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  Da battista a ortodosso: il mio cammino di fede

intervista di Brian Davidson a Gabe Martini

Pravoslavie.ru

22  ottobre 2014

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Quest'intervista è stata condotta tra due amici, uno dei quali è un ex battista del sud, e l'altro (l'intervistatore) è attualmente un membro di quella denominazione. Brian Davidson e Gabe Martini hanno studiato presso lo stesso seminario battista, dove l'intervistatore ora lavora come candidato a un dottorato di ricerca. Martini oggi è un cristiano ortodosso, e ha un suo blog sulla fede ortodossa.

Gabe, grazie per aver accettato di parlare un po' del tuo passaggio da battista a ortodosso. Prima di tutto, come parleresti del tuo passaggio? Diresti di essere un "convertito" all'Ortodossia?

Il termine comune sembra essere "convertito". La maggior parte dei cristiani ortodossi che conosco e che non sono cresciuti nella Chiesa si definiscono "convertiti". In un senso vero, però, essere cristiano ortodosso è tutto un cammino di continua conversione a Cristo. Pertanto, ognuno è un convertito, e tutti noi continuiamo a "convertirci" mentre Dio opera nei nostri cuori e mentre cerchiamo di essere santificati e trasformati in una vera e propria immagine e somiglianza di Cristo.

Potresti darci una panoramica della tua storia? Come sei passato da battista a ortodosso?

Sono stato cresciuto in una famiglia credente di battisti del sud, e mio padre – nato e cresciuto cattolico – si era convertito alla fede battista, quando io ero troppo giovane per ricordarlo. Come tipica famiglia italo-americana, da parte di mio padre sono cattolici, e da parte di mia madre sono soprattutto battisti. Se le porte della chiesa erano aperte ci andavamo, e i miei genitori continuano a essere membri e collaboratori devoti della stessa chiesa in Arkansas fino a oggi.

Fin dall'adolescenza, mi sono occupato intensamente di musica e di altri ministeri presso la nostra chiesa, e in particolare del nostro gruppo giovanile. Giunto al college, ero un leader attivo nel gruppo locale di ministero universitario battista. Questa passione mi ha portato a una sensazione di essere "chiamato al ministero", e così per incoraggiamento del mio pastore (egli stesso un ex studente del Seminario teologico battista del sud), mi sono interessato al Boyce College. Avevo appena finito una laurea in design grafico, e stavo già cercando di capire cosa fare dopo.

Nell'estate del 2004, mi sono trasferito a Louisville, nel Kentucky, e ho cominciato alcuni corsi estivi al Boyce. Il mio obiettivo era quello di completare un programma di studi biblici e teologici, e poi passare ai programmi di teologia al Seminario. Essendo già un calvinista quando sono arrivato, i miei studi sulla Riforma e sulla storia della Chiesa hanno presto portato a una accettazione di cose quali il battesimo dei neonati e a una maggiore attenzione a settori come sacramenti ed ecclesiologia. Quando non mi sono più sentito a casa al Boyce (frequentavo già una chiesa presbiteriana a questo punto), ho deciso di andarmene e di finire la mia laurea presso l'Indiana University, con una specializzazione in filosofia.

Dopo il college, sono rimasto a Louisville, dove ero attivo nella nostra chiesa presbiteriana. Presto ho conosciuto la mia futura moglie e ci siamo sposati ed eravamo felici con le nostre circostanze, la nostra chiesa locale, i nostri amici, e la nostra fede.

Per me, tutto è cambiato quando ho scoperto che stavo per diventare padre. Mentre il tempo della nascita di nostra figlia si avvicinava, ho cominciato a pensare a ciò che sarebbe stata la sua vita. Quale sarebbe stata la sua esperienza della chiesa? Della religione in generale? Sarei stato un buon padre? Come potevo prepararmi al meglio a questa grande responsabilità?

Queste domande "da grande quadro" hanno portato a uno studio fervido della Scrittura, della storia della Chiesa, e dei primi Padri della Chiesa (in particolare i Padri apostolici). Abbastanza curiosamente, eravamo già in contatto con una famiglia che si era convertita all'Ortodossia. Come ha voluto la provvidenza, la moglie ha finito per essere la testimone di nozze di mia moglie (e la madrina di nostra figlia). E come risultato, e nelle settimane precedenti al giorno della nascita abbiamo passato molto tempo con loro. Le discussioni sulla teologia e sulla Chiesa fra me e il marito erano inevitabili. Come si suol dire, una cosa ha tirato l'altra.

