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  Argyris Mitsis: "sono morto e sono andato all'inferno ma Cristo mi ha rimandato indietro"

Orthochristian.com, 12 aprile 2021

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Offriamo ai nostri lettori la sincera storia di un nostro contemporaneo che ha vissuto una morte clinica e si è trovato all'inferno.

Buon giorno! Il mio nome è Argyris Mitsis. Vengo da Megali Vrisi del distretto di Kilkis, in Grecia. Voglio condividere con voi quello che mi è successo dopo la mia morte clinica. Mi sono consultato con l'anziano Kirillos, il mio padre spirituale, e lui ha suggerito di raccontare questa storia ad altre persone. È molto probabile che alcuni di voi rideranno di me. Ma anche se almeno uno su cento mi credesse, andrebbe bene: forse si salverà solo un'anima. È stato abbastanza difficile decidere di parlare pubblicamente, ma sono disposto ad assumermi la responsabilità delle mie parole. Se qualcuno di voi dubita e insiste sul fatto che io "esagero", posso mostrare i miei documenti di dimissione dall'ospedale per dimostrare che avete torto.

Prima vivevo una vita empia. Facevo i turni di notte in un bar, imprecavo senza sosta e bestemmiavo il Signore e la Madre di Dio. Non c'era niente che ritenessi sacro.

Un giorno ho avuto un attacco di cuore e sono finito all'ospedale Papageorgiou. Ho un amico che lavora lì, il dottor Moskaros Lambros, capo del dipartimento di dinamica circolatoria. Abbiamo deciso di fare un'angiografia coronarica per avere un'idea di cosa mi stesse succedendo.

Anche lì, in ospedale, ho continuato a imprecare e bestemmiare il Signore Gesù Cristo e la Madre di Dio. È orribile anche solo pensare alle cose che stavo dicendo in quel momento! Quando i medici hanno ricevuto i risultati del mio test, hanno deciso di fare un intervento chirurgico con palloncino e di posizionare uno stent.

Sono stato operato in anestesia locale. Hanno iniettato l'anestesia epidurale e non ho sentito alcun dolore. Le mie gambe sono diventate insensibili e a un certo punto sono svenuto.

Mi sono ritrovato in un posto completamente diverso, avvolto nell'oscurità più totale. Altre anime mi circondavano chiedendo aiuto e implorando pietà. Il posto era pieno di un odore orribile. Qualcuno mi ha colpito duramente; mi sentivo come se il mio braccio destro si fosse gravemente ustionato.

Per darvi almeno un'idea di quello che stavo passando, immaginate di essere rinchiusi in una stanza buia come la pece. Qualcuno vi preme sulla bocca e sulle narici in modo che voi non possiate respirare. Tutto quello che potete sentire in giro sono pianti e gemiti. Si sentono voci che chiedono misericordia, salvezza, liberazione. In quel momento ho capito che ero finito all'inferno. Ero ancora il mio vecchio me stesso, come prima, ma senza un corpo: senza mani, senza piedi... Ho abbassato la testa per vedere che aspetto avevo ma non ho visto niente. A un certo punto, davanti a me sono apparsi degli occhi di un rosso brillante. Mi fissavano. Poi, ho sentito una voce potente e forte: "Finalmente sei qui, ti stavo aspettando. Sono..." Ha detto il suo nome. Non voglio pronunciare quel nome satanico. Poi, ha iniziato a picchiarmi forte, bruciandomi il braccio destro con il fuoco. Il dolore era straziante. Mi ha afferrato il collo cercando di soffocarmi. Ho vissuto così tanti tormenti che, se avessi scritto tutto sull'argomento e voi lo aveste letto, avreste supplicato il Signore in ginocchio tutto il giorno e la notte di avere misericordia di voi. Non sto entrando troppo nei dettagli, o la mia storia richiederebbe troppo tempo. Inoltre, la maggior parte del mio tormento aveva a che fare con i miei peccati precedenti che posso condividere solo alla confessione.

Poiché ero così terribilmente tormentato, sono caduto nella disperazione e, per la prima volta in 48 anni, mi sono appellato a Dio in preghiera. Ho gridato: "Signore, aiutami! Ho fiducia in te! Portami via da qui!"

