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  Rispondo alle accuse, "per non portare diffamazione alla Chiesa..."

ieromonaco Petru (Pruteanu)

teologie.net

29 settembre 2015

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Recentemente un "teologo da scuola elementare", di nome Ioan Argatu, ha compilato una lista di 12 accuse contro di me, che ha pubblicato sul suo blog amatoriale. Perché 12 accuse e non di più o di meno, non lo so. Non credo che abbia sentito parlare dei "12 anatemi" di san Cirillo di Alessandria, e che si sia ispirato proprio a quelli.

Sono abituato a questo genere di attacchi senza argomenti, e se non fossi stato accusato (anche se indirettamente) di eresia, non avrei reagito in alcun modo, perché non merita. Ma mosso dallo spirito dei santi Padri, non ho il diritto di stare in silenzio quando sono accusato di eresia. E il canone 79 di Cartagine mi costringe a provare la mia innocenza, "per non per portare diffamazione alla Chiesa... e per prevenire la superbia degli eretici e l'orgoglio dei pagani".

Vi dico sinceramente che non so chi sia questo sacerdote Ioan Argatu. Sembra che sia una così grande personalità che nessuno sa niente di lui, nemmeno il "signor Google". Ma se si tratta di un parente del defunto Ilarion Argatu, allora la ragione del suo attacco mi è chiara, considerata la critica che ho fatto al grande archimandrita-mago, che vogliono dichiarare santo.

Prima di analizzare ogni punto, prego i lettori di non alterarsi per il mio stile un po' brusco. Io, almeno, ho fornito il nome del prete, mentre questi mi chiama "un certo ieromonaco PP che si identifica con il sito teologie.net". E, siccome una di quelle "P" indica il cognome dei miei genitori (che mi hanno generato e cresciuto), ho un motivo in più per difendere la mia dignità di fronte a questo pseudo-teologo che non sa neppure scrivere in lingua romena...

Un'ultima, importante precisazione introduttiva è che il sacerdote Ioan Argatu mi attribuisce un sacco di citazioni inventate (e non fa mai riferimento a qualsiasi mio scritto), altre sono tratte da una lettera scritta dal vescovo Siluan al suo clero a Italia, probabilmente senza sapere che il vescovo Siluan (o, più precisamente, qualcuno nel suo entourage) non mi lascia nemmeno tenere conferenze nelle sue parrocchie, anche se molti sacerdoti desiderano invitarmi. Pertanto, io non ho nulla a che fare con la lettera del vescovo Siluan, anche se approvo diverse delle sue idee (soprattutto perché alcune sono anche un plagio dai miei scritti). Al momento, però, questi dettagli contano meno. Tutte le accuse sono attribuite a ​​mio nome e mi vedo obbligato a fornire spiegazioni per ciascuna di esse:

1. La prima denuncia presentata (con due errori grammaticali) da Ioan Argatu si riferisce all’ "Ingresso nel Santo Altare di uomini e donne, in occasione della consacrazione di una chiesa". Presumibilmente, io avrei detto: "[Questa] è l'unica volta in cui alle donne è permesso di entrare nel Santo Altare, con la benedizione del vescovo". La fonte non è menzionata, in quanto non esiste. Non ho mai detto una cosa del genere. L'unico punto in cui ho affrontato questo problema è sul mio forum. La risposta è datata 18 febbraio 2013 e l'ho lasciata invariata fino a ora. Chiunque può entrare a leggere e a vedere quanto abbia ragione il mio accusatore.

2. "Ingresso di donne con impurità mensile nella Santa Chiesa". Non chiedo al grande teologo come mai al punto 1 ha scritto "chiesa" con la "c" minuscola e al punto 2 con la "C" maiuscola, perché di sicuro non lo sa. Ma la risposta a quest'accusa l'ho scritta in due post estesi del blog (che si trovano entrambi in questa pagina), dove tutti la possono leggere. Il fatto che io vi citi le "Costituzioni Apostoliche" non vuol dire che io riconosca l'autorità dogmatica di questo scritto. L'ho citato come fonte storica e canonica, come fa la maggior parte dei teologi e come hanno fatto gli stessi Padri del Sinodo (non "Simondo") Trullano, che ha preso gli 85 "Canoni apostolici" proprio da questo scritto. Inoltre, le "Costituzioni Apostoliche" sono tra i pochissimi scritti di dottrina dubbia che non siano stati distrutti, ma copiati e diffusi anche dai teologi della Chiesa, con la precisazione che vi si trovano alcune inesattezze dogmatiche legate al dogma trinitario e cristologico. E tra il dogma trinitario e l'atteggiamento verso un problema fisiologico c'è una bella differenza...

