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  Arcivescovo Luka di Zaporozh'e e Melitopol': sono entrato per la prima volta in chiesa a Pasqua, e sono rimasto nella Chiesa tutta la vita

di Irina Levchenko

da Pravmir

7 maggio 2013

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A quale servizio si era inizialmente preparato? Come prendere decisioni difficili? Come, per volontà di Dio, si è formata la sua vita? Tra quali preoccupazioni vive? Quali ostacoli affronta e di cosa si prende maggior cura? L'arcivescovo Luka di Zaporozh'e e Melitopol' ha raccontato molto francamente queste cose al portale "Pravoslavie i mir" (l'Ortodossia e il mondo).

L'arcivescovo Luka (al secolo Andrej Vjacheslavovich Kovalenko) è uno dei vescovi della Chiesa ortodossa ucraina, regge la diocesi di Zaporozh'e e Melitopol (dal 2010), ed è presidente del Dipartimento sinodale della Chiesa ortodossa ucraina del patriarcato di Mosca per la pastorale dei cosacchi dell'Ucraina e l'educazione spirituale e fisica dei giovani.

È Nato l'11 luglio 1971 nella città di Khartsyzsk, nella regione di Donetsk dell'allora Repubblica socialista sovietica ucraina. Nel 1992 è entrato all'Università medica statale di Donetsk. Nel 2000 ha sostenuto con successo la sua tesi per il grado magisteriale in medicina.

Nel marzo 1998, il metropolita Ilarion di Donetsk e Mariupol lo ha ordinato diacono. Nel maggio 1999 è stato ordinato sacerdote. Dal 1998 al 2002, ha fatto studi a distanza presso il Seminario teologico di Kiev, e dal 2002, sempre a distanza, all'Accademia teologica di Kiev. Il 25 dicembre 2003, al monastero della santa Dormizione di Svjatogorsk è divenuto monaco con il nome Luca, in onore di San Luca della Crimea. Il 29 aprile 2008 è stato elevato al rango di arcivescovo.

Il 23 dicembre 2010 è stato nominato rettore della diocesi di Zaporozh'e e Melitopol'. Nel 2012 è stato insignito del'ordine di III grado "Per i servizi alla regione di Zaporozh'e", in precedenza gli è stata assegnata un'onorificenza  popolare tra i "Grandi di Zaporozh'e".

Vladyka Luka risponde alle domande dei lettori

Pane e bucaneve

Vladyka, la prego, ci parli della sua infanzia, dei suoi genitori, di ciò che le hanno insegnato, per che cosa l'hanno punito, come avrebbe dovuto crescere secondo loro?

Mia madre, Zoja Fedorovna, è nata nel 1942 nella regione di Kursk, poi ha lavorato al controllo della qualità dei prodotti della fabbrica di impiantistica di Khartsyzsk. È una donna di villaggio, senza istruzione particolare, che si comporta secondo la famigerata "legge delle tre spighe". In autunno, dopo il raccolto, soprattutto negli anni 1946-47 anni, quando c'era una terribile carestia, andava nei campi con sua sorella per raccogliere qualcosa da mangiare.

Mia madre mi ha detto che hanno incontrato il capo di uno dei settori della fattoria collettiva. I bambini sono scappati, e lui, che era a cavallo, li ha picchiati con una frusta. È chiaro da quel che raccontano le persone che hanno vissuto in quei tempi, l'atteggiamento di riverenza per il pane. Per questo non amano parlare delle lezioni della storia. Anche mia madre non ne ha parlato immediatamente a me e a mio fratello.

Mi ricordo di avere avuto cattivi voti per difetti di calligrafia. Ho vinto le olimpiadi studentesche cittadine, ma non sono andato a quelle regionali a causa della cattiva grafia. Risolvo un problema, e se vedo un errore, lo cancello immediatamente, e ci riscrivo sopra, e il risultato non è bello.

Sono sempre stato assetato di conoscenze. In un modo interessante, mi aiutava mia madre. Mentre lavorava in cucina, ascoltava la radio, e poi mi raccontava le notizie interessanti. E di quel che ricordavo, io stesso parlavo a scuola, e questo mi meritava una buona stima. La mamma ancora oggi se ne ricorda spesso.

Il nome di mio padre era Vjacheslav, ora è morto. Per quanto mi ricordo, mio ​​padre nella mia vita mi ha castigato una sola volta. E per una colpa della quale non ero neppure da biasimare. Io non ho mai fumato, mentre i miei amici e compagni di classe si affumicavano. Tuttavia, andavamo a raccogliere mozziconi, e ne raccoglievo anche io per i miei amici. Trovandomene in fondo a una tasca (lui non fumava), per questo mio padre mi ha dato una lavata di capo...

Mi ha castigato in qualche modo, ma non mi ha picchiato – perché era molto allarmato per me. Con amici e compagni di scuola, quando avevamo 10 anni, alla vigilia dell'8 marzo siamo andati nella foresta per scavare dei bucaneve per le mamme. Non siamo andati lontano, un chilometro e mezzo, ma c'era ancora la neve. Il nostro percorso attraversava un campo arato in inverno, e la neve si era sciolta un po', sotto i piedi era così sporco che gli stivali affondavano. E poi, come scavare? Non avevamo portato con noi delle palette. Abbiamo trovato un elettrodo che spuntava, e con questo e con le mani abbiamo scavato la terra congelata solo per fare un regalo alle mamme. Ci sono poi venuti a cercare.

In famiglia avete avuto dei sacerdoti?

Nessuno. Mio nonno materno era lo starosta di una chiesa. Per questo è stato inviato per 3 anni alla "costruzione del socialismo" nel Donbass, dove erano state aperte le miniere. Erano i primi anni '20. Ma i nonni avevano lo stesso un angolo sacro, dove ardeva una piccola lampada, e gli asciugamani decorati erano appesi alle icone. Da bambino queste cose mi interessavano, ma i nonni parlavano della fede con molta cautela.

A volte la gente mi chiede: "Come mai celebrare la Pasqua era vietato in epoca sovietica, ma nondimeno tutti la celebravano?". Ricordo una luminosa Risurrezione di Cristo, quando avevo cinque anni o meno. I miei genitori non erano credenti, ma, tuttavia, a Pasqua mi portavano dalla nonna, e io chiedevo: "Papà, cosa bisogna dire?". E lui mi insegnava che dobbiamo dire: "Cristo è risorto", e la nonna ti rispondeva, "Veramente è risorto!". "E io per questo avrò un gelato?"

Pinzette, pinze e bisturi erano i miei giocattoli più amati

Spesso mi viene chiesto perché ho deciso di diventare medico. E dire che nella prima infanzia ho avuto un intervento chirurgico serio, per eliminare gli effetti di un trauma della nascita. Mi ricordo di un uomo in camice bianco che mi ha detto: "Tu diventerai un medico". Non so chi fosse, né perché me lo abbia detto, né perché fossi seduto tra le sue braccia. Ma mi sono ricordato questa storia per tutta la vita.

Mio padre era un radioamatore, aveva un'antenna, un apparato di chiamata, e per aggiustarli si serviva di pinzette, pinze e bisturi. Questi erano i miei giocattoli preferiti! Tutti i miei animali di peluche – gatti, cani – sono stati operati.

Mettevo su una sedia uno sgabello sotto la lampada – era il mio tavolo operatorio, indossavo guanti di straccio (allora non capivo, perché servissero guanti di gomma), e facevo interventi chirurgici. Io non volevo essere come gli altri, né guidatore di carri armati, né pilota né cosmonauta, solo un medico! I bambini giocavano con modellini di carri armati e di macchine, e questo a me non interessava, tra l'altro, io finora non ho mai avuto la patente di guida.

