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  L'acquisizione americana della mente patristica: il significato di padre Seraphim Rose per il cristiano di oggi

di Vincent Rossi

Orthochristian.com, 9 gennaio 2017

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Sul retro del St. Herman Calendar pubblicato dalla St. Herman of Alaska Brotherhood, c'è una pagina intitolata Remember Your Instructors (Ricordate i vostri istruttori), sulla quale troviamo tra l'altro il nome dello ieromonaco Seraphim Rose di Platina. Perché abbiamo bisogno di ricordare i nostri istruttori? Lo scopo di ricordare i nostri istruttori è, mi sembra, triplice: in primo luogo, riverire la loro memoria come santi, saggi e amati consiglieri e insegnanti (come diceva san Paolino di Nola, "Solo se il cielo può rinunciare alle sue stelle, la terra alla sua erba, i favi al loro miele, i ruscelli alla loro acqua, e i seni al loro latte, le nostre lingue potranno rinunciare alla lode dei santi, in cui Dio è la forza della vita e la fama della morte"); in secondo luogo, per pregare per il riposo delle loro anime e per cercare la loro intercessione nella nostra continua guerra spirituale qui sulla terra ("Dona riposo ai nostri padri e fratelli che hanno abbandonato questa vita prima di noi, e attraverso le preghiere di tutti abbi misericordia di me infelice nella mia depravazione", dice san Pietro di Damasco nella preghiera alla fine della Compieta; e terzo, per imitare il loro esempio (come dice san Basilio il Grande, "I giusti stessi non vogliono la gloria, ma noi che siamo ancora in questa vita abbiamo bisogno di ricordarli, in modo da imitarli").

In un certo senso, questo terzo scopo di ricordare i nostri istruttori, di imitare il loro esempio, implica gli altri due, ed è la ragione veramente importante perché noi manteniamo freschi nei nostri ricordi le vite di coloro che ci tramandano la fede e la tradizione ortodossa. Credo che l'esempio di padre Seraphim Rose, sia nella sua vita che nel suo lavoro, contenga una chiave che ha un significato ortodosso universale in questi ultimi giorni, ed è particolarmente importante per tutti coloro che cercano di trovare e lottare per preservare la vera ortodossia in Occidente. Padre Seraphim è infatti un nostro contemporaneo, un uomo che visse e respirò la stessa atmosfera mortalmente moderna dell'umanità senza Dio, dell'edonismo ateo e dell'ecumenismo senz'anima che è l'esperienza comune di tutti i bambini moderni dell'Occidente. Eppure egli, per grazia di Dio, non solo trovò la sua strada per la perla di gran prezzo, la santa Ortodossia, ma riuscì anche a penetrare nel cuore stesso della vera e libera tradizione del vivere l'Ortodossia: la genuina spiritualità patristica fondata sulla divina Scrittura e sui santi Padri. Padre Seraphim era un figlio nativo dell'America che divenne un vero figlio spirituale dei santi Padri che sono le fonti della santa Ortodossia. Per realizzare ciò, egli, con l'aiuto della grazia di Dio, ha dovuto affrontare e superare per mezzo della guerra invisibile le stesse tentazioni che tutti gli occidentali contemporanei devono affrontare mentre iniziano l'arduo cammino del pentimento e della conversione: superficialità, leggerezza, mondanità, eccesso di correttezza, anti-occidentalismo, fissazione sugli aspetti esterni nella vita della Chiesa, individualismo, razionalismo. Padre Seraphim vinse queste tentazioni nel suo cuore e nella sua vita con la sua lotta ispirata da Dio contro lo spirito di questo mondo e, così facendo, illuminò una strada verso il cuore dell'Ortodossia che gli uomini e le donne contemporanei, specialmente quelli dell'Occidente, potrebbero essere in grado di seguire. Spetta a noi trarre profitto dal suo esempio, dai suoi insegnamenti e dalla sua vita.

L'Ortodossia nel mondo contemporaneo è praticamente invisibile. Certamente, l'uomo contemporaneo è consapevole che esistono entità come la Chiesa greco-ortodossa, la Chiesa ortodossa russa e così via, ma in tal modo non percepisce la ricchezza, la pienezza dell'Ortodossia vera e vivente. Ciò che l'uomo contemporaneo vede sono la moltitudine di "denominazioni" o "rami" o "sette" di una delle sei o sette "religioni del mondo" dominanti chiamate cristianesimo. Nella migliore delle ipotesi, le Chiese ortodosse sono relegate al ruolo di "protestanti di rito orientale" o di cattolici romani scismatici.