Dopo essere misericordiosamente nata con poche complicazioni, nostra figlia è stata battezzata nella nostra chiesa presbiteriana. Ma poco dopo, abbiamo avuto l'opportunità di visitare la parrocchia ortodossa locale dei nostri amici (il nostro pastore era fuori città, così abbiamo pensato: "perché no?"). Una visita è stata abbastanza per me per sapere che le nostre vite erano in procinto di cambiare radicalmente. Una cosa era leggere libri e studiare la storia della Chiesa, e un'altra cosa era vivere la Divina Liturgia e vedere dove tutte le idee, le storie, i racconti e le teorie che avevo contemplato per molti mesi (e anche anni) si intersecano. So che per molte altre persone, una visita è ben lungi dall'essere sufficiente. Ma per me, lo è stata davvero. Non lo so, è difficile da spiegare.

Da allora, siamo stati fedeli di tre diverse parrocchie ortodosse (ci siamo spostati da Louisville tornando in Arkansas, e ora sul Pacifico nord-occidentale), e continuiamo a crescere nel nostro amore della fede. Ci sono sicuramente voluti anni di adattamento e acclimatazione, e questo probabilmente non cambierà tanto presto. Ma di sicuro sentiamo che abbiamo preso la decisione giusta.

Avendo vissuto in entrambi i mondi, quali sono le cose principali che i battisti o, più in generale, i protestanti dovrebbero conoscere della fede ortodossa?

È una domanda difficile a cui rispondere, ma ho deciso di fare un (breve) tentativo.

In primo luogo, vorrei dire che se non fosse per la fedeltà dei miei genitori, io oggi non sarei un cristiano, tanto meno un cristiano ortodosso. Essere in chiesa più volte alla settimana per la totalità della mia infanzia e adolescenza ha instillato dentro di me una grande quantità di rispetto non solo per la Chiesa, ma anche per la fede cristiana nel suo complesso. Sono stato cresciuto a credere che le Scritture sono affidabili e vantaggiose per noi, che Dio ama la sua Chiesa, e che ognuno è creato a sua immagine. Questa "visione del mondo", se si vuole, è ciò che ha portato al mio interesse allo studio della teologia, al servizio nella chiesa locale, e ad aiutare gli altri a saperne di più su Cristo. Tutto è iniziato a causa di ciò che i miei genitori mi hanno insegnato fin da un'età molto giovane.

Detto questo, c'è una "dissonanza" significativa, per così dire, tra l'esperienza protestante e quella dell'Ortodossia. Anche quando si utilizzano termini simili ("salvati", per esempio), il significato in molti casi non potrebbe essere più diverso. C'è una grande storia e profondità dietro tanto di ciò che avviene nelle parrocchie ortodosse la domenica mattina, che ognuna delle vostre domande ("perché lo fanno?") ne causa un'altra dozzina. È facile essere sopraffatti da questo genere di cose, e così la Chiesa potrà "facilitare" una persona nella sua ricerca della fede ortodossa. A seconda delle persone, delle circostanze, e della parrocchia, una persona (o una famiglia) potrebbe fare una transizione da catecumeni per un anno (o più) prima di essere finalmente ricevuta nella Chiesa, o prima di decidere che non è davvero fatta per lei.

Vorrei anche sostenere che l'Ortodossia non è "fondamentalmente la stessa cosa" del Cattolicesimo romano senza papa, come si potrebbe forse pensare. Così molti dei "pregiudizi" che un fedele protestante ha nei confronti del Vaticano possono applicarsi oppure no all'Oriente cristiano. Vi è certamente molto in comune, e condividiamo un patrimonio comune di oltre un millennio, ma vi è un certo numero di sfumature, distinzioni, e disaccordi totali. Inoltre, queste distinzioni o disaccordi sono in aree che influenzano in modo significativo l'esperienza quotidiana della fede di una persona e la loro comprensione di Dio, e così sono davvero di un livello notevole di importanza.

Un altro aspetto degno di nota è che l'Ortodossia non è semplicemente una religione "etnica". Mentre le nostre parrocchie e le chiese locali potrebbero essere indicate come greche, russe o serbe, non si tratta di etnia, ma piuttosto di località. Tutte le nostre chiese fanno risalire le loro origini o il loro patrimonio a una particolare Chiesa locale (le cinque più importanti Chiese del primo millennio erano a Roma, Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme), e ciò si è moltiplicato quando la Chiesa si è diffusa in tutto il mondo. Al momento noi facciamo parte di una parrocchia greca a Washington, e prima facevamo parte di una antiochena. Noi non siamo né greci né siriani, e in effetti, non lo è neppure la maggior parte delle persone che frequentano queste parrocchie! Questo accade anche nei "vecchi paesi". Penso che sia una precisazione importante da fare, poiché quest'aspetto viene spesso frainteso. L'Ortodossia vede se stessa come una fede universale, ed è sia aperta sia accogliente per persone provenienti da tutte le tribù, nazioni e lingue.

