stata il 17 luglio, che era la festa dei martiri imperiali! Quando ho saputo di questo, sono rimasta sbalordito. Per diversi anni sono stata novizia in un convento, poi monaca rassofora, e poi durante la Grande Quaresima del 2022 sono stata tonsurata monaca. Il mio percorso è stato spinoso e difficile, ma sono sicura che Dio stesso mi ha guidata. Oggi prego per l'amore tra Russia e Polonia. Il diavolo sta seminando inimicizia tra noi, ma credo che il Signore ci aiuterà a superarla!

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