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  Che cosa pensavano che sarebbe successo?

editoriale di George Michalopulos

Monomakhos, 20 febbraio 2022

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È facile sedersi e fare gli atleti da poltrona su cose accadute in passato, dicendo cose del genere: "Cosa si aspettavano? Che se agiti un nido di vespe, queste non ti pungeranno?"

Quello che è difficile è fare gli atleti da poltrona su ciò che non è ancora accaduto. Come ha detto Yogi Berra, "È difficile fare previsioni, soprattutto sul futuro".

Detto questo, tuttavia, non era difficile prevedere cosa sarebbe successo alla Chiesa ortodossa a seguito dell'eclatante eccesso del patriarca Bartolomeo in Ucraina.

Abbiamo urlato a squarciagola tutte le possibili conseguenze negli ultimi quattro anni. Era facile come sapere cosa succede quando spegni una sigaretta su una mano. Ti brucerà come l'inferno. Non ci vuole una scienza per capirlo.

Né è necessario avere una laurea in teologia per prevedere che il Sinodo della Grecia avrebbe respinto la consacrazione di un vecchio calendarista greco per mano di Filaret.

È semplice come il naso sulla tua faccia. Quando ti fai coinvolgere con gli scismatici finisci in una situazione difficile, e se questa situazione coinvolge Kiev, può finire per diventare un nodo gordiano. (Chiedete all'arcivescovo Lazar Puhalo.)

Anche se tutto ciò che hai è una comprensione di base dell'ecclesiologia ortodossa, con un'infarinatura della storia cristiana, sai che una cosa del genere non funzionerà.

E così, ora vediamo come la grande avventura neopapista di Bartolomeo stia tornando a mordere coloro che hanno assecondato il riconoscimento illegale e non canonico dei ciarlatani che compongono la nuova setta ucraina "ortodossa". Non sono necessarie lauree avanzate in teologia. Semplicemente il vecchio buon senso e una comprensione di base di causa ed effetto.

È tutto così ironico da essere un paradosso, quasi come il gatto di Schrödinger.

Inizio subito a dirlo: il patriarca Bartolomeo ha infranto così tanti canoni andando in Ucraina, inventando così tante falsità sul suo status territoriale, che ha perso ogni credibilità andando avanti. Questo è l'assioma numero 1.

L'assioma numero 2 è questo: non si può regolarizzare un laico nell'episcopato con un tratto di penna.

Il numero 3: nessun patriarca ha il diritto di entrare nel territorio di un altro patriarca e annullare una decisione conciliare presa dal sinodo patriarcale di quest'ultimo.

Per non dimenticare, il metropolita Filaret (nato Mikhail Denisenko, già metropolita di Kiev) è stato laicizzato da una Chiesa locale (Mosca) per ragioni troppo numerose per essere menzionate. Bartolomeo, capo di un'altra Chiesa locale, non aveva il diritto, né il potere, di revocare questo atto. Al massimo, aveva l'autorità di autorizzare nuovamente un altro concilio ad occuparsi del caso di Denisenko. E questo è tutto.

Sfortunatamente, il patriarca Bartolomeo ora crede di avere poteri plenari, non dissimili da quelli che i cattolici credono che abbia il papa. Sotto un tale regime, qualsiasi patriarca ecumenico potrebbe "normalizzare" lo status di Mikhail Denisenko nell'episcopato per decreto e di "conferirgli" per giunta il titolo onorifico da operetta di "patriarca emerito di Kiev".

In tipico stile fanariota, il patriarca Bartolomeo ne sa sempre più del Padre eterno. Gli scismatici in Ucraina volevano una Chiesa autocefala guidata dal proprio patriarca, che sarebbe stata un serio contrappeso a Mosca. Sfortunatamente per loro, uno scenario del genere sarebbe stato un passo troppo lungo, anche per Bartolomeo. Peggio, avrebbe offeso il resto dell'Ortodossia, specialmente i primati delle altre Chiese autocefale. Quindi, la mia ipotesi è che Bartolomeo, pensando che Filaret sarebbe "invecchiato" in pochi anni, gli abbia concesso un titolo onorifico a vuoto mentre metteva il suo burattino, Sergej Dumenko, come il "vero" metropolita di Kiev.