Se qualcuno proveniente dal mondo battista è interessato a saperne di più sulla Chiesa ortodossa, il mio miglior suggerimento sarebbe di procedere molto, molto lentamente, passando molto tempo in piedi al fondo di una chiesa e assorbendo le cose come si fa leggendo libri o ascoltando podcast. Ci sono molte buone informazioni là fuori, ma c'è anche tanto rumore (come chiunque abbia familiarità con il discorso su Internet potrà essere subito d'accordo). La cosa migliore è rivolgersi a un parroco locale. Costui probabilmente non cercherà di mettervi con le spalle al muro usando argomentazioni astute, né vi costringerà a convertirvi, così potrà essere una buona cassa di risonanza o un punto di partenza per una persona con molte domande o anche solo una semplice mite. Vi potrebbe perfino aiutare con i compiti a casa di greco.

Lezioni gratis di greco e buona conversazione teologica! Niente di male in questo. Un altro paio di domande, Gabe. Per anni hai tenuto un blog "con il preciso scopo di promuovere la fede cristiana ortodossa". Quale pensiero o due vorresti trasmettere ai protestanti che proprio non riescono a capire perché qualcuno dovrebbe convertrsi all'Ortodossia?

Di fatto ho scritto o riflettuto molto su questo argomento nel corso degli anni. Ma prima, lascia che ti dica una cosa un po' più leggera:

Ogni volta che la gente scopre che sono ortodosso, segue quasi sempre una domanda: "Che cos'è? Sei ebreo?"

La mia risposta standard è diventata: "E 'un po' come il cattolicesimo romano, ma più vecchio e strano".

Questo ottiene uno di due risultati: o smettono di fare domande e risponono con qualcosa come "Oh, interessante," o iniziano a chiedere qualcosa di più... e altro... e poi ancora più domande. È un buon modo per scoprire se qualcuno sta facendo chiacchiere, o potrebbe voler avere una conversazione fruttuosa e spesso divertente.

Ma perché l'Ortodossia? Perché qualcuno, soprattutto un fedele protestante che crede nella Bibbia, vorrebbe convertirsi a questa vecchia, "strana" fede?

Mi piacerebbe dire che potrei darvi due motivi, ma davvero posso darvene uno solo. L'unica ragione per cui una persona dovrebbe convertirsi all'Ortodossia è perché crede che sia la "Chiesa una, santa, cattolica e apostolica" (com'è confessato nel Credo). Perché crede che sia la pienezza di Dio (Ef 1:23), la colonna e il fondamento della verità (1 Tim 3:15) e il tempio del Dio vivente (2 Cor 6:16). Perché crede che, in un modo unico e completo, vi può incontrare Gesù Cristo e imparare a diveire simile a lui.

Fino a quando e ameno che qualcuno non abbia tale singolare convinzione, tutti gli altri motivi – il bel culto, una buona conoscenza della storia della Chiesa, i Padri della Chiesa, il canto e l'innografia, anche (con un cenno del capo a Seinfeld e George Costanza) "i cappelli" – sono solo ciliegine sulla torta. In realtà, ho visto accadere molte storie sfortunate e anche spiritualmente tragiche, in cui una persona o una famiglia si converte all'Ortodossia per tutte le ragioni sbagliate.

Ha! Amo il riferimento a Seinfeld, e apprezzo l'avviso ai lettori sulla conversione per le ragioni sbagliate. OK, ora sai che devo chiedere questo: perché la LXX piuttosto che la Bibbia ebraica? Il passaggio alla versione greca dell'Antico Testamento, con l'inclusione dei deuterocanonici / apocrifi, è stato un grosso problema per te e la tua famiglia?

È interessante, sai? Quando ero a Boyce, avevo un professore di Antico Testamento che spesso elogiava sia la Settanta sia il suo canone ampliato. A volte andava per la tangente ripetendo come non ci fossero buone ragioni perché i riformatori abbiano escluso questi libri dal canone. Così è stato in realtà un professore battista che mi ha introdotto per primo alla Settanta. Da allora, non ho mai avuto alcun problema importante ad accettare questi "altri libri" del canone più ampio della Settanta come Scrittura. Essi non sono chiaramente altrettanto centrali per la fede come i Vangeli o i Salmi, per esempio, ma sono comunque una parte della nostra tradizione.

Ma permettimi di fare un passo indietro: Per i cristiani ortodossi, in realtà non è una questione del testo dei LXX invece di quello ebraico; è piuttosto una questione di tradizione ricevuta e di convinzione che questo testo sia stato utilizzato da Cristo, dagli apostoli, e dalla stragrande maggioranza dei padri della Chiesa: non è davvero qualcosa di secondario o circostanziale nella vita della Chiesa. Questa è stata una decisione che riteniamo ispirata, e quindi il nostro uso di tale testo – e di tutte le sue implicazioni, soprattutto nella nostra innografia, nelle nostre feste e nei punti più fini della teologia ha un vero scopo divino.