Cosa rende così difficile vedere l'Ortodossia genuina nel mondo moderno? La Weltanschaaung demonica del mondo moderno ha creato una sorta di velo, un velo che distorce sottilmente tutto ciò che vediamo. Potremmo definirlo la mentalità della modernità.

foto: diakonima.gr

Padre Seraphim era acutamente consapevole dell'intransigente inimicizia tra la visione del mondo modernista ispirata dal demonio e la visione del mondo ortodossa ispirata dallo Spirito Santo, avendo smascherato nella sua stessa vita le illusioni e il vuoto della modernità. I suoi scritti hanno un intransigente tono polemico che è in qualche modo sconcertante o scoraggiante per un lettore principiante cresciuto nell'illusione "democratica" della "tolleranza", quella superficiale apertura mentale di cui l'uomo moderno è così orgoglioso, ma che in realtà è la negazione di quella gerarchia di valori fondata sulla rivelazione dell'eterno mistero del Dio triuno attraverso il Dio-Uomo Gesù Cristo. Quella gerarchia di valori che è la manifestazione nelle anime umane della forza sostenitrice e vivificante dello Spirito Santo nella santa Chiesa, quella gerarchia di valori che è la tradizione vivente della santa Ortodossia, è una matrice spirituale in cui si forma una mentalità veramente ortodossa, un modo di sentire e una formazione della volontà. Questo è ciò di cui parla san Paolo in 2 Timoteo 1:17: Dio non ci ha dato lo spirito della paura; ma di potere e di amore, e di una mente sana. Lo spirito del potere (formazione ortodossa della volontà), dell'amore (anima ortodossa o modo di sentire) e di una mente sana (mentalità ortodossa) è chiamato dalla tradizione cristiana la mente dei Padri.

Padre Seraphim si immerse completamente, fino a saturarsene, nella mente dei Padri. A poco a poco (anche se per il metro di ciò che ci sembra possibile in questa epoca spiritualmente degradata, è successo con velocità e completezza sorprendente, quasi impossibile), l'anima di padre Seraphim fu trasformata dalla Tradizione (la vita dello Spirito Santo nella Chiesa) in una spada fiammeggiante, capace di strappare il velo delle illusioni del mondo moderno e di rivelare il Luogo Sacro: la Chiesa una, santa, cattolica, apostolica e ortodossa.

Padre Seraphim divenne un legame vivente con i santi Padri, esattamente nel modo predetto dal demone che apparve all'anziano Sofronio, uno dei discepoli dell'anziano Paissio Velichkovskij. Rivelando il suo odio per i libri spirituali, il demone dice che questi "stracci miserabili" insegnano ai "semplici stupidi" a vivere come i cristiani di una volta. Il demone ragiona in modo sconcertantemente moderno: cerca la "pace e la concordia" con i cristiani; si lamenta dell'inimicizia "implacabile e intransigente" della pietà ortodossa tradizionale; egli supplica "tolleranza" e "moderazione" e apertura mentale tra i monaci. Padre Seraphim era uno dei "semplici stupidi" più temuti dal demone. Ispirato agli scritti dei santi Padri, prese le armi contro l'avversario e mise in pratica le pratiche tradizionali dei cristiani antichi: preghiera incessante, guerra incessante, digiuno, esame e confessione dei pensieri, veglia, vita da estraneo a questo mondo. Negli scritti di padre Seraphim si respira lo spirito inestinguibile della pietà ortodossa antica, ma senza tempo: non lo spirito della paura o della cosiddetta tolleranza, ma lo spirito del potere, dell'amore e di una mente sana.

