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  Intervista di Natale a sua Santità il patriarca Kirill: La Chiesa può fare poco. Cristo può tutto

pravmir.ru

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Il 7 gennaio 2014 sul canale TV "Rossija" è andata in onda l'intervista di Natale a sua Santità il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus'. Il primate della Chiesa ortodossa russa ha risposto alle domande del giornalista e presentatore televisivo, direttore generale del programma internazionale «Россия сегодня» (Russia oggi), Dmitrij Kiselёv.

Dmitrij Kiselёv: Santità, stiamo parlando nel giorno della festa della Natività di Cristo. Per la maggior parte delle persone, questa è una festa di famiglia e, naturalmente, dei bambini. Riesce a ricordare i suoi sogni e desideri legati a questa festa di famiglia e dei bambini?

Patriarca Kirill: Mi è difficile ricordare sogni e desideri. Sicuramente c'era qualcosa, come per ogni bambino, così come per ogni adulto, sulla Natività e sul Capodanno, legato a qualche pensiero sul futuro. Ma, in generale, i sogni che assorbivano la mia coscienza infantile erano legati al servizio della Chiesa. Non riesco a ricordare un'età in cui non volevo diventare prete.

Per questo la festa della Natività, nel contesto di questi sogni, aveva una grande importanza. Ricordo la mia esperienza di vita ecclesiale nell'infanzia con grande calore. Tutto mi attirava: mi attirva il tremolio delle lampade, fin dalla mattina presto alla prima Liturgia, il profumo dell'incenso, gli inni. Ma in certi momenti sentivo particolarmente la grazia divina nel mio cuore di bambino. E non posso dimenticare un Natale, anche se non riesco a ricordare esattamente in quale anno. Sono tornato a casa con un animo tanto sollevato dopo la funzione serale, e in quella che era allora Leningrado, secondo la tradizione pietroburghese, le funzioni erano celebrate alla sera e al mattino - non c'erano funzioni notturne - e così dopo essere tornato da questa funzione ho sentito tanta elevazione spirituale che mi sono seduto e ho scritto una poesia. Non ho intenzione di citarla, ma questi sono stati probabilmente gli unici versi che io abbia mai scritto in vita mia.

Dmitrij Kiselёv: E tuttavia il cristianesimo vive ora nel mondo momenti difficili. In alcuni paesi europei, anche la stessa parola "Natale" è scomparsa, sostituito da qualche "X". Ora è la festa "X". In Russia c'è questo pericolo?

Patriarca Kirill: Per quanto riguarda la sostituzione della Natività con qualche altro nome, questo è un atto politico, un ricorso diretto verso l'estromissione i valori cristiani, comprese le feste di orientamento cristiano, dalla vita della gente. È un disarmo spirituale delle masse. Si tratta di una tendenza estremamente pericolosa.

Viviamo in un'epoca in cui le persone sono molto preoccupate per i diritti umani e le libertà. È sorprendente che la gente sia preoccupata di tutti i diritti e ditutte le libertà, tranne di un diritto e una libertà: la libertà di confessare apertamente la fede cristiana. E vediamo che cosa sta accadendo oggi, quando i presentatori televisivi non sono autorizzati a portare una croce, quando neanche le infermiere sono autorizzati a indossarne una, quando i crocifissi sono stati rimossi dalle scuole, o quando ci sono tentativi di farlo, questo è certamente una politica deliberata, una tendenza intenzionale.

Tutto questo sta avvenendo nella stessa Europa, che è ancora a volte definita un paese e un continente con valori cristiani. Questo è molto sfortunato. Naturalmente, i valori cristiani persistono in Europa, senza dubbio, nella vita della gente. Ho esperienza di europei occidentali che ancora custodiscono tutto questo nei loro cuori. Ma la tendenza politica generale, la direzione generale delle élite, è senza dubbio di carattere anti-cristiano, anti-religioso. E tutto questo è molto difficile da sopportare nell'anima, perché noi abbiamo vissuto l'epoca dell'ateismo, e sappiamo cosa vuol dire vivere in una società senza Dio. Sappiamo quali sono state le conseguenze terribili di tutto questo. E si vorrebbe gridare al mondo intero: "Fermatevi, gente! Sappiamo che tipo di vita è questa, voi non lo sapete ancora appieno. E il fatto che state ora smantellando i più potenti stimoli della vita può portare a conseguenze catastrofiche".

