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  Santa Xenia di San Pietroburgo

Una "folle in Cristo" del XVIII secolo

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Poco si sa della vita terrena di questa santa donna, che era veramente, come indica il suo nome, una "estranea" o "straniera" sulla terra, sempre protesa con nostalgia verso la patria celeste. Sappiamo che visse nel diciottesimo secolo, durante i regni delle Imperatrici Elisabetta e Caterina II; ma le date della sua nascita e della sua morte, così come la storia della sua famiglia, ci sono ignote. Ella passò quasi tutta la sua vita a Pietroburgo, e il suo nome era Xenia Grigorievna Petrova, moglie dell'ufficiale dell'esercito e cantore di corte Andrej Feodorovich Petrov.

All'età di 26 anni, Xenia rimase vedova in condizioni che avrebbero cambiato tutto il corso della sua vita. Suo marito, che conduceva la ordinaria vita mondana di quel tempo, morì all'improvviso una sera durante una festa, senza pentimento e senza ricevere i Santi Misteri. Per il dolore, e soprattutto per la preoccupazione per la sorte eterna del marito, Santa Xenia adottò uno strano stile di vita. Si vestì degli abiti del marito, e chiese alla gente di chiamarla "Andrej Feodorovich." Attraverso la morte del suo amato marito, giunse a comprendere la natura incostante e passeggera della vita terrena. Tutti i suoi precedenti interessi mondani persero ogni significato per lei, e la sua esistenza terrena divenne ora il mezzo per ottenere la vita eterna in Dio.

Contro il volere dei suoi parenti, che protestarono presso le autorità militari, regalò la sua casa e tutti i suoi averi ai poveri, e iniziò a vivere una vita da vagabonda nel quartiere dei poveri di Pietroburgo. Rifiutando ogni aiuto da parte dei suoi amici e parenti, gioì della sua libertà dalle cose di questo mondo. Quando i vestiti di suo marito caddero a brandelli, si vestì di abiti stracciati, sempre verdi e rossi, i colori dell'uniforme del marito, in ogni periodo dell'anno, nonostante il rigido gelo del nord.

Dopo un certo tempo la Beata Xenia scomparve improvvisamente da Pietroburgo e non fece ritorno per otto anni. Durante questo periodo visitò i santi anziani e asceti di quel tempo, ricevendo da loro istruzioni sulla vera vita spirituale e preparandosi per il difficile compito che doveva ancora intraprendere: la follia per Cristo. Uno dei santi anziani di quel tempo, il Beato Teodoro di Sanaxar, che era ben noto a Pietroburgo, prima come militare di corte e poi come monaco e padre spirituale, aveva egli stesso cambiato vita dopo avere visto la morte improvvisa di un giovane ufficiale a una festa. È possibile che questo giovane ufficiale fosse il marito di Xenia, e che questo singolo triste evento abbia aperto la strada della santità per due santi russi. In ogni caso, è probabile che Xenia sapesse di lui, e che abbia forse ricevuto da lui istruzioni spirituali.

Dopo il suo ritorno a Pietroburgo, Santa Xenia rimase nello stesso quartiere dei poveri, noto come il "fianco di Pietroburgo." Là visse come vagabonda senza casa, sopportando insulti e derisioni per il suo strano comportamento, ma sempre rifacendosi all'immagine di Cristo, il grande sofferente, che subì gli sputi e gli insulti e una morte vergognosa senza mormorare. Non accettava elemosine dalla gente, se non qualche moneta di rame, che usava per aiutare i poveri. Passava le notti fuori città in un campo, senza dormire, in costante preghiera. Sul suo volto emaciato risplendevano le virtù cristiane della mitezza, dell'umiltà e della gentilezza. Presto iniziarono a rivelarsi in lei elevati doni spirituali. Divenne chiaroveggente, e profetizzava, per mezzo di allegorie e di affermazioni criptiche, eventi futuri non solo degli ordinari abitanti di Pietroburgo, ma persino della famiglia reale. Diversi casi della sua preveggenza ci sono pervenuti.

Un giorno Santa Xenia andò a visitare una certa Krapivina, moglie di un mercante. Dopo essere stata accolta con calore e aver passato un po' di tempo in conversazione con lei e con altri ospiti, la ringraziò e, preparandosi a uscire, indicò Krapivina dicendo: "Guardate, le ortiche (krapiva in russo) sono verdi, ma presto appassiranno." Nessuno prestò attenzione alle parole della beata, ma presto la giovane Krapivina, che era rigogliosa di salute, si ammalò inaspettatamente e morì. Allora coloro che erano stati presenti ricordarono le parole della Santa e capirono che in quel modo aveva profetizzato la morte prossima della moglie del mercante.