A differenza di molti convertiti occidentali all'Ortodossia, padre Seraphim fu in grado di evitare le tre grandi trappole del convertito: anti-occidentalismo, eccesso di giustizia e fissazione sugli aspetti esterni della Chiesa. Invece, praticò e sostenne ciò che chiamava, seguendo l'insegnamento di san Giovanni Cassiano e di altri Padri, la Via regale: un approccio equilibrato e sobrio all'Ortodossia e alla Tradizione che enfatizzava la libertà del modo di vivere ortodosso e l'autorità della sua verità. Poiché Cristo stesso ha detto: conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi (Giovanni 8:32). Se la santa Ortodossia è la pienezza della verità cristiana, allora la sua pratica, se è in accordo con le tradizioni dei Padri, deve renderci liberi. L'eccessiva correttezza, o lo zelo non secondo la conoscenza, è precisamente una limitazione troppo umana della libertà in Cristo, e un ritorno allo stesso fariseismo rifiutato da Gesù stesso. L'anti-occidentalismo è un'identificazione troppo umana della verità di Cristo con preoccupazioni etniche o storiche. La fissazione sugli aspetti esteriori nella vita della Chiesa è un'enfasi troppo umana su quegli aspetti della Chiesa che sono di questo mondo, con una corrispondente incapacità di percepire la sua essenza ultraterrena e di parteciparvi. Il percorso reale, come insegnato da padre Seraphim, è la libertà nell'autorità e l'autorità nella libertà, basata sulla conoscenza di sé, sul discernimento e sulla sobrietà. È il modo più sicuro, più vero e più rapido per raggiungere il Paradiso, ma non è facile. Richiede una costante guerra invisibile, sofferenza di cuore, devozione, compassione, scrupolosa onestà con se stessi e spietata autocritica. Questo è quello che padre Seraphim chiedeva ai suoi figli spirituali.

La restaurazione di un modo di vita ortodosso in Occidente

Come è stato in grado padre Seraphim di evitare le insidie che si formano ​​di fronte al convertito? Qual è il significato del suo esempio per l'Ortodossia universale oggi? Queste due domande sono correlate, poiché il viaggio spirituale di padre Seraphim contiene una risposta non solo per il singolo convertito, ma anche per l'intera Tradizione ortodossa.

Credo che la risposta stia nella penetrante intuizione di Padre Seraphim e nella sua profonda critica della modernità. La sua comprensione delle condizioni reali della vita moderna lo ha liberato dal condizionamento culturale della sua educazione occidentale. Ma egli era anche in grado, paradossalmente, di soddisfare le possibilità spirituali dell'anima occidentale. Ciò lo ha ottenuto con il suo rifiuto di scartare tutto ciò che è occidentale in favore di un'Ortodossia orientale orientata etnicamente.

Attraverso tutte le sue ricerche, padre Seraphim giunse a credere che solo una cultura con una forte tradizione vivente avesse una possibilità contro le forze corrosive e distruttive della vita moderna. L'unica forza capace di resistere alla modernità è la tradizione; ma la tradizione non è mero conservatorismo, né è principalmente un fenomeno culturale. L'essenza della tradizione è la religione: essa esiste solo attraverso la rivelazione divina; sopravvive e si sostiene attraverso le vicissitudini del tempo e della storia in questo mondo solo per mezzo delle sue qualità senza tempo, trans-storiche e ultraterrene. Padre Seraphim non trovò queste qualità nel cristianesimo occidentale non tradizionale, così si rivolse all'Estremo Oriente dove la tradizione religiosa era più forte; ma anche lì scoprì che ovunque l'influenza della vita moderna penetrava, usurpava e indeboliva le forme tradizionali. Fu solo quando entrò in contatto con l'Ortodossia russa che scoprì una tradizione che ha resistito a ogni colpo immaginabile delle forze della storia, ed è ancora in grado di resistere alle influenze corrosive e dissolventi della modernità.

Fu attraverso la guida provvidenziale di un giusto uomo di Dio, l'arcivescovo Ioann Maksimovich, che padre Seraphim intraprese il lavoro della sua vita: la restaurazione del modo di vivere ortodosso in Occidente. L'arcivescovo Ioann amava e venerava i santi ortodossi dell'Occidente, i santi e giusti uomini e donne dell'Occidente prima dello scisma, le cui vite brillavano come le stelle, ma che venivano trascurate ingiustamente nel mondo ortodosso contemporaneo. Fu lui a ispirare padre Seraphim a iniziare a studiare e a tradurre le vite e le opere di santi occidentali come san Giovanni Cassiano.

foto: amazon.com

Uno dei risultati più importanti di padre Seraphim è stata la traduzione in inglese della Vita Patrum di san Gregorio di Tours, mai prima tradotta, un patericon occidentale della massima importanza perché fornisce prove dirette che le radici cristiane della cultura occidentale sono indiscutibilmente ortodosse nello spirito, nella sostanza, nella forma e nel sapore.

