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  San Nettario di Egina, prega per noi!

di George Michalopulos

Monomakhos, 8 novembre 2017

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Oggi è la festa di san Nettario di Egina, come probabilmente molti di voi già sanno.

Perché lo sto menzionando? Per un paio di motivi. Come sapete, questo blog non è personale (per tali cose ho una pagina Facebook). Invece, ho cercato di commentare principalmente questioni di attualità importanti. Cose come religione, politica e cultura. Ho cercato con insistenza di non parlare mai di me, limitandomi a menzioni passeggere di esperienze personali. Questo in parte perché mia madre ci ha cresciuti insegnandoci a non attirare l'attenzione su noi stessi, ma a mettere invece gli altri al primo posto. Fondamentalmente, mi sento a disagio a parlare di me stesso.

Oggi però faccio un'eccezione, e spero che mi perdonerete.

Il 9 novembre 1969 era una domenica luminosa e calda. Avevo dieci anni. Mia sorella e io stavamo giocando a nascondino fuori casa e io inciampai e caddi sul cemento, fratturandomi il lato destro del cranio. Mi rialzai, ma dopo circa 30 minuti dopo tutto il lato sinistro del mio corpo iniziò a diventare insensibile. Non ricordo davvero cosa successe dopo, ma ricordo vagamente di essere stato in un'ambulanza. Per farla breve, fui ricoverato all'ambulatorio e mi risvegliai dall'anestesia il giorno successivo.

Qualche tempo dopo, mia madre mi disse che durante il mio intervento, qualcuno le aveva detto che quel giorno sarebbe stato il giorno della festa di san Nettario (all'epoca era sul calendario ma non era un giorno di festa particolare, quindi non sono sicuro che i miei genitori avessero mai sentito parlare di lui). Comunque, durante il mio intervento, sia lei che mio padre lo pregarono per un'intercessione. Gli fecero un tama (termine difficile da tradurre in inglese ma fondamentalmente un voto / dovere) che, se fossi sopravvissuto, avrebbero fatto un pellegrinaggio alla sua tomba a Egina. E io sopravvissi, un po' malconcio, senza dubbio. Dopo molti sacrifici finanziari, due anni dopo andammo in Grecia per onorare il loro impegno.

Ecco la storia in breve. Ma c'è una conseguenza più ampia, che si riflette abbastanza negativamente sulla nostra cultura di oggi. Non è collegata al santo in alcun modo se non per il fatto che quel giorno ha cambiato la mia vita. Lasciatemi spiegare.

A causa del mio infortunio, non mi fu permesso di prendere parte alla ginnastica quotidiana o agli sport di alcun tipo per almeno un anno. Si decise che, invece di sedermi ozioso a guardare gli altri bambini esercitarsi e giocare, avrei passato invece quel tempo con il custode della nostra scuola, il signor Bill Owens.

Si potrebbe pensare che questa fosse una sorta di punizione. Invece, fu uno dei momenti migliori della mia vita, se posso dire così. Il signor Owens aveva un piccolo ufficio – in realtà un angolo – largo circa un metro e lungo 8 due metri e mezzo, proprio accanto all'ufficio del preside. Aveva una piccola scrivania con una sedia e un sacco di attrezzi e oggetti, di cui erano piene le pareti.

Quanto al signor Owens, era un uomo impressionante. Mi raccontò dei suoi giorni nella Terza Armata di Patton e di come fosse effettivamente stato a tre metri da lui in qualche momento durante la sua avanzata in Francia. Qualche tempo dopo, mio ​​padre e mio zio mi portarono a vedere il film su Patton (con George C. Scott) e il giorno dopo, quando feci rapporto nel suo ufficio, mi misi sull'attenti perché sentivo di essere in presenza di un semidio.

Il signor Owens mi ha insegnato molte cose: come collegare i cavi elettrici, come regolare le porte, come sapere quando usare un martello e un chiodo o usare un cacciavite. Trucchi del mestiere: cose come usare i cunei, quando usare un seghetto e così via. Qualunque cosa avesse bisogno di essere riparata, mi portava con sé. Era un'impenitente cultura maschile. Immaginate: fumava le sue L & M's (o erano Pall Mall?) nell'ufficio quando non c'era niente da fare e mi raccontava del mondo in generale.

Col tempo, imparai a usare il trapano e lo aiutavo nei suoi giri raccogliendo spazzatura, facendo pulizie per terra e sostituendo lampadine. In seguito, iniziai a fare questi giri da solo.

Ora, immaginate un po': questo scenario potrebbe svolgersi nella cultura altamente sessualizzata di oggi? Nemmeno per sogno.

Non c'era traccia di qualcosa che potesse indicare abusi sessuali di alcun tipo. Una cosa del genere era al di là dell'immaginabile. I miei genitori non persero mai un secondo a pensare che potesse accadere qualcosa di sconveniente. E se per questo, nemmeno il preside Smith, la sua segretaria, gli altri insegnanti o chiunque altro fosse lontanamente associato alla scuola elementare di Riverview.

Ancora oggi, mentre scrivo queste parole (con le lacrime agli occhi), nemmeno per un istante mi viene in mente la benché minima insinuazione o qualcosa di simile. I miei ricordi del signor Owens sono pieni di affetto, non solo perché mi trattava con gentilezza, ma per tutte le cose che mi ha insegnato. Cose che mi sono tornate utili quando mia moglie e io abbiamo comprato la nostra prima casa, un "aggiusta-tutto", se capite cosa intendo. (Anche mio padre mi ha insegnato molto nel campo della meccanica essendo un tuttofare, ma più tardi, quando ero adolescente).

Che cosa abbiamo perso? Beh, per prima cosa, il concetto di mentore / apprendista. La civiltà occidentale è stata costruita su questo concetto in larga misura. Penso che ce ne rendiamo conto e forse questa è una delle ragioni per cui l'elemento leggendario di Guerre Stellari è così popolare. Credo con fervore che, grazie alla sfrenata promiscuità, una cosa del genere sia oggi impossibile. Il freudianesimo ci ha imposto di cedere ai nostri sentimenti, altrimenti saremo "repressi". E non va bene, o così ci viene detto. Inesorabilmente. E il marxismo culturale ci dice che se dici diversamente sei un tipo "fobico".

Scommetto che ogni persona sotto i quarant'anni che legge queste parole penserà che io stia descrivendo la vita su un altro pianeta. Invece no. Torneremo mai a quei momenti nel 1969? Ne dubito. E per questo possiamo ringraziare tutti i maniaci della liberazione là fuori. Le storie strappalacrime sono molto a buon prezzo nel mondo di oggi, e quindi la forza trainante per "migliorare" impone che la nostra intera civiltà debba essere riorganizzata per soddisfare ogni capriccio del momento.

La virtù – arete – è andata perduta. Per essere sostituita da – cosa, esattamente? Un mondo più giusto ed equo? Un mondo più felice? Se ci credete, avrei da vendervi un ponte a Brooklyn.

San Nettario di Egina, prega per noi.

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