3. "La partecipazione della madre al battesimo del proprio bambino". Anche in questo caso senza citare alcuna fonte, mi sono attribuite le seguenti idee:

- "È una discriminazione o non è giusto, che la madre non partecipi all'evento più importante nella vita di suo figlio e della sua vita di madre; si accusa la Chiesa di una mancanza nel rito del battesimo e di aver fatto un'ingiustizia alla madre quando ha stabilito il rito del battesimo.

- La celebrazione del battesimo dopo 40 giorni, quando alla madre si possono fare le preghiere di ingresso dopo la nascita e può entrare in chiesa, partecipando al battesimo del proprio bambino.

- Non si tiene più conto dell'ordine dei tempi e dei riti, che devono essere rispettati: l'acqua santa il primo giorno, la preghiera dell'ottavo giorno, il rito dell'imposizione del nome all'ottavo giorno seguito dal battesimo, la preghiera dei 40 giorni dopo il parto, la presentazione del bambino assieme alla preghiera per la madre.

-In passato le madri non partecipavano al battesimo dei loro figli perché la gente era più arretrata e credulona".

Continuando su questo punto, il grande teologo insiste sulla celebrazione del battesimo all'ottavo giorno dopo la nascita, senza fornire argomenti. Ma io, nel mio studio sul battesimo, ho portato numerose testimonianze storiche, liturgiche e canoniche in cui ho dimostrato che in passato i bambini erano battezzati a un anno o perfino a tre (come insegnato da san Gregorio il Teologo), e a 40 giorni vi era solo l'inizio del catecumenato (che l'accusatore non menziona neppure). A proposito, visto che parliamo di accuse: nel 1054, il cardinale Umberto accusò gli ortodossi di non voler battezzare i bambini prima dei 40 giorni, anche se stavano morendo; e l'ironia è che i greci non hanno mai detto che l'accusa non era vera, perché in effetti era così. Il battesimo subito dopo la nascita, e in particolare il paragone con la circoncisione del Signore all'ottavo giorno, è di origine occidentale, e in Oriente si è iniziato a praticarlo piuttosto tardi. E per capire tutta questa storia, non si dovrebbe leggere il Molitfelnic di oggi (pieno di errori), ma centinaia, migliaia di fonti storiche, liturgiche e canoniche...

4. "Le icone non dovrebbero essere benedette". Questo non lo dico solo io, ma molti vescovi e sacerdoti romeni. Perché non se la prende con loro? Perché non se la prende con i teologi del Monte Santo, che sulla base dei canoni e degli scritti dei santi Padri affermano con decisione che le icone non richiedono una benedizione e che questa pratica è presa dai cattolici romani? O forse, per il mio accusatore, l'edizione attuale del Molitfelnic è al di sopra delle decisioni del settimo Concilio ecumenico?

5. "Comunicarsi più volte dopo una singola comunione". Commenterò questo punto quando questo sacerdote mi dimostrerà che lui stesso, il suo padre spirituale e il suo vescovo si confessano prima di ogni comunione. Se loro stessi non lo fanno, che cosa pretendono da me?

6. "La comunione dei fedeli in ogni domenica". È stato scritto fin troppo in questo senso. Gli argomenti abbondano, ma se costui li ha letti e non li ha capiti, che senso ha continuare? E perché non criticare i vescovi e i sacerdoti della Chiesa ortodossa romena che fanno la stessa cosa? Siamo arrivati al punto in cui "tutto l'esercito turco si inciampa su un solo ceppo", vale a dire su di me? Mi sento onorato...

7. "La comunione dei fedeli, anche se hanno mangiato"; e poco dopo mi attribuisce le seguenti parole: "Si possono comunicare quelli che hanno mangiato 2 ore prima, perché il cibo viene digerito in due ore". Potrei fare un sacco di soldi denunciando quest'uomo per calunnia, falsificazione e uso di fonti false. Ma non ci penso... ho parlato di "almeno 6 ore" e non da parte mia, ma con la pubblicazione di una decisione del 1968 del Santo Sinodo della Chiesa russa. Non credo che il sacerdote Argatu abbia il buon senso di scusarsi in pubblico per queste assurde menzogne...

