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  Padre Arsenio: una sceneggiatura teatrale, di Vincent R. Gaeta (1945-2012)

Alcuni anni fa, il nostro amico Vincent Ronci Gaeta (nella foto) ci ha chiesto di tradurre in italiano la sceneggiatura di una recita teatrale centrata sulla figura del celebre padre Arsenio (Streltsov), un testimone della fede ortodossa nel XX secolo, la cui vita è stata diffusa negli anni '70 grazie a un racconto del samizdat russo, e su cui nel 1998 è stato scritto un libro.

Vincent ci ha lasciati quest'estate, il 9 giugno 2012, durante uno dei suoi soggiorni annuali a Milano. Molti hanno conosciuto questo regista teatrale e cinematografico americano di origini italo-ucraine, ma forse non tutti sanno che era un devoto cristiano ortodosso, parrocchiano della cattedrale di San Nicola (Patriarcato di Mosca) a New York, e che nelle sue visite in Italia non mancava mai di partecipare alle funzioni nelle nostre chiese, portando il contributo della sua energia ed entusiasmo, e di geniali modi per presentare la fede nel mondo dell'arte. Non sappiamo se il suo tentativo di far conoscere padre Arsenio nel mondo teatrale italiano vedrà la luce (e in tal caso, non intendiamo violare alcuno dei diritti d'autore dell'opera), ma mettiamo volentieri i nostri lettori al corrente di questo testo, che cattura in modo interessante non solo la storia di padre Arsenio, ma anche gli sforzi della ricostruzione di un intero mondo di fede nella Russia contemporanea. Riteniamo che sia il miglior messaggio di commiato e di ricordo di un nostro straordinario fratello nella fede.

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ATTO 1 LA VODKA E LA MADRE DI DIO

Scena 1 Minaccia di pioggia

Scena 2 – In arresto

Scena 3 – La nostra Madre di Vladimir

 

ATTO 2 IL MEMORIALE

QUELLI CHE RISPLENDONO COME ANGELI

Scena 1 – La volontà di Dio

Scena 2 – L’interrogatorio

Scena 3 – Ti ordino di fermarti!

Scena 4 – Eterna sia la loro memoria

Scena 5 – Tutto è nelle mani di Dio

Scena 6 – Guida vittoriosa delle schiere trionfanti

Scena 7 – Madre Maria

Scena 8 – Le Lettere miracolose

Scena 9 – La mia luce e la mia gioia

 

 

ATTO 1 La vodka e la Madre di Dio

 

Un campo da picnic presso Rostov, Russia. Un giorno freddo e grigio di tarda primavera. Sembra che minacci pioggia. C’è un ampio tavolo da picnic messo per diagonale… sulla destra della scena. Sul tavolo di legno ci sono una bottiglia di vodka e una bottiglia d’acqua… ci sono anche piatti di carta pieni di scarti e di avanzi. L’area da picnic è coperta di aghi di pino, con una mezza dozzina di pigne cadute. Una chitarra è appoggiata contro il tavolo, a sinistra. Una vecchia bicicletta nera da donna è appoggiata a terra a sinistra, a metà della scena. Si sente sullo sfondo una musica popolare di zingari russi. Le luci si smorzano. La musica si spegne. Quando si riaccendono le luci Bella… un’attraente ragazza russa di circa trent’anni, e Lev, un uomo all’incirca della stessa età, puliscono il tavolo da piatti e bicchieri, svuotandoli in un largo sacco nero da spazzatura.

 

Bella

Sembra che piova.

 

Lev

Sì,… bene, può sembrare che piova, ma non si sente. Inoltre… se stesse per piovere sarebbe già piovuto da un pezzo.

 

Bella

Le piogge di maggio portano fiori a giugno.

 

Lev

Il detto non è proprio così… Sono le piogge di aprile che portano fiori a maggio.

 

Bella

Non in Russia. Sei vissuto troppo a lungo fuori dalla Russia.

 

Lev

Non direi che ho vissuto fuori dalla Russia. Direi piuttosto che ho lavorato fuori dalla Russia.

 

Bella

Peter dice che sei un fisico.

 

Lev

Talvolta.

 

Bella

Che cosa significa?

 

Lev

Significa che talvolta sono un fisico… talvolta.

 

Bella

Sei buffo.

 

Lev

Sì… sono un fisico buffo… e così tu eri qui l’anno scorso?

 

Bella

Sì… sono qui tutti gli anni.

 

Lev

L’anno scorso non ce l’ho fatta. Ero fuori dal paese. Stavo lavorando in Italia.

 

Bella

Io non sono mai stata fuori dalla Russia.

 

Lev

Così non va bene. Non proverai mai il divertimento di ritornare. Mi sembra che ci fosse più gente al picnic di Padre Arsenio due anni fa.

 

Bella

Ogni anno ce n’è sempre di meno… quando erano vivi i nostri nonni… venivano a centinaia… ma la gente muore, e molti degli altri… preferirebbero dimenticare. Voglio dire, tu e io… noi non abbiamo mai conosciuto Padre Arsenio… lo conosciamo solo dalle storie che ci hanno raccontato i nostri nonni, ma è attraverso queste storie che siamo in grado di tenere viva in qualche modo la fede che li ha salvati.

 

Lev

Io non sono uno che va in chiesa. Voglio dire… Andavo in chiesa in passato, ma non è la cosa che mi viene meglio… Quando sono in chiesa mi sento o annoiato oppure irrequieto… Vedi, i miei antenati erano ebrei, e così immagino che ci sia ancora un risentimento e una fiducia dell’Ortodossia, anche se ho tentato di convertirmi.

 

Bella

Sei stato battezzato?

 

Lev

Sì… ma questo non cambia molto le cose… l’anti-semitismo è ancora un problema ebraico anche per gli ebrei cristianizzati. E tu naturalmente sei un tipo casa e chiesa?

 

Bella

Vado in chiesa. I miei antenati erano vecchi credenti.

 

Lev

Fanatici… vuoi dire.

 

Bella

No. Solo vecchi credenti. Molti dei quali hanno pagato con la propria vita.

 

Lev

Anche gli ebrei hanno pagato. Non potrei nemmeno dirti quanti dei miei antenati sono stati massacrati nel corso dei pogrom.

 

Bella

Nessuno sfugge al male… né ebreo… né cristiano… né musulmano… nessuno.

 

Lev

Ho sentito un uomo alla televisione… uno studioso… un teologo… qualcosa del genere… Che parlava del Dio di Abramo e di come le tre grandi religioni monoteistiche del mondo condividono la stessa divinità. In qualche modo… non ci credo. Come fisico e pensatore obiettivo… devo rifiutare una pretesa del genere… perché avere un solo Dio non significa avere lo stesso Dio. E poi non è quale Dio adori, ma come tu adori Dio, che definisce la natura di un tale Dio. Il Dio di Al Qaeda… Il Dio di Israele… Il Dio del Presidente Bush… Il Dio della Cecenia… è lo stesso Dio in cui Padre Arsenio credeva e sperava? Di sicuro… non è il Dio della vecchia Russia.

 

Bella

Quanto tempo ti fermerai in Russia ora?

 

Lev

Non ho progetti di partire, per questo momento. Ho un contratto all’università fino alla fine dell’anno. Perché? Vuoi invitarmi a cena?

 

Bella

Sono una cuoca terribile. Dovrei far cucinare per te da mia madre.

 

Lev

Allora vivi con tua madre?

 

Bella

No.

 

Lev

No?

 

Bella

No… È quello che ho detto… Ho più di 30 anni… Lavoro… Perché dovrei vivere con mia madre?… Tu, vivi con tua madre?

 

Lev

Di fatto, sì. È anziana. Ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lei.

 

Bella

Ma quando sei fuori dal paese?

 

Lev

Si prende cura di lei mia sorella. Ma oggi è a Mosca.

 

Bella

Cosa ti piacerebbe mangiare?

 

Lev

Non m’importa. Se sei tanto male come cuoca… fa’ solo un pollo arrosto. Gli ebrei adorano il pollo.

 

Bella

Ti inviti sempre da solo a cena?

 

Lev

No. Solo quando penso di potermela cavare.

 

Bella

Non ti ho ancora invitato. Stavamo solo parlando del menù.

 

Lev

Naturalmente.

 

Bella

Posso farti una domanda?

 

Lev

Sì… prego.

 

Bella

Perché non sei andato con gli altri al lago?

 

Lev

Detesto le barche a remi… mi fanno venire il mal di mare. Inoltre ho pensato che ti avrei aiutato a preparare la nostra piccola rappresentazione… magari rileggere il copione… immagino che avrai fatto un po’ di cambiamenti.

 

Bella

Sì… abbiamo aggiunto alcune nuove storie.

 

Lev.

Quanti personaggi devo interpretare?

 

Bella

Non sono sicura. Dipende dagli altri.

 

Lev

Chi farà Padre Arsenio?

 

Bella

Tutti avranno il loro turno. Alcuni degli altri conoscono la loro parte a memoria.

 

Lev

Non io. Ma io sono un buon lettore. E ho una voce forte.

 

Bella

L’ho notato.

 

Lev

Mio padre era solito dire… che avrei dovuto essere un Cantore.

 

Bella

Un che?

 

Lev

Un Cantore. Uno che canta… in sinagoga.

 

Bella

Oh… vedo… altri termini ebraici.

 

Lev

C’era un solo problema… non c’erano sinagoghe nella città in cui vivevo, e se ce ne fosse stata una, potevi essere certa che nessuno avrebbe osato andarci a cantare.

 

Bella

Che ne pensi del cavolo e delle patate bollite?

 

Lev

Che cosa è accaduto al mio pollo arrosto?

 

Bella

Io sono vegetariana.

 

Lev

Questo è un vero invito, o stiamo ancora discutendo il menù?

 

Bella

Non mi piace sempre mangiare da sola.

 

Lev

E a me non piace sempre mangiare con mia madre.

 

Bella

Dopo la liturgia di domenica… Sarai in chiesa?

 

Lev

Non lo avevo progettato.

 

Bella

Bene, ora puoi progettarlo.

 

Lev

È un ricatto?

 

Bella

No… è un invito. Torno subito… voglio mettere questo nel cestino.

(esce di scena SR)

 

Lev

(Lev prende la chitarra e inizia a suonare e cantare)

Tu sei ora molto lontana

Tra di noi si stendono le vaste nevi

Io non ti posso raggiungere

E la morte è solo a quattro passi

(a Bella, da qualche parte fuori scena)

Bella! Bella… dove vuoi il banco per la sezione della prigione?

 

Bella

(fuori scena)

Dovunque in centro va bene.

 

Lev

(urlando)

Ti piace Voloshin?

 

Bella

Aspetta un minuto, per favore!

 

Lev

Voloshin… il poeta … ti piace?

 

Bella

Sto arrivando.

 

Lev

(A voce alta, a memoria)

I demoni danzano liberi

Su tutta la Russia a destra e manca

(Bella entra… sta sulla scena SR)

Il freddo nord-ovest

Strappa e volta le tende di neve

Il vento di vasti altopiani

Il vento delle tundre… foreste e mare

Il vento nero delle pianure gelate

Il vento della discordia… pestaggi e pogrom

 

Secoli di noiosa e feroce tortura

La pergamena non è del tutto srotolata

E la lista degli esecutori non è completa

Il delirio delle ricerche e l’orrore delle celle speciali

Né Mosca né Rostov né io

Abbiamo mai visto tempi peggiori …

 

Bella

Se mi ricordo… tuo nonno era un dottore.

 

 

Lev

No… certamente non era un dottore. Era un giornalista.

 

Bella

Che cosa mi ha dato l’idea che fosse un dottore?

 

Lev

Tutti i dottori sono ebrei… non lo sai?

 

 

Bella

No. Non lo sapevo. Chekov era un dottore e non era ebreo.

 

Lev

Ne sei sicura?

 

Bella

Penso che tu abbia una sorta di complesso.

 

Lev

Forse… Ma hai ragione… due anni fa ho raccontato una storia su Padre Arsenio e un certo Dottor Michailovich. Lev Michailovich… anche lui era ebreo, e amico di mio nonno. Ma mio nonno era un giornalista… un giornalista che annotava tutto… anche nel campo, cosa che era un vero dilemma… aveva ottenuto da qualche parte della carta spessa e grigia… ripiegata nelle dimensioni di un quaderno… tagliava le pagine con un coltello e le cuciva assieme… Quando tornava dal lavoro… inghiottiva la ciotola di quell’orribile cibo che gli davano, e mangiava un pezzo di pane vecchio gelato… ancora mezzo affamato e molto stanco, si sedeva sulla sua branda e iniziava a scrivere sulla carta stropicciata con il suo piccolo mozzicone di matita. La matita passava sulla carta e lasciava righe molto ordinate di parole scritte in modo molto ordinato, composte di lettere estremamente ordinate. Il nonno era sempre molto ordinato.

 

Bella

Conoscevi molto bene tuo nonno.

 

Lev

Sì… naturalmente… È vissuto fino a tarda età… Vivevamo tutti nella stessa casa… Inoltre amava parlare, non solo scrivere… Deve avermi raccontato le sue storie del campo mille volte, e ho i suoi appunti.

 

Bella

Devi raccontare questa storia agli altri quando tornano.

 

Lev

Preferirei raccontarla solo a te… almeno per ora. Poi… come hai detto, potrebbe piovere, e se piove il nostro picnic è finito.

