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  Racconto di un viaggio a Patmos
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Buon giorno a tutti, mi chiamo Stefano e con gioia ho risposto all'invito di Padre Ambrogio di scrivere qualche riga sul nostro viaggio di famiglia a Patmos, l'isola greca definita "la Gerusalemme dell'Egeo".

Questo viaggio è arrivato in un tempo per me di grande grazia: dopo quattro anni di cammino, il lunedì della settimana santa del 2016, sono stato accolto nella Chiesa ortodossa del patriarcato di Mosca, da parte dell'archimandrita Gabriel (Bunge) all'eremo della Santa Croce, accompagnato dal nostro batjuška padre Vitalij e da alcuni amici e fedeli della parrocchia di san Nicola di Lecco (fedeli a cui va la mia grande riconoscenza per l'amore e l'accoglienza ricevuta in tutti questi mesi); insieme a questi fratelli hanno partecipato anche mia figlia di 5 anni e mia moglie: dopo aver fatto un cammino insieme, mia moglie (che è cattolica) ha dato il suo assenso al mio ingresso nella Chiesa ortodossa.

Trovandoci in questo periodo con una settimana di ferie da compiere ci siamo domandati dove avremmo potuto portare la nostra bambina al mare, ci siamo quasi subito orientati verso la Grecia ma senza avere un pensiero definito su quale isola. Inizialmente ho cercato di portare un elemento di abbinamento di viaggio/pellegrinaggio, ma mia moglie sembrava non gradire questa soluzione preoccupata forse che la vacanza potesse trasformarsi in un viaggio con un interesse solo mio personale. Ho deciso di lasciare completamente a lei la scelta e, dopo un paio di giorni, ricevo una sua telefonata dal lavoro: "Un mio collega mi ha parlato di un'isola che fa per noi, dobbiamo andare a Patmos!".

Patmos si trova in Grecia tra le isole del Dodecaneso, è l'isola in cui fu esiliato san Giovanni il Teologo da Domiziano (così da impedirgli di proseguire l'annuncio del Vangelo in Anatolia) ma in cui il Signore scelse quel luogo e nello specifico la grotta in cui viveva l'apostolo per apparirgli e mostrargli una visione da cui verrà scritto il libro dell'Apocalisse datato verso il 95 d. C.

Da quel momento Patmos divenne una terra santa, costellata di chiese, eremi e monasteri, luogo in cui la natura è meravigliosa e terra di pellegrinaggio.

Dopo la scelta sono nati alcuni problemi per la partenza, purtroppo i turni di mia moglie non ci permettevano di trovare i voli adatti abbinati ai traghetti che ci avrebbero potuto portare sull'isola. Dopo moti giorni di ricerche di cambi turno, mentre pregavo davanti alle icone ho lasciato nelle mani del Signore il nostro desiderio di viaggio e... dopo qualche ora il cambio era stato trovato ed approvato: "Gloria a Dio per tutto!"

Siamo partiti dall' aeroporto di Bergamo e il nostro volo è atterrato a Kos, anch'essa isola del Dodecaneso; dopo una notte sul suolo greco la mattina siamo partiti con l'aliscafo in direzione di Patmos. Dopo un paio di ore di viaggio ecco in lontananza Patmos, il famoso monastero di san Giovanni il Teologo con le sue mura antiche di un grigio severo che sovrastano l'isola, mentre il centro di Chora sotto il monastero con il suo bianco candido sembra voler dare ancora più risalto al luogo.

isola di Patmos in lontananza

il monastero con sotto l'abitato di Chora

mura del monastero di san Giovanni il Teologo

mosaico di san Giovanni Teologo e di san Cristodulo, fondatore del monastero nel 1088

interno del monastero di san Giovanni il Teologo

Sebbene il monastero di san Giovanni caratterizzi tutta l'isola (tanto da sembrare un faro che ti segue in ogni punto), la visita al suo interno non è altro che un giro turistico dove tante, forse troppe persone girano con fare curioso.

