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  Una conversazione sul metropolita Pitirim (Nechaev) e la vita della Chiesa bulgara contemporanea

intervista di Artemij Banshchikov al metropolita Gavriil di Lovech

Orthochristian.com – Parte 1 – Parte 2, 14 giugno 2021

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Parte 1

"Vladyka Pitirim è stato per me un esempio in tutto e per tutto"

Il 16 maggio si è tenuta a Volokolamsk la festa dell'inaugurazione di un memoriale al metropolita Pitirim di Volokolamsk e Jur'evsk, un uomo che è la personificazione di un'intera epoca nella storia della Chiesa russa e della cultura russa. Abbiamo parlato con il metropolita Gavriil di Lovech, uno dei vescovi più noti della Chiesa ortodossa bulgara, figlio spirituale, amico e collega del metropolita Pitirim, delle eccezionali attività ecclesiastiche del vescovo russo e della vita della Chiesa ortodossa bulgara di oggi.

il metropolita Pitirim di Volokolamsk e Jur'evsk

Vladyka, ci racconti di come è giunto alla Chiesa e di come ha incontrato il metropolita Pitirim.

Durante il mio primo anno all'Istituto di ingegneria civile, sono stato onorato, per grazia di Dio, di incontrare un eccezionale vescovo della Chiesa bulgara, vladyka Parfenij (Stamatov) di Levki, che era veramente un uomo di grande spiritualità, di vita pura e molto istruito e intelligente.

Ero credente, ma allo stesso tempo non avevo molta familiarità con la vita della Chiesa, perché a scuola ci venivano inculcate idee e principi atei che hanno poco in comune con il cristianesimo. Vladyka Parfenij mi ha guidato lungo il cammino della vita della Chiesa, e io ho cominciato gradualmente a notare la sua incommensurabile bellezza.

Uno degli episodi più sorprendenti del mio tempo di ingresso nella vita della Chiesa è stato l'incontro con la schema-igumena Maria (Dokhtorova), avvenuto grazie a vladyka Parfenij. Madre Maria abitava nello skit di santa Parasceva, non lontano da Sofia; era un esempio di vera vita ascetica. Era sempre piena di calore e gioia. Avevo ventidue anni quando ho cominciato a comunicare con questa asceta, che ne aveva settantasette. Presto l'ultima monaca del convento della madre si addormentò nel Signore, e io decisi di passare ai corsi per corrispondenza dell'istituto per poter stare vicino alla madre e aiutarla. Tutti i tesori spirituali che ho acquisito in quegli anni mi sono stati donati da madre Maria.

la schema-igumena Maria (Dokhtorova)

Un giorno, la madre e io stavamo guardando il calendario ufficiale della Chiesa russa, e quando arrivammo alla pagina con le fotografie dei vescovi, la madre trovò la fotografia del metropolita Pitirim (Nechaev) di Volokolamsk e Jur'evsk, e disse solennemente: "Questo è uno dei monaci più ascetici della Russia". Capii che non era un caso che lei dicesse questo, perché c'erano altri asceti in quel momento; ma la madre aveva sottolineato precisamente vladyka Pitirim. Le chiesi: "Matushka, quando lei se ne sarà andata, dovrei andare da vladyka Pitirim, e chiedere a lui di essere il mio superiore?" Al che lei sorrise e rispose: "Sì, sì. Vuoi che io muoia più velocemente, per poter andare da vladyka?" Pensavo che se la madre non avesse detto queste cose, non avrebbe detto niente di vladyka Pitirim, né avrebbe detto che avevo bisogno di andare da lui; ma apparentemente la madre lo voleva, e sapeva che avevo bisogno di incontrare questo eccezionale vescovo e uomo di preghiera.  

Madre Maria ha lasciato questo mondo nel 1978; quindi, ovviamente, mi sono messo in cerca di una guida spirituale, e tutti i miei sogni si sono diretti all'incontro e alla conoscenza del metropolita Pitirim. A quel tempo, volevo andare a studiare in Russia, all'Accademia teologica di Mosca, anche se mi dicevano che lì potevo scrivere una tesi di dottorato ma non ottenere una formazione teologica di base. Così ho terminato l'accademia teologica per corrispondenza a Sofia.