 

Bella

Su quello ho cambiato idea… non penso che pioverà.

 

Lev

E perché?

 

Bella

Padre Arsenio ha messo un grande ombrello sulle nostre teste… allora, cos’è successo a tuo nonno?

 

Lev

Come dicevo… metteva tutto per iscritto. Di fatto sembrava che fosse stato mandato per fare un rapporto sulle condizioni di vita dei prigionieri del campo… ma era solo un’apparenza, perché era solo un prigioniero… numero K-391… un nemico del governo condannato a passare vent’anni in questo campo speciale del regime. Nell’anno che ha passato in questo campo… ha trovato il tempo e la carta per riempire diversi quaderni... che descrivevano in dettaglio e con onestà la realtà di quanto vedeva. Poco dopo il suo arrivo ha deciso di lasciarsi alle spalle un rapporto completo della vita di laggiù… com’era veramente. Fermava ogni persona nuova che incontrava e gli faceva domande dettagliate… “Chi sei? Da dove vieni? Perché sei qui? Chi si è occupato del tuo caso?” Ora, uno si aspetta che la domanda successiva sarebbe stata “Che impressione hai di questo campo?”… quella era una domanda che non faceva mai. La risposta era troppo ovvia. Con l’aiuto di veri criminali… risuscì a nascondere i suoi quaderni. Li pagava con parte della sua razione. E di tanto in tanto scoprivano e gli confiscavano parti delle sue note. Lo mandavano in cella di punizione, ma questo non fermava la determinazione di mio nonno a scrivere e vivere. E ha compiuto molto bene entrambe le cose.

 

Bella

Sono sicura che l’ha fatto. Ma dimmi… quando tuo nonno è morto… è morto da credente?

 

Lev

No! Assolutamente no! Era ebreo… Voglio dire… pensi davvero che solo i credenti si possono salvare?

 

Bella

Non ho detto questo.

 

Lev

Ma sostieni questa posizione da mente ristretta, che solo i buoni cristiani ortodossi si possono salvare.

 

Bella

Lev… non voglio litigare con te. Penso che sei troppo sulla difensiva. Sì… io credo in Cristo… nella sua santa Madre e nei santi e beati, ma certamente non sono io la misura e il giudice di chicchessia. Dio manda il suo amore e la sua misericordia dovunque gli aggrada. Molti di quelli nei campi… se non la maggior parte… erano non credenti sia che fossero ebrei o no… molti come sai erano devoti comunisti. Non importava. Tutti loro… preti… borseggiatori… leader di parito erano soggetti alla pazzia di Stalin.

Per la verità… Lev, ciò che mi interessa… è sapere di tuo nonno… Non dovresti essere così duro con me.

 

Lev

Hai ragione. Mi dispiace. Sono sicuro che anche mio nonno si vergognerebbe di me.

Come ti ho detto, vedeva il mondo con gli occhi di un giornalista. Io… d’altro canto… vedo troppo il mondo con gli occhi di un cinico. È probabile che se fosse stato condannato a morte… l’avrebbero visto annotare le sue reazioni fino all’esecuzione… Era fatto così… cercava sempre di trovare un senso in ciò che vedeva. Quasi tutti queli che occupavano la sua camerata erano soggetti alla sua analisi. C’erano solo poche persone a cui non aveva mai fatto domande, e una di queste era Padre Arsenio.

 

Bella

Perché?

 

Lev

Perché… era un prete. Vedeva che la gente delle camerate rispettava Padre Arsenio, che aveva autorità su molti di loro, ma il mero fatto che fosse un membro del clero faceva sì che mio nonno provasse per lui disprezzo e compassione. Vedi, mio nonno a quel tempo non era solo un non credente, era un anti-credente. Era assolutamente sicuro che fosse solo giusto che Padre Arsenio fosse nel campo. Gli era stato detto che i credenti complottano contro il governo, e per questa ragione non volle mai intervistarlo. Egli stesso era sicuro di essere stato arrestato a causa di qualche traditore ed era offeso di trovarsi in mezzo a persone come preti e collaboratori del nemico. Tuttavia… un giorno l’intervista a Padre Arsenio ebbe luogo.

 (Lev si ferma e guarda in alto. Stende la mano.)

Ho appena sentito una goccia di pioggia. Forse dovremmo trovare un albero bello grosso.

 

Bella

Non pioverà.

 

Lev

Ma ho appena sentito una goccia di pioggia.

 

Bella

Non era una goccia di pioggia… era una lacrima dal cielo.

 

Lev
Puoi chiamarla come vuoi… era comunque bagnata.

 

Bella

Mettiti il cappello.

 

Lev

Vuoi dire la mia yarmulka!

 

Bella

Pensavo che non volessi dire queste sciocchezze.

 

Lev

Se restiamo presi in una tempesta… ti dispiacerà.

 

Bella

Voglio sentire il resto della storia.

 

Lev

Dato l’egoismo della vita di oggi… pensi che queste storie semplici abbiano qualche senso?

 

Bella

Si parla di vite, no? E le vite hanno senso? La vita di tuo nonno… ne ha avuto?

 

Lev

Per me e per la mia famiglia… sì… naturalmente.

 

Bella

Allora è stato registrato nel libro della vita e tu stai narrando un poco della sua storia.

 

Lev

Non capisco… sembra un’altra lacrima dal cielo.

 

Bella

Sei un fisico?

 

Lev

Talvolta.

 

Bella

Che significa questo talvolta? Sei un fisico?

 

Lev

Talvolta sono un fisico… altre volte un cinico.

 

Bella

E va bene, allora, o mio fisico-cinico… la materia non si può creare o distruggere… è giusto?

 

Lev

Non è così semplice… ma continua.

 

Bella

Bene, se qualcosa di così semplice come la materia non si può distruggere… un essere umano con un’anima eterna deve vivere per sempre. Quelli che amiamo e abbiamo amato… vivono in noi… Vivono anche con Dio in cielo. Questo è il Libro della Vita… una pagina è per noi, e l’altra pagina è per Dio.

 

Lev

Non lo chiamerei fisica, ma ha un cuore.

 

Bella

Anche tu.

 

Lev

Io cosa?

 

Bella

Hai un cuore… altrimenti non saresti qui.

 

Lev

Sì… bene, anche se mio nonno non divenne mai un credente ufficiale… rimase un intimo amico di Padre Arsenio fino al momento in cui Padre Arsenio morì.

Anche dopo... è rimasto in contatto con molti dei figli spirituali del Padre. Questa gente… persone come tua nonna erano importanti per lui.

 

Bella

Mia nonna non lo ha mai conosciuto.

 

Lev

Non ha importanza. Cristiani come tua nonna.

 

Bella

Così… cosa accadde dopo l’intervista?

 

Lev

Non fu esattamente un’intervista… perché come ti ho detto mio nonno non avrebbe parlato a un prete. Ma un giorno mio nonno si ammalò e fu lasciato nelle camerate a lavorare con Padre Arsenio… a pulire e alimentare le stufe con legna. Mio nonno non parlava… si limitava a portare tronchi e a fare legnetti per accendere i fuochi.

Era più giovane e più forte di Padre Arsenio, così poteva lavorare più velocemente. Padre Arsenio stava ancora portando tronchi quando mio nonno era pronto ad accendere le sue stufe. Sfregò fiammifero dopo fiammifero ma non riuscì ad accendere il fuoco. Usò un’intera scatola di fiammiferi, ma i tronchi non bruciavano. Cercò con un’altra stufa, ma là accadde la stessa cosa… niente fuoco. Si stava innervosendo perché sapeva che le camerate dovevano essere calde per il tempo in cui i prigionieri rientravano dal lavoro. Padre Arsenio… nel frattempo aveva finito di portare i suoi tronchi e li aveva piazzati nelle sue stufe… mise i legnetti ed ebbe bisogno di un solo fiammifero per accendere ciascuna stufa.

 

Bella

Davvero!

 

Lev

Davvero. Allora vide che mio nonno aveva problemi ad accendere i suoi fuochi, andò da lui e gli disse “Mi permetti di aiutarti?” Mio nonno disse “Ti chiedo di non starmi fra i piedi. Non ho bisogno di aiuto.” Allora Padre Arsenio si fece da parte e guardò con calma mio nonno al lavoro. Ora mio nonno stava diventando sempre più frenetico. Stava perdendo la calma. Sapeva perfettamente che i lavoratori al rientro lo avrebbero picchiato per non avere scaldato per loro le camerate. Padre Arsenio andò molto tranquillamente alla stufa di mio nonno… rimosse tutti i legnetti e i tronchi… li rimise a posto nel modo giusto… applicò un fiammifero e il fuoco si accese immediatamente… poi andò alla stufa vicina… Mio nonno lo seguì senza dire una parola… si limitò a osservare attentamente ciò che il Padre faceva. Mio nonno fu in grado di accendere da solo la terza stufa. La sua faccia era nera di fuliggine, ma era contento. “Grazie per avermi insegnato… pensavo che fosse tutto così semplice, ma ora vedo che questa è un’arte.”… è ciò che disse.

 

Bella

Meraviglioso!

 

Lev

Aspetta… c’è di più. Ora le stufe erano accese, e dovevano gettare solo altri tronchi. Iniziarono a parlare. Mio nonno pensò che avrebbe intervistato Padre Arsenio, ma finì per raccontare a Padre Arsenio la storia della sua vita. Ricordo che mi ha detto di quanto era stupefatto che le cose fossero andate così. Raccontò a Padre Arsenio la sua vita in tutti i suoi minuti dettagli… a un uomo che non conosceva neppure… e non solo un uomo… un prete. E per qualche ragione si sentì bene per questo… anche più che bene… si sentì in pace.

(Bella si fa il segno della croce.)

Perché lo hai fatto?

 

Bella

Lo faccio sempre quando sento qualcosa di buono.

 

Lev

Vedo… che sei dipendente dai simboli.

 

Bella

No. È solo un altro modo di dire grazie a Dio e a tuo nonno.

 

Lev

Era solito dire che l’anima di Padre Arsenio era grande quanto il mondo… che in lui c’era posto per tutto. Era il primo vero cristiano credente che aveva incontrato. E gli piaceva senitre mio nonno quando recitava poesie a memoria. Block… Pasternak… Simonov. Nonno amava la poesia. Io lo ascoltavo per ore… aveva una memoria enorme. Nel campo… Padre Arsenio e tutta la camerata erano soliti ascoltarlo.

Aspettami… Ritornerò…

È una poesia di guerra. Una vecchia poesia di guerra di Simonov. Era una delle sue preferite e da quanto mi ha raccontato anche a Padre Arsenio piaceva.

Ritornerò

Ma aspetta, e aspetta bene

Aspetta quando le piogge gialle

Portano tristezza

Aspetta quando soffiano le nevi

Aspetta quando fa molto caldo

Aspetta quando molti non sono più attesi

E sono dimenticati

Aspetta quando non giungono le lettere

Da posti molto lontani

Aspetta da solo quando chi era solito aspettare con te

È stanco di aspettare…

 

Aspettami… Ritornerò

Contro tutte le aspettative

E che chi non mi ha aspettato

Pensi che sia fortuna …

 

Chi non ha aspettato non capirà mai

Come nel mezzo del fuoco

Mi hai salvato

Aspettandomi

Come io sia sopravvissuto sarà noto

Solo a te e a me…

Tu hai semplicemente saputo aspettare

Come nessun’altra ha fatto…

 

Bella

È una poesia d’amore.

 

Lev

Direi di sì. Tutte le grandi poesie hanno qualcosa d’amore.

 

Bella

Mi piace tuo nonno. Grazie per avermi raccontato la sua storia.

 

Lev

Sono sicuro che a lui piacerebbe che la racconti. Oh, solo una nota… diceva che sono due le cose che lo hanno fatto più felice nella vita… di fatto, tre cose… lavorare come giornalista per la Pravda… sopravviere a Stalin e incontrare Padre Arsenio. E tu?

 

Bella

Io?… Che cosa vuoi dire?

 

Lev

Quali sono le tre cose che ti hanno fatto più felice nella vita?

 

Bella

Io… Io… Non sono sicura di poter rispondere.

 

Lev

Perché? Non è una domanda trabocchetto. Ti ho chiesto della felicità, non della meccanica quantistica.

 

Bella

Immagino che sono più felice quando faccio qualcosa per gli altri.

 

Lev

Come una cena per me.

 

Bella

Cosa che mi ricorda… che ho cambiato idea.

 

Lev

Non mi preparerai una cena?

 

Bella

No. Ti preparerò una cena. Ti farò un pollo arrosto.

 

Lev

Mi andavano bene le patate, ma non rifiuterò mai un buon pollo. Perché questo cambiamento di idee… Pensavo che non mangiassi sporche vecchie galline?

 

Bella

Non lo faccio. Ma mi stavo dimenticando che tu sarai mio ospite, e l’ospite viene sempre per primo. Stavo diventando egoista.

 

Lev

Sai che quando ero in Italia… mi ricordo che ho sentito questo piccolo proverbio buffo… Gli italiani dicono “Ti vesti per gli altri e mangi per te stesso.” Questo non funzionerebbe mai in Russia. Non ci sarebbero mai abbastanza abiti firmati o spaghetti. Ma perché stiamo parlando di cibo?… Dovremmo parlare di Dio, non del nostro stomaco.