Ma se vogliamo parlare di atteggiamento consumistico nei confronti della Natività, allora, naturalmente, questo consumismo comporta un po' di teologia, perché, celebrando la venuta del Salvatore nel mondo, ci aspettiamo qualcosa da Dio: una persona si aspetta qualcosa dal suo capo, mentre un altro si aspetta qualcosa da Dio. Pertanto, l'idea stessa dei regali di Natale è, per così dire, impiantata nella filosofia della festa. C'è una grande differenza, però: ci si può aspettare cose degne da Dio, ma si può anche, dimenticando Dio, fare scambi di natura esclusivamente commerciale, il che è ciò che accade.

La gente spesso dimentica il senso della Natività, immergendosi totalmente nel mercato, nel consumismo, e tutto questo la trasforma in un'enorme festa commerciale. Questo è molto sfortunato. Che Dio ci conceda che da noi, anche se questa tendenza è già presente, non distrugga il fondamento interiore di grazia e il contenuto della festa.

Dmitrij Kiselёv: Quando dice "da noi", ovviamente, non si sta riferendo solo alla Russia, dal momento che il nostro mondo comune ortodosso è più grande di un singolo paese, anche quello più grande del mondo. Sta parlando delle sfide e delle minacce alla Chiesa e all'Ortodossia, e al cristianesimo in generale. La Chiesa, tuttavia, rimane un'istituzione sociale molto importante e, va da sé, un'autorità morale. Forse quindi la tentazione nasce dall'uso per i propri scopi politici a breve termine, come vediamo ora nel caso dell'Ucraina. L'Ucraina sta vivendo momenti difficili. Con quali parole le piacerebbe rivolgersi al suo gregge in Ucraina?

Patriarca Kirill: Quello che sta succedendo in Ucraina addolora molto il mio cuore. Per me, l'Ucraina è il mio paese natale, il mio popolo natale, la mia gente e il mio gregge. Quello che sto facendo ora è legato alla mia vita spirituale interiore. Io prego per l'Ucraina, io prego per questo popolo.

Capisco che ci sia la minaccia di una nazione divisa. Ci sono minacce di un altro ciclo di confronto civile. In generale, quella che ora vediamo è una situazione rivoluzionaria. Come paese che è passato attraverso una rivoluzione, dovremmo avere un qualche tipo di vaccinazione contro questo metodo di risolvere i problemi politici. L'esperienza dimostra che durante i periodi rivoluzionari le passioni si liberano e la gente comincia a parlare una lingua e a utilizzare una metodologia con la quale non si può mai risolvere neppure un singolo problema.

La rivoluzione è lo scatenamento delle passioni, l'uso delle energie interiori delle persone per risolvere problemi concreti. Ma normalmente l'obiettivo principale di una rivoluzione è il cambiamento delle élite.

Dmitrij Kiselёv: Di fatto, una lotta per il potere.

Patriarca Kirill: Sì, questo è ciò che è sempre accaduto.

C'è un altro lato pericoloso delle rivoluzioni: quando le idee che si articolano e si proclamano non sono programmi. Prendete il famoso slogan: "Uguaglianza, fratellanza, libertà". Qualcuno poteva essere contrario a questo slogan in Francia nella Parigi rivoluzionaria? Nessuno. Che slogan meraviglioso! Fino a oggi si vede sui frontoni di ogni municipio francese: "Egalité, Fraternité, Liberté" Giusto? "Uguaglianza, Fratellanza, Libertà". Ma noi sappiamo che questo slogan non è mai stato incarnato nella vita, neanche nella repubblica francese.

E che cosa è successo? Dopo questo lampo di sentimento rivoluzionario venne il terrorismo giacobina, e poi la dittatura di Bonaparte.

In Russia ci sono stati lo stesso slogan, le stesse energie, gli stessi sacrifici sulle barricate, e le stesse distruzioni di vite umane. Pertanto, il messaggio principale della Chiesa è di chiamare le persone alla pace e alla tranquillità, che è quello che ha fatto la nostra Chiesa ortodossa ucraina. Non ci può essere altra lingua. La Chiesa non può utilizzare programmi politici.

Quando i sacerdoti appaiono sulle barricate e incitano il popolo, questo non è il messaggio della Chiesa. Naturalmente, il messaggio di riconciliazione può essere fastidioso per le persone agitate: "E che cosa dicono ora? È sempre la stessa cosa." Ma questa medesima cosa è la parola salvifica di Dio: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace" "Se è possibile, mantenete la pace tra di voi", dice l'apostolo Paolo. Ciò significa che la Chiesa non può avere un altro messaggio.