È stato allora che ho visto una luce proveniente dall'alto. La luce si stava muovendo verso di me.

La speranza è sorta di nuovo nella mia anima e il mio spirito si è rafforzato. L'oscurità intorno a me si è schiarita e ho visto un giovane in piedi di fronte a me, con i capelli lucenti, una barba morbida e gli occhi verdi. Ha messo la sua mano sulla mia testa e ha detto: "Non aver paura, sono qui".

Dopo di che, ho aperto gli occhi e mi sono visto di nuovo in sala operatoria. La mia faccia era coperta da un lenzuolo. Tre minuti prima, il mio cuore aveva smesso di battere e i dottori stavano discutendo su come informare mia moglie della mia morte. Ho tolto il lenzuolo dalla mia faccia e ho detto: "Dove andate, ragazzi? Sono vivo, sono qui!" Il mio chirurgo Kostas e Georgios, il suo assistente, si sono precipitati da me e, senza dire una parola, mi hanno fatto un'iniezione e hanno proceduto con l'intervento. Non potevano credere ai loro occhi. Più tardi, sono stato trasferito in un'unità di terapia intensiva... Quando un medico mi ha visitato lì, ha detto: "Capisce che ha subito una morte clinica?" Ho risposto: "Non so se fossi morto ma sono sicuro di essere andato da qualche parte".

Quando l'anestesia è terminata, ho sentito un forte dolore al braccio destro e alla gamba destra. Era un dolore lancinante. Un'infermiera è venuta a darmi da mangiare. Mi ha guardato il braccio e mi ha chiesto: "Quando è riuscito a farsi questo?"

Ho girato la testa e ho visto che il mio braccio aveva un'ustione a forma di corona sormontata da tre sei. Tre sei che avevo ricevuto lì, all'inferno.

Il mio medico mi conosce da molto tempo ed era ben consapevole dei molti peccati che ho commesso durante la mia vita, ma non sono mai stato coinvolto in culti satanici o cose del genere. Ha detto che non aveva idea di dove mi fosse venuta questa bruciatura. Era un ateo a pieno titolo, tutto ciò in cui credeva era la sua scienza.

Sono stato dimesso dall'ospedale il quarto giorno. Non riuscivo a sollevare la mano che era ancora maleodorante. L'ustione con tre sei faceva molto male. Non credo che avrei potuto riceverla da nessun'altra parte se non all'inferno.

All'epoca conoscevo un uomo di nome Dimitri, un devoto cristiano. Che il Signore lo benedica per essersi offerto di accompagnarmi al monastero! All'inizio non volevo andarci: "È così stupido! A cosa serve?" Allora la mia fede era ancora troppo debole.

Sì, ho dimenticato di menzionare qualcosa. Mentre ero ancora nella mia stanza d'ospedale, c'era un'icona sul muro di fronte al mio letto e il santo raffigurato su di essa mi guardava dritto negli occhi. Ho sempre sentito che mi guardava dritto negli occhi. Ho chiesto all'infermiera di togliere l'icona dal muro e di avvicinarla. L'ha tolta dal muro e me l'ha mostrata. Era san Paissio l'Athonita .

Quando sono uscito dall'ospedale, Dimitri mi ha portato al monastero (non ho intenzione di dirvi quale). L'anziano ha ascoltato la mia storia e poi ho fatto una confessione, la prima in assoluto nella mia vita.

Devo dire che, non appena sono entrato nel monastero, ero completamente preso dalla rabbia. Ero pronto a picchiare i monaci; ero come impazzito. Per tre giorni e tre notti, i padri e i fratelli del monastero hanno tenuto una veglia di preghiera per me. Sono stati molto buoni per tutto il tempo che sono stato con loro e con l'aiuto di Dio siamo sopravvissuti a quei giorni orribili. Ogni notte, il diavolo veniva da loro: continuava a bussare e picchiare alle porte, e ruggiva con un ringhio infernale: "Dov'è il mio Argyris? Datemelo, è mio!"

Ma l'anziano era pronto per la battaglia. Ha detto: "O tu starai meglio o io morirò con te". Era veramente un uomo santo, virtuoso al massimo grado, e non avrei mai parlato di lui in pubblico se non fosse stato vero.

