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  Consigli ai futuri monaci

Intervista di Arsenij Zaguljaev all'arcivescovo Mark (Arndt)

synod.com, pravoslavie.ru

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Perché oggi la gente entra in monastero non partendo da una vita povera, ma da una vita di comodità, come trovare il monastero giusto, quali dei santi Padri si dovrebbero leggere, qual è il corretto rapporto di un monaco con i genitori, si dovrebbe usare internet, e perché i giovani ieromonaci non devono essere assegnati alle parrocchie? L’arcivescovo Mark (Arndt) di Berlino, Germania e Gran Bretagna risponde a queste domande.

 

L'arcivescovo Mark (Arndt)

Foto: rassoforo Iosif (Bandmann)

Oggi, rispetto al passato, sono più o meno le persone che cercano la vita monastica?

È difficile da dire. Penso che il contingente dei nostri fedeli sia diverso da quello che era venti o trenta anni fa. Abbiamo ora nel complesso un maggior numero di fedeli, e a questa crescita corrisponde un aumento del numero dei monaci. Suppongo che quando le persone vivevano in povertà ma avevano una possibilità di vivere bene, non erano così inclini alla vita monastica. Una persona può negare a se stessa più facilmente ciò che ha, piuttosto che ciò che non ha.

Che cosa si aspetta la gente dal monachesimo quando vi entra oggi? Che cosa li delude?

La cosa più difficile, e non solo nel nostro tempo, ma sempre, è stata l'obbedienza e la negazione della propria volontà. Oggi questo incontra più resistenza, in modo più acuto, quando una persona vive in completa soddisfazione, quando il mondo materiale gli dà tutto ciò che vuole. Quando non c'è povertà, allora si devono respingere tutti gli orpelli esterni, e come ho detto, questo non è così difficile. Ma quello che è difficile è negare la propria volontà. Questo è il problema.

Si può imparare il monachesimo dai libri?

I libri possono aiutare, possono dare direzioni, ma non c'è niente come l'esperienza, per imparare davvero a questo proposito, come per ogni aspetto della vita.

Che cosa consiglierebbe oggi di leggere ai nuovi monaci?

Prima di tutto gli antichi Padri: san Macario di Egitto, sant'Antonio il Grande. Ci sono, naturalmente, guide più contemporanee, per esempio sant'Ignazio (Brianchaninov), che possono aiutare a trovare la strada giusta. Ma questo non può sostituire una guida personale.

Come si fa a scegliere un monastero in cui andare a vivere?

Dipende dal paese: in alcuni ci sono molti monasteri, in altri nemmeno uno. In Germania non non abbiamo avuto un convento [monastero femminile, ndt] per molti anni. Eravamo soliti inviare le nostre candidate nella vicina Francia, o in Terra Santa.

Poi siamo stati in grado di aprire il nostro convento, perché si sono riunite alcune donne che non potevano lasciare la Germania. Queste erano le condizioni esterne che hanno portato all'apertura di un convento.

La scelta qui non è facile come, per esempio, in Russia, in Serbia o in Grecia.

Ecco perché non c'è una regola fissa. Molto dipende dal padre spirituale del monastero. Diciamo che uno viene come pellegrino a qualche monastero, e il posto gli piace. Ha la possibilità di adattarsi a questo monastero, ma può anche visitare altri monasteri, esaminare la loro regola quotidiana, la loro vita, e selezionare quello che si adatta meglio a lui.

Io consiglio sempre di visitare diversi monasteri. Un monastero può avere una serie di regole che non si adattano a tutti, e grazie a Dio, ci sono molti ustavy [regolamenti monastici, ndt] diversi. Una persona dovrebbe scegliere quello che gli si adatta meglio.

Un tempo c'erano famiglie con molti figli, e se un giovane o una giovane desideravano la vita monastica, potevano facilmente lasciare i loro genitori alle cure dei loro fratelli o sorelle. Oggi, i genitori sono spesso lasciati a se stessi. Che cosa si deve fare?

Ci sono famiglie in cui la vita spirituale scorre così naturalmente che i genitori danno facilmente il consenso al loro figlio o figlia di entrare in monastero. Ci sono anche famiglie per le quali tale decisione è scioccante. La trovano difficile da accettare.

