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  La riunione delle Chiese serba e macedone è la più grande gioia spirituale

Orthochristian.com, 20 maggio 2022

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foto: spc.rs

La Liturgia della riconciliazione tra i primati e i vescovi delle Chiese serba e macedone è stata un grande evento della massima gioia, ha affermato sua Eminenza l'arcivescovo Jovan di Ohrid nelle sue parole ai fedeli radunati.

"Non so quando la mia gioia sia stata maggiore: quando ho ricevuto il tomos d'autonomia dell'Arcivescovado ortodosso di Ohrid dal patriarca Pavle di beata memoria, oppure oggi quando è stabilita la piena comunione liturgica con tutti gli arcivescovi, il clero e i fedeli della Chiesa ortodossa macedone-Arcivescovado di Ohrid", ha detto l'arcivescovo Jovan.

"Se dovessi scegliere, preferirei la gioia di oggi, perché oggi in questo evento si è realizzata una comunione eucaristica completa con quei fratelli con i quali fino a oggi non siamo stati in comunione eucaristica. Pertanto, come alla Pasqua, cantiamo il famoso versetto del Salmo 117:24: Questo è il giorno che ha fatto il Signore; esultiamo e rallegriamoci in esso", ha esclamato con gioia l'arcivescovo.

L'arcivescovo Jovan era un tempo uno dei vescovi della Chiesa macedone mentre questa era ancora in scisma, ma nel 2002, mentre il resto della Chiesa macedone alla fine rifiutò l'accordo di Niš che l'avrebbe vista in quel momento ritornare all'autonomia all'interno del Patriarcato serbo, decise di ricongiungersi con la Chiesa serba. La Chiesa serba ha quindi stabilito il suo arcivescovado canonico ortodosso di Ohrid e ha eletto a suo capo l'arcivescovo Jovan.

Questi ha poi affrontato una grave persecuzione da parte dello stato, finendo in carcere per molti anni con l'accusa inventata di "incitamento all'odio, allo scisma e all'intolleranza nazionale, razziale e religiosa". A volte veniva messo in isolamento e gli venivano concessi pochi visitatori da parte della Chiesa serba. Alla fine è stato rilasciato dalla prigione il 2 febbraio 2015, anche se subito dopo sono iniziati nuovi procedimenti contro di lui.

Secondo kurir.rs, l'arcivescovo Jovan ha accettato di ritirarsi per amore dell'unità della Chiesa e per le sue cattive condizioni di salute, aggravate da molti anni di reclusione. Secondo quanto riferito, agli altri vescovi che hanno prestato servizio sotto l'arcivescovo Jovan saranno affidate le amministrazioni di monasteri o di diocesi nella Macedonia del Nord. Pertanto, non ci saranno diocesi sovrapposte all'interno dello stato della Macedonia del Nord.

Dio è uno, la Chiesa è una, e l'eucaristia è una, ha spiegato l'arcivescovo Jovan alla Liturgia di ieri e: "Pertanto, entrando in comunione eucaristica con la Chiesa ortodossa serba, tutti i sacri misteri e i servizi di preghiera che sono stati celebrati nella Chiesa ortodossa macedone-Arcivescovado di Ohrid per tutto questo tempo, fino a quando essa non è stata in unità con la Chiesa ortodossa serba, e attraverso di essa con tutte le Chiese ortodosse, sono riconosciuti retroattivamente".

I vescovi della Chiesa macedone meritano riconoscimento e rispetto per aver "resistito alle pressioni irragionevoli e anti-ecclesiali" nella Macedonia del Nord, ritiene vladika Jovan.

Allo stesso modo, i vescovi, il clero, i monaci e i fedeli che hanno prestato servizio e hanno operato nell'Arcidiocesi sotto l'arcivescovo Jovan meritano anch'essi rispetto e onore. "Tutti hanno sopportato non solo condizioni difficili per il culto, ma anche condizioni difficili di esistenza, sotto la minaccia di persecuzioni e di prigionia, ma quando quel sacrificio era per l'unità della Chiesa, lo hanno sopportato con gioia. Per questo non posso che ringraziarli, perché è proprio grazie ai loro 25 anni di sacrificio che oggi abbiamo raggiunto l'unità", ha affermato l'arcivescovo.

Ringrazia inoltre in modo specifico sua Santità il patriarca Porfirije e sua Eminenza l'arcivescovo Stefan, "il primo perché ha mostrato buona volontà e grande perseveranza per risolvere finalmente il problema dello scisma, e il secondo perché ha mostrato disponibilità al sacrificio personale per sopportare i pettegolezzi di persone non di chiesa nella Repubblica della Macedonia del Nord".

L'arcivescovo Jovan conclude con la gioiosa esclamazione: "L'unità è stabilita! Che Dio la benedica e che possiamo avere la responsabilità di qualcosa di estremamente importante nella Chiesa, di preservare l'unità e di non ripetere mai uno scisma così insensato nella Chiesa ortodossa serba e nell'intera Chiesa ortodossa".

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