Argyris Mitsis

Il terzo giorno, mi sono svegliato e mi sono reso conto che il segno con i sei marchiato sul braccio all'inferno era quasi completamente scomparso. Tuttavia rimaneva un odore sgradevole e non riuscivo ancora ad alzare troppo la mano. Dimitri è venuto a farmi visita e gli ho chiesto un favore: portami a Souroti, alla tomba di san Paissio l'Athonita. Il mio secondo miracolo è avvenuto lì e non ho alcuna spiegazione per questo.

Dimitri mi ha portato a Souroti e ho visto molte persone in piedi accanto alla tomba di san Paissio, più simili a una grande folla. Una piccola casa era lì vicino e c'erano alcune monache con la loro badessa. Quest'ultima mi ha chiesto di avvicinarmi:

"Vieni qui!"

"Dice a me?"

"Sì", ha risposto. "Sei Argyris?"

"Come fa a sapere il mio nome?"

Per un momento ho pensato che forse Dimitri le avesse parlato di me, ma quando avrebbe avuto il tempo di farlo? Proprio in quel momento la gerondissa ha detto:

"Il santo ci ha detto che stavi arrivando. Seguimi."

Mi ha portato alla sua tomba e disse: "Prega sulla tomba di tuo padre". Mi sono chinato e ho baciato la croce. Quando ero pronto a lasciare la tomba, la badessa mi ha fermato di nuovo. Mi ha concesso il massimo onore portandomi nella cella dove il santo si è addormentato nel Signore; c'era anche il suo sgabello. "Vorrei che sapesse quanto gi voglio bene!", ho detto alla gerondissa. A questo, lei ha risposto: "Lo incontrerai".

Da allora, la mia vita è cambiata molto. Vivo male ma Cristo dimora nella mia casa e san Paissio è sempre con me. Forse è solo un santo per chiunque altro, ma per me è come mio padre. Da quando ho sentito la sua presenza nella mia vita, ho trovato una nuova vita. Mi guida e mi offre consigli.

Sei mesi dopo, ho avuto un altro attacco di cuore. Un'ambulanza mi ha portato all'ospedale e alla stessa unità cardiaca. Il dottore ha detto: “Devo fare un intervento chirurgico d'urgenza a cuore aperto, o te ne andrai tra un paio di giorni. Se non facciamo nulla, è sicuramente la morte; ma se facciamo l'operazione, c'è una probabilità del dieci per cento che tu sopravviva. Sei davvero in pessime condizioni".

Gli ho chiesto di darmi dieci minuti per pensarci. Quando sono rimasto solo, ho guardato l'icona del santo che avevo con me e mi ha dato forza. Era come se qualcuno mi sussurrasse dolcemente all'orecchio: "Va' e non temere nulla". Quindi, ho chiamato il mio medico:

"Georgios, andiamo in sala operatoria. Non lo farai da solo."

"Cosa vuoi dire, Argyris?"

"La tua mano sarà guidata da qualcun altro."

Sono andato al tavolo operatorio con una probabilità di sopravvivenza del dieci per cento. L'intervento è durato tredici ore. In seguito, sono stato trasferito in terapia intensiva. Quando mi sono svegliato, non riuscivo a respirare da solo. Il dottore e l'infermiera si sono precipitati al mio letto e mi hanno intubato con l'ossigeno. Il dottore ha detto: “Le notizie non sono buone. Qualcosa è andato storto e l'operazione non è andata come avremmo voluto. Ti terremo qui per tre o quattro giorni e poi rimarrai in un altro reparto, attaccato alle macchine di supporto vitale per dieci giorni".

È allora che ho visto un altro miracolo: la mia prima visione in assoluto di un santo. Ero sdraiato lì a guardare il soffitto e improvvisamente ho sentito come l'aria nella mia stanza fosse piena di profumo. Poi ho visto san Paissio. Ha detto: "Alzati, pigro, basta andare in giro! Va tutto bene con te. Alzati e lascia il posto a un altro paziente".

