Rubrica

 

Informazioni sulla chiesa in altre lingue

Mirrors.php?cat_id=31&id=205  Mirrors.php?cat_id=31&id=602  Mirrors.php?cat_id=31&id=646  Mirrors.php?cat_id=31&id=647  Mirrors.php?cat_id=31&id=4898 
Mirrors.php?cat_id=31&id=2779  Mirrors.php?cat_id=31&id=204  Mirrors.php?cat_id=31&id=206  Mirrors.php?cat_id=31&id=207  Mirrors.php?cat_id=31&id=208 
Mirrors.php?cat_id=31&id=3944  Mirrors.php?cat_id=31&id=7999  Mirrors.php?cat_id=31&id=8801  Mirrors.php?cat_id=31&id=9731  Mirrors.php?cat_id=31&id=9782 
Mirrors.php?cat_id=31&id=11631         
 

Calendario ortodosso

   

Scuola domenicale della parrocchia

   

Ricerca

 

In evidenza

04/10/2023  Scoperte, innovazioni e invenzioni russe  
14/03/2020  I consigli di un monaco per chi è bloccato in casa  
11/11/2018  Cronologia della crisi ucraina (aggiornamento: 3 febbraio 2021)  
30/01/2016  I vescovi ortodossi con giurisdizione sull'Italia (aggiornamento: 21 dicembre 2022)  
02/07/2015  Come imparare a distinguere le icone eterodosse  
19/04/2015  Viaggio tra le iconostasi ortodosse in Italia  
17/03/2013  UNA GUIDA ALL'USO DEL SITO (aggiornamento: aprile 2015)  
21/02/2013  Funerali e commemorazioni dei defunti  
10/11/2012  I padrini di battesimo e il loro ruolo nella vita del figlioccio  
31/08/2012  I nostri iconografi: Iurie Braşoveanu  
31/08/2012  I nostri iconografi: Ovidiu Boc  
07/06/2012  I nomi di battesimo nella Chiesa ortodossa  
01/06/2012  Indicazioni per una Veglia di Tutta la Notte  
31/05/2012  La Veglia di Tutta la Notte  
28/05/2012  La preparazione al Matrimonio nella Chiesa ortodossa  
08/05/2012  La Divina Liturgia con note di servizio  
29/04/2012  La preparazione al Battesimo nella Chiesa ortodossa  
11/04/2012  CHIESE ORTODOSSE E ORIENTALI A TORINO  
 



Inizio  >  Documenti  >  Sezione 7
  Genova: il cammino di padre Giovanni verso l'Ortodossia

di Sergej Mudrov

da Pravoslavie.ru, 28 gennaio 2015

Clicca per SCARICARE il documento come PDF file  
Condividi:

il sacerdote Giovanni La Micela

Genova è un'antica città italiana situata sulle rive del Mar Ligure. la città è conosciuta come il più grande porto d'Italia. I suoi dintorni sono famosi per il loro clima mite e le splendide spiagge; ospita anche uno dei migliori acquari d'Europa.

I genovesi, come gli altri italiani, sono in gran parte cattolici romani. A Genova ci sono chiese ortodosse di tre giurisdizioni: del Patriarcato Ecumenico, di quello di Romania e di quello di Mosca. La più grande chiesa (come quasi ovunque in Italia) è quella romena. Alla chiesa del Patriarcato Ecumenico vanno per lo più greci locali (la chiesa greca di Genova è stata la prima a essere fondata). La chiesa più diversifcata etnicamente e, a quanto pare, più missionaria è quella del Patriarcato di Mosca. Il rettore della chiesa – l'arciprete Giovanni La Micela – è un italiano nativo che è giunto all'Ortodossia per mezzo di una complessa ricerca spirituale.

Padre Giovanni La Micela è nato a Genova. È stato battezzato nel cattolicesimo romano, ma da adolescente si è allontanato dalla chiesa; per qualche tempo ha adottato anche un punto di vista ateo. È entrato nell'Ortodossia nel 1989. Nel 2000 è stato ordinato sacerdote; dallo stesso anno è rettore della chiesa della Trasfigurazione a Genova.

