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  L'esarca dell'Africa sulla situazione in corso

di Kirill Aleksandrov

Unione dei giornalisti ortodossi, 28 gennaio 2022

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l'opera dell'esarca dell'Africa può dare frutti in pochi anni. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

L'esarca patriarcale dell'Africa ha rilasciato al canale televisivo Spas un'intervista, che può essere considerata come programmatica non solo per l'Africa. Analizziamo i suoi punti chiave.

Il 24 gennaio 2022, in onda sul canale televisivo Spas, l'esarca dell'Africa, il metropolita Leonid di Klin, ha espresso alcune tesi che riguardano non solo i piani della Chiesa ortodossa russa nel continente africano, ma anche i processi globali che stanno avendo luogo nell'Ortodossia, così come nella geopolitica.

Brevi cenni sul metropolita Leonid (Gorbachev) di Klin

È nato nel 1968, ha trascorso l'infanzia e la giovinezza a Krasnodar. All'età di 21 anni è divenuto monaco. Ha ricevuto la sua formazione teologica presso il Seminario teologico di Leningrado e presso la Facoltà teologica dell'Università di Atene; parla greco, inglese e arabo. Il curriculum di servizio del metropolita include:

  • la cura pastorale della colonia penitenziaria di massima sicurezza numero 17, di un dispensario per la tubercolosi infantile e di una casa di accoglienza cittadina per veterani a Krasnodar;

  • un viaggio nell'ambito delle forze di pace in Bosnia ed Erzegovina;

  • viaggi all'Athos, in Finlandia e in India come dipendente del Segretariato per le relazioni inter-ortodosse del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne;

  • dal 2004 al 2013 – rappresentante del patriarca di Mosca e di tutta la Rus' presso il patriarca di Alessandria e di tutta l'Africa, viaggi in Etiopia, Kenya, Tanzania, Sud Africa, Botswana, Grecia;

  • dal 2013 al 2016 – vescovo dell'Argentina e del Sud America;

  • dal 2016 al 2021 – arcivescovo di Vladikavkaz e Alania, Capo del Decanato patriarcale delle parrocchie della Chiesa ortodossa russa in Armenia;

  • co-presidente del Gruppo di lavoro sul dialogo tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa malankarese;

  • co-presidente della Commissione per il dialogo tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa etiope;

  • dal 29 dicembre 2021 – Esarca Patriarcale dell'Africa.

Come potete vedere, il metropolita Leonid è un vescovo che ha viaggiato molto in tutto il mondo e ha esperienza nel comunicare con i rappresentanti delle Chiese sia ortodosse che non ortodosse. Inoltre, ha fornito assistenza pastorale a forze di pace, prigionieri e bambini malati. Questo dice molto. Conosce la situazione non dai resoconti dei media, ma per esperienza personale. Tutto questo dà grande peso alle parole di vladyka. Allora, cosa ha detto nell'intervista?

La Chiesa ortodossa russa non sopporterà la violazione dei canoni nella Chiesa

A quanto pare, la Chiesa ortodossa russa ha ora un punto di vista, secondo il quale il tempo per la pazienza e i compromessi con il Patriarcato di Costantinopoli è scaduto. Il Fanar aveva iniziato a rivendicare la supremazia nell'Ortodossia circa 100 anni fa. Anche il santo ierarca e confessore Tikhon, patriarca di Mosca, aveva protestato contro questo. Ma la resistenza a queste affermazioni per tutti questi anni si è limitata principalmente a lettere e dichiarazioni. In effetti, il Fanar stava portando avanti la sua posizione, mentre altre Chiese locali, inclusa la Chiesa ortodossa russa, stavano facendo concessioni e cercando compromessi.

Un classico esempio di tale tattica è la situazione ecclesiastica in Estonia, dove il Fanar, contrariamente ai canoni e al buon senso, ha stabilito una giurisdizione parallela, con la quale la Chiesa ortodossa russa ha dovuto essere d'accordo. Tuttavia, dopo l'intervento del Fanar in Ucraina, è divenuto chiaro che le pretese di supremazia avevano già preso la forma della cosiddetta eresia del papismo costantinopolitano, ed era giunto il momento di opporsi a questa nuova ecclesiologia con fermezza e determinazione.