E ora, al posto di un camice bianco ha una tonaca nera...

E perché mai? Insegno in una scuola medica, ho più di 20 anni di formazione medica generale sul campo. Sono andato a lavorare in un ospedale fin da quando frequentavo la nona classe.

È stato difficile diventare studente in ospedale? Ha dovuto "allungare mance"?

No, i miei genitori erano persone molto semplici, e non c'è mai stato clientelismo. I miei genitori non sono mai andati all'ospedale dove lavoravo, e mia madre non sapeva la strada per arrivare all'istituto. Sono andato a un incontro con il direttore dell'ospedale, e lui si è sbarazzato di me; sono andato da lui ancora una volta e mi ha dato le spiegazioni. Era Vladimir Pavlovich Nadolskij, per più di 20 anni primario dell'ospedale. Forse mi stava solo mettendo alla prova?

A quel tempo, se si disponevi di esperienza di lavoro, al momento dell'assunzione ti aggiungevano uno o due punti. E quando c'era una concorrenza di 8 persone per un posto, quel bonus era molto prezioso. Ho poi fatto un passaggio da un blocco ospedaliero a un altro che, di fatto, era una sala pubblica per fumatori. Immaginatemi dopo la scuola, impegnato a lavorare per pulire questa "sala fumatori". A volte mi criticavano per il fatto che non era piena di fumo e sporca. Io mi scusavo: "Ma io ho pulito...". Tuttavia, la caposala era molto gentile con me e materna.

Allora tutti gli studenti delle classi superiori erano impegnati in corsi di formazione professionale. Ai ragazzi offrivano specialità "maschili", falegnami, autisti, tornitori, e le ragazze studiavano da sarte, infermiere, cuoche, segretarie. E io, naturalmente, feci domanda da "infermiere". Mi fu rifiutata: "è una specializzazione da donne". Ma ho vinto io, portando il mio caso al corpo educativo della città, il cui direttore mi ha permesso di specializzarmi assieme alle ragazze. Io ero l'unico ragazzo in una classe di ragazze.

Nel reparto di chirurgia dove facevamo pratica lavorava l'infermiera Elizaveta Vasil'evna, specialista di fasciature, una donna nubile, che aveva servito nella grande guerra patriottica. Era molto rigorosa, di principio e responsabile. Una volta mi disse: "Andrej, lascia che le ragazze lavino i pavimenti e portino i pappagalli, e vieni con me alle fasciature". E mi ha insegnato come fare le medicazioni.

Poi mi disse: "Ti interessa osservare un intervento?". Naturalmente, mi interessava! È così che sono entrato in sala operatoria, e poi i medici hanno suggerito: "Perché ti limiti ad andare e venire? Dai, aiutaci con i ganci (strumenti medici per divaricazioni – nda)". E alla fine della nona classe ero già diventato assistente ai lavaggi in sala operatoria.

Il lavoro del secondo assistente, per così dire, è il più nero e più sporco. Perché ci si deve rannicchiare sotto due chirurghi, in modo che questi possano fare quello che vogliono, aprire i bordi di una ferita, e creare un accesso decente per il chirurgo. Quando i muscoli del paziente sono tesi, l'anestesia non è abbastanza profonda, il paziente è sovrappeso – questo è molto difficile. Tuttavia, io ero coinvolto nelle operazioni, e le ragazze lavavano i pavimenti. E quando, dopo tutto questo, non sono stato accettato all'istituto per la prima volta, è stata una tragedia. Dopo un secondo tentativo fallito di entrare all'istituto, mi sono arruolato nell'esercito sovietico ...

A che età ha iniziato ad andare in chiesa? E chi ha giocato un ruolo in questo?

Dal momento che volevo entrare all'istituto, mia nonna paterna si è offerta di andare in chiesa a pregare. Là ho fatto conoscenza con un sacerdote. Di fatto, per me, è stata notevole la Pasqua del 1992, quando sono tornato dall'esercito. Ragazzi, amici e vicini mi hanno offerto di fare una passeggiata, ma era il Sabato prima di Pasqua, e quindi sono andato in chiesa solo per curiosità. Così, sono andato a una Pasqua – e d'allora in poi sono rimasto nella Chiesa.

I ragazzi se ne sono andati, ovviamente, ma io ho partecipato per la prima volta a una funzione. È stato molto interessante e in qualche modo un sollievo per l'anima. Ho iniziato consapevolmente a frequentare la chiesa dopo il giorno delle sante Mirofore. Sono andato dopo il servizio osservando il vecchio celebrante mentre andava e veniva, mentre porgeva la mano da baciare, mentre poneva qualcosa sulla testa. Quando si è rivolto a me, ho sentito una sensazione indimenticabile, per cui sentivo di dover andare in chiesa, a cercare questo anziano. Era vladyka Alipij (Pogrebnjak), che allora reggeva la diocesi di Donetsk.

Benedizione delle acque. Dnepr, Teofania 2013

Le era chiaro quello che leggeva il padre?

Non capivo niente! Sentivo solo "Cristo è risorto!", e non riuscivo a capire niente se non "Kyrie, eleison!" Provavo una sensazione che non posso descrivere, qualcosa che mi tratteneva in quella chiesa; mi presero per il braccio, dicendomi: Andrej, andiamo, che cosa stiamo a fare qui... e io: "No, io resterò ancora...".

Ricordo un'altra storia: nella decima classe eravamo in visita a Mosca, al cimitero di Vagan'kovo. A quel tempo ero il vice-capo del Komsomol della scuola, ed era una cosa tanto terribile da dire. Siamo entrati nella chiesa, ho osservato tutto con interesse, provando un brivido, e l'insegnante mi ha detto: "Andrej, tu sei del Komsomol che ci fai qui?", e io con quel tono minaccioso ho detto: "Devo conoscere il nemico di persona!"

Il medico è diventato oculista contro la sua volontà

Nella mia storia c'è stato un altro caso del genere, quando dicevo che non sarei mai stato un oculista, e lo sono diventato. Questo era prima della specializzazione, al quarto corso dell'istituto. Per otto giorni di fila abbiamo studiato le malattie degli occhi, e poi abbiamo dato le relazioni al professore. Ma lui era in viaggio, e le relazioni sono state esaminate dal professore associato, Zoja Filippova. Ho risposto a tutte le sue domande in modo adeguato. Lei mi dice:

- Le do un "4" (su 5).

- Per cosa?

- Non posso darle un "5".

- Come mai?

- Il cinque da noi lo dà solo il professore.

- Ma lei lo è, io ho consegnato il lavoro a lei.

- No, non posso.

- Guardi il mio libretto (ero già stipendiato dal Consiglio Supremo dell'Ucraina!), non ho un solo quattro.

Allora quello stipendio era di 40 grivne, e in realtà vivevo grazie a quello, i miei genitori non mi potevano aiutare finanziariamente. Allora ho detto: "Sa, io non sarò mai un oculista!" – infatti volevo essere un chirurgo. E lei dice: "Beh, non so che cosa accadrà se il professore lo saprà" - "Ma io non sono qui per i soldi, e ho risposto senza errori, basta che si metta nella mia posizione"

Teofania, Dnepr, 2013

Allora mi ha messo un "5". Era nel mese di settembre, e nelle vacanze invernali vado dal mio padre spirituale. Gli ho chiesto consiglio su cosa fare. Già pensavo al monachesimo, mi piaceva molto la chirurgia e la terapia, e anche la necroscopia. Naturalmente, non perché sia necessario aprire i cadaveri, ma perché l'anatomopatologo effettivamente "mette tutti i punti sulle i" del processo di sviluppo della morte, che si chiama tanatogenesi. Per me questo processo era molto interessante e molto importante.