Il vero cuore spirituale e pulsante dell'isola è la grotta dell'Apocalisse.

Ho avuto la grazia di poter partecipare alla Divina Liturgia nella grotta. Alle 6.30 mi sono trovato solo in quel luogo santo con il monaco che celebrava la Proscomidia, e con l'andare del tempo prima il coro e poi i fedeli e successivamente i pellegrini si sono uniti con raccoglimento alla Liturgia. Quello che mi ha colpito ogni volta che mi sono recato alla grotta è che si stesse sempre svolgendo un ufficio liturgico; questo dava sempre modo di potersi accostare in preghiera, e anche i numerosi gruppi che trovavano questo clima erano "costretti" a stare con devozione e raccoglimento.

il viale di ingresso alla grotta

l'entrata

l'iconostasi

l'interno

l'interno della grotta

Sono molti i luoghi santi e tanti i monasteri meta di turisti e pellegrini, come il monastero dell'Evangelismos (Annunciazione) o il monastero Zoodochou Pigis (Fonte vivificante), entrambi femminili; ma vorrei soffermarmi su due luoghi che mi hanno colpito profondamente.

Il primo è l'eremo della Panaghia (Tutta Santa) Koumana, un luogo in cui una sola monaca abita e conserva attraverso i suoi sforzi un vero tesoro. I suoi giardini e l'armonia che si respira all'interno mi hanno ricordato i racconti dell'Eden, mentre la sua Chiesa meravigliosamente affrescata (come tutte le chiese su quest'isola) permette di sentirsi in comunione con la Gerusalemme celeste.

interni della chiesa dell'eremo

L'altro luogo significativo è stata la visita, quasi per caso, alla chiesa della Panaghia Geranou: nella Chiesa è conservata un' icona che ha concesso molte grazie. Qui abbiamo conosciuto un anziano custode, un monaco di nome Eleftherios. Quest'uomo apre la cappella ogni giorno dell'anno accogliendo tutti coloro che transitano per questo luogo (molto isolato e defilato); per la nostra visione occidentale, la sua presenza in un posto così poco frequentato potrebbe sembrare uno spreco di risorse, ma Eleftherios è li al servizio della Panaghia e di coloro che il Signore invia. Dopo averci mostrato le icone abbiamo ricevuto molti racconti dei miracoli ricevuti da coloro che con fede si sono affidati alla Madre di Dio, abbiamo visto le foto dei tanti che in un luogo così sperduto hanno trovato la strada che stavano cercando, abbiamo offerto incenso e pregato e come consuetudine di questi piccoli luoghi non siamo potuti ripartire prima di aver consumato qualche fico fresco con biscotti e un succo di frutta.

Quello che mi porto via da questo viaggio è che in luoghi veramente santi in cui il Signore ha visitato il suo discepolo preferito mostrandogli la visione dell'Apocalisse, vive un monaco che attraverso la sua seria vita di preghiera permette di conservare la grotta con degna sacralità, vive un'eremita che lavora instancabilmente in un dialogo amoroso da sola a Solo, vive Elefterios che serve con amore la Madre di Dio e che attraverso il suo stare permette a molti di accostarsi a un luogo di grazia, vivono gli abitanti di Patmos che portano la gentilezza e disponibilità di chi si sente investito dalla responsabilità di essere un abitante di un'isola che il Signore ha visitato.

Torno con nel cuore il desiderio, almeno in parte anch' io, di voler custodire e vivere la responsabilità e la gratitudine di essere diventato ortodosso cercando di imitare questi uomini e donne che si sforzano con ascesi di fare ogni cosa per Dio e per la sua gloria.

Vi lascio qualche foto anche delle bellezze naturalistiche di Patmos e vi auguro di poter fare anche voi un viaggio in quest'isola.

Vi ringrazio e vi chiedo di ricordarci nelle vostre preghiere.

Stefano, Fabrizia e Chiara

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