Padre Seraphim capiva che senza la tradizione, non solo ogni cultura, ma ogni organizzazione, ogni parrocchia, persino ogni individuo contemporaneo è impotente di fronte alle influenze onnipervadenti della modernità; ma aderire alla Tradizione non significava cieco conservatorismo, adorazione del passato o rigida uniformità alla politica ecclesiastica. Significava, per padre Seraphim, acquisire la mente dei Padri. Qui c'è qualcosa di più della mera continuità storica ininterrotta imposta dalla "disciplina" o dal controllo del pensiero o dalla correttezza esteriore della Chiesa. La santa Tradizione è, prima di tutto, identità spirituale e ontologica nella mente, nel cuore, nella vita, nello spirito. "Questa è la fede apostolica, questa è la fede dei Padri, questa è la fede ortodossa, questa fede ha stabilito l'universo".

Senza questa identità vivente con lo spirito patristico, padre Seraphim comprendeva che le anime dei convertiti occidentali sarebbero state in grande pericolo di essere divise internamente tra un modello "tradizionale" di "pietà" e di culto e un modello di mente non tradizionale e un cuore immutato. Gli ortodossi "di famiglia" sono ugualmente sensibili a questa condizione. Non c'è compromesso tra lo spirito patristico e lo spirito moderno. L'uno o l'altro deve trionfare. A che cosa serve tutta la pienezza e la ricchezza dell'Ortodossia tradizionale se il convertito abbraccia l'ortodossia in modo esteriore, pur rimanendo immutato nel cuore e nella mente? Fervore e zelo non devono essere confusi con l'interiorità e la trasformazione. In questi casi, la bellezza e il potere delle antiche forme della Chiesa ortodossa sarebbero catene che legano l'anima nelle sue delusioni. Come dice l'Apostolo, non avete ricevuto lo spirito di schiavitù per paura; ma avete ricevuto lo spirito di adozione, per mezzo del quale gridiamo, Abba, Padre (Romani 8:15); e ancora: Colui che cerca il cuore conosce qual è la mente dello Spirito, perché intercede per i santi, secondo la volontà di Dio (Romani 8:27).

Ortodossia universale

In tutti i suoi scritti, padre Seraphim usa ripetutamente parole come "sapore" e "gusto" per trasmettere ai suoi lettori qualcosa dell'essenza indefinibile eppure tangibile dello spirito patristico. [1] C'è un sapore unico nella genuina tradizione ortodossa, ha detto ai suoi figli spirituali, e voi dovete assaggiarlo. Solo quando assaporerete e vedrete il sapore del genuino insegnamento dei santi Padri saprete come discernere il falso dal vero, l'interno dall'esterno, nell'Ortodossia.

Come istruttore e trasmettitore della tradizione ortodossa, padre Seraphim era un realista. Sapeva, nel trattare con i convertiti, che era irrealistico ignorare o rifiutare i mille anni di esperienza culturale e psicologica occidentale in cui si formavano le loro anime. Un insegnante di Ortodossia non dovrebbe tentare di trasmettere l'impressione che la cultura occidentale non ha alcun valore, per influenzare gli studenti occidentali in favore di un'ortodossia "orientale".

La tradizione ortodossa, come comprendeva padre Seraphim, non è diminuita se riconoscono i valori genuini e le virtù della cultura occidentale. L'Ortodossia, se è la pienezza della verità, dovrebbe rivelare una tale ampiezza di anima, una tale generosità di spirito, che qualsiasi cosa di valore in qualsiasi cultura è purgata e trasfigurata nella sua radianza, e la sua stessa essenza ultraterrena viene potenziata e rafforzata nella sua manifestazione terrena da tali valori trasfigurati. Questo è ciò che accadde quando il cristianesimo ortodosso incontrò e battezzò l'anima popolare russa: fu prodotta una cultura cristiana che ricevette la torcia dalla Bisanzio decadente e la tenne alta per mille anni. Padre Seraphim insegnava che l'esperienza russa ha una lezione fondamentale per i cristiani degli ultimi giorni.