E batjushka mi dice: "Va' e chiedi ad Aljosha". A Staryj Oskol viveva una persona molto interessante. La sua bambinaia lo aveva lasciato cadere nell'infanzia e sotto la settima vertebra cervicale non aveva niente di funzionante. Aljosha è per metà disabile, non ha mai studiato, ha gambe e braccia contorte, non parla. Come comunica con la gente? Ancor ora ho la pelle d'oca mentre lo ricordo! Muove un bastoncino su una tavoletta con l'alfabeto e risponde formando le parole. Abbiamo parlato insieme della farmacologia dei broncodilatatori. Scrive poesie! Il suo stile stile di scrittura è come quello di Aleksandr Sergeevich Pushkin.

Ero molto emozionato, e l'uomo che mi accompagnava gli ha detto, "Aljosha, ecco Andrej, che sta studiando all'istituto di medicina, pensa al monachesimo e non sa come scegliere una specialità. Gli piace la terapia, la chirurgia e la necroscopia. Ma non è bene che un monaco abbia a che fare con cadaveri, e anche la chirurgia, con corpi nudi, non è abbastanza decente. Per il monastero sarebbe un ottimo terapeuta".

Aljosha dice: "Sì, come terapeuta sarebbe buono, ma io farei l'oculista". Io mi sento interiormente turbato. E padre Vasilij, che mi ha accompagnato, dichiara: "Aljosha, con una specialità così ristretta, a che servirebbe un oculista nel monastero?». E lui ripete: "Sì, come terapeuta sarebbe buono, ma io farei l'oculista". E padre Vasilij non ha più parlato con lui di questo argomento. Vengo dal confessore, e lui mi chiede: "Padre, come va?!" Rispondo: "Per una volta nella sua vita, non ho fatto obbedienza, e ora mi dispiacerà per tutta la vita...".

Allora il padre spirituale mi ha suggerito di pregare, tirando a sorte. Ho messo sotto il Vangelo due foglietti di carta con su scritto "terapeuta" e "oculista", senza considerare la chirurgia come opzione. Ho pregato, ho letto il Vangelo, l'Apostolo, ho recitato il canone al Salvatore, prendo un foglietto – oculista! Oh Signore, non può essere così? Ho ancora letto l'Acatisto al Salvatore e l'Acatisto a san Nicola, e ho preso uno dei foglietti per la seconda volta – di nuovo, oculista!

Oh Signore, non può essere questa specialità, io non voglio essere un oculista. Ho messo i foglietti per la terza volta sotto il Vangelo, li ho mescolati un paio di volte... E quando ho pregato per la terza volta, mi sono reso conto: "Pazzo, che cosa stai facendo?". E non ho più aperto i foglietti, fermandomi a quello per cui ero stato benedetto.

Con le autorità di Zaporozh'e alla fiera del Pokrov

Di ritorno dal sacerdote, sono subito andato dal professore, capo del dipartimento di oftalmologia, e gli ho chiesto di impiegarmi. Mi ha proposto di esaminare i pazienti operati di cataratta, per padroneggiare alcune competenze prima di guardare il fondo dell'occhio. Quando ho visto la prima volta il fondo dell'occhio, mi sono incuriosito di questo settore della medicina. A quel tempo nella città di Makeevka curava assieme a me Nina Timofeevna Soldatenko – una personalità molto interessante, di alta professionalità e allo stesso tempo veramente come un soldato – era severa sia in famiglia, sia in ufficio.

Sono andato a lavorare il lunedì, e lei mi ha chiamato il venerdì e mi ha chiesto: "Andrej, vuoi essere un oculista?" – "Certo," rispondo. - "Ecco, tu sei in servizio da domani." "Ma io lavoro qui solo da una settimana, non so ancora molte cose». – "Sai come usare una lampada a fessura? Sapete come rimuovere una pagliuzza dagli occhi?" – "Me lo ha mostrato lei...".

Per inciso, Makeevka è una grande città, alcune centinaia di migliaia di persone – miniere, fabbriche! "Se arriva qualcosa che non sai – leggi un libro, se è qualcosa di grave - chiamami". E lei mi ha insegnato tanto, dalla seconda settimana mi ha seguito a consultare i pazienti, mi ha consigliato quali articoli leggere, ne ha discusso con me. Per me è stata una buona scuola professionale. Ho sostenuto la tesi di magistero "Interruzione dell'adattamento nel trauma smussato dell'occhio" quando lavoravo nell'ospedale traumatologico regionale.

Battesimo nel Dnepr

C'erano casi gravi?

Lo erano tutti. Ricordo un caso (arcivescovo dimostra letteralmente con le dita come era ferito l'uomo): Questa è l'orbita, qui gli occhi, qui sono i muscoli, quattro linee rette, due oblique. C'è anche uno spazio riempito di tessuto adiposo, vasi sanguigni, nervi... Il mio caso era un giovane che aveva la parete inferiore dell'orbita colpita da un coltello! Di 25 centimetri 10 erano trafitti! E non provava dolore, né ai vasi né ai nervi né ai muscoli! Aveva conservato interamente la vista. Questo è un caso molto interessante. Ho trattato la ferita per non far sviluppare suppurazione, e una settimana dopo, il ragazzo è uscito sano dall'ospedale.

Si è laureato a pieni voti?

No, nel certificato avevo 5 quattro. Ma i compagni di classe che hanno vinto la medaglia me l'hanno appuntata addosso. Le mie materie preferite erano la matematica, la fisica, la chimica, la biologia. Amavo anche la letteratura. Abbiamo avuto un ottimo insegnante, Nina Nikolaevna, però, solo per un anno e mezzo: in classe ottava [terza media, ndt], quando si studia l'età d'oro della letteratura, e all'inizio della nona. E lei ci ha insegnato a scrivere saggi.

Ora gli studenti copiano da Internet e non pensano, e la metà della classe presenta lo stesso testo. Ed è così che si innamorano della letteratura! Nina Nikolaevna conduceva serate letterarie, è da lei che ho imparato a conoscere Vysotskij, ascoltavo le sue canzoni, leggevo tutto "Evgenij Onegin". E quando sento dire che questa è letteratura straniera, mi dispiace molto, o che "Dostoevskij è cattivo", o che si dovrebbe leggere "Harry Potter", questo mi colpisce, è solo barbarie! Perché io in terza media riuscivo a capire, e i bambini di oggi non ci riescono? Perché li inganniamo?

Ma le lingue sono state un problema per me – sia il russo sia l'ucraino. Nel contenuto degli scritti sono sempre stato buono, ma l'ortografia soffriva. Anche all'istituto non potevo farci niente – per due anni ho dovuto scrivere i saggi per due volte. La prima volta ho fatto 8 errori, la seconda volta – 12. La terza volta ero già entrato nel reparto di preparazione, e grazie allo studio sono stato in grado di superare gli esami scritti.

Il fuoco santo

Il giorno dopo gli esami appendevano solo due liste, e io dopo ogni esame venivo regolarmente a controllare se il mio nome era sulle liste. E se negli anni precedenti appendevano alcune pagine per  i saggi, ma questa volta c'era solo un pezzo di carta in cui non c'era il mio nome. Mi avvicino e chiedo: "Queste sono tutte le liste?" Mi dicono, "Vai via, a te non è stato richiesto un saggio" – come me ne ricordo (sorride).

Ora al checkpoint dove facevano i turni di guardia, è stata costruita una chiesa

È stato membro dei pionieri o del Komsomol?

Ero costantemente un capoclasse, vice-organizzatore del Komsomol della scuola, e partecipavo attivamente alla raccolta della carta di recupero. La mamma mi rimproverava, e mi chiedeva di rimanere a casa, e io rispondevo: "Se non lo faccio io, chi lo farà?".

