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  Il mondo contemporaneo e la coscienza cristiana

Intervista di Tudor Petcu a Bertrand Vergely

 
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Bertrand Vergely, francese, è docente di filosofìa e filosofo. Esperto di divulgazione, nei suoi numerosi libri e seminari ha esplorato in particolare le tematiche legate, da una parte, alle esperienze limite (vecchiaia, dolore, morte) e, dall’altra, alla felicità e alla capacità di stupirsi, che possono non interrompersi mai.

Il cristianesimo, Dio e la metafisica non interessano più alla società contemporanea. È possibile un loro ritorno?

Viviamo nell'era della "morte di Dio". Almeno ufficialmente. In realtà le cose non sono così semplici. Le forze spirituali non possono essere soppresse in questo modo. Anche se ha escluso ufficialmente Dio, il mondo occidentale contemporaneo ha nostalgia della spiritualità. Come prova, l'entusiasmo di questo mondo per la saggezza orientale, per le arti marziali o per discipline come Tai Chi e Chi Qong. Spesso, studiando queste discipline, coloro che le praticano ritrovano le loro radici cristiane. Quando la Chiesa parla del mondo interiore, la gente si interessa, anzi si appassiona della sua parola, si rivolge a lei. La Chiesa interiore ha un futuro luminoso davanti. Così Cristo come maestro di saggezza. Nessuno può dire cosa accadrà, ma possiamo ragionevolmente supporre che questo entusiasmo per la vita interiore aumenterà nel mondo a venire. E per un semplice motivo. Solo la religione vissuta dall'interno dà senso alla vita. È quello che il mondo contemporaneo non è in grado di fare. Noi viviamo l'agonia di un mondo in cui la vita non ha senso o ha solo un senso soggettivo. Il tempo dell'individualismo e dell'assurdo è passato.

Il cristianesimo ha contribuito, insieme ad altri, a costruire l'Europa in tutti i campi, sia quello della conoscenza sia quello della vita morale. Ma oggi i suoi valori sono respinti. Perché?

In Occidente, il cristianesimo paga il prezzo di due errori che sono stati commessi. Il primo è di essere stato una Chiesa autoritaria, moralistica e accusatoria, nella quale Dio era solo un giudice e la vita celeste un tribunale ossessionato dal male, dal peccato e dalla colpa. Il secondo errore commesso è che è passato, senza transizione, da una Chiesa autoritaria a una Chiesa modernista con il pretesto di essere in armonia con la società moderna e di riportare questa società nella chiesa. In entrambi i casi, la Chiesa è colpevole di essere stata politica piuttosto che spirituale, mistica e interiore. Quando la Chiesa è interiore piuttosto che politica, suscita interesse, accende passioni, entusiasma. In Occidente, la Chiesa ha umanizzato troppo Dio col pretesto di portarlo al livello della comprensione di tutti. Confondendosi con i poteri di questo mondo o le correnti di opinione dominanti, la Chiesa ha perso aura, mistero, il legame con il sacro. Il messaggio del cristianesimo è assolutamente brillante. Tale messaggio è spesso molto mal trasmesso, e le preoccupazioni per il sociale prevalgono su tutte le altre. È importante, naturalmente, guardare con amore fraterno ai poveri, cosi come è importante amare, rispettare e aiutare il prossimo. Ma il cristianesimo non può essere limitato solo a questa dimensione. La sua vocazione è quella di rendere gli uomini e le donne partecipi alla contemplazione dei grandi misteri e non essere un centro di azione sociale. Nietzsche diceva che la morale ha ucciso Dio. Non si sbagliava.

Qual è il legame tra la Chiesa e la filosofia?