Così avvenne anche quando la cultura dei celti fu battezzata da missionari ortodossi provenienti dall'Oriente: l'anima celtica si infiammò immediatamente, producendo un'esplosione di monaci, monasteri e missionari, la cui luce fu la gloria dell'Ortodossia in Occidente per centinaia di anni. Padre Seraphim scrisse numerosi articoli per dimostrare che le radici dell'anima occidentale, nonostante tutte le apparenze, riposano nell'Ortodossia.

foto: epicenter.bg

Certamente, la cultura secolare contemporanea dell'Occidente non è la cultura di Martino di Tours o di Vincenzo di Lerins. Nessuno lo ha riconosciuto più acutamente di padre Seraphim, che tuttavia sapeva anche che l'etnicità e l'eccessiva correttezza, non importa quanto ortodosse, avrebbero soffocato le anime dei convertiti occidentali. Inoltre, a differenza dell'Irlanda del IV secolo o della Russia del X secolo, l'Occidente ha conosciuto un cristianesimo di un tipo o dell'altro per un millennio e oltre. La modernità non è un paganesimo innocente, è un rifiuto dei valori cristiani come impotenti e inefficaci.

La risposta, secondo padre Seraphim, è l'ortodossia "universale", l'insegnamento trans-storico, trascendente dei santi Padri teofori, il cui sapore trasformerà ogni condizionamento culturale, orientale o occidentale. Questo "sapore", come padre Seraphim ben capiva, è appunto la grazia tangibile della spiritualità patristica; ed era pienamente sicuro che il gusto di quella grazia (che è, dopo tutto, la mente dello Spirito di Romani 9:27) fosse equivalente al compito di formare le anime dei convertiti occidentali. In questo, padre Seraphim mostra una maggiore fiducia nel potere della tradizione ortodossa rispetto ai suoi detrattori "super-corretti".

Tutte le giurisdizioni ortodosse in Occidente (e anche in Oriente) lottano con il problema della modernità. Nessuna sembra avere ancora trovato una soluzione reale. Né il revisionismo ecumenico né il conservatorismo del vecchio mondo forniscono una risposta efficace al fascino della cultura contemporanea in questi ultimi tempi. Il primo scambia la perla preziosa dell'Ortodossia tradizionale per l'oro falso della "rilevanza" secondo gli standard odierni; mentre quest'ultimo nasconde il suo talento nella terra protettiva dei valori del vecchio mondo, in tal modo isolandosi e rendendo la Tradizione genuina, da esso protetta, incapace di rispondere alle molte anime che bramano la pienezza della verità.

È a suo eterno credito e per nostra grande fortuna che padre Seraphim ha trovato una via media tra questi due estremi, un modo che non era un'innovazione, ma era il percorso senza tempo, ma sempre vitale dei santi Padri. Il sentiero regale è assolutamente sobrio e non accetta compromessi con la "forte illusione" dei tempi moderni; eppure, il sentiero regale, come insegna padre Seraphim, secondo la mente dei Padri, riesce a conferire all'anima il potere di impegnarsi in una guerra invisibile e di elaborare la sua salvezza su linee collaudate, provate, tradizionali. In padre Seraphim vediamo il risveglio della spiritualità patristica, non nell'isolamento accademico, ma nel mondo reale della lotta monastica, della povertà, dell'obbedienza, della pietà. La vita di padre Seraphim Rose ci mostra che il modo per recuperare le nostre anime come occidentali è tornare alle radici della vera cultura del cristianesimo patristico occidentale, per formare le nostre anime, non sulla superficialità e sul veleno della cultura contemporanea, ma sulla fede apostolica, sulla spiritualità delle catacombe, sulla pietà ortodossa e sulla mente dei padri.

Epiphany vol. 9, n. 4, estate 1989

Nota

[1] Il suo uso di queste parole può anche essere stato suscitato da un miracolo che aveva sperimentato dopo il suo ingresso nella Chiesa. Quando aveva ricevuto l'eucaristia per la prima volta, aveva sentito un sapore divino e indescrivibile nella sua bocca che era durato per oltre una settimana. All'inizio immaginò che ciò fosse sperimentato da ogni cristiano ortodosso, ma quando in seguito chiese ai neo-battezzati se provavano la stessa sensazione, concluse che questo era un dono speciale e unico della grazia di Dio per lui.

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