È impossibile generalizzare: ci sono tutti i tipi di situazioni diverse. L'altro giorno ho sentito che in Serbia un padre è venuto con i suoi fratelli a "liberare" il figlio da un monastero, e ho saputo di casi simili in passato. Questo non è un evento raro.

D'altra parte ci sono famiglie che supportano pienamente la decisione dei loro figli. Nella mia esperienza, in questo senso non c'è differenza tra famiglie grandi e piccole.

Che cosa si deve fare se i genitori rimangono nel mondo, ma diventano anziani e malati? A questo punto la decisione dei loro figli di diventare monaci è una bomba a tempo, non dovranno tornare nel mondo per prendersi cura di loro?

Nella società di oggi quasi nessuno è lasciato completamente senza cure. La cosa principale è avere un legame spirituale, ma allo stesso tempo non richiedo ai miei monaci di recidere completamente i legami con i loro genitori o amici, e in un modo o nell'altro li lascio rimanere in contatto: tramite telefono, lettere, tutto ciò che è più conveniente.

C'è anche un altro problema. A volte un genitore è così deluso che suo figlio vada in un monastero, soprattutto se si tratta di un figlio unico, che interrompe ogni contatto con lui. Oppure si trasforma in un visitatore di carcere, senza alcun contatto se non severe richieste di ritorno del figlio, o conversazioni puramente formali: "Ciao. Come stai?"

Eppure, noi diamo la benedizione per visitare i genitori. Ci sono casi in cui un monaco viene mandato a casa per qualche tempo, per prendersi cura dei suoi genitori. Ci sono tutti i tipi di casi, che in realtà dipendono dalla maturità del monaco stesso.

Come fa un tale monaco assente a mantenere il suo rapporto con il monastero?

Tutto dipende da quanto tempo dura il periodo di assenza. Di solito in questi casi, si parte ma si mantengono i contatti con il padre spirituale per telefono o per e-mail.

Quanto tempo dovrebbe passare un monaco su internet? Si possono dare consigli spirituali attraverso quel mezzo?

Naturalmente si possono dare consigli, ma solo come eccezione alla regola. In genere, naturalmente, è necessario un contatto personale. Possiamo utilizzare le moderne tecnologie, ma dobbiamo fare attenzione che non assorbano tutta la comunicazione. Internet non ha creato grandi cambiamenti in tali relazioni. Per esempio, quando la gente ha avuto accesso ai mass media, ha dovuto imparare anche a spegnerli. Lo stesso vale per la televisione.

I monaci usano Internet per quanto lo permette la loro obbedienza. Il nostro monastero ha una stamperia, e monaci devono essere in grado di valutare i testi tramite e-mail, di modificarli e fare le prove.

Eppure, io insisto sempre che limitino il loro utilizzo. Tutto ciò che si trova on line ti trascina dentro, e ti priva della libertà.

Quanto dev'essere deciso uno che vuole diventare monaco? Quanto sforzo si deve fare, e quanto dovrebbe essere lasciato alla Divina Provvidenza, o a qualche segno dall'alto?

Personalmente non ho mai cercato di convincere qualcuno a diventare monaco, anzi, al contrario, di solito consiglio di rimandare la decisione e a mettere alla prova se stessi. Aspetto che la persona sia assolutamente convinta che non può vivere altrimenti. Se ha ancora dei dubbi, le consiglio di prendersi un periodo di pausa, si mettersi alla prova se, e poi di tornare.

Questo è un passo troppo importante, proprio come il matrimonio, in effetti. Oggi, purtroppo, tutto è diverso. Sia il monachesimo sia il matrimonio sono visti come qualcosa di temporaneo: lo provi, non ti piace, te ne vai. Respingo questo atteggiamento e insisto che ogni candidato si faccia un serio esame di coscienza.

Ma al di là di questo, manteniamo la nostra gente come novizi per lungo tempo. Se un candidato è di età superiore ai 25 anni, rimane presso il nostro monastero di san Giobbe di Pochaev per un minimo di un anno come trudnik [volontario del monastero, ndt], come novizio per 3-4 anni, come monaco semplice per 5-7 anni.

