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  "Non vivrò mai più in un paese dove la fede ortodossa è perseguitata"

Dalla vita di san Paissio Velichkovskij

Della monaca Cornelia (Rees)

Orthochristian.com, 2 dicembre 2022

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San Paissio Velichkovskij, che abbiamo commemorato lunedì scorso, è passato alla storia come padre del monachesimo russo e romeno, come un grande anziano che ha dato nuova vita ai monasteri con le sue traduzioni e i suoi scritti patristici e allevando nuove generazioni di anziani monastici esicasti.

Ma sebbene san Paissio fosse un monaco sul Monte Athos, e infine in Moldova, iniziò la sua vita secolare e monastica in quella che oggi è chiamata Ucraina. La sua strada per il monachesimo in quelle terre era disseminata di rocce e spine, e la sua autobiografia [1] ci dice perché.

San Paissio Velichkovskij inizia la sua autobiografia spiegando che mentre si avvicinava alla fine della sua vita, considerava che tutto ciò che non è stato affidato alla scrittura è destinato all'oblio totale. "Io, ieromonaco Paissio, indegno né del monachesimo né del sacerdozio, sono nato e cresciuto nella città ortodossa malorossiana di Poltava da devoti genitori ortodossi. Sono nato alla fine dell'anno 1722, 21 dicembre..." La città di Poltava si trovava nel territorio dell'Impero Russo chiamato Malorossia (a volte tradotto come Piccola Russia, ma in realtà sarebbe più accuratamente tradotto come Russia Minore), che includeva Kiev, mentre i territori a ovest del fiume Dnepr erano ancora sotto il dominio polacco. Il giovane Pietro, come era sdtato chiamato il futuro santo al battesimo, fu mandato a studiare nel seminario teologico di Kiev, ma rifiutò completamente quello che allora era l'approccio scolastico e latino dell'istituto – un retaggio della dominazione polacca – e desiderava ardentemente diventare monaco. I suoi viaggi alla ricerca di una casa monastica lo portarono in vari luoghi della Malorossia, ma aveva sentito dire che il monachesimo ortodosso tradizionale stava fiorendo nelle terre moldave, e così puntò gli occhi in quella direzione.

Sebbene San Paissio alla fine divenne un grande abate e anziano monastico in Moldova, il suo primo tentativo di raggiungere quella terra promessa fu interrotto da un terribile avvertimento da parte di qualcuno lungo la strada. La storia che ha ascoltato, che citiamo nella traduzione dalla sua autobiografia, ci dà un quadro di ciò che la gente in quella che oggi è l'Ucraina ha dovuto sopportare sotto il giogo cattolico e uniate.

E dopo aver trascorso la notte in casa di un individuo, al mattino vidi [i miei compagni di viaggio] nella scuola di un diacono locale. Quando mi videro si rallegrarono, ma poi chiesero al diacono della strada per la Moldova, dicendogli che intendevano andarci a piedi. Questi disse loro:

"O santi padri, non vi consiglio di andarci a quest'ora, perché è molto pericoloso per strada. Vedete, a causa dei ladri ovunque, ci sono soldati a cavallo, e temo che cadrete nelle mani di soldati spietati, che per nessun altro motivo se non il loro odio per la fede ortodossa possono ferirvi gravemente. Come esempio, ascoltate questa storia di ciò che è accaduto di recente nel nostro villaggio.

"C'era nella nostra chiesa prima di me un diacono di benedetta memoria. Per debolezza umana era cauto dagli attacchi dei persecutori della fede ortodossa, e durante la liturgia leggeva il Simbolo della fede [Credo], cioè 'credo in un solo Dio Padre', e quando veniva la parte che dice 'e nello Spirito Santo', leggeva così: E nello Spirito Santo, il Signore vivifico, che in verità procede dal Padre. [2] Leggendo così il Simbolo della Fede, evitava le denunce dei nemici dell'Ortodossia. Con il tempo fu calunniato davanti al sovrano di quel villaggio come bestemmiatore contro la santa fede, da chi diceva che non leggeva il Credo secondo la loro espressione teomachica, Nello Spirito Santo... che procede dal Padre e dal Figlio, ma solo 'in verità dal Padre'. Sentendo ciò, il sovrano si infuriò e, portando con sé diversi soldati, si recò in chiesa poco prima della lettura del Credo. E quando quel beato diacono cominciò a leggere il Credo, subito il sovrano gli si avvicinò e cominciò ad ascoltare attentamente come lo avrebbe letto il diacono. Avendo capito perché il sovrano si era avvicinato a lui, il diacono lesse coraggiosamente il Credo con voce piena e misurata, e quando giunse alle parole: Nello Spirito Santo, fu riempito di Spirito Santo e lo proclamò ad alta voce, E nello Spirito Santo, il Signore vivifico, che procede dal Padre, rigettando la parola 'in verità', che aveva aggiunto prima per paura. Quando il sovrano lo sentì, urlò come un animale selvatico, si lanciò dietro di lui, lo afferrò per i capelli, lo gettò a terra e iniziò a prenderlo a calci senza pietà; poi comandò [ai soldati] di trascinarlo fuori dalla chiesa e picchiarlo con bastoni senza pietà.