Anche oggi torno fare questo appello, se qualcuno mi sta ascoltando in Ucraina, la gente ha bisogno di raccogliersi, di focalizzare i propri desideri. Questo non vuol dire che sto invitando le persone a riconsiderare i loro punti di vista politici. Dopo tutto, la Chiesa non si è mai associata a un particolare progetto geopolitico. Se così fosse, allora la Chiesa non esisterebbe. La Chiesa porta la parola della riconciliazione, fa appello all'anima umana, dovrebbe aiutare le persone in questi tempi difficili a raccogliersi e focalizzarsi. E, forse, a gettare le basi per un dialogo che potrebbe aiutare a risolvere i problemi che oggi stanno di fronte all'Ucraina.

Dmitrij Kiselёv: Santità, sia in Ucraina sia in Russia, così come in altri paesi in fase di turbolenza sociale, i social network, Internet e i computer stanno giocando un ruolo importante. Tutto questo rende il nostro vivere più virtuale, più distaccato dalla realtà, se si vuole. Come comportarci in questo campo?

Patriarca Kirill: Anche questo è un segno della crisi spirituale della gente. Non è altro che una riduzione in schiavitù. È l'asservimento della coscienza e anche l'asservimento della volontà. Conosco persone che trascorrono giorni di fronte a uno schermo, un monitor di computer o a un tablet, e sono immersi in questa realtà. Questa è schiavitù della volontà. Inoltre, è schiavitù dei sentimenti: si comincia a pensare virtualmente, a sviluppare romanzi virtuali, tragedie virtuali, conflitti virtuali.

Aprite Internet: c'è un conflitto virtuale continuo. Ci immergiamo nel "regno degli specchi deformanti". Naturalmente, questi "specchi deformanti" distorcono la realtà riflessa da noi stessi. Pertanto, in un certo senso Internet è un'immagine che visualizza il mondo spirituale interiore della civiltà umana. Questo, naturalmente, è un argomento di riflessione – forse in primo luogo per la Chiesa, che ha la responsabilità della condizione spirituale delle persone.

Anche se non è solo della Chiesa, perché in questo momento molte persone non hanno altra scelta religiosa e sono di là di ogni influenza ecclesiale. Quindi questa è una sfida alle figure culturali e artistiche. In primo luogo, questa è una sfida per i giornalisti, i media, che oggi hanno enormi opportunità di influenzare la coscienza della gente. Ma ciò che vediamo è assolutamente insoddisfacente, è triste, ed è spaventoso.

Dmitrij Kiselёv: Capisco che noi non siamo contro Internet, che siamo contro le zone sporche di Internet, che esistono. Ma vi è sporcizia non solo nel mondo virtuale, ma anche in quello reale. La nostra Terra non è pulita. Da dove viene questa filosofia che la pulizia è roba per custodi? Ma sto molto banalizzando. Come comportarci?

Patriarca Kirill: questo, mi sembra, è un problema che ha due fonti.

In primo luogo, naturalmente, la visione del mondo che ha la gente, e la seconda è la cultura delle famiglie. Ricordo un caso negli anni '90, quando sono stato invitato a parlare ai residenti di uno dei centri distrettuali della regione di Kaliningrad. Erano tempi difficili, gli anni '90: decadenza, collasso, e rovina. E sono stato invitato a parlare in un edificio pieno alla capienza massima di persone. Ho incontrato per un po' il sindaco spaventato e allarmato, che ha detto: 'Tutto quello che avverrà sarà usato come una critica contro di me, queste persone risentiranno quello che sto facendo. Ma io l'ho invitata – era stato l'iniziatore – perché in qualche modo bisogna mettere i puntini sulle "i".'

