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  Temi d'attualità della Chiesa oggi (intervista al metropolita Hierotheos di Nafpaktos)

Dal blog Mystagogy

8 gennaio 2016

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La seguente intervista al metropolita Hierotheos di Nafpaktos e Agiou Vlasiou è stata fatta dal giornalista Giorgio Mylonas, e pubblicata sul quotidiano Arca dell'Ortodossia (Κιβωτός Ὀρθοδοξίας) il 12 novembre 2015. È un complemento alla seguente lezione: "La crisi teologica e il suo impatto sulla vita ecclesiastica quotidiana".

Nel documento che ha presentato alla gerarchia, lei ha parlato di una crisi teologica. Pensa che il Sinodo pan-ortodosso nel 2016 porterà risultati fruttuosi in questa direzione?

Dagli studi che ho fatto, trovo che c'è una crisi teologica, perché oggi sono prevalenti alcuni movimenti teologici che differiscono dalla teologia patristica. Non penso che il Sinodo pan-ortodosso del 2016 affronterà tali questioni. E questo è il grande problema. I temi che sono stati prefissati e gli argomenti che verranno trattati non sono questioni teologiche serie. Voglio dire che non saranno affrontati il "filioque" e "l'actus purus", che l'ottavo e il nono Sinodo ecumenico hanno trattato, e a mio parere questo dimostra che le conferenze pre-sinodali pan-ortodosse non hanno preparato al meglio i temi per il Santo e Grande Sinodo della Chiesa ortodossa, che deve essere convocato. Credo che il Sinodo di san Fozio il Grande (879-80) sia una continuazione del secondo Sinodo ecumenico e il Sinodo di san Gregorio Palamas (1351) sia una continuazione del sesto Sinodo ecumenico. Quando non ci occupiamo di questioni teologiche serie, ciò indica che la crisi teologica rimane.

Come giudica il lavoro della delegazione greca per quanto riguarda il Sinodo pan-ortodosso?

Al momento, non ho familiarità con i testi presentati. Credo che ad un certo punto i testi verranno discussi dalla gerarchia iniziando con un "referendum", e, naturalmente, non come un fatto compiuto per approvazione, ma perché siano discussi e ne consegua una decisione finale della nostra gerarchia. Ad esempio, se i testi contengono la frase "dignità e la santità della persona umana", indicando che presumibilmente la natura è violata e peccaminosa, mentre la persona è sacra, perché è collegata con la "libertà della persona", questo io non lo posso accettare, perché nega la teologia dei Padri, dove la natura è buona ed è la persona con la sua volontà gnomica che causa il peccato.

Dove dovrebbe, dunque, prestare particolare attenzione la delegazione greca?

Come accennato in precedenza, il tema è stato determinato e non è probabile che saranno incluse altre questioni, a meno che non lo si faccia quando si avvicina il tempo per la convocazione del Santo e Grande Sinodo. Sono stato informato che ci sono alcune Chiese che si sentono in difficoltà a porre serie questioni teologiche ed ecclesiastiche.

È ottimista sul fatto che i problemi tra le Chiese ortodosse verranno trattati in modo decisivo?

Non so se dovrei rispondere a questa domanda in termini psicologici, che coinvolgono le parole "ottimismo" e "pessimismo". Nella Chiesa si parla con terminologia teologica, con la fede e con una mentalità ecclesiastica. Tuttavia, sono seriamente turbato, perché, purtroppo, quello che ho notato è che i punti di vista delle diverse Chiese ortodosse sono influenzati da interessi nazionali e strategie geopolitiche. Questo mi preoccupa molto. Quando il messaggio teologico è influenzato dal nazionalismo e da considerazioni politiche, questo dimostra la sua secolarizzazione.

A seguito della crisi economica, vediamo sacerdoti "volontari" nelle metropolie delle province. Questa può essere una soluzione al problema?

Con il termine "volontari" lei intenderà di certo i preti non pagati, cioè i sacerdoti che sono ordinati e servono i cristiani senza ricevere uno stipendio. Questo viene fatto su piccola scala in alcune metropolie, a causa di varie esigenze pastorali. In generale, il volontariato è un grande e importante valore, ed è in crescita nella Chiesa, ma non si può contare solo su questo per il clero. Ogni sacerdote ha una famiglia ed esigenze diverse e non dovrebbe vivere nel bisogno, né i cristiani dovrebbero essere caricati del sostentamento delle famiglie del clero. Può immaginare cosa succederebbe se prevalessero i "volontari" tra insegnanti, professori, impiegati e funzionari civili?

