Rubrica

 

Informazioni sulla chiesa in altre lingue

Mirrors.php?cat_id=30&id=205  Mirrors.php?cat_id=30&id=602  Mirrors.php?cat_id=30&id=646  Mirrors.php?cat_id=30&id=647  Mirrors.php?cat_id=30&id=4898 
Mirrors.php?cat_id=30&id=2779  Mirrors.php?cat_id=30&id=204  Mirrors.php?cat_id=30&id=206  Mirrors.php?cat_id=30&id=207  Mirrors.php?cat_id=30&id=208 
Mirrors.php?cat_id=30&id=3944  Mirrors.php?cat_id=30&id=7999  Mirrors.php?cat_id=30&id=8801  Mirrors.php?cat_id=30&id=9731  Mirrors.php?cat_id=30&id=9782 
Mirrors.php?cat_id=30&id=11631         
 

Calendario ortodosso

   

Scuola domenicale della parrocchia

   

Ricerca

 

In evidenza

04/10/2023  Scoperte, innovazioni e invenzioni russe  
14/03/2020  I consigli di un monaco per chi è bloccato in casa  
11/11/2018  Cronologia della crisi ucraina (aggiornamento: 3 febbraio 2021)  
30/01/2016  I vescovi ortodossi con giurisdizione sull'Italia (aggiornamento: 21 dicembre 2022)  
02/07/2015  Come imparare a distinguere le icone eterodosse  
19/04/2015  Viaggio tra le iconostasi ortodosse in Italia  
17/03/2013  UNA GUIDA ALL'USO DEL SITO (aggiornamento: aprile 2015)  
21/02/2013  Funerali e commemorazioni dei defunti  
10/11/2012  I padrini di battesimo e il loro ruolo nella vita del figlioccio  
31/08/2012  I nostri iconografi: Iurie Braşoveanu  
31/08/2012  I nostri iconografi: Ovidiu Boc  
07/06/2012  I nomi di battesimo nella Chiesa ortodossa  
01/06/2012  Indicazioni per una Veglia di Tutta la Notte  
31/05/2012  La Veglia di Tutta la Notte  
28/05/2012  La preparazione al Matrimonio nella Chiesa ortodossa  
08/05/2012  La Divina Liturgia con note di servizio  
29/04/2012  La preparazione al Battesimo nella Chiesa ortodossa  
11/04/2012  CHIESE ORTODOSSE E ORIENTALI A TORINO  
 



Inizio  >  Documenti  >  Sezione 6
  In difesa del fuoco santo

del diacono Georgij Maksimov

Orthochristian.com, 23 aprile 2011

Clicca per SCARICARE il documento come PDF file  
Condividi:

Questo articolo è stato originariamente pubblicato in russo su Pravoslavie.ru il Sabato Santo del 2008.

* * *

L'anno scorso [2007] è stata condotta su Internet un'intera campagna in lingua russa per screditare il miracolo del fuoco santo. Alla vigilia di Pasqua, un certo giovane, membro della Società degli atei di Mosca, ha pubblicato un articolo opportunamente ateo, una "denuncia" del fuoco santo; commenti su questa denuncia da parte di persone simili hanno inondato in quel momento quasi tutti i forum ortodossi Alla vigilia dell'attuale Pasqua [2008], altre forze anti-ortodosse più vari siti scismatici hanno nuovamente sollevato la stessa pila di critiche che presumibilmente compromettono la fede nel fuoco santo, usando come occasione alcune interpretazioni arbitrarie e ingiustificabili di citazioni del patriarca Theophilos di Gerusalemme durante il suo recente incontro [2008] con giornalisti russi.

L'idea fondamentale di questa "denuncia" è che presumibilmente ci sono ortodossi che negano loro stessi la genuinità di questo miracolo ma allo stesso tempo continuano a "ingannare le persone semplici e ingenue". Quali argomenti vengono offerti a sostegno di questa idea di inganno e di inganno consapevole?

1. Professor N.D. Uspenskij dell'Accademia teologica di Leningrado (1900-1987)

Il professor Uspenskij ha infatti costantemente negato la genuinità della discesa del fuoco santo, e ha dedicato a questa negazione una relazione speciale dal titolo "Sulla storia del rito del fuoco santo che si svolge il Sabato Santo a Gerusalemme", che ha letto ad alta voce a una riunione nell'aula magna dell'Accademia teologica di Leningrado il 9 ottobre 1949.

La posizione fondamentale del prof. Uspenskij non si basava su alcun fatto inconfutabile che provasse che l'inganno sarebbe stato compiuto di secolo in secolo da tutti i patriarchi di Gerusalemme, ma sull'idea che un miracolo che si ripete ogni anno allo stesso tempo si oppone all'insegnamento cristiano. Scrive:

"Sarebbe audace aspettarsi un fuoco dall'alto [che discende] in un giorno, ora e minuto particolari; sarebbe indegno della vocazione cristiana cercare di anno in anno un segno presso il Sepolcro di Cristo, la cui Divinità attestarono con il loro sangue gli apostoli e una moltitudine di martiri; infine, sembra blasfemo pretendere un fuoco soprannaturale [semplicemente] per accendere le nostre lampade da colui che per il più grande dei sacramenti, l'eucaristia, si servì dei frutti naturali della terra: pane e vino; tuttavia, tra i cristiani orientali – ortodossi, armeno-gregoriani, giacobiti e copti – è estremamente diffusa la credenza nell'origine soprannaturale e miracolosa del "fuoco santo".

la guarigione del paralitico. Affresco di Dionisij. Foto: www.dionisy.com

Ripetiamo, è questa impressione [che è indegno, audace, persino blasfemo per noi aspettarci un tale miracolo] che sta alla base dell'incredulità del professor Uspenskij nell'autenticità del miracolo del fuoco santo. Secondo il professore, i cristiani dovrebbero, nella migliore delle ipotesi, esprimere il più profondo dubbio all'idea di un tale miracolo. Tuttavia, riguardo a ciò che il professore dell'Accademia teologica di Leningrado chiama "audacia", "blasfemia" e "indegno della vocazione cristiana", c'è questa testimonianza nel Vangelo di Giovanni:

"V'è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Betzaetà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Un angelo infatti in certi momenti discendeva nella piscina e agitava l'acqua; il primo ad entrarvi dopo l'agitazione dell'acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto". (Gv 5:2-4).