Inoltre, il ruolo del Dipartimento di Stato americano nelle azioni anti-canoniche del Fanar è così grande ed evidente che il riconoscimento del primato del Fanar equivarrà a riconoscere l'effettiva leadership sull'Ortodossia da parte del Dipartimento di Stato. Questo trasforma la Chiesa di Cristo in una specie di dipartimento dell'amministrazione americana. Allo stesso tempo, scuse come il fatto che il Fanar sia così dipendente dal Dipartimento di Stato che semplicemente non può osare andare contro l'opinione dei funzionari americani sono del tutto inaccettabili.

Ecco cosa dice al riguardo il metropolita Leonid: "Come ha detto sua Santità il patriarca nel suo sermone: 'La Chiesa ortodossa russa non è forse stata esposta a vari tipi di pressione per 70 anni? Guardate quali pesi e umiliazioni ha dovuto sopportare la Chiesa ortodossa russa. Ma potremmo scegliere di dividere l'Ortodossia universale per il bene di questo o quell'evento politico? Abbiamo sofferto, sopportato, e questa storia è costellata dai numerosi martiri russi che hanno versato il loro sangue per il trionfo dell'Ortodossia. Questo è quello che abbiamo! Ecco cosa possiamo mostrare al mondo! Ma voi, cosa avete mostrato? Che il Dipartimento di Stato o altre forze politiche vi abbiano fatto pressioni e che voi abbiate deciso che per compiacere queste decisioni potete cambiare i canoni della Chiesa? No, signori, a nessuno è permesso farlo! <…> Non si possono infrangere i canoni della Chiesa. Questo è qualcosa a cui il Signore risponderà sicuramente'."

La Chiesa ortodossa russa non rivendica un primato

Il campo pro-fanariota lancia spesso accuse contro la Chiesa ortodossa russa, affermando che il Patriarcato di Mosca cerchi di privare il Patriarcato di Costantinopoli del suo primato per prendere lo stesso posto.

In primo luogo, ciò non è confermato né dagli atti né dalle affermazioni della gerarchia della Chiesa ortodossa russa. In secondo luogo, la Chiesa ortodossa russa generalmente rifiuta la stessa formulazione che chiunque nell'Ortodossia possa rivendicare un primato. In questo senso la Chiesa russa si affida al Vangelo: "Lo ripeto ancora una volta: non abbiamo mai rivendicato il primato, non vogliamo essere i primi, vogliamo che tutti siano i primi. Come dice la Sacra Scrittura, se vuoi essere il primo, sii l'ultimo e il servo di tutti. Eccoci qui: persone che servono e serviranno come meglio possono".

Il vescovo afferma che la Chiesa ortodossa russa può e deve assumersi la responsabilità della protezione dei valori tradizionali in tutto il mondo. A questo proposito, può servire non solo l'Ortodossia in tutto il mondo, ma anche la società umana nel suo insieme: "Siamo pienamente autorizzati a offrire al mondo un'ordine del giorno diverso (non uno liberale, ndc), che la Chiesa ortodossa russa sosterrà. Basta non vergognarsi di questa universalità, in cui ora stiamo entrando".

Intrusione o rispetto dei canoni?

Quanto alla questione delle azioni della Chiesa ortodossa russa nel territorio canonico di un'altra Chiesa locale, qui il punto di vista del Patriarcato di Mosca è estremamente chiaro e comprensibile: poiché la Chiesa d'Alessandria si è schierata dalla parte degli scismatici, si è separata dalla Chiesa di Cristo con tutte le conseguenze che ne derivano. A queste condizioni, qualcuno deve accettare sotto il proprio omoforio quei chierici e credenti che non vogliono andare in scisma dietro ai vescovi alessandrini.