Alcuni sono del parere che coloro che sono veramente chiamati a una vita monastica non hanno questo conflitto se farsi tonsurare o sposarsi. Condivide questa opinione?

Tutto dipende da quanto spiritualmente matura è una persona per l'una o l'altra vita. Solo un padre spirituale è in grado di determinare se la vita monastica si adatta a un candidato. Ogni caso è diverso. Abbiamo avuto alcune persone molto giovani che sapevano esattamente ciò che volevano, e altri di mezza età che non erano sicuri della loro decisione di essere tonsurati, e pertanto non potevamo riceverli.

Come ci si deve preparare per il monachesimo, pur vivendo nel mondo, prima di diventare un trudnik in un monastero?

Consiglio di mettersi alla prova: quanto si è pronti per la routine monastica quotidiana? Svegliatevi di notte per leggere l'ufficio di mezzanotte; poi tornate a dormire, o leggetelo molto presto la mattina, osservate il regime monastico del digiuno anche prima della tonsura. Ma la misura della propria ascesi è una questione di capacità individuali.

Cosa può dirci della sua tonsura?

Sono stato tonsurato come risultato del mio desiderio del monachesimo. Mi ci sono avvicinato per otto anni. Non ho mai disperato e non ho mai messo in dubbio la mia decisione.

Ha conosciuto san Giustino (Popovich). Che cosa diceva del monachesimo oggi?

Il defunto padre Giustino guardava noi, che andavamo in aereo in tutto il mondo, e ci chiamava "monaci del Jet-set". Eppure, sentiva che il monachesimo, anche in una vasta gamma di forme esterne, rimane sostanzialmente invariato.

In Russia, in particolare negli anni '90, sono state aperte molte chiese, e spesso giovani monaci, subito dopo la tonsura, sono stati ordinati e assegnati a una parrocchia. Tecnicamente parlando, questo era comodo: non avevano famiglia, potevano dedicare tutto il loro tempo a ricostruire una chiesa, e potevano essere assegnati a un posto dove sarebbe difficile vivere per un prete sposato con moglie e figli. Ma c'è l'altro lato della medaglia: un giovane che da poco ha fatto i voti di povertà, castità e obbedienza, viene spinto fuori da solo nel mondo con tutte le sue tentazioni. La Germania ha lo stesso problema?

- Questo in effetti è avvenuto in Russia, ovviamente, per necessità di parroci. Abbiamo avuto anche noi un problema come questo negli anni '50 e '60 [vladyka Mark ha servito per 5 anni in una parrocchia di Wiesbaden come ieromonaco, poi come archimandrita, ndt]. Ma abbiamo sempre riconosciuto che questo era anormale, innaturale e scorretto. Ecco perché ho completamente smesso di farlo. Non ho un solo ieromonaco in servizio in una parrocchia della mia diocesi. Non consentono neppure a uno ieromonaco di vivere in monastero e di recarsi a servire nelle parrocchie. Grazie a Dio! Se uno entra in monastero, lascia il mondo alle spalle e non dovrebbe mai tornare.

Il rango sacerdotale è richiesto per lo svolgimento di un impiego amministrativo in un monastero?

Un abate di solito ha il rango di sacerdote, e questo è stato una consuetudine nella tradizione russa per secoli. Tutti gli altri compiti in un monastero possono benissimo essere adempiuti dai monaci semplici.

I media religiosi russi hanno recentemente discusso la questione se adottare la pratica di stabilire specifici ordini monastici con direzioni e incarichi ben definiti. Qual è la sua opinione in merito?

Non credo che questo porterebbe alcun beneficio. L'introduzione degli ordini è una restrizione estranea alla vita monastica. Il monachesimo occidentale è stato molto tempo suddiviso in vari ordini. Da un lato sono tutti molto diversi, dall'altro ciascuno è molto più regolato rispetto al monachesimo ortodosso. Se si va in un monastero benedettino, è identico a quello vicino; invece, i nostri monasteri hanno tutti le proprie particolarità. Riteniamo che la libertà di un approccio individualistico da parte di ogni monastero sia un tratto positivo.