Abbiamo attraversato con lui la città, alla sera, passando facciate di edifici coperte di scritte, di murali, con vetri rotti e ingressi rotti. Arrivo in questa sala e la prima cosa che succede dopo che ho fatto alcune osservazioni è una critica incredibile di questo sindaco per tutto ciò che avevo visto. Ho ascoltato e ascoltato mentre tutto aumentava di volume. Poi ho chiesto alla gente di smettere e ho detto: "Ho visto tutto questo. Non sono entrato negli ingressi, ma credo che fossero ancor più terribili. Non sono entrato negli appartamenti, ma penso che fossero peggio ancora. Penso che ci sia disordine nelle cucine, che ci siano piatti non lavati, vecchie scatole di scarpe negli armadi nelle camere da letto, e penso che i letti non siano fatti e che ci siano posacenere con mozziconi di sigaretta. Ma chi è la colpa per questo? Bene, possiamo dire che il sindaco è colpevole delle facciate dipinte con vernice spray. Ma non è il sindaco che le ha dipinte, non è lui che ha rotto i vetri. Avete bisogno che il sindaco ripari e metta a posto tutto questo, ma siete voi che lo avete fatto. "

 

 

 

 

Pertanto, i temi della cultura quotidiana sono stati di nuovo minati dalla rivoluzione, perché prima della rivoluzione non c'era un tale caos. In primo luogo, vi erano tenute di proprietari terrieri, che erano centri di cultura quotidiana, e, inoltre, era molto alta la cultura quotidiana delle famiglie contadine. Era tutto povero, ma pulito, come mi diceva mio nonno. Povero, ma ordinato. Oggi da noi, magari non è nemmeno povero, ma è sporco. Questa è la prima fonte del problema – la mancanza di un adeguato livello di cultura quotidiana. Ma c'è, ovviamente, un altro problema legato ancora una volta alla condizione morale della persona. Gli alberi rotti, i fiori appassiti, che so, si buttano...

Dmitrij Kiselёv: Sul prato.

Patriarca Kirill: Sul prato. E tutto questo viene dalla persona.

Ecco perché la Chiesa oggi presta particolare attenzione al problema ambientale. Abbiamo anche preparato al Concilio dei vescovi un documento appropriato, in quanto il tema ambientale è molto importante oggi come una sorta di indicatore che aiuta a capire ciò che sta accadendo nelle anime delle persone.

Naturalmente, il fatto che oggi si compiano sforzi a livello di stato, per esempio, per ripulire il Nord, è una cosa molto rivelatrice. Certo, è come una campagna, ma una campagna che può avere buone implicazioni pedagogiche. Vorrei suggerire di iniziare attivamente la pulizia del'intero paese – le nostre spiagge, le nostre foreste, in particolare quelle che circondano le grandi città, per non veder spuntare dalla neve in primavera bottiglie di plastica e altre cose. Dobbiamo avviare una pulizia del nostro paese, della nostra natura. Forse nel processo di pulizia noi stessi diventeremo più puliti internamente.

Dmitrij Kiselёv: E tutti possono prendervi parte.

Patriarca Kirill: Assolutamente.

Dmitrij Kiselёv: Santità, continuando su questo tema – "iniziare da se stessi" e l'atmosfera che ciascuno crea intorno a sé, per molti la questione rimane poco chiaro come rispondere a coloro che sono in disaccordo in modo aggressivo con una vita tranquilla e pulita. Alcuni mettono in ordine, e altri distruggono. Qui, sullo stesso tema, è collegato il problema delle relazioni interetniche, o forse qualche tipo di criminalità etnica. Semmai, si tratta di una domanda su Breivik o su Birjuljovo....

Patriarca Kirill: L'uno e l'altro non sono fenomeni peculiari della Russia. La Russia è stata costituita come un grande Stato multinazionale proprio per il fatto che la maggior parte delle persone erano ortodosse e grazie alla forza della loro cultura ortodossa, educazione ortodossa e visione del mondo ortodossa, con una tolleranza molto ampia, diciamo così – il termine tolleranza è stato utilizzato nell'Impero russo nel senso di rispettare i costumi delle persone eterodosse. Non si offendevano mai i sentimenti religiosi, ma non si ammetteva mai neppure quello che oggi chiamiamo proselitismo. Se da parte di qualsiasi fede o religione si sviluppavano azioni aggressive volte a convertire la nostra gente a un'altra religione, allora queste incontravano resistenza fino alla resistenza fisica, alla resistenza armata. Ma mai avevamo avuto tra noi qualcosa di questo genere.

Ora tutto è diverso. Questo accade, ovviamente, per altri motivi, per motivi che ieri non esistevano. Sappiamo che le persone che vengono in Russia, non hanno sempre familiarità con la nostra cultura, le nostre tradizioni, la nostra fede. Sono molte ragioni, di cui ora non parlerò, non cercano di regolarsi sul fatto che vivono in una maggioranza che ha altre idee, e una cultura quotidiana, un comportamento pubblico, un comportamento tra uomini e donne. Tutto questo porta, ovviamente, a disallineamenti culturali, per usare un eufemismo. Se questo rimane al livello di qualche piccola tensione domestica, si spera che tutto, alla fine, passerà.