Il metropolita Leonid: "Non abbiamo invaso da nessuna parte, non abbiamo preso nulla da nessuno, non abbiamo agito con espansionismo. Tuttavia, non permettiamo di distruggere quelle persone che si sono dichiarate contrarie allo scisma. Il patriarca Bartolomeo, a nostro avviso, ha agito in modo anti-canonico e illegale. Pertanto, non ci può essere giustificazione per le sue azioni. <...> Abbiamo detto che non avremmo abbandonato coloro che hanno protestato contro questo riconoscimento (della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ndc)".

Vladyka ha sottolineato che il motivo per l'istituzione dell'Esarcato era il desiderio di preservare l'ordine canonico nella Chiesa, piuttosto che il desiderio della Chiesa ortodossa russa di impossessarsi di qualcosa che apparteneva alla Chiesa d'Alessandria: "Non cerchiamo di distruggere la Chiesa ortodossa d'Alessandria, e non ci espandiamo mai da nessuna parte. Ma ripeto ancora una volta che non daremo mai a nessuno l'opportunità di prendere in giro i canoni ortodossi".

La situazione dell'Ortodossia in Africa e le priorità dell'Esarcato

Descrivendo la situazione in Africa, il metropolita Leonid, prima di tutto, richiama l'attenzione sull'enorme potenziale della predicazione cristiana: "Il continente sta fiorendo. Abbraccia un miliardo e trecento milioni di persone. Ci sono poche persone con una vita ecclesiale e la missione ortodossa locale ha ogni possibilità di successo". Allo stesso tempo, l'esarca è ben lungi dal calunniare la Chiesa d'Alessandria: "Non si può dire che la Chiesa ortodossa d'Alessandria non abbia fatto nulla (in Africa, ndc). Ci sono vescovi abbastanza brillanti che si sono impegnati con successo in un'opera missionaria nei loro luoghi nel continente africano".

La missione della Chiesa ortodossa russa in Africa avrebbe potuto svolgersi non solo in coordinamento con il Patriarcato di Alessandria, ma anche come assistenza ai vescovi e ai chierici alessandrini; tuttavia, il riconoscimento degli scismatici ucraini da parte del Patriarcato di Alessandria ha cancellato questa possibilità.

Quali compiti si pone l'Esarcato patriarcale in Africa?

"Il compito principale di ogni Chiesa è la cura pastorale di quelle anime che le sono affidate dal Signore, e alle quali provvederemo pastoralmente", afferma il vescovo. "Innanzitutto, i pastori e i fedeli che non hanno condiviso la decisione esclusiva del patriarca Bartolomeo e, di conseguenza, del patriarca Theodoros di Alessandria e di tutta l'Africa, di riconoscere il gruppo scismatico anticanonico sul territorio dell'Ucraina, la cosiddetta "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Oggi abbiamo più di 150 chierici che vogliono trasferirsi e molti di loro si sono già trasferiti alla Chiesa ortodossa russa sotto l'omoforio di sua Santità il patriarca Kirill".

In risposta a una domanda di chiarimento di un giornalista, il metropolita Leonid ha confermato che il numero di quelli che sono disposti a trasferirsi nell'Esarcato patriarcale russo è in crescita, e mentre al momento della creazione dell'Esarcato il 29 dicembre 2021 c'erano 102 persone, oggi, dopo poche settimane, il loro numero è aumentato di una volta e mezza.

Inoltre, questi chierici non vivono in un territorio compatto, ma in più di 12 paesi del continente. Non appena si è saputo dell'istituzione dell'Esarcato, e soprattutto che esso è stato creato in risposta alle richieste dei chierici africani, contrari alla permanenza nella Chiesa locale che si associava agli scismatici, sono immediatamente cadute sulla Chiesa ortodossa russa accuse di attirare al proprio fianco chierici in soprannumero o deposti dal sacerdozio per varie scorrettezze.