Quando è venuto a Mosca per la prima volta?

Sono stato a Mosca per tre volte in regolari viaggi turistici quando ancora studiavo in Bulgaria. Lì ho incontrato vladyka Pitirim quando ho visitato il Dipartimento dell'editoria del Patriarcato di Mosca. Vladyka e io abbiamo trovato un linguaggio comune e siamo diventati amici. E quando mi sono laureato all'Accademia teologica di Sofia, il nostro Sinodo mi ha mandato all'Accademia teologica di Mosca come professore per scrivere una tesi di dottorato sulle "Caratteristiche degli asceti di pietà russi del XIX secolo".

La mia permanenza all'Accademia teologica di Mosca mi ha regalato anni meravigliosi e felici, dove ho potuto raccogliere ricchezze spirituali leggendo e scrivendo il mio saggio. Leggere e scrivere sugli asceti russi è stato un toccasana per la mia anima.

Dopo aver scritto e difeso la mia tesi all'Accademia teologica di Mosca nel 1986, ho ricevuto l'ordine dal Sinodo della Chiesa bulgara di diventare rettore della Chiesa della Dormizione della Madre di Dio a Gonchary a Mosca, la chiesa di rappresentanza della Chiesa ortodossa bulgara, dove sono rimasto fino al 1991. Nel 1991 mi hanno benedetto per tornare in Bulgaria e sono stato nominato protosincello (segretario di un vescovo o di una diocesi) di sua Santità il patriarca Maksim.

Dicono che sia stato un momento difficile per la Chiesa bulgara.

Sì, in quel momento stava iniziando uno scisma nella Chiesa bulgara e c'era un serio conflitto a Sofia. Ovviamente non è stato versato sangue, ma le proprietà e i fondi della Chiesa sono stati attivamente sequestrati. Le autorità erano dalla parte degli scismatici. È stato un periodo molto difficile. Abbiamo aiutato il patriarca e pregato con fervore per lui.

Nel 1998, il Sinodo mi ha nominato vescovo vicario di sua Santità il patriarca Maksim, e presto sono stato consacrato al monastero di Rila. Nel 2000 è deceduto il metropolita Grigorij di Lovech, e dopo l'elezione sono stato nominato a quella sede. Sono arrivato lì il 3 febbraio 2001.

Vladyka Pitirim e io ci siamo visti abbastanza spesso in Bulgaria mentre era ancora vivo. Mi sono sempre consultato con lui e gli ho chiesto molte cose, e ho sempre ricevuto risposte spirituali succinte. Devo dire che vladyka Pitirim era chiaroveggente. Mi ha predetto molte cose, ma ha cercato di farlo con molta attenzione, non direttamente. Vladyka era un uomo saggio, ma molto modesto, che nascondeva sempre le sue capacità e la sua spiritualità, ma esprimeva la cultura, l'intelligenza e la bellezza russe. Era molto preoccupato per la Russia e addolorato per la distruzione delle sue basi morali e delle sue tradizioni. Vladyka ha cercato di aiutare tutti coloro che avevano bisogno, trovando sempre tempo per le persone. Non tutti lo capivano, solo quelli che desideravano veramente ricevere il suo aiuto e sostegno. Il metropolita Pitirim era un vero asceta della fede e della pietà.

Ci parli di vladyka Pitirim come vescovo, delle funzioni che celebrava. Dicono che fosse un uomo molto concentrato, responsabile, aristocratico.

Vladyka Pitirim è stato per me un esempio in tutto e per tutto. Celebrava abbastanza spesso, e sempre in modo molto grandioso e magnifico, con concentrazione, completamente immerso nel significato delle funzioni e con zelo nell'adempimento del Tipico. Durante i viaggi ufficiali, vladyka trovava sempre l'opportunità di celebrare la Liturgia. La sua cura riverente e la sua preghiera per il suo gregge erano sempre evidenti.

Vladyka Pitirim coglieva ogni opportunità per aiutare le persone bisognose. Per esempio, se eravamo su un treno, cercava di parlare con le persone su vari argomenti, passando con attenzione ad argomenti spirituali. Molte persone conoscevano Vladyka Pitirim per questo motivo e lo ricordavano sempre con affetto.

