Prima del secondo millennio cristiano, la sorgente (Pege, pron. "pighì") della Theotokos a Baloukli a Costantinopoli era stata fonte di numerosi miracoli, ma non aveva ancora ricevuto l'epiteto con il quale sarebbe diventata perennemente nota - "vivificante" (Zoodochos).
Il titolo "Zoodochos Pege" è stato coniato nel IX secolo da San Giuseppe l'Innografo in un inno che aveva scritto alla Madre di Dio. Il titolo fu associato all'icona della Madre di Dio a Baloukli e alla sua fonte attorno all'anno 1000, quando un uomo dalla Grecia fu risuscitato dai morti per la potenza miracolosa della sorgente santa. Questo miracolo ha cementato la sua fama con il nome di "fonte vivificante" (Zoodochos Pege).
Secondo la storia, quattro pellegrini dalla Tessaglia (Grecia) erano in viaggio verso il santuario a Costantinopoli, ma nel tragitto uno di loro morì. Prima di spirare, il suo ultimo desiderio fu di non essere lasciato indietro, ma pregò i marinai di portare il suo cadavere alla Chiesa della sorgente, e di versare al loro arrivo quelle acque sante sul suo cadavere. Aveva anche specificato la quantità: tre giare di acqua. La sua ultima richiesta fu che venisse sepolto nella foresta circostante. I marinai lo esaudirono, e compirono il suo ultimo desiderio. Tuttavia, dopo che ebbero versato quelle acque miracolose sul suo cadavere, il potere soprannaturale della Theotokos gli permise di risorgere e di vivere di nuovo.
Pertanto, da quel tempo, la sorgente è ufficialmente nota come Zoodochos Pege o fonte vivificante. In alcune icone della fonte vivificante, questo miracolo può essere visto nella parte inferiore della fontana.
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