Ma quando tali discrepanze sfidano la legge e l'ordine, allora la risposta è molto semplice - è necessario imporre l'ordine sulla base della legge, non c'è altro da fare. Non ci dovrebbe essere iniquità né violenza. Non ci dovrebbe essere "una spalla che pensa e un braccio che ruota", cerchiamo di fronteggiare e di mettere in ordine le cose con queste forze disorganizzate. È importante che la legge funzioni, è importante che sulla base di questa legge si costruiscano rapporti di diritto, perché non si guasti più nuovamente questa disponibilità interiore delle persone a vivere in pace e tranquillità le une con le altre, nonostante le differenze esistenti. Non vedo un'altra via.

Dmitrij Kiselёv: Torniamo al Natale. Natale e solitudine, due cose apparentemente incompatibili. Ma ci sono molte persone per le quali la solitudine a Natale è una realtà. Come trovare conforto per loro?

Patriarca Kirill: La solitudine si verifica quando una persona non ama un oggetto. Se c'è un oggetto d'amore, la solitudine scompare. Qual è quest'assenza dell'oggetto d'amore ? La mancanza di un'altra persona, a cui si potrebbe dare senso interiore, tutta l'attenzione, la propria cura, forse il proprio amore. Tutto nasce dal nostro individualismo, dal nostro egoismo, e dal nostro auto-isolazionismo.

Ora, quando guardo queste enormi case di 24 piani a Mosca, guardo le luci negli appartamenti. Quando ti rendi conto che ogni luce è un mondo singolo, non associato con la luce vicina, in completo isolamento, privo di vita di comunità, come, per esempio, c'era nella stessa Russia nel XIX secolo ti poni la domanda: come fa la gente a vivere in queste condizioni, se non ha una famiglia, se per alcune condizioni o per alcuni motivi legati di nuovo, con il passaggio da un luogo all'altro non hanno un ambiente in cui si possa realizzare? È veramente una tragedia. L'uscita da questa tragedia è molto semplice. È necessario dare uno sguardo più da vicino a coloro che ci circondano. Quante persone oggi hanno bisogno della nostra cura, della nostra attenzione.

Mi piace visitare a Natale e a Pasqua anziani, persone sole, senzatetto, disabili. A volte la gente mi chiede: "È possibile che ci vada una volta e basta?" Io rispondo in questo modo: "Io non ci vado per far vedere in tv quanto è bravo il patriarca. Ne ho un bisogno interiore". Quando ne esco, esco cambiato. Sento come se il mio cuore fosse più leggero. È quasi la stessa cosa che si sente dopo una funzione. Dopo tutto, i credenti sanno che dalla chiesa si esce con il cuore più leggero – io esco così dall'incontro con queste persone. Mi hanno dato di più, forse, di quanto io ho dato loro. Quindi, vorrei suggerire a chi soffre di solitudine di andare nel mondo con un cuore gentile e aperto a coloro che hanno bisogno di aiuto. Con una camminata del genere si possono trovare amici e persone care, e l'oggetto delle propire cure, e, quindi, distruggere la propria solitudine.

Dmitrij Kiselёv: Da una cosa molto personale a una molto generale. Come vede la tendenza generale dello sviluppo della civiltà moderna?

Patriarca Kirill: Ho molti dubbi e preoccupazioni su questo tema. Viviamo in un'epoca in cui per la prima volta nella storia umana, inclusi i tempi pagani, il peccato diventa una giustificazione legale, quando il peccato è impiantato nella forza dello Stato. Oppure, se non è impiantato, il potere dello stato è propagandato con riferimento alla libertà umana. Quando il peccato diventa una norma di comportamento, la società cessa di essere vitale. Bisogna essere molto limitati per ammettere il peccato o, se si parla di politica, bisogna avere qualche programma politico molto pericoloso, o semplicemente non avere una mente sobria per sostenere tendenze distruttive per la società.