Genova

Sono arrivato a Genova da Torino, dove avevo partecipato a un evento accademico. La mattina ho fatto conoscenza con la città, e la sera sono andato ad incontrare batjushka. Mentre padre Giovanni mi raccontava la sua storia, nella mia mente si profilava un quadro completo di come un genovese è diventato prete ortodosso. Un quadro impressionante - come un uomo nato nel nord Italia in una famiglia cattolica, ha fatto un percorso dalla confessione di fede romana fino a ricevere il sacerdozio nella Chiesa ortodossa.

Vicoli genovesi

Era rimasto disilluso dal cattolicesimo attorno ai 12 anni. Inoltre, nella sua anima ha fatto irruzione il vuoto opprimente dell'ateismo. Gli sembrava che il mondo non avesse senso, ma allo stesso tempo, nella mente del futuro sacerdote si è chiaramente formata un'idea: c'è qualcosa che dà a un essere umano l'entusiasmo; è ciò che lo fa vivere. Giovanni ha iniziato a cercare il significato di quest'idea; si è rivolto a varie dottrine politiche, si è interessato alle religioni orientali. Ha studiato, si è guardato attorno, ma non è andato a fondo, dal momento che ha scoperto che a un certo punto non c’è nient'altro che un vuoto spirituale. Tutto era freddo e non lo riscaldava; tutto sembrava privo di vero significato e di ispirazione. Poi il futuro pastore ha affrontato un testo sulla storia delle religioni, che si occupava anche di cristianesimo. La presentazione del materiale era abbastanza obiettiva.

– In quel libro era scritto che i cristiani ortodossi sono gli unici che hanno mantenuto la tradizione apostolica – dice padre Giovanni. – Quella era la cosa più interessante, che fino a quel momento ignoravo. Dopo la lettura, mi sono reso conto quanto ero andato lontano nella mia ricerca, non sapendo che la verità era molto vicina. Poi ho iniziato a imparare di più sull'Ortodossia, convincendomi della sua verità. E una domenica sono andato a una funzione in una chiesa ortodossa di Genova.

Era la chiesa della Trasfigurazione, nella giurisdizione della Chiesa russa all'Estero. A quel tempo, serviva come sacerdote padre Ambrogio Bozzo, un italiano (oggi padre Ambrogio è missionario nella Repubblica Dominicana, ma, purtroppo, in una giurisdizione non canonica). La funzione mi ha colpito per la sua semplicità: non c'era il coro, molti canti erano recitati; a quel tempo c'era una carenza acuta di libri liturgici. Padre Ambrogio serviva in italiano e in slavonico ecclesiastico, ma la Liturgia risuonava in modo che molti fedeli non notavano il tempo. Tra di loro c'era anche Giovanni.

– Il tempo era scomparso, semplicemente non esisteva – ricorda padre Giovanni. – Io vivevo la Liturgia. Arrivando prima della funzione, attendevo il sacerdote all'ingresso della chiesa. Solo perché avevo paura di perdere l'inizio della funzione, l'inizio di tutto. Le funzioni ortodosse, la vita ortodossa mi sollevavano e mi portavano con loro... Io non chiedevo nulla, ma alla fine il padre Ambrogio stesso mi ha detto che saremmo andati a Bologna a farmi battezzare. E così è accaduto, e sono stato battezzato nella Chiesa ortodossa nel gennaio del 1989.

