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  Il Concilio dichiara la piena indipendenza della Chiesa ortodossa ucraina

Unione dei giornalisti ortodossi, 27 maggio 2022

di Taisija Lazarenko

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il Concilio della Chiesa ortodossa ucraina il 27 maggio 2022. Foto: news.church.ua

Il Concilio della Chiesa ortodossa ucraina ha modificato il suo statuto il 27 maggio 2022.

Il Concilio della Chiesa ortodossa ucraina, tenutosi a Feofanija il 27 maggio 2022, ha preso in considerazione le questioni della vita ecclesiale, sorte a seguito dell'aggressione militare della Federazione Russa contro l'Ucraina, come riferisce il Dipartimento informativo-educativo della Chiesa ortodossa ucraina.

A seguito dei lavori, il Concilio ha approvato quanto segue:

  • Il Concilio condanna la guerra come una violazione del comandamento di Dio "Non uccidere!" (Es. 20,13) ed esprime il proprio cordoglio a tutti coloro che hanno sofferto nella guerra.

  • Il Concilio fa appello alle autorità dell'Ucraina e alle autorità della Federazione Russa affinché proseguano il processo negoziale e la ricerca di una parola forte e ragionevole che possa fermare lo spargimento di sangue.

  • La Chiesa ortodossa ucraina esprime il suo disaccordo con la posizione del patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus' sulla guerra in Ucraina.

  • Il Concilio ha adottato pertinenti aggiunte ed emendamenti allo Statuto di governo della Chiesa ortodossa ucraina, indicando la piena indipendenza e autonomia della Chiesa ortodossa ucraina.

  • Il Concilio ha anche approvato le risoluzioni dei Concili dei vescovi le decisioni dei Santi Sinodi della Chiesa ortodossa ucraina, che hanno avuto luogo dall'ultimo Concilio della Chiesa ortodossa ucraina (8 luglio 2011).

  • Il Concilio approva le attività dell'amministrazione e degli uffici sinodali della Chiesa ortodossa ucraina.

  • Il Concilio ha riflettuto sul rinnovamento del crisma nella Chiesa ortodossa ucraina.

  • Per il periodo della legge marziale, quando i rapporti tra le eparchie e il centro di governo della Chiesa sono complicati o assenti, il Concilio ritiene opportuno conferire ai vescovi diocesani il potere di prendere decisioni autonome su diverse questioni della vita diocesana, che rientrano nella competenza del Santo Sinodo o del primate della Chiesa ortodossa ucraina, informandone il clero, se possibile.

  • Di recente, la Chiesa ortodossa ucraina ha dovuto affrontare una nuova sfida pastorale. Durante i tre mesi di guerra, oltre 6 milioni di cittadini ucraini sono stati costretti a lasciare il paese. Si tratta principalmente di ucraini delle regioni meridionali, orientali e centrali dell'Ucraina. Sono in gran numero fedeli della Chiesa ortodossa ucraina. Pertanto, la metropolia di Kiev della Chiesa ortodossa ucraina sta ricevendo da vari paesi richieste di aprire parrocchie ortodosse ucraine. Ovviamente molti dei nostri compatrioti torneranno in patria, ma molti rimarranno in residenza permanente all'estero. A questo proposito, il Concilio esprime la sua profonda convinzione che la Chiesa ortodossa ucraina non può lasciare i suoi fedeli senza cure spirituali, e che deve stare al loro fianco nelle loro prove e fondare comunità ecclesiali nella diaspora.

  • Consapevole della sua speciale responsabilità dinanzi a Dio, il Concilio si rammarica profondamente per la mancanza d'unità nell'Ortodossia ucraina. L'esistenza dello scisma è vista dal Concilio come una ferita profonda e dolorosa nel corpo della Chiesa. È particolarmente deplorevole che le recenti azioni del patriarca di Costantinopoli in Ucraina, che hanno portato alla formazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", abbiano solo approfondito l'equivoco e portato allo scontro fisico. Ma anche in tali circostanze di crisi, il Concilio non perde la speranza di riprendere il dialogo. Affinché il dialogo abbia luogo, i rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" devono:

  1. Fermare il sequestro di chiese e il trasferimento forzato delle parrocchie della Chiesa ortodossa ucraina.

  2. Rendersi conto che il loro status canonico, come sancito dallo "Statuto della Chiesa ortodossa in Ucraina", è in realtà non autocefalo e di gran lunga inferiore alle libertà e alle opportunità per le attività ecclesiastiche previste dallo Statuto di governo della Chiesa ortodossa ucraina.

  3. Risolvere la questione della canonicità della gerarchia della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", perché per la Chiesa ortodossa ucraina, così come per la maggior parte delle Chiese ortodosse locali, è abbastanza chiaro che per il riconoscimento della canonicità della gerarchia della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è necessario ripristinare la successione apostolica dei suoi vescovi.

  • Il Concilio esprime la sua profonda convinzione che la chiave del successo del dialogo deve essere non solo il desiderio di restaurare l'unità ecclesiale, ma anche una sincera aspirazione a costruire la propria vita sulla base della coscienza cristiana e della purezza morale.

Riassumendo il lavoro svolto, il Concilio offre una preghiera di ringraziamento al Signore misericordioso per la possibilità della comunione fraterna ed esprime l'auspicio per la fine della guerra e la riconciliazione delle parti belligeranti. Nelle parole del santo apostolo ed evangelista Giovanni il Teologo, "grazia, misericordia e pace da Dio Padre e dal Signore Gesù Cristo, Figlio del Padre, nella verità e nella carità" (2 Giovanni 1:3) siano con tutti noi, specialmente con i fratelli e le sorelle in Cristo risorto.

Come riportato, il primate della Chiesa ortodossa ucraina ha parlato dell'entità delle perdite che la Chiesa subisce a causa della guerra.

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