Rubrica

 

Informazioni sulla chiesa in altre lingue

Mirrors.php?cat_id=29&locale=it&id=205  Mirrors.php?cat_id=29&locale=it&id=602  Mirrors.php?cat_id=29&locale=it&id=646  Mirrors.php?cat_id=29&locale=it&id=647  Mirrors.php?cat_id=29&locale=it&id=4898 
Mirrors.php?cat_id=29&locale=it&id=2779  Mirrors.php?cat_id=29&locale=it&id=204  Mirrors.php?cat_id=29&locale=it&id=206  Mirrors.php?cat_id=29&locale=it&id=207  Mirrors.php?cat_id=29&locale=it&id=208 
Mirrors.php?cat_id=29&locale=it&id=3944  Mirrors.php?cat_id=29&locale=it&id=7999  Mirrors.php?cat_id=29&locale=it&id=8801  Mirrors.php?cat_id=29&locale=it&id=9731  Mirrors.php?cat_id=29&locale=it&id=9782 
Mirrors.php?cat_id=29&locale=it&id=11631         
 

Calendario ortodosso

   

Scuola domenicale della parrocchia

   

Ricerca

 

In evidenza

04/10/2023  Scoperte, innovazioni e invenzioni russe  
14/03/2020  I consigli di un monaco per chi è bloccato in casa  
11/11/2018  Cronologia della crisi ucraina (aggiornamento: 3 febbraio 2021)  
30/01/2016  I vescovi ortodossi con giurisdizione sull'Italia (aggiornamento: 21 dicembre 2022)  
02/07/2015  Come imparare a distinguere le icone eterodosse  
19/04/2015  Viaggio tra le iconostasi ortodosse in Italia  
17/03/2013  UNA GUIDA ALL'USO DEL SITO (aggiornamento: aprile 2015)  
21/02/2013  Funerali e commemorazioni dei defunti  
10/11/2012  I padrini di battesimo e il loro ruolo nella vita del figlioccio  
31/08/2012  I nostri iconografi: Iurie Braşoveanu  
31/08/2012  I nostri iconografi: Ovidiu Boc  
07/06/2012  I nomi di battesimo nella Chiesa ortodossa  
01/06/2012  Indicazioni per una Veglia di Tutta la Notte  
31/05/2012  La Veglia di Tutta la Notte  
28/05/2012  La preparazione al Matrimonio nella Chiesa ortodossa  
08/05/2012  La Divina Liturgia con note di servizio  
29/04/2012  La preparazione al Battesimo nella Chiesa ortodossa  
11/04/2012  CHIESE ORTODOSSE E ORIENTALI A TORINO  
 



Inizio  >  Documenti  >  Sezione 5
  San Nicodemo l'Agiorita e i padri Kollyvades

dell'archimandrita Nikodimos Skrettas

pravoslavie.ru, 27 luglio 2015

Clicca per SCARICARE il documento come PDF file  
Condividi:

Il riposo del nostro padre tra i santi Nicodemo l'Agiorita si commemora il 14/27 luglio. San Nicodemo era un asceta ed esicasta e un prolifico autore delle profondità della vita spirituale. Gli è accreditata la compilazione delle opere che compongono la Filocalia, nonché i canoni della Chiesa, con l'aggiungta di un'interpretazione di ogni canone. San Nicodemo è anche conosciuto come un padre del movimento dei "Kollyvades", che ha sottolineato l'importanza di della santa comunione frequente e della distintività della domenica nella vita liturgica della Chiesa. Altre informazioni sulla vita di san Nicodemo si possono leggere qui.

Nell'estate del 2013, l'archimandrita Nikodimos Skrettas, professore di teologia pastorale presso la facoltà di teologia dell'Università Aristotele di Salonicco, che ha studiato e scritto molto sullì'opera di san Nicodemo e dei padri Kollyvades, ha offerto una conferenza a un gruppo di seminaristi americani riuniti nel villaggio greco di Petrokerassa, al di fuori di Salonicco. Le sue parole rivelano un grande amore dei Padri, e in particolare del "movimento" dei padri Kollyvades, e a loro volta dimostrano il grande amore dei Padri posseduto dagli stessi padri Kollyvades:

* * *

Fratelli in Cristo, spero che guardiate a me e mi vediate e sentiate come un fratello, che vi impartisce le parole di un analfabeta, come ha detto san Simeone il Nuovo Teologo. Quando San Simeone raccontava la sua più profonda teologia, diceva "queste sono le parole di un analfabeta." Perché? Perché, secondo il Santo, ma luce è conoscenza, ma la conoscenza non è luce. Era una posizione contro il razionalismo dell'Occidente, che dice che il pensiero dell'uomo è illuminato da molti dottorati, e dall'acquisizione di molta conoscenza delle cose. Nella tradizione ortodossa viviamo e sperimentiamo esattamente il contrario: quando riceviamo la comunione durante la Divina Liturgia allora cantiamo "abbiamo visto la vera luce". Sant'Isacco il Siro dice che esiste fede che viene dalla conoscenza e conoscenza che viene dalla fede. In altre parole uno che sente crede – sente la predicazione del Vangelo e si convince. Quando però è d'accordo e crede, allora arriva la successiva conoscenza – quella di Dio. Questa conoscenza è carismatica – come quella di cui parla san Simeone. È in questo contesto che i padri Kollyvades hanno vissuto e teologizzato.

i padri Kollyvades

Contro l'uomo occidentale presumibilmente molto competente che vive intensamente la sua "illuminazione", la sua vasta riserva di conoscenza, i Kollyvades posero l'asceta che lotta alla ricerca della santità, e i nuovi martiri. In questo contesto di santificazione e di santità sono vissuti e hanno operato i padri Kollyvades della Filocalia.

Il giogo turco fu un periodo molto difficile per l'Oriente ortodosso, sia per i pericoli e le sfide che la nazione doveva affrontare e i cambiamenti sociali che stavano accadendo, sia per il ritualismo pesante e ossessivo che si insinuò nel culto divino. Pertanto, la vita sociale e spirituale dei greci era una ricerca di un equilibrio tra l'antichità e il futuro – Tradizione, rinnovamento e rigenerazione. Allo stesso tempo la razza stava "perdendo sangue" a causa delle partenze migratorie verso l'Europa, del proselitismo dei missionari occidentali, della durissima islamizzazione dal giogo turco e della tattica turca di raccogliere i bambini e trasformarli in turchi e portarli via. In questo contesto si sviluppò uno spirito anti-occidentale – non di odio, ma di strenua difesa della fede ortodossa.

Tra le personalità dei santi, la nazione e il popolo cominciarono a sviluppare una protezione per se stessi. Dopo il patriarca Gennadios Scholarios la Chiesa cominciò ad assumere il ruolo di etnarca – il leader della nazione. I diversi popoli ortodossi – i greci e gli altri – cominciarono a riunire le comunità locali per mantenere la loro cultura e fede e iniziò a svilupparsi la diaspora. I dotti della nazione tentarono di mantenersi e di coltivare se stessi. I santi martiri gettarono le basi con il loro stesso sangue. Gli insegnanti cercavano di insegnare di nuovo ciò che avevano dimenticato o perso. C'era una profonda, profonda ricerca di identità spirituale in questo periodo del giogo turco, e stavano cercando di tornare indietro alla Tradizione viva della romiosini.

San Cosma d'Etolia è un grande esempio. Nel buio del periodo turco fondò più di 200 scuole, cercando di raccogliere e ispirare tutti gli ortodossi a elevarsi, e anche i santi padri Kollyvades cercarono di far rivivere l'esperienza della Divina Liturgia. Contro di loro vi erano dei greci che erano andati in Occidente ed erano ritornati, come per esempio Adamantios Korais, e che stavano cercando di riportare bizzarri culti pagani e i valori del razionalismo e della rivoluzione francese, e di esporre conoscenze enciclopedice come Voltaire. Questa illuminazione atea da ovest aveva un'idea di metakenosis – che i greci avevano dato la luce all'Occidente e quest’ultimo era tenuto a riportare la luce all'Oriente.