In ogni caso, gli stipendi del clero sono un obbligo dello Stato ellenico, che a suo tempo ha fatto un contratto con la Chiesa, dando stipendi al clero in cambio della cessione della proprietà di beni ecclesiastici. Ogni Stato onorevole deve rispettare i contratti che ha sottoscritto.

Il governo, dopo il dibattito sul tema dell'insegnamento della religione nelle scuole, ha aperto la questione del matrimonio gay. Quale dovrebbe essere l'atteggiamento della gerarchia?

La questione del "matrimonio gay" è stata aperta molto tempo fa, ma ogni volta si sposta verso la tolleranza di questo problema da parte della società. Mi preoccupa soprattutto quando la società tollera molte deviazioni, quando in nome dei cosiddetti diritti umani, si eludono principi mantenuti nel corso dei secoli, che governano la società e creano una grande civiltà.

La gerarchia, nella sua riunione del 17 ottobre 2013, ha discusso la questione e ha preso le sue decisioni. Alla fine, deve essere ferma con una parola profetica nel denunciare deviazioni, da qualunque parte provengano, ma anche allo stesso tempo amare i peccatori e i pentiti.

Per quanto riguarda il cosiddetto "matrimonio gay", questo introduce una terza forma di matrimonio, dopo quello ecclesiastico e quello civile. Ogni individuo può fare la propria scelta, ma non deve degradare il livello della società, né i cosiddetti diritti umani devono minare l'uomo stesso, perché con il passare del tempo i diritti umani cambiano, a volte sono sovrumani e volte sono subumani. Così, tutti fanno le loro scelte, ma ripeto che la Chiesa dovrebbe indicare l'altezza dell'uomo e del cristiano ortodosso e dovrebbe mostrare amore per il pentito.

Sembra che si stia aprendo la strada per la cremazione in Grecia.

Anche questo problema è stato discusso in passato. La Chiesa ha preso le sue decisioni, che l'incenerimento è un atto che non è coerente con la sua tradizione e chi volontariamente dichiara il proprio desiderio di far cremare il corpo indica in realtà la propria autonomia dalla Chiesa. È per questo che non si fanno in tali casi servizi funebri e commemorativi. Ma è lasciato alla discrezione del metropolita consentire un semplice Trisaghion. Questa non è mancanza di amore per la gente, ma un'esatta osservanza dell'insegnamento ortodosso e un rispetto per la libertà di scelta delle persone.

L'arcivescovo nel Sinodo ha affermato che "il nemico è dentro le mura." Come vede evolversi le relazioni con lo stato?

Più volte ho parlato che non dovremmo parlare della separazione tra Chiesa e stato, perché in uno stato nessuno è separato. Ogni club, ogni organizzazione ha un rapporto con lo stato, e così siamo contenti che lei abbia utilizzato il termine "rapporti" invece di "separazione". Vi è ora nella attuale Costituzione la distinzione dei ruoli dell'amministrazione ecclesiastica e civile, e in alcuni punti questa distinzione può essere meglio definita.

Le parole dell'arcivescovo, che "i nostri nemici non sono più lontani, ma all'interno delle nostre mura. Lo vediamo e ne sentiamo l'odore," si riferisce alla questione dell'insegnamento della religione nelle scuole, ed esprime la sua opinione che in Grecia e in Europa ci sono persone che stanno "approfittando della nostra situazione finanziaria disastrosa" e "secondo le regole delle nostre relazioni economiche", perseguiranno "con tutti i mezzi l'alterazione della nostra società greca, a cominciare dalle nostre scuole". Questa è una realtà che vediamo costantemente intorno a noi. Sentiamo, cioè, in atto un tentativo di tagliarci fuori dalle nostre tradizioni e di alterare il nostro stile di vita culturale, a partire dalle ideologie espresse nei movimenti occidentali.

Fonte - traduzione di John Sanidopoulos.

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