Vladyka era molto delicato ed educato quando parlava con le persone. Sapeva bene che non si poteva iniziare subito a parlare di fede, di confessione, di comunione con tutti, ma cercava solo di parlare con calore, attenzione, senza alcuna pressione o attacco, solo per dire qualcosa sulla Chiesa e su quanto fosse necessario viverci dentro.

Ha portato molte persone alla fede, anche membri del Partito Comunista, credo, perché secondo lui anche lì c'erano dei credenti. Vladyka amava molto visitare le parrocchie della sua diocesi, per lo più rurali e povere. A volte non avevano le condizioni adatte per celebrare un servizio archieratico. Era impossibile arrivarci in macchina. C'erano villaggi in cui gli anziani locali dicevano che non li aveva visitati alcun vescovo dai tempi dello tsar. Vladyka visitava i bambini del villaggio, parlava con loro e li aiutava finanziariamente, specialmente nelle scuole, poiché è lì che i bambini acquisiscono conoscenza e vengono allevati ​​nella cultura. Una volta vladyka acquistò dei cavallini per i bambini in modo che potessero cavalcarli e godersi la loro infanzia. Ricordo come i soldati si avvicinavano a lui dopo le funzioni, poiché traevano così tanta gioia e ispirazione dal parlare con vladyka – specialmente nei difficili anni '90...

Non badava alla fatica, ma cercava di dedicare a tutti il ​​suo tempo e la sua attenzione. Ho i ricordi più affettuosi di lui come un vero vescovo, un monaco, un vero uomo russo, in cui erano combinate tutte le virtù dell'uomo russo. Vladyka era un vero rappresentante della vecchia Russia prerivoluzionaria. Per me è stato e rimarrà un esempio per il resto della mia vita.

Dal 1986 al 1991 ha prestato servizio a Mosca come rettore della chiesa della rappresentanza bulgara. Come ricorda la vita ecclesiale a Mosca in quel periodo piuttosto difficile?

Del mio tempo alla Lavra della Trinità e di san Sergio, ricordo la pietà e l'atteggiamento responsabile che la gente aveva nei confronti delle funzioni. Molte persone venivano prima del'inizio delle funzioni per concentrarsi e prendere il loro posto. La maggior parte dei parrocchiani rimaneva in chiesa fino alla fine, anche per gli acatisti. Pregavano e ascoltavano con attenzione i testi delle funzioni. Ho osservato lo stesso nella nostra chiesa di rappresentanza quando ero il suo rettore. C'erano pochissime chiese attive a quel tempo e la gente apprezzava l'opportunità di riunirsi per la preghiera comune. Nessuno si permetteva di condannare i preti, i monaci. Anche se il clero commetteva qualche errore o aveva qualche mancanza, tutti li trattavano con comprensione e gentilezza; con rispetto, gratitudine e riverenza.

Amavano davvero i bulgari a Mosca a quel tempo, e potevo sentire l'amore e il rispetto dei moscoviti. C'era rispetto e comprensione, amore spirituale e riverenza tra le persone. Molte persone si confessavano e si comunicavano, specialmente durante i digiuni. La fede del popolo era veramente confessionale, perché doveva sopportare disagi e oppressioni di vario genere. Non risparmiavano tempo o fatica per amore del Signore e per la comunione con lui. Dopo la perestrojka l'atteggiamento delle autorità nei confronti della Chiesa è migliorato e gradualmente hanno iniziato ad aiutare. Sempre più persone hanno iniziato a frequentare la chiesa, anche se la vita e il benessere della società si erano deteriorati. Sono apparse gradualmente delle difficoltà nella vita dello stato. Ma, per grazia di Dio, hanno iniziato ad aprire chiese, che sono divenute un rifugio e un conforto per i fedeli.

Parte 2

"Cosa c'è da fare? Pregare, e basta!"

