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  Consigli di padre Seraphim (Rose) ai giovani convertiti

dello ieromonaco Seraphim (Rose)

Orthochristian.com, 2 settembre 2021

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I giovani convertiti al cristianesimo ortodosso erano particolarmente attratti da padre Seraphim (Rose). Il suo approccio di buon senso, elevato dal discernimento spirituale guadagnato attraverso la guida dei suoi mentori spirituali, il suo studio degli scritti patristici e, soprattutto, i suoi studi e le sue sofferenze nella vita, lo hanno reso un vero rifugio dalle tempeste della giovinezza, e un saggio istruttore per chi è preso da zelo senza ragione.

Nel giorno del suo riposo nel Signore, presentiamo una selezione dei suoi consigli ai giovani convertiti.

* * *

blog.obitel-minsk.com

Da: Father Seraphim Rose: His Life and Works, dello ieromonaco Damascene (Platina: St. Herman Press, 2010)

Sviluppare sentimenti normali, umani

Non molti anni fa, un giovane aspirante monaco andò al Monte Athos. Parlando con il venerabile abate del monastero dove desiderava soggiornare, gli disse: "Santo padre! Il mio cuore arde per la vita spirituale, per l'ascesi, per la comunione incessante con Dio, per l'obbedienza a un anziano. Mi istruisca, la prego, santo padre, affinché io possa raggiungere il progresso spirituale". Andando alla libreria, l'abate prese una copia di David Copperfield di Charles Dickens. "Leggi questo, figliolo", gli disse. "Ma padre!" obiettò l'aspirante turbato. "Questo è sentimentalismo vittoriano eterodosso, un prodotto della cattività occidentale! Questo non è spirituale; non è nemmeno ortodosso! Io ho bisogno di scritti che mi insegnino la spiritualità!" L'abate sorrise, dicendo: "A meno che tu non sviluppi sentimenti normali, umani, cristiani e impari a vedere la vita come faceva il piccolo Davey, con semplicità, gentilezza, calore e perdono - allora tutta la "spiritualità" ortodossa e gli scritti patristici non solo non ti saranno di alcun aiuto - ti trasformeranno in un mostro "spirituale" e distruggeranno la tua anima...

L'educazione dei giovani d'oggi, specialmente in America, è notoriamente carente nello sviluppo della reattività alle migliori espressioni dell'arte umana, della letteratura e della musica. Di conseguenza, i giovani si formano a casaccio sotto l'influenza della televisione, della musica rock e di altre manifestazioni della cultura odierna (o meglio, dell'anti-cultura); e, sia come causa sia come conseguenza di ciò - ma soprattutto per l'assenza da parte dei genitori e degli insegnanti di qualsiasi idea consapevole di cosa sia la vita cristiana e di come un giovane debba essere educato in essa - l'anima di una persona che è sopravvissuta agli anni della giovinezza è spesso un deserto emotivo, e nel migliore dei casi rivela carenze negli atteggiamenti di base nei confronti della vita, che un tempo erano considerati normali e indispensabili.

Pochi sono oggi quelli che possono esprimere chiaramente le proprie emozioni e idee e affrontarle in modo maturo; molti non sanno nemmeno cosa sta succedendo dentro di loro. La vita si divide artificialmente in lavoro (e pochissimi possono metterci la parte migliore di sé, il proprio cuore, perché è "solo per soldi"), gioco (in cui molti vedono il "vero senso" della propria vita), religione (di solito non più di un'ora o due alla settimana) e simili, senza un'unità di fondo che dia un senso all'intera vita. Molti, trovando la vita quotidiana insoddisfacente, cercano di vivere in un mondo fantastico di propria creazione (in cui cercano anche di inserire la religione). E alla base di tutta la cultura moderna c'è il comune denominatore del culto di sé e del proprio benessere, che è mortale per ogni idea di vita spirituale.

la tomba di padre Seraphim al monastero di sant'Herman a Platina, in California. Foto: Reddit

Questo è qualcosa dello sfondo, il "bagaglio culturale", che una persona porta con sé oggi quando diventa ortodossa. Molti, naturalmente, sopravvivono come ortodossi nonostante il loro vissuto; alcuni giungono a qualche disastro spirituale a causa di ciò; ma un buon numero rimane storpio o almeno spiritualmente sottosviluppato perché è semplicemente impreparato e inconsapevole delle reali esigenze della vita spirituale.