 

Bella

Davvero è di questo che vuoi parlare? Non penso che Dio ami tanto che si parli di lui, quanto ama essere amato.

 

Lev

Talvolta un discorso è l’inizio dell’amore.

 

Bella

Sì… è vero. Ma può anche essere l’inizio dell’incomprensione.

 

Lev

Sei spesso incompresa?

 

Bella

Non di più o di meno di chiunque altro.

 

Lev

Io sono sempre incompreso.

 

Bella

In qualche modo… non ne sono sorpresa.

 

Lev

Arriverei a dire… sono la persona più incompresa in tutto l’impero ex-sovietico… una nuvola di incomprensione mi segue d’attorno come il gas che circonda la via lattea. Da mattino a sera… non lascio dietro altro che una traccia di confusione.

 

Bella

Ora esageri.

 

Lev

Ti giuro sul cadavere senz’anima di Lenin che non esagero. E non è neppure che lo faccio di proposito. Dico la verità e questa semplice verità viene reinventata. Quello che incomincia in modo semplice diventa un cocktail di bugie e di inganni. Se fossi vissuto nell’era di Stalin sarei stato ucciso mille volte, non per essere un ebreo, ma per essere un uomo onesto.

 

Bella

Come tuo nonno.

 

Lev

Sì… ma lui è sopravvissuto. Io non sarei mai sopravvissuto. Penso che Dio nella sua sapienza crei persone di differenti generazioni per portare a compimento fatti differenti. La generazione di mio nonno e di Padre Arsenio è nata per sopportare la crudeltà di uno stato diabolico. La nostra generazione d’altro canto non sembra avere il coraggio o la perseveranza dei nostri nonni. Penso che siamo deboli… viziati e ingrati per tutta la sofferenza che è stata sopportata per il nostro bene. Come chiamano questi tempi… New Age?

 

Bella

I nuovi senza-dio.

 

Lev

Qualunque cosa sia… non è l’Ortodossia, questo è certo.

 

Bella

No. È più come un picnic senza alcun cibo.

 

Lev

Quand’è che gli altri hanno detto che sarebbero tornati?

 

Bella

Non lo hanno detto.

 

Lev

Penso che dipenderà da quanto era lunga la coda.

 

Bella

Probabilmente. Ma in un giorno coperto come oggi, non penserei che molti vogliano andare in barca.

 

Lev

Dove sono i copioni?

 

Bella

Nel cestino della mia bicicletta.

 

Lev

Non potremmo iniziare?

 

Bella

Senza gli altri?

 

Lev

Perché no? Dovunque due sono riuniti nel mio nome…

 

Bella

Penso che sarebbe meglio aspettare. So che Andre ama recitare la prima parte. È stata scritta da suo nonno.

 

Lev

Oh… in tal caso… forse possiamo iniziare da un altro punto, solo per pratica.

 

Bella

Può essere… guarda a pagina sette. Vedi dove dice… ”La vita va avanti?”

 

Lev

Sì… sì… sì… Lo conosco. L’ho letto al picnic due anni fa. Pensi che io sia un tipo alla Barbagrigia?

 

Bella

Barbagrigia era un assassino e un criminale, non un fisico con uno strano senso dell’umorismo.

 

Lev

Ah ha… vedi… pensi che io sia un Barbagrigia buffo. Pensi che Dio lo abbia perdonato?

 

Bella

Chi… l’assassino o il fisico?

 

Lev

Entrambi.

 

Bella

Non spetta a me dire chi e che cosa Dio perdona, ma se è vero, ed è vero, che Cristo è morto per tutti i peccati, allora tutti i peccati possono essere perdonati, anche i più orribili e i più cinici. Leggi solo i passi evidenziati in blu. Io leggerò il resto.

(Bella inizia a camminare DS)

La vita andava avanti nel campo. Nuovi prigionieri erano sistematicamente portati dentro per rimpiazzare quelli che erano andati nel cimitero del campo. La morte visitava quotidianamente il campo e portava con sé nuove vittime. Il domani non portava sorprese e il desiderio di morire era comune tra i prigionieri. Come aveva sempre fatto, Padre Arsenio aiutava quelli che gli stavano intorno… portando loro sostegno fisico e consolazione spirituale. Era indispensabile a molti. In qualche modo entrava senza farsi notare nella vita degli altri… portava i loro dolori… diminuiva le loro difficoltà e con l’esempio della propria vita mostrava loro che uno poteva sopravvivere nel campo sapendo che Dio ti stava sempre alle spalle, e potevi chiamarlo in ogni momento. C’era un criminale soprannominato “Barbagrigia” che cadde seriamente ammalato. Aveva dolori al sistema digestivo. Quando i dolori divennero intollerabili andò dai medici del campo. Questi non lo avevano mai guardato veramente… non lo avevano mai esaminato. Quando alla fine lo fecero… dissero che era un cancro del fegato di lunga data, che aveva formato metastasi. Barbagrigia stava morendo di una morte difficile… era arrabbiato con tutti e con tutto, ma accettò con mitezza le cure di Padre Arsenio. Gli piaceva quando Padre Arsenio veniva da lui e si sedeva sulla sua branda. Quando Padre Arsenio era vicino… Barbagrigia iniziava a raccontare la sua vita e in qualche modo poteva dimenticare i suoi dolori. Circa due giorni prima di morire… disse…

 

Lev

“Sto morendo e sto soffrendo perché lo merito. Ho portato dolore a molte persone, e ne ho uccise molte. Ho iniziato la mia vita nel modo sbagliato. Non voglio pentirmene perché ho fatto così tante cattive azioni che non le posso nemmeno contare. So che è impossibile perdonarmi, e perché, poi? Credo a malapena in Dio. Ho alcune superstizioni, ma so e sento che Dio esiste a causa tua… perché tu, Padre, credi in lui e vivi per lui. Io vengo da una famiglia sacerdotale. Mio padre era un diacono. Non credeva in Dio… serviva per essere pagato perché non c’era alcun altro lavoro. Serviva come un professionista. Crescendo non vedevo altro che bugie e inganni tutto attorno a me. Ora so che Dio esiste ma non ho alcun sentiero aperto verso di lui. Le cose che ho fatto non possono essere perdonate. Sto morendo ma non ho paura della morte. Eppure c’è una cosa che mi spaventa, e non so che cosa sia… ho pensato per un certo tempo che ti avrei chiesto di ascoltare la mia confessione… ma vedi che non sono veramente dispiaciuto… ciò che è accaduto… è accaduto. Ma ci sono due cose che spesso vedo davanti ai miei occhi quando non riesco a dormire. Qualche volta le sogno pure. Ho dovuto uccidere un ragazzo… di 17 anni… era uno sciocco ragazzino. Mi stava pregando in ginocchio… mi pregava e piangeva… avevo bevuto un bel po’ di vodka e volevo vantarmi davanti ai miei amici, cosi mi feci gioco di lui. Tutto ciò che devo fare è chiudere i miei occhi ed eccolo lì… il ragazzo… con la faccia coperta di lacrime. E poi c’è questa donna. Non mi lascia in pace. Mi appare davanti ogni giorno. Volevamo rubare in un appartamento… che credevamo vuoto… tutti dovevano essere al lavoro. Così siamo entrati e questa donna era lì… una bella donna… alta… ben fatta… una vera bellezza, come dicono. Mentre siamo entrati… è corsa alla finestra. L’abbiamo chiusa in una stanza. C’era molto da prendere in questo appartamento… c’era anche dell’oro. Abbiamo iniziato a mettere assieme la roba… poi è arrivato il tempo di andare, ma questa donna ci aveva visti. Dovevamo ucciderla. Non c’era altra via d’uscita… altrimenti ci avrebbe potuti riconoscere in seguito. Sono entrato e mi ha guardato con grandi occhi terrorizzati. L’ho presa per il polso e quindi ho deciso di possederla. Ho detto ai miei amici di andare nella camera accanto. Mi ha colpito in faccia, e quindi, diventando all’improvviso molto dignitosa… mi ha detto con calma…

 

Bella

“Non sei un uomo… sei un animale. Fai in fretta”.

 

Lev

Nei suoi occhi non vedevo altro che odio, ma questo esaltava la sua bellezza, e l’ho violentata. Quindi ho preso il coltello… Stava accanto al muro aspettando il colpo. Si è girata verso l’angolo dove c’era un’icona… si è fatta diverse volte il segno della croce e ha detto…

 

Bella

“Ora uccidimi. Dio è con me. O Madre di Dio, non mi abbandonare”.

 

Lev

Ho provato compassione per lei, ma che potevo fare… avevamo preso una gran quantità di cose da quell’appartamento… così l’ho colpita sotto il seno con il mio coltello… ha iniziato a cadere e si è segnata sussurrando in fretta “Dio abbi misericordia”. Così mi appare ora ogni giorno.

 

Bella

Padre Arsenio ascoltava Barbagrigia e pregava costantemente. Ma gli orribili dettagli che udiva mandavano brividi per tutto il suo corpo. Una tale crudeltà… ira… cinismo e completa mancanza di cuore non si trovavano spesso, neppure in questo campo. Forse Padre Arsenio stava cercando di trovare un modo di perdonare i terribili peccati di un uomo morente la cui confessione tradiva la sua coscienza in agonia. Barbagrigia stava morendo. Il suo volto era sfigurato dalla sofferenza o forse dalla collera verso tutti i viventi. Anche quando morì il suo volto rimase distorto e congelato in un ghigno di collera e odio.

(breve pausa)

Era una persona triste… pover’uomo. Mi chiedo che cosa fosse l’ultima cosa che vide prima di morire… Pensi che abbia visto l’inferno?

 

Lev

Come puoi vedere l’inferno… se sei già all’inferno?

 

Bella

Ho sentito dire che i santi possono portare i peggiori peccatori sulla propria schiena spirituale. Sono sicura che Padre Arsenio ha fatto del suo meglio.

 

Lev

Dopo una morte così terribile ho bisogno di una bevuta. La morte mi mette sete. Vuoi qualcosa da bere?

 

Bella

No… Grazie.

 

Lev

Mio nonno era solito dire che c’erano tre modi di bere… puoi bere per la tua testa… puoi bere per il tuo cuore… e puoi bere per la tua salute.

 

Bella

Allora… Tu per quale bevi?

 

Lev

Bevo per un poco di tutti.

 

Bella

Io detesto la vodka. È la maledizione della nostra nazione.

 

Lev

Così… Non bevi nessun alcolico?

 

Bella

Bevo talvolta un po’ di vino… Vino francese, se lo riesco a trovare. Qualche volta ce l’hanno al supermercato.

 

Lev

Io ho qualcosa di speciale per noi. Lo porterò quando vengo a cena. Me ne resta una bottiglia. L’ho portato dall’Italia. Si chiama Limoncello. È fatto per lo più di limoni e zucchero, ma con un po’ di infusione di alcool. È fantastico con il pollo arrosto.

 

Bella

Mi piacciono i limoni… così, se dici che non è troppo forte… lo proverò.

 

Lev

Fidati. Se la Madre di Dio stesse cenando con noi… lo berrebbe.

 

Bella

Queste sì che sono credenziali. Sai che bevi come un russo?

 

Lev

Sì. E come?

 

Bella

Troppo, e troppo in fretta.

 

Lev

La confessione di Barbagrigia mi ha seccato la gola. Ecco che ritorna… Come l’hai chiamata? Una lacrima dal cielo. Ebbene, ho appena sentito diverse altre lacrime dal cielo.

 

Bella

Andrà tutto bene… Padre Arsenio non ci lascerà ricoprire di pioggia.

 

Lev

Sì. Finché la Madre di Dio non inizierà a piangere… Immagino che siamo al sicuro.

Scusa, era una brutta battuta. A proposito… l’ultima volta che ti ho vista… Penso che tu mi abbia detto che lavoravi nel teatro.

 

Bella

Non più. Ho finito. Non lavoro più nel teatro. Ora sono cresciuta… Immagino. Eccetto quando Andre e io andiamo in giro per diverse chiese e recitiamo storie dalla vita di Padre Arsenio… un po’ come facciamo al picnic. Ma il teatro comico… il teatro drammatico… Chekov… Shakespeare… Gogol… per quanto li amo, sento che il teatro è qualcosa che non dovrei più fare in vita mia. Come Padre Arsenio era solito dire… La volontà di Dio è inscrutabile.

 

Lev

E dunque… cosa stai facendo ora?

 

Bella

Niente di tanto importante. Nulla che possa impressionare un fisico che ha lavorato all’estero.

 

Lev

Prova… Io sono molto impressionabile.

 

Bella

Lavoro in un supermercato.

 

Lev

Davvero?

 

Bella

Sì. Due lauree… una in letteratura russa e l’altra in teatro, e lavoro in un supermercato. Ma la cosa strana è che mi piace.

 

Lev

Posso dirti una cosa?

 

Bella

Cosa?

 

Lev

Io non ho mai voluto essere un fisico. Volevo essere un attore o un poeta.

 

Bella

E ora?

 

Lev

Voglio essere felice.

 

Bella

E quand’è che la felicità è diventata una professione?

 

Lev

È l’unica professione. L’unica professione essenziale… almeno per me.

 

Bella

Mi sembra piuttosto pagano.

 

Lev

Non è la vita di un asceta, ma io non mi direi un pagano. Non sono così egoista. Sono anche interessato alla felicità degli altri.