"E in quel momento qualcuno corse a dirlo velocemente alla madre del diacono. Le raccontò dell'accusa per la quale stavano picchiando suo figlio. Ma quando accorse sul posto, con le lacrime agli occhi lo scongiurò di non indebolirsi nel suo calvario, ma di invocare l'aiuto di Dio, di non risparmiare la sua vita e di concluderla con la morte per la fede ortodossa. E baciandogli il capo, disse: "O figlio mio amatissimo! Non aver paura di questo breve tormento che ora stai sopportando per la confessione della fede ortodossa, ma sopporta come un buon guerriero di Cristo anche la morte stessa per lui, in modo da essere degno di ricevere da iui la corona di un martire nel suo Regno dei Cieli!" Poi questi rispose a sua madre: "O mia amatissima madre! Non dubitare di me, poiché con il Signore che mi rafforza sono pronto a sopportare per la fede ortodossa non solo questo pestaggio, ma anche un milione di feroci morti. Proprio come c'è un solo Dio, glorificato e adorato nella santissima Trinità, così è la santa Chiesa Ortodossa Orientale (solo in lei, con buone azioni, c'è speranza di salvezza) l'Unica Chiesa, e non c'è altro che lei! Come potrei non essere zelante nel sopportare la morte più feroce per lei?!"

"Sentendo ciò, sua madre si rallegrò di una gioia indicibile e, alzando le mani al cielo, rese grazie a Cristo Dio per averle concesso di partorire per lui un tale sofferente. Ma quando il carnefice lo vide e lo udì, si infuriò ancora di più e ordinò ai suoi soldati di picchiarlo ancora più duramente. Ma il martire di Cristo, sopportando con gioia le terribili percosse e rimproverando la malvagità degli eretici occidentali, ma glorificando e confessando la fede ortodossa, affidò la sua anima nelle mani di Dio".

San Paissio e i suoi compagni di viaggio furono dissuasi dal proseguire per la Moldova. Così il futuro grande anziano viaggiò lungo il Dnepr, alla ricerca di un recinto monastico dove poter salvare la sua anima. Alla fine arrivò al monastero di san Nicola Medvedkovo situato su un'isola nel fiume Tjasmin, nella metropolia di Kiev. Lì fu tonsurato monaco rassoforo. Ma la sua vita monastica tranquilla e gioiosa nel monastero di san Nicola non durò a lungo.

"Come Dio permise, iniziarono le persecuzioni contro [il monastero] e contro la fede ortodossa da parte delle autorità locali di cattiva reputazione [sotto il dominio polacco]. Venne un funzionario del sovrano di quel paese, ordinò che tutti i monaci si radunassero nella cella dell'abate, e cominciò con una varietà di parole ad ammonirli a unirsi alla sua fede malvagia. [3] Ma quando vide che i fratelli non erano affatto disposti a dargli ragione, si arrabbiò molto ed entrando in chiesa, fece l'inventario di tutti i vasi della chiesa; poi uscendo dalla chiesa, la chiuse a chiave e la sigillò con il suo sigillo ufficiale. Prese le chiavi della chiesa e se ne andò con grande ira e minacce. Non ci fu poi poca confusione nel monastero, perché quando i santi padri videro che era passato più di un mese e la chiesa era ancora chiusa, alcuni di loro cominciarono a disperdersi, ciascuno per la propria destinazione. E vedendo questa persecuzione da parte dei malvagi eretici contro gli ortodossi, io posi la mia intenzione davanti a Dio: da quel momento in poi non avrei mai vissuto in quei paesi dove c'è persecuzione contro la Chiesa di Dio e contro la fede ortodossa da parte di eretici malvagi".

Quindi, a quanto pare, la persecuzione contro la Chiesa ortodossa canonica sotto l'influenza occidentale non è una novità nelle terre ucraine. Anche nei tempi moderni, i chierici sono picchiati, persino uccisi, e le chiese sono sequestrate: negli anni '90 è di nuovo avvenuto per mano degli uniati, e ora dalla cosiddetta "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Ma proprio come allora, così anche adesso ci sono in quelle terre cristiani ortodossi che sono molto forti nella loro fede. Ancora una volta ci sono confessori per la fede ortodossa. E credo che questo accadrà fino alla fine dei tempi.

Note

[1] San Paissio Velichkovskij, Vita e opere scelte, testo in slavonico ecclesiastico con una traduzione russa parallela di A. P. Vlasjuk (Serpukhov: Nasledie Pravoslavnogo Vostoka, 2014).

[2] Cioè, ha letto rapidamente il testo, aggiungendo le parole "in verità" (istina) in modo che potessero essere scambiate per le parole "e dal Figlio" (i syna), l'eretico Filioque dei Latini.

[3] Non è chiaro se stia parlando dell'Unia o semplicemente del cattolicesimo romano, ma molto probabilmente si tratta della prima.

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