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  Cosa è successo davvero nella domenica di sangue

di George Michalopulos

Monomakhos, 18 settembre 2021

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È un vecchio cliché che "la storia la scrivono i vincitori". Ciò è particolarmente vero per i regimi rivoluzionari, che sentono di dover infangare tutto ciò che è avvenuto prima nel modo più orribile possibile; una sorta di fallacia logica del tipo "tu sei così cattivo che io devo essere veramente buono".

In realtà, questo è forse il concetto centrale dell'illuminismo; vale a dire, il progresso è tutto, e tutto ciò che è venuto prima era difettoso. C. S. Lewis lo chiamava "snobismo cronologico". Per le eminenze di questo movimento, il rinascimento fu una "rinascita" della civiltà dopo i cosiddetti secoli bui.

Sfortunatamente, questi stessi devoti non riuscivano a spiegare del tutto come furono costruite le grandi cattedrali d'Europa durante quei "secoli bui" o come il metodo scientifico fu postulato per la prima volta nei conventi francescani nel XII secolo, o anche come sorsero le grandi università durante quello stesso periodo di tempo.

Oh bene, immagino che possiamo archiviarlo come una stupida coerenza, il babau delle menti piccole.

Detto questo, questo tipo di pensiero o di storiografia magica non ci ha mai abbandonato. Questo è stato ancora più vero durante il secolo scorso, quando ci era costantemente detto che tutto ciò che è venuto prima dell'anno "X" era particolarmente cattivo, malvagio o retrogrado. Quando i critici rispondono che ciò che è venuto dopo sembrava peggio, allora ci dicono che i grandi uomini che hanno inaugurato la nuova era avevano buone intenzioni. Questa è fondamentalmente l'argomentazione standard. Sapete, non si può fare una frittata senza rompere qualche uovo.

Tuttavia, la verità alla fine "avrà la meglio", come si suol dire.

Interverrò a questo punto sul fatto che potremmo assistere alla fine dell'ideologia progressista. La caduta di Kabul per mano dei talebani mi indica che il realismo sta iniziando a insinuarsi nelle menti collettive dell'Occidente. È mia opinione ponderata che le false religioni del Black Lives Matter, dell'omosessualismo e del femminismo siano allo stremo. Si spera che possa dileguarsi anche l'eccezionalismo wilsoniano.

Ciò è particolarmente vero per la dinastia dei Romanov, che ci è stata descritta da tempo immemorabile come orribile; che Nicola II era un dittatore inetto (ma sanguinario), che governava su un ingombrante impero in cui milioni di persone morivano di fame ogni giorno. Questo non è mai stato vero. Fortunatamente, anche questa interpretazione da cartone animato di quel periodo della storia russa oggi è trattata con attenzione. Va ricordato che Nicola regnò su una Russia che era nella sua "età dell'argento", un periodo di relativa pace e prosperità sempre crescente, oltre a sorprendenti realizzazioni culturali.

È quindi con grande piacere che raccomando il libro The Romanov Royal Martyrs: What Silence Could not Conceal (I martiri reali dei Romanov: ciò che il silenzio non ha potuto nascondere). Certo, è scritto da un punto di vista decisamente filo-Romanov, ma ciò non significa che non sia una buona storia. Lo è. E fornisce contesti mai presi in considerazione prima (o che addirittura non sono mai stati conosciuti). Comunque sia, la precedente storiografia anti-Romanov rende necessario questo pregiudizio.

Ma non è un'agiografia. Nicola e la sua famiglia erano veramente dei modelli di decenza e rettitudine. Come uomo, sopportò stoicamente tutte le calunnie che gli erano state rivolte e non rispose mai. Si aspettava lo stesso dalla sua famiglia, cosa particolarmente difficile per sua moglie, l'ex principessa Alice d'Assia-Darmstadt, regolarmente calunniata come spia tedesca.

Erano anche l'immagine stessa della pietà ortodossa e davano costantemente il loro tempo e le loro risorse per aiutare i meno fortunati. Durante la grande guerra, l'imperatrice Alessandra e le sue due figlie maggiori, Olga e Tatiana, si addestrarono come infermiere e si presero cura dei feriti giorno e notte, vivendo spesso in condizioni squallide e senza lamentarsi.

La dinastia dei Romanov mi ha affascinato a lungo. In particolare la figura dello tsar Nicola II e del suo brutale assassinio assieme alla sua famiglia a Ekaterinburg. Sono stato un convinto anticomunista per tutta la vita, ma ho creduto all'idea che Nicola II fosse un sovrano repressivo, governato dalla mentalità reazionaria del suo defunto padre.