Nella prima parte di questa intervista, abbiamo parlato con sua Eminenza il metropolita Gavriil di Lovech del suo ingresso nella vita della Chiesa, del suo tempo in Russia e del suo meraviglioso padre spirituale, vladyka Pitirim di Volokolamsk e Jur'evsk. In questa seconda parte, parliamo del servizio del metropolita Gavriil come sacerdote e vescovo nella Chiesa bulgara, dei problemi che affronta oggi il popolo ortodosso bulgaro, del lavoro con i giovani e dell'importanza di mantenere relazioni fraterne tra i popoli ortodossi.

il metropolita Gavriil di Lovech. Foto: balkanec.bg

Nel 1991 è tornato a casa e ha affrontato uno scisma ecclesiale. Come ha difeso gli interessi della Chiesa canonica bulgara?

Tutte le autorità a quel tempo erano dalla parte degli scismatici: il parlamento, i ministri, il procuratore capo. Solo il Signore ci ha protetto, perché avremmo potuto essere completamente espulsi e privati ​​di ogni possibilità di servire e di prenderci cura della gente. C'era un tempo in cui ogni sera, dopo aver finito il nostro lavoro alla metropolia, portavamo con noi i documenti ei sigilli importanti, perché la polizia poteva venire in qualsiasi momento e semplicemente cacciarci. In qualsiasi momento, la procura avrebbe potuto autorizzare la chiusura delle nostre chiese e delle nostre istituzioni amministrative. In quel momento difficile, la Chiesa ortodossa russa ci ha aiutato e sostenuto in tutto. È stato un momento molto difficile, ma il Signore ha aiutato.

Poi è arrivato un governo diverso e le cose hanno iniziato a migliorare, ma è stata dura per molto tempo. Abbiamo simpatizzato con l'Ucraina, che stava anch'essa affrontando scismi. Certo, lo scisma tra fratelli in Ucraina continua ancora oggi, con nostro grande rammarico... E capiamo perfettamente cos'è lo scisma. È molto difficile; ma d'altra parte, a quei tempi era chiaro chi era veramente ortodosso e chi poteva essere comprato per denaro, chi aveva interessi puramente materiali.

E quali difficoltà ha incontrato quando è diventato vescovo?

Ero un vescovo vicario. Tutto nella diocesi di Sofia si svolgeva con la benedizione del patriarca. Il patriarca Maksim era un uomo molto buono e saggio. Era severo, ma allo stesso tempo caloroso e pieno di amore. Tutto quello che abbiamo fatto è stato fatto con la sua benedizione, con il suo permesso, con i suoi consigli, quindi è stato più facile per noi prendere decisioni. Ricordo di essermi lamentato con vladyka Pitirim per le difficoltà e le prove che avevamo dovuto sopportare durante il periodo dello scisma, ma ha detto: "Difficile, difficile, ma tu non hai il peggio. È molto più difficile per il patriarca!" Ho risposto: "Sì, è vero". Quindi, tutto nella diocesi di Sofia si faceva con la benedizione piena di grazia del patriarca Maksim. Abbiamo visitato e consacrato le chiese della diocesi di Sofia e incontrato il gregge.

Quando sono diventato vescovo, ho cercato di prendere esempio dai veri vescovi, principalmente vladyka Pitirim, e mi sono sempre fatto guidare dai suoi consigli. Non potrei mai imitare vladyka, ma per me è sempre stato un esempio di vero vescovo. Grazie a lui sono riuscito a fare molto e ad evitare tanti errori che probabilmente avrei fatto altrimenti come nuovo vescovo.

Quindi, ciò che Madre Maria ha detto riguardo a vladyka Pitirim ccome suo padre spirituale si è avverato?

In effetti, vladyka era il mio padre spirituale. Veniva spesso in Bulgaria. Vladyka mi ha sempre sostenuto nei momenti difficili. Quando ero ancora sacerdote, lui, come prevedendo il mio futuro ministero episcopale, mi preparò a poco a poco ad esso. Una volta venne in Bulgaria per diversi giorni. Sono andato a trovarlo in albergo e gli ho detto: "Il Sinodo ha deciso oggi di consacrarmi". I suoi occhi si sono riempiti di lacrime; sapeva tutto e gioiva per me. Penso che vladyka avesse pregato per questo, perché ero protosincello da molto tempo, in un momento piuttosto difficile per la nostra Chiesa.

Nel 2013 era uno dei tre candidati a patriarca. Potrebbe condividere le sue esperienze di quel periodo?