Come inizio per affrontare tale questione (e, si spera, aiutare alcuni di coloro che ne sono turbati), esaminiamo qui brevemente l'insegnamento ortodosso sulla natura umana come esposto da un profondo scrittore ortodosso del XIX secolo, un vero santo Padre di questi ultimi tempi: il vescovo Teofane il Recluso (1894). Nel suo libro Cos'è la vita spirituale e come sintonizzarsi con essa, scrive:

La vita umana è complessa e multiforme. In essa c'è un lato del corpo, un altro dell'anima e un altro dello spirito. Ognuno di questi ha le proprie facoltà e necessità, i propri metodi e il proprio esercizio e soddisfazione. Solo quando tutte le nostre facoltà sono in movimento e tutti i nostri bisogni sono soddisfatti un uomo vive. Ma quando solo una piccola parte dei nostri bisogni è soddisfatta, una vita così non è vita... Un uomo non vive in modo umano se tutto in lui non è in movimento... Si deve vivere come Dio ci ha creati, e quando non si vive così, si può dire audacemente di non vivere affatto.

La distinzione qui fatta tra "anima" e "spirito" non significa che queste siano entità separate all'interno della natura umana; piuttosto, lo "spirito" è la parte superiore, e per "anima" intendiamo la parte inferiore, dell'unica parte invisibile dell'uomo (che nel suo insieme è comunemente chiamata 'anima'). A tale "anima" in questo senso appartengono quelle idee e quei sentimenti non direttamente correlati con la vita spirituale, la maggior parte dell'arte, della conoscenza e della cultura umana; mentre allo 'spirito' appartengono gli sforzi dell'uomo verso Dio attraverso la preghiera, l'arte sacra e l'obbedienza alla legge di Dio.

Da queste parole del vescovo Teofane si può già individuare un difetto comune degli odierni ricercatori della vita spirituale: non tutti i lati della loro natura sono in movimento; cercano di soddisfare i bisogni religiosi (i bisogni dello spirito) senza aver fatto i conti con alcuni dei loro altri bisogni (più specificamente, quelli psicologici ed emotivi), o peggio: usano illegittimamente la religione per soddisfare questi bisogni psicologici. In queste persone la religione è una cosa artificiale che non ha ancora toccato la loro parte più profonda, e spesso basta qualche evento sconvolgente nella loro vita, o solo l'attrazione naturale del mondo, per distruggere il loro universo plastico e allontanarli dalla religione. Talvolta tali persone, dopo un'amara esperienza della vita, tornano alla religione; ma troppo spesso si perdono, o nella migliore delle ipotesi rimangono storpi e infruttuosi...

Un approccio plastico

icone georgiana, serba, romena e greca di padre Seraphim

Padre Seraphim vide questo approccio "plastico" alla religione in modo più pratico quando un giovane pellegrino, dopo aver trascorso del tempo in un altro monastero in America, venne a Platina parlando di anziani, esicasmo, preghiera di Gesù, vero monachesimo e saggezza ascetica dei santi Padri. Un giorno padre Seraphim lo vide camminare per il monastero cantando canzoni rock, schioccando le dita e saltellando al ritmo della musica. Sorpreso, padre Seraphim gli chiese se non pensava che questo potesse andare contro tutto il suo interesse per la spiritualità, ma il giovane si limitò a scrollare le spalle e rispose: "No, non c'è contraddizione. Ogni volta che voglio la spiritualità, accendo l'anziano" – il che significa che poteva prendere il suo nastro rock e mettere al posto un nastro del suo anziano che teneva un discorso spirituale.

