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  L'icona della Natività

dal blog A Reader's Guide to Orthodox Icons

24 dicembre 2010

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icona moderna della Natività

Il sapientissimo Signore viene alla nascita,

Ricevendo ospitalità dalle sue stesse creature.

Cerchiamo anche noi riceverlo,

Affinché questo bambino divino nella grotta ci faccia suoi ospiti

Nel paradiso delle delizie!

La nascita di Cristo è stata sempre celebrata e inneggiata dai cristiani in un modo o nell'altro, in quanto è fondamentale per la Fede. La Parola di Dio in passato poteva apparire come un angelo del Signore, o come il fuoco divino del roveto ardente, ma ora, da questo momento in poi, Egli è diventato uno di noi; e non solo come un uomo adulto disceso dal Cielo, ma con umiltà Dio è nato da una donna, ed è giunto a noi come un piccolo infante, senza parole. Questo è ciò che è visibile nell'icona della Natività, e intorno a questo evento storico centrale sono raffigurate altre storie che circondano la nascita di Gesù Cristo.

La forma comune dell'icona della Natività, con poche variazioni, risale intorno al XV secolo, pur attingendo a fonti molto più antiche: le profezie dell'Antico Testamento, i racconti del Nuovo Testamento Vangelo, e le antiche narrazioni sulla vita della Vergine Maria.

Il Nuovo Testamento nell'icona della Natività

parte superiore dell'icona della Natività

Il Cristo bambino e sua madre sono raffigurati in una grotta, circondata da rocce impossibilmente nitide, inospitali, che riflettono il mondo crudele in cui Gesù è nato. Il Vangelo racconta che Giuseppe e Maria non riuscirono a trovare una camera in una locanda quando giunsero a prendere parte al censimento a Betlemme, e così Gesù fu deposto in una mangiatoia per animali. In quel tempo, gli animali non erano ospitati in stalle di legno, ma in grotte e anfratti nelle colline, e quindi questa "stalla" è mostrata nell'icona.

In alto nel cielo c'è una stella, che fa scendere un unico raggio verso il bambino Gesù. Questa stella è seguita dai Magi, i saggi persiani dell'Oriente, che stanno portando doni per Cristo. Ma sono mostrati a distanza, ancora in cammino. Non sono presenti.

I cieli sono affollati da una schiera di angeli che portano la buona novella della nascita del Salvatore del mondo. A destra, i pastori – persone non considerate da chiunque altro – sono i primi a dare la buona notizia della nascita di Gesù. Ma anch'essi sono indicati fuori della grotta, ancora con le loro greggi. Neanche loro sono ancora al fianco di Cristo.

Oltre a sua madre, l'unica compagnia che Gesù Cristo ha nelle prime ore di Sua vita terrena sono un umile bue e un asino. Questa è l'umiltà dell'incarnazione di Dio sulla terra.

L'Antico Testamento nell'icona della Natività

una profezia di Isaia adempiuta

L'umiltà delle origini di Cristo non dovrebbe sorprenderci, poiché le modalità della sua nascita erano state profetizzate molte centinaia di anni prima della manifestazione. La presenza del bue e dell'asino nell'icona della Natività adempie una delle tante profezie del libro veterotestamentario di Isaia:

"Il bue conosce il suo proprietario e l'asino la greppia del suo padrone" (Isaia 1:3). Qui si indica anche che gli animali forniscono calore a Gesù con il loro respiro.

Maria guarda verso l'albero di Iesse

 Un'altra cosa che si trova nella maggior parte delle icone della Natività è un "albero di Iesse" dal nome di un patriarca dell'Antico Testamento; la presenza dell'albero ci ricorda un'altra profezia di Isaia adempiuta:

"Un germoglio spunterà dal tronco (dall'albero) di Iesse e dalle sue radici fiorirà un bocciolo. Lo spirito del Signore si poserà su di Lui "(Isaia 11:1-2). Nella carne, Gesù può tracciare la sua discendenza sia attraverso sua madre sia attraverso suo padre adottivo Giuseppe, per tutta la strada fino a Iesse. Questo lignaggio è anche talvolta indicato nelle icone dell'Albero di Iesse.

Altri testi antichi nell'icona della Natività

Salomè lava il Cristo bambino

Un'altra fonte importante per la storia della nascita di Gesù è il Protovangelo di Giacomo, un testo del secondo secolo che descrive la vita della Vergine Maria. Questo include, naturalmente, una descrizione della Natività di Cristo, e il racconto è più dettagliato di quelli che si trovano nei Vangeli. Secondo questo Vangelo, Giuseppe portò con sé due donne – una levatrice e una donna di nome Salomè – per aiutare nella nascita di Gesù. Salomè è identificata con una donna che in seguito divenne discepola di Cristo, e che fu la madre degli apostoli Giacomo e Giovanni, e una delle donne che scoprirono la tomba vuota dopo la risurrezione di Cristo.

il giusto Giuseppe dall'aspetto turbato

Ma dov'è Giuseppe? A differenza dei ben noti presepi in Occidente, nelle icone ortodosse Giuseppe si trova di solito nella parte inferiore dell'icona, lontano dalla sua fidanzata e dal figlio. A volte lo si vede mentre sta ad ascoltare un uomo anziano, e sembra turbato. È preso da nuovi dubbi riguardo a questa nascita, e questi dubbi gli sono istigati da Satana sotto forma di un vecchio, come scrive il Protovangelo. Il diavolo suggerisce che se il bambino fosse veramente divino non sarebbe nato in modo umano. Questi argomenti, che alla fine non hanno fatto inciampare Giuseppe, sono sempre tornati a turbare la Chiesa, e sono alla base di molte eresie sull'identità di Cristo. Nella persona di Giuseppe, l'icona rivela non solo il suo dramma personale, ma il dramma di tutta l'umanità, la difficoltà di accettare ciò che è oltre la ragione, l'Incarnazione di Dio.

Mentre annuncia la notizia gloriosa e gioiosa della nascita di Cristo, l'icona riconosce anche, come fanno gli inni della Chiesa, il grande mistero di questo evento.

Come può essere contenuto in un grembo materno, colui che nulla può contenere?

E come può colui che è nel seno del Padre

essere tenuto tra le braccia di sua madre?

Questo è secondo il suo beneplacito,

come egli conosce e vuole.

poiché essendo senza carne,

di propria volontà egli si è fatto carne;

e colui che è,

per amor nostro è diventato ciò che non era.

Senza uscire dalla sua stessa natura

ha condiviso la nostra sostanza.

Desideroso di riempire i cieli di cittadini,

Cristo ha subito una duplice nascita.

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