La Chiesa è fondata su una grande idea. E per idea si intende uno stato di coscienza che porta ad una visione della realtà che va dal visibile all'invisibile e dall'invisibile al visibile. In questo senso, la Chiesa è il luogo del vero pensiero che consiste in una conoscenza visionaria. In ogni epoca, il genio della Chiesa consiste nell'occuparsi di opere che si svolgono in tutti i campi, per realizzare il dialogo che va dal visibile all'invisibile e dall'invisibile al visibile. Pertanto, non è il dialogo tra la Chiesa e la filosofia su cui dobbiamo riflettere, ma il dialogo tra il visibile e l'invisibile. La vera conoscenza è visionaria. Questo mostra come ogni atomo nell'universo è vincolato a Dio, fonte ineffabile della vita. Illustra inoltre come la luce divina è incarnata in ogni punto dell'universo. In realtà, la vera conoscenza che va dal visibile all'invisibile e viceversa rafforza questo punto di vista. La Chiesa ha sempre incoraggiato questa concezione geniale e visionaria.

Il mondo contemporaneo ha optato per una visione pragmatica, senza esitazioni, soggiogata dalle emozioni violente, lontana dai valori dell'innocenza presenti nel cuore della cristianità.

Essere cristiani significa avere il coraggio di resistere a questo pragmatismo?

No, e per un semplice motivo. La caratteristica del cristianesimo non è quella di essere contrario, ma di essere favorevole. Non dobbiamo resistere al pragmatismo cinico della nostra epoca. Privo di contenuti, crollerà prima o poi. Se non è già crollato, tanto è vuoto. E molto più interessante preoccuparsi di ciò che funziona, piuttosto che di ciò che non funziona. Sono i grandi misteri la fonte della realtà. E importante ritornare ad essi, usando per questo tutta l'energia che abbiamo. Non dobbiamo giudicare il pragmatismo cinico. Si è già giudicato da sé. Tutto quello che appartiene a questo pragmatismo è generalmente triste e disilluso. Lasciamo che i morti seppelliscano i loro morti. Interessiamoci a ciò che è vivo. Quindi, opponiamoci alla tentazione di resistere alla nostra epoca. E, per questo, non resistiamo alla chiamata di Dio in noi.

La storia del XX secolo è stata caratterizzata dalle terribili tragedie dell'Olocausto e del Gulag. Non tendiamo a dimenticarle? Non se ne dovrebbe parlare di più, per sensibilizzare le coscienze?

In Occidente, si parla molto dell'Olocausto. Si parla poco o niente del Gulag. Naturalmente, non dobbiamo dimenticare questi terribili drammi. Ma è importante usarli in modo costruttivo. E non è male che abbiamo bisogno di parlare, ma dobbiamo parlare bene. Non dimentichiamo che ogni cosa malefica nel mondo è ossessionata dal male. In nome della lotta contro il male sono stati commessi i crimini più gravi. I nazisti volevano purificare il mondo dall'ebraismo, considerato come il male sulla terra, e i comunisti volevano purificare il mondo dai capitalisti borghesi, considerati come il male sulla terra. Tutti i totalitarismi vogliono purificare il mondo. Tutti amano la purezza e lottano contro il male. In Cambogia, nel nome della purificazione della società, Pol Pot ha massacrato la metà della popolazione del paese. Quindi, facciamo attenzione a non provocare lo stesso fenomeno nel nostro desiderio di purificare il mondo dal totalitarismo. Oggi, in Occidente, nel nome della lotta contro il totalitarismo, nel nome del pluralismo e della tolleranza regna un clima di caccia alle streghe. Si cercano le parole, si analizzano le frasi in cui si crede di rilevare un intento razzista o discriminatorio. Si crea un clima di terrore e di censura. Vivere in Cristo non consiste nel fare la guerra al male, ma nell'amare il bene, il bello, attraverso la contemplazione dei grandi misteri dell'esistenza. Cristo è il sole, il sole di giustizia. Non appena sorge Cristo, Satana è confuso e crolla. Non è il male che dobbiamo eliminare, ma è il bene che dobbiamo far sorgere, come il sole di giustizia. Non sconfiggeremo il male combattendolo, ma vi riusciremo soltanto accrescendo il bene, che è lo splendore della vita.

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