Il fatto che questo giovane potesse compartimentare la sua vita in questo modo, come padre Seraphim capì, mostrava che mancava qualcosa nella formazione di base della sua anima. Per spiegare cosa si intende con questa formazione, fa nuovamente riferimento nel suo articolo a un passo di san Teofane il Recluso:

Un uomo ha tre strati di vita: quelli dello spirito, dell'anima e del corpo. Ognuno di questi ha la sua somma di bisogni, naturali e propri dell'uomo. Questi bisogni non sono tutti di uguale valore: alcuni sono maggiori e altri minori; e la loro soddisfazione equilibrata dà pace all'uomo. I bisogni spirituali sono i più alti di tutti, e quando sono soddisfatti, allora c'è pace anche se gli altri non sono soddisfatti; ma quando i bisogni spirituali non sono soddisfatti, allora anche se gli altri sono soddisfatti abbondantemente, non c'è pace. Pertanto, la loro soddisfazione è chiamata l'unica cosa necessaria.

Quando i bisogni spirituali sono soddisfatti, istruiscono l'uomo a trascinare in armonia con loro anche la soddisfazione degli altri bisogni, in modo che né ciò che soddisfa l'anima né ciò che soddisfa il corpo contraddica la vita spirituale, bensì la aiuti; e in tal modo in un uomo giunge una piena armonia di tutti i movimenti e rivelazioni della sua vita, un'armonia di pensieri, sentimenti, desideri, imprese, relazioni, piaceri. E questo è il paradiso!

* * *

Lettere

padre Seraphim con i suoi figli spirituali, padre Alexey Young e Seraphim Nichols

Saperla più lunga di chiunque altro

Se padre N. e i suoi seguaci non cambieranno alcuni atteggiamenti nei giorni a venire, inevitabilmente seguiranno la strada di tutti i "pazzi convertiti" – più ortodossi in apparenza di molti che finora sono andati fuori strada, ma comunque "pazzi" – e con questo voglio dire: non fidarsi di nessuno se non di se stessi, "saperla più lunga" di tutti gli altri, perdere il contatto con tutta la Chiesa e la sua tradizione universale. È molto meglio che padre N. abbia qualche shock e sussulto adesso, anche per cose apparentemente insignificanti o esagerate, piuttosto che prosegua serenamente la sua strada finché sopraggiunge un vero grande shock che lo trova impreparato e non messo alla prova... Lettere, 1/14 dicembre 1975. [1]

La "giustizia" non è la cosa più importante

Attenzione. Non importa quanto possiate essere "giusti" su vari punti, dovete anche essere diplomatici. La prima e più importante cosa non è affatto la "giustizia", ma l'amore cristiano e l'armonia. La maggior parte dei "convertiti pazzi" hanno avuto "ragione" nelle critiche che hanno portato alla loro caduta; ma mancavano dell'amore e della carità cristiani e così sono precipitati, alienando inutilmente le persone intorno a loro e trovandosi finalmente da soli nella loro rettitudine e ipocrisia. Non seguiteli! Lettere, 5/18 giugno 1979. [2]

Solo con la sofferenza

D. ha ragione: non farti prendere troppo dalle "fantasie". Ma non schiacciarle nemmeno del tutto: senza sogni, non possiamo vivere!...

Possa Dio concederti di continuare con tanta freschezza verso l'Ortodossia come ti sei sentito leggendo le Omelie di san Simeone! Sappi però che ciò sarà possibile solo con le sofferenze; tutto ciò di cui hai bisogno per approfondire la tua fede arriverà con la sofferenza, se l'accetti con umiltà e sottomissione alla volontà di Dio. Non è troppo difficile essere "esaltati" dalla ricchezza e dalla profondità della nostra fede ortodossa; ma temperare quest'esaltazione con l'umiltà e la sobrietà (che derivano dalla giusta accettazione delle sofferenze) non è cosa facile. In così tanti dei nostri ortodossi di oggi (soprattutto convertiti) si può vedere una cosa spaventosa: parlano tanto delle verità esaltate e delle esperienze della vera Ortodossia, ma le mescolano con orgoglio e senso della propria importanza per essere "consci" di qualcosa che la maggior parte delle persone non vede (da questo deriva anche la critica contro la quale sei già stato messo in guardia). Possa Dio mantenere il tuo cuore tenero e pieno di amore per Cristo e il tuo prossimo... Verrà "naturalmente", come tutte le cose nella vita spirituale, con tempo, pazienza, sofferenza e una migliore conoscenza di te stesso. —Lettere di padre Seraphim Rose (25 maggio 1979).