E non aveva dilemmi: fare le cose "come diceva il Komsomol" o " come diceva la coscienza"?

Sono stato presidente della commissione per l'ammissione al Komsomol, che comprendeva sia komsomolisti sia insegnanti. E così, al fine di diventare un membro del Komsomol, lo studente doveva prima passare per una commissione, e quindi era ricevuto nel comitato del Komsomol. E ci sono stati momenti in cui dicevo agli insegnanti: "Andrej, beh, è un bravo studente," ma obiettavo, "Però non sa cos'è il centralismo democratico, non può essere un membro del Komsomol!". E i ragazzi piangevano a causa mia ... E ora ci sono i canoni della Chiesa, che devo osservare.

Dove ha svolto il servizio militare, che ruolo ha svolto l'esercito nella sua vita, le è stato difficile obbedire agli ordini?

Tutta la mia vita io sono stato circondato da persone buone che mi hanno aiutato, perciò non ho avuto difficoltà. Nemmeno nell'esercito. Non sono entrato nell'istituto nel 1988, ho lavorato come inserviente, e di nuovo non sono entrato nel 1989. Poi mi hanno spinto a entrare nei corsi di preparazione serali all'istituto. Lavoravo durante il giorno, la sera andavo da Khartsyzsk all'istituto a Donetsk.

Il decano del reparto, Nikolaj Ivanovich Tarapata, ci ha immediatamente avvertito di non cadere in eventuali trucchi, come gli "studenti dell'ultimo minuto". Allora gli esami finali presso il reparto di preparazione erano considerati esami di ammissione all'istituto. E poi al lavoro mi hanno portato l'avviso di reclutamento.

Per me è stata una tragedia! Pensavo di essere già all'istituto, i militari mi hanno concesso una proroga fino alla primavera, per venire incontro al mio desiderio di diventare medico. Ma allora non entrare nell'esercito era una vergogna! Non eri arruolato solo per il codice medico "7B", cioè, malattia mentale. "E tu saresti un caso 7B?"

Fino al termine del servizio militare, incontravo le altre reclute, ci si frequentava, io misuravo loro la pressione, invitavo gli amici a non fumare. Beh, per servire – era un servizio. Sono andato dal decano dell'istituto, e lui non mi ha detto che era necessario prendere un congedo accademico! Ebbene, quest'uomo gentile, Aleksandr, ha cercato i miei genitori, che hanno scritto a mio nome la relativa dichiarazione e l'hanno consegnata all'università. E per non perdere un altro anno, dopo il servizio militare sono tornato al reparto di preparazione.

Anche quando noi reclute eravamo sul treno per Kiev, i commilitoni mi soprannominavano "il dottore". A quanto pare in qualche modo sembravo diverso dagli altri. E se sul vagone quelli sui due ripiani inferiori dormivano, e anche i terzi posti erano occupati, mi hanno dato una cuccetta sul secondo ripiano: "il dottore deve dormire!".

Ho fatto il servizio militare a Mukachevo. In tutti i documenti il luogo del servizio era considerato una "Base di riparazioni", ma in realtà era un centro di avvistamento spaziale. Sono stato assegnato alla compagnia di protezione, entro un giorno sono andato al posto di guardia. E ho cominciato a prestare servizio al checkpoint, aprendo e chiudendo il cancello. Ora su questo checkpoint, dove ho iniziato a servire, hanno costruito una chiesa.

Inclusione della capsula commemorativa nella fondazione della cattedrale di sant'Aleksandr Nevskij in Kamyshevakha

Due anni fa ho suggerito ai preti a me vicini, "Andiamo, vi mostro il luogo dove ho servito." E abbiamo incontrato il mio comandante di compagnia. Gli dico: "Ovviamente, non si ricorderà di me. Soprattutto perché ora ho la barba. Kovalenko, arruolato nel 1989 anno, congedato nel 1991. E dice: "Sa, mi ricordo di lei. Era più denso di tutti gli altri".

Ci hanno arruolati in autunno, e nel mese di aprile si è dimesso l'istruttore medico, e hanno dovuto scegliere al suo posto qualcuno tra i militari. Io avevo il diploma del corso per infermieri giovani al reparto di formazione professionale, oltre ad aver visto il titolo di "giovane medico" all'università popolare.

C'era un concorrente dall'Uzbekistan, un ragazzo che aveva un diploma di infermiere. Ma il capo, Leonid Ivanovich Nesterenko, ha scelto me. Ci chiamavamo al telefono, tenendoci in contatto periodicamente. Così sono andato all'infermeria, dove già si era ammalato il caposquadra. Leonid Ivanovich era un uomo molto severo, amava tanto la pulizia che all'ospedale non sapevamo dove nasconderci! Controllava come pulivamo, i gabinetti, i lavandini. Gli sono grato per avermi insegnato l'ordine, ma soprattutto perché stavo facendo ciò che amavo, la medicina.

Non ricorda per caso qualche storia militare interessante?

Eccone una. Durante il colpo di stato d'agosto mi trovavo nell'esercito, ma nessuno mi aveva segnalato l'evento. Chiamano al telefono: "Pronto, qui è Kvadrat". Ma santo cielo, ci prendono in giro?! E io rispondo: "E qui è Krug [cerchio, ndt]!" – "Aaaaaaaaaa – in risposta – qui è il colonnello Kvadrat! Del servizio medico dell'esercito! Sergente, riferisca quanto personale avete in ospedale!". E così via... Io penso, "Oh, Signore! Beh, in realtà sono già quasi smobilitato, e dovevo cacciarmi in un guaio del genere". Ma non è successo niente.

Ricordo ancora il caposquadra della compagnia, che non mi amava perché tutti ricevevano pacchi di cibo e sigarette, da cui poteva trarre profitto. E i miei genitori, a mia richiesta, mi inviavano solo libri di fisica, chimica, biologia e le riviste mediche a cui ero abbonato.

E non si è trovato di fronte episodi di tirannia, in quanto tale?

Nell'esercito, a Mukachevo, prendevamo i canali TV dell'Ungheria e della Repubblica Ceca, che dopo mezzanotte mostravano tutti i tipi di trasmissione piccante. La TV era nella camera di Lenin al terzo piano, e i veterani erano riusciti a modificare in qualche modo i sigilli per vedere le trasmissioni. Alla finestra di fronte alla piazza, mettevano una guardia giovane per prevenire il passaggio del turno di guardia. A volte dimenticavano di "sollevare dalla guardia" questi ragazzi, ed è pesante non dormire la notte. Quanto a me, non mi facevano mai alzare: "il dottore deve dormire".

Ho già detto che come capo dell'unità medica ero abituato alla disciplina. C'è stata una situazione in cui la disciplina potrebbe avermi salvato la vita. Non so quali potrebbero essere state le conseguenze. La nostra unità militare faceva turni di combattimento, a guardia del sistema di avvistamento spaziale. E all'improvviso c'è stato un blackout del sistema radar! Se questo durava più di 12 minuti, il comandante era messo sotto processo. Questa era una cosa terribile! In poco tempo abbiamo messo tutto a posto, ma, tuttavia, abbiamo subito un grave "rapporto di volo", in particolare dalla parte direttamente sotto il Comando di Difesa Aerea di Mosca.

Giorno dell'indipendenza, 2012

Si è scoperto che la causa era un topo che aveva rosicchiato i cavi. Ed eccomi qui, come istruttore medico. E nonostante il fatto che avessi messo regolare veleno per topi! E la colpa di chi è? Dell'infermeria! Non aveva avvelenato i ratti! E io dico, "Mi scusi, ecco il resoconto – una certa data, due giorni fa, ho messo il veleno, esaminare tutto. Di che tipo di veleno c'è stato dato dal magazzino, io non sono responsabile! Se il topo l'ha mangiato e non è morto, perché io sono qui?" E questo resoconto diligente e completo mi ha salvato!