Questo non è andato giù al nuovo "Patriarca-emerito", che è rimasto sconvolto perché gli avevano detto che sarebbe stato il patriarca. Né ha placato i nazionalisti/scismatici che sentivano che ciò non bastava. Indipendentemente da ciò, in futuro alcuni di loro guarderanno al precedente stabilito da Bartolomeo – cioè che Denisenko era un "patriarca emerito" – e chiederanno che al successore di Dumenko sia concesso "allo stesso modo" lo status patriarcale. A quel punto, ci saranno problemi. E sfortunatamente per il successore di Bartolomeo, saranno problemi suoi.

Ora, so che questo è ridicolo a molti livelli. (Capite cosa intendo per cadere in una commedia dell'assurdo?) Ma immaginiamo con la fantasia che un patriarca di una Chiesa locale possa davvero scavalcare le decisioni del patriarca di un'altra Chiesa locale (di nuovo, ricordiamoci che non può farlo), facendogli uno "sgambetto alla Bartolomeo".

Se Bartolomeo riesce a farla franca con il "ribaltamento della laicizzazione" di Mikhail Denisenko, restituendogli la dignità episcopale, quest'ultimo non può scavalcare i risultati di un'altra Chiesa locale e fare lo stesso con un vescovo deposto da un'altra giurisdizione? O fare qualunque altra cosa che ha abbia che fare con un'altra giurisdizione? Soprattutto se è un "patriarca emerito"?

Ebbene, se questo è possibile – e ovviamente non lo è – allora questo vescovo precedentemente deposto può concelebrare con qualsiasi altro vescovo, a volontà. È una cosa giusta? Può persino portare detto vescovo nella sua "diocesi". Con un tratto della sua penna può fare vescovo qualsiasi ciarlatano. Visto com'è facile? Perché vedete, se si possono ignorare la canonicità, i carismi dello Spirito Santo e il buon ordine della Chiesa, non c'è controversia che tenga.

Ma le controversie ci sono. Perché come cristiani ortodossi, non possiamo ignorare la canonicità, la spiritualità e il buon ordine della Chiesa. O dovrei dire che non possiamo fare nessuna di queste cose ed essere ancora la Chiesa; quella guidata da Gesù Cristo, nella quale dimora lo Spirito Santo.

Eppure questo è esattamente ciò che ha fatto il "patriarca emerito" Filaret. E ha proprio il diritto di farlo. Non secondo me, ma secondo Bartolomeo. Perché è quest'ultimo che l'ha fatto per primo. Lo ha semplicemente fatto diventare parte delle regole.

Ora, questo è un atto scandaloso, non ci sono dubbi. È anche un atto di valore completamente nullo. Se Mikhail Denisenko è un vescovo, allora io sono il re d'Inghilterra. Può sfilare in completo abito patriarcale quanto vuole, ma il suo attuale ufficio manca di grazia. Le sue benedizioni sono efficaci quanto quelle di qualsiasi teleevangelista.

Bartolomeo lo sa. Allora perché lo ha fatto? Stava semplicemente cercando di vendicarsi della Russia? O era perché è stato messo alle strette da forze al di fuori del suo controllo? O era un misto di entrambe le cose?

In verità, sarò caritatevole e dirò che probabilmente non voleva davvero farlo e che è stato messo all'angolo dai suoi controllori globalisti. Potrebbe aver visto quali disastri lo attendevano se avesse intrapreso questa strada. Questo spiegherebbe, per esempio, perché ha dovuto riscrivere la storia e affermare che l'arcidiocesi di Kiev era stata consegnata, o "affidata", a Mosca tre secoli fa solo su base "provvisoria".

