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  Metropolita Onufrij: Ciò che sta accadendo oggi è una prova del nostro amore per Dio e per il prossimo

Diacono Evgenij Murzin

Tserkovnij Vestnik, 13 marzo 2014

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Il metropolita Onufrij di Chernovtsy e della Bucovina, locum tenens della sede metropolitana di Kiev, in un'intervista esclusiva alla "Rivista del Patriarcato di Mosca ", parla della missione della Chiesa nella crisi attuale, di come un cristiano dovrebbe rispondere agli sviluppi nella sfera politica, e condivide un segreto su come mantenere la pace e l'armonia in uno stato multietnico.

Vladyka, ci dica prima di tutto, come si sente sua Beatitudine il metropolita Vladimir? Quali sono ora le sue condizioni?

Metropolita Onufrij: Il primate della Chiesa ortodossa ucraina, il metropolita Vladimir, è ora in ospedale, dove ha assistenza medica qualificata. Lo andiamo a visitare regolarmente. È cosciente, ha Sane opinione ragionevole. Tuttavia, l'estrema debolezza fisica gli impedisce di parlare. Dal punto di vista medico, le sue condizioni sono gravi ma stabili. Noi preghiamo per il nostro vladyka e crediamo che Dio lo aiuterà.

Qual è, a suo parere, la missione della Chiesa nella difficile situazione che si è sviluppata oggi in Ucraina?

Metropolita Onufrij: La missione della Chiesa è immutabile in ogni tempo, indipendentemente dalla sua localizzazione e dalla propria responsabilità canonica. Si tratta della salvezza dell'anima umana. Allo stesso tempo, ci sono circostanze terrene, umane, che la Chiesa non può ignorare. Ed ecco che il nostro obiettivo è quello di predicare il bene e invocare la pace. Dobbiamo aiutare la gente a capire che tutti i problemi devono essere risolti pacificamente, che non si deve offendere il prossimo, tanto più ucciderlo.

Tuttavia, nonostante il fatto che la missione della Chiesa è eterna e immutabile, la situazione politica in qualche modo influenza ciò che sta accadendo al suo interno. Com'è che un cristiano che vive la vita della Chiesa può mantenere la pace della mente in un momento in cui le passioni politiche sono in ebollizione?

Metropolita Onufrij: La situazione politica non riguarda la Chiesa in quanto tale, ma piuttosto una certa parte dei fedeli e del clero. In questo senso, la situazione politica, ahimè, può turbare l'anima dell'uomo, fargli dimenticare lo scopo principale della vita cristiana, eclissare quella missione eterna di cui stiamo parlando. Ciò che sta accadendo oggi è una prova del nostro amore per Dio e per il prossimo. E che il Signore ci aiuti a sopportare  questa prova con dignità. Anche in condizioni di instabilità politica, non abbiamo discendere nel nostro ministero a un livello politico. Infatti quando la Chiesa diventa parte di un sistema politico e vi si integra, la sua carriera si conclude con il crollo del sistema politico di cui serve gli interessi. E tutti i regimi politici, essendo creazioni di mani umane, sono di breve durata. Per mantenere la pace nell'anima, bisogna pregare di più. Se un cristiano mantiene un rapporto con Dio, troverà l'uscita giusta da ogni situazione politica. Ma se questo collegamento è perso e la persona si allontana dalla sorgente della ragione e del buon senso, i cambiamenti politici la possono abbattere e distruggere.

Quanto sono affidabili i rapporti mediatici di occupazioni di chiese e monasteri in Ucraina?

Fino a oggi, ci sono stati due casi di occupazioni di chiese nella diocesi di Chernovtsy. Nessun monastero è stato occupato. In sostanza stiamo parlando di minacce. Non molto tempo fa, i leader delle organizzazioni religiose dell'Ucraina si sono incontrati con il presidente pro tempore dell'Ucraina Aleksandr Valentinovich Turchinov. Nel corso della riunione, in particolare, hanno detto che se l'opposizione politica si svilupperà a livello religioso, ciò avrà gravissime conseguenze negative per il paese. A questo livello le ferite guariscono molto difficilmente. Grazie a Dio, si è decretato che non si può occupare alcuna chiesa. Mi sembra che le autorità abbiano capito. Penso che la situazione stia gradualmente tornando alla normalità.

Lei ha un'esperienza pastorale unica nella gestione di una diocesi multietnica. Come è riuscito a gestirla nel corso degli anni mantenendo l'equilibrio e la pace tra il suoi fedeli?

Metropolita Onufrij: Di fatto, nella diocesi di Chernovtsy vivono ucraini, moldavi, romeni, polacchi, russi e altre nazionalità, ciascuna con la propria cultura e la lingua. Esistono alcune differenze nella pratica liturgica. Il segreto di mantenere la pace e la tranquillità nella diocesi è semplice. Io ho sempre cercato e cerco sempre di rispettare la cultura e le usanze di tutte le comunità etniche. Non per ragioni diplomatiche, ma perché Dio ci insegna ad amare e rispettare ogni persona così com'è. Tale rispetto suscita sempre una reazione positiva. Pertanto, nonostante il fatto che vi siano stati tentativi da parte di forze esterne per destabilizzare la situazione, non sono sorti conflitti etnici. La gente ha capito tutto correttamente e non è caduta nelle provocazioni.