Una bambina poteva salvarsi solo con un'operazione, ma dopo il battesimo i sintomi sono scomparsi

Credo che uno studente alto, interessante, intelligente fosse ammirato dalle ragazze? Ci sono state delle storie, degli incontri?

Sì, certo, c'era una ragazza a scuola. In genere ci consideravamo come un fratello e una sorella, avevamo concorso al "giovanr medico", andavamo sempre insieme. Aveva vinto un premio "Miss scuola", era bella, un'acrobata, candidata a un magistero sportivo. Ma poi mi ha detto in faccia: "Sei troppo intellettuale, io sono bella, non voglio condividere la mia bellezza con te". Gloria a Dio per ogni cosa...

Non prova mai rimpianti per avere solo figli spirituali, non figlie e figli carne della sua carne, sangue del suo sangue?

Sapesse quanti figli spirituali che ho! Ho figliocci, ho nipoti, amo i bambini. Mio fratello maggiore ha tre figli.

È diventato monaco con il nome di Luka in onore di San Luka (Vojno-Jasenetskij): è stato per lei un modello di ruolo?

L'ho voluto e l'ho chiesto in anticipo a padre Arsenij, ora vladyka Arsenij – superiore della Lavra di Svjatogorsk. Il primo libro che il padre spirituale mi ha dato da leggere quando ero una matricola, era un libro auto-pubblicato su san Luka. Volevo essere come lui. E gli ho chiesto: "Padre Arsenij, se è possibile, per favore, mi piacerebbe avere il nome monastico di Luka".

E lui: "Ah, sì? Vorresti dunque una prenotazione?" Ha un senso dell'umorismo molto sottile, delicato: "Potrei chiamarti Pavsikakij: un bel nome da tenerti per tutta la vita". Un padre confessore mi ha detto che molto tempo fa alla Lavra di Pochaev c'era un monaco con un carattere difficile, che è andato dal superiore e gli ha chiesto: "Tonsuratemi, tonsuratemi". E quello lo ha tonsurato con il nome di Gad (Gad è uno dei profeti della Bibbia, nda, ...ma in russo significa "farabutto", "canaglia", ndt). Immaginate un po': "Padre Gad, vieni qui!".

Al rasoforato mi hanno tonsurato con il nome di Damian. Ero sconvolto – perché Damian, quando volevo Luka. Ma il mio padre spirituale mi ha spiegato che è una cosa buona quando al rasoforato e al monachesimo si tonsura con nomi diversi, e il monaco  è ricordato in preghiera in più modi. E così, quando ho sentito al monachesimo: "Il nostro fratello Luka" – mi ero già calmato e mi ha fatto molto piacere.

Chi la chiama abitualmente con il nome secolare Andrej?

Mia mamma.

Quest'educazione medica l'ha indotta a promuovere il progetto di beneficenza "L'amore è misericordioso"?

No. Con la benedizione dell'arcivescovo Ilarion avevo servito come sacerdote in una chiesa, e in quel tempo mi aveva incaricato di preparare una sala di preghiera all'ospedale regionale dei bambini a Donetsk. Questo per me è stato un'ottima scuola, dove ho visto i miracoli di Dio, e una scuola di compassione. È per questo che voglio aiutare i bambini. Tra l'altro, non aiutiamo una persona in particolare, lo scopo del progetto è raccogliere fondi per acquistare attrezzature che possono aiutare molti bambini! Questa è una posizione di principio.

È stato testimone di guarigioni miracolose?

Sogno spesso gli occhi di un ragazzo morto, a cui ho dato la comunione, e che letteralmente poche ore dopo è morto di un tumore al cervello. La storia, si può dire, è sintomatica. I genitori di questo bambino erano in grande conflitto, e la nonna aveva deciso di andare da un medium a chiedere aiuto.

La madre e il padre si sono riconciliati, e tre settimane dopo al loro figlio era già stato diagnosticato un tumore non operabile al cervello. In realtà, di punto in bianco! Anche se è un caso raro che un simile tumore appaia improvvisamente. Un medium – tre settimane – la morte di un bambino. Come spiegarselo? La gente va dai guaritori, e infatti nel Vecchio Testamento si afferma chiaramente: "Fino alla settima generazione colpirà coloro che si rivolgono a cartomanti, indovini, e simili."

Quanto ai miracoli... La prima bambina che ho battezzato all'ospedale, Kristina, è diventata adulta. Le era stata diagnosticata la malattia  di Hirschsprung, cioè il collasso dell'intestino crasso per mancanza di gangli nervosi. Nell'intestino della bambina erano in atto processi di degrado, il suo organismo si stava auto-avvelenando. Si poteva salvare solo con un'operazione di rimozione dell'area interessata dell'intestino.

La nonna era una credente, e a suo tempo aveva lavorato come assistente del professor Kush –famoso chirurgo pediatrico a Donetsk, un accademico, una persona molto interessante. Ancora studente, l'ho incontrato un paio di volte. Così, la nonna è venuta da me per un aiuto di preghiera, e ho suggerito di battezzare la bambina in ospedale.

Che ne pensate? Dopo il battesimo hanno preparato Kristina per l'intervento chirurgico per determinare l'estensione dell'operazione, facendo la colonografia di controllo (radiografia con contrasto), ma non aveva nulla, stava perfettamente bene!

L'amore è misericordioso

C'era anche Angelinka, che Dio la riposi. Attraverso la morte della bambina i genitori sono venuti a Dio. La bambina era nata con insufficiente produzione di surfattante polmonare – una sostanza che ricopre gli alveoli dei polmoni e impedisce loro di attaccarsi insieme. È importante che un neonato faccia il primo respiro, e quando manca questa sostanza, il bambino cade in un sonno leggero, non può fare il primo respiro, e muore. Sua madre non era battezzata. Per 40 giorni i medici hanno lottato per la vita della bambina, i genitori in questo momento sono stati battezzati, si sono sposati, abbiamo fatto preghiere...

Ma non sono riusciti a salvare Angelinka. Questa, naturalmente, è stata una tragedia per i genitori. Ma circa un anno e mezzo dopo, mentre compio una preghiera, si apre una porta, arriva una giovane coppia. Un uomo con una barba folta così. "Buongiorno, batjushka, non ci riconosce?" - "Mi dispiace, non mi ricordo di voi", – "si ricorda di Angelinka?" – "Sì." – "Attraverso di lei siamo venuti alla Chiesa, abbiamo capito che eravamo peccatori, e che ora la nostra Angelina – è un angelo che prega per la nostra famiglia. Andiamo ai monasteri, siamo grati a lei, grati a Dio, che ci ha fatto passare attraverso la tribolazione sulla terra, ma ci ha portati a noi stessi".

Mi permettono l’ingresso nel reparto di terapia intensiva mi ha permesso. A volte, battezzo fino a 10 neonati in un giorno, in scatole, incubatori, prematuri. Poi viene la notte.

Ha detto una volta che si diventa sacerdoti per provvidenza di Dio.

Vladyka Ilarion, metropolita di Donetsk e Mariupol, mi ha incontrato in ospedale. E ha detto: "Non vuole percorrere un altro cammino? È un medico?" – "No. Sono al sesto anno". – E ancora: "Non vuole percorrere un altro cammino? Il padre spirituale? ". Io ero in qualche modo imbarazzato. "Allora, venga a trovarmi". – "Va bene".

Appena parlato, mi metto a pensare. Chi sono io? Sono solo uno studente. E questo è un vescovo! Lo vado a trovare alla funzione, e mi dice al momento dell'unzione alla Veglia: "Ha pensato alla mia offerta? Venga nel mio ufficio".