In risposta, i Kollyvades cercarono di restituire al popolo la luce ortodossa. Insistevano sulla Tradizione della Chiesa e la promuovevano, e perciò il loro movimento era conosciuto come filocalico – termine che denotava l'amore per il bello e un nuovo movimento esicasta. Così, contro le luci dell'illuminismo occidentale presentarono la luce che è l'esperienza della Divina Liturgia, il culto della Chiesa. Contro coloro che avevano semplicemente un'alta istruzione misero quelle persone che diventano dèi per grazia attraverso il culto. La stessa lotta esiste oggi, ma ora abbiamo il loro esempio e le loro persone a cui guardare. C'è declino da un lato a causa della ritualità e la focalizzazione su elementi esterni, e dall'altro lato la modernizzazione priva di discernimento che snatura totalmente la tradizione ortodossa. I padri Kollyvades stavano cercando di mantenere questo equilibrio e di farlo in modo illuminato. Lottarono per risvegliare i fedeli all'ethos e allo stile di vita dei Santi, e alla forza del culto sperimentato. Lottarono per insegnare ai cristiani il dogma e l'ethos della Chiesa. Per questo motivo lasciarono a volte il piccolo mondo dell'Athos ed entrarono nel mondo ortodosso più grande, dove rinnovarono spiritualmente la Chiesa. Sant'Atanasio di Paros in particolare lottò intensamente contro l'illuminista Korais, non perché il santo fosse fanaticamente anti-occidentale, ma perché stava lottando contro una perversione dell'Ortodossia.

l'archimandrita Nikodimos Skrettas

Dov'è esattamente l'obiezione dei santi Padri a tutto ciò che stava accadendo? Prima di tutto erano contro questo immenso amore che certi nel popolo greco avevano per l'Occidente, contro questa mania occidentale che provavano. Poi, combattevano contro l'amore totalmente ambizioso dell'acquisizione di conoscenze enciclopediche. La gente voleva imparare molto, ma in modo superficiale. Combattevano anche contro il materialismo e l'anticlericalismo, e contro l'umanesimo razionalista dell'Occidente. Infine, erano fondamentalmente contro l'agnosticismo e l'ateismo dell'Occidente. Ecco perché ho detto che "la luce è la conoscenza, ma la conoscenza non è luce".

Nella tradizione occidentale l'uomo chiede sempre più e più luce – in altre parole, sempre più conoscenza. E attraverso i Kollyvades l'Ortodossia non è limitata ai confini della Grecia ortodossa: essi appartengono a tutta la Chiesa, rappresentano l'universalità dell'Ortodossia, e questo è importante perché così siamo salvati dalll'etno-filetismo di alcuni. Ci sono chiese ortodosse locali, ma non esistono chiese etniche – questo è un delirio e un'eresia agli occhi dell'Ortodossia. Pertanto, la tradizione del Kollyvades non deve essere lasciata nei musei, ma dà vita alla Chiesa sia ora che in futuro. I Kollyvades erano ​​i più eruditi della loro epoca: le loro opere potrebbero riempire un'intera biblioteca. Essi semplificarono testi, interpretarono testi antichi, e modificarono e prepararono testi enormi con un approccio critico e scientifico. Basta guardare il Pedalion [1] e il Manuale sui cinque sensi di San Nicodemo per vederlo. Alla fine di questo manuale di consigli spirituali, spiega, sviluppa e analizza la composizione del cuore umano. Si addentra nell'anatomia fisica al fine di insegnare come la preghiera ha luogo nel cuore.

La loro presenza sul monte Athos è stata una benedizione di Dio alla Chiesa. Essi tornarono alla profondità e al nucleo della tradizione patristica della Chiesa. Come santi ed eruditi insegnanti hanno capito molto bene la Tradizione e ci hanno mostrato il sentiero ortodosso. Ma più di tutto erano eruditi ed esperti nel culto divino della Chiesa e su questo punto erano senza compromessi, in particolare quando si parlava dell'eucaristia, ma anche quando si parlava dell'importanza e dei privilegi della domenica. Così, con saggezza e discernimento hanno combattuto contro il legalismo connesso al culto nella loro epoca. Dove si trovava tale legalismo? Prima di tutto, si trovava nella ricezione rarissima della santa comunione. Anche sul monte Athos, monaci interamente dedicati a Dio a volte ricevevano la comunione solo tre volte l'anno. Esistono canoni che dicono che non ci si può comunicare di nuovo se non sono passati 40 giorni. Nel Tipico del monastero di Philotheou del XIX secolo, e grazie a Dio l'anziano Efrem lo ha cambiato, è scritto che nessuno può ricevere la comunione più di una volta ogni 40 giorni, anche se è sul letto di morte! I padri Kollyvades hanno detto che questa è una follia! I Kollyvades hanno detto che questa non può essere la vita della Chiesa.

