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  Il padiglione del paradiso

di Andrew Gould

Orthodox Arts Journal, 9 aprile 2019

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Come designer di chiese ortodosse, è raro che un mio lavoro venga presentato in una galleria d'arte. Ma proprio quest'opportunità è sorta di recente. Mi è stato chiesto di progettare il padiglione centrale per La città luminosa: architetture di speranza in un'era di paura, una mostra tenuta questo mese a Charleston, SC.

L'esposizione è stata ideata da due docenti universitari di Charleston - un professore di storia dell'architettura con specializzazione in monumenti civici e un professore di arte islamica - che hanno voluto mostrare una visione ottimistica del futuro - un'architettura di bellezza tradizionale edificante, che riflette diverse religioni che vivono in pace. E hanno voluto mostrare come la tecnologia moderna (fabbricazione CNC, o controllo numerico computerizzato) possa aiutare a far proliferare, piuttosto che a minare, la bellezza e l'ornamentazione tradizionali.

Sebbene io abbia avuto scarso ruolo nel formulare la visione e la filosofia di quest'esposizione, certi aspetti di essa si sono ben allineati con il mio lavoro e i miei interessi artistici. Io avevo fatto ampio uso della tecnologia CNC per la realizzazione dei miei lampadari bizantini, e ho una libreria di disegni ornamentali che ho adattato a questo scopo. E avendo familiarità con il simbolismo paradisiaco nell'architettura bizantina e islamica, sapevo come progettare un'installazione che esprimesse la redenzione spirituale e materiale. Così, quando gli organizzatori mi hanno chiesto di progettare il padiglione centrale per la loro esposizione, mi sono sentito sicuro di poter realizzare ciò che volevano.

Ho deciso che il padiglione avrebbe dovuto rappresentare in modo specifico la Nuova Gerusalemme. Dopotutto, la città celeste è l'immagine perfetta della redenzione e dell'armonia espresse nell'architettura. Ogni tempio ortodosso è, in qualche modo, un'icona della Nuova Gerusalemme, e sono stato lieto di esplorare tale simbolismo in un nuovo tipo di struttura. Ho fatto un padiglione a dodici lati, sul modello delle dodici porte perlate descritte nell'Apocalisse (per le dodici tribù che vi entrano). Intorno al cornicione c'è questa iscrizione: "Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli" (Apocalisse 22: 5)

Sul pavimento del padiglione, ho realizzato un pavimento acquoso con alluminio intarsiato nel compensato. Ho usato motivi tipici delle pavimentazioni bizantine – cerchi intrecciati, come le correnti nel mare. Sul soffitto ho creato una moltitudine di stelle, come la cupola celeste. In mezzo ci sono archi pieni di vita – foglie, pavoni, leoni – tutte le bellezze della creazione.

Il simbolismo del paradiso non è meno sviluppato nell'arte islamica che in quella bizantina, e ho mescolato liberamente motivi decorativi di entrambe le tradizioni, così come modanature ornamentali e forme architettoniche che derivano dalla Roma classica. Volevo esprimere sia l'esotico che l'universale: tutte le cose da lontano e da vicino, raccolte in cielo.

Vi sono molti precedenti storici di motivi cristiani bizantini introdotti nelle moschee (la Cupola della roccia a Gerusalemme) e di motivi islamici introdotti nelle chiese (in Spagna e in Sicilia). Tuttavia, nei miei progetti di chiese, sarei piuttosto riluttante a mescolare tali cose in modo così evidente. Ma per questo padiglione, mi ha fatto piacere avere un po' più di libertà. È un dato di fatto che nessuno ha mai fatto pavimentazioni meravigliose come i bizantini, e nessuno ha creato motivi di stelle meravigliosi come i musulmani. Così ho usato motivi che funzionano, e li ho fatti funzionare insieme, proprio come vediamo nell'architettura medievale spagnola, oppure nelle chiese russe, dove l'influenza islamica ha portato le glorie delle cupole a cipolla e dell'ornamento arabesco nell'arte ortodossa.

Per finanziare il mio lavoro su questo progetto, l'università di Charleston mi ha nominato titolare della cattedra di arte Quattlebaum. I fondi di questa cattedra servono a mettere in contatto un artista praticante con gli studenti, attraverso conferenze e progetti di collaborazione. Come tale, sono stato in grado di portare un gruppo di studenti alla Chiesa ortodossa della Santa Ascensione e di presentare loro la bellezza dell'arte liturgica ortodossa. E ho lavorato con loro per aiutare a costruire il padiglione. Sebbene i pannelli in compensato e alluminio siano stati fabbricati da un negozio professionale con un router CNC, la struttura doveva essere assemblata completamente da volontari – docenti e studenti del college.

Portare la mia arte liturgica in ambiente accademico, ed esporla in uno spazio secolarista di gallerie, è stata un'esperienza eccellente. Ho trovato docenti e studenti entusiasticamente ricettivi di tutto ciò che ho da dire, anche quando spiego le cose teologicamente, come farebbe solo un credente. I professori di storia dell'arte devono, ovviamente, mantenere una certa distanza oggettiva dalla fede nel loro lavoro professionale. Ma un artista praticante come me, in qualità di docente d'arte, si trova in una posizione diversa. In un certo senso, io e il mio lavoro siamo tanto un oggetto di studio quanto uno strumento di comprensione. Così ho la libertà di presentare l'arte liturgica e il simbolismo dal punto di vista di un praticante – un cristiano ortodosso che lavora in un'antica tradizione.

Il padiglione è esposto nella City Gallery, un grande edificio moderno di proprietà della città di Charleston. Si affaccia direttamente sul parco del lungomare, che è sempre pieno di turisti che si godono la vista sul porto e su Fort Sumter, dove iniziò la guerra civile. È interessante osservare il flusso di visitatori entrare nella galleria e vedere il padiglione. Vengono in attesa di qualcosa di cerebrale e di politico, probabilmente non bello. (Quanto spesso si vede qualcosa di bello in una galleria di arte contemporanea?) Ma il padiglione li fa arrestare. Non sembra vecchio, eppure è bellissimo. Non sembra politico, eppure sembra pieno di significato. Non riescono a vedere come si adatti a questo mondo. Spero che risvegli in loro alcuni pensieri di un altro mondo.

il concept design dell'autore per il padiglione del paradiso

progetto dettagliato per i pannelli ad arco, a cura dell'autore

i pannelli del tetto, tagliati da un router CNC

docenti e studenti assemblano il padiglione

pronti per il tetto

struttura completata, con le luci interne spente

il soffitto è realizzato in alluminio da 1/8 di pollice. Una lampada in policarbonato di stile bizantino, realizzata dall'autore, è appesa al centro

targa espositiva, scritta dai curatori

targa espositiva del padiglione, scritta dai curatori

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