Signore, io voglio fare il medico, mi rimangono diverse cattedre, la prospettiva è normale. Ancora una volta, ho ignorato l'invito. La terza volta che mi ha chiesto in qualche modo severo: "Si è deciso di venire a trovarmi?", sono andato dal padre spirituale, e lui ha detto: "Non sei tu che l'hai cercato, accettalo come volontà di Dio".

Ho accettato, sono andato da vladyka, mi ha dato perfino la sua tonaca. Non sono stato neppure per un giorno suddiacono né sacrestano, neppure un giorno! Alla settimana della Croce, al sabato, mi ha ordinato diacono, per me era così insolito! Tutto era nuovo, non solo che mi era permesso di andare all'altare, ma che ero diventato un membro del clero.

Il progetto caritativo dimostra che nel nostro cuore sono caldi l'amore e la misericordia

Quali sono le cose buone che è riuscito a fare nel corso del progetto di beneficenza "L'amore è misericordioso", che ha fondato nella zona?

Il 5 aprile abbiamo condotto un telethon regionale, raccogliendo oltre 900 mila grivne, ma anche adesso raccogliamo denaro, e la gente dona il sangue, ci sono più di un migliaio di donatori, per più di 400 litri di sangue! A volte non si può credere che ci possano essere risultati, che insieme possiamo fare molto. I media centrali spesso non registrano tali eventi, ma solo scandali, chiacchiere vuote... Fortunatamente, i nostri media regionali stanno per accogliere, sostenere e promuovere buone iniziative.

Sua Beatitudine il metropolita Vladimir ha donato 30.000 grivne al progetto "L'amore è misericordioso"

Quali attrezzature mediche è riuscito a comprare l'anno scorso?

Grazie al progetto, nel 2012, abbiamo raccolto più di 1 milione di grivne. Per l'ospedale pediatrico regionale abbiamo acquisito attrezzature molto costose, come quelle di "Okhmatdet" nella capitale: analizzatori biochimici per determinare la concentrazione della chemioterapia in un dato momento. Questo strumento è molto importante, perché se si riduce la dose, non ci saranno i risultati richiesti, se la si aumenta – la "chemio" uccide ogni essere vivente. Ora i nostri medici possono iniettare la giusta quantità di chemioterapia.

Inoltre, la maratona televisiva ha ottenuto un monitor cardiaco (per pazienti gravemente malati in chemioterapia) e duecento linee per pompe di infusione, una centrifuga da laboratorio, un termostato per sistema di sterilizzazione, un sistema di sterilizzazione dell'aria "Aerolife". Abbiamo anche aiutato l'ospedale pediatrico n. 5, dove operano i bambini, ad acquistare un apparato respiratore tubo-dispensatore, e 30 pompe per insulina per i bambini con diabete, aiutandoli a migliorare la loro qualità di vita.

Dono delle apparecchiature multidisciplinari al sanatorio per bambini

Questa primavera è stato acquistato un fotometro fotoelettrico per il dispensario del sanatorio regionale. Questo progetto di beneficenza dimostra che abbiamo molte persone premurose e che nei nostri cuori sono ancora caldi l'amore, la misericordia, la compassione, e quindi vi anche la spiritualità.

Chi ha sostenuto l'appello a donare il sangue per i bambini malati di cancro?

I sacerdoti della diocesi, il governatore Aleksandr Peklushenko e il personale dell'amministrazione regionale, il sindaco di Zaporozh'e Aleksandr Sin, i deputati della città, uomini d'affari, residenti della zona, operatori dei media, "Ukrposhta", militari, forze dell'ordine, i lavoratori della procura generale e del Ministero delle situazioni di emergenza, operai...

Ho paura di dimenticare qualcuno – è stato un fenomeno di massa. E tutto questo con l'appoggio dei media. Io non sono un leader, sono un semplice uomo che chiede alla gente, ma questa ascolta!

C'è stato un caso che mi ha toccato. L'anno scorso, quando i sacerdoti hanno consegnato cassette di donazioni, qualcuno ha donato 4500 euro! Non sappiamo chi sia. Quest'anno, nella stessa chiesa, hanno messo 10.000 euro! Ciò significa che la gente si fida di noi.

Oppure gli anziani: in una delle parrocchie mi danno una lettera. Penso che probabilmente sia una denuncia. E mi dicono: "Vladyka, legga, questa non è una lamentela!". Apro, e c'è un bigliettino: "Dalla famiglia Ivanov, per esempio, Lidija Ivanovna – 20 grivne, da Zoja Mikhajlovna Petrova – 30 grivne, da un altro – 500 grivne...". In tutto, 1100 grivne per i bambini malati. La nostra gente è semplicemente incredibile!

Pasqua a Khortitsa, 2012

Quanti sacerdoti ha ora la diocesi di Zaporozh'e, c'è una carenza di clero, e com'è fatto il nostro "batjushka medio?"

Nella diocesi ci sono oltre 200 sacerdoti. L'età media è di circa 40 anni. Naturalmente, sono tutti diversi, con il proprio carattere e propensioni, ma posso garantire per tutti nelle questioni di servizio. Il sacerdote è in vista, non gli si perdonano passi falsi, per questo abbiamo una rigorosa disciplina. Tutti cercano di lavorare con i bambini, di assistere i carcerati, gli anziani nelle case di cura.

Abbiamo alcuni sacerdoti molto istruiti, ma alcuni sono stati ordinati ai loro tempi senza un'adeguata istruzione. Ora, grazie a Dio, stiamo per aprire una specializzazione in teologia, abbiamo l'opportunità di dare ai nostri sacerdoti una formazione teologica, e allo stesso tempo fornire un diploma statale. L'università privata classica di Zaporozh'e è la prima che ha ottenuto la licenza in Ucraina.

Nel progetto di quest'anno "L'amore è misericordioso," abbiamo raccolto circa un milione di grivne. Di tale importo, oltre 400 mila le hanno raccolte i sacerdoti (inclusa quella donazione di 10 mila euro). Che dire di questo? Il fatto che la gente ascolta un sacerdote.

Incontro con le reliquie di san Teofane il Recluso

Ma c'è una carenza di clero: i preti non vogliono servire nelle zone rurali, in particolare i giovani. Tutti chiedono parrocchie urbane. Io penso a me stesso: "E tu vorresti andare in un villaggio?" Il Signore mi ha guidato in modo che potessi essere un medico, e divenire arcivescovo, ora vivo in una città enorme. Eppure, ho vissuto quasi cinque anni nella foresta, nel vero senso della parola. La diocesi di Konotop è una vera foresta. Ci vivono 300 mila persone, e ho servito lì, e grazie a Dio, non mi sono lamentato. E ho vissuto nel deserto di Glinsk, un monastero circondato da boschi e paludi, a 20 chilometri dalla città.

Ha dato molta attenzione alle giovani generazioni – i giovani cosacchi, gli allievi delle scuole domenicali, gli orfani; ha promosso per primo la festa di sant'Aleksandr per la gioventù ortodossa, la diocesi ha preso sotto la sua ala protettiva un'orchestra sinfonica per bambini unica nel suo genere. Ha molti giovani nelle chiese?

I giovani sono attratti dalla fede, la ricercano, pensano, si interessano. Di fatto, questo è un investimento per il futuro, un cura per il futuro dello Stato. Se li perdiamo... Abbiamo bisogno di aiutare i pensionati, i solitari, i malati, ma l'educazione dei giovani viene alla ribalta. E il patriarca Kirill ha dato questo compito – il lavoro con i giovani.