Queste voci sono particolarmente forti perché gli scismatici della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e prima del "patriarcato di Kiev" e della "Chiesa ortodossa autocefala ucraina" hanno agito proprio in quel modo (una mente colpevole si tradisce da sola, come recita un proverbio). Il vescovo Leonid ha affermato nell'intervista che queste accuse contro la Chiesa ortodossa russa sono assolutamente infondate. Per assicurarsi che i chierici che si uniscono alla Chiesa ortodossa russa siano moralmente e canonicamente impeccabili, ciascuno di questi candidati viene sottoposto a un controllo piuttosto rigoroso. "Non abbiamo preso persone a caso. Tutti quelli che hanno voluto sottoporsi all'omoforio di sua Santità il patriarca Kirill sono soggetti a controllo", ha affermato il metropolita Leonid.

Personale e infrastrutture

Il metropolita Leonid vede il lavoro del personale come una delle priorità e l'enfasi principale sarà posta sul clero locale, sia quelli che hanno un grado sacerdotale, sia i futuri servitori della Chiesa. "I vescovi saranno nominati a livello locale. Saranno ordinati dei sacerdoti. Faremo affidamento principalmente sul personale africano. E, naturalmente, sui nostri missionari, che, credo, andranno con piacere nel continente africano. Faremo in modo che altre persone possano venire in Russia a ottenere la loro istruzione. Sua Santità il Patriarca ha benedetto questa iniziativa. Ci sono alcune quote di studenti, che useremo", ha detto vladyka.

La seconda direzione dopo la pastorale dei credenti, di cui si occuperà l'Esarcato, è l'assistenza umanitaria. "Cercheremo di fornire a tutti un accesso di base ai servizi medici. Saranno aperti punti di assistenza sanitaria in luoghi remoti. L'attività umanitaria in Africa è un enorme fronte di lavoro, che richiede sia costi materiali significativi che risorse di manodopera qualificata. Apparentemente, questo lavoro sarà coordinato con le agenzie governative russe e possibilmente con la comunità imprenditoriale, che aiuterà finanziariamente.

Senza un supporto così serio da parte della Chiesa ortodossa russa, sarà difficile attuare tutti i piani da soli. Inoltre, questi piani sono molto ambiziosi: "Questa è un'opera continentale a più livelli. Siamo ormai entrati a pieno titolo nel continente, dove è necessario un completo ripristino dell'intera gamma della vita. <…> Aiuteremo al meglio il continente africano".

Resta da augurare l'aiuto di Dio alla missione della Chiesa ortodossa russa in Africa e sperare che i frutti di questa attività non siano da meno.

Ortodossia e declino del cristianesimo nella civiltà occidentale

Oggi la civiltà occidentale ha già smesso di associarsi al cristianesimo. L'essenza di questa civiltà può essere definita come "liberalismo militante", in cui qualsiasi valore e concetto tradizionale può essere violato, qualsiasi perversione e vizio è accolto e l'unica cosa che viene condannata e perseguitata sono le opinioni tradizionali su gender, famiglia, religione, moralità e così via.

Tuttavia, anche in Occidente, molte persone, e persino la maggioranza, non condividono il rabbioso liberalismo che domina l'opinione pubblica e la legislazione. Queste persone hanno bisogno non solo di protezione, ma anche di una sorta di guida morale, di un'autorità morale, che la Chiesa ortodossa russa può mostrare al mondo.

La presentatrice Anna Shafran ha posto la domanda come segue: "Cosa ne pensa, vladyka, dell'Europa, e anche dell'America, dove i valori tradizionali sono oggi effettivamente rifiutati a livello ufficiale, dove l'istituzione della famiglia è distrutta, dove, inoltre, anche le chiese sono distrutte e demolite in quanto inutili: questo percorso che hanno intrapreso è irreversibile?"

In risposta a ciò, il metropolita Leonid ha paragonato ciò che sta accadendo in Europa e in Occidente in generale con la persecuzione della Chiesa in epoca sovietica: "Vi suona familiare tutto questo? Stanno distruggendo chiese, sostituendo l'ordine del giorno (quello tradizionale con uno liberale, ndc), presto diranno che l'ultimo sacerdote sarà mostrato su Internet. E tutto questo avverrà in modo tranquillo. Mentre noi dopo il 1917 abbiamo affrontato la violenza e la Chiesa è stata relegata alla clandestinità, attraversando terribili decenni di martirio, le persone del XXI secolo, anche se non tutte, voteranno a piene mani per questa distruzione.