 

Bella

Sono felice di sentirlo… ma felicità secondo quali criteri… i tuoi o i loro?

 

Lev

Non pensi che tutti i santi siano felici? Gesù era felice. Serafino di Sarov era felice e Padre Arsenio era felice, altrimenti non avrebbe tentato così duramente di condividere la sua felicità con gli altri. Le persone davvero felici vogliono che gli altri condividano la loro gioia, e la gioia è la madre della felicità.

 

Bella

È vero, e l’amore è il padre.

 

Lev

Sì… assolutamente… l’amore è il padre

(entra Andre… un uomo di trent’anni. Porta un lungo bastone che ha raccolto nella foresta circostante. Pretende che sia un fucile. Entra urlando.)

 

Andre

Siete in arresto! Entrambi! In piedi sulla panca con le mani in alto! Presto! Presto!

(Bella e Lev stanno al gioco.)

 

Bella

Andre, hai bevuto?

 

Andre

Mai più di quanto mi è permesso. Ora mettete le mani dietro la testa.

 

Lev

Quali sono le accuse?

 

Andre

Questa è la Russia… non hai bisogno di accuse… tutto ciò di cui hai bisogno sono sospetti.

 

Lev

Bene… quali sono i sospetti?

 

Andre

Sospetti… sospetti… fare un picnic senza permesso.

 

Lev

Non lo faremo mai più.

(a Bella)

Vero?

 

Bella

Mai.

 

Andre

Non ha importanza… siete stati condannati come nemici dello stato e morirete assieme.

 

Lev

Ah… come Romeo e Giulietta. Ma c’è un problema.

 

Andre

Quale?

 

Lev

Non siamo innamorati.

(a Bella)

Lo siamo?

Bella

Che ne farai dei nostri corpi?

 

Andre

I corpi… sì… li lasceremo cadere come le pigne… poi li lasceremo agli scoiattoli. Ma prima mi farò una bevuta.

 

Bella

Dove sono gli altri?

 

Andre

A vagare nei boschi… a raccogliere fiori selvatici… a baciarsi sotto le betulle… chi lo sa. Mi sono perduto rientrando, e per altre ragioni. Ho avuto una visione.

 

Bella

Andre… ci stai prendendo in giro.

 

Andre

No. Ve lo giuro… Ho avuto una visione… bene, forse non era una visione ma ho visto qualcosa al di fuori dell’ordinario.

 

Lev

Che cos’era, un omino da Marte?

 

Andre

No. Forse era una donnina da Marte. Vedete, ero appena sceso dalla barca. A proposito, la barca faceva acqua. I miei piedi sono ancora bagnati. Mi sento come se avessi camminato sulle acque. Comunque… quando siamo tornati al pontile ho pensato di aver visto qualcuno che conoscevo… una mia vecchia compagna della scuola di teatro a Mosca. Così… Ho lasciato Peter e Liana e mi sono incamminato in direzione di questa persona che credevo la mia amica. Appena sono arrivato al bordo del bosco… Peter mi ha chiamato e mi sono voltato. Mi ha urlato che ci saremmo rivisti al posto del picnic. Gli ho fatto un cenno con la mano e mi sono girato di nuovo… quindi ho visto questa persona svanire nel bosco.

 

Bella

La tua amica?

 

Andre

Sì… Voglio dire no… questa persona che credevo la mia amica. Così sono corso nel bosco cercando di raggiungerla, ma era scomparsa… svanita. Naturalmente… ho continuato a camminare… pensando che forse si stava nascondendo dietro un albero e voleva farmi una sorpresa. Avevo fatto circa cento metri, quando ho sentito una forza che mi spingeva da dietro. Mi sono fermato e mi sono voltato. Davanti a me, a circa cinque metri, ho visto questa immagine di una donna incisa in un albero. Le sue labbra sembravano muoversi come se stessero pregando. Ma mentre mi avvicinavo a lei… la figura diventava sempre meno visibile, e sempre più simile alla corteccia di un albero… sempre meno simile a una donna… ma non lo so con sicurezza, perché la luce faceva strani giochi, e io ero così nervoso che potevo appena trattenere il respiro. Mi sono fermato di nuovo e ho iniziato a camminare all’indietro. L’immagine diventava sempre più chiara. È stato allora che mi sono reso conto che era la Madre di Dio di Vladimir. Che cosa pazza… lo so… e non stavo neppure bevendo.

 

Lev

Fatti un’altra bevuta.

 

Andre

Buona idea.

 

Lev

Mi unirò a te.

 

Bella

Non ne hai avuto abbastanza?

 

Lev

Questo è per Andre e per la Madre di Dio di Vladimir.

 

Bella

Non usare nostra Signora come scusa.

 

Lev

Non lo sto facendo. È lei la mia ispirazione. Conosci la poesia di Voloshin… La Madre di Dio di Vladimir?

 

Bella

No.

 

Lev

Andre… e tu?

 

Andre

Io?… Io sono un idiota letterario. La sola poesia che conosco è di Gumilov… quella in cui predice la propria morte.

 

Lev

La conosco bene.

Il proiettile che sparano fischierà

Sul fiume grigio e schiumoso…

 

Andre

Il proiettile che sparano troverà il mio petto

È venuto per me

Io cadrò e nell’abbraccio della morte

Vedò chiaro il mio passato

 

E Dio mi darà in piena misura

Ciò che mi merito per la mia vita corta e amara…

 

Bella

Triste. Molto triste. Che spirito non salvato.

 

Andre

Era ortodosso, tuttavia.

 

Lev

Sì… è vero, ed era un credente… Naturalmente la sua fede non era del tutto la fede della Chiesa. Credeva come a quel tempo credeva la maggior parte dell’intellighentsia.

 

Andre

E la poesia su Vladimir?

 

Lev

Non la ricordo tutta, ma farò del mio meglio. So che non fu mai pubblicata sotto il comunismo. Alcuni dei versi erano fatti circolare a voce, e alcune copie complete furono fatte da lui per i suoi amici. Miracolosamente sfuggì ai campi.

 

Liana

(fuori scena.)

Peter… tieniti alla mia spalla.

 

Peter

Sto bene. Ce la faccio. Non ho bisogno di aiuto.

(Entrano. Peter zoppica. Liana è dietro di lui. Hanno entrambi circa 40 anni).

Mi dispiace di avervi fatto aspettare.

(Si siede al tavolo da picnic. Inizia a servirsi da bere.)

 

Andre

Che ti è successo?

 

Peter

Nulla.

 

Liana

È caduto.

 

Peter

Non sono caduto… qualcosa mi ha spinto.

 

Andre

Qualcosa di che tipo?

 

Peter

E chi lo sa! Mi sto convincendo che il diavolo non ama i nostri picnic annuali. L’anno scorso Dimitri, se ricordate… è caduto da questo tavolo e si è rotto un braccio.

 

Bella

Era ubriaco.

 

Peter

Dimitri Sazikov ubriaco?… Mi stai prendendo in giro.

 

Lev

Dov’è Dimitri? Non l’ho visto da diversi anni.

 

Peter

È in monastero. Non lo hai mai notato? C’era scritto ‘monaco’ dappertutto, su di lui. Dovremmo iniziare prima che lo faccia la pioggia.

 

Liana

Sarai in grado di camminare?

 

Peter

Ti ho detto che sto bene.

 

Bella

Lev stava proprio per recitare una poesia sulla Madre di Dio di Vladimir.

 

Peter

Bene. Recitala, dunque. Liana, passami un copione.

 

Bella

Lo prendo io.

 

Liana

Oh Peter… lo sai? Ho dimenticato i fiori. Li ho lasciati a terra quando sono venuta ad aiutarti.

 

Peter

Va bene lo stesso.

 

Liana

Ma che si fa con la tomba di Padre Arsenio?

 

Peter

Ci perdonerà. E poi… la sua storia è più importante della sua tomba.

 

Lev

Non su un trono ma sul suo braccio.

 

Peter

Chi hai detto che era l’autore?

 

Lev

Voloshin.

 

Peter

Ma sì… naturalmente.

 

Lev

Non su un trono ma sul suo braccio.

Abbracciato al suo collo e alla sua destra

Egli la guarda…

La sua guancia premuta contro quella di lei

E sembra chiedere in continuazione…

Sono senza parole

Non ho la forza né i termini

Ed ella triste ed allarmata

Guarda attraverso l’increspatura che si muove

Nel lucente orizzonte del mondo

Dove il tramonto somiglia al fuoco

E un’emozione tanto triste riposa

Sui suoi puri tratti verginali... che il suo santo volto

Nel fuoco della preghiera... a ogni secondo

Come se fosse vivo cambia espressione…

 

Chi ha aperto i laghi di questi occhi

Nelle fornaci ardenti di Bisanzio

Nei giorni maligni dell’iconoclasmo

Il suo volto da elementi di fiamma

Si è incarnato nei colori del mondo

Ma di tutte le sante rivelazioni

Fatte dall’arte… questa è l’unica

Sopravvissuta al falò dell’autodistruzione

Tra i frammenti e le rovine …

 

La terrificante storia della Russia

È passata davanti al suo santo volto…

Gli anziani e le monache si prosternavano

Gli altari incensati erano accesi

L’umile zarina baciava il suolo

Gli zar alteri si inchinavano davanti a te

Con morte e sanguinose battaglie

Fu illuminata la tela vergine

La tela davanti a cui tutta la Russia

Ha pregato per otto secoli…

 

Il santo Cremlino non tremola più

Per il rintocco delle campane, e i fiori non sbocciano

Il mondo ha perduto il miracolo accecante

La rivelazione della bellezza eterna

O fedele guardiano e zelante custode

Di nostra Signora di Vladimir… a te …

Dono due chiavi... una d’oro per la sua dimora

E una arrugginita… per il nostro più triste destino…

 

Peter

Che si può dire dopo una poesia del genere?

 

Bella

È squisita… Lev.

 

Liana

Molto bella.

 

Andre

Sì. Brillante.

 

Peter

Ricordo di avere letto che Padre Arsenio incontrò una volta Voloshin e ascoltò la sua confessione. Dopo chiese a Voloshin di cercare di non ripetere gli stessi errori. Voloshin rispose con un’onestà da fanciullo… dicendo che avrebbe lottato con se stesso, ma che per natura era troppo terreno e in alcune difficili situazioni non sarebbe stato in grado di controllarsi. Era un uomo onesto.

 

Lev

I grandi poeti sono tutti uomini onesti. I cuori menzogneri producono solo miserabili contraffazioni.

 

Andre

Dovremmo incominciare con la preghiera?

 

 

Bella

(facendosi il segno della Croce)

Degno è davvero dire di te beata, Genitrice di Dio.

 

Liana

(facendosi il segno della Croce)

Sempre beata e tutta immacolata e Madre del nostro Dio.

 

Andre

(facendosi il segno della Croce)

Proteggici e salvaci da ogni pericolo.

 

Peter

(facendosi il segno della Croce)

Veglia con misericordia su tutti coloro che si sono addormentati.

 

Lev

Ricordiamo specialmente l’anima del tuo servo, Padre Arsenio.

 

Peter

E tutte le altre anime dei tuoi servi addormentati… molti dei quali hanno sofferto sotto il terrore del comunismo ancor prima che alcuni di noi nascessero. I tuoi servi Yuri… Kyra… Natalia Petrovna…

 

Liana

Julia… Nikolai…

 

Andre

Lyuda… Vladimir…

 

Bella

Irina… Boris… Roman… Alexi…

 

Andre

Konstantin…

 

Liana

Lena…

 

Peter

Seraphim ed Elena. E tu che dici, Lev?

 

Lev

Io… Oh… Scusate… devo essermi messo a pensare a qualcos’altro.

 

Peter

Chi vuoi ricordare per nome?

 

Lev

Mio nonno, immagino. Sì… mio nonno.

 

Peter

Ce l’aveva un nome?

 

Lev

Era ebreo.

 

Peter

E gli ebrei non hanno nomi?

 

Lev

Samuele. Il suo nome era Samuele.

 

Peter

Dona loro il riposo, o Signore… perdonando tutti i loro peccati… volontari e involontari, e concedi loro il regno dei cieli.

 

Bella

Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di noi.

 

Tutti

Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di noi.

 

(Mentre il gruppo si fa il segno della Croce le luci iniziano a smorzarsi. Musica dalla funzione della Veglia notturna all’Icona della Madre di Dio di Vladimir…

Venite adoriamo).

 

Fine dell’Atto 1

 

ATTO 2 Il Memoriale

Quelli che risplendono come angeli

 

Pochi minuti dopo. Quando si accendono le luci… Le bottiglie sono state ripulite dal tavolo da picnic… Peter è in piedi sotto alla scena. Ha un copione nella mano sinistra. Lev è seduto sul banco dietro a lui. Andre è appoggiato al tavolo da picnic. Bella e Liana girano per la scena raccogliendo le pigne. Appena trovano una pigna la portano ad Andre e la mettono vicino ai suoi piedi. Andre inizia a parlare.