La critica testuale, per così dire, non era fatta nello stesso modo in cui viene fatta oggi, e questo è anche il caso di Origene (cfr Louth, Introducing Eastern Orthodox Theology, pag. 12). Piuttosto che mettersi alla ricerca di un testo unico e originale, la Chiesa stava ricevendo e facendo uso di una tradizione ispirata, scritturale, in più testi. I primi padri della Chiesa sono praticamente unanimi fino al V secolo nel dire che la LXX era una traduzione ispirata, e io condivido questa convinzione. E davvero, considerando alcuni dei modi in cui il Vecchio Testamento è usato nel Nuovo, è una prospettiva interessante da dire che non ci fosse qualcosa di divino nel modo in cui quegli scribi ebrei del terzo secolo traducevano una frase che o sostanzia o rovescia completamente i testi chiave cristologici nella Lettera agli Ebrei (per esempio).

Nel contesto moderno, potrei sostenere in vari luoghi che la LXX rappresenta una versione precedente o "meno riveduta" del testo ebraico, e molti studiosi stanno in realtà cominciando a riconoscere proprio questo (per esempio alla luce del confronto con i Rotoli del Mar morto, i testi samaritani, ecc). E in questo senso, non è tanto una questione del greco sopra e contro l'ebraico, ma piuttosto di quale ebraico? Il giudaismo non era monolitico nel primo secolo (o nei secoli da allora in poi), e così i dibattiti su tutto, dai manoscritti al canone, sono durati per secoli. Ciò che sembra abbastanza chiaro, tuttavia, è che i primi cristiani (anche in Occidente, fino a Girolamo) guardavano prima al "greco antico," e poi alle altre edizioni della Scrittura (siriaco, copto, ebraico, ecc). Questo è essenzialmente lo stesso approccio nella Chiesa ortodossa di oggi: non un sistema basato esclusivamente sulla Settanta, ma un ordine di priorità. I Padri chieono sempre prima: "Che cosa dicono 'i settanta'?" E così dovremmo fare noi, come cristiani ortodossi. E negli studi ortodossi contemporaneia, vi è un grande interesse e rispetto per gli altri manoscritti del Vecchio Testamento, soprattutto per le recenti scoperte come quelle di Qumran.

Apprezzo la tua enfasi sulla tradizione in tutta questa conversazione. Che influenza ha avuto giungere a una migliore comprensione della tradizione della Chiesa primitiva sulla tua formazione spirituale e quella della tua famiglia?

Penso che ciò che mi colpisce di più quando studio (e cerco di incarnare) la tradizione ortodossa è quanto uanto essa sia realmente vasta e insondabil.

Un grande conforto che ho presto scoperto è stato che, nella Chiesa ortodossa, non è il dovere o addirittura l'obiettivo di ogni singola persona di trovare un "consenso patristico" per ogni dottrina, o quale potrebbe essere "l'interpretazione ortodossa" di un particolare passo della Scrittura. Invece, noi siamo in gran parte chiamati a una vita di pentimento, di ascesi e di crescita spirituale, una vita di preghiera e di culto. Siamo chiamati a una vita di conversione.

Il culto è così centrale nell'Ortodossia che molti cristiani ortodossi non parleranno nemmeno né penseranno ad altro, nel contesto del loro "cammino cristiano." L'intero anno è pieno di feste e digiuni, anticipazioni e culmini, ombre e realizzazioni. La vita di Cristo e degli apostoli è disposta davanti a noi ogni anno, e siamo invitati – in un modo molto reale e trasformativo – a prenderne parte.

Questa vita di culto è ciò che più facilmente ci identifica come cristiani ortodossi, e sorpassa presto molti altri aspetti della nostra vita quotidiana. Adattarsi a questo nuovo modo di vivere è in gran parte ciò che significa "convertirsi" all'ortodossia, piuttosto che accumulare abbastanza informazioni, o per capire tutti i modi giusti per difendere le proprie convinzioni ritrovate. È un appello sia a un riposo sabbatico sia a una battaglia spirituale. È una chiamata a soffrire come coeredi di Cristo e a portare la nostra croce fino all'ultimo giorno.

Gabe, Grazie mille per il tempo dedicato a chiacchierare. Non ho mai avuto l'opportunità di parlare a lungo con qualcuno della fede ortodossa. È molto utile e interessante sentire il tuo punto di vista. C'è molto su cui riflettere qui. I migliori auguri, amico.

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