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  L'etimasia: il trono della preparazione

Dal blog A Reader's Guide to Orthodox Icons

27 giugno 2013

 
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Trono della preparazione, parte di un affresco del Giudizio finale (c. 1300, Monastero di Decani)

L'etimasia (dal greco ἑτοιμασία, “preparazione”), o trono della preparazione, è una delle immagini più diffuse nell'iconografia, in particolare nel cristianesimo ortodosso. Domina molto raramente qualsiasi composizione di cui è parte, così l'immagine e il suo significato possono essere trascurati. In questo articolo, l'immagine e la sua storia sono esplorate attraverso tre interpretazioni di ciò che il trono rappresenta.

Il trono vuoto che rappresenta Cristo

Secondo Concilio Ecumenico del 381 (manoscritto del IX secolo)

Il trono vuoto è un simbolo precristiano di autorità invisibile o assente. Troni vuoti sono utilizzati nell'arte antica per rappresentare divinità in una vasta gamma di culture, mentre gli Etruschi mettevano letteralmente posti vuoti a capo tavola durante le feste religiose perché la divinità si unisse invisibilmente alla società. Dal tempo di Alessandro Magno in poi, il trono vuoto è utilizzato anche nella cultura greca per rappresentare monarchi umani, quando erano assenti da ogni evento. Questo è stato portato avanti nell'era cristiana, in modo che al Primo Concilio Ecumenico, per esempio, un trono vuoto che porta le insegne regali era presente a rappresentare l'imperatore Costantino, che altrimenti non prendeva parte alla riunione dei vescovi.

Etimasia d'avorio con i simboli del potere regale e della passione (c. 1000)

Al tempo del Concilio ecumenico di Costantinopoli, poggia sul trono vuoto un libro dei Vangeli, che non rappresenta l'imperatore, ma Gesù Cristo. L'uso del trono per rappresentare Cristo è evidente, dati gli evidenti riferimenti a Gesù come re nelle Scritture. Durante le feste, il sovrano cristiano dell'impero bizantino si sedeva su un trono che era situato alla destra di un trono ancora più grande, vuoto, raffigurante Cristo e la sua sovranità su tutto. L'iconografia dello stesso periodo (cioè il primo millennio) mostra spesso il trono senza schienale e con un poggiapiedi. Drappeggiata sul trono è una veste, in porpora di Tiro oppure riccamente decorata per rappresentare l'autorità imperiale. Sono presenti anche i simboli della Passione: la croce, la lancia e la spugna imbevuta di aceto. L'antico simbolo della vittoria - la corona di alloro - è appeso sulla croce per dichiarare il messaggio che la passione è un momento di vittoria per Cristo.

La disposizione specifica degli oggetti intorno al trono nell'iconografia può essere un riflesso di come il "trono vuoto" fisico di Cristo era esposto nei giorni di festa. Indipendentemente da ciò, la composizione è continuata nel periodo medievale ed è ancora oggi presente. L'unica variazione è la presenza occasionale di un calice (o un altro contenitore) che rappresenta l'eucaristia, dei chiodi della Crocifissione, o la variante della corona di alloro come la corona di spine indossata da Cristo. Queste variazioni successive modificano leggermente l'enfasi dell'etimasia, lontano dall'immagine di Cristo come monarca vittorioso, e verso la crocifissione e il sacrificio eucaristico. Tuttavia, entrambe le forme del trono vuoto esistono fianco a fianco.

Trono con i simboli della passione, e Adamo ed Eva prosternati (Venezia, XI secolo)

*

Un'immagine della Santissima Trinità

Va sottolineato che l'etimasia come descritta sopra non rappresenta Cristo come un re "assente", ma come una presenza invisibile. In questo senso rievoca l'uso originale del trono come rappresentazione di un'autorità assente divina, piuttosto che di una secolare. In alcune icone della Pentecoste, il trono della preparazione è usato per mostrare la presenza di Dio e la discesa dello Spirito Santo (ad esempio il mosaico della Pentecoste a san Marco a Venezia).

Qui una colomba rappresenta lo Spirito Santo, e mentre riposa sul trono vediamo improvvisamente l'etimasia come simbolo della Santissima Trinità: la colomba è lo Spirito, il Libro dei Vangeli è il Figlio (la Parola), e il trono è di per sé il Padre.

Etimasia come Santissima Trinità (Palermo, XII secolo)

*

Il trono del giudizio finale

Affresco del giudizio finale (monastero di Voroneţ, Bucovina)

Come già descritto, l'etimasia si trova come dettaglio nelle icone della Pentecoste. È anche un dettaglio nelle icone di Santa Sofia, come pure al centro della parte superiore di icone russe dei santi, dove è un modo semplice per indicare la Santissima Trinità. In Russia si trova anche sul retro di alcune icone, in modo che nessuno spazio sia lasciato vuoto durante le processioni, come per esempio sull'icona della Madre di Dio di Vladimir. Tuttavia, di gran lunga il luogo più comune per trovare l'etimasia sono le icone del Giudizio.

Anime giudicate davanti al trono della preparazione (affresco romeno)

Questa è la risposta alla domanda: che cosa dovrebbe preparare il "trono della preparazione"? La risposta è la seconda venuta di Cristo, dove l'etimasia è il " segno del Figlio dell'uomo" di Matteo 24:30: "E allora apparirà il segno del Figlio dell'uomo nel cielo: e allora tutte le tribù della terra faranno lamento, e vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi del cielo con potenza e grande gloria". Il "segno del Figlio dell'uomo" è anche interpretato come la croce, tuttavia, siccome l'etimasia ha anche una croce non c'è contraddizione. Anche il trono come simbolo della sentenza è tratto dai Salmi: "Ma il Signore durerà per sempre, ha preparato il suo trono per il giudizio". (Salmo 9,7). L'Apocalisse contiene il maggior numero di riferimenti al trono del giudizio, in particolare nel quarto capitolo. Anche se è vero che il libro dell'Apocalisse descrive il trono come occupato, l'iconografia del Giudizio è dinamica e così Cristo può essere visto scendere sul trono vuoto, pronto a giudicare il mondo.

* * *

Anche se l'immagine del trono della preparazione è cambiata nel corso dei secoli, le tre interpretazioni principali: la presenza invisibile di Cristo, la Santa Trinità, e il giudizio, hanno convissuto per quasi tutto il tempo. Infatti, le tre rappresentazioni si completano a vicenda: Cristo è sempre invisibilmente presente con noi, lo Spirito Santo siede sul trono e agisce come vicario di Cristo, e in un momento che non ci aspettiamo saremo portati davanti al trono di fronte al giudizio di Dio.

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