Ha chiamato pubblicamente estranei a noi i cittadini di Zaporozh'e che celebrano la festa di san Valentino, invece di onorare i pii e venerabili coniugi Pietro e Febronia di Murom.

Sì, e lo farò finché avrò forze sufficienti. È difficile resistere alla grande industria che fa soldi con tutti questi orpelli para-festivi di cartoline, caramelle e fiori, ma è impossibile rimanere in silenzio. In genere si tratta di una questione separata – questa pseudo-festa che ormai anche in alcune scuole materne gli insegnanti celebrano con i bambini. E quando inizi a chiedere perché celebrano, di fatto, un'antica giornata di fornicazione, scrollano le spalle. Dicono che tutti la festeggiano e lo fanno anche loro, nessuno ricerca le fonti...

Lei cerca anche di convincere di non includere nei programmi di scuola opere di scrittori di temi ultraterreni e di magia, e ha avviato l'iniziativa di un codice etico ucraino. Che pericolo comportano per gli scolari il libro di Edward Lucie-Smith "L'erotismo nelle opere d'arte", "L'Alchimista" di Paulo Coelho e Harry Potter di J. K. Rowling, ormai ovunque un eroe per i bambini?

Nel libro "L'erotismo nelle opere d'arte" non c'è "erotismo", ma una propaganda dell'omosessualità. Per esempio, una delle immagini si chiama (vladyka fa una pausa, pensando se valga la pena dire ad alta voce il nome della figura) "La masturbazione di un santo!" Formalizzata come un'icona, un uomo seduto con un'aureola e il titolo... Come dovrei trattarla?

Così un'giornalista mi rimproverava nel suo articolo, dicendo, Luka è più santo del papa e del patriarca. Ma come dovrebbe reagire la gente quando insultano la sua fede? Io sono indignato e apertamente contrario a queste cose.

Incontro con le reliquie di san Teofane il Recluso

Ho letto "L'alchimista": quando tutto diventa un segno, di fatto, tutto è una superstizione! È assurdo dire che non è necessario leggere Dostoevskij, purché i bambini leggano 8 libri di Harry Potter. Quello è un mondo completamente diverso, un mondo irreale, la fantasia di un ragazzo malato di mente.

Tutto questo nella vita spirituale si chiama "il mondo degli spiriti maligni", qui presentato come un mondo molto felice. Il bambino perde la nozione del bene e del male. E pensa già che quest'altro mondo non sia del tutto terribile. E quanti bambini sotto l'influenza di questi libri cercano di compiere evocazioni magiche? Quanti bambini si sono suicidati come conseguenza? Brava gente, pensate a ciò che si date ai vostri figli?

Otto giorni lavorativi

Quanto dura il suo giorno di lavoro?

Oggi è iniziato alle 9 del mattino, ora sono circa le 19, e ho ancora in programma alcuni incontri. Dormo molto poco. Per esempio, cerco di vedere e leggere tutto ciò che pubblicato sul sito della diocesi. C'è lavoro da fare con i documenti, è necessario leggere tutto, pensare, affrontare situazioni conflittuali.

Una settimana lavorativa di sette giorni?

Di otto! E il personale – l'autista, l'assistente di cella, mi chiedono: "Vladyka, faccia in qualche modo un giorno di riposo," e anche i medici lo raccomandano. Capisco che ci si può fulminare di lavoro. Ma questo non è lavoro, e il mio servizio, il mio dovere.

Quindi, lo richiede lei! Sarebbe peggio se tutti venissero da lei solo un giorno alla settimana...

Quando ho finito il magistero ero preparato, e già sapevo che il sacerdote ha più lavoro del medico. E c'è stato un momento dopo la licenza di magistero, proprio due giorni dopo, quando sono andato al lavoro, e si scopre che nel mio servizio il giorno è libero. E ho realizzato con orrore, che non dovevo andare da nessuna parte. Ma, come, io, senza nulla da fare?

È facile ottenere un appuntamento personale con lei?

Da una parte sì, dall'altra no. Il fatto è che io non resisto a stare molte ore in ufficio, aspettando che qualcuno venga a consultarmi. Ma di ogni visitatore si occupano completamente il cancelliere padre Gennadij o il segretario diocesano padre Leonid, e suggeriscono come risolvere un problema particolare; nella maggior parte dei casi il mio intervento non è necessario, anche se sono a conoscenza di tutte le richieste.

Se una persona richiede un incontro personale, fisso un tempo conveniente. Inoltre, ho una e-mail, a cui mi può scrivere chiunque. In questa modalità, sono a disposizione di tutti, e non c'è bisogno di un incontro diretto. Cioè, sono disponibile 24 ore al giorno. La mia giornata si conclude sempre con un controllo della mia casella di posta elettronica.

Con sua Beatitudine il metropolita Vladimir

Proseguendo il discorso sulla salute: come si tiene in forma? Ha un sport preferito e incoraggia le attività sportive tra i sacerdoti della diocesi?

Dobbiamo prenderci cura di noi stessi. Per quanto riguarda lo sport, fin dall'infanzia ne ho praticati diversi: ora la boxe, ora il tennis. Ma più di tutto la pallamano. Abbiamo avuto una buona insegnante, Ljudmila Zakharovna. E andavamo tutti in cortile con lei.

Facevo sport alla mattina presto. Mi svegliavo alle cinque e mezzo, alle sei andavamo in palestra, ci addestravamo fino alle sette e mezzo, così avevamo il tempo di andare in classe. Mi piaceva molto. Senza dubbio incoraggio l'attività sportiva dei chierici; del resto, dirigo il dipartimento sinodale per l'educazione fisica dei giovani. Quindi questo è un mio dovere.

Legge pubblicazioni secolari, giornali, classici, libri di autori contemporanei? Da quali letture è stato impressionato?

Fisicamente, non ho tempo di fare tutto ciò che sarebbe auspicabile e necessario, ma ogni giorno do uno sguardo ai principali siti – cittadini, regionali, nazionali. Sono rimasto molto colpito dalla lettura dei libri di san Luca, da "L'estate del Signore" di Shmelev, dalle opere di Bulgakov, per esempio gli "Appunti di un giovane medico" che per me sono stati molto interessanti. Ma non ho potuto leggere "Il Maestro e Margherita", l'ho iniziato alcune volte ...

Ricordo anche "La guardia bianca", "Uova fatali". "Cuore di cane" mi è piaciuto molto. Di fatto, è la quintessenza di tutta la bioetica! Mi è piaciuto anche il film, in cui Evgenij Evstigneev interpreta perfettamente il professor Preobrazhenskij.

Quale musica è per lei un "balsamo per l'anima"?

Classica! Ecco perché sosteniamo anche un'orchestra sinfonica per bambini – perché amo davvero la musica classica. Amo cose diverse a seconda dell'umore. Se sono triste amo l’"Adagio" di Albinoni; amo Bach e Vivaldi quando mi sento euforico. L'opera di Rachmaninov dedicata alla Pasqua, è come una favola! Davvero, si sente, è PASQUA! Non ho mai sentito un'opera più potente dedicata alla Pasqua.

La TV è necessaria a un sacerdote?

Necessaria! Ora è un mezzo di comunicazione e una possibilità di trasmettere informazioni necessarie a una persona, proprio come Internet. Faccio sempre un esempio: con un coltello si può fare un'operazione, si può uccidere un uomo, si può tagliare il pane. Che cosa determina la sua azione? La cosa che importa in quali mani e per quale scopo viene utilizzato. Se guardi in TV un film sulla Terra Santa – è una cosa, se sei alla ricerca di trasmissioni vuote e pericolose – è un'altra. Non sono mai stato alla discesa del Fuoco Santo, ma grazie alla TV, l'ho vista!