Tuttavia crediamo ancora che la maggioranza non voglia tali cambiamenti, e se i governi dei paesi europei non traggono le dovute conclusioni, ho persino paura di immaginare cosa potrebbe avvenire più avanti. A lungo termine, può trasformarsi in completo caos e distruzione".

Il vescovo ritiene che la Chiesa ortodossa russa e la società russa dovrebbero difendere i valori tradizionali e assumere il ruolo di leader nel sostenere le basi conservatrici della società: "Non solo possiamo, ma dobbiamo! Perché tutto finora indica il fatto che non ci sarà nessuno a svolgere questo ruolo. Quindi ora non ci resta che farlo".

Un momento inquietante dell'intervista

Speculando che sullo sfondo della civiltà occidentale che scivola nell'abisso del liberalismo, la Russia dovrebbe diventare una zona di normalità tradizionale, mostrare al mondo un punto di riferimento spirituale e morale, la presentatrice Anna Shafran ha affermato quanto segue: "Onestamente, dati gli sviluppi in corso, la cosa si suggerisce da sola: Mosca è la terza Roma, e non ce ne sarà una quarta".

Questo è stato detto con un tocco di umorismo, ma, tuttavia, Vladyka non ha confutato questa affermazione e ha risposto: "Vero, un'espressione ben nota. Non lo contesterò. Penso anche che abbiamo una certa missione in questo mondo, e lo ripeto ancora una volta: tutto dipenderà da come gestiremo la nostra agenda interna ed esterna nei prossimi anni".

La teoria "Mosca terza Roma" sorse, secondo alcune fonti, alla fine del XV secolo, secondo altre, all'inizio del XVI secolo, come riflessione sul fatto che il secolare impero bizantino, il regno ortodosso, fu ridotto in schiavitù dai turchi. Molte persone, che si sono rifiutate anche solo di pensare che non ci sia più un tale regno ortodosso sulla terra, responsabile del destino dell'Ortodossia, sono giunte alla logica conclusione: dichiarare che quel regno è lo stato moscovita.

Ci si può avvicinare a questa teoria in diversi modi, ma bisogna riconoscere che non è supportata dalla Sacra Scrittura. Il Vangelo non dice nulla del regno cristiano sulla terra, e ancor più dell'obbligatorietà della sua esistenza. La teoria della prima, seconda o terza Roma è più politica che religiosa.

In generale, né questa intervista al metropolita Leonid né le sue altre parole e dichiarazioni danno motivo di credere che la teoria "Mosca terza Roma" occupi un posto significativo nella sua visione del mondo. Vladyka ha dimostrato in tutti i suoi lunghi anni di ministero di essere un sacerdote di Dio, non uno statista. Pertanto, non si dovrebbe attribuire particolare importanza al fatto che ha espresso una certa simpatia per questa teoria.

Tuttavia, va ricordato che l'ideologia simile, "Costantinopoli seconda Roma", ha innescato conseguenze quando le idee dell'ellenismo hanno iniziato a prevalere sui santi canoni della Chiesa nel moderno Patriarcato di Costantinopoli, mentre l'odierna affermazione della superiorità del patriarca di Costantinopoli è vista da molti vescovi greci come un requisito essenziale per preservare questo ellenismo.

Conclusione

Il metropolita Leonid si presenta come un leader ecclesiastico molto energico e determinato. Allo stesso tempo, è molto rispettoso e ragionevole. Come già accennato, ci vorranno alcuni anni per vedere alcuni frutti del lavoro dell'Esarcato d'Africa da lui guidato, ma oggi è già chiaro che una missione ortodossa su larga scala sta inaugurando in Africa. Possa il Signore aiutare sia il metropolita Leonid che tutti coloro che lavoreranno insieme a lui!

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