In effetti, come tutti noi dobbiamo imparare e reimparare, le nostre pretese e idee devono essere messe alla prova dalla realtà e forgiate nella sofferenza. — Lettere di padre Seraphim Rose (20 gennaio 1975)

Devi imparare a soffrire e sopportare, ma non vedere questo come qualcosa di "infinito e tetro", qui ti sbagli: Dio manda molte consolazioni, e tu le sperimenterai di nuovo. Devi imparare a trovare la gioia in mezzo a dosi crescenti di dolore; così puoi salvare la tua anima e aiutare gli altri. — Lettere di Padre Seraphim Rose (21 ottobre 1975).

Sii sensibile agli altri intorno a te

Su di te come persona, ovviamente, non posso dare una risposta definitiva. So però che nella vita spirituale spesso è proprio in condizioni apparentemente "impossibili" che si comincia davvero a crescere; poi bisogna diventare più sensibili, pensare meno a fare la propria volontà e chiedersi qual è la volontà di Dio, imparare a vedere un po' più in profondità la realtà che ci circonda, e tutto questo attraverso la sofferenza, sia propria che degli altri. — Lettere di Padre Seraphim Rose (4 aprile 1978).

Sii paziente e resisti

Comprendiamo molto bene la tua situazione come la descrivi nella tua lettera. Certo, quello che dici è "corretto" per quanto ti riguarda. Ma ti stai permettendo di fare un errore fondamentale: ti stai rendendo giudice del tuo stato spirituale. Nel tuo attuale stato di conoscenza ed esperienza, non sei in grado di vedere se hai bisogno di un'aspirina o di un'operazione, quindi cerca di umiliarti un po', fino a renderti conto che non sai cosa sia meglio per te!

La tua risposta, se posso essere così audace da dirtelo, è di essere paziente, sopportando con buona speranza tutte le tentazioni che ti vengono incontro e trattenendoti dal giudicare tu stesso se hai bisogno di un'aspirina o di un'operazione, finché non avrai acquisito più conoscenza ed esperienza... Sei troppo giovane nell'Ortodossia per valutare la tua crescita spirituale, questo è in realtà un segno del tuo orgoglio. Sii paziente, sopporta, osserva, impara e quando verrà il momento ci saranno modi per testare la tua vera crescita spirituale...

La sensazione di vuoto, vanità mondana, impotenza contro le tentazioni passerà; ma dovresti accettare tutto questo ora come tua croce, lottando secondo le tue forze, e non essendo così orgoglioso da pensare che dovresti essere al di sopra di loro. — Lettere di padre Seraphim Rose (22 giugno 1976).

Finisci la tua formazione

La vita universitaria ti darà senza dubbio molte tentazioni. Ma ricorda che l'apprendimento in sé è utile e può essere utilizzato in seguito in modo cristiano. Cerca di evitare le attività oziose e le tentazioni che incontrerai che non hanno alcuno scopo utile, in modo che anche in un'atmosfera empia tu possa "riscattare il tempo", come dice l'apostolo Paolo, e sfruttare al massimo le opportunità che ti vengono date per imparare. — Lettere di Padre Seraphim Rose (5 settembre 1972).

Forse non sai “cosa accadrà poi”?… Prendi prima la laurea, e poi affidati a Dio perché ti apra la strada. La situazione politico-economica negli USA, come evidentemente ovunque in Occidente, si sta rapidamente deteriorando. Peggio ancora, la situazione ecclesiastica sta diventando molto brutta (la tua situazione non è unica!)...