Questo equivoco deriva dal periodo bizantino. L'Imperatore Leone VI il Saggio nel 920 d. C. si era sposato per la quarta volta, ma la Chiesa gli aveva dato una penitenza per questo. C'era una stanza a Santa Sofia dove l'imperatore si cambiava, e la sua pena fu di soggiornare in questa camera per tutta la Liturgia. Poiché ne conseguì una grande lotta tra l'imperatore e il patriarca, su questo tema fu convocato nel 920 il cosiddetto Concilio dell'Unità, che ripristinò i rapporti tra il patriarca e l'imperatore, e fu scritto un canone che affermava che tutti gli sposati per la terza volta avevano la penitenza di stare per cinque anni senza Comunione, e dopo il quinto anno potevano comunicarsi solo tre volte l'anno, a Pasqua, alla Natività e alla Dormizione. Durante il periodo turco questo canone divenne una parte dei libri liturgici, come l'Horologion, ma l'ultima parte relativa a un terzo matrimonio era stata tagliata, e così si pensava che valesse per tutti i cristiani. I Kollyvades dissero che questo era impossibile e furono molto rigorosi nella loro reazione a questo abuso, che fu scoperto da san Nicodemo e si trova nel Pedalion.

San Macario di Corinto

San Macario di Corinto fu l'ispirazione per i Kollyvades. San Nicodemo fu il loro scrittore e dogmatico. Si assunse la responsabilità di scrivere su questa controversia, di andare nelle biblioteche di tutto il monte Athos alla ricerca di tutto il materiale sulle domeniche e sul culto che riuscì a trovare, e scoprì una base patristica per un culto rinnovato, e scrisse gli insegnamenti dei santi Padri nella sua confessione di fede. I Kollyvades non furono creduti ai loro tempi, e infatti furono perseguitati. Durante la loro vita furono esiliati. Inizialmente vista come una tragedia, questa divenne una benedizione per tutta la Chiesa. In molti luoghi in tutta la Grecia, e soprattutto sulle isole, si fondarono molti monasteri dove conservavano il Tipico e gli insegnamenti dei padri Kollyvades. Queste non erano nuove idee inventate dai Kollyvades, e per essere chiari su questo punto, essi ritornarono molto coscientemente alla Tradizione dei Padri utilizzando fonti chiare e indiscusse. Essi non furono in alcun modo innovatori. Confessarono senza alcuna perversione gli insegnamenti della fede, vivendo l'Ortodossia, il percorso della theosis patristica. Sono fonti chiare e pure della santa Tradizione.

All'interno gli scritti dei Santi Padri, nei commentari sulla Liturgia di santi come san Dionigi l'Areopagita, san Germano, san Simeone, san Nicola Cabasilas, ecc, e anche nella tradizione monastica, trovarono quello che richiedevano i libri liturgici, il Tipico e i canoni. Ritornarono a tutte queste fonti. Hanno rinnovato dalle radici in su la Tradizione della Chiesa. Hanno riportato al suo giusto posto la forza della tradizione liturgica totalmente priva di illusione e perversione.

I Kollyvades affrontarono due controversie principali: la prima fu la questione dell'cucaristia e della frequenza con la quale si può partecipare alla santa comunione, e la seconda fu il ruolo della domenica nella vita liturgica della Chiesa, e la polemica intorno alla celebrazione di funzioni memoriali per i defunti alla domenica. Nella tradizione liturgica della Chiesa non abbiamo domeniche dedicate ai defunti, ma piuttosto sabati dedicati ai defunti, poiché il sabato è il giorno dei martiri e dei defunti. La domenica è il giorno della risurrezione del Signore. Ogni settimana si rivive il ciclo della Pasqua del Signore. La domenica dopo la Pasqua è la domenica del Rinnovamento, dalla quale ricomincia il ciclo delle liturgie domenicali.

