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  I russi in Estonia e gli estoni nella Chiesa

Intervista al metropolita Cornelio di Tallinn e di tutta l'Estonia

di Pjotr Davidov

pravoslavie.ru, 15 Maggio 2013

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Nei cupi anni '80 del secolo scorso, in autunno, cadeva una pioggia sgradevole. Un ragazzo estone di 20 anni, passeggiava per i sobborghi di Tallinn lungo i binari della ferrovia in preda a una terribile indolenza: era di moda leggere in quel momento (e purtroppo, anche oggi) libri colorati sull'Agni Yoga, su Shambhala e altre schifezze orientali. Leggeva in modo pensieroso, serio, coerente e in modo del tutto logico era deluso dalla scelta: o buttarsi ora sotto un treno, o aspettare a lungo un qualche miracolo che lo fermerà e gli cambierà la vita. E, come racconta oggi, vede una piccola chiesa ortodossa lì vicino. "Per me, un estone cresciuto nell'ateismo, che non sa nulla di cristianesimo - entrare in una chiesa ortodossa, per giunta russa?" E tuttavia c'è andato - lontano dalla morte. Ed è rimasto nella Chiesa. Per sempre. In un primo momento vi ha lavorato come portinaio, giardiniere. Poi fu ordinato diacono, e dopo un po' - sacerdote. Parenti, amici e conoscenti in un primo momento di sono spaventati, sorpresi, battendosi un dito alla tempia, e poi essi stessi hanno adottato l'Ortodossia. E un bel po' di estoni più tardi sono diventati sacerdoti. Prova a dire qualcosa di male sui russi a loro o dei loro figli (che parlano bene il russo, tra l'altro) - la lentezza estone si mobilita immediatamente. Questi sacerdoti estoni sono ora impegnati nella traduzione dei libri ortodossi nella loro lingua madre, fanno lezioni nelle scuole, ovviamente, servono in tutto il paese - e come servono! Molte persone, conoscendoli, conoscono sul serio il cristianesimo.

Sull'Ortodossia e la vita in Estonia, abbiamo parlato con il metropolita Cornelio (Jacobs) di Tallinn e di tutta l'Estonia. Gli antenati di vladyka erano commercianti, che si erano insediati in Estonia dopo la Guerra del Nord; gli ultimi rappresentanti di questa famiglia ricevettero un titolo nobiliare - questa è la linea materna. Per quanto riguarda quella paterna, il padre era un ufficiale emigrato in Estonia dopo la tragedia del 1917, il ​​nonno era un generale dell'esercito russo. Con particolare calore il metropolita Cornelio ricorda il tempo che ha passato nella terra di Vologda - nonostante le grandi, pesanti prove che li portarono qui, vladyka rende grazie alla terra della Tebaide del Nord, alla gente che vi abita. E con grande interesse ci chiede delle novità della nostra terra.

Ecco di cosa abbiamo parlato.

Sulla "estonizzazione" dei russi

Vladyka, qual'è, a suo parere, la situazione dei russi che vivono in Estonia oggi?

Molti russi, che vedono il loro futuro e quello delle loro famiglie legato solo all'Estonia, mandano i figli a scuole e licei estoni. Io non so cosa verrà fuori da questi bambini: potranno mantenere la loro identità nazionale, diventeranno estoni, senza perdere per questo la mentalità russa? Abbiamo avuto un caso alla scuola domenicale: l'insegnante ha chiesto ai bambini di scrivere qualcosa a memoria. Un bambino ha detto: "Non riesco a scrivere in russo"... Impara in una scuola estone. E anche nelle scuole russe ora si insegnano molte materie in estone.

Si tratta di una questione delicata in molti campii, e non tutti gli insegnanti estoni comprendono tali tendenze. Gli insegnanti estoni hanno bisogno riqualificazione, e molto spesso gli insegnanti russi devono insegnare in lingua estone - ci sono molti momenti dolorosi e sconsiderati.

E cosa diventano questi bambini quando crescono? Abbiamo un concetto di "popolo russo" e un concetto di "sovietici" e ora di "persone lingua russa" - è un concetto completamente diverso, è una mentalità diversa, una psicologia diversa ...