Come vediamo, in questo Vangelo è rappresentato un miracolo autentico, regolarmente ricorrente, che si verifica in un unico e medesimo luogo, proprio come nel caso del fuoco santo. Così siamo costretti a riconoscere che ciò che è "indegno della vocazione cristiana" non è la credenza in un miracolo che si ripete regolarmente, ma l'opinione personale del professore che presumibilmente "la coscienza cristiana non consente l'apparizione miracolosa del fuoco in un particolare giorno, ora e minuto; poiché una tale situazione ridurrebbe la fede cristiana al livello delle cosiddette religioni naturali".

Le argomentazioni offerte dal professore contro il fuoco santo semplicemente non reggono al ragionamento critico. Così, per esempio, indica la varietà nelle descrizioni dei pellegrini nei vari secoli del modo di discesa del fuoco santo – intanto tutti i pellegrini attestano che è miracoloso – e presenta queste variazioni nella discesa come "contraddizioni".

Tuttavia, è noto che nei diversi anni varia il modo o la discesa del fuoco santo: è ben documentato che un tempo esso discendeva anche fuori della chiesa; parimenti variano le manifestazioni miracolose che accompagnano la discesa. Quindi non sorprende che i pellegrini descrivano ciò che hanno visto; e ciò che hanno visto sono diverse variazioni nella discesa del fuoco santo. Inoltre, le differenze possono anche essere attribuite al fatto che ciascuno dei pellegrini ha utilizzato le proprie analogie e confronti per descrivere ciò che ha visto. Affermare sulla base di queste variazioni che non è avvenuto alcun miracolo è come affermare, sulla base delle variazioni nella testimonianza dei testimoni in un caso di omicidio, che nessun omicidio è realmente avvenuto.

Quindi il prof. Uspenskij presenta l'antica descrizione del servizio ecclesiastico nella Chiesa del Santo Sepolcro del Sabato Santo che è contenuta nel Tipico del Santo Sepolcro per l'anno 1122. In essa leggiamo:

"Il patriarca poi si prosterna davanti al santo altare e prega con lacrime per i peccati del popolo commessi per ignoranza, alzando le mani in alto, facendo questo per tre volte; quelli intorno a lui fanno la stessa cosa. Il popolo incessantemente grida: "Signore, abbi misericordia". Quindi il patriarca e coloro che lo circondano entrano nel Santo Sepolcro, si prosternano per tre volte e pregano e implorano (Dio) per sé e per il popolo. Quindi accende [una candela] dalla luce santa e la dà all'arcidiacono e l'arcidiacono al popolo. Quindi il patriarca, l'arcidiacono e gli altri con lui escono [dal Santo Sepolcro]. [1]

Va notato che "luce santa" è un termine specifico usato dai greci nell'antichità (è usato nel X secolo da Nikita il Chierico come di uso comune) e ancora oggi fino ai giorni nostri per indicare quello specifico miracolo che è indicato nella letteratura russa come il "fuoco pieno di grazia" e nella letteratura inglese come il "fuoco santo".

Ma il Prof. Uspenskij ritiene che "il carattere [semplicemente] naturale del rito del fuoco santo nel Tipico del Santo Sepolcro è ovvio" e che "il termine 'luce santa' è da intendersi come una lampada accesa". Si è costretti ad ammettere l'ostinazione del professore nel cercare di utilizzare a proprio sostegno anche le prove e le testimonianze che ovviamente lo contraddicono. Perché l'autore del Tipico del Santo Sepolcro dovrebbe usare il termine "luce santa" per una lampada ordinaria? E perché il patriarca e tutti quelli con lui dovrebbero prosternarsi tre volte davanti a una normale lampada? Questa argomentazione del professore potrebbe sviare solo gli atei, perché ogni persona ortodossa che va in chiesa sa che le lampade (a olio) accese non sono qualcosa di insolito: ce ne sono molte in ogni chiesa, e il procedimento per accenderle è lo stesso che per le candele che vengono accese da loro; gli ortodossi non attribuiscono alle lampade un significato sacro distintivo, non le chiamano "luce santa" e non si prosternano davanti a loro prima di accendere da esse una candela (come descritto nel Tipico del Santo Sepolcro).

Anche le citazioni citate dal professor Uspenskij dal rito del Vespro secondo i manoscritti di Latal'sk e Kal'sk non supportano in alcun modo le sue ipotesi.

Le altre sue argomentazioni sono così tese e incoerenti da essere più vicine a fantasie che a qualcosa di degno di seria discussione, con l'eccezione di una singola fonte da lui citata (il vescovo Porfirij), la cui frequenza di citazione è persino maggiore di quella del prof. Uspenskij; quindi ora lo consideriamo separatamente:

2. Il vescovo Porfirij Uspenskij di Chigirinsk (1804-1886)

Le parole del vescovo Porfirij, come principale carta vincente, sono citate da tutti i critici del fuoco santo, compreso il prof. Uspenskij. Il vescovo Porfirij, ancora archimandrita, visitò la Palestina; e nel suo diario ci sono due voci che "smascherano" il miracolo del fuoco santo.

In primo luogo, il vescovo Porfirij cita un certo ierodiacono Gregorio, il quale "entrando nella cappella del Sepolcro nel momento in cui, secondo la credenza comune, discende il fuoco santo, vide con orrore che il fuoco veniva acceso semplicemente da una lampada che è sempre [mantenne] in fiamme; e quindi il fuoco santo non è un miracolo. Egli stesso [lo ierodiacono Gregorio] me ne ha parlato oggi". [2]

La seconda è la seguente storia, che dice di aver sentito direttamente dal metropolita Dionisio:

Nello stesso anno in cui il famoso Ibrahim, pascià d'Egitto e signore della Siria e della Palestina, era a Gerusalemme, si scoprì che il fuoco ricevuto al Sepolcro del Signore il Sabato Santo è un 'fuoco non santo' [ letteralmente, 'non ripieno di grazia'] ma è acceso nel modo in cui si accendono tutte le fiamme. Come? Il pascià ha voluto vedere di persona se il fuoco appare davvero all'improvviso e miracolosamente sul tetto del Sepolcro di Cristo o se è acceso da un comune fiammifero di zolfo. Cosa ha fatto? Ha annunciato ai vescovi rappresentanti del patriarca che sarebbe stato suo piacere sedere nella cappella stessa durante la ricezione del fuoco e guardare vigile per vedere ciò che appare; e ha aggiunto che se il miracolo si fosse avverato, avrebbe dato [alla Chiesa] 5000 libbre (2,5 milioni di piastre); e se si fosse rivelata una bugia, allora sarebbero stati costretti a dargli tutto il denaro raccolto dai fedeli ingannati, e avrebbe stampato la sporca frode su tutti i giornali d'Europa. I rappresentanti patriarcali – l'arcivescovo Misaele di Petra d'Arabia, il metropolita Daniele di Nazaret e il vescovo Dionisio allora di Filadelfia [in Asia Minore], ora di Betlemme – si sono riuniti per decidere cosa fare. Durante l'incontro, Misaele ha ammesso di aver acceso nella cappella interna il fuoco di una lampada nascosta dietro l'icona marmorea della Resurrezione di Cristo situata vicino allo stesso Sepolcro. Dopo questa ammissione, si è deciso di chiedere umilmente a Ibrahim di non immischiarsi negli affari religiosi; e al pascià è stato mandato il dragomanno [interprete] del monastero del Santo Sepolcro, che ha informato il pascià che non ci sarebbe stato alcun beneficio per sua Radiosità nel conoscere i sacramenti e i misteri dei servizi religiosi cristiani e che l'imperatore russo Nicola [I] sarebbe stato molto dispiaciuto se avesse iniziato a conoscere questi sacramenti. Il pascià Ibrahim ha ascoltato il dragomanno, ha fatto con la mano un gesto di rinuncia all'idea e ha taciuto. Ma da quel momento i chierici del Santo Sepolcro non credono più all'apparizione miracolosa del fuoco. Detto tutto ciò, il metropolita ha aggiunto che solo da Dio si può pretendere la cessazione della (nostra) pia menzogna. Come egli sa e può, calma le persone che ora credono nel fuoco miracoloso del Sabato Santo. E per noi è proibito anche considerare un atto così rivoluzionario [cioè, di rivelare la menzogna]; ci farebbero a pezzi proprio nella cappella del Santo Sepolcro. [3]

Un attento esame di questa storia solleva una serie di domande e considerazioni. In primo luogo, né il vescovo Porfirij stesso né la persona con cui stava parlando furono testimoni di una frode. Piuttosto, il metropolita Dionisio avrebbe parlato con uno ieromonaco russo [l'allora archimandrita Porfirij]; ma il metropolita Dionisio citava anche qualcosa di cui lui stesso non era stato testimone, ma la testimonianza dell'arcivescovo Misaele. Quindi non abbiamo un resoconto di seconda mano, ma di terza mano. Con lo stesso arcivescovo Misaele, il vescovo Porfirij non aveva parlato su questo argomento.

Tuttavia, un altro pellegrino russo parlò direttamente con l'arcivescovo Misaele su questo argomento: lo ieromonaco Meletij, che fece un pellegrinaggio in Terra Santa nel 1793-1794; e vediamo che lo stesso arcivescovo Misaele parlò del fuoco santo in tutt'altra maniera, dicendo: "Entrando in chiesa e andando al Santo Sepolcro, vedemmo su tutto il tetto del Sepolcro una luce brillante, sparsa come piccole perle, azzurro, bianco, cremisi e di altri colori, che poi si unirono, arrossirono e si trasformarono nel corso del tempo in fuoco; ma questo fuoco – per il tempo che occorre per dire "Kyrie eleison" 40 volte – non brucia; e da questo fuoco si accendono lampade e candele". [4]

Il vescovo Porfirij e lo ieromonaco Meletij citano entrambi l'arcivescovo Misaele, ma riferiscono cose direttamente opposte. A chi dobbiamo credere? Logicamente, dovremmo dare più credito a colui che ha parlato direttamente con l'arcivescovo, piuttosto che a colui che ha ascoltato una storia da una terza persona che, secondo quanto riferito, cita l'arcivescovo Misaele. Inoltre, anche questa terza persona, il metropolita Dionisio, ha un carattere molto ambiguo. Lo stesso vescovo Porfirij ricorda che, a causa dell'istigazione del metropolita Dionisio a massacrare i cattolici, il patriarca di Gerusalemme "ha concepito il desiderio di rimuoverlo [dal suo incarico]". [5]

Inoltre, la storia raccontata dal vescovo Porfirij suscita di per sé dei dubbi. Ad esempio, è estremamente dubbio che il pascià Ibrahim abbia cambiato improvvisamente idea così facilmente, abbandonando l'opportunità di ottenere un'enorme somma di denaro dal patriarca di Gerusalemme, avendo semplicemente sentito il nome dell'imperatore russo. Dalla storia è noto che in altri casi nulla ha impedito ai funzionari ottomani di estorcere le necessarie somme di denaro dalle confraternite cristiane e dalle società sotto la loro giurisdizione, inclusa Gerusalemme. Questa storia sembra più una leggenda raccontata a un pellegrino russo per lusingare il suo orgoglio nazionale.

Ma cosa dobbiamo pensare di quella storia dello ierodiacono del XIX secolo che presumibilmente spiava le attività nella cappella interna ed era convinto che "non ci fosse nessun tipo di miracolo"? Abbiamo una storia simile di un sacerdote nel XX secolo, padre Mitrophan, che decise di spiare il miracolo – di cui dubitava –; e la sua descrizione è del tutto diversa:

"Ho visto come il beato patriarca ha preso nelle sue mani i fasci di 33 candele, li ha sollevati sopra di sé e ha iniziato a implorare Dio di far scendere il fuoco santo. Di nuovo, molto lentamente, ha cominciato a stendere le braccia verso il cielo; è riuscito a malapena a sollevarle all'altezza della testa quando all'improvviso, in un batter d'occhio, i quattro fasci di candele che aveva in mano e una lampada si sono accesi, come se fossero stati avvicinati a una fornace ardente. [6]

Su quali basi potremmo credere alla storia di uno sconosciuto ierodiacono più della già citata relazione di una persona la cui integrità e santità possono essere attestate dai nostri contemporanei ancora in vita che lo hanno conosciuto personalmente?