A quel tempo il mio padre spirituale mi disse quanto segue: "Un monaco non chiede nulla e non rifiuta nulla". Non volevo essere patriarca, ma non osavo fare nulla per rifiutare la mia candidatura, affidandomi unicamente alla volontà del Signore. E tutto avvenne secondo la Sua santa volontà.

Secondo il nostro statuto, il Sinodo determina tre candidati alle elezioni patriarcali. I candidati erano vladyka Neofit, vladyka Galaktion e io. Quando ci siamo riuniti con i nostri colleghi vescovi, ho detto quanto segue: "Fratelli, promettiamoci che nessuno di noi lavorerà contro gli altri". E ci siamo attenuti a questo: avrebbero scelto chi avrebbero scelto. E abbiamo mantenuto questo obbligo d'onore gli uni agli altri. Ho capito che se fossi stato scelto io come patriarca, ci sarebbe stato un cambiamento colossale e una nuova era nella mia vita. E quando hanno scelto vladyka Neofit, mi sono rallegrato e mi sono sentito calmo, perché tale era la volontà di Dio, non la mia. Non è che io abbia rifiutato, ma è così che il Signore ha determinato. Poi ho chiamato il mio padre spirituale e ho detto: "Gloria a Dio!" I giornalisti mi hanno trovato completamente calmo,

Ho continuato con i miei lavori nella mia diocesi. Siamo riusciti a fare molto: abbiamo costruito una bella chiesa, ne abbiamo consacrate altre piccole e abbiamo aperto una nuova, grande scuola per bambini. Così il Signore ha ordinato il mio ministero. Devo dire che il patriarca porta sempre una croce molto pesante, e il Signore non me l'ha messa addosso, e per questo ringrazio Dio! Tutti noi aiutiamo il nostro patriarca come possiamo.

Vladyka, ci parli della vita della Chiesa bulgara oggi, della gioventù ortodossa.

La Chiesa vive oggi un tempo piuttosto difficile. Da un lato c'è libertà e pace e le autorità sono ben disposte nei nostri confronti. D'altra parte, ora stanno comparendo sempre più movimenti religiosi settari, che svolgono attività sempre più distruttive. I settari fanno di tutto per conquistare le persone, attirandole con vari incontri e un atteggiamento "gentile". Pertanto, è molto importante per noi incontrarci e parlare con le persone il più spesso possibile. Cerchiamo di pubblicare buona letteratura, ma il guaio è che oggi la gente legge molto poco.

L'uomo moderno dedica la maggior parte del suo tempo alla tecnologia digitale, ma non ai libri. Nelle nostre attività educative, cerchiamo di parlare degli asceti della fede e della pietà, dei santi russi e greci. Nella nostra diocesi, come ho detto, abbiamo aperto un istituto comprensivo dove si insegnano tutte le materie necessarie per un'educazione generale, insieme a lezioni sull'educazione cristiana e lo sviluppo morale della persona. Lo facciamo per aiutare le giovani generazioni, in modo che i bambini crescano nella fede e nella purezza, nella cultura e nel rispetto reciproco. Generalmente, le scuole bulgare non hanno lezioni obbligatorie di religione, ma ci sono incontri con il nostro clero per chi lo desidera. Stiamo cercando di diffondere questa pratica ovunque, anche negli asili nido e nelle scuole materne. Naturalmente, il COVID ha sconvolto molti piani. Nella nostra città i sacerdoti hanno visitato gli asili nido, hanno parlato con i bambini e i genitori hanno chiesto che tali incontri si svolgessero il più spesso possibile. Abbiamo stampato ottimi libri per bambini: vite dei santi in una presentazione accessibile ai bambini, con illustrazioni molto luminose e belle.

L'obiettivo principale, ovviamente, è quello di educare le giovani generazioni. Cerchiamo di identificare buoni candidati per l'ordinazione che hanno veramente un desiderio sincero e una disposizione sincera a servire Dio negli ordini sacri. Abbiamo molti giovani sacerdoti che hanno iniziato a servire secondo la loro vocazione. Si preoccupano sinceramente delle persone e lavorano sodo, dedicando i loro sforzi e il loro tempo personale.