Per quanto riguarda i rapporti con lo Stato, devo dire che le persone comprendono la necessità e l'importanza dell'Ortodossia in Estonia e in molti modi ci aiutano - in modo che i rapporti con le autorità sono buoni.

Naturalmente ci sono anche difficoltà. Una di loro è l'adattamento della cosiddetta "popolazione di lingua russa" alla vita in Estonia. Alcuni dei russi hanno la cittadinanza estone, qualcuno ha la cittadinanza russa con permesso di soggiorno estone - questo è un vantaggio, perché una persona può viaggiare senza visti come in patria, anche nei paesi dell'Unione Europea. Tra l'altro, molti fanno proprio così - vanno a lavorare in Finlandia, Svezia e Norvegia. I cittadini estoni hanno bisogno di un visto per recarsi in Russia, ma ottenerlo è abbastanza faticoso. Sarebbe certamente molto meglio se potessimo viaggiare senza visti.

L'impatto con l'Estonia e la sua crisi di vita è molto duro - molti sono costretti ad andare a lavorare all'estero.

I russi imparano la lingua estone molto male! Ciò è particolarmente vero per la generazione di mezzo. Per una vita integrata e per lavorare qui si richiede una buona conoscenza della lingua estone, ed è del tutto naturale, ma, purtroppo, non tutte le persone si danno da fare per padroneggiarla nella misura dovuta.

Informazioni su come e perché andare in chiesa

Com'è che ora, durante una famigerata crisi economica e finanziaria, la gente si rivolge alla Chiesa, alla fede cristiana? Scherzi a parte?

La crisi, ovviamente, colpisce la vita delle persone. E, forse, influenza anche la loro venuta alla Chiesa. Ma questa è solo una ragione. L'altra ragione è che la gente ha cominciato a sentire un vuoto spirituale, la vacuità in cui sono stati fino a ora. Per ora, molti nella Chiesa, per esempio, sono ex membri del Komsomol - qualcosa li conduce qui, anche se sono stati educati in uno spirito molto diverso. La gente viene alla Chiesa è molto diversa, e Dio li chiama a sé in modi molto diversi. E, credo, esattamente lo stesso è il caso della Russia. Ma c'è una differenza: in Estonia lo sfondo è molto diverso da quello della Russia.

In Estonia prima della guerra c'erano molti russi. L'intera parte orientale - Prinarov'e, Prichud'e, Pechory - era di popolazione principalmente russa. Nelle città, soprattutto a Tallinn, c'erano molti intellettuali russi. Vivevano la loro vita, ma questa comprendeva anche gli interessi russi: la fede, la cultura, la storia - erano solo russe. C'erano licei russa - per esempio, io ho studiato in uno di questi licei: là sentivamo di appartenere alla storia della Russia e alle sue radici. Ma ora è rimasto ben poco di russo. La regione di Pechory in generale è andata alla Russia, come la riva destra della Prinarov'ja, e là nella guerra ci sono state distruzioni complete - la guerra ha lasciato uno spazio vuoto. E ha rimescolato molte cose. Nel 1939, insieme ai tedeschi un gran numero di russi fuggì in Germania - in effetti ci furono non pochi matrimoni misti. Poi arrivarono le autorità sovietiche: deportazioni, arresti, esilio ed esecuzioni. Quindi questa parte della popolazione russa è diminuita in modo significativo.

Ora la frontiera con l'Occidente è libera: molta gente lascia l'Estonia - per lo più per il lavoro. Partono sia estoni che russi - spinti dalla crisi. Ora, tutti fondamentalmente vivono di rendita - per crediti scaduti, assunti in precedenza. Abbiamo iniziato a convivere con il passato: nella mia prima vita familiare avevo una piccola stanza - ed era tutto. Ora la gente preferisce prendersi il credito per un appartamento o una casa - perché tutto sia a posto. Tutto si fa in modo diverso - la mentalità è cambiata.