Non sapevo che al momento della sua ascesa al trono, chiese la formazione di una corte di giustizia internazionale alla quale le nazioni del mondo potessero presentare le loro lamentele. Inoltre, raccomandò che tutte le potenze d'Europa si disarmassero in modo da prevenire ulteriori guerre. Il suo sogno di un tribunale internazionale si è concretizzato all'Aia; la sua idea di un disarmo universale, purtroppo, non fu mai realizzata. In ogni caso, mentre queste idee suonano ingenue – persino impraticabili – non sono il prodotto di una mente reazionaria.

Dopo aver ricevuto la notizia che Nicola voleva creare una conferenza di pace permanente all'Aia, circa 4.665 cittadini americani provenienti da tutti gli Stati Uniti gli scrissero questa lettera d'elogio:

"Noi, sottoscritti, cittadini sovrani degli Stati Uniti d'America, senza riguardo a razza, credo o affinità politica, desideriamo esprimere la nostra sincera simpatia per il nobile sforzo dello Tsar per la causa di Dio e dell'umanità. Considerando le difficoltà che affronta in patria e all'estero, ammiriamo l'alto coraggio morale con cui osa affrontarle, nella fede che, in tutti i tempi, ha mosso le montagne. Non pensiamo si possa trovare luogo più adatto da cui iniziare una crociata americana, di questa città di Filadelfia (Amore fraterno) in questo stato della Pennsylvania, il cui fondatore, nel 1693, pubblicò un appello per l'arbitrato alle nazioni d'Europa, mentre tra loro infuriava la guerra, e praticamente dava loro un illustre esempio di ciò che può essere una colonia le cui principali difese sono l'arbitrato e la giustizia estesa a tutti gli uomini. Qui, dalla culla della libertà, dove in seguito abbiamo proclamato che non solo noi stessi, ma tutto il mondo, avevamo diritto alla "vita, alla libertà e alla ricerca della felicità", tendiamo una mano amica alla Russia, nostra amica, quando essa "porta buone novelle, e pubblica la pace". Lo Tsar di Russia, Nicola II, ha convocato una conferenza di tutte quelle nazioni che hanno inviato rappresentanti a San Pietroburgo, per incontrarsi all'Aia, il 18 maggio 1899, per esaminare un piano per promuovere "l'arbitrato e il graduale disarmo". Desideriamo inviargli l'indirizzo di solidarietà allegato e invitiamo tutti coloro che si uniranno a noi ad aggiungere le loro firme". quando 'porta la buona novella, quando pubblica la pace'. Lo Tsar di Russia, Nicola II, ha convocato una conferenza di tutte quelle nazioni che hanno inviato rappresentanti a San Pietroburgo, per incontrarsi all'Aia, il 18 maggio 1899, per esaminare un piano per promuovere "l'arbitrato e il graduale disarmo". Desideriamo inviargli la dichiarazione di solidarietà allegata e invitiamo tutti coloro che si uniranno a noi ad aggiungere le loro firme".

Nel 1897, Nicola aveva istituito riforme delle condizioni di lavoro, proteggendo in particolare le donne e i minori di 17 anni dal dover lavorare in turni serali o notturni. Sorprendentemente, le sue riforme precedettero quelle di tutte le altre nazioni occidentali, come osservava il presidente William Howard Taft nel 1913: "...l'imperatore russo ha emanato una legislazione sul lavoro di cui nessuno Stato democratico può vantarsi".

Altre iniziative lungimiranti, come il ricovero e le cure mediche, erano state attuate per tutti nell'ambito di varie cooperative mediche, il cui costo era di un rublo, a persona, all'anno.

Niente di tutto questo suona come un governo repressivo. In realtà, è l'esatto contrario. È progressismo giustamente inteso.

Si può e si potrà dire di più sull'aumento del tenore di vita. Lo scopo di questo post è illustrare il grado di inganno che molti storici hanno coltivato per calunniare Nicola riguardo a un incidente specifico noto come domenica di sangue, in cui furono massacrate diverse migliaia di lavoratori in sciopero.

In poche parole, l'intero incidente fu messo in scena da agitatori professionisti e infiltrati comunisti, che sapevano benissimo che lo tsar non sarebbe stato al Palazzo d'Inverno per ascoltare le lamentele degli operai in sciopero. Sapevano che Nicola si era ritirato a Tsarskoe Selo giorni prima, ma non fecero nulla per informare la stragrande maggioranza dei lavoratori che era così. La maggior parte dei dimostranti fu sostanzialmente ingannata da agitatori professionisti. Peggio ancora, questi agitatori e provocatori fecero tutto il possibile per garantire che ne derivassero violenze.

I lavoratori, la cui stragrande maggioranza era composta di cristiani ortodossi patriottici, credevano fermamente che il loro batjushka ("piccolo padre") avrebbe ascoltato le loro lamentele. I rivoluzionari e i terroristi, d'altra parte, fecero di tutto per far credere il contrario al proletariato urbano di San Pietroburgo.

Consiglio vivamente, se siete interessati a saperne di più sulla "domenica di sangue", di guardare questo breve documentario (20 minuti).

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