Ma anche le forze del male stanno lavorando, cercando di indirizzare tutto il loro potenziale verso la lotta contro l'unità nel mondo ortodosso. Per esempio, c'è la Convenzione di Istanbul. La nostra Chiesa sta cercando di resistere a queste cattive decisioni e il nostro governo ci sta ascoltando. Grazie a Dio, abbiamo punti di vista e comprensione comuni con il governo. Possa Dio concederci un'intesa reciproca con il nuovo governo, che sarà formato questo luglio. Possa Dio concedere che tutto sia buono e pacifico. È molto importante.

Vladyka, come si relazionano i giovani, questi studenti, con la Chiesa? Per esempio, ci sono pochissimi giovani nelle chiese di Mosca che vengono, credono sinceramente e rispettano le tradizioni e la cultura. Tuttavia, ci sono anche molte cose negative che sono dannose per l'anima nel mondo giovanile di Mosca. Alcuni di quelli con cui ho avuto contatti negano i valori tradizionali e la Chiesa stessa, definendola un censore e equiparandola al fanatismo e alla tattica dei divieti e delle restrizioni. Come vanno le cose in Bulgaria?

È esattamente lo stesso in Bulgaria. Penso che più andremo vicino all'Europa, più evidenti saranno queste tendenze. L'umanesimo europeo, che apre un enorme campo alla scelta dei valori morali, purtroppo fa qualcosa di negativo, i cui frutti si vedono abbastanza spesso. In linea di principio, in Occidente, come dicono gli anziani, la fede è già abbastanza debole, addirittura morta. E questo è disastroso per il mondo occidentale. Stiamo cercando di combatterlo. Abbiamo la stessa identica situazione che hai descritto riguardo a Mosca. Ci sono persone che sono attratte dalla Chiesa; ci sono persone che sono contro la Chiesa; ci sono persone che cadono in varie sette, cristiane e non, che di solito hanno soldi dall'Occidente e l'opportunità di usare varie esche per attirare le persone nelle loro attività.

Cosa c'è da fare?

Pregare, e basta! Per molte persone, naturalmente, la loro coscienza dice loro dov'è la verità, e ne sono attratte. Ma molti non ascoltano la voce della loro coscienza e cercano di vivere liberamente sotto tutti gli aspetti.

In effetti, possiamo solo pregare e mostrare la bellezza del cristianesimo con il nostro esempio. Dobbiamo mostrare ai nostri coetanei che l'uomo nella Chiesa non svanisce, ma si sviluppa; che la Chiesa è dove l'uomo diventa veramente libero e raggiante.

Il nostro esempio è estremamente importante. Un esempio speciale può essere dato da un padre spirituale. Io seguo attentamente i miei giovani sacerdoti, assicurandomi che siano responsabili del loro lavoro. Se un giovane sacerdote è freddo e passivo, preferisco rimuoverlo dai suoi doveri piuttosto che farlo diventare una tentazione per i fedeli e per coloro che sono simpatizzanti della Chiesa. I sacerdoti, specialmente i giovani, devono dare un buon esempio. È molto importante. Un sacerdote deve sempre pregare, perché attraverso la preghiera riceviamo la grazia del Signore, che santifica la nostra vita e noi stessi. Certo, siamo lontani dall'ideale che ci mostrano gli asceti e i santi, ma comunque dovrebbero essere la nostra guida e la nostra speranza.

Ci sono stati cambiamenti significativi alla Scuola teologica di Sofia da quando ha studiato lì? Come funziona oggi?

Il Sinodo ha oggi diversi seminari in Bulgaria. Certo, l'ecclesialità si conserva in questo ambiente. Ci sono anche dipartimenti teologici nelle università secolari. Abbiamo anche un'accademia teologica a Plovdiv. Ma le cose sono un po' più difficili con i dipartimenti teologici. Devo dire che nei dipartimenti teologici delle scuole statali vengono accettati soprattutto studenti ortodossi, ma ci sono anche studenti non ortodossi; perché, secondo la legge, le università devono prendere persone di qualsiasi confessione. Quindi le cose non sono esattamente come vorremmo che fossero. Anche le persone non ortodosse possono diventare insegnanti.