Negli anni sovietici, qui ci furono grandi costruzioni: industrie, fabbriche, ecc. Per questo era necessaria forza lavoro - e molti sono venuti qui dalla Russia. La gente si è stabilita qui, e mise le basi di una nuova, piuttosto grande, come si dice - "parte di lingua russa" della popolazione. L'immagine ha cominciato a cambiare quando l'Estonia divenne indipendente. Molte persone che avevano radici in Russia, hanno lasciato l'Estonia. E, purtroppo, è partita la parte della popolazione di livello culturale superiore, cioè, la maggior parte degli intellettuali: ingegneri, insegnanti, e altri. Sono rimasti qui per lo più persone che si chiamano ora "di lingua russa" o "compatrioti". Chi sono questi "compatrioti", è ancora molto difficile da capire. È difficile chiamarli russi - piuttosto, sovietici, gente di istruzione sovietica. Ma molto dipende dal fatto che i russi che vivono qui non sono proprio organizzati. Ecco come la cosa diventa strana: prima della guerra, i tedeschi qui avevano autonomia, e anche gli ebrei, ma i russi no (anche se qui ce n’erano molti di più)! Perché non ce l’avevano? Perché non si sapevano organizzare.

Per quanto riguarda i rapporti della popolazione di lingua russa dell'Estonia con la Chiesa, è difficile dire qualcosa di preciso in una sola volta, alla fine le persone sono molto diverse. Molti non vanno in chiesa. La ragione sta nel fatto che gli estoni, in sostanza, non sono un popolo molto religioso. Si stima che in Europa, gli estoni siano quasi al primo posto nell’irreligione.

Ma, nonostante tutto, gli estoni hanno ancora familiarità con l'Ortodossia?

Sì. Sono sorti e caduti imperi e regni, principati e repubbliche, è andata e venutala politica (o le politiche), e il cristianesimo rimane lo stesso - nella vita e nelle necessità. Molte persone effettivamente lo hanno notato: i migliori rapporti, realmente rispettosi e persino fraterni tra estoni e russi sono nella zona del Monastero della Domizione di Piukhtitsa. Ci sono sempre molti pellegrini.

Perché vladyka ama Vologda

Con quali sentimenti ricorda gli anni trascorsi nella terra di Vologda? Non era stato un periodo semplice, non è vero?

Con amore e gratitudine! È molto semplice: è stato nel Nord della Russia che sono giunto all’Ortodossia. Ero arrivato a Vologda dall’Occidente, e la vita qui in Occidente non può essere definita imbevuta d’Ortodossia - in contrasto con il Nord della Russia. Là l’Ortodossia è qualcosa di organico, di nativo. Quante volte sono andato in giro per i villaggi lì e mi sono seduto e ho parlato con persone molto brillanti, anche con persone che hanno vissuto una vera vita spirituale - nel monachesimo! In tal modo la terra della Tebaide del Nord ha lasciato in me dolci ricordi... Ma questo è quello che mi sorprende: la Tebaide del Nord è una terra monastica, ma per qualche motivo a Vologda era poco sviluppata la vita monastica. Guardate: a Diveevo - alcune centinaia di monache; alle Solovki, e a Valaam - centinaia e centinaia. E a Vologda? Anche se il convento di Devichij è ufficialmente apparentemente aperto, non ci sono monache... E anche di monaci, nel paese della Tebaide del Nord ce ne sono pochi...

In precedenza, quando occupavo già la cattedra dell’Estonia, andavo volentieri a visitare la diocesi di Vologda, vi ho anche celebrato, sono andato in viaggio ai luoghi del Nord della Russia, ma ora, purtroppo, non posso - la salute non lo consente, e non ho alcun invito ...

Ho raccontato gran parte della mia vita nella terra di Vologda nel libro "I miei ricordi", che sarà modificato e ripubblicato integralmente.

E le piacerebbe andare a Vologda?

Per volerlo, lo voglio veramente, ma, ahimè, la mia età è avanzata, e lo stato di salute non è dei migliori. Devo stare a casa tutto il tempo, in Estonia, a combattere le malattie. Ma prego sempre per la luce della terra di Vologda e per la sua gente. Fate una prosternazione per conto mio a Vologda, datele la mia benedizione e inchinatevi ai santi della terra di Vologda.

Vladyka, in estate ci sarà la visita del patriarca in Estonia. Che cosa sarà discusso durante questa visita patriarcale?

Il programma della visita si sta ancora mettendo a punto. Certo, si parlerà della Chiesa Ortodossa estone del Patriarcato di Mosca, da me amministrata.

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