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  E ora diamo un'occhiata al famigerato monastero di James Bond!

Appunti di viaggio dolorosi dalle Meteore, Grecia

di Stepan Ignashev

Orthochristian.com, 17 dicembre 2021

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È un dato di fatto: i monasteri hanno bisogno di denaro. Un'altra cosa è quando il denaro diventa l'obiettivo principale dell'esistenza del monastero. Quale futuro attende i monasteri conosciuti in precedenza come "luminari dell'Ortodossia"?

"E ora diamo un'occhiata al famigerato monastero di James Bond!" annuncia una guida turistica, allontanandosi abilmente e consentendo ai membri del suo gruppo turistico di fare un altro paio di centinaia o più di megabyte di foto sui loro smartphone.

È un sollievo sentire la reazione dei turisti, indipendentemente dal fatto che siano tedeschi (sarebbe una forzatura chiamarli pellegrini, in qualsiasi modo!):

"Ma siamo venuti alle Meteore per vedere i vostri monasteri, non le location di Hollywood", rispondono alcuni di loro in modo calmo ma brusco. "Siamo interessati all'Ortodossia, non all'agente 007".

"Beh, certo", la giovane guida turistica cambia rapidamente tono. "Entriamo subito. Abbiamo pochi minuti: vedete, altri gruppi di turisti stanno aspettando di entrare! Un promemoria: se avete intenzione di entrare nel monastero, le donne devono indossare sciarpe e gonne che potete noleggiare al chiosco del monastero per cinque euro. Ripeto: abbiamo solo pochi minuti".

Il monastero sembra un museo durante gli orari di ingresso gratuito. Decine, se non centinaia di visitatori divisi in gruppi si sforzano in tutto questo trambusto di ascoltare le loro guide turistiche e apprendere almeno alcune informazioni sulla storia dei monasteri delle Meteore, sull'Ortodossia greca, sul ripristino dell'indipendenza ellenica e sulla resistenza al dominio ottomano... Assolutamente no! Un nastro trasportatore di gruppi di turisti non permette nemmeno la minima possibilità di osservare da vicino gli affreschi, figuriamoci soddisfare il desiderio di trascorrere un momento da soli, o allontanarsi e pregare in pace. "Non è nemmeno un museo, sembra più un supermercato", sussurrano indignati alcuni dei visitatori tedeschi.

"Beh, dobbiamo muoverci più velocemente perché dobbiamo fare spazio a un altro gruppo. Una volta usciti, saremo al ponte di osservazione (non è bello?) dove vi è permesso scattare foto. Vi incontrerò al negozio di articoli da regalo del monastero (dovreste assolutamente dargli un'occhiata, perché hanno molte cose interessanti a prezzi davvero decenti), e poi passeremo a un altro monastero che è altrettanto bello ed eccitante".

I turisti dei gruppi di visite guidate trascorrono la maggior parte del loro tempo all'interno di quei negozi di souvenir del monastero comprando ogni tipo di soprammobile, forse nel semplice tentativo di conservare un ricordo mentale dei luoghi che hanno visitato.

Facciamo un profondo respiro dopo aver visitato alcuni monasteri delle Meteore a rotta di collo. Anche la nostra guida turistica tirato un grande sospiro di sollievo:

"Oh, possiamo finalmente prenderci una pausa dopo questa corsa sfrenata. Cosa ne pensate del nostro bel paese?"

non posso trattenermi:

"Certo, è bellissimo e tutto il resto, ma c'è troppa fretta. Guarda, anche alcuni spiriti affini tra i tedeschi si sono lamentati: hanno detto che volevano trascorrere qualche momento in silenzio, e alcuni anche in preghiera (succede anche tra i tedeschi!), ma invece di un tranquillo monastero, hanno visitato un supermercato nel giorno dei saldi o qualcosa del genere. Non dico un pellegrinaggio, ma anche il turismo è stato abbandonato per fare soldi".

È allora che la nostra guida sospira con una faccia seria:

"Ma avete ragione. E scusatemi per James Bond, è molto più facile per noi usare questo tono particolare quando parliamo dei monasteri delle Meteore in questi giorni. I monasteri sopravvivono praticamente a spese dei turisti, ecco perché sosteniamo il nostro programma turistico con Hollywood e tutto il resto. Più siamo allegri, meglio è, per così dire. Dobbiamo aggiungere più cose divertenti ai nostri programmi. In questo modo i monasteri avranno più soldi".

"Capisco, ma che dire della preghiera , o della solitudine..."

"Pii desideri! (Un altro sospiro, questa volta ancora più addolorato). Vedete, è così che funziona qui: i monasteri sono chiusi ai turisti durante le funzioni, e questo significa che nessuno, tranne i monaci, può esservi presente. E poi c'è il "tempo degli affari" tra la Liturgia e la Veglia: i turisti hanno semplicemente bisogno di spendere soldi, tutto qui. Penso che noi che apparteniamo al mondo al di fuori delle mura del monastero, non dobbiamo pregare ma portare soldi. Vi vedo accigliati. Anch'io sono ortodossa, e anche a me questo nuovo ordine di cose fa schifo, ma devo lavorare e guadagnare soldi, non ho scelta! Se può consolarvi, vi svelo un segreto: c'è un minuscolo eremo ai piedi delle Meteore, è lì che vi consiglio di andare a pregare. Lo mantengono alla vecchia maniera. Questo è l'unico posto dove i nostri compagni greci dei villaggi e delle città vicine vanno a pregare: tutti quei "monasteri d'affari" con i loro souvenir e le esche per i turisti sono un'enorme cambiamento per noi. Sapete, una volta mi sono sorpreso a pensare di essere in un ghetto durante uno dei miei tour..."

"Come mai?"

"Molto semplice: una volta i turisti hanno visto una monaca che tornava da una chiesa alla sua cella. Erano fuori di sé dalla gioia, tanto che alcuni addirittura fischiavano: Guarda! Una monaca viva! Tutta in nero! Oh! Che bello!"

"Noi abbiamo avuto qualcosa del genere ai tempi sovietici. Visitavamo i monasteri proprio come loro per guardare a bocca aperta i monaci e farci una risata".

"Bentornati nel passato, allora".

"Purché non sia un ritorno al futuro. Assomiglia a un ghetto però".

"La cosa peggiore è che abbiamo costruito questo ghetto noi stessi. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno sono i soldi. Quanto alla preghiera: non tanto. Piango per la Grecia".

"E se non tutto fosse ancora perduto?"

"Mi piacerebbe sperarlo."

Ci separiamo dalla nostra guida turistica, che ci regala un'icona. I tedeschi ci giocherellano un po' tra le mani e poi dicono: "Cosa ce ne facciamo? Noi non sappiamo nulla di icone. Portatela in Russia, magari potete donarla a un monastero o a una chiesa". A quel punto muoio dalla voglia di tornare in Russia. E una volta lì, andrei a visitare una minuscola comunità monastica: magari il monastero Spaso-Kamennyj, o quello di san Giovanni a Sura, o il monastero di Sija, o ancora il monastero di san Trifone a Pechenga; [1] cioè praticamente qualsiasi luogo dove anche i turisti possono diventare pellegrini. Dove la parola "denaro" è ancora presa a valore nominale e la parola "preghiera" è ancora l'essenza.

Nota

[1] Questi sono tutti monasteri del nord russo — isolati e in un clima aspro, con pochi monaci che vi abitano.

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