Un'altra volta Santa Xenia si recò dalla sua buona amica, Parasceva Antonova, a cui aveva affidato la sua casa dopo essere diventata vedova, e le disse: "Te ne stai qui seduta a rammendare calzini, e non sai che Dio ti ha mandato un figlio! Và subito al cimitero di Smolensk!"

Antonova, che conosceva la beata fin dalla giovinezza, sapeva bene che nessuna parola menzognera era mai uscita dalle sue labbra; e così, nonostante la stranezza di quelle parole, credette immediatamente che qualcosa di straordinario fosse davvero accaduto, e si affrettò al cimitero di Smolensk. Avvicinandosi al cimitero, vide una grande folla, e scoprì che un cocchiere aveva investito una donna gravida, che aveva dato alla luce un figlio proprio sulla strada ed era morta.

Provando compassione per il bambino, Parasceva Antonova lo portò immediatamente a casa. Né il corpo di polizia di Pietroburgo né la stessa Antonova poterono scoprire chi fosse la madre defunta, e neppure chi fosse il padre del bambino, e così il piccolo rimase con lei. Ella gli diede una buona educazione, e a suo tempo divenne un eminente ufficiale, mostrandosi pieno di rispetto e di amore verso la sua madre adottiva, e prendendosene cura fino alla sua morte. Mostrò anche il più profondo rispetto per la memoria della beata Xenia, che aveva fatto tanto per la madre adottiva, e aveva partecipato direttamente al proprio destino al momento stesso della sua nascita come orfano totale.

Tra gli amici che Santa Xenia talvolta visitava, c'era la famiglia Golubev: la madre e la figlia diciassettenne, che era molto bella. Santa Xenia amava molto questa ragazza per il suo comportamento mite e tranquillo e per il suo buon cuore.

Un giorno Xenia venne in visita mentre stavano a tavola e preparavano il caffè. "Oh, bellezza mia," disse alla figlia, "tu te ne stai qui a scaldare il caffè, mentre tuo marito sta seppellendo sua moglie a Ochta. Corri là, in fretta!" Alla risposta sbigottita della giovane, Santa Xenia replicò soltanto con un imperioso "Và!"

Sapendo che Santa Xenia non diceva mai nulla che fosse privo di significato, e provando riverenza per lei come persona gradita a Dio, le donne obbedirono all'istante e si recarono a Ochta. Là videro un corteo funebre che si recava al cimitero. Si unirono alla processione e presero parte al funerale e alla sepoltura della giovane moglie di un dottore, che era morta di parto. Dopo le funzioni, le donne stavano per partire con il resto dei partecipanti, quando all'improvviso si fece loro incontro il giovane vedovo. Questi, dopo aver pianto amaramente alla vista della terra gettata sopra il corpo della sua amata moglie, perse i sensi e cadde proprio tra le loro braccia. Le donne lo fecero rinvenire, fecero la sua conoscenza, e un anno dopo la giovane divenne sua moglie. Vissero insieme felici fino a tarda età, e chiesero come testamento ai loro figli di prendersi cura della tomba di Santa Xenia e di riverire la sua memoria.

Un giorno Santa Xenia incontrò una devota amica per strada, la fermò e, dandole una moneta di rame da cinque copechi con l'immagine di un cavaliere, disse: "Prendi la moneta, c'è lo Zar a cavallo; si estinguerà!" La donna prese la moneta, salutò Xenia, e tornò a casa perplessa, chiedendosi il significato di quelle strane parole. Era appena entrata nella via dove viveva, quando vide che la sua casa aveva preso fuoco, ma prima che potesse raggiungere la casa, le fiamme furono spente. Allora ella comprese le parole della santa.

Nel 1764, l'ex-Zar Giovanni VI, che era stato imprigionato per 23 anni nella fortezza di Schlusselburg a Pietroburgo, fu ucciso durante una rivolta intesa a rimetterlo sul trono. Per tre settimane prima di questo triste evento, Santa Xenia prese a piangere amaramente, tutti i giorni, talvolta per tutto il giorno. Coloro che la incontravano erano mossi a compassione, e credendo che qualcuno l'avesse offesa, le chiedevano: "Perché piangi, Andrej Feodorovich? Qualcuno ti ha offeso?" La santa replicava: "Là c'è sangue, sangue, sangue! Là i fiumi sono pieni di sangue, i canali sanguinano, là c'è sangue, sangue!" e si metteva a piangere ancora di più. Nessuno riusciva a capire cos'era successo a Xenia, solitamente tranquilla e di buon umore, né poteva spiegarsi le sue strane parole. Solo dopo tre settimane, quando la notizia della morte dell'ex-Zar si diffuse per tutta Pietroburgo, tutti compresero che con le sue lacrime e le sue strane parole la Santa aveva profetizzato la sua sofferenza e morte.