Naturalmente, solo gli ortodossi battezzati studiano nelle nostre accademie teologiche e lì abbiamo solo insegnanti ortodossi. La nostra diocesi ha un sacerdote laureato al dipartimento teologico dell'università, anche se questo è un fenomeno raro. I laureati dei dipartimenti teologici delle università entrano per lo più in strutture secolari.

Vladyka, mi permetta di chiederle dei russi che vivevano in Bulgaria e dei russi che ci vivono ora.

Mi sta chiedendo dell'emigrazione che è arrivata in Bulgaria e in altri paesi europei durante la rivoluzione russa. Tutte queste persone erano molto intelligenti e spirituali, se ricordo bene. Hanno dato molto all'Europa, al resto del mondo e alla Bulgaria in particolare. Tra loro c'erano anziani che vennero in Bulgaria. La schema-Igumena Maria, di cui ho parlato prima, era tra gli emigranti bianchi. Prima andò in Serbia e vi fondò diversi monasteri. Si può dire che sotto di lei sia rinato il monachesimo femminile, che lì a quel tempo era quasi scomparso. Più tardi, quando passò in Bulgaria, portò a tutti noi grandi benefici spirituali. Madre Maria ha avuto moltissimi figli spirituali: è stata per noi un fulgido esempio di vita cristiana.

Ci sono stati anche altri asceti; per esempio, vladyka Seraphim (Sobolev) , che è stato canonizzato nella Chiesa russa alcuni anni fa. Vladyka è venerato anche tra i santi della Chiesa bulgara . In effetti, l'emigrazione russa ha dato molto all'Europa e alla Bulgaria. I russi sono persone molto buone.

Abbiamo molti russi a Lovech, perché molti studenti bulgari hanno studiato in Russia e si sono sposati con ragazze russe e poi le hanno portate qui. Ora organizzano molte celebrazioni legate alla storia russa. Mi invitano sempre e cerco di andare a questi meravigliosi eventi quando posso. I russi in Bulgaria non dimenticano mai la loro patria e ne parlano sempre calorosamente. Abbiamo ottimi rapporti con loro. Rispetto molto i russi e cerco di comunicare con loro quando ne ho la possibilità. Abbiamo sempre avuto buoni rapporti. La politica cambia sempre, ma le persone non cambiano il loro atteggiamento rispettoso. La politica è politica. Oggi è una cosa, domani un'altra, ma posso confermare categoricamente che le persone hanno buone e rispettose relazioni con la Russia.

Sì, la politica è politica, e le persone sono sempre persone.

Le racconto questa storia. Durante una delle visite di vladyka Pitirim in Bulgaria, siamo andati a Shipka (una piccola città vicino alle montagne). Abbiamo dovuto fermarci e chiedere alla gente indicazioni più volte. Vladyka era sul sedile del passeggero e la gente passava sul marciapiede. E tutti quelli a cui chiedeva potevano capire e rispondere in russo. Erano solo passanti casuali che non conoscevano vladyka Pitirim. Hanno visto che c'era un religioso russo davanti a loro, e quando vladyka ha chiesto, tutti hanno risposto con tale rispetto e amore che ha esclamato: "Che cosa buona, gente ortodossa!" Non c'era una sola volta che la gente ignorasse la domanda o la richiesta di vladyka Pitirim. E continuava a ripetere: "Che bello, ortodossi!" La nostra gente ha sempre trattato bene i russi. Era lo stesso prima della liberazione dal dominio turco. In quegli anni difficili del dominio turco, i bulgari sapevano e aspettavano che i russi venissero a liberarli. Certo, ci sono persone diverse, come ovunque, ma la maggior parte del nostro popolo ha ancora questo buon sentimento con il popolo russo. Quindi fate sapere ai russi: la politica è una cosa e l'anima della gente è un'altra.

Vladyka, grazie mille per aver parlato con noi. Possa la vita del popolo bulgaro ortodosso essere benedetta e possano le nostre buone relazioni fraterne diventare sempre più forti.

Speriamolo. Una volta ho chiesto a madre Maria: "Con chi sarà la Bulgaria?" Lei ha risposto: "Con la Russia". Guardate: la Russia è ortodossa; la Bulgaria è ortodossa: quindi con chi altri saremmo? La politica è politica, ma l'Ortodossia è luce e amicizia.

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