San Gregorio il Teologo ha un testo sulla nuova domenica in cui parla molto dell'importanza della domenica, che è la prima e più importante festa della Chiesa come vediamo nell'Apocalisse di san Giovanni il Teologo. Questo giorno ha un posto speciale nella vita liturgica della Chiesa, e i Kollyvades hanno continuato fortemente questa tradizione. La domenica è un giorno di risurrezione, di gioia, ecc. Alla domenica tre cose non sono ammesse: stare in ginocchio alle funzioni, il digiuno, e i memoriali dei defunti (anche se possono essere serviti i funerali) in quanto questi sono tutti collegati al lutto. Se il quarantesimo giorno dal riposo di qualcuno cade di domenica, dovrebbe essere commemorato il lunedì successivo piuttosto che il sabato, e sappiamo che questo dal fatto che dal Sabato di Lazzaro fino alla Domenica di san Tommaso non si celebrano memoriali, che sono tutti spostati a una data successiva.

Nella skiti di Sant'Anna, nel 1754, la chiesa principale andò distrutta. Un uomo di nome Dimitri aveva dato una notevole quantità di denaro per la ricostruzione e aveva chiesto in cambio che si celebrassero le commemorazioni funebri per i suoi cari defunti. I padri stessi iniziarono il processo di ricostruzione. Naturalmente, le commemorazioni dovevano essere tenute il ​​sabato, ma al sabato c'era un mercato generale nella "città" di Karyes, capitale dell'Athos e per vivere dovettero portare lì i loro prodotto artigianali. Così, quando poterono fare le commemorazioni? Decisero di farle alla domenica, e questo fu l'inizio della controversia. I padri Kollyvades che conoscevano bene il culto della Chiesa non potevano accettare che i servizi memoriali fossero fatti la domenica. Il problema non era la kollyva [2] o i memoriali ma piuttosto che avrebbero dissacrato il giorno della risurrezione. Essi capivano veramente che cosa voleva dire la domenica, il giorno della nuova creazione. Anche se questo potrebbe accadere nel mondo per qualche motivo, non dovrebbe mai accadere sull'Athos tra persone che conoscono il Tipico.

Ci fu una tale controversia su questo che alcuni dei padri Kollyvades furono addirittura uccisi – trovarono i loro corpi in mare, annegati. Questo è particolarmente vero per il gruppo che aveva collegamenti con il patriarcato. I padri Kollyvades non si difesero ma i loro avverari continuarono a inviare persone per farli condannare. Lottarono fino al martirio.

Molte bugie furono dette su di loro, e i loro nemici li chiamavano "Kollyvades", un termine che rimase nell'uso. Eraono anche chiamati massoni, perché erano un piccolo gruppo che comunicava molto con gli altri, ai quali sembrava misterioso. Alcune persone dicevano che mettevano la comunione nel loro skufos [3] per consumarla più tardi o che non credevano che la santa comunione fosse divina, cosa assolutamente ridicola, e molte altre cose del tutto immeritate e ridicole. Non furono creduti ai loro tempi, e non fu fino all'arrivo del XX secolo che la gente ha cominciato a fare studi particolari su di loro e a scoprire i loro testi, e sono quindi diventati ben noti, ed è da qui che proviene questa parola ironica "Kollyvades" (creatori di colive), che divenne una bandiera del loro gruppo. I padri Kollyvades sono una grande fonte di ispirazione per tutti i fedeli ortodossi. Essi ci presentano le fonti della fede ortodossa, ed è proprio per questo che sono una fonte di ispirazione. Hanno cercato non la luce della conoscenza terrena, ma piuttosto la luce della conoscenza divina attraverso il culto della Chiesa. La loro vita testimonia che hanno ricevuto questa luce, e sono stati illuminati nel passarla al resto della Chiesa, anche se questo è costato caro nelle loro vite. Il loro esempio di martiri continua a guidare la Chiesa in questo giorno e in futuro.

Note

[1] Una raccolta di canoni ecumenici della Chiesa, compilata e commentata da san Nicodemo.

[2] Grano o riso bollito offerto come memoriale per i defunti.

[3] Un copricapo monastico.

Condividi:
Inizio  >  Documenti  >  Sezione 5