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  Sant'Isidoro di Pelusio

Festa: 4/17 febbraio

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Il monaco Isidoro di Pelusio è vissuto tra il IV e il V secolo. E' nato tra il 360 e il 370 ad Alessandria d'Egitto, ed è stato cresciuto in una famiglia di pii cristiani, forse nobili. Era un parente di Teofilo, arcivescovo di Alessandria, e del suo successore, san Cirillo. E' stato educato nella retorica e nella filosofia e ha esercitato la professione di sofista prima della sua scelta monastica. si è ritirato nella zona di Pelusio, attuale El-Farma, capoluogo della provincia Augustannica prima, a est del delta del Nilo, sulla costa, all’estremità fra la zona abitata e il grande deserto arabico. È un po’ fuori dall’area e dal giro dei detti dei padri del deserto egiziano, ma è molto interessante che questi detti abbiano voluto fare posto anche a lui. La sapienza spirituale e il rigoroso ascetismo del monaco Isidoro, in combinazione con la sua vasta erudizione e un'innata conoscenza dell'animo umano, gli hanno permesso in breve tempo di ottenere il rispetto e l'amore dei suoi confratelli, che lo hanno scelto come loro capo e lo hanno eletto alla dignità di presbitero. Seguendo l'esempio di san Giovanni Crisostomo, che era riuscito a vedere e sentire durante un suo viaggio a Costantinopoli, il monaco Isidoro si è dedicato principalmente alla predicazione cristiana, la "sapienza pratica", che, nelle sue stesse parole, è al tempo stesso "il fondamento dell'edificio e la stessa costruzione", mentre allo stesso tempo la logica è "il suo abbellimento" e la contemplazione "la sua corona". Era un insegnante disponibile a dare consiglio a chiunque ricorreva a lui per incoraggiamento spirituale, sia che si trattasse di un uomo semplice, di un dignitario, di un vescovo, del patriarca di Alessandria o anche dell'imperatore stesso. Ha lasciato circa 10.000 scritti, di cui 2.090 sono sopravvissuti. Alcune lettere del suo epiostolario sono lettere fittizie, cioè non inviate a un destinatario reale, ma scritte per essere pubblicate; altre sono estratti, frammenti di lettere in forma di sentenze, brevi massime: alcune di esse sono riprese tali e quali nei detti dei padri del deserto. Le lettere sono scritte in un greco talmente elegante che secondo alcuni esperti il loro studio potrebbe addirittura sostituire quello dei testi classici. Questi preziosi documenti testimoniano l’ampiezza della sua erudizione teologica e sovrabbondano di ottimi consigli sulla pietà, la prudenza e l’umiltà. Gran parte di questi scritti contengono edificanti interpretazioni morali della Sacra Scrittura. E' qui che il monaco Isidoro si distingue come il miglior discepolo di san Giovanni Crisostomo. L'amore e la devozione del monaco Isidoro per San Giovanni Crisostomo hanno portato ad atti decisivi in ​​difesa di San Giovanni durante il tempo della sua persecuzione da parte dell'imperatrice Eudossia e dell'arcivescovo Teofilo. Dopo la morte di San Giovanni, il monaco Isidoro ha convinto il successore di Teofilo, San Cirillo, a iscrivere il nome di San Giovanni Crisostomo nei dittici della Chiesa come confessore. E attraverso l'iniziativa del monaco Isidoro è stato convocato il III Concilio ecumenico di Efeso (431), in cui sono stati condannati i falsi insegnamenti di Nestorio, relativi alla persona di Gesù Cristo.
Il monaco Isidoro è vissuto fino a tarda età ed è morto intorno all'anno 436. Lo storico della Chiesa Evagrio (VI secolo) scrive del monaco Isidoro che "la sua vita sembrava a tutti la vita di un angelo sulla terra". Un altro storico, Nicola Kallistos (IX secolo), loda così il monaco Isidoro: "E' stato un pilastro fondamentale e ispirato delle regole monastiche e della visione divina e come tale ha presentato un'immagine molto alta del più fervente esempio e insegnamento spirituale".

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