 

Scena 1 – La volontà di Dio

 

Andre

Mi condannarono alla fucilazione il 21 novembre, giorno della festa dell’Arcangelo Michele. Al mattino, dopo la conta… il convoglio mi portò al cancello dove eravamo soliti entrare e uscire dal campo. Avevano raccolto venticinque persone… per la maggior parte preti… diaconi e un vescovo. Faceva freddo… avevamo freddo ma iniziammo a cantare… Degno davvero è dire di te beata, o Genitrice di Dio, e Santo Dio. Le guardie non dissero nulla. Sapevano che sarebbero state le nostre ultime parole prima di morire. Sapevamo che ci avrebbero presi per fucilarci al grande fosso dove erano soliti sparare ai prigionieri. Passò circa un’ora, nella quale cantammo tranquilli. Improvvisamente arrivò un soldato e ordinò a certi prigioneri di venire fuori. Chiamò in tutto cinque persone e disse…

 

Peter

Veloci! Tornate alle vostre camerate. Presto!

(Andre inizia a muoversi verso il tavolo da picnic. Bella e Liana continuano a portare pigne nello stesso posto.)

 

Andre

Gli altri fuono portati fuori… e in circa quindici minuti sentimmo il suono delle mitragliatrici.

(Si siede sulla panca vicina al tavolo da picnic.)

Perché mi abbiano tolto da questo gruppo di prigionieri condannati… non lo so. È stata la volontà di Dio.

(Peter inizia a picchiare Andre. Lo colpisce in faccia. Suono di colpi.)

 

Scena 2 – L’Interrogatorio

 

Liana

(Posando a terra una pigna e camminando SL.)

La sezione speciale stava facendo gli straordinari. Molti erano chiamati agli interrogatori.

Minacce… percosse e la cella di punizione diventavano eventi ancora più frequenti. Si creavano nuove accuse… si scoprivano complotti immaginari… si riaprivano i fascicoli personali… molti prigionieri venivano fucilati. A marzo chiamarono Padre Arsenio per l’interrogatorio. Il suo interrogatore era il Maggiore Odinzov. Era un uomo di media altezza… calvo… dalla faccia rossa, con occhi senza colore e labbra come lame di rasoio. Era sempre ben vestito di abiti ben stirati… era sempre educato all’inizio, ma poi creava il panico in quelli che interrogava, per la crudeltà delle sue domande. Era soprannominato dai prigionieri “il cortese” o anche più spesso…

 

Peter

(in piedi al di sopra di Andre.)

Incominciamo, allora. Sono felice di incontrarti. Sono molto felice. Probabilmente hai sentito parlare di me. Mi chiamo Odinzov.

 

Lev

(Legge il dialogo dal banco ai piedi della scena.)

Sì… ho sentito parlare di lei, Compagno Interrogatore.

 

Peter

Bene, Padre! Ora, perché non incominciamo? Con me dovrai parlare e ammettere… se non ammetti, farai un bagno nel tuo sangue. Io sono famoso per i miei metodi. Iniziamo! Ammetti i tuoi crimini.

 

Lev

Di cosa dovrei parlare?

 

Peter

Dimmi, sciocco prete, delle organizzazioni che esistono in questo campo, che complottano di uccidere il Compagno Stalin. Sappiamo già tutto. Alcune persone ci hanno informato su di te. Non sprecherai il mio tempo, se hai sentito parlare di me.

 

Liana

Padre Arsenio divenne un fascio di nervi. In cuor suo supplicò la Madre di Dio di non abbandonarlo…

 

Lev

Non abbandorare me peccatore. Dammi forza, o Madre di Dio. Il mio spirito è debole. Non ne so nulla di complotti o cospirazioni, e non ho nulla da confessare.

 

Peter

Sai che ti dico, prete?… Non mi metterò a giocare con te… dato che sei già mezzo morto e non ti importa di morire. Ma per me è estremamente importante, per il mio futuro, che si scopra un complotto. Così tu scriverai quello che ti detto.

 

Lev

Compagno Interrogatore… mi permetta di farle una domanda.

 

Peter

Nessuno mi fa mai domande… le domande le faccio io. Ma chiedimi comunque, dato che sei già mezzo morto.

 

Lev

Compagno Interrogatore... guardi per favore il mio fascicolo… vedrà che non ho mai denunciato nessuno nonostante i pestaggi… pestaggi severi.

 

Peter

Non voglio sapere chi ti abbia interrogato in precedenza. Ma con me scriverai tutto ciò che ti dico.

                                                             

Lev

No… non scriverò nulla. Non c’è alcuna cospirazione in questo campo. Ha soltanto voglia di aprire un nuovo caso e di far fucilare molti innocenti… che comunque qui moriranno presto.

 

Peter

Oh… mio caro… non hai idea di quel che ti aspetta proprio adesso.

(Peter colpisce duramente Andre sulla faccia. Al terzo colpo Andre cade al suolo. Peter inizia a prenderlo a calci. Lev… Bella e Liana ripetono quietamente e velocemente … “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di me peccatore”… dopo la terza ripetizione, i calci si fermano. Blocco. Pausa.)

 

Liana

Quando Padre Arsenio riprese i sensi era già nell’ospedale del campo. Gli avevano suturato i tagli e fasciato la testa. Rimase in ospedale per oltre un mese. Pochi mesi dopo fu richiamato alla sezione speciale. Qui incontrò un uomo dal volto severo.

(Andre cammina fino al banco e si siede vicino a Liana)           

 

Andre

Sei un sopravvissuto. Neppure Odinzov ti ha finito. È buona cosa. Ho ordini da Mosca di non sopprimerti! Non so perché, ma stanno probabilmente controllando qualcosa. Così, va’ pure e vivi.

 

Liana

Le cicatrici sul corpo e sul capo gli rimasero come ricordi dei suoi interrogatori.

 

Scena 3 Ti ordino di fermarti!

 

Peter

Potevi vedere tante persone così differenti nel campo.

(Riposandosi sul bordo DS del tavolo da picnic.)

Alcuni erano fanatici a un livello folle. Nelle loro convinzioni erano assolutamente sinceri, e come risultato guardavano tutti gli altri come se fossero pecore perdute. Avevano paura di rivelare la loro fede, anche nei dettagli privi di importanza. Spesso questi fanatici aiutavano gli altri, ma avevi l’impressione che lo stessero facendo per la propria salvezza, e non per il prossimo. Padre Arsenio era amato. Alcuni cercavano di convincerlo che la sua fede era sbagliata, al che Padre Arsenio rispondeva sempre…

 

Andre

Io sto forse cercando di convincervi che la vostra fede è sbagliata? Credete a ciò che vi detta la vostra anima… allora troverete la verità. Ricordate le parole dell’Apostolo Paolo… Portate i fardelli gli uni degli altri e portate a compimento la legge di Cristo… solo con la bontà potrete vincere sul male.

 

Peter

E io sentivo sempre… sì… il fatto stesso che egli stesse portando i pesi di altri gli permetteva di sopportare la propria sofferenza. Questo attraeva a lui la gente, e gli dava la forza di spirito che obbligava gli altri a fare ciò che egli aveva ordinato in nome di Dio… Come successe un giorno alla conta, quando un uomo mancava… all’improvviso uscì dalla camerata. E prima che potesse prendere il suo posto nella fila… i supervisori iniziarono a prenderlo a calci con gli stivali. Lo stavano colpendo senza pietà. Io ero in piedi vicino a Padre Arsenio e improvvisamente vidi che aveva fatto un passo fuori della fila… si fece il segno della croce… benedisse il supervisore che stava picchiando il giovane e disse a voce forte e chiara…

 

Andre

Nel nome del Signore… ti ordino di fermarti! Fermati!

 

Peter

Il supervisore si fermò immediatamente… esattamente come Padre Arsenio gli aveva ordinato.

 

Scena 4 – Eterna sia la loro memoria

 

Bella

L’anno era il 1957. Stalin già morto da tre anni, giaceva al Cremlino… più freddo di una tempesta di neve russa. Io non ero più sotto stretta sorveglianza, e mi era permesso lasciare le aree protette per brevi periodi. Quando finivo il mio lavoro, lasciavo il campo e camminavo lentamente verso la più vicina foresta o verso il piccolo ruscello paludoso. Mi sedevo su un tronco secco e iniziavo a pregare.

 

Liana

La mia voce risuonava nella foresta sparsa… tra i rami delle betulle e dei salici che si piegavano nell’acqua… negli alberi di pino e nell’erba.

 

Bella

Qui nella foresta c’era tanta pace e pregare era così facile. In quei tempi… mi sentivo come se i miei figli spirituali e i miei amici liberi fossero là radunati con me.

 

Liana

Faceva caldo… le zanzare si riunivano e ronzavano... formando una nuvola grigia. Un improvviso soffio di vento le portava tutte via, ma in pochi secondi il vento si calmava e la nuvola di rumorose zanzare mi circondava di nuovo.

 

Bella

Dimenticavo immediatamente il campo.

 

Lev

Le camerate.

 

Peter

I criminali.

 

Andre

La costante supervisione.

 

Bella

C’era solo l’illimitato cielo azzurro… la foresta… l’erba che ondeggiava e la preghiera che univa tutto con Dio e con l’intero mondo da lui creato.

 

Lev

Non mi era permesso lasciare spesso il campo. Questo era uno di quei giorni. Lasciai la zona protetta e camminai a lungo nella foresta sparsa che stava oltre il campo… quando il campo speciale era pieno delle migliaia di prigionieri che vi erano vissuti e vi avevano sofferto… bruciavano costantemente dei falò per sgelare il terreno, per permettere di scavare le fosse in cui seppellivano i prigionieri morti in quel giorno.

 

Andre

L’area di sepoltura era enorme. Tutta quest’area che era stata circondata di filo spinato era ora aperta. In certi luoghi i pali erano caduti.

 

Peter

Il filo spinato era spezzato e penzolava in modo pietoso.

 

Andre

Il cimitero sembrava ora un grande orto abbandonato con le sue file di rifiuti ineguali e trasandate.

 

Lev

Camminavo molto più oltre.

 

Peter

Il terreno era a tratti bagnato… i miei piedi affondavano nel fango. Era difficile camminare. Dovevo passare sopra a cumuli di terra e attorno a cumuli ancor più grandi, o agli avvallamenti dove c’erano state le fosse comuni.

 

Andre

Il sole caldo si avvicinava all’orizzonte.

 

Lev

Mi fermai… mi guardai attorno… feci il segno della Croce per benedire tutti quelli che erano sepolti in questo campo di morte.

 

Bella

I ricordi mi assalivano.

 

Liana

Ricordi dolorosi… pesanti.

 

Bella

Ricordo i loro volti. Ognuno di loro aveva una vita di cui io ero parte.

 

Lev

I ricordi venivano e andavano, solo per essere sostituiti da altri.

 

Bella

Migliaia… decine di migliaia delle persone che giacevano qui erano state uccise dalle brutali condizioni di questo campo… uccise lentamente… portate alla morte da altre persone.

 

Liana

Giovani… anziani… migliaia di credenti…

 

Peter

Combattenti che avevano dato il proprio sangue per la loro patria…

 

Andre

E persone ordinarie, che erano stati mandati al campo perché qualcuno li aveva denunciati senza alcuna vera ragione.

 

Lev

Qui sotto lo stesso suolo c’erano anche persone che erano state traditori… assassini… carnefici… agenti segreti e criminali ordinari, e in qualche punto distante potevi sentire il suono di un bulldozer, che stava spianando i cumuli e i fossi, perché nessuno sapesse o ricordasse mai chi giaceva là sotto.

 

Bella

Ricordandoli, pregavo… ma all’improvviso le parole della preghiera si sono inaridite e mi sono trovato perduto su questo campo… schiacciato dai ricordi… da dubbi e da un’insondabile vacuità.

 

Liana

Che cosa rimaneva di chi era ormai andato? Forse una piastrina arrugginita con sopra un numero, o un osso che spuntava da sotto terra.

 

Andre

Le sepolture qua si facevano sempre in fretta… le fosse erano ben poco profonde e molti erano gettati assieme nelle stesse fosse.

 

Peter

In inverno i corpi venivano coperti con neve mista con terra… in estate una brigata speciale era assegnata al lavoro di coprire le ossa di gambe e braccia che spuntavano da sotto terra. Anche ora si poteva sentire un tenue odore di putrefazione.

 

Lev

Ma la vita continua, e sempre continuerà. Questa è la legge di Dio, e il mondo da lui creato segue i suoi disegni. Dio, il creatore della vita, non ci chiama a permettere allo sconforto e alla tristezza di possederci. Vuole che preghiamo per i morti. Vuole che facciamo del bene nel suo nome… nel nome di sua Madre e nel nome di tutte le persone che vivono su questa terra.

 

Bella

Finii di pregare e lasciai lentamente il cimitero.

 

Liana

Il sole invernale stava pian piano calando all’orizzonte oltre la foresta.

 

Peter

L’aria era divenuta immobile e quieta, potevi sentire solo un completo silenzio sul cimitero.

 

Andre

Voltandomi in tutte e quattro le direzioni… benedissi con il segno della croce tutti quelli che riposavano là, e con un profondo inchino mi accommiatai da loro.

 

Bella

Concedi il riposo, o Signore, alle anime dei tuoi servi addormentati.

 

Liana

Eterna sia la loro memoria.

(Andre… Bella… Liana e in seguito Lev iniziano a spostare il tavolo da picnic al centro della scena. Anche le panche vengono spostate a destra e a sinistra.)