I parenti più stretti di padre Giovanni hanno reagito alla sua decisione abbastanza tranquillamente. Al lavoro, c'è stato un piccolo miracolo: i colleghi, sapendo della decisione di Giovanni, gli hanno fatto un regalo, e hanno presentato al futuro sacerdote... una talare. Perché – a quel tempo lui non riusciva a capirlo. Soprattutto perché il percorso verso il sacerdozio di Padre Giovanni non era noto in anticipo, e perché la comunità in cui è stato introdotto nell'Ortodossia ha sperimentato molte difficoltà. Fondata nel 1980, ha in seguito cambiato diverse giurisdizioni, e nel 1994 è stata trasferita al non canonico "patriarcato di Kiev". Uno dei "vescovi" di quel "patriarcato" ha ordinato Giovanni al sacerdozio. Sei anni dopo, la parrocchia della Trasfigurazione del Signore, secondo il desiderio unanime dei credenti, ha lasciato gli scismatici e si è trasferita alla giurisdizione di Mosca. Padre Giovanni ha ricevuto l'ordinazione canonica dall'arcivescovo Innocenzo (Vasiliev) di Korsun. Non poteva essere altrimenti, perché i canoni non consentono di prendere "nel rango esistente" un sacerdote che ha ottenuto il suo rango dagli scismatici.

Genova. Altare con le reliquie di san Giovanni Battista nella cattedrale di san Lorenzo

Già prima di questi eventi il sacerdote Ambrogio Bozzo è  partito per la Repubblica Domenicana (a metà degli anni '90), così sulle spalle di padre Giovanni è ricaduto tutto il lavoro della vita parrocchiale. Per molti anni, la comunità ha pregato in un piccolo locale sulla Salita della Seta, e solo alla fine del 2012 si è trasferita nella chiesa di san Giorgio, in locali messi a disposizione dai cattolici. Questo è stato fatto per motivi pratici: il numero di parrocchiani ha superato di gran lunga la capacità della vecchia chiesa.

Per molto tempo Genova ha avuto due parrocchie ortodosse: quella russa e quella greca. La chiesa della Trasfigurazione è diventata una patria per ortodossi di nazionalità diverse – russi, bulgari, polacchi, italiani. Vi andavano anche i romeni fino all'apertura nel 2000 della chiesa romena a Genova. Oggi nella parrocchia prevalgono ucraini e moldavi, ci sono anche russi, italiani e altre nazionalità. Secondo padre Giovanni, nonostante il numero impressionante di chiese romene, le parrocchie del Patriarcato di Mosca in Italia stanno assumendo un ruolo missionario sempre più importante.

– A volte si ha la sensazione che la chiesa romena non veda particolarmente la differenza tra Ortodossia e Cattolicesimo romano, e se la vede, non le presta attenzione – dice padre Giovanni. – Noi invece sottolineiamo che la nostra fede è la fede dei nostri padri. E se da noi arriva un italiano, gli permettiamo di partecipare alla funzione, fornendogli libri, opuscoli, dandogli il benvenuto a tornare alla Liturgia seguente. Io stesso sono italiano e ritengo di essere ritornato all'Ortodossia. Qui tutti i santi padri erano ortodossi. Grazie alla Chiesa ortodossa russa nella nostra terra è arrivata ancora una volta la fede dei nostri santi padri.

il sacerdote Marian (Mario) Selvini

Secondo il mio interlocutore, gli italiani continuano a venire all'Ortodossia, e per ragioni molto diverse. Per esempio, un'insegnante – Loretta – è giunta alla vera fede attraverso un suo studente georgiano, che l'ha introdotta all'Ortodossia. Franco, un italiano, ha imparato a conoscere l'Ortodossia dai suoi amici russi. Il sacerdote Marian (Mario) Selvini (ordinato nel dicembre 2013) è venuto a conoscenza dell'Ortodossia come fede apostolica grazie a padre Ambrogio Bozzo. Mario è diventato ortodosso nel 1992, quando aveva 19 anni.

Oggi a capo della parrocchia della Trasfigurazione vi sono italiani autoctoni – i sacerdoti Giovanni e Marian. Ma nelle funzioni, insieme con l'italiano, si sentono anche lo slavonico ecclesiastico e il romeno. Entrambi i preti compiono il loro ministero nel loro tempo libero – fino a quando la comunità potrà mantenere il clero. Ma i sacerdoti italiani zelanti nel servizio collegato all'altruismo e a un genuino  spirito missionario, offrono speranze per un buon futuro della parrocchia - anche a fronte di una crescente secolarismo e un complesso ambiente cattolico.

Condividi:
Inizio  >  Documenti  >  Sezione 7