Posso presentare i miei moduli di congedo medico come prova che in due giorni sono stato scollegato da ogni supporto vitale e ho mosso i primi passi. Il mio chirurgo può confermare la stessa cosa. Il secondo giorno, quando è venuto a trovarmi, mi sono sentito benissimo come se non avessi mai subito un intervento chirurgico a cuore aperto. Il dottore si è avvicinato al mio letto, ha guardato l'icona che stava accanto al letto e poi ha detto: "È questo il padre di cui parlavi?" Ora, ricordate questo: era un ateo, in tutto e per tutto. Si è inginocchiato, si è fatto il segno della croce e ha venerato l'icona. Non dimenticherò mai questo momento. L'ho guardato pensando che restava da vedere chi di noi due aveva tratto maggior beneficio dal miracolo a cui aveviamo appena assistito...

È successo tutto di sabato. Il giorno successivo, domenica, un anziano monaco è entrato nella stanza per visitare un altro paziente. Chiunque rimanesse nella nostra stanza guariva e lasciava rapidamente l'ospedale perché il santo era lì. Il monaco mi ha guardato e ha chiesto:

"Cosa c'è che non va in te, figlio mio?"

"Ho subito un intervento a cuore aperto".

"Tutti qui ricevono visitatori tranne te; non hai nessuno che ti venga a trovare? Sei orfano?"

"Sì. Non ho né padre né madre."

Ecco cosa mi ha detto in risposta:

"Figlio mio, la santissima Madre di Dio è tua madre, e gli angeli vegliano al tuo capezzale. Ti proteggono."

Sono stato dimesso dall'ospedale e tenuto in vita come prima. Non so cosa penserete della mia storia. In seguito mi è stato diagnosticato un cancro alla gola, ma fino a oggi non ho mai chiesto al santo di guarirmi. Ogni giorno, passo del tempo in preghiera per il mondo intero, e anche... non lo so, forse è troppo audace ma prego il Signore che, quando sarà il mio momento di lasciare questa vita, san Paissio l'Athonita venga da me. Prego che mi prenda per mano e che partiamo insieme...

È impossibile nominare tutti i miracoli che mi sono accaduti da quando l'ho trovato nella mia vita. Una volta, ho toccato accidentalmente un filo elettrico esposto con la mia mano e di nuovo san Paissio mi ha salvato. Non riesco nemmeno a descrivere quanto sia cambiata la mia vita da quando questo santo vi è entrato.

Ovviamente amo il nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo più di ogni altra cosa al mondo. Il mio padre confessore, l'anziano Kirillos, una volta mi ha detto: "Argyris, il Signore ti ha veramente benedetto! Io vivo in monastero sin da quando ero ragazzo, ma il Signore non mi ha mai ritenuto degno di fare un'esperienza così preziosa. Con ogni probabilità, quel giovane, che ti ha salvato dall'inferno, era Cristo stesso. Ti ha dato un'altra possibilità e ha prolungato i tuoi giorni sulla terra in modo che tu potessi pentirti dei tuoi peccati per stare davanti al Signore con un cuore purificato".

So che il mio racconto può sembrarvi una storiella, ma, con onestà di fronte a Dio, vi ho detto la verità. Ho davvero vissuto tutto questo. Ho commesso tutti i tipi di peccati nella mia vita e Dio è l'unica ragione per cui sono ancora vivo.

Un tempo i testimoni di Geova mi hanno offerto soldi per risolvere le mie difficoltà finanziarie, ma ho rifiutato la loro offerta. Cristo, e solo lui, abiterà nella mia casa.

Ho condiviso la mia storia senza entrare in altri dettagli, che vi logorerebbero con la loro lunghezza. Le porte di casa mia sono sempre aperte per chi ne vuole parlare. La linea di fondo è: non so per quanto tempo vivrò o per quanto tempo il mio cuore continuerà a battere. Ovviamente a un certo punto morirò. Quello che avevo incontrato all'inferno mi perseguita ancora come un incubo. A volte salto giù dal letto terrorizzato nel cuore della notte. Quei suoni risuonano ancora nella parte posteriore della mia mente. Non ho paura della morte ma ho il terrore di tornare all'inferno. Dio non voglia che ci finisca di nuovo! Signore, abbi misericordia e salvaci!

In conclusione, vorrei aggiungere qualcosa che mia moglie non ama sentire. Ebbene, certamente, devo affrontare sofferenze e dolori qui sulla terra, ma come diceva il mio amato san Paissio l'Athonita: "La terra sarà il nostro rimedio contro tutte le nostre afflizioni". Grazie per la vostra attenzione!

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