 

Scena 5 – Tutto è nelle mani di Dio

 

Peter

Nella primavera del 1958… ben cinque anni prima del termine ufficiale del periodo di detenzione di Padre Arsenio… egli fu liberato. Gli dissero che era rilasciato a causa di un’amnistia generale. Glie lo dissero nonostante il fatto che tutti gli altri prigionieri in questione erano stati rilasciati dalla stessa amnistia due anni prima. Così lo vestirono… gli diedero un paio nuovo di scarpe nere… i suoi documenti di viaggio e i pochi soldi che aveva guadagnato nei suoi ultimi anni al campo. Padre Arsenio non era più abituato alla libertà. Non poteva immaginare la vita al di fuori del campo.

 

Bella

Tutto è nelle mani di Dio.

 

Liana

Dio si prenderà cura di tutto.

 

Peter

Un autocarro diede a Padre Arsenio un passaggio fino al vicino villaggio civile, dove salì sul treno che andava a sud. Improvvisamente dal suo scompartimento udì una voce…

 

Andre

Faremo meglio a stare attenti. Qui c’è qualcuno dal campo. Potrebbe derubarci.

 

Lev

Non capisco perché li liberano. Dovrebbero fucilarli tutti.

 

Peter

Il treno si stava muovendo. Passò per stazioni… fiumi… città. Sulle banchine… la genete camminava e parlava liberamente. La vita era vissuta. Alla fine… quando il treno si fermò… Padre Arsenio uscì. Il mattino era terso e chiaro. Al suolo c’erano ancora chiazze di neve non sciolta, e pozzanghere azzurre che riflettevano il cielo di primavera. Padre Arsenio camminò sulla banchina e uscì sulla piazza di fronte alla stazione. Tutto ciò che lo circondava gli sembrava poco familiare, anche la stessa città… questa cittadina che anni prima aveva conosciuto così bene. La Via del Monastero… la Via del Fiume e così via erano ora Via Engels… Via Maret… Via Soviet… Via Lenin. Padre Arsenio tirò fuori dalla tasca della sua giacca un foglietto con un nome e un indirizzo.

 

Bella

Sono Nadezhda Petrovna… figlia di un insegnante. All’età di sedici anni sono entrata nel partito comunista. Ho preso parte alla rivoluzione e sono stata attiva nell’amministrazione del partito. Ho completato l’Istituto dei Professori Rossi e ho iniziato a lavorare sul cosiddetto fronte ideologico. Ho pubblicato articoli e libri. Ho lavorato con noti comunisti, e sono stata eletta come delegata a diverse assemblee, ma nel 1937 sono stata improvvisamente arrestata e mandata in prigione. Mi hanno liberata nel 1955. Avevo tre figli… due maschi e una femmina… solo mia figlia Maria è ancora viva. Mio marito Pavel ha incontrato Padre Arsenio nel campo. A quel tempo era gravemente ammalato, ma ha suggerito, se il padre fosse mai stato liberato, che mi trovasse e mi parlasse di lui. E Padre Arsenio mi scrisse una lettera lunga e dettagliata, dicendomi tutto ciò che sapeva di Pavel e dei suoi ultimi giorni. Ho risposto alla sua lettera e gli ho offerto un posto dove stare quando lo avrebbero rilasciato dal campo.

 

Andre

Quando arrivai al cancello della casa tirai il campanello e attesi. Lo suonai molte volte ma non uscì nessuno. Non sapevo che fare. Stava facendosi freddo. Ero stanco e confuso. Ero così abituato alla stretta routine del campo… qui fuori perdevo il mio senso di pace. Mi sedetti vicino su una piccola panca. Passò del tempo. Una donna uscì dalla casa vicina…

 

Liana

Chi sta aspettando, compagno?

 

Andre

Aspetto Nadezhda Petrovna.

 

Liana

È da molto in questa città?

 

Andre

Sono un amico. Sono venuto a visitarla, dato che… non la vedo da lungo tempo.

 

Peter

Ma proprio allora arrivò una donna e Padre Arsenio capì che doveva essere Nadezhda Petrovna. Questa lo fece accomodare in casa sua… la stessa casa dove avrebbe passato gli ultimi quindici anni della sua vita. Quella prima sera egli le raccontò della vita di suo marito, e dei pensieri che aveva espresso prima di morire… le raccontò molte cose. E lei ascoltava ripetendo sempre la stessa frase…

 

Bella

Che uomo era il mio Pavel… che uomo! Lo hanno distrutto. Hanno pianificato la sua distruzione… i bastardi!

 

Peter

Padre Arsenio rimase da lei diversi giorni, ma sentì che rimanere là sarebbe stato difficile per lui, dato che tutto gli sembrava estraneo. Si sentiva intimorito quando pregava. Si sentiva come un ospite nonostante avesse la propria camera. Nel frattempo trovò un altro indirizzo in una delle sue tasche. Ringraziò Nadezhda Petrovna e andò da Maria Sergeyevna che era una conoscente di lunga data e una sua figlia spirituale da Mosca.

 

Bella

Circa dieci giorni dopo andai a far visita a Padre Arsenio… e cosa vidi? La casa è vecchia e decrepita. Padre Arsenio vive in una stanza piccola come un ripostiglio. Maria Sergeyevna è così anziana che non puo dare aiuto a Padre Arsenio, e ha bisogno lei stessa di aiuto. In altre parole, gli zoppi che guidano i ciechi. Iniziai a supplicarlo di trasferirsi di nuovo a casa mia.

 

Andre

Pensi davvero che questo sia possibile? Sai che sono un prete… Prego ininterrottamente per lunghi periodi e faccio funzioni di chiesa a casa. Tu non credi in Dio… sei atea. E poi ci saranno amici miei che mi visitano… e non solo pochi… ne verranno molti. Non sarei per te un buon inquilino.

 

Bella

Potevo vedere che anche Maria Sergeyevna disapprovava il fatto che si trasferisse di nuovo a casa mia. Ma per una ragione che non riesco a capire, provavo per lui un’enorme compassione, così tornai il giorno dopo e lo riportai a casa mia. Diedi a Padre Arsenio una grande camera con finestre che guardavano sul giardino. Era tranquillo e pacifico. Iniziai a prendermi cura di lui. Il Padre… l’avevo notato, non si era ancora abituato alla libertà, e la vita nel campo lo ossessionava ancora in tutti i suoi aspetti più spaventosi. Per le prime tre settimane non uscì di casa, ma poi iniziò ad andare a sedersi sulla piccola panca accanto al cancello. Potevo facilmente capire il suo stato mentale, perché io stessa, e molti dei miei amici che avevano passato del tempo in questi campi, eravamo passati attraverso esperienze simili… alcuni si erano chiusi in se stessi… altri avevano iniziato a darsi freneticamente da fare, ma poi erano andati seriamente in depressione. Iniziai a parlare a Padre Arsenio… a chiedergli di se stesso… a raccontargli di me stessa. Gli chiedevo il permesso di partecipare quando pregava o celebrava… era in quei tempi che diventava una persona del tutto differente. Mi colpì il fatto che non avevo mai visto una persona del genere. C’era qualcosa di molto speciale in lui… era una persona di alta spiritualità e aveva un grande cuore, come non ne avevo mai visti prima. Ma ci fu un evento che ebbe su di me la maggior influenza. Mio marito e io avevamo un amico molto caro… Nikolai. Egli fu arrestato allo stesso tempo di mio marito e gli fu dato lo stesso verdetto. Nel 1955 lo lasciarono uscire. Un giorno venne in visita e iniziò a parlarmi. Dopo un poco mi chiese…

 

Lev

Nadia… Ti sei risposata? Quando ho appeso il cappotto ho visto il cappotto e il cappello di un uomo. Di chi sono?

 

Bella

Ho un inquilino… uno che ha conosciuto mio marito durante il suo ultimo anno al campo.

 

Lev

Chi è?

 

Bella

Un prete. Padre Arsenio.

 

Lev

Che cosa! Padre Arsenio! Qui? Dov’è?

 

Bella

Corse in camera di Padre Arsenio gridando… Padre Arsenio… Padre Arsenio! Lo seguii, ed entrando vidi che si abbracciavano. Con mia sorpresa, stava piangendo… dicendo… Oh Signore, che gioia rivederti… ho chiesto di te… ti ho cercato con i miei amici… ma nessuno mi poteva dire dov’eri. Ti prego, dammi una benedizione nel nome del Signore. Si sedettero e iniziarono a parlare… dimenticandosi del tutto di me. Alla sera Nikolai ritornò a vedermi. Incominciò a parlare, e io iniziai a vedere Padre Arsenio in un’altra luce. Ricordo che mi disse…

 

Lev

Questa persona… Questo prete… Nadia… ha salvato centinaia di persone dalla sofferenza. Come li ha salvati? Con una parola buona… con sollecitudine… con aiuto. Sai bene quanto me che cosa può significare il supporto morale quando sei nel campo. È essenziale… anche più essenziale del cibo. Nel campo cercavamo tutti di fare gruppo con persone simili a noi… i membri del partito con altri membri del partito… la persona istruita con altra gente istruita. I contadini con i contadini… un ladro con altri ladri, e così via. Se per caso eravamo pronti ad aiutare qualcuno… aiutavamo solo quelli della nostra cricca… e ammettiamolo… non aiutavamo spesso… Padre Arsenio aiutava tutti. Per lui non esistevano buoni e cattivi… erano semplicemente persone che avevano bisogno di aiuto. Ecco come ha trovato me e il tuo Pavel. Eravamo disperati… entrambi… Volevamo fuggire, e sai che questo sarebbe significato morte sicura. Non dicemmo nulla a nessuno. Il giorno prima della nostra fuga Padre Arsenio è venuto da noi e ha iniziato a parlarci… ci ha parlato del nostro piano di fuga. Lo abbiamo guardato storditi. Come poteva saperlo? Eravamo perplessi. Ci sentivamo spaventati. Ci convinse a non tentare l’impossibile, ma lo fece gentilmente e con amore. Quando sentii dire nelle camerate che era un prete iniziai a disprezzarlo perché non aveva un aspetto imponente. Ma dopo avere vissuto nella sua stessa camerata per circa un anno… era diventato una luce di guida per me e per Pavel. Guardalo attentamente, Nadia, e finirai pure tu per chiedere la sua benedizione.

 

Bella

E fu esattamente ciò che feci. Sei mesi dopo divenni figlia spirituale di Padre Arsenio.

 

Scena 6 – Guida vittoriosa delle schiere trionfanti

 

Liana

Ero rimasta da una mia amica a conversare. Guardai l’orologio e vidi che erano le undici di sera. Le diedi la buona notte e corsi alla stazione. Non era lontana… dovevo prima attraversare il villaggio, e quindi per arrivare alla stazione dovevo passare per una piccola foresta. Una camminata di sette minuti in tutto. Corsi per le strade ed entrai nella foresta. Avevo un po’ di paura ma mi sentivo bene. All’improvviso sentii qualcuno che mi afferrava per le braccia e mi gettava qualcosa sulla testa. Cercai di liberarmi, e volevo urlare, ma mi legarono la bocca con uno straccio. Lottai per svincolarmi. Mi tirarono via dal sentiero e rimossero la giacca che mi copriva la testa, ma non tolsero lo straccio dalla mia bocca. Una voce di uomo disse…

 

Andre

Se fai un suono ti tagliamo a pezzi.

 

Liana

Vidi apparire un coltello.

 

Andre

Stai giù, idiota. Se collabori, non ti uccideremo.

 

Peter

Stai giù.

 

Liana

Mi levarono lo straccio di bocca e mi spinsero a terra. Li pregai di avere pietà di me e di lasciarmi andare. Il più alto mi mise un coltello contro il torace e mi punse. Allora seppi che nulla mi poteva salvare.

 

Andre

Guardate… fate trenta passi per quel sentiero… quando ho finito con lei… vi chiamerò.

 

Liana

Iniziai a dire la sola preghiera che riuscivo a ricordarmi… O guida vittoriosa delle schiere trionfanti… In quel momento il tipo alto mi gettò di nuovo a terra e iniziò a strapparmi i vestiti. Poi si piegò su di me con il coltello in mano. Potevo vederlo molto chiaramente ma non potevo smettere di pregare… ripetei ancora e ancora la stessa preghiera alla Madre di Dio.

 

Andre

Che cosa stai mormorando? Ti ho chiesto… che cosa stai dicendo?

 

Liana

Improvvisamente si alzò, guardò al di sopra di me come se avesse visto qualcosa. Guardò in basso a me e mi diede un calcio nel fianco.

                                                             

Andre

E lei che cosa ci fa… di notte nella foresta?

 

Liana

Mi raccolse e buttò via il suo coltello.

 

Andre

Andiamo via di qui.

 

Liana

Camminammo in silenzio. Continuavo a pregare, ma non ero più spaventata. Vidi improvvisamente le luci della stazione. Senza lasciare il bosco mi gettò i miei vestiti.

 

Andre

Vestiti. Io guarderò altrove.

 

Liana

Guardò altrove, e io mi vestii. Arrivati alla stazione mi comprò un biglietto per Mosca. Ci sedemmo nel treno. Non c’erano passeggeri all’infuori di noi due. Non dicemmo una parola. Continuai la mia preghiera ripetendo silenziosamente… O guida vittoriosa delle schiere trionfanti… Quando scendemmo dal treno mi chiese…

 

Andre

Dove vivi?