Il peccato distrugge la personalità umana. Non è una nostra invenzione, così Dio ha detto, e non solo ha detto, ha creato l'uomo. Egli ha creato l'uomo in modo che il peccato distrugga la personalità umana, che ci piaccia o no, perché dove c'è il peccato, c'è la morte. Questo si dice nella Parola di Dio. Che cos'è la morte? La morte è il decadimento dell'essere umano, il collasso della vita, la fine della vita. Quindi, se il peccato è imposto con la forza della legge, il potere della persuasione, la propaganda, la vita umana di società corre un colossale pericolo. La personalità perde la sua integrità. Che significa la perdita di integrità della personalità su larga scala? Significa la distruzione della coesione sociale, della vitalità della civiltà umana.

Che dire della fine del mondo ? Che dire della fine del mondo, spesso mi chiedono. La fine del mondo è lo stato della società, quando il male è maggiore del bene. In una lettera apostolica è detto che è qualcosa che continua fino al giorno del giudizio. Alcuni teologi si sono chiesti, che cos'è che la trattiene? C'è chi ritiene che sia lo Stato, altri ritiengono che sia la Chiesa. In ogni caso trattenere la fine del mondo è una cosa buona, il che significa che tutte le istituzioni che servono a questo trattenimento sono buone. Compreso lo Stato, se soddisfa questa missione, la Chiesa, e molte altre istituzioni, perché finché il bene è maggiore del male l'uomo ha un potenziale di vita. Nella società, nella civiltà c'è un potenziale di vita. Se il male sarà maggiore, si diffonderà rapidamente come i microbi nel sangue, distruggerà la civiltà umana, e quindi porterà il mondo alla fine.

Dmitrij Kiselёv: Ha parlato nuovamente di valori conservatori. Molti potrebbero dire che il conservatorismo impedisce lo sviluppo. In che misura ?

Patriarca Kirill: Non preclude lo sviluppo, perché il conservatorismo non significa solo la conservazione del passato. Molte volte ho parlato di questo, confrontando il rapporto tra una persona normale con la spazzatura. Anche la spazzatura è un prodotto del passato, ma noi non conserviamo la spazzatura, la gettiamo via. Così, il conservatorismo conserva i valori.

Ecco quindi una questione molto importante – quali valori, e chi determina questi valori? Il conservatorismo è per sua natura religioso. Perché? Perché il valore reale per l'uomo non è il valore che ha creato da sé, ma il valore che è determinato da Dio.

Dio è la misura della giustizia, la misura della verità. Quando una persona prende questo valore come verità assoluta e lo protegge e lo conserva, si ritrova conservatore di questo valore. A volte noi parliamo di economisti conservatori ed economisti liberali – per me questo non esiste. Un conservatori conserva tutti i valori fondamentali che Dio ha posto nella personalità natura, in generale, in tutta la creazione – può essere liberale come economista, può essere liberale come politico, ma sarà il custode di questo valore.

Il liberalismo è libertà fraintesa, è la stessa "Liberté". La libertà frainteso è mettere se stessi come l'inizio e la fine, l'alfa e l'omega. Le Scritture dicono che Gesù Cristo è l'alfa e l'omega, ma qui l'uomo si pone come l'alfa e l'omega. È possibile inventare i propri valori e considerarli come assoluto. Questo a che cosa porta? Porta all'atomizzazione della società – quante teste, tante menti. Questo porta di nuovo alla creazione di un sistema non vitale.

Cosa ancora più importante, porta alla giustificazione dei propri vizi, peccati, crimini, erigendoli come valore, in modo che a un certo punto si sentirà il bisogno di condividere tale valore con gli altri. Quello che vediamo oggi, questa escalation di stili di vita peccaminosi, è una conseguenza diretta di ciò che chiamiamo liberalismo, il vero liberalismo e non quello convenzionale, legato alla politica o all'economia.

Dmitrij Kiselёv: Un'ultima breve domanda. Cosa può fare la Chiesa ?

Patriarca Kirill: la Chiesa può fare poco. Cristo può tutto. Dio può fare qualsiasi cosa. La Chiesa è chiamata a portare le persone in contatto con Dio, a mantenere questa connessione religiosa, ma questa è anche una grande sfida, soprattutto in un mondo che oggi è lacerato da contraddizioni, tentazioni, e oggi è davvero sotto l'influenza di potenti forze del peccato. Ma Dio può fare tutto, è il Signore della storia, è l'alfa e l'omega, il principio e la fine. Questa, credo, è l'affermazione più importante che la Chiesa è ora porta alla persona, alla società e al mondo intero.

Dmitrij Kiselёv: Molte grazie, Santità. Buon Natale !

Patriarca Kirill: Vi ringrazio!

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