Inoltre, anche il vescovo Porfirij è lungi dall'essere esente da sospetti di spregiudicatezza, a giudicare dal suo desiderio di affermare con queste e altre storie "adattate" alle proprie ipotesi molto personali. È conosciuto come una persona che ha ripudiato la storia della venuta miracolosa della Madre di Dio sul Monte Athos ("La Madre di Dio non è mai stata sull'Athos e non ci ha nemmeno pensato"), considerando che i monaci athoniti hanno inventato la storia in per ingannare i pellegrini e aumentare così le entrate dei loro monasteri. E questo stesso Porfirij, all'epoca archimandrita, cercò di convincere il santo ierarca [san] Filaret, metropolita di Mosca, che i nuovi martiri greci erano martiri "di volontà e vocazione propria", e che i monaci athoniti presumibilmente li avevano preparati appositamente al martirio per poi avere le loro reliquie. Il santo ierarca Filaret si oppose vigorosamente a tale opinione e, in risposta, "difese gli athoniti e i loro martiri, citando come esempi antichi portatori della passione che si offrirono per il martirio e che la Chiesa fece poi iscrivere nel coro dei confessori". [7] Nelle conversazioni con il santo ierarca Filaret, padre Porfirij talvolta "si permetteva di usare espressioni taglienti, per le quali egli stesso sarebbe poi venuto a provare imbarazzo. Padre Porfirij racconta che in uno di questi casi, "Vladyka [Filaret] mi ha rivolto un'occhiata significativa e mi sono morso la lingua... e ho cambiato la conversazione su un altro argomento". [8]

Come si vede, il vescovo Porfirij era una persona di idee molto personali, prevenuto nei confronti dei miracoli in generale e molto prevenuto nei confronti della pietà greca, sia quella espressa sul monte Athos che quella a Gerusalemme. Tenendo conto delle sue opinioni, non sorprende affatto che abbia raccolto ovunque racconti e favole che confermassero i suoi pregiudizi.

A quanto pare, lui stesso è stato ingannato da queste storie. Chi è stato nei luoghi santi sa che vicino a loro c'è un numero consistente di personaggi dubbiosi, pronti a dire ogni genere di sciocchezze pur di attirare l'attenzione su di sé. Tuttavia, un fenomeno come la diffusione con grande disinvoltura di falsi racconti si riscontra non solo nei luoghi santi; bisogna pensare che molti lettori qui hanno avuto il dispiacere di osservare questo fenomeno e forse anche di soffrirne.

Che le storie raccontate dal vescovo Porfirij siano semplici pettegolezzi deriva anche dal fatto che in tempi più recenti è stata rinnovata la cappella interna del Sepolcro del Signore e non sono stati trovati nascondigli dietro "icone oscillanti".

3. L'arcivescovo Meletij Smotritskij di Polotsk (1578-1633) e il patriarca Kirillos Lukaris di Costantinopoli (1572-1638)

L'arcivescovo Meletij è ricordato con dolore come la persona che dall'ortodossia si volse al cattolicesimo e che attraverso vari intrighi tentò (senza successo) di attirare a sé tutto il suo gregge. Nel 1627, già convertitosi all'Unia [9], scrisse una lettera al patriarca Kirillos Loukaris di Costantinopoli cercando di inclinarlo verso il cattolicesimo; e in questa lettera, tra l'altro, scrisse del fuoco santo come non autentico, citando le parole dello stesso Kirillos. "Vostra Santità probabilmente ricorda che una volta le ho chiesto perché il suo vescovo rappresentante, l'arcivescovo Meletij, quando scrive contro il nuovo calendario romano... trascura completamente di menzionare quel grande miracolo annuale a Gerusalemme? A questa domanda, vostra Santità mi ha risposto alla presenza di due dei vostri alti funzionari domestici... che se questo miracolo fosse realmente avvenuto ai nostri tempi, allora tutti i turchi avrebbero creduto in Gesù Cristo già molto tempo prima. Ne parlò ancora più acutamente il patriarca di Gerusalemme, lo stesso che riceve la fiamma, la fa uscire e la distribuisce al popolo. Quindi, è doloroso dire che, riguardo a questa fiamma miracolosa che in passato è apparsa davvero ma ora ha cessato di apparire a causa dei nostri peccati, i nostri fratelli ortodossi preferiscono essere d'accordo con gli eretici, come gli eutichiani, i dioscoriti e i giacobiti, piuttosto che con i cattolici, che non credono a questo miracolo per un motivo molto valido, soprattutto in vista di ciò che gli eretici abissini fanno al Sepolcro del Signore in questo periodo". [10]

Bisogna dire che anche il già citato patriarca di Costantinopoli Kirillos Loukaris è tristemente noto per aver rinunciato all'Ortodossia in direzione del calvinismo, che ha espresso nella sua "Confessione di fede", che è completamente calvinista sia nello spirito che nella lettera. La "Confessione" di Kirillos Loukaris fu condannata come eresia da sei concili ortodossi di seguito: i concili di Costantinopoli nel 1638 (in cui lo stesso Kirillos Loukaris fu anatemizzato), di Kiev nel 1640, di Iasi nel 1642, di Costantinopoli nel 1672, di Gerusalemme nel 1672 e di Costantinopoli nel 1691. [11]

Se esaminiamo le opinioni e i dettagli biografici di entrambi questi vescovi "ortodossi", vediamo che non sorprende che abbiano ripudiato il miracolo del fuoco santo (che corrobora la verità dell'Ortodossia), poiché uno di loro si è successivamente convertito al cattolicesimo, e l'altro de facto era un protestante nella sua fede. Allo stesso modo, la citazione non specifica del patriarca di Gerusalemme da parte di Meletij a questo proposito non merita credibilità, soprattutto perché non è stato riportato ciò che il patriarca ha effettivamente detto. Inoltre, considerando quante volte Meletij si è convertito all'Unia e poi è tornato all'Ortodossia, scelta accompagnata dal rogo solenne e pubblico dei suoi libri personali e dal ripudio delle sue parole, si è costretti a riconoscere che la parola di tale persona ha pochissimo peso, se mai ne ha.