 

Liana

Io risposi. Prendemmo il tram e scendemmo alla fermata vicina a casa mia. Arrivati alla mia casa… Salimmo le scale. Presi la mia chiave, e di nuovo ebbi paura. Continuavo a pensare tra me… E lui che ci fa qui? Non volevo aprire la porta e rimasi bloccata lì davanti. L’uomo mi guardò e iniziò a scendere le scale… aprii la porta… corsi in camera mia e mi inginocchiai di fronte all’icona della Madre di Dio. La ringraziai e piansi. Mia sorella si svegliò e mi chiese…

 

Bella

Che ti succede?

 

Liana

Passò un anno. Un giorno ero a casa e stavo studiando. Suonò il campanello. Mia madre aprì la porta e la sentii dire “entra pure… sì, è in casa”. Mi alzai pensando che fosse uno dei miei amici. La porta si aprì e mi bloccai. Era il tizio della foresta. Rimasi immobile… egli entrò, si guardò attorno e senza prestarmi attenzione andò nell’angolo dove pendeva una litografia dell’icona della Madre di Dio di Vladimir. Andò verso l’immagine… la guardò e disse…

 

Andre

È lei… È lei.

 

Liana

Dopo essere rimasto lì per un minuto… venne verso di me e disse…

 

Andre

Non avere paura. Sono venuto a chiederti perdono. Perdonami, ti prego. Sono terribilmente in colpa con te… perdonami.

 

Liana

Poi si voltò e uscì. Ma un pensiero non mi lasciò la mente. Perché aveva detto, guardando l’icona di Vladimir della Madre di Dio… È lei? Molti mesi dopo arrivò una lettera…

 

Andre

La mia coscienza non mi ha lasciato in pace. Ho sofferto in continuazione. Ho capito che tutto questo è accaduto per una ragione. Ho pensato a questa donna. Chi era? Perché mi ha fermato? Ho deciso di venire a casa tua per scusarmi. Mi vergognavo… Avevo paura, ma sono entrato. Quando sono arrivato in camera tua… ho visto l’immagine della Madre di Dio e ho capito che era lei quella che avevo visto allora nella foresta. Quando ti ho lasciata… ho chiesto a tutti quelli a cui potevo chiedere riguardo alla Madre di Dio… ho trovato tutto ciò che potevo trovare. Sono diventato un credente. Ho capito che avevo avuto una grande apparizione, e che il mio peccato era grande. Tutto ciò che è accaduto quella notte ha avuto una grande influenza sulla mia vita. La Madre di Dio ha aiutato e protetto te e me. Tu le devi la tua vita. E io le devo la fede che mi dà la vita. Alla fine, sto vivendo da cristiano.

 

Liana

Anche se ci volle un lungo tempo prima che mi permettessi di perdonarlo… quando lo perdonai… lo perdonai con tutto il mio cuore. Quando raccontai tutto questo a Padre Arsenio egli disse… quest’uomo ha ricevuto una grande benedizione. Dio lo custodiva per gesta importanti e buone.

 

Scena 7 – Madre Maria

 

Peter

I lunghi anni della vita… con tutte le loro gioie… preoccupazioni… difficoltà e dolori… Alla fine diventano le memorie che una persona porta dentro di sé. Quelle brillanti e gioiose ci illuminano la vita… coltivano le nostre anime. Gli anni oscuri e tremendi… sono quelli che cerchi di dimenticare. Ma la memoria non ci permette di dimenticare, e questi ricordi ci ossessionano e ci opprimono… ci fanno soffrire. La vita che abbiamo vissuto inevitabilmente si trasforma in una serie di memorie. Voglio raccontarvi di alcune persone la cui vita non è nel distante passato ma è ancora vera oggi. Il vero amore arricchisce una persona… gli porta felicità e rinasce più e più volte negli altri. Ma se c’è un potere più forte dell’amore… è la negazione di se stessi per il bene degli altri. È bontà… fede senza limiti in Dio… preghiera e aiuto del prossimo. Sia Padre Arsenio che Madre Maria erano persone di tali qualità. Queste storie di Padre Arsenio e Madre Maria non sono memorie, ma la vita stessa. Io ero giunto a trovare il Padre nelle mie vacanze. Amavo la cittadina in cui viveva. Mentre ero in visita a Padre Arsenio… ricevette la notizia che Madre Maria era ammalata. Il suo cuore era molto debole, e si indeboliva giorno dopo giorno. Aveva chiesto che prima della sua morte Padre Arsenio fosse chiamato ad ascoltare la sua confessione. Accompagnai il Padre alla casa dove stava Madre Maria. Dopo il funerale mi rimase un doloroso senso di tristezza. La mia memoria era piena delle parole che avevo udito da Madre Maria e della sua conversazione con noi prima della sua morte. Dopo il funerale Padre Arsenio ritornò a casa e circa una settimana dopo andai di nuovo a trovarlo. Vedendo che era una bella giornata e che non era ancora uscito di casa… mi chiese di andare con lui a fare una passeggiata. Camminammo fuori della cittadina e arrivammo alle rive del fiume e quindi nei campi. Il grano era alto fino alle nostre spalle e nascondeva l’orizzonte. Padre Arsenio si fermò e mi disse…

 

Lev

Ricordi la morte di Madre Maria? Ho visto un sacco di cose nella mia vita… Ho incontrato molta gente e sono stato in grado di ricevere qualcosa di unico da ciascuno di questi incontri… qualcosa di necessario e di profondamente istruttivo. Non ci sono stati incontri grandi o piccoli… una persona umana sarà sempre una persona umana e chiunque sia… è sempre fatta a immagine di Dio, e questo sarà sempre con lei. Solo in un caso… ricordo… il peccato aveva reso pallida quest’immagine… in altri casi… il grande potere degli sforzi di un uomo nel nome di Dio possono farlo risplendere tanto da farlo diventare brillante quanto un Angelo di Dio. Ho incontrato di questi grandi servitori di Dio tre volte nella mia vita. I miei incontri con loro sono stati una gioia spirituale… un arricchimento e una rivelazione di Dio stesso. Da ciascuna persona che ho incontrato… ho tratto qualcosa di buono. Ho preso il meglio… sono stato in grado di imparare qualcosa da tutti. Il mio incontro con Madre Maria è stato per me una rivelazione… un punto di svolta spirituale… che mi ha fatto valutare in un modo totalmente nuovo… tutta la vita… la gente e il cammino della mia vita. Hai sentito Madre Maria raccontare la sua storia, ma potevo vedere che tu non l’hai apprezzata e all’inizio non l’hai compresa. La sua vita ti sembrava banale e comune. E non sei stato il solo… la sua famiglia la pensava allo stesso modo. Quando sei vicino a una montagna… vedi le pietre che la compongono… non la montagna nel suo insieme … è lo stesso con la vita di una persona. Pensa alla sua vita. Guardala seriamente. Era un’assoluta negazione di se stessa. Non esisteva per se stessa, ma solo per Dio e per le persone che le erano attorno. Una ragazzina… una giovane orfana… aveva sempre voluto appartenere a Dio… come novizia nel monastero… come donna delle pulizie in una chiesa dove il prete voleva violentarla… come lavoratrice… come infermiera. Dovunque fosse i suoi pensieri si volgevano sempre a Dio, e dissolveva completamente i suoi interessi personali… il proprio “io” nelle vite di altre persone. Lo abbandonava per loro. Questo è ciò che non hai afferrato nella sua storia. Ciò che non hai pecepito… Mentre sentivo la sua storia ero molto commosso. Ero stupefatto del potere del suo spirito. Il fatto che le sue gesta non siano state notate… l’umiltà e il senso personale di nullità dei suoi atti sottolinea la grandezza dello sforzo compiuto da Madre Maria. Madre Maria sapeva come essere paziente. Questa è la cosa più importante nella vita di un cristiano... sapere come essere paziente e non pensare che ciò che stai facendo sia qualcosa di difficile. Mentre fai del bene agli altri devi solo ricordarti che chi sta soffrendo e ha bisogno del tuo aiuto è tuo fratello. Gli porti aiuto non da te stesso ma da Dio, e nel suo nome. Madre Maria sapeva come farlo.

 

Peter

Iniziammo a incamminarci sulla via del ritorno. Il sole stava tramontando rapidamente. La silhouette della città si stagliava nel cielo estivo. Padre Arsenio si piegò a raccogliere un fiore e con un leggero sorriso disse…

 

Lev

Non ho più molto da vivere, ed ecco perché il mio incontro con Madre Maria mi era indispensabile. Dio mi ha mandato questo incontro per mostrarmi una donna giusta del nostro tempo… e ancora e ancora per insegnarmi a essere umile.

 

Peter

Continuammo a camminare verso casa. Camminavamo in silenzio. I miei pensieri andavano a Madre Maria e a Padre Arsenio, e a tutte le grazie ricevute con l’aiuto di Dio.

 

Scena 8 – Le Lettere Miracolose

 

Bella

Dopo avere passato due settimane da Padre Arsenio… Natasha riportò tutta una pila di lettere dal Padre… da consegnare a mano ai suoi altri figli spirituali. Le chiesi di poterne consegnare la metà.

 

Liana

I tempi erano difficili. Molti di noi erano stati arrestati, e il resto di noi aveva la sensazione di essere seguito.

 

Bella

Natasha ci disse che mentre stava da Padre Arsenio era ovvio che la casa era sotto sorveglianza. Non solo questo, ma Nadezhda Petrovna e alcuni vicini erano stati convocati per un interrogatorio. Chiesero loro chi lo andava a trovare… chi gli scriveva… chi stava là e se Padre Arsenio teneva funzioni in casa.

 

Liana

Mentre andavo a casa sotto la pioggia… avevo costantemente la sensazione che qualcuno fosse dietro di me. Per tutto il percorso continuai a pensare… che ne devo fare delle lettere se mi arrestano? Ma non riuscivo a pensare a una soluzione, e ricordai le parole di Padre Arsenio quando mi benediceva… dicendo… Egli ti proteggerà… sarà con te… non aver paura di nulla. Tutto andrà bene. Scesi dal treno a Mosca e sentii che nessuno mi seguiva. Mi sentii calma e camminai in pace verso casa. Di fatto… iniziai a pensare di essermi immaginata tutto.

 

Bella

Natasha e io mettemmo le lettere sul tavolo e le distribuimmo a seconda delle persone che ciascuna di noi conosceva. Passai la notte da Natasha. Per metà della notte parlammo di Padre Arsenio… dei suoi insegnamenti… del suo modo di vita. La lettera che avevo ricevuto da Padre Arsenio mi aveva incoraggiato enormemente. Mi rassicurò che il mio stato di confusione sarebbe stato presto una cosa del passato. Alle sette del mattino… mi misi il cappotto… e un fazzoletto sulla testa, e lasciai la casa portando con me le lettere. Avevo camminato per circa cinquanta metri quando all’improvviso mi sentii come si era sentita Natasha… come se qualcuno mi seguisse. Mi voltai attorno e vidi una donna… pensai… mi stanno osservando. Decisi che avrei fatto una prova. Camminai più veloce ed entrai nella via accanto. I passi erano ancora appena dietro a me… Mi voltai di nuovo… La donna era ancora là. Il cuore mi si fermò per un istante. Le mie gambe non mi obbedivano più… Non sapevo che cosa fare… Stavo portando le lettere, e se queste fossero state confiscate, avrebbero causato problemi a molta gente. Camminai ancora per un poco e attraversai la strada… la donna fece lo stesso… tenendosi circa tra i 40 e i 60 metri dietro a me. Era chiaro ora che mi stavano seguendo… forse… pensai che avrei dovuto gettare le mie lettere e iniziare a correre, ma ovviamente le avrebbero raccolte, e comunque sapevano chi ero… ero uscita da casa di Natasha. Dopo avere dominato le mie sensazioni incoerenti e recuperato la padronanza di me stessa, iniziai a pregare. All’inizio non fu facile, ma mi concentrai davvero a fondo e iniziai a camminare lentamente. Le mie paure mi lasciarono. Le mie preoccupazioni mi lasciarono. Continuai a pensare… La Madre di Dio mi sta proteggendo… se accadrà qualcosa vuol dire che è la volontà di Dio… qualunque cosa sia. Camminai tranquilla. Non avevo più paura. Continuavo a sentire sull’asfalto il rumore dei tacchi della donna dietro a me. Non mi affrettavo più. Continuavo a camminare e a pregare e non notavo neppure dove stavo andando. Udii passi che si avvicinavano sempre di più. Arrivai a un incrocio… girai l’angolo e vidi una donna vestita esattamente come me… della mia età… con lo stesso fazzoletto sulla testa… lo stesso cappotto… perfino la stessa borsa sulla spalla. Iniziò a camminarmi accanto. Il suo volto sembrava familiare… era sereno e sembrava illuminato da una luce straordinaria. Non potevo capire chi era questa nuova persona, ma continuavo a udire i tacchi dell’altra donna alle mie spalle. Camminammo fino all’angolo della strada… la mia compagna si voltò verso di me e disse…

 

Liana

Fermati qui e aspetta. Io continuerò a camminare.