Questa ovviamente è una sciocchezza. Anche i documenti del Patriarcato ecumenico affermano che l'Ucraina era stata completamente ceduta a Mosca. Sei anni fa, durante il cosiddetto Grande e Santo Concilio, fu chiesto proprio questo a padre Alexander Karloutsos, allora cancelliere dell'Arcidiocesi greco-ortodossa d'America. Egli ha affermato senza mezzi termini che "l'Ucraina era parte integrante della Chiesa di Russia" e inoltre che tale questione "non sarebbe stata sollevata" durante le sessioni del Concilio stesso. (Per la cronaca, abbiamo pubblicato un video di Karloutsos che diceva queste cose nel 2016, ma è stato rimosso).

Di nuovo, un'affermazione di base di ecclesiologia ortodossa, ma le persone coinvolte erano state probabilmente assicurate dai globalisti che una volta che il cattivo uomo nero dal parrucchino arancione avesse finito il suo mandato, le cose sarebbero tornate alla "normalità" e tutto sarebbe stato dimenticato.

Oppure, come la maggior parte dei globalisti, è possibile che Bartolomeo sia così fuori contatto con la realtà da pensare che tutti quelli che non sono d'accordo con lui siano razzisti. Possiamo considerarla l'illusione di Trudeau; in altre parole, insulta i tuoi nemici con tutte le parole d'ordine giuste e forse sarai in grado di superare la crisi.

Tutto è possibile. Soprattutto in quest'epoca.

E ammettiamolo: come tutti i patriarchi di Costantinopoli dal 1453 in poi, aveva in mano carte estremamente deboli da giocare. Le sue carte in mano erano le più deboli che fossero state distribuite da molto tempo, forse le più deboli in assoluto. Ma a differenza del suo immediato predecessore, era ben istruito e parlava diverse lingue, in particolare l'inglese. Era un politico astuto e ha fatto una figura impressionante sulla scena mondiale. Forse, solo forse, legandosi al carro del globalismo, potrebbe rinvigorire la sede di Costantinopoli e portare a termine questa storia del "papa d'Oriente". Almeno in Ucraina.

Quindi, attaccandosi a qualsiasi filo d'erba per evitare di cadere dal dirupo, si è posizionato il più vicino possibile all'élite globalista. Patriarca verde di qui, riscaldamento globale di là, queste le sapete. Forse pensava anche di poter incantare i globalisti facendo credere loro di poter sfruttare tutta l'Ortodossia a favore della loro causa. Non sarebbe poi un'impresa così ardua, data l'ignoranza generale sull'Ortodossia della maggior parte del mondo laicista.

Conoscendo la sua manifesta debolezza, sapeva che avrebbe sempre potuto mimetizzarsi se le cose andavano storte e sperare che gli ortodossi si dimenticassero dei suoi ultimi oltraggi. Come se fosse la prima volta.

Oppure avrebbe sempre potuto invocare la povertà, che il suo patriarcato è "martirizzato", e la sua schiena è contro il muro. Qualcosa del genere: "Cosa vi aspettate? Datemi un po' di respiro, ho i turchi che mi fiatano sul collo!"

La Chiesa di Grecia, tuttavia, non è così fortunata. Perché quella Chiesa è una vera Chiesa locale, con veri vescovi che hanno vere responsabilità pastorali, e come tutti gli ordinari diocesani, hanno poco margine di errore quando affrontano problemi reali.

Uno di questi problemi è la molteplicità delle giurisdizioni vecchio-calendariste sparse sul paesaggio ellenico. A sentir dire da certi vescovi, queste chiese di vecchio calendario sono uno scandalo e, dal loro punto di vista, hanno ragione. Come tutte le sette scismatiche (o "resistenti") esse "confondono" i fedeli e la loro concezione legale si fa beffe dell'integrità territoriale.