Come possono i monasteri preservare un clima di preghiera quando vi si deve eseguire una grande quantità di lavoro sociale?

La cosa più importante nel monachesimo è servire Dio nella forma che è praticata in un determinato monastero. Può essere una forma più liturgica o più pratica. Ci sono diversi approcci. Ci sono monasteri, in cui i monaci dedicano parte della loro vita al servizio esterno, mentre in altri limitano tale lavoro. Il nostro monastero di San Giobbe è stabilito su un ordine liturgico.

Quali sono le relazioni tra monaci e governo in Germania?

Nel complesso, direi che in Germania, sia il governo sia la società hanno conservato il rispetto per il monachesimo. Purtroppo sta svanendo, perché non vi è quasi nessun monachesimo ortodosso, noi siamo molto pochi. Immaginate, di tutte le Chiese ortodosse locali, qui solo la Chiesa russa ha monasteri!

I cattolici hanno solo una manciata di monaci, che vivono in enormi, antichi monasteri e si sforzano di conservarli, di fatto sono diventati poco più che custodi [nel mese di giugno, gli edifici di un monastero cattolico del XII-XV secolo sono stati messi in vendita, ndt].

Il monachesimo si vede raramente, di conseguenza è difficile mantenere il rispetto della vocazione. I bambini non capiscono nemmeno cosa siano queste strane figure vestite di nero che passano accanto a loro.

Biografia dell’arcivescovo Mark:

L’arcivescovo Mark, al secolo Michael Arndt, è nato il 29 gennaio 1941 in Sassonia, dove è nato anche il primo vescovo russo di origine tedesca, il metropolita Serafim (Lade) di beata memoria.

Terminati gli esami finali a Francoforte sul Meno nel 1960, il futuro vladyka Mark ha fatto il servizio militare nella Germania Ovest, dove ha trascorso un anno e mezzo. Si è poi riarruolato diverse volte e ha raggiunto il grado di luogotenente anziano.

Nel 1962, si è iscritto al Dipartimento di storia e filologia dell'università di Francoforte, trasferendosi poi all'università di Heidelberg. Vi si è specializzato in lingue slave e in inglese, studiando, oltre alla lingua e letteratura russa, quelle serbo-croata, slovacca, ceca e macedone. Ha scritto la sua tesi di dottorato sul tema "La letteratura biografica del Regno di Tver nei secoli XIV e XV".

Lo studio della lingua russa ha portato il giovane studente nella comunità di emigrati russi a Francoforte. Come studente del prof. Dmitrij Chizhevskij a Heidelberg, ha frequentato la chiesa della ROCOR a Mannheim dedicata a S. Aleksandr Nevskij, dove si è convertito alla santa Ortodossia nel 1964, e ben presto è stato ordinato lettore. Le visite al Monte Athos, l'amicizia con gli anziani ahoniti a Karoulia (gli schima-ieromonaci Seraphim e Nikolaos, lo schima-monaco Nikodim), le visite allo skit di sant'Elia e al monastero di San Panteleimon, dove ha conosciuto lo schima-ieromonaco Abel (ora archimandrita del monastero di San Giovanni Teologo a Rjazan') hanno determinato il cammino spirituale di questo dottore di slavistica. Il suo futuro lavoro scientifico è stato quindi dedicato a san Filarete, metropolita di Mosca.

Nell'autunno del 1973, il futuro ierarca ha iniziato a studiare teologia all'università di Belgrado, dove si è laureato in teologia nel 1979. La sua amicizia personale con l'allora disprezzato archimandrita Justin (Popovic) nel Monastero di Celije lo ha portato nella cerchia interna degli studenti di questo abate serbo, in seguito ieromonaci e poi vescovi della Chiesa ortodossa serba - il metropolita Amphilohije, il vescovo Atanasije, il vescovo Artemije , il metropolita Irinej.

