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  Sacerdote Viktor Parandjuk: "Gli scismatici commettono un errore catastrofico"

di Marina Bogdanova

Unione dei giornalisti ortodossi, 27 febbraio 2019

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il sacerdote Viktor Parandjuk

Quando un pilota da combattimento, il tenente colonnello Viktor Parandjuk, è stato ordinato sacerdote, non poteva pensare che 10 anni più tardi i suoi parrocchiani sarebbero stati scacciati dalla loro chiesa come nemici del popolo

Sì, la chiesa del santo principe Aleksandr Nevskij presso la scuola del Dipartimento di polizia di Vinnitsa non c'è più. Ma la comunità ecclesiastica e il sacerdote sono rimasti fedeli alla Chiesa ortodossa ucraina e a sua Beatitudine il metropolita Onufrij.

"Speriamo di ottenere le nostre mura"

Qual è ora la situazione della vostra comunità ecclesiale?

Alla vigilia di Natale, sulla base della legge dell'Ucraina n. 5309 p. 5, e a causa della riluttanza della nostra comunità a trasferirsi alla "Chiesa ortodossa dell'Ucvraina", l'amministrazione della scuola ci ha cacciati dai locali della chiesa. Siamo sfrattati con i nostri averi in nessun posto. Ma tutti i parrocchiani regolari della nostra chiesa sono rimasti fedeli alla Chiesa ortodossa ucraina. Avevamo una chiesa piccola, con 50-60 persone alla liturgia domenicale, senza contare i bambini. Ora stiamo cercando di restare insieme, di riunirci di tanto in tanto, di discutere questioni e piani urgenti per il prossimo futuro.

È molto amaro e doloroso per tutti. Ma viviamo nella speranza che, con l'aiuto di Dio, in qualche modo tutto sarà sistemato, e stiamo cercando un luogo temporaneo per il culto. Era già stato trovato, affittato e convertito un piccolo locale di due stanze. Ma poi sono arrivati i corrispondenti del locale "Canale 33", che sistematicamente mi gettano fango addosso dal momento della mia reazione pubblica alle azioni dell'ex metropolita Simeon, entrato in scisma. Hanno sollevato un polverone e hanno ingannato tutti i vicini, dicendo che "il pope di Mosca vuole fare una parrocchia sotterranea". Quindi anche in questo rifugio temporaneo non possiamo servire Dio.

Stiamo cercando un terreno per costruire una chiesa, e ce ne è stato mostrato uno vicino alla nostra chiesa precedente. L'edificio su quel terreno è perfetto per essere riadattato a chiesa. Ma per questa proprietà, gli attuali proprietari chiedono 55 mila dollari, che per la nostra parrocchia è una somma da fantascienza.

padre Viktor Parandjuk con i parrocchiani

I nostri parrocchiani, per la maggior parte, sono pensionati; ci sono anche abbastanza giovani, ci sono molti bambini, ma con i ricchi uomini d' affari la nostra parrocchia in qualche modo non ha funzionato. Pertanto, stiamo cercando di trovare un investitore che ci aiuti a comprare questa terra.

Nel frattempo, organizziamo il trasporto e portiamo una parte dei parrocchiani che vivono vicino alla nostra ex chiesa, ai servizi in un altro distretto della città, alka chiesa del santo ieromartire Vladimir, dove temporaneamente servo come quarto prete. E quei parrocchiani che vivono in altre parti della città o vanno là o vanno nelle chiese più vicine alle loro case. Cerchiamo di stare insieme, continuiamo a comunicare, abbiamo creato un gruppo Internet e speriamo davvero di ottenere le nostre mura.

Cosa c'è ora al posto della chiesa di sant'Aleksandr Nevskij?

Per quanto ne so, ora stanno attrezzando la chiesa solo per ufficiali di polizia e cadetti. È chiaro che questo sarà un luogo di culto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" o, come nel castello di Mukachevo, una sorta di chiesa multi-confessionale, un tempio di tutte le denominazioni. Ma non vedo il punto nel creare una chiesa così chiusa "solo per loro". La nostra chiesa era aperta a tutti: al personale scolastico, agli studenti e agli abitanti della zona. E per tutti questi anni, tra gli agenti di polizia non si è visto alcun entusiasmo speciale nel visitare la chiesa – solo alcuni di loro hanno partecipato alle funzioni di tanto in tanto.

la chiesa di sant'Aleksandr Nevskij sul territorio della scuola di polizia di Vinnitsa, da cui è stata espulsa la comunità

"Vogliono renderci estranei sulla nostra terra"

Come percepisce ciò che sta accadendo intorno alla Chiesa ortodossa ucraina?

Con afflizione e dolore nel mio cuore, guardo tutto questo, ma capisco che, a giudicare da tutto, questa è Provvidenza divina. Il Signore, per così dire, ci ha fatto visita per "rimuovere la polvere dai tappeti". Penso che siamo molto "maturi" per una tale "pulizia generale". La prosperità ci ha rilassati e abbiamo iniziato a cadere in rovina. E questo vale per tutti i cristiani, non solo per i sacerdoti. Vediamo quale onda di informazione su larga scala è stata ora sollevata per renderci estranei sulla nostra terra tra i nostri compatrioti. Chi l'ha preparata, ha seminato diligentemente l'inimicizia tra i due popoli fratelli – russi e ucraini, rendendoci estranei l'un l'altro. E ora fanno della Chiesa ortodossa ucraina canonica un'entità aliena al nostro popolo.