Quindi ora che la Chiesa di Grecia si è accordata (in modo completamente vergognoso e repellente) con Bartolomeo e ha riconosciuto la nuova chiesa scismatica in Ucraina, dovrà convivere con le sue decisioni.

Bartolomeo no, però. Non proprio, dal momento che il suo patriarcato è fondamentalmente una finzione legale, e lo è da almeno un secolo. Il Patriarcato ecumenico potrebbe tornare di nascosto nel suo relativo oblio e sperare che ci siano abbastanza ricchi greco-americani per salvarlo.

La Chiesa di Grecia, tuttavia, non ha via d'uscita. Devono convivere con le conseguenze delle loro azioni sconsiderate. E una di queste conseguenze è l'incombente creazione di un esarcato russo per i cristiani greci scontenti. Non sottovalutate (seriamente, non fatelo!) la pietà dei comuni laici o sacerdoti greci; abbiamo già visto come alcuni sacerdoti della Chiesa di Grecia si sono uniti alla ROCOR. Data l'impopolarità del riconoscimento da parte del sinodo greco di una falsa setta in Ucraina, potremmo aspettarci ancor di più in tal senso.

La stessa cosa potrebbe accadere a Cipro, dove l'attuale arcivescovo ha dimostrato di essere anch'egli massicciamente impopolare. Questo scenario si sta già verificando con gli steroidi in Africa.

Quindi c'è una via d'uscita?

Sì, ce ne sono parecchie, in realtà. Per prima cosa, nel caso delle tre Chiese che hanno "riconosciuto" la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", i protocolli per tale "riconoscimento" sono stati intrapresi in un modo egregiamente non canonico. Se le cose diventano troppo difficili da gestire, possono sempre "rivisitare" l'intera questione, il tutto mentre esprimono "preoccupazione" per come è stata gestita in primo luogo.

In caso contrario, tre o più vescovi all'interno di queste Chiese locali potrebbero rifiutarsi di assecondare i loro primati. In tal modo, potrebbero formare un "sinodo resistente", proprio come fecero le giurisdizioni dei vecchi calendaristi all'interno dei loro confini molti decenni fa.

Un'altra opzione sarebbe che alcuni singoli vescovi si unissero a un esarcato russo creato su base provvisoria, proprio come ha fatto la ROCOR per diversi decenni, fino a quando la situazione nei loro sinodi non si sia "normalizzata". Tutte queste contingenze rientrerebbero nello "scenario dello scisma in sobbollimento".

Sono sicuro che ci sono anche altre opzioni fattibili. In altre parole, hanno delle vie d'uscita dal pantano. La domanda è se le prenderanno. (La mia ipotesi è che non lo faranno.)

In ogni caso, la situazione attuale è insostenibile. Bartolomeo sperava che alla fine tutte le Chiese locali si sarebbero allineate a lui. Quando è stato chiaro che ciò non sarebbe successo, ha cercato di far rivivere l'antica "pentarchia", sperando che questo "concilio" gli desse la foglia di fico necessaria per arrancare. Sfortunatamente per lui, la sede di Antiochia lo ha informato che non lo avrebbero seguito. Ora deve sperare di poter giocare la carta della razza, per fare appello alle Chiese di lingua greca.

Perché questo è il punto: anche se le Chiese di lingua greca continuano ufficialmente a procedere, continueranno pure ad atrofizzarsi. Lo spirito languido che anima il trono di Costantinopoli è reale e non mostra segni di rinvigorimento. Peggio ancora, queste tre Chiese imploderanno in modo spettacolare quando Bartolomeo invocherà un'unia con Roma. A differenza delle "riforme" del patriarca Meletios IV Metaxakis esattamente cento anni fa, questa azione, se Bartolomeo sarà così miope da inraprenderla, si tradurrà in un vero scisma.

Il mio consiglio ai sinodi di queste tre Chiese? Non siete tenuti ad andare d'accordo con i globalisti. Avete delle vie d'uscita. Scegliete saggiamente.

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