Ordinato diacono nel 1975, il futuro vladyka Mark cessò presto l'insegnamento dello slavonico ecclesiastico e della lingua e letteratura russa antica a Erlangen, e bloccò il suo lavoro scientifico in attesa della tonsura al monachesimo, avvenuta nell'estate del 1975 presso il convento di Lesna in Francia. Tre giorni dopo, padre Mark è stato ordinato ieromonaco e assegnato come vice rettore della chiesa russa a Wiesbaden. Nell'estate del 1976, per decisione del Sinodo dei Vescovi, è stato elevato al rango di archimandrita. L’arcivescovo Paul (Pavlov, +1995), che fu poi vescovo di Stoccarda e della Germania meridionale, lo ha tonsurato e ordinato. L'archimandrita Mark ha servito tre parrocchie - Wiesbaden, Darmstadt e Saarbrucken. Si è dedicò a preservare le chiese zariste della Germania e a ristrutturare e ampliare il cimitero russo nei pressi della chiesa di Wiesbaden, dove ha diretto il ciclo completo dei servizi divini monastici, e ha cominciato a raccogliere e a istruire i giovani locali, pur continuando a studiare teologia e a passare gli esami a Belgrado.

A seguito della morte dell’arcivescovo Teodosio di Australia e Nuova Zelanda, il Sinodo dei Vescovi ha nominato il Vescovo Paul, vicario della diocesi tedesca, come sostituto. L'archimandrita Mark è stato quindi elevato all'episcopato e nominato vescovo di Monaco di Baviera e della Germania meridionale. La consacrazione episcopale  è stata effettuata il 30 novembre 1980 presso la Cattedrale sinodale della Mamadre di Dio del Segno a New York. In conformità con la legge ecclesiastica, durante la nomina, l'archimandrita Mark ha letto un sermone attraverso il quale ha sottolineato la sua preoccupazione per come avrebbe condotto il suo gregge. Calde parole sono state pronunciate riguardo alla sua vicinanza spirituale al grande asceta e teologo serbo l'archimandrita Justin (Popovic, +1979) e l'affinità con il santo Monte Athos. Sua Eminenza il metropolita Filarete (Voznesenskij, +1985) ha officiato la consacrazione, insieme con l'arcivescovo Vitalij (Ustinov, +2006) di Montreal e Canada; l'arcivescovo Anthony (Medvedev, +2000) di San Francisco e dell'America occidentale; il vescovo Laurus (Shkurla, +2008) di Syracuse e del Monastero della Santissima Trinità, il vescovo Paul e il vescovo Gregory (Grabbe, +1995) di Manhattan.

Dopo la consacrazione, vladyka Mark si è trasferisto con un piccolo gruppo di monaci nel Monastero di san Giobbe di Pochaev a Monaco di Baviera. Il monastero ha subito ricostruzioni e ristrutturazioni. Dal 1981, il monastero ha pubblicato il Vestnik Germanskoj Eparkhii [Messaggero della diocesi tedesca], ​​vi è stata istituita una casa editrice per i materiali russi e in lingua tedesca, così come una fabbrica di candele e di incenso. Il monastero segue la regola del Monte Athos. Nell'autunno del 1982, il vescovo Mark, a causa della grave malattia di Mons. Theophilus (Narko), è divenuto vescovo di Berlino e della Germania, continuando a vivere nel monastero di san Giobbe, da dove governa la diocesi.

A metà degli anni '80, vladyka Mark è stato nominato amministratore della diocesi di Gran Bretagna, così come della parrocchia di sant'Aleksandr Nevskij a Copenaghen.

Nel 1991, il Sinodo dei Vescovi ha elevato vladyka Mark al rango di arcivescovo.

Nel 1997, è stato nominato sovrintendente della Missione Ecclesiastica Russa a Gerusalemme.

Tra il 1993 e il 1997, vladyka Mark ha diretto il dialogo tra le due diocesi ortodosse russe (del Patriarcato di Mosca e della Chiesa Russa all'Estero) nella nuova Germania riunificata. Dal 2000, l'arcivescovo Mark è stato Presidente della Commissione per l'Unità della Chiesa Russa, e dal 2003,  Presidente della Commissione della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia sulle discussioni con il Patriarcato di Mosca.

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