Non possiamo vedere il futuro, ma sappi questo, che se ami Dio e la Sua Chiesa ortodossa e il tuo prossimo, Dio può agire attraverso di te e lo farà. — Lettere di Padre Seraphim Rose (7 luglio 1974).

Preparazione al battesimo

Mentre ti prepari al battesimo, vorrei darii alcuni consigli:

1. Non permettere a te stesso di rimanere bloccato sull'aspetto esteriore dell'Ortodossia, che si tratti delle splendide funzioni della Chiesa (la "Chiesa alta" a cui eri attratto da bambino), della disciplina esteriore (digiuni, proserntrazioni, ecc.), essere “corretti” secondo i canoni, ecc. Tutte queste cose sono buone e utili, ma se le si sopravvaluti, finirai nei guai e nelle prove. Stai venendo nell'Ortodossia per ricevere Cristo, e questo non dovresti mai dimenticarlo.

2. Non avere un atteggiamento ipercritico. Con questo non intendo rinunciare all'intelletto e al discernimento, ma piuttosto metterli sotto l'obbedienza di un cuore credente ("cuore" non significa semplice "sentimento", ma qualcosa di molto più profondo: l'organo che conosce Dio). Alcuni convertiti, purtroppo, pensano di essere molto "intelligenti" e usano l'Ortodossia come mezzo per sentirsi superiori ai non ortodossi e talvolta anche agli ortodossi di altre giurisdizioni. La teologia ortodossa, ovviamente, è molto più profonda e ha molto più senso delle teologie errate dell'Occidente moderno, ma il nostro atteggiamento di base nei suoi confronti deve essere di umiltà e non di orgoglio. I convertiti che si vantano di "saperla più lunga" dei cattolici e dei protestanti spesso finiscono per "saperla più lunga" del proprio parroco, del vescovo e infine dei Padri e di tutta la Chiesa!

3. Ricorda che la tua sopravvivenza come cristiano ortodosso dipenderà molto dal tuo contatto con la tradizione vivente dell'Ortodossia. Questo è qualcosa che non troverai nei libri e non può essere definito per te. Se il tuo atteggiamento è umile e senza ipercritiche, se metti Cristo al primo posto nel tuo cuore e cerchi di condurre una vita normale secondo la disciplina e la pratica ortodossa, otterrai questo contatto. Ahimè, la maggior parte delle giurisdizioni ortodosse oggi … stanno perdendo questo contatto per semplice mondanità. Ma c'è anche una tentazione sul “lato destro” che deriva dalla stessa ipercritica che ho appena citato. La Chiesa tradizionalista (vecchio calendario) in Grecia oggi è nel caos a causa di questo. Lettere di padre Seraphim Rose (3 maggio 1979)

Ai nostri tempi è data una vita spirituale più umile

Ai nostri tempi è dato un tipo di vita spirituale più umile, che il vescovo Ignatij Brianchaninov nel suo eccellente libro L'arena chiama "vita secondo il consiglio", cioè la vita secondo i comandamenti di Dio come appresi nella Sacra Scrittura e nei santi Padri, con l'aiuto di chi è più anziano e più esperto. Uno "starets" può dare comandi; ma un "consigliere" dà consigli, che dovete verificare nell'esperienza. — Lettere di padre Seraphim Rose (23 agosto 1976).

Il diavolo inizia il suo lavoro con i nuovi convertiti

Il diavolo ha iniziato la sua opera contro di noi. Una signora russa è venuta stamattina a guardarci e a raccontarci delle voci su di noi nella colonia russa: che siamo comunisti con un negozio pieno di libri sovietici; che siamo diplomatici sovietici che usano il negozio come una sorta di facciata; che siamo convertiti americani (!); ecc. Quando ha scoperto che io non ero russo, ne è stata così affascinata che non ci ha più fatto caso, e ha persino comprato uova pasquali, icone e cartoncini per un valore di dieci dollari. Lettere, 26 marzo/8 aprile 1965. [3]

Note

[1] https://proza.ru/2016/10/04/1512

[2] Ibidem.

[3] Ibidem.

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