Alla vigilia della Natività di Cristo, il 24 Dicembre 1761, Santa Xenia passò tutto il giorno correndo per le strade di Pietroburgo gridando ovunque ad alta voce: "Cucinate le frittelle! Cucinate le frittelle! Presto tutta la Russia cucinerà le frittelle!" Tutti erano perplessi, chiedendosi il significato delle sue strane parole e della sua condotta. Ma il giorno seguente tutta Pietroburgo udì la triste notizia: La Zarina Elisabetta era morta all'improvviso. Solo allora tutti compresero il significato delle parole della santa: aveva profetizzato la morte dell'Imperatrice, dopo la quale tutta la Russia servì banchetti funebri con le usuali frittelle (blinyi) in memoria dei defunti.

Una volta, in un mercato di Pietroburgo, i mercanti riuscirono a ottenere da un ricco fornitore una scorta di diversi tipi del migliore miele. C'era miele di fiori di tiglio, e di sorgo, e di altri fiori e piante. Ciascuno aveva il proprio sapore e profumo speciale. E quando i mercanti mescolarono tutti e tre i tipi di miele in un solo barile, si produssero un gusto e un aroma al di là della più fervida immaginazione. La gente comprò subito di questo miele, senza badare a spese. E all'improvviso apparve la Beata Xenia. "Non prendetene, non prendetene," gridò; "non si può mangiare questo miele: puzza di cadavere!" "Sei uscita di senno, Matuskha! Non ci infastidire! Vedi che profitto che ne ricaviamo. E come puoi provare che non si deve mangiare questo miele?" "Ecco come lo proverò!" gridò la santa, e appoggiatasi con tutto il suo peso al barile, lo rovesciò. Mentre il miele colava sul marciapiede, i presenti si raccolsero intorno al barile; ma quando il miele fu defluito, tutti gridarono di orrore e repulsione: al fondo del barile giaceva un enorme ratto morto. Anche coloro che avevano comprato questo miele a caro prezzo e lo avevano portato con sé, lo gettarono via.

Santa Xenia divenne famosa e riverita tra la gente, come una persona che aveva trovato il favore di Dio. La sua stessa presenza in una casa o in un negozio veniva considerata un augurio di prosperità e di successo. Le madri le portavano i loro bambini per ricevere la sua benedizione e le sue gentili parole, nella convinzione che queste avrebbero portato loro salute e felicità.

Quando una chiesa in pietra fu costruita nel cimitero di Smolensk nel 1794, la santa, ora anziana, portava di notte i mattoni sulla sommità della chiesa, per facilitare il lavoro agli operai il giorno successivo. Solo Dio conosce quali altri lavori ella abbia intrapreso in modo simile.

Passando così la propria vita in costante disposizione ad aiutare il suo prossimo, in preghiera incessante e con rinuncia a tutti i beni terreni, Santa Xenia visse per 45 anni dopo la morte del suo marito. Quando e come morì non lo sappiamo, ma la sua morte avvenne probabilmente negli ultimi anni del diciottesimo secolo. Fu sepolta nel cimitero di Smolensk.

Entro il 1820, grandi folle di credenti si radunarono attorno alla tomba di Santa Xenia per pregare per il riposo della sua anima e per chiedere la sua intercessione presso Dio. Così tanti prendevano terra dalla sua tomba, che questa doveva essere nuovamente ricoperta ogni anno. Quando una lastra di pietra fu posta sulla tomba, la gente ne staccava dei pezzi come ricordo della santa. In seguito fu edificata una cappella sulla sua fossa, e anche nei lunghi anni in cui questa è stata chiusa, ci sono delle persone che sono andate a pregare e a raccogliere un poco di terra o un pezzo di pietra dal muro della cappella. I miracoli ottenuti per le preghiere di Santa Xenia non sono diminuiti nel corso degli anni. Anche oggi coloro che chiedono aiuto a Santa Xenia ricevono guarigione da malattie, successo in buone opere, e liberazione da sventure.

 

Tropario della Beata Xenia, Tono 7°

O amante della povertà di Cristo, ora partecipi all'eterno banchetto. Con la tua follia simulata, hai coperto di vergogna la follia di questo mondo. Portando umilmente la croce hai esaltato la gloria di Dio, e perciò hai acquisito il dono dei miracoli. O Beata Xenia, intercedi presso Cristo Dio affinché ci liberi da ogni male attraverso il pentimento. 

Contacio, Tono 3°

La città di San Pietro ora esulta radiosa, poiché molti afflitti sono stati consolati, sperando nella tua intercessione, o Xenia tuttabeata. Tu sei infatti la gloria e la confermazione di quella città.

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