Con sua Santità il patriarca Kirill

Torniamo a Internet. A un certo punto, i sacerdoti si sono attivati nei social network. Personalmente visto ho come potenziale "amico" in "Odnoklassniki" ["Compagni di scuola", social network russo, ndt] anche lei, vladyka... Come si è poi scoperto, qualcuno ha creato una pagina a suo nome, riempiendola con i suoi dati, dei quali c'è abbastanza su Internet e comunicando con gli utenti a suo nome. I sacerdoti, i monaci, possono, o devono, lasciarsi tentare dal World Wide Web?

Io non sono registrato nei social network. Quella è stata una provocazione. Ma ho emanato un decreto e ho benedetto i sacerdoti a organizzare gruppi ortodossi attivi su Internet. Se si è visibili questo campo, si ha dunque la possibilità di predicare. Io lo sostengo.

Se parrocchiani ricchi le offrono personalmente regali costosi, o donazioni, può accettare, o è meglio rifiutare?

Recentemente, hanno postato su Internet una foto del mio orologio di marca svizzera e lo hanno "valutato" 10.000 grivne. È piccolo, comodo, e in realtà è molto più economico. Queste sono normali ricerche di dati sensazionali. Ci sono regali che mi sono cari – per esempio, oggetti di chiesa che uso nel culto, che mi hanno donato i fratelli nel deserto di Glinsk, dove sono stato rettore per 5 anni. Una parte del mio cuore è rimasta lì... Per me sono i doni più preziosi! Non per il valore economico, ma per la memoria. Non è ancora capitato che mi abbiano donato qualcosa di costoso e inutile.

Mi viene in mente la situazione del mio padre spirituale, a cui hanno donato una copia autografa del dipinto "I cento secoli" di Il'ja Glazunov – una grande tela su cui sono raffigurati sia dei santi, sia Lenin e i rivoluzionari... persone molto ricche hanno donato il quadro a batjushka. E quando i donatori se ne sono andati, si è seduto, ha guardato il quadro e disse: "Sapete cosa, non posso metterlo nell'angolo santo, perché raffigura il "folletto" con la sua guardia, né metterlo nel gabinetto, perché raffigura dei santi: è meglio metterlo in camera da letto". Io non posso dire di avere regali costosi. Se la gente mi chiede cosa regalarmi, quindi, prima di tutto chiedo ciò che è necessario per i servizi divini.

Di cosa si serve nella vita: alloggio, trasporto, telefono cellulare?

I miei telefoni cellulari li vede (su un tavolino lì vicino ci sono due modesti telefoni cellulari Nokia), sono ordinari, gli iPhone non voglio usarli neppure per andare su Internet, né per fotografare, mi basta che la qualità della connessione sia buona. La macchina personale è una Toyota Camry, ma la guida l'autista.

La mia casa è a 200 "piazze" – ma non è mia, è quella diocesana. Quando sono alla sede della diocesi, ci vivo. Se non ho un altro posto dove andare, ho un tetto sopra la testa – una casa a Donetsk, dove vive mia madre, adatta a me. Se sarò trasferito a un'altra diocesi, anche là, penso, ci sarà una casa. Non vorrei arrivare in una diocesi, dove non ci sia una casa. Ho avuto un periodo di sei mesi in cui non avevo un posto per posare il capo – erano condizioni molto difficili.

C'è un gesto o una decisione di cui è pentito? O di che cosa si rammarica?

Ci sono state parole che hanno offeso delle persone... Io cerco consigli sulle questioni serie. Qui oggi c'è stata una riunione del Consiglio diocesano: erano questioni "dolorose" per cui abbiamo dovuto prendere decisioni. Cercando di fare la cosa giusta, di seguire i canoni della Chiesa.

Una volta c'è stata una situazione del genere. Quando servivo come sacerdote a Donetsk, si forniva qualsiasi assistenza finanziaria solo con mia benedizione. Dalle 6 del mattino si formava una coda per ottenere la mia benedizione per l'assistenza finanziaria. Un giorno, un prete mi ha detto: "Sai, batjushka, non hai concesso un aiuto a una donna, e quella ti ha attaccato per questo". Aveva chiesto aiuto per il matrimonio di suo figlio, ma avevamo già problemi di denaro, e assegnavamo aiuti solo per i trattamenti medici. E così ho rifiutato.

Da l'elemosina ai mendicanti in strada?

In primo luogo, cerco di non parlare delle mie buone azioni. In secondo luogo, ci sono situazioni in cui non do... Di regola, non porto mai denaro con me.

Hai mai "provato a mettersi nei panni" dei santi e dei connazionali che subirono prove di martirio nella prima metà del XIX secolo – pronti a anche morire per la fede?

Probabilmente ognuno di noi si pone involontariamente questa domanda durante la lettura della vita dei nuovi martiri, quando è colpito dalla loro resistenza. A proposito, nella nostra università medica di Zaporozh'e, quando ero matricola nel corso di storia della medicina, mi è stato permesso di tenere lezioni sul vescovo Luka.

Chiedo agli studenti: "Pensate solo – una persona sopravvissuta a 13 giorni di torture, interrogata per 24 ore senza poter mangiare o dormire, solo perché firmasse i documenti necessari. Quando i torturatori non ebbero ottenuto nulla, fu gettato in isolamento, e fece ancora 18 giorni di sciopero della fame.

E quando scoppiò la guerra, san Luka scrisse un appello allo "starosta di tutta la Russia" Mikhail Kalinin, dicendo era pronto a tornare in carcere e finire il suo mandato, ma ora riteneva suo dovere di aiutare i feriti, dare una mano, salvare vite umane! Questo è il modo di amare il proprio paese! E ora denigriamo il nostro paese solo per ottenere un piccolo stipendio ...

Non voglio prevaricare, sostenendo che sarei in grado di sopportare tanta sofferenza. Non lo so. Chiedo a Dio di rafforzarmi.

Vede spesso sua mamma?

Raramente. Anche ieri stavo volando attraverso Donetsk, ho avuto letteralmente 20 minuti per incontrarla, dovevo partire in fretta per Zaporozh'e, dove iniziava il Forum dei genitori (i genitori hanno fatto appello alle autorità per tenere questo forum), e mi sentivo in dovere di parteciparvi.

Quando si trasferisce di diocesi in diocesi, da un posto a un altro, non le importa di lasciare il vecchio posto, un progetto in cui ha investito tanta fatica?

Mi ha fatto una domanda sbagliata... Il progetto "L'amore è misericordioso" è nato quando reggevo la diocesi di Konotop. Con il proseguimento di questo progetto, alla fine del 2010, è venuta la direttrice della Televisione di Stato di Sumy, Larissa Jakubenko, suggerendo di avviare un simile progetto di beneficenza da loro tra Natale e Pasqua. Pensava che qualcuno avrebbe potuto aiutare con donazioni di soldi o di sangue.

Le piaceva l'idea, una volta hanno fatto un telethon simile. E poi il 23 Dicembre 2010 sono stato trasferito a Zaporozh'e! Nonostante questo, Larissa è andata al vescovo Evlogij, rettore della diocesi di Sumy, e ha condiviso l'idea con lui – e anche lì, da tre anni si porta avanti un progetto simile.

Cosa le piacerebbe augurare ai nostri lettori per la festa della santa Risurrezione di Cristo?

Lettori, beneamati nel Signore! In questi giorni luminosi e gioiosi di augurio pasquale per tutti noi, a prescindere dalla situazione politica o sociale, sempre luci della fede ortodossa in tutto il mondo, per lavorare sul campo di Cristo, servire Dio e il prossimo, mantenendo la totale dedizione alla Chiesa Madre per noi piena di parole Salvatore: "Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli" (Matteo 5:16).

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