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  La Madre di Dio che impartisce la comunione, una rappresentazione iconografica rara

Radu Alexandru

www.crestinortodox.ro

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Una tra le moderne rappresentazioni iconografiche che può essere vista sia come affresco, sia sotto forma di icona portatile, è quella della Madre di Dio che impartisce la comunione. Menzioniamo fin dall'inizio che questa scena non riproduce una particolare pericope scritturale e non è menzionata nelle Ermeneutiche della pittura bizantina. Sebbene la scena presenti dal punto di vista tematico un'evidente somiglianza con la nota scena della "Comunione degli apostoli", rende in modo pittorico un avvenimento accaduto nel Monastero di san Sabba il Santificato, durante la vita stessa di san Sabba, raccontato dal monaco Agapio di Creta nella sua opera "La salvezza dei peccatori".

Ecco, allora, gli eventi che costituiscono il fondamento di questa inedita rappresentazione iconografica. Ai tempi di san Sabba il Santificato (secoli V-VI), molti monaci vivevano nel monastero e servivano Dio. Sono stati raggiunti da un sovrano ricco e potente che aveva rinunciato al mondo e si era recato in quel luogo per vivere in ascesi e in preghiera. San Sabba lo aveva ricevuto con gioia, ma perché non era abituato alla fatica, il santo si prendeva cura di lui e non lo lasciava andare con gli altri monaci ai lavori nei campi. Coloro che avevano l'obbedienza dei lavori nei campi, lavoravano fino alle tre del pomeriggio, e poi andavano a leggere i riti delle Ore e dopo i Vespri mangiavano il singolo pasto della giornata.

A questo monaco fu stato ordinato di fare ascesi in monastero per quanto possibile e di digiunare fino al ritorno dei fratelli, in modo da mangiare insieme. Anche se era stato trattato con clemenza, non riusciva a osservare neppure questa obbedienza, ma mangiava nella sua cella vari alimenti portati dai parenti. San Sabba lo sapeva, ma considerando che quel monaco era ancora un novizio non lo rimproverava per non rattristarlo, ma si limitava a pregare Dio di avere cura di lui.

Venuto il 15 agosto, giorno della festa della Dormizione della Madre di Dio, al mattino della vigilia della festa, quando tutti i fratelli si stavano preparando per andare al lavoro, San Sabba disse loro di tornare prima del solito per cantare le Lamentazioni. Poi disse al novizio di andare in Chiesa al tempo del Vespro e di fargli sapere quando si riunivano tutti i fratelli, e il novizio fece ciò che gli era stato richiesto.

Quando si riunirono tutti i padri del monastero, il monaco ebbe una visione miracolosa, non in sogno, ma da sveglio. Vide una fanciulla straordinariamente bella, in mezzo a due angeli, che splendevano più forte dei raggi del sole. Uno aveva in mano una ciotola di manna celeste e l'altro un piccolo rivestimento di tela. Quella bella fanciulla era la Madre di Dio, che teneva in mano un cucchiaio d'oro, e mentre i fratelli si facevano avanti secondo il loro rango, l'angelo asciugava loro il volto con la tela, e dopo che essi avevano venerato la Madre di Dio, questa prendeva il cucchiaio e dava loro la manna celeste.

Vedendo questo, il novizio rimase muto dalla soggezione, e avvicinandosi anch’egli a ricevere il dono, rimase imbarazzato. Né angelo gli asciugò il volto né la Madre di Dio gli diede la manna, ma disse: "Questo cibo è il corpo del mio Figlio, ed è dato a coloro che digiunano fino a quest'ora e si purificano dai peccati, ma tu non digiuni. Com'è che vuoi, quindi, comunicarti a questo pane? "

Egli rispose: "Permetti almeno all’angelo di asciugarmi il volto con la tela santa". Ma la Vergine gli disse: "Se vuoi che ti sia asciugato il volto, allora devi andare a lavorare con gli altri fratelli, perché in questo modo si asciuga loro il sudore delle fatiche, tu quale sudore hai da voler asciugare?"

Udendo questo e spaventandosi corse verso l'abate, dicendo: "Hai forse visto la visione che ho visto io, indegno?" E il santo rispose: "Quello che hai visto è stato per la tua correzione. Gli altri fratelli sanno che la Madre di Dio li santifica in modo che siano degni di ricevere a ogni festa i santi Misteri".

Da allora in poi, il novizio faticò di più e mangiò di meno e vivendo così con la benedizione dell’obbedienza, fu reso degno di benedizioni celesti.

Questa intercessione la chiediamo alla Madre di Dio quando recitiamo il Canone della santa Comunione:

"Sposa benedetta di Dio, terra fertile in cui, senza coltivazione, è germogliata la spiga, salvezza del mondo, rendimi degno di mangiarla per essere salvato!" (E ora... Ode I)

"Davvero, Madre di Dio, nel tuo seno ha preso forma il pane divino della vita, custodendo intatto il tuo grembo innocente. Per questo ti lodiamo come nostra nutrice, per tutti i secoli". (E ora ...Ode VIII)

Allo stesso modo, possiamo dire che un altro elemento che ci mostra che la Chiesa ortodossa riconosce alla Madre di Dio il ruolo di "nostra nutrice" con Cristo, è il chinonico (canto di comunione) stabilito dai santi padri per le feste della Theotokos: "Il calice della salvezza prenderò, il nome del Signore chiamerò, Alleluia". (Ps 115,4). Il chinonico è un canto (il più delle volte un versetto di un salmo) cantato lentamente (con suoni allungati) verso la fine della Liturgia, dopo il canto "Uno solo è il santo", alla comunione di sacerdoti e fedeli.

Pertanto, anche l'icona in cui la Madre di Dio è rappresentata mentre impartisce la comunione (come l’episodio esemplare su cui si basa), è destinato a sottolineare, da un lato, il ruolo della preparazione personale per la ricezione della Santa Eucaristia per mezzo di lotte spirituali (il digiuno, la preghiera, la carità - come espressioni di pentimento e di amore di Cristo), e dall'altro, il ruolo di mediazione - purificazione - santificazione che la Madre di Dio ha nella nostra preparazione per ricevere il santo corpo e sangue del suo Figlio.

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