La lotta non è contro quelle persone che si considerano formalmente credenti e dicono di avere Dio nelle loro anime, ma contro la gente di chiesa che riempie il luoghi di culto della Chiesa ortodossa ucraina. Si sta conducendo una guerra contro la Chiesa – e questo è ovvio teomachismo. Anche se è coperto da espressioni furbe e da slogan.

Il nostro patriottismo è un concetto che, purtroppo, viene costantemente manipolato. Erano patrioti quelli che fuggivano nell'ondata della "emigrazione bianca" all'inizio del secolo scorso? Sono sicuro che per lo più lo erano. Ma erano in esilio. E quelli che marcivano nelle segrete dei GULAG? Molti di loro erano le migliori persone della loro patria, ma sotto quel regime erano considerati nemici del popolo e detenuti nelle prigioni e nei campi.

Il patriottismo è l'amore per la tua patria. E non significa amore per qualche sistema politico o qualche cerchia di persone che sono salite al potere.

Il patriottismo è l'amore per la storia della Patria, la sua cultura, la sua letteratura e la fede della sua gente. E un tale amore per la storia, per esempio, non dovrebbe essere selettivo: accettare ciò che ci piace, e ciò che non ci piace nasconderlo lontano. Il patriottismo è la capacità di accettare l'intera storia della Patria, analizzare, imparare dagli errori e trarre conclusioni. E quello che oggi è definito patriottismo nel nostro paese è uno strumento politico fortemente mescolato con il nazionalismo e la xenofobia, spinto da mani malvagie unicamente per raggiungere i propri obiettivi. Se stai al passo dell'attuale governo – sei un patriota, se sei fuori passo – allora sei un nemico del popolo.

Sono stato messo su Mirotvorets il 7 gennaio, proprio a Natale. Il giorno prima siamo stati sfrattati dalla chiesa e ho pubblicato informazioni su questo nei social network. Nei media c'è stata una tale ondata di menzogne ​​e di porcate, non ho paura di usare questa parola, dopo di che mi è stato detto che vi ero stato incluso. Hanno cercato di farne il sito dei nemici del popolo, e ci sono persone degne, tra cui anche il nostro beatissimo metropolita Onufrij: è un onore per me essere con loro. Tu guardi e pensi: come potrebbero i nostri compatrioti scendere a creare una lista di nemici da persone degne che la pensano diversamente, ma amano la loro patria non meno di loro? Secondo me, questa è follia, rianimata dalle più oscure profondità della storia umana. E questa pazzia osano chiamarla patriottismo.

"Stanno cercando un modo conveniente di vivere."

Come percepisce i sacerdoti e i laici che sono entrati nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e secondo lei, perché l'hanno fatto?

Non ho odio o aggressività nei confronti di quelli che hanno aderito alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Li guardo come persone che commettono un errore catastrofico nelle loro vite. Vedo il loro passaggio con pazienza e riflessione, cercando di capire cosa abbia potuto spingerli a farlo. E sottolineo diversi aspetti. Una piccolissima percentuale di coloro che sono passati lì lo ha fatto per un'idea nazionale. Non ci sono così tante persone del genere, perché i sostenitori della chiesa nazionale stavano già fin da prima sotto lo stendardo dello scismatico Filaret Denisenko. Là, Cristo è completamente coperto dall'idea ucraina. La maggior parte dei sacerdoti che sono passati sono persone servili, che si sforzano di essere rilevanti, di soddisfare se stessi e la gente, piuttosto che di servire Cristo e la Chiesa. Inoltre, hanno paura di lasciare la loro area di conforto, stanno cercando un modo conveniente di vivere.

E i laici che ci sono andati appartengono alla categoria dei consumatori cristiani che si sono sviluppati nei tempi moderni, che frequentano la chiesa non in cerca di Dio, ma per soddisfare i loro bisogni spirituali. E questi bisogni, ahimè, sono al livello di "mettere una candela, lasciare un memoriale", chiedere al Signore qualcosa, specialmente a pagamento. E questo è tutto! E oggi, dal punto di vista di un attacco su vasta scala alla Chiesa, dai vertici alle periferie, quando dicono che siamo la "chiesa di Putin", nemici e non patrioti, queste persone hanno trovato un compromesso per se stessi: "Che differenza fa? Andremo alla nuova chiesa e tanto allo stesso modo mettiamo le candele e facciamo benedire le uova". Sfortunatamente, queste persone non capiscono l'essenza della situazione – sono molto superficiali.

Per i sacerdoti che sono andati in scisma, la loro vigliaccheria e sottomissione non hanno giocato un ruolo marginale. Da qualche parte si vede codardia e persino paura di perdere "un pezzo di pane".