 

Bella

Lo disse con tono severo, anche se il suo volto era quasi ricolmo di luce e di bontà. Feci come mi diceva, e mi precedette. La cosa sconvolgente era che in certi modi sembrava identica a me. Qualche secondo dopo la donna che mi stava seguendo… si fermò accanto a me squadrandomi dalla testa ai piedi. Sembrava in qualche modo sorpresa o confusa, ma poi corse a raggiungere l’altra donna, che ora correva molto velocemente. La donna che mi aveva seguito aveva un volto così arrabbiato che sembrava odiare ogni essere vivente. Continuai a stare là, ferma. Per qualche strana ragione non avevo la forza di camminare. Tutto ciò che potevo fare era di guardare l’altra donna… quella che mi assomigliava e che andava avanti. La seguiva l’agente che solo pochi minuti prima veniva dietro a me. Alla fine… arrivarono a un altro incrocio… girarono l’angolo e scomparvero dalla mia vista. Attesi un minuto… mi girai e andai nell’altra direzione. Alle due avevo consegnato tutte le lettere. Mi sono spesso chiesta chi fosse stata mandata dalla Madre di Dio per aiutarmi in quel giorno. Un anno più tardi fui arrestata. Colui che mi interrogava continuava a chiedermi chi era la donna che aveva camminato con me e dove eravamo scomparse entrambe. Mi fecero persino fare un confronto con la donna che mi stava seguendo…

 

Liana

Ero lì che camminavo, Compagno Luogotenente… seguendola. Cambia strada cercando di seminarmi. Ma la seguo… finché arrivo all’incrocio con Via Kazakov e vedo un’altra donna. Assomiglia esattamente alla donna che sto seguendo. Sono identiche… vestite allo stesso modo… stesso fazzoletto… stessi stivali… stesso cappotto… stessa borsa… stessa andatura… stessa posizione della testa. Iniziano a camminare assieme. Sono proprio dietro di loro. Ma non riesco a distinguere qual’è quella che stavo inseguendo fin da prima e quale sia apparsa all’angolo della strada. Poi una si ferma e l’altra continua a camminare. Ho seguito quella che stava camminando. Le ho camminato dietro per circa dieci minuti quando improvvisamente è semplicemente scomparsa nell’aria. Giuro che le sto dicendo la verità… è semplicemente scomparsa… è stato proprio come in uno spettacolo di sparizione al circo. Chieda a questa donna… le faccia raccontare ciò che ha fatto.

 

Bella

Che cosa potevo rispondere… l’interrogatore stava urlando… mi ha pure picchiata, e io sono rimasta in silenzio. Ho risposto solo… non lo so, e ho continuato a pregare… e all’improvviso non ho potuto resistere più a lungo e ho semplicemente detto… Io non mi sono nascosta da nessuna parte… io non sono scomparsa. La Madre di Dio mi ha salvato. L’interrogatore ha iniziato a ridere, ma non mi ha più picchiata. Le punizioni erano feroci a quel tempo, ma di nuovo la Madre di Dio mi ha aiutata. Fui esiliata per tre anni, con l’obbligo di non vivere a meno di 100 chilometri da Mosca. Questa era la punizione più lieve possibile. Dopo di questo riuscii a vedere ancora Padre Arsenio solo dopo circa due anni. Gli dissi ciò che era accaduto… egli disse…

 

Andre

La nostra Protettrice ti ha mandato una grande grazia e ti ha protetto. La grazia è stata importante per te e per me. Se avessero intercettato le mie lettere, molta gente avrebbe potuto essere arrestata e inviata nei campi.

 

Bella

Fino a oggi mi chiedo… Chi è stato mandato dalla Madre di Dio… o è venuta lei stessa?

 

Scena 9 – La mia luce e la mia gioia

 

Andre

Nei quindici anni in cui il nostro padre spirituale è vissuto presso la casa di Nadezhda Petrovna in quella beneamata città un tempo così famosa per il suono delle sue belle campane di chiese… monasteri ed edifici antichi… centinaia di persone vennero a visitare Padre Arsenio.

 

Lev

A volte appariva uno scrittore o un poeta o un’altra volta un semplice muratore… arrivavano anziane signore colte e sofisticate… un anziano scienziato con la moglie da Leningrado. Arrivavano così tante persone che è impossibile ricordarle tutte.

 

Peter

La gente andava e veniva… scriveva… riceveva risposte e partiva ricevendo pace… fede… speranza in qualcosa di meglio e un poco dell’anima dello stesso Padre Arsenio.

 

Andre

Osservavo spesso che Padre Arsenio riceveva qualcosa da ogni persona che arrivava, e aspettava con gioia il loro ritorno.

 

Liana

Ricordo che un giorno si raccolse attorno a lui un gruppo di persone, e in qualche modo la conversazione si spostò sul tema dei miracoli. All’improvviso divenne triste e pensieroso …

 

Peter

Miracoli? No… non mi è mai capitato nulla che possa essere chiamato miracolo. Ogni prete che ascolta le confessioni di così tante persone… che dà la comunione e accompagna i morenti… che guida i suoi figli spirituali… ogni prete ha notevoli esperienze spirituali. Le stesse cose possono accadere ai laici… a ogni credente, ma molto spesso non vediamo la grandezza di ciò che sta accadendo. La sua mano… La sua provvidenza... La sua guida. Sì… ciò che mi è capitato e ciò che ho visto attorno a me mi ha scosso… mi ha fatto tremare, per farmi vedere chiaramente la volontà di Dio. Non mi sono fermato a pensare se fossero miracoli o solo i risultati di straordinarie coincidenze nella mia vita. Ho sempre creduto e ancora credo fermamente che Dio ci conduce a ogni avvenimento, e perciò qualunque scelta facciamo… dobbiamo solo riconoscere in tutto la sua volontà. È solo comprendendo le cose in questo modo che un uomo può vedere la volontà di Dio. Molti eventi a cui ho partecipato mi hanno sconvolto, e ho detto a me stesso… questo è un miracolo… Ma quando ho realizzato la mia piccolezza… Ho capito che non era da me vedere un miracolo. Tutto nella vita è un miracolo. Il fatto è che la volontà di Dio vive sulla terra. Credeteci… e credete che ogni persona che incontrate vi arricchisce… vi porta una parte di luce e di gioia. Anche se vi porta le sue pene… troverete in tutto la volontà di Dio. Vedendo quella persona venire a un compromesso con la sua pena… vi rallegrerete assieme a lei. Ma ci sono alcuni tra i miei figli spirituali che mi rinnovano ogni volta che li incontro… sono la mia luce e la mia gioia.

 

Bella

Ho pregato molte volte con Padre Arsenio. Stavamo nella stanza all’imbrunire. Le lampade a olio brillavano sulle icone.

 

Liana

Padre Arsenio leggeva.

 

Andre

Leggeva in modo molto chiaro. Potevi udire ogni parola.

 

Lev

Lentamente… ci univamo a lui… ripetendo le sue parole.

 

Bella

Presto la camera in cui stavamo non esisteva più, e ci trovavamo nel mezzo di una santa chiesa.

 

Andre

E qui il volto santo della Madre di Dio ci abbracciava nella sua misericordia e nel suo perdono.

 

Lev

E nel luminoso calore della preghiera… iniziava a risplendere la gioia.

 

Peter

Prega Dio, ma non dimenticarti di pregare per le altre persone… e compi buone azioni. La preghiera a Dio e l’amore per il prossimo devono essere uniti… l’uno senza l’altro non sopravvive… così vivete e amatevi gli uni gli altri.

(Tutti tranne Lev si fanno il segno della croce.)

 

Bella

Così tante memorie… Così tante vite… Così tante croci.

 

Liana

Che peccato che i nostri nonni non fossero qui ad ascoltare.

 

Bella

Ma ci hanno ascoltato. Sono sicura che lo hanno fatto… nello stesso modo con cui Dio e i suoi santi ci ascoltano quando li preghiamo.

 

Peter

Che cosa aveva detto Majakovskij… non portano alcun segno tranne il segno della croce. Qualcuno ha bisogno di un passaggio?

 

Bella

Stai già andando via?

 

Peter

Sì… è proprio necessario. Devo parlare a Padre Alessandro prima del vespro. Liana e io ci sposiamo, e dobbiamo decidere una data.

 

Bella

Ma che sorpresa! Che meraviglia! Congratulazioni!

 

Lev

Quando è accaduto?

 

Peter

Si può dire, nei boschi… in qualche posto tra il lago e il posto dove siamo ora, ma questa sarebbe solo metà della storia.

 

Liana

Peter mi ha fatto la sua proposta due anni fa.

 

Peter

È vero, e quando oggi mi ha detto che aveva deciso di accettare la proposta… sono inciampato e sono caduto disteso sulla faccia.

 

Andre

Questo richiede una bevuta… un brindisi!

 

Peter

A meno che tu non sappia trasformare l’acqua in vodka… non è il tuo momento fortunato. Ti vedremo in chiesa domani.

 

Andre

Vengo con voi.

(Peter e Liana iniziano a uscire. Peter cammina esitando, ma meglio di come faceva quando è arrivato.)

 

Peter

Vieni.

 

Andre

Bella… prendo con me un copione… voglio mostrarlo a un attore al teatro… dice di avere incontrato Padre Arsenio prima che morisse. Frose un giorno potrà lavorare con noi.

 

Bella

Bene.

(Andre prende in fretta un copione e inizia a uscire. Si volta e si ferma all’improvviso.)

 

Andre

Lev… Se mai ti annoi all’università e decidi di volere fare l’attore… vieni a trovarmi al teatro. Saresti un ottimo Trigorin.

 (esce velocemente)

 

 Lev

 “Brillante e carino, ma non buono come Turgenev”… la tragedia di Trigorin è stata il successo della sua mediocrità.

 

Bella

Non è il tuo problema. Oggi te la sei cavata molto bene. Tutti noi conoscevamo questo testo molto meglio di te. Sei stato eccezionale.

 

Lev

Sei tu che sei eccezionale.

 

Bella

Come torni a casa?

 

Lev

Cosa?

 

Bella

A casa. Come torni a casa?

 

Lev

Vuoi dire che questa non è una bicicletta per due?

 

Bella

Direi che ormai è appena una bicicletta per uno… Era di mia madre.

 

Lev

In tal caso andrò a piedi… e poi posso prendere l’autobus per il centro all’ingresso del parco. A che ora domani in chiesa?

 

Bella

Io sono là prima, ma la liturgia inizia alle dieci. Sono contenta che tu sia venuto qui oggi.

 

Lev

Lo sono anch’io.

 

Bella

E sono anche contenta che non sia piovuto.

 

Lev

Io sono contento che Padre Arsenio e persone come lui siano vissute… è a causa loro che abbiamo la nostra libertà… a causa loro che la Russia è risorta dai morti. Sono loro i nostri reali liberatori. Poiché quelli che risplendono come angeli… risplendono per sempre.

 

Bella

Mi stai di nuovo insegnando la poesia?

 

Lev

No… penso che sto difendendo la bellezza della tristezza e del sacrificio.

 

Bella

Sai che quando avevo sei o sette anni c’era un’icona della Madre di Dio nel corridoio di casa nostra. Nulla di così speciale… un’icona di carta. Nemmeno di tipo russo… poteva essere stata greca… non lo so. Non era molto bella, e non aveva nulla di gentile o di tenero. I colori erano scuri e l’espressione sembrava tragicamente triste. Mi faceva paura. Ogni volta che vi passavo davanti nel corridoio mi coprivo gli occhi con le mani. Un giorno mia madre mi scoprì… comprese immediatamente e disse… “Non vuoi che Nostra Signora ti veda? Dissi… “No… Non voglio vederla… mi fa spavento.” Così… mi prese in braccio e mi tenne direttamente davanti al suo volto. Io tenevo i miei occhi serrati. Mia madre disse… “Bella… apri gli occhi.”… ma io rifiutai. Lo disse di nuovo… “Bella, apri gli occhi… non avere paura… la mamma ti tiene in braccio”. Mi ci volle un poco per prendere coraggio. Da vicino Nostra Signora non sembrava affatto spaventosa. Quando mia madre mi rimise a terra non avevo più paura… non mi sono mai più coperta gli occhi… da quel giorno la mia paura di lei divenne il mio amore per lei… Molti anni dopo imparai che il modo di guardare un’icona è di lasciare che questa guardi te… lasciare che ti tenga nel suo sguardo… Ti sembra che ciò che dico abbia senso?

 

Lev

Un bel senso. Se potessimo fidarci… non saremmo spaventati. Potremmo aprire i nostri cuori sinceramente e permettere agli altri di amarci. In un mondo del genere saremmo tutti sante icone. Il tuo campanello funziona?

 

Bella

Sì.

 

Lev

Suonalo.

(Bella suona il campanello.)

Suonalo ancora.

(Bella suona il campanello.)

Che cosa ti fa pensare?                          

 

Bella

Mi fa pensare che se non vado presto al supermercato… non riuscirò a prendere il tuo pollo.

 

Lev

Ma l’uomo non vive di solo pollo! Suonalo!

(Bella lo suona. Continua a suonarlo… poi si ferma.)

Felicità. Quel campanello è la felicità!

 

Vedere tutto… comprendere tutto

Sapere tutto… incamerare tutto

Far entrare nei tuoi occhi ogni forma… ogni fiore

Camminare su tutta la terra con passi di fuoco

Percepire tutto e a tutto dare nuova forma

 

(La bacia appassionatamente. Forte suono di campane russe.)

 

(Le luci si spengono velocemente.)

 

FINE

 

Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di me peccatore

 

Festa del Gran Principe Vladimir

28 Luglio

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