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  Profezie di sant'Ignazio Brjanchaninov sugli ultimi tempi

dal blog Eschaton

traduzione dal russo di Lydia Ouspensky

30 settembre 2014

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In maggior parte gli uomini credono di essere dei veri cristiani, sebbene in realtà ignorino il cristianesimo, che confondono con le teorie filosofiche mondane. Gli uomini vogliono un cristo che parli loro di questa vita temporale e non della vita eterna. Essi desiderano un cristo che offra loro i beni della vita quaggiù e non di quella al di là, che sia un capo di questa vita terrestre e non il capo della vita futura. Per questo stesso motivo, gli uomini si precipitano per ricevere l'Anticristo – esattamente come gli ebrei al tempo di Cristo e da quel momento in poi.

Gli ebrei attesero il Messia nel corso dei secoli e quando venne non lo ricevettero, ma lo crocifissero. Perché? Perché il Cristo non era come se lo aspettavano. Per questo non riconobbero il Messia in persona. Essi attendevano un re terrestre, un conquistatore del mondo che potesse sottomettere al popolo d'Israele tutti i popoli dell'universo, donando forza e gloria ai suoi adepti.

Pertanto, vedendolo povero e umile, dolce e ricolmo della pace celeste, vedendo che offriva loro beni celesti e non beni terreni, compresero che non era per loro. Non era il Messia che attendevano, ma proprio il suo contrario. Ecco perché lo crocifissero e si misero ad attendere un altro «Messia», che continuano sempre ad attendere e che alla fine accoglieranno nella persona dell'Anticristo che deve venire.

E con gli ebrei, milioni di uomini che si pretendono cristiani attendono un messia senza sospettare che sarà lo stesso messia atteso dagli ebrei. Ed in effetti il messia ebreo verrà e donerà agli ebrei tutti i beni materiali che essi attendevano dal Cristo. Questo «messia» li meraviglierà con i suoi miracoli e i suoi prodigi, che sbigottiranno gli uomini fino ai confini della terra, i quali strisciando verranno e cadranno ai suoi piedi. Egli riunirà in un solo stato mondiale tutte le genti della terra, cosa che riempirà di gioia i cuori degli scribi e dei farisei. Egli non sarà il Cristo, ma l'Anticristo.

Questi non apparirà nella storia umana in modo fulmineo, non avrà un aspetto ributtante, perché praticherà una morale tutta umana. Verrà dopo una preparazione secolare – opera del «mistero dell'iniquità» (2 Ts 2:7) – che è iniziata con la nascita della Chiesa e che continua senza interruzione fino ad oggi. Una lenta apostasia che sarà ben presto consumata, operata dal «mistero dell'iniquità» (2 Ts 2:3-7), ha preparato l'umanità a ricevere l'Anticristo, ch'essa attende come suo capo ideale. Nella persona dell'Anticristo l'umanità vedrà il suo più grande «benefattore».

Nessuno può dire quando e come verrà l'Anticristo. Ciò che è certo è che tutti questi movimenti che portano a infrazioni da parte degli stati e delle «chiese», tutti questi compromessi, tutta quest'uniformazione dell'umanità, sotto la pressione della cultura tecnica, aprono la via all'Anticristo. Una simile evoluzione dell'umanità può essere eccellente secondo il criterio mondano, tuttavia secondo il criterio cristiano non è che un precipitare verso la catastrofe.

La morte del mondo arriverà quando questo sarà sulla sommità della sua «gloria», sulla sommità della torre di Babele, sulla sommità dell'orgoglio umano, quando l'uomo si troverà nel punto più alto della sua ambizione orgogliosa e vorrà divinizzarsi con le proprie forze, senza tener conto di Dio. E quando il Cristo ritornerà, troverà l'uomo in tutta la «gloria» della sua malattia luciferina. Cosa assai più tragica, il male si presenterà all'occhio dell'uomo come bene.

La condanna che l'uomo si attirerà non sarà soltanto una catastrofe fisica e materiale – cosa che spaventa tanto gli uomini. La morte del corpo sarà per l'umanità un male assai inferiore a quello che deve venire – e che sarà incredibilmente più crudele e più inumano. Sarà il capolavoro della fantasia diabolica, la più grande presa in giro che sia mai esistita. La catastrofe verso la quale si dirige l'umanità avrà l'apparenza della sua più grande «riuscita». Questa sarà la sommità della torre di Babele, il punto culminante della vanità umana, il coronamento dell'orgoglio dell'uomo!

Tutto ciò non spaventa il cristiano, che sa in anticipo che il mondo si condannerà da sé (Tt 3:11). Ecco perché il Cristo non prega per il mondo, che dimora nel male (1Gv 5:19), ma per coloro che gli sono stati donati (Gv 17:9). Allo stesso modo Dio non esige dal cristiano ch'egli salvi il mondo – che è un battello che naufraga a causa della sua struttura marcia. Ciò che Dio domanda ai cristiani e il «si salvi chi può» dei naufraghi. La Chiesa ortodossa di Cristo, come un'arca di Noè, naviga vicino ai naufraghi e tutti coloro che vogliono salvarsi devono rifugiarvisi.

Per questo, tutta la vita in Cristo non è che un «esodo» da questo mondo, da questo Egitto delle passioni, per rifugiarsi nell'arca della Chiesa.

Tuttavia ai tempi dell'Anticristo l'arca della Chiesa potrà essere distinta con difficoltà. Quella che riconosceremo ufficialmente come «chiesa» avrà gradualmente tradito il tesoro della fede e ricorderà una poltiglia unificata, che, in aiuto della scaltrezza luciferina, possederà alcune apparenze di chiesa. E solo piccoli gruppi sparsi di fedeli (con una minima parte del clero) avranno conservato vivente la vera tradizione.

Chi dunque potrà riconoscere la Chiesa di Cristo in questi piccoli gruppi di veri credenti ortodossi disprezzati e privati di ogni splendore interiore? Tuttavia proprio queste piccole parrocchie sparse e senza coordinamento, ma legate fra loro dai legami mistici del corpo e del sangue del Signore, dallo Spirito Santo, dalla sola fede e tradizione inalterata – proprio loro rappresenteranno, verso la fine del mondo, la Chiesa ortodossa, una, santa, cattolica e apostolica.

In quei tempi anche gli eletti rischieranno di perdersi. Sarà necessaria una grande audacia perché un uomo osi aderire a questa minoranza di veri credenti, con il rischio di essere deriso dagli «intelligenti» e dai forti di questo mondo. Sarà necessaria una grande saggezza per distinguere la Verità, là dove tutto il mondo non vedrà che l'ingenuità e la bizzarria idiota.

Quanti fra gli uomini potranno allora trovare il loro cammino, quando tutti i fari indicheranno false vie? Allora, colui che persevererà fino alla fine sarà salvato (Mt 10:22).

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