Questo è particolarmente vero nei villaggi. Il prete e la sua famiglia in un villaggio vivono spesso non in casa loro, ma nella casa della chiesa, e quando il villaggio si agita a causa di tutta questa propaganda, hanno una scelta: o andare a stare in case di loro proprietà, dove tutto sarà calmo, o spostarsi verso il nulla. E i bambini che vanno a scuola o all'asilo – dove andranno? E non ci sono soldi per vivere. Non arriva niente. Così batjushka ha una scelta: o per Cristo o per "un pezzo di pane".

padre Viktor Parandjuk con i piccoli parrocchiani

"Sarà fatto un colpo per atterrarci"

E niondimeno, la maggior parte dei sacerdoti di villaggio resiste..."

E grazie a Dio per questo! Ma temo che ciò avvenga per ora, al momento. Ce ne saranno altri! Mi sembra che tutto ciò che sta accadendo ora sia la creazione di un certo "quadro" prima che sia sferrato il colpo principale alla nostra Chiesa. Una sorta di "colpo per atterrarci". E penso che sarà in campo legale. Sebbene i nostri avvocati ecclesiastici facciano affidamento sulla Corte di giustizia europea, sulla protezione dei diritti umani, sul buon senso e sulla legalità, vediamo come tutto ciò offusca la nuova struttura.

Molto probabilmente, il prossimo passo sarà l'eliminazione della nostra Chiesa ortodossa ucraina in campo giuridico. Non per niente cercano di appropriarsi con tanta diligenza della sigla della Chiesa ortodossa ucraina!

E poi proveranno a portare via tutte le nostre proprietà, perché siamo organizzazioni senza scopo di lucro. E diranno ai sacerdoti: "Se vuoi rimanere nella tua parrocchia, vieni da noi. E non sarà necessario necessario cambiare nulla – rimarrai anche nella Chiesa ortodossa ucraina secondo i documenti". E infatti tradurranno automaticamente così l'arrivo nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". E noi dovremo raccogliere i due terzi della comunità per uscire dallo scisma e registrarci nuovamente. Ma chi tra i potenti ce lo permetterà! E come si comporteranno allora i nostri sacerdoti non si sa. Ora siamo tutti in maggioranza e c'è speranza. Cosa succederà dopo – lo vedremo.

Una persona deve avere un sistema di valori, e questo sistema ce lo dà il Signore

Ma i preti hanno un'istruzione teologica, molti si sono laureati in accademie teologiche o all'Università di san Tikhon. Comprendono che stanno scegliendo tra Cristo e la "zona di conforto"?

La moltitudine delle conoscenze non ci avvicina a Dio. Ora anche dai canoni ecclesiastici, come da un mazzo di carte da gioco, si tira fuori ciò che è necessario. Il problema qui non è nell'istruzione. L'anima umana è così strutturata che una persona creandosi una corteccia giustifica e convince la correttezza della sua scelta. Allo stesso tempo, chiudendo con forza gli occhi per nascondersi dalla Verità, calmandosi con la propria "ragione e rettitudine". Penso che molti sacerdoti che ora sono andati in scisma siano sinceramente convinti di fare la cosa giusta. Ma non hanno nemmeno approfondito la questione, hanno trovato una scappatoia e si sono giustificati.

C'è chi crede che la divisione nella Chiesa avvenga su base puramente politica: dicono "alcuni lo fanno per una vyshyvanka [camicia ricamata ucraina, ndt], altri per una kosovorotka [camicia russa, ndt]". E una tale visione della situazione è anch'essa una scappatoia subconscia e un modo per giustificare se stessi.

Così non vedono più che da cristiani si deve riflettere sull'onore e il dovere e affrontare ogni cosa con l'aiuto del Vangelo e le parole di Cristo. E solo grazie a questo approccio diventa chiaro ciò che è vero e ciò che è falso. Dopo tutto, è possibile mascherare bugie sotto la verità e non considerare la verità. Dobbiamo avere un sistema di valori con cui mettere alla prova la realtà nella verità. E questo sistema di valori ce lo dà il Signore.

foto dalla pagina personale di Padre Viktor su Facebook

Noi siamo per la verità. E la verità è in Cristo. I credenti questo lo capiscono con il loro cuore. Gesù ha detto: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te" (Mt 11, 25-26).

Qual è la sua posizione in relazione al possibile sviluppo degli eventi?

Fatica, pazienza e preghiera. Non lascerò l'Ucraina per andare da nessuna parte. Cosa accadrà, nessuno di noi, naturalmente, non lo sa. Ma qui sono nato, ecco la mia casa, ecco la mia patria. E resto fedele alla Chiesa in cui sono stato battezzato io stesso, sono stati battezzati i miei genitori, i nonni, i bisnonni. Anche se immaginiamo che domani, improvvisamente, da un destino malvagio, molti dei nostri sacerdoti andranno nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", mi rifiuterò con calma di andare "al passo" con loro. Non cambierò nulla e resterò fedele alla nostra Chiesa, la considero una questione di onore cristiano.

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