4. Gevond, sacerdote della Chiesa armena

Le persone scettiche sul fuoco santo citano anche le parole di un certo sacerdote della Chiesa armena che sono state pubblicate su uno dei forum armeni.

Queste parole suscitano stupore in quanto sono gli atei che le citano come prova che non c'è nulla di miracoloso nel fuoco santo. Ciò è sorprendente in quanto questo sacerdote afferma che il miracolo annuale presso la chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme iniziò a manifestarsi presumibilmente a causa delle preghiere di san Gregorio, l'Illuminatore dell'Armenia (IV sec), e più avanti scrive:

"Noi a Gerusalemme non chiamiamo [questo miracolo] 'fuoco colmo di grazia' ma 'luce' – 'Luys', perché per noi è un prototipo di Cristo: 'Io sono la luce', come ha detto il Signore. Nel corso della storia si sono verificati casi in cui in maniera miracolosa le candele si sono accese al Sepolcro del Signore...

E così, questo sacerdote della Chiesa armena monofisita non nega affatto il miracolo. Lo nega solo per quanto riguarda il ruolo della Chiesa ortodossa, che presumibilmente "inganna i suoi fedeli facendo credere loro che il fuoco discende dal cielo". Secondo lui, ecco cosa succede:

"Alle due del pomeriggio si aprono le porte e i greci vi portano una lampada coperta (e accesa) e la mettono sul Sepolcro. Dopodiché, i greci iniziano una processione della Croce attorno al Sepolcro; per il terzo giro intorno [al Sepolcro], l'archimandrita armeno si unisce a loro, e insieme salgono alle porte. Il primo ad entrare è il patriarca greco e dopo di lui quello armeno. Ed entrambi entrano nel Sepolcro, dove entrambi, inginocchiati, pregano insieme. Dopo questo, prima il greco accende le sue candele dalla lampada accesa, e poi l'armeno.

Le ragioni per cui questo sacerdote Gevond decise di scriverne sono da lui fornite nella sua introduzione:

"Questo 'fuoco' è diventato proprietà personale degli ortodossi. Il "fuoco" è portato avanti come prova dell'Ortodossia; cioè, in particolare alla preghiera del [patriarca] ortodosso, questo 'fuoco' discende dal cielo. Questo 'fuoco' dimostra che solo il calendario degli ortodossi è vero, poiché è solo in quel giorno che il 'fuoco' scende”.

Così Gevond, non essendo ortodosso, spiega il suo dispiacere.

Solo una cosa nel precedente non è comprensibile: se tutto "l'inganno" dei greci è che essi, agli occhi di tutti, portano nella cappella interna una lampada accesa, dalla quale poi durante il tempo del servizio si accendono le candele e le passano in giro, allora perché i chierici armeni prendono parte a questo rito, e perché le cose sono a volte così tanto degenerate che i chierici armeni hanno cercato di togliere al patriarca greco le candele che erano state accese dal fuoco sacro? Era semplicemente che non avevano un fiammifero?

5. Alcuni testimoni oculari ortodossi che affermano che il fuoco santo scalda e brucia come una normale fiamma.

Una di queste fonti sono le parole, pubblicate su un forum internet, dello ieromonaco Flavian:

"Purtroppo brucia. Nel 2004 il mio amico, letteralmente cinque minuti dopo aver ricevuto il fuoco santo (non avevamo nemmeno lasciato la chiesa) ha cercato di 'lavarsi' nel fuoco. La sua barba piuttosto sottile ha iniziato a divampare. Ho dovuto gridargli di spegnerlo. Avevo tra le mani una videocamera, e così quel doloroso incidente è stato registrato... io stesso ho provato a seguire l'esempio di altri: ho tenuto la mano sulla fiamma. È un fuoco come [ogni altro] fuoco. Brucia!"

Questo è citato come sopra dagli atei. I puntini indicano che qualcosa è stato tralasciato dal passo tra virgolette. Ecco cosa è rimasto fuori:

"Siamo giunti alla conclusione che la nostra fede è debole. Tuttavia, è strano che migliaia di persone si aspettino miracoli da questo fenomeno che si verifica ogni anno. È già di per sé un miracolo che il fuoco scenda dal cielo. Grazie a Dio per questo!"

Come vediamo, questo testimone oculare – le cui parole sono citate da persone che non sono mai state a Gerusalemme come supposta smentita della genuinità del miracolo – non nega affatto il fatto della discesa miracolosa del fuoco; inoltre, fornisce una spiegazione del motivo per cui lui e il suo amico non hanno sperimentato le qualità miracolose del fuoco. La spiegazione è molto ragionevole e non confuta né mette in dubbio i resoconti di prima mano, molti documentati, di migliaia di persone che, al contrario, hanno sperimentato che il fuoco santo nei suoi primi minuti non brucia.

Su quello stesso forum Internet, si possono trovare, per esempio, storie del genere:

[Una donna scrive:] "Io stessa sono stata testimone di questo miracolo. E sul fatto che sia un miracolo non dubito minimamente. Quegli sprazzi di luce che illuminano l'intera chiesa del Sepolcro del Signore sono come i flash di una macchina fotografica, solo che sono molto più potenti, come l'uomo non ha ancora creato. E i lampi li ho visti di persona. Ed è vero che il fuoco non brucia. Non è un miracolo che per così tanti secoli, tra una folla così grande (tutti stanno ammassati così strettamente insieme che è difficile alzare la mano) non ci sia mai stato un incendio? Non potete immaginare quanto fuoco ci sia ovunque, e non c'è mai stato un incidente. Ho vissuto a Gerusalemme per un tempo abbastanza lungo; nessuno ha alcun dubbio che si tratti di un vero miracolo".

[Un uomo scrive:] "Le mie personali impressioni del fuoco santo, la cui discesa ho avuto la fortuna di osservare tre volte:

1. Prima della discesa del fuoco, ovunque in tutta la chiesa, scendono lampi di luce. Li ho visti anche in quei luoghi dove i pellegrini non avevano macchine fotografiche (come la cappella laterale del Ritrovamento della Croce del Signore).

2. Il fuoco è sceso, secondo la sua fede, su madre Maria, che allora lavorava per il Signore nel monastero della Croce. Chiunque conosca questa lavoratrice disinteressata, che ha restaurato più di un monastero in Terra Santa, non potrebbe sospettarla di menzogne o di collusione.