In che misura questa vostra esperienza, a suo parere, è applicabile in tutto il paese?

Metropolita Onufrij: Penso che sia applicabile. L'Ucraina è un paese multietnico. Ci vivono ucraini, russi, romeni, moldavi, tartari e rappresentanti di altre etnie. Dobbiamo imparare a rispettare la cultura degli altri. La causa dell'attuale situazione di tensione risiede in gran parte nel fatto che da un lato a un certo punto iniziano a imporre la loro cultura, il loro modo di pensare tutti gli altri. Si può essere d'accordo o in disaccordo con il proprio prossimo, ma bisogna rispettarlo in ogni caso. La parte orientale deve rispettare la cultura e i costumi di quella occidentale e viceversa. Se non impariamo a farlo, allora vivere insieme sarà molto difficile. Non ci sarà pace, ci saranno ostilità e confronto.

C'è una comprensione di quello che ha appena detto a livello del clero parrocchiale?

Metropolita Onufrij: Mi piacerebbe davvero che ci fosse questa comprensione. Oggi la Chiesa è rimasta forse l'unico collegamento tra l'Oriente e l'Occidente, che conserva l'unità nazionale nel paese. Ogni sacerdote sa che in Cristo le differenze etniche, sociali e di altro genere passano in secondo piano. Ogni uomo per noi è un'immagine di Dio che dobbiamo amare e onorare. Ma una cosa è saperlo e un'altra cosa è attuare questa conoscenza nella vita.

Oggi nella società il tema del nazionalismo è di attualità esagerata. Dove passa, a suo parere, la linea di demarcazione tra patriottismo e nazionalismo?

Metropolita Onufrij: A mio parere, il patriottismo, che si esprime nell'amore per la propria terra natale, si trasforma in nazionalismo non appena una persona comincia a imporre il parere del suo esclusivismo nazionale sugli altri. Appena comincio a sentirmi migliore di voi, a esigere che accettiate la mia opinione del mondo e ad agire come se questa fosse necessaria, mi trasformo da patriota in nazionalista.

Nell'ultimo sinodo della Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Mosca si è formato un comitato per il dialogo con la Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Kiev e la Chiesa Ortodossa Autocefala Ucraina. Quali sono le prospettive di questo dialogo? È possibile chwe si concluda con la riunificazione delle chiese?

Metropolita Onufrij: La decisione sinodale dimostra che oggi abbiamo bisogno di un dialogo serio, delicato, i cui membri capiscano l'importanza e la gravità della situazione. L'avvio della commissione non è un inizio quanto piuttosto un tentativo di riprendere un dialogo, che è stato interrotto per lungo tempo, e che finora non ha dato risultati positivi. Siamo pronti a parlare con i rappresentanti del "Patriarcato di Kiev" e della "Chiesa autocefala", e pronti a discutere le questioni di riunificazione. Tuttavia, queste ultime non dovrebbero avvenire su una base politica, ma sulla base del diritto canonico della chiesa. È importante capire che i canoni della Chiesa non sono qualcosa di obsoleto e superato. Essi si basano sulla Sacra Tradizione e la Sacra Scrittura, e mantengono sempre rilevanza per noi. Una riunificazione basata su principi terreni e umani non è mai stata durevole. Soprattutto una tale unione non può essere nella Chiesa, il cui capo è Cristo, da cui dovremmo trarre le informazioni circa il nostro futuro, e cercare di conoscere la sua volontà e compierla.

Come si dovrebbero sviluppare, a suo avviso, le relazioni tra Russia e Ucraina?

Metropolita Onufrij: Anche se noi non fossimo lo stesso popolo, e non confessassimo la stessa fede, anche in questo caso, i nostri paesi si dovrebbero trattare con rispetto e dovrebbero risolvere tutte le questioni in uno spirito di rispetto reciproco. Dopo tutto, siamo vicini, e i vicini dovremmo andare d'accordo l'uno con l'altro. Questa è la legge della vita. Ma poiché non siamo solo vicini, ma in realtà diamo un solo popolo di un solo sangue e di una sola fede, le relazioni tra nostri due paesi dovrebbero essere fraterne, amichevoli, pacifiche. Il mio fervente desiderio come vescovo al servizio della Chiesa Ortodossa Ucraina, è che la Russia faccia tutto il possibile per preservare l'integrità territoriale dell'Ucraina. In caso contrario, sul corpo della nostra unità si apriranno ferite sanguinanti, da cui sarà molto difficile e doloroso guarire, e che influenzeranno negativamente le nostre comunicazioni e le nostre relazioni reciproche.

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