8. "Comunione di persone con peccati gravi senza dar loro un tempo di penitenza". Quindi si aggiungono i seguenti "argom(e)nti" a me attribuiti. Dovrei aver detto: "Dovrebbero essere ricevuti alla comunione i giovani che vivono nel peccato di lussuria e concubinaggio, non devono essere allontanati, perché il fatto stesso di essere venuti a confessarsi mostra che si pentono. Lo Spirito Santo presente nella santa Comunione li guiderà ad abbandonare il peccato e a trasformare la loro vita". Non ho mai detto queste cose né ho mai proceduto in tal modo. Possono confermarlo tutti quelli che sono stati e sono ancora interdetti dalla comunione per tali peccati. Tra l'altro, vi rendete conto che, se questo individuo si permette di accusare me in questo modo senza conoscermi, come giudicherà il suo vescovo e i suoi confratelli che conosce?!

9. "Il Santo Antidoro è un'innovazione e non deve essere impartito ai fedeli alla Fine della Santa Liturgia". (Perché la parola "Fine" è in maiuscolo...?) Naturalmente, non ho mai detto questo! Di più, invito il grande teologo a partecipare a una Liturgia nella mia parrocchia di Cascais e a vedere che io do l'antidoro ai credenti sia dopo la comunione sia al termine della Liturgia a chi non si è comunicato. Partecipando, avrà pure l'opportunità di convincersi dell'infondatezza del punto successivo, che dice:

10. "Non occorre più recitare la Liturgia dei catecumeni e soprattutto la "litania dei catecumeni", perché non hanno più la loro importanza, ma di dovrebbe entrare direttamente nella Liturgia propriamente detta". Sulla "litania per i catecumeni" ho scritto qui e sul resto della "Liturgia dei Catecumeni" non ho commenti da fare. Non ho detto cose nel genere, né le faccio. Al contrario, a differenza della maggioranza assoluta delle parrocchie romene, dove si accorciano le antifone e non si mettono tropari e contaci prima del Trisagio, io mantengo tutto l'ordine di questa parte della Liturgia e tengo la predica immediatamente dopo il Vangelo, come richiesto dall'ordine e dalla logica della "Liturgia dei catecumeni". La litania per i catecumeni la pongo quando ho veri catecumeni in chiesa, menzionandoli per nome. Ma Ioan Argatu non ha modo di sapere di queste cose, dato che non ha mai catecumeni (contrariamente al canone 78 del Sinodo trullano e al 46 di Laodicea), dal momento che battezza tutti all'ottavo giorno. Pertanto dovrebbe tacere. L'unica cosa di cui potremmo parlare è il perdono...

11. "Le preghiere segrete, che il sacerdote pronuncia all'Altare durante la Liturgia, vanno dette ad alta voce, udite dai fedeli." Di questo ho scritto qui. C'è anche una decisione del santo Sinodo della Chiesa greca. Se vuol giocare a braccio di ferro, se la prenda con i vescovi greci, non con me...

12. "Durante il canto di "Padre, Figlio e santo Spirito, Trinità consustanziale e indivisa" prima del "Credo", i sacerdoti devono aprire le porte regali e dire ai fedeli le parole: "Cristo è in mezzo a noi" e il popolo interrompe il canto, e tutti rispondono a una sola voce "Lo è e lo sarà". Il nostro grande teologo ha un'immaginazione troppo ricca. Ma per mandargliela in frantumi, gli annuncio che nella parrocchia di Cascais non ho neppure le "porte regali" né una tenda, e al monastero di Lagos, dove le ho, le tengo aperte per tutta la Liturgia. E Ioan Argatu, anche se è più vecchio di me, ha ancora parecchio da crescere prima di mettersi a discutere di tali argomenti. Ma se si scuserà pubblicamente, dirò anche a lui con amore (con le porte aperte o all'interno delle porte chiuse, come preferisce): "Cristo in mezzo a noi! Lo è e lo sarà!".

P. S. Ancora una volta mi scuso per il tono aggressivo. Ma se vi metteste al mio posto, credo che mi capireste meglio. Sono state portate troppe accuse false e infondate, e il mio silenzio avrebbe confuso e deluso i lettori, verso i quali ho un atteggiamento onesto e responsabile. Con la teologia non si gioca...

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