3. Il fuoco dapprima infatti non brucia e le barbe non si bruciano: l'ho visto e sperimentato personalmente".

[Un altro uomo scrive:] "Prima lì, poi qui, le candele di molte persone hanno cominciato ad ardere proprio nelle loro mani. La gente non aveva nemmeno alzato le candele sopra le loro teste. E poi le persone hanno cominciato a passarsi questo fuoco santo l'un l'altro... In alto ci sono esplosioni e bagliori di questo fuoco santo, e da esso volano fuori in diverse direzioni scintille accese che accendono le candele dei cristiani. Questo l'ho visto con i miei occhi... Il fuoco santo ha una qualità speciale: nei primi minuti non brucia né scotta. Ho preso quel fascio di 33 candele, l'ho portato a forma di croce sulla fronte, sulla bocca e sulle guance: non c'era nessun tipo di bruciore o bruciatura. Poi il fuoco comincia ad ardere come una torcia, tutto il fascio [di candele] emette scintille e luce, ma nei primi minuti non brucia".

Quelli che lo desiderano possono trovare ancora più testimonianze di testimoni oculari del miracolo: i nostri contemporanei.

Ma ovviamente non sorprende che in determinate circostanze il fuoco santo possa bruciare qualcuno. Ciò non toglie in alcun modo il suo carattere miracoloso. Così, per esempio, il fuoco che per parola del profeta Elia scese sui soldati disonorevoli inviati a prenderlo, fu miracoloso nella sua origine e assai ardente nella sua azione.

6. Il diacono Andrej Kuraev, che cita il patriarca Theophilos III di Gerusalemme.

Padre Andrej Kuraev, dopo il suo ritorno da Gerusalemme dove era presente all'incontro [2008] tra il patriarca Theophilos e i giornalisti russi, ha rilasciato [in russo, fatta eccezione per la parola "rappresentazione"] la seguente dichiarazione: "Non meno schietto è stato la sua risposta [del patriarca] sul fuoco santo: 'Questa cerimonia è una "rappresentazione", come tutte le altre cerimonie della Settimana Santa. Come tanto tempo fa la notizia pasquale dal Sepolcro risplendeva e illuminava il mondo intero, così anche noi in questa cerimonia realizziamo una rappresentazione di come la notizia della Risurrezione dal Sepolcro si è diffusa in tutto il mondo". Nel discorso del patriarca non c'era né la parola "miracolo" né la parola "discesa". Di un accendisigari che aveva in tasca probabilmente non avrebbe potuto parlare in modo più schietto".

Questa interpretazione delle parole del patriarca è aperta violenza sul contenuto stesso del testo. Il patriarca non ha negato in alcun modo la discesa miracolosa del fuoco, ma qui ha parlato solo del suo significato.

Cosa si nasconde nella parola "rappresentazione", che padre Andrej ha lasciato così com'è, senza traduzione? Il dizionario inglese-russo di Mueller fornisce i seguenti significati [tradotti dal russo]: "1) idea, nozione, concezione; presentazione, ritratto, quadro; 2) immagine, rappresentazione, simbolo; 3) (spesso al plurale) asserzione, affermazione; dichiarazione; 4) presentazione o produzione, a partire dalla messa in scena di un'opera teatrale; 5) condizione in cui si ricopre la carica di delegato, agente o portavoce ufficiale; 6) protesta".

È chiaro che padre Andrej intendeva la parola "rappresentazione" nel suo quarto significato, "presentazione o produzione, come un'opera teatrale"; ma questa interpretazione non si adatta, perché allora la traduzione sarebbe: "Questa cerimonia, che è una produzione o messa in scena di un'opera teatrale come tutte le altre cerimonie della Settimana Santa", il che implica che presumibilmente il patriarca di Gerusalemme considera che i servizi divini della Chiesa ortodossa debbano essere in generale "produzioni teatrali".

In realtà, è chiaro che il patriarca ha usato la parola "rappresentazione" nel suo significato più comune; e in questo caso non c'è niente di "sovversivo" nelle sue parole; il suo significato era semplicemente: "Questa cerimonia, che è una presentazione, come tutte le altre cerimonie della Settimana Santa... Noi in questa cerimonia offriamo un'immagine, una presentazione di come la notizia della Resurrezione si sia diffusa dalla cappella del Sepolcro in tutto il mondo". La parola "cerimonia", anch'essa non tradotta ma semplicemente trascritta [lettera per lettera] da padre Andrej, ha il significato basilare di "rito"; e tra i significati meno comuni, "etichetta" e "formalità" (secondo Mueller). Se proprio vogliamo dare una pugnalata al patriarca di Gerusalemme, perché non giocare qui anche con i significati in una traduzione di questo spirito: "Non meno schietta è stata la sua risposta sul fuoco santo: 'Questa formalità, che è una produzione teatrale, come tutte le altre formalità della Settimana Santa..."?

Infine, che le parole e le interpretazioni del diacono Andrej Kuraev non corrispondono alla realtà, è stato riferito con dolore da Vladimir Jakunin, capo del Consiglio fiduciario della Fondazione dell'apostolo Andrea, nonché lo stesso organizzatore di questo viaggio dei giornalisti in Terra Santa: "A dire il vero, sono addolorato per le interpretazioni che si danno sul sito di Kuraev….Nelle registrazioni di quanto detto dal patriarca, fornite in lingua inglese, si sente come egli usi costantemente il termine "Holy Fire". A mio avviso, non c'è alcuna base per interpretare le parole del patriarca come se in sostanza stesse negando la santità del "fuoco santo". [corsivi aggiunti]

A proposito, se vogliamo dare un'occhiata a ciò che altri patriarchi di Gerusalemme hanno detto sul fuoco santo, perché non ricordare le parole del precedente patriarca, Ireneo I: "Coloro che non credono al fuoco santo sono vermi e spazzatura!"

Tre problemi per gli scettici

Non sorprende che atei, eretici e scismatici riescano a negare la genuinità del fuoco santo. Ma è sorprendente che a volte siano sostenuti da ortodossi che sembrano pensare che non sia un grosso problema negare la genuinità di questo miracolo. Come se un vero credente potesse essere indifferente: o il Signore manda davvero un segno, oppure da oltre mille anni i patriarchi e i vescovi di Gerusalemme, tra i quali non pochi sono stati glorificati nel coro dei santi, ingannano cinicamente gli ortodossi di tutto il mondo, peraltro alla vigilia della Festa delle Feste.

Qualsiasi persona con un senso dell'onore nota la differenza tra queste due scelte.

Una persona educata nell'Ortodossia sa anche che questa differenza è stata sottolineata in modo inequivocabile nelle risoluzioni del Concilio locale di Costantinopoli nel 1084:

"A coloro che, più che con pura fede, con semplicità di cuore e con tutta la loro anima, accettano come indubbie realtà i grandi miracoli fatti dal nostro Salvatore e Dio, dalla Madre di Dio che senza contaminazione gli ha dato i natali, e dagli altri santi, invece, per mezzo della saggezza mondana, si sforzano di presentare questi miracoli come impossibili o di interpretarli male secondo le proprie idee, e persistere ostinatamente nella loro opinione: anatema".

Personalmente non posso ritenere convincenti le obiezioni dei critici del fuoco santo per tutta una serie di ragioni. Per esempio, non capisco come tutte le loro ipotesi – tra l'altro spesso contraddittorie – possano spiegare, per esempio, il fatto che nel IX secolo il sovrano musulmano di Gerusalemme ordinò che venissero posti stoppini di metallo (rame) su tutte le lampade; e malgrado ciò, alla vista di tutti, il fuoco scese e gli stoppini di metallo presero fuoco e cominciarono a bruciare. Ciò è attestato sia dagli storici greci (Nikita il chierico) che dagli storici arabi (Biruni). E a che cosa servono le spiegazioni del genere "accendino in tasca" quando le candele fuori dalla cappella del Sepolcro si accendono davanti agli occhi stessi dei pellegrini, o quando il fuoco scende dalle icone, e così via?

Ma in particolare sorgono tre problemi per gli scettici ai quali finora non sono riuscito a trovare una soluzione chiara in nessuno degli articoli "scettici":

1. I lampi di luce

Frequentemente (anche se non tutti gli anni) i pellegrini osservano nella chiesa, prima della discesa del fuoco santo, lampi o bagliori di luce azzurra, simili a quelli che si verificano durante le tempeste. Sono documentati su video-film (si veda: http://www.holyfire.org/image/blist.mpg ).

Gli scettici affermano con sicurezza che questi lampi di luce non sono altro che flash di fotocamere. C'è davvero una certa somiglianza, ma i flash fotografici sono molto, molto più deboli e non hanno quella particolare tonalità di colore.

E un altro ostacolo sorge per lo scettico: come affrontare il fatto che gli antichi testimoni oculari del miracolo descrissero lo stesso fenomeno della luce soprannaturale.

Prendiamo come esempio Nikita il Chierico che, visitando Gerusalemme nell'anno 947, scrisse: "L'arcivescovo non era ancora uscito dal Sepolcro quando si poté vedere d'improvviso tutta la chiesa di Dio ripiena di una luce irresistibile e divina, così che il pio popolo si spostava ora a destra, ora a sinistra... In presenza di una tale manifestazione di luce inaspettata, tutti erano pieni di stupore, tanto che anche gli empi agareni rimasero fulminati e svergognati... Ora, durante quel tempo, l'effusione divina della luce si è espansa e ha riempito l'intera chiesa". [12]

L'igumeno [abate] Daniil, visitando i luoghi santi nel 1106-1107, testimonia: "Allora improvvisamente una luce santa cominciò a risplendere nel Sepolcro, e dal Sepolcro emanarono brillanti scintillii". [13]

Il pellegrino Trifon Korobejnikov, che si trovava a Gerusalemme nel 1583, afferma che nella chiesa "il fuoco viene... come un fulmine dal cielo". [14]

Va ricordato che nel X, XII e XVI secolo i flash fotografici non esistevano.

2. Prova documentale che il fuoco santo non brucia

Foto: Michea Walter

Se osserviamo anche un solo videoclip disponibile su internet, vedremo, ad esempio, che un pellegrino per tre secondi tiene la mano nella fiamma di un intero fascio di 33 candele; in un altro caso, un altro pellegrino tiene la mano sopra la fiamma per cinque secondi; e in un terzo scatto, un anziano pellegrino tiene la mano nella fiamma per cinque secondi.

In ogni caso, sappiamo che con una normale fiamma, soprattutto su di essa, è molto difficile tenere la mano anche per un solo secondo. Chiunque dubiti di questo può verificarlo subito, tenendo la mano sopra un fiammifero acceso o una candela accesa, o sopra un accendino o una qualsiasi fiamma normale. Quindi fate una prova. Riuscite a farlo per cinque secondi, o almeno tre? Assicuratevi di avere a portata di mano un unguento anti-ustione e un grosso cerotto!

È degno di nota che il giovane ateo (menzionato all'inizio di questo articolo) che un anno fa [2007] ha reso disponibile su Internet la sua "denuncia" del fuoco santo, tra l'altro, ha mostrato un video in cui passa la sua mano su normali candele accese. E anche se gli sembrava che questa fosse la stessa cosa che fanno i pellegrini, è abbastanza evidente che durante un clip di quattro secondi, ha tirato via la mano dalla fiamma per quattro volte, il che non è vero per i videoclip dei pellegrini.

Quindi, possiamo dire che o il fuoco santo non ha bruciato questi pellegrini mostrati nei videoclip, oppure che il Signore ogni anno al Sabato Santo concede a fedeli comuni grande autocontrollo e forza di volontà quando questi si bruciano con il fuoco nella chiesa del Santo Sepolcro. Oppure potremmo dire: davanti a noi c'è o una fiamma miracolosa, o persone miracolose che non provano dolore per un fuoco ordinario.

3. Altri miracoli ortodossi annuali

serpenti a Cefalonia

Quando i critici del fuoco santo sono logicamente coerenti – testardi? – e spingono le loro opinioni abbastanza lontano, spesso finiscono per ribaltare le proprie critiche. Rivolgiamo la nostra attenzione al fatto che, oltre alla discesa annuale del fuoco santo, ci sono altri miracoli che si verificano regolarmente nel mondo ortodosso e sono accessibili a chiunque voglia essere convinto della loro genuinità.

Prendiamo come esempio il miracolo dei serpenti nell'isola greca di Cefalonia, nel villaggio di Markopulo. In precedenza qui c'era un monastero femminile che fu attaccato dai pirati. Le monache pregarono per la loro salvezza davanti all'icona "longobarda" della Madre di Dio. E accadde un miracolo: quando i pirati sfondarono i cancelli del monastero, invece delle monache videro dei serpenti e fuggirono terrorizzati. Ora ogni anno, precisamente nella festa della Dormizione [Assunzione] della Madre di Dio, durante la Liturgia, serpenti provenienti da tutta l'isola si insinuano nella chiesa situata sul terreno del monastero. Per tutta la durata del servizio, stanno tra la gente. Le persone toccano i serpenti, li raccolgono, li avvolgono persino intorno al collo; ma i serpenti non fanno male a nessuno. Dopo il servizio, strisciano fuori dalla chiesa e non tornano fino all'anno successivo. Tutto questo è stato ripreso in video. E chi vuole vedere di persona può recarsi a Cefalonia il 15 agosto.

Sono noti anche altri miracoli che si verificano regolarmente, concessi dal Signore per rafforzare i cristiani ortodossi, ma qui è sufficiente menzionare Cefalonia; se gli scettici ortodossi e non ortodossi negano il miracolo del fuoco santo, cosa diranno di questo miracolo? Che tipo di accendisigari attira questi serpenti ad entrare in chiesa? Se nel caso del fuoco santo la speculazione verte sul fatto che il miracolo avvenga nella minuscola cappella a cui ha accesso solo il patriarca, qui a Cefalonia il miracolo avviene sotto gli occhi di tutti i parrocchiani.

Apparentemente, gli scettici religiosi, gli eretici e gli scismatici sono particolarmente contrari al fuoco santo perché la sua esistenza brucia soprattutto le loro anime.

* * *

In un breve articolo non è possibile citare tutte le testimonianze e le testimonianze sul fuoco santo e tutta la storia e le storie ad esso connesse; pertanto, si consiglia a chiunque fosse interessato di visitare il sito holyfire.org, dove si indagano criticamente anche altri tentativi [oltre a quelli qui menzionati] di mettere in discussione la genuinità di questo miracolo di Dio.

In conclusione, non sarebbe superfluo citare un altro testimone diretto del miracolo, unl nostro contemporaneo, il vescovo Gavriil di Blagoveshchensk nell'Estremo Oriente della Russia.

"Ha visto come scende il fuoco pasquale?"

"Sì, l'ho visto due volte. L'arcivescovo Antonij Zavgorodnij era ancora vivo allora. E quando il Sabato Santo il patriarca è uscito con il fuoco santo, vladyka Antonij e io non abbiamo cercato di accendere le nostre candele da esso, ma siamo corsi rapidamente nella cappella del Sepolcro del Signore; un greco è corso dentro, poi vladyka e io. E abbiamo visto nel Sepolcro del Signore una fiamma di un colore blu/celeste [scuro]; l'abbiamo presa tra le mani e ci siamo lavati con essa. Per un certo numero di secondi non ha bruciato, ma poi ha acquisito le sue solite qualità e vi abbiamo acceso le nostre candele".

"Il fuoco stava bruciando direttamente su quella grande pietra piatta che ricopriva la tomba?"

"Sì, su quella pietra. E tutte le lampade stavano bruciando. E l'intera pietra era ricoperta di fuoco... Dovreste vederla! Anch'io, se non l'avessi vista, avrei i miei dubbi. Ma l'ho vista io stesso: il fuoco ardeva e ci stiamo lavati in esso. Ovunque c'è solo roccia e marmo, e tutto è coperto di fuoco. Niente fuliggine, niente di niente... C'è semplicemente fuoco che arde, ecco tutto". [15]

Note

(NB: tutte le fonti sono in russo)

[1] Dmitrievskij, A.A., Servizi della Chiesa della Settimana Santa [della Passione] e della Settimana Luminosa [Pasqua] nella santa Gerusalemme, IX-X secolo. Kazan', 1894. pp.175-179.

[2] Il libro della mia vita. Diari e appunti del vescovo Porfirij Uspenskij. San Pietroburgo, 1894. Parte 1, p.671.

[3] Il libro della mia vita. San Pietroburgo, 1896. Parte 3, pp.299-301.

[4] Citato da: Avdulovskij, F.M., Il fuoco santo che esce dal sepolcro del nostro Signore Dio e Salvatore Gesù Cristo. Mosca, 1887, pp.46-47.

[5] Il libro della mia vita. Parte 3, p. 231.

[6] Axilleos, archimandrita Savva, Ho visto il fuoco santo. Atene 2002.

[7] Lebedev, A.P., "Grandi [cose] in piccole [cose]...". Ricerca storica e sviluppo accademico della storia della Chiesa russa. San Pietroburgo, 2005, p. 344.

[8] Per maggiori dettagli, vedere Gorozhanin A., In difesa della santa Tradizione dagli attachi dei protestantizzanti / Il fuoco pieno di grazia. n . 17.

[9] Unia / Chiesa uniata: qualsiasi chiesa cristiana orientale che riconosce la supremazia del papa ma conserva la propria liturgia distintiva. Traduzione dal Dizionario del patrimonio americano.

[10] Ivinskij, P. Letteratura slava orientale nel grande principato lituano. Vilnius, 1998, pp.111-112.

[11] Dvorkin, A.L., Saggi sulla storia della Chiesa ecumenica ortodossa. Nizhny Novgorod, 2005, p.852.

[12] Papadopulo-Kerameus, A.I., La storia di Nikita il Chierico reale: Lettera all'imperatore Costantino VII Porfirogenito sul fuoco santo, scritta nell'anno 947. San Pietroburgo, 1894, pp.10-11.

[13] La vita e il viaggio di Daniil, igumeno della terra della Rus'.//Libro dei viaggi. Note di viaggiatori russi nell'XI-XV secolo. Mosca, 1984, p.77.

[14] Citato da: Avdulovskij, F.M., Il fuoco santo, p.27.

[15] Colloquio con il vescovo Gavriil di Blagoveshchensk. // http://www.pravoslavie.ru/guest/gavriil.htm